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Cairo è uno dei pochi imprenditori-manager È vietato
4 Sabato 23 Aprile 2016 I COMMENTI L’ANALISI IMPROVE YOUR ENGLISH Cairo è uno dei pochi imprenditori-manager Cairo is one of the few businessmen-managers C una informazione ome semDI RICCARDO RUGGERI completa, nessuna pre avviene sudditanza verso i quando c’è di mezzo Urbano Cairo, vari Poteri, esclusiva fedeltà al conto dopo l’uscita di una notizia bomba economico e allo stato patrimoniale (ieri La7, ora il Corriere), cala un della società. silenzio operoso. Come studioso di Qualora riuscisse ad acquisibusiness e di management, dopo la morte del mitico Michele Ferrero, re il Corriere, Cairo diventerebbe considero Cairo tra i pochi nuovi un mito per tutti quelli della mia imprenditori-manager di cui dispo- generazione, costretti a vivere sotto niamo, nella marea di imbarazzanti la monarchia assoluta, antiliberale deal maker, incensati come manager. di Cuccia e dei suoi imbarazzanti saLo apprezzo anche come persona lotti. Un hypercorsivo del Corriere perbene, durante le tante indagini del Ticino di Massimo Donelli lo su Fininvest, fu coinvolto, patteggiò, paragona a Giuseppe Garibaldi. No, Cairo è un «mandrogno», figlio di Berlusconi lo licenziò. quella terra in riva al Tanaro dove vennero La strategia che a rifugiarsi, secondo persegue è la miTra i molti deal alcuni, ex saraceni gliore, perché la più maker incensati dalla pelle scura, in difficile: acquistare come dei manager fuga da feroci tribù geaziende tecnicamennovesi, furono grandi te fallite come La7 a costo zero con dote incorporata, così allevatori di cavalli e comportamenti sarà, se ce la farà, per il Corriere con zingareschi. Noi piemontesi riconola tecnica del «carta contro carta», sciamo ai «mandrogni» superiori caristrutturarle. Come dice Maurizio pacità nel commercio, insuperabili Crozza, «Cairo riesce a comprarsi nelle trattative. l’Italia senza tirar fuori un euro». Un «Ma Cairo ce la farà a vincesacco di supermanager si spacciano per ristrutturatori, ma sono banali re?», si chiede Donelli, e si risponde: «Rambo manager» per allocchi colti, «Molti dicono di sì, pochi lo dicono ad questo è mestiere raffinato, di pochi. alta voce». Questo è un caso embleSi osservi cosa ha fatto nella La7, ta- matico, i nipotini di Cuccia chiamano glio feroce dei costi, aumento della mercato i loro mercatini rionali, dove qualità del prodotto, posizionamento non si capisce chi vende e chi comda editore puro: servizio ai clienti con pra, Cairo no. DI I A s always happens when Ur- with complete support, no enslavement bano Cairo is involved, af- to the various Powers, exclusive loyalty ter the release of a bombshell to the revenue account and the balance (yesterday by La 7, now by Il sheet of the company. In case he succeeded in obtainCorriere), a diligent silence falls. As a business and management scholar, af- ing Il Corriere, Cairo would become a ter the death of the legendary Michele legend for all those of my generation, Ferrero, I consider Cairo one of the few forced to live into Cuccia’s embarrassnew businessmen-managers we have ing lounges, under an absolute and ilinto the mass of embarrassing deal liberal monarchy. A «hypercorsivo» (a makers praised as managers. I also ad- hyperlink in italic) of Corriere del Timire him because he’s an upright per- cino written by Massimo Donelli comson: during the series of investigations pares him to Giuseppe Garibaldi. on Fininvest, he was incriminated, he But it’s not like that, since Cairo is a negotiated a plea bargain and he was «mandrogno», son of that land along the Tanaro river where, according to some ultimately laid off by Berlusconi. The strategy he adopts is the people, former dark-skinned Saracens came to seek refuge, best one because it’s the fleeing from some fierce most difficult: to obtain Among many deal Genoese tribes. They technically bankrupt were great breeders businesses such as La 7 makers praised as of horses, with a gypsy at zero costs with builtmanagers behaviour. We Piedin endowment and in montese acknowledge the end overhaul them; such will be the case, if successful, for Il «mandrogni» have got superior skills Corriere with the «stock for stock» tech- in business and unmatched abilities in nique. Maurizio Crozza affirms that negotiations. «However, will Cairo be able to «Cairo is able to buy the whole Italy without spending a single euro». A lot of win?», Donelli wonders, and he anpowerful managers pretend to be over- swers that «Many people say yes, but haulers, but actually they’re nothing few of them say it out loud». This is an more than banal «Rambo managers» for emblematic case, since Cuccia’s «little well-educated fools: this is a polished grandchildren» compare their local profession and can’t be accomplished markets to the marketplace, where it’s by many people. Let’s analyze what he not possible to understand who sells has done with La 7: fierce cost-cutting, and who buys, but this is not the case increased product quality, positioning for Cairo. Traduzione di Valerio Cozzolino as a pure publisher, customer service IL PUNTO LA NOTA POLITICA È vietato analizzare i problemi che sono suscitati dai migranti Si continua a votare contro anziché per GIANFRANCO MORRA nvasori? Non esistono, per Renzi. Per lui sono profughi. E il papa a Lesbo: fratelli nel bisogno, occorre accoglierli tutti. Miseria e morte, fame e malattia per milioni, chi può rimanere indifferente? Affermazioni vere, che colgono solo un aspetto della realtà, sempre complessa e contraddittoria. La massa di diseredati che, ogn’ora più numerosi, penetrano in Europa, non è omogenea. Vi si mescolano coloro che la guerra ha cacciato, altri che chiedono asilo politico, giovani che lasciano la povertà in cerca di migliori condizioni di vita, talvolta anche delinquenti e terroristi. Al terribile viaggio della speranza, una parte è costretta, altri lo fanno per calcolo. Ci sono i rifugiati bellici e politici, ma anche quelli economici. L’Europa deve aiutarli. Ma accoglierli indiscriminatamente è un rimedio peggiore del male. Si tratta di un flusso massiccio, cominciato negli anni 70 e destinato a durare ancora decenni, con la migra- zione di milioni di uomini. Che automaticamente diviene invasione, con risultati drammatici: perdita dell’identità culturale delle nazioni europee, conflitti sociali tra gruppi etnici, insostenibile costo economico, aumento della Chi pone dei dubbi viene zittito come razzista o xenofobo criminalità, purtroppo anche terrorismo. Di tutto ciò, i padroni dei mezzi di comunicazione non solo non parlano, ma impediscono di parlare. I talk show privilegiano i naufragi dei «migranti» (parola benevola e sentimentale), la loro criminalità interessa meno. La foto di Aylan, bambino curdo annegato, sono state usate per settimane al fine di colpevolizzare gli europei, che non c’entravano niente, visto che è stato trovato morto in Turchia; invece nessuna foto è stata pubblicata dei due coniugi settantenni ammazzati nello stesso giorno per rapina da un migrante del Cara di Mineo. L’uso della ragione è vietato: chi pone dei dubbi e chiede un controllo dei confini, è criminalizzato come razzista e xenofobo. Come quei paesi, sempre più numerosi, che innalzano dei «muri» (parola demonizzante), o meglio dei reticolati per controllare l’immigrazione. Cosa che, purtroppo, l’Italia, stivale circondato dal mare, non può fare. Tanto che Renzi si rivolge agli altri paesi europei perché accolgano molti dei migranti che salva; e propone di aiutare con dei bond l’economia dei paesi originari dei profughi («campa cavallo che l’erba cresce»). Che certo li accetterebbero, senza con ciò fermare i migranti, quel «proletariato esterno» (Toynbee) che con i suoi massicci trasferimenti sta mettendo in crisi l’Europa (qualcosa di simile accadde nell’Impero Romano). Ma solo con l’appoggio del «proletariato interno», che da noi significa i patiti del buonismo e del mea culpa, afflitti da un masochistico rimorso, che li porta a demonizzare l’Europa e la sua tradizione. DI MARCO BERTONCINI Si continua a votare contro, piuttosto che per. È radicata tradizione italiana: nel 1948 e ancora nel ’76, milioni di elettori non democristiani votarono Dc volendo esprimersi contro il Pci. Nel ’94, Silvio Berlusconi ottenne più voti attribuiti contro la macchina da guerra di Achille Occhetto che non a favore della propria persona. Da tre anni predomina il contro la politica e i politici: ne traggono vantaggio i grillini, ma ancor più il non voto. Spesso si vota contro un singolo, anziché per un uomo o un partito. Dal ’96 al 2013 la politica è stata praticata all’insegna della contrapposizione al Cav: sinistra e centro-sinistra demonizzavano Berlusconi e lottavano per eliminarlo, con l’aiuto della via giudiziaria, che alla fine si è rivelata la sola vincente. Adesso si può dire che la personalizzazione stia per riguardare Matteo Renzi. Il referendum sulle trivelle è stato tramutato in un plebiscito renziano, offuscando ogni altro aspetto della contesa. Se le prossime comunali, come quasi sempre ogni elezione amministrativa, non potranno ricondursi a una comune espressione contro un uomo o contro uno schieramento, il referendum costituzionale veleggia tranquillamente verso il coagulo di tutti gli ostili a Renzi, partendo dal suo stesso partito. Anche i parlamentari che si avvicinano al governo guardano a Renzi, non al suo partito. Il Cav è così scomparso, dopo un ventennio, dalla titolarità della lotta politica. La gente o si esprime contro la politica (espressione, come detto, attuata specie con l’astensionismo) o si esprime contro Renzi, sotto tale aspetto erede di Berlusconi. Paradossalmente, il voto contro Berlusconi si è spostato nel centro-destra, almeno a quanto si legge nella grottesca vicenda romana. © Riproduzione riservata