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Lezione. Indagini diagnostiche sul costruito storico

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Lezione. Indagini diagnostiche sul costruito storico
Seconda Università degli Studi di Napoli
Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale «L. Vanvitelli»
Corso di Caratteri costruttivi dell’edilizia storica
A.A. 2012/2013
Prof. arch. Francesco Miraglia
Indagini diagnostiche sul costruito storico:
problematiche e prospettive
CLASSIFICAZIONE DELLE PROVE
DISTRUTTIVE
L’oggetto della prova
subisce gravi danni
NON DISTRUTTIVE
Il campione non viene alterato
SEMI-DISTRUTTIVE
Monitoraggio
Prove di collaudo
Schema dei metodi non distruttivi
• Metodi Meccanici *
• Metodi Acustici
• Metodi Elettromagnetici
• Metodi Chimici *
• Metodi Elettrochimici
* Prove semi-distruttive
Metodi Meccanici
• Sclerometro
utilizzati per la determinazione
della
• Pull-Out
• Sonda di Windsor
Resistenza del Materiale
• Martinetti Piatti
E’ la prova che permette di avere informazioni sui valori
di resistenza e sullo stato di sollecitazione locale
della struttura portante .
Metodi Meccanici
• Sclerometro
• Pull-Out
• Sonda di Windsor
Dati rilevabili: Resistenza del Materiale
La misura della resistenza avviene interpolando i dati
con
curve di correlazione e sebbene, queste indagini
siano
normalizzate, richiedono talvolta fasi di taratura in laboratorio
con prelievo di campioni in situ
SCLEROMETRO
Norme: ASTM C805 - UNI 9189, 7997 - DIN 1048
BS 1881 - NF P18-417 - UNE 83307 - ISO-DIN 845
EN 12398
Attraverso la misura dell’indice
di rimbalzo di una massa, spinta
da una molla calibrata si valuta
la resistenza superficiale del
materiale.
Oggetto dell’indagine: calcestruzzo, malte,
materiali refrattari,
pavimentazioni
aereoportuali, rocce
Taratura dello strumento: indispensabile
Disponibili vari
modelli per i
diversi
materiali
PULL-OUT
Norme: ASTM C900 - BS 1881 Part 207
UNI 9536
• Oggetto dell’indagine: calcestruzzo
La resistenza del materiale avviene attraverso la misura
della forza necessaria ad un martinetto idraulico per
estrarre un tassello in acciaio inserito nel calcestruzzo
Si deve porre attenzione che il tassello utilizzato sia
identico,nella geometria e per la qualità dell’acciaio a
quello utilizzato nella fase di sperimentazione per
costruire le curve di correlazione
PULL-OUT
Composizione Attrezzatura
SONDA DI WINDSOR
Norma:
ASTM C 803 - BS 1881
• Oggetto dell’indagine: calcestruzzo
La valutazione delle caratteristiche
meccaniche avviene mediante la
misura dell’indice di penetrazione “L”
La prova non è superficiale ed
interessa sia il legante che
l’aggregato
del calcestruzzo esaminato
I risultati sono fortemente influenzati dalla durezza
degli aggregati
Attrezzatura Sonda Windsor per l’esecuzione delle prove
di penetrazione su calcestruzzo Versione digitale “2000”
Pistola
Lettore
digitale
Sonde-proiettili
Prelievo di carote o campioni
Norme : UNI 6131- BS 1881 /120 - ASTM C 42-84a
Sondina
elettrica
Carotiere diam. 100mm
Questa metodologia non è, giustamente, inserita nelle Prove
N.D. ma è il necessario complemento a diverse tecniche
d’indagini ed è uno dei sistemi più usati nella valutazione della
resistenza del calcestruzzo e delle murature.
PROVA CON MARTINETTI PIATTI
PROVA MARTINETTO SINGOLO
• Oggetto dell’indagine:
Strutture in muratura
• Dati rilevabili:
Misura dello stato tensionale locale
• Risultati producibili:
Valutazione dello stato tensionale attraverso la misura
dello sforzo necessario al riequilibrio deformativo;
verifica sperimentale delle reali condizioni statiche della
struttura oggetto dell'indagine; misure di stress in sito
(nei rivestimenti di gallerie, nelle pile e travi dei ponti ).
• Tecnica applicativa:
Coppie di punti di riferimento vengono applicate sulla superficie,
della muratura in oggetto a cavallo del taglio che si andrà a
realizzarsi; lettura micrometrica iniziale, esecuzione del taglio;
misura delle deformazioni dovute al rilascio delle tensioni.
Inserimento del martinetto piatto e ripristino delle condizioni
iniziali.
• Gli strumenti :
Attrezzatura
• Sega dalle caratteristiche (forma, durezza della lama, potenza)
adeguate al materiale costituente la muratura
• Compressore per l’azionamento della macchina operatrice (Sega per
il taglio)
• Coppie di basi (dischetti) di misura (almeno 3)
• Deformometro removibile di precisione
• 1 o 2 Martinetti
• Pompa idraulica per l’applicazione
della pressione
Il tipo di martinetto da utilizzare nella prova è funzione del tipo di
muratura. Nel caso di strutture in laterizio è sufficiente un
martinetto standard rettangolare di 400 x 200 mm.
Quando invece si ha a che fare con murature costituite da blocchi molto
irregolari e disomogenei è necessario, al fine di ottenere dei risultati
significativi, incrementare la profondità del taglio per assoggettare alla
prova un maggior volume. A tale scopo si adopera una particolare
troncatrice idraulica a trasmissione eccentrica e martinetti semiovali che
consentono di indagare un sufficiente volume di materiale in rapporto
alle dimensioni dei blocchi costituenti la muratura.
In dettaglio la procedura è così articolata :
• si applicano sulla superficie della muratura delle coppie di punti
di riferimento e vengono misurate, mediante deformometro di
precisione, le distanze tra tali punti.
La disposizione ottimale delle basi di misura è illustrata in figura
Base di
misura
L
200
mm
L/4
L/4
Martinetto
• viene eseguito un taglio perpendicolare
alla superficie della muratura che provoca
un rilascio delle tensioni con conseguente
parziale chiusura del taglio stesso funzione
della tensione agente alla quota di prova
• si inserisce il martinetto piatto
nell’apertura creata con il taglio
• viene azionata la pompa idraulica che mette in pressione il liquido di
misura nel martinetto; tale pressione viene misurata da un manometro di
precisione in dotazione alla pompa
l’applicazione a gradini della pressione nel martinetto provoca la
graduale riapertura della fessura fino all’annullamento della
deformazione conseguente al rilascio tensionale andranno
annotati, considerando opportuni intervalli, le coppie di valori
pressione – deformazione.
Pressioni misurate e tensioni di sollecitazione
Vengono letti sul manometro ed annotati su apposite schede, i valori di
pressione del circuito idraulico pompa – martinetti.
Da tali valori di pressione p si risale allo stato di sollecitazione agente 
mediante la relazione
 = p Km Ka
ove Km e Ka sono due coefficienti.
In particolare:
Ka = Aj / Ac
rappresenta il rapporto tra l’area del martinetto (Aj) e l’area della
superficie di taglio (Ac). Ovviamente Ka < 1.
Km rappresenta un coefficiente (<1) che permette di tenere conto della
rigidezza del martinetto. Tale coefficiente dipende dalle dimensioni e dalla
forma del martinetto e viene determinato mediante apposite prove di
taratura in laboratorio.
Ogni martinetto è normalmente accompagnato da un apposito certificato
di taratura in cui viene chiaramente indicato il valore di Km .
PROVA CON MARTINETTI PIATTI
PROVA A DOPPIO MARTINETTO
• Oggetto dell’indagine:
Strutture in muratura
• Dati rilevabili:
Determinazione delle caratteristiche di deformabilità e resistenza
della muratura.
Il modulo di deformabilità è calcolato per intervalli di pressione,
secondo la legge di Hooke, considerando la deformazione unitaria
desumibile dalle misure micrometriche lette in sito.
La prova puo' fornire anche una stima della resistenza a
compressione della muratura, potendo avvicinarsi al limite di rottura
con l'aumento progressivo del carico.
• Risultati producibili:
Estrapolazione di parametri meccanici (, , )
Graficizzazione dei dati rilevati
• Tecnica applicativa:
Esecuzione di due tagli orizzontali paralleli nella muratura da
analizzare, preferibilmente previa rimozione di eventuali strati di
intonaco o rivestimento; il "concio" cosi' isolato e' sottoposto a cicli
modulati di pressione monoassiale normale al piano dei tagli, il
carico è fornito da due martinetti inseriti nei tagli; le misure di
deformazione sono rese possibili tramite basi di misura verticali e
orizzontali, fissate sulla faccia libera del concio murario.
Metodo
elettromagnetico
Principio di
funzionamento dei
Pacometri
Localizzazione delle barre d’armatura, profondità e
diametro nel calcestruzzo e nelle murature
Localizzazione di elementi metallici nelle strutture murarie
INDAGINE TERMOGRAFICA ALL’INFRAROSSO
• Oggetto dell’indagine:
Superfici interne ed esterne intonacate o rivestite, edifici riscaldati, facciate e coperture
• Dati rilevabili:
Rilievo architettonico:
caratterizzazione dei materiali componenti la muratura, con distinzione tra lapidei e
laterizi; rilievo di tamponamenti, canne fumarie, tracce d'impianti tecnologici; presenza
subsuperficiale di elementi in legno, metallo, cemento armato.
Aspetti patologici:
lesioni strutturali risarcite, lesioni subsuperficiali, intrusione di umidità con possibile
individuazione della fonte, decoesioni di intonaci o rivestimenti, ponti termici, inclusioni
con materiali non originali, punti di probabile condensa.
Aspetti morfologici:
caratterizzazione delle strutture di supporto, individuazione di presenze subsuperficiali e
rilievo critico; possibilità di controllo pre- e post-intervento (collaudo).
Caratterizzazione:
valutazione comparativa isolamento di elementi costruttivi; temperature superficiali;
individuazione tracce condutture.
• Tecnica applicativa:
Utilizzo di strumentazione termovisiva speciale all'infrarosso per la
visualizzazione distributiva delle temperature superficiali, in presenza di
sollecitazione termica dell'oggetto (eseguibile per convezione forzata con
bruciatori portatili a reostato o irraggiamento sia artificiale che solare o
sfruttando il gradiente termico spontaneo tra giorno e notte)
• Strumento :
Camere digitali all’infrarosso e relativa analisi computerizzata delle
immagini.
• Il funzionamento:
Tutti gli oggetti, eccetto quelli con superficie allo zero assoluto (-273,15°C),
emettono radiazioni infrarosse.
La Termografia è quella tecnica che, utilizzando la radiazione proveniente da un
oggetto, permette di costruire un’immagine relativa alla distribuzione delle
temperature superficiali dell’oggetto stesso.
L’occhio umano è un ottimo rivelatore di immagini nel campo dell’emissività
solare (0,4 – 0.75 m) ma è totalmente cieco al di fuori.
Le camere dell’infrarosso catturano le radiazioni provenienti dall’oggetto e le
trasformano in immagini (è come estendere la capacità percettiva umana
riuscendo a visualizzare il colore proveniente da un corpo).
Le camere digitali all’infrarosso leggono tramite un elemento sensibile
(IRCCD=infrared detector), simile a quello delle camere nel visibile (CCD), il
flusso di energia emesso dalla superficie del corpo sotto esame, sotto forma di
onde elettomagnetiche, e lo elaborano trasformandolo in immagine.
• Risultati producibili:
Elaborazione computerizzata di immagini IR con software applicativi e
mappature critico-difettologiche; bilancio energetico
Metodi Acustici
Dati rilevabili:
Calcestruzzo
Omogeneità del materiale,
caratteristiche meccaniche
Murature
Stato di consistenza dei
pannelli murari
Strutture
Modi di vibrare:
caratteristiche strutturali
• Prove ultrasoniche
• Prove soniche
• Tomografia *
• Prove dinamiche *
Si definiscono:
Periodo T (in secondi – s) tempo impiegato per un
ciclo completo di espansione e contrazione della
sorgente, o di pressione e depressione nel mezzo.
Frequenza f (in Hertz – Hz) numeri di cicli, ossia di
oscillazioni complete, al secondo.
Lunghezza d’onda  (in metri – m) distanza fra due
successivi fronti d’onda (o comunque fra 2 loro
punti in ugual fase) nella direzione di propagazione
della vibrazione.
Velocità di propagazione V (in m/s) velocità con un
fronte d’onda di vibrazione si propaga nel mezzo
nella direzione di propagazione.
Intensità di vibrazione I quantità di energia che
passa in un secondo attraverso l’area unitaria.
Poiché in acustica, e nelle misure di vibrazione in
genere, non si eseguono normalmente misure
assolute, ma misure relative, ossia si fanno
rapporti fra ampiezze A di vibrazione, o fra
intensità I, si è trovato più comodo esprimere tali
rapporti in decibel (dB).
Parametri generali per la
definizione di un fenomeno
ondulatorio
0 .8 0
0 .4 0
0 .0 0
-0 .4 0
-0 .8 0
0
200
400
600
800
1000
NATURA DEI SUONI E DEGLI ULTRASUONI
I suoni e gli ultrasuoni sono onde meccaniche che si propagano nei
materiali.
I metodi si differenziano a seconda delle frequenze impiegate.
Necessitano per la loro propagazione di un supporto materiale al quale
trasmettere la vibrazione.
Gli ultrasuoni si propagano nell’aria, acciaio, calcestruzzo, legno,
acqua, plastica, ceramica, etc. ma non nel vuoto.
In questo si differenziano nettamente dalle onde elettromagnetiche
come i raggi x, la luce, etc. che trovano nel vuoto il mezzo ideale per la
loro propagazione.
Le onde ultrasonore possono essere di tipo longitudinale, trasversale,
di Rayleigh,.
La lunghezza d’onda ha diretta influenza sulla sensibilità di
controllo intesa come minima dimensione di difetto rilevabile.
PRINCIPIO DEL METODO SONICO
Il principio consiste nell’invio di un impulso d’onde nel materiale e
valutare attraverso la comparazione dei tempi di ritardo (o velocità) e
dell’attenuazione difetti e caratteristiche meccaniche
PROPAGAZIONE DELLE ONDE NEI MATERIALI:
Velocità
Le onde ultrasonoro si propagano nei materiali con velocità diverse
a seconda del materiale e del tipo d’onda (longitudinale, trasversale,
etc.)
La densità  del materiale e le sue caratteristiche elastiche E
determinano il valore della velocità dell’onda in transito.
Attenuazione
Le onde ultrasonore generate dai trasduttori si propagano nei
materiali subendo un assorbimento dovuto principalmente ai
seguenti fattori:
-Diffusione delle onde nella struttura del pezzo
-Geometria del fascio ultrasonoro
-Conversione dell’energia in calore
-Distanza dal trasduttore
Nel campo lontano dal trasduttore l’attenuazione della pressione
acustica che non include gli effetti geometrici segue una legge
esponenziale
Riflessione
Differenza del valore dell’impedenza
acustica dei due mezzi
In corrispondenza delle interfacce il fenomeno della riflessione
segue in termini geometrici le leggi dell’ottica ed in termini di
energia riflessa, le leggi dell’acustica.
INDAGINE SONICA
• Oggetto dell’indagine:
Strutture murarie
• Dati rilevabili:
Caratterizzazione della muratura in termini di elasticità e
grado di compattezza relativa (consistenza) in base alla
velocità sonica rilevata; valutazione del grado di
omogeneità dei materiali indagati; collaudo di opere di
consolidamento con misure pre- e post-intervento.
Schema apparecchiatura per indagini soniche
Unità di acquisizione
segnale
Ingresso
trigger
Ingresso
impulsi
Filtraggio ?
Martello
Strumentato
Sensore
Amplificazione
• Strumento
Apparecchiatura per rilievi sonici “Sonic
System”
L'attrezzatura è composta dai seguenti elementi: Unità elettronica di
acquisizione e controllo della misura - Punzone metallico strumentato con
sensore piezoceramico per la battuta - Sensore sonico piezoresistivo per il
rilievo dell'onda trasmessa - Martelli con massa da 0,500 e 2000 gr.
Lo strumento può anche essere collegato ad una comune stampante o ad
una stampante dedicata per la restituzione su carta dei risultati. È previsto il
collegamento a PC tramite RS232 e tramite un software dedicato si possono
rielaborare ed archiviare i risultati acquisiti.
• Strumento
Rivelatore ultrasonoro portatile
Può impiegare sonde con una frequenza compresa fra 20 e 200 kHz,
per cui è idoneo ad effettuare misure nei vari campi dell’ingegneria
civile, tra i quali:
-caratterizzazione sonica dei provini
-controlli su strutture composite
-carotaggio sonico
-verifiche di spessori
Le misure soniche di velocità, normalmente espresse in
metri al secondo, possono essere svolte secondo tre
diverse procedure:
 diretta o per trasparenza;
 di superficie;
 radiale;
R
R
E
E
R
E
A
B
C
INDAGINE ENDOSCOPICA E
VIDEOENDOSCOPICA
• Oggetto dell’indagine:
Strutture (murature, volte, solai, travi lignee, ecc.)
• Dati rilevabili:
Caratteristiche fisiche, morfologiche, compositive e del degrado
all'interno della struttura indagata - Rilievo geometrico
monodimensionale
• Risultati producibili:
Descrizione stratigrafica centimetrica - Graficizzazione della
superficie del percorso endoscopico - Fotografie endoscopiche Videoregistrazione in VCR - VHS
• Tecnica applicativa:
Realizzazione di un foro di diametro 12-25 mm con aspirazione e
lavaggio dello stesso e successiva ispezione interna visiva tramite la
sonda ottica; l'analisi è riportata su apposite schede insieme alla
documentazione fotografica (cassetta documentale filmata VCR)
ottenuta mediante speciale adattatore ottico e macchina fotografica
(adattatore ottico per telecamera, con eventuale commento vocale)
Endoscopi - Videoendoscopi
 endoscopi
rigidi o boroscopi
 endoscopi flessibili
 videoendoscopi o sonde televisive
Se la fonte di illuminazione (lampada alogena) è posta all'estremità
dell'obiettivo, vengono classificati come endoscopi a luce calda; se
invece utilizzano fibre ottiche per la trasmissione dell’illuminazione alla
punta dell’endoscopio, vengono definiti a luce fredda.
La Tecnica Georadar
I sistemi georadar sono strumenti di indagine non invasiva.
Attraverso l'utilizzo delle onde elettromagnetiche questi sistemi
sono in grado di esaminare i materiali indagati senza interferire
nelle loro caratteristiche fisiche, meccaniche e chimiche.
Il georadar, nell’applicazione alla introspezione del suolo, è, in
generale, una tecnica che consente di rivelare in modo non
distruttivo e non invasivo la presenza e la posizione di oggetti
sepolti utilizzando il fenomeno della riflessione delle onde
elettromagnetiche. La tecnologia è basata sullo stesso principio dei
sistemi radar convenzionali, ma con alcune differenze significative:
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
 Il radar trasmette un
piccolo impulso di onda
EM mediante l’antenna
 L’energia riflessa dalla
discontinuità è catturata
e ricevuta dall’antenna.
 La profondità e la
risoluzione sono relative
alla frequenza
dell’antenna, alla
potenza trasmessa e alle
proprietà dielettriche del
terreno.
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
Tempo di ritardo
Antenna
Posizione
dell’antenna
Il funzionamento del georadar si basa sulla capacità dello strumento
di emettere segnali a radiofrequenza (compresi tipicamente nel range
100 MHz - 1Ghz) e di registrare quindi ogni eco reirradiata dagli
oggetti presenti nel sottosuolo, caratterizzati da dimensioni sufficienti
e da proprietà elettromagnetiche diverse rispetto a quelle di ciò che li
circonda.
Componenti del radar
Unità centrale
Georadar
Data Logger
Antenne
Software di elaborazione
Unità centrale
Data Logger
Antenne
In generale, un mezzo omogeneo è definito da un
punto di vista elettrico, da una coppia di valori:
• costante dielettrica relativa (r)
• conduttività ()
Nella propagazione delle onde elettromagnetiche nel suolo si
evidenziano i seguenti aspetti:
-riflessione
- attenuazione
-portata
- velocità di propagazione
Le Antenne
La scelta dell’antenna è la fase fondamentale di un’indagine georadar
e si effettua considerando gli elementi fondamentali del rilievo:
Le antenne possono operare in tre modi principali:
-disposizione monostatica;
-disposizione bistatica;
-disposizione cross-polare.
Disposizione delle antenne
Con la disposizione monostatica, trasmettitore (TX) e
ricevitore (RX) sono assemblati in un’unica struttura,
permettendo di ottenere informazioni in tutta l’area indagata e
di determinare la profondità di bersagli. Tale disposizione è
consigliata per ottenere informazioni superficiali quali servizi e
reperti archeologici con antenne a frequenza medio-alta (5001000 MHz).
Con la disposizione bistatica, trasmettitore (TX) e ricevitore
(RX) sono separati e messi ad una certa distanza l’uno
dall’altro. Il vantaggio consiste in una risposta più dettagliata
nelle zone più profonde, mentre lo svantaggio consiste
nell’assenza di risposta in una porzione di terreno d funzione
della distanza reciproca dei due componenti. Tale
disposizione è consigliata per ottenere informazioni da zone
profonde ed è generalmente impiegata con antenne a
frequenza medio-bassa (80-300 MHz) e finalità geologiche.
La scelta della frequenza dell’antenna è inversamente
proporzionale alla profondità d’investigazione
Perciò la scelta della frequenza è frutto di un compromesso tra le
seguenti esigenze:
• basse frequenze sono desiderabili per una maggiore
penetrazione
• alte frequenze sono desiderabili perché consentono di ottenere
una migliore risoluzione, e quindi una migliore qualità
dell’immagine radar; inoltre ad alte frequenze corrispondono
antenne più piccole, quindi più leggere e maneggevoli.
In generale le antenne a bassa frequenza (40-300 MHz)
sono indicate per indagini profonde, poiché possiedono
un’alta capacità di penetrazione ed una bassa risoluzione.
In particolare queste antenne vengono impiegate per la
ricerca di:
orizzonti stratigrafici;
falde;
cavità;
zone di fratturazione.
Antenne a media frequenza (300-500 MHz) per ricerche superficiali:
• resti archeologici;
• sottoservizi.
Antenne ad alta frequenze (900-1000 MHz) per indagini di elevato
dettaglio, quali:
• stato dei manufatti;
• resti archeologici.
ARRAY DI 4
ANTENNE
(200-600MHz)
600MHz
200MHz
1600MHz
ARRAY DI 8
ANTENNE
(200-600MHz)
80-100MHz
Configurazioni
Configurazione Tradizionale
ARRAY di antenne
Risultati
Radiogrammi
Durante la scansione vengono collezionate una serie di riflessioni da
punti adiacenti (tipicamente uno ogni 2 o 3 cm), le quali costituiscono
l’immagine della sezione radar; in presenza di un oggetto sepolto (p.e.
un tubo) si ottiene un’immagine radar con una caratteristica forma
iperbolica (vedi Fig.).
Anomalia
Esempio di sezione radar multipla
Archeologia
*indagini per la scoperta di nuovi siti archeologici
*identificazione di strutture archeologiche
*indagini per la delimitazione delle aree archeologiche
*identificazione di manufatti archeologici
Beni Culturali
*Verifica degli spessori degli intonaci
*Verifica di distacchi di affreschi
*Verifica di distacchi di coperture facciate
*Indagini non distruttive su pareti
*Indagini su pavimenti
RICERCA SOTTOSERVIZI: esempio applicativo
Interfaccia cad
LA RICERCA ARCHEOLOGICA
IL SISTEMA RADAR OTTIMIZZATO PER L’ARCHEOLOGIA
GLI OBIETTIVI
GPS opzionale
- Detezione strutture sepolte
- Mappatura a grande scala delle
aree a vocazione archeologica
- Supporto alle attività di scavo
- Individuazione e mappatura di
cavità
ARCHEOLOGIA: esempio applicativo
MAPPA RADAR
Missione nel Deserto del Negev (Israele)
Scopo: Ricerca di cavità
BENI CULTURALI: esempi applicativi
Nell’ambito dei Beni Culturali altrettanto numerose sono le
applicazioni della tecnologia RIS, come tecnica non invasiva.
Tra queste, a scopo illustrativo, si riportano i risultati ottenuti nelle
indagini radar svolte su:
• Statue delle Cariatidi site presso Villa Adriana
• Affresco della chiesetta di Mocali presso l’abitato di Sellano (PG)
• Le volte della navata centrale della Basilica di S. Francesco in Assisi.
La verificare la giacitura, l’estensione e l’andamento delle
fratture interne.
La statua delle Cariatidi
La sezione radar rilevata
Gli affreschi della chiesa di Mocali (sellano – Perugia)
Scopo: Valutazione dello scollamento della superficie di un affresco
presente al suo interno.
Basilica di S. Francesco (Assisi)
La valutazione delle fratturazioni e le degradazioni presenti sulle
volte
La facciata della Basilica di Assisi La volta della Basilica di Assisi
Esempio di sezioni radar relative alla volta
In essa è chiaramente visibile l’andamento della struttura muraria
(contrafforte) retrostante la parete, nonché la presenza di una porta di
accesso murata e solo visibile dall’interno della parete.
INDAGINI NEL CAMPO AMBIENTALE
Detezione e Monitoraggio delle contaminazioni della falda
AMBIENTE: LE DISCARICHE
GLI OBIETTIVI
- ricerca di fusti metallici
- rilievo della profondità della superficie impermeabilizzante
- siti industriali
- siti contaminati
- monitoraggio di eventuali perdite
- analisi profonda mediante tecniche
- borehole e cross-hole
Chiesa di S. Gennaro
Minori
Finalità dell’intervento
Il fine dell’indagine è investigare il sottosuolo dei locali della chiesa per
individuare anomalie dovute a cavità antropiche entro il volume
significativo delle opere di fondazione.
Direzione
scans. Long.
Direzione scans. Long.
1
3
2
1
4
3
2
MAGLIE
1
3
2
1
4
3
2
TOMOGRAFIA
MAPPA RADAR
Fly UP