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Il trattamento biologico dei rifiuti solidi urbani
Il trattamento biologico dei rifiuti solidi urbani Dott. Enrico Calcaterra Sistema Ecodeco S.p.A Rifiuto urbano Caratteristiche: • presenza di acqua • presenza di sostanze organiche putrescibili • contaminazione con micro organismi patogeni • presenza di materiali con elevato potere calorifico • presenza di inerti Composizione del residual waste in funzione della tipologia di processo di RD Rsu tal quale Raccolta differenziata secco umido Raccolta differenziata frazione secca Composizion e rsu tal quale 28 % % rd Composizione rsu resuduo % rd Composizine rsu residuo 50 % 21 % 0% 35 % Carta 26 % 50 % 20 % 50 % 16 % Plastica 12% 10 % 17 % 10 % 14 % Metalli 4% 10 % 6% 10 % 5% Legno tessile 6% 10 % 8% 10 % 7% Vetro 9% 60 % 6% 60 % 5% Altro 15 % 0% 22 % 0% 18 % Totale 100 % 35 % 100 % 21 % 100 % Rapidamente putrescibile 33 % 0% 28 % 0% 41 % Organico Percentuale di sostanza organica nel rifiuto residuo: il caso della provincia di Milano Sostanza Organica nel secco residuo Albairate Albiate Arese Biassono Brugherio Buccinasco Castano P. Cinisello Cologno Corbetta Desio Lainate Melegnano Misinto Monza Novate Paderno D Rosate Trezzo S/A Truccazano Varedo Villasanta Vimercate 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% Norme comunitarie "trattamento": i processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero Norme comunitarie Priorità dei sistemi “integrati” di gestione dei rifiuti: • riduzione della produzione • trattamento dei rifiuti per il riciclo e il riutilizzo • recupero materie prime o energia • smaltimento finale Il pretrattamento nella normativa Italiana e Comunitaria Decreto legislativo 22/97 (decreto Ronchi) È consentito smaltire in discarica solo i rifiuti inerti, i rifiuti individuati da specifiche norme tecniche ed i rifiuti ed i rifiuti che derivano da specifiche operazioni di riciclaggio, recupero, smaltimento. Direttiva 1999/31/CE (direttiva discariche) Gli Stati Membri elaborano una strategia nazionale al fine di procedere alla rimozione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica. In particolare l’obiettivo imposto agli stati membri è quello di giungere, secondo tappe temporali stabilite, alla riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica a un quantitativo massimo pari al 35 % del totale in peso. 2nd Draft Biowaste (bozza comunitaria) Se con il pre-trattamento il rifiuto giunge agli obiettivi di stabilità indicati esso può essere considerato non biodegradabile Il pre-trattamento: Processi meccanici & biologici MECCANICO • triturazione • separazione di frazioni secco/umido • separazione di materiali riciclabili BIOLOGICO • conversione del rifiuto a condizioni stabili (biostabilizzazione) • Ottimizzazione delle caratteristiche del materiale per il trattamento termico (bioessiccazione) Opzioni tecnologiche Sistemi a due flussi (MBT, trattamento biologico sulla sola frazione sottovaglio): •tecnologia tradizionale •circa 100 impianti in Europa Sistemi a un flusso (bioessiccazione, trattamento biologico su tutto il rifiuto): • alcune decine di impianti in Europa • tecnologia recente Schema impiantistico dei processi a due flussi RSU t.q. Residuo da raccolta differenziata Ciclo semplificato TRATTAMENTO MECCANICO PRIMARIO Triturazione- Vagliatura Frazione ad alto contenuto calorico Frazione a basso contenuto calorico RAFFINAZIONE TRATTAMENTO BIOLOGICO Metalli CDR Recupero UTILIZZO TERMICO CENERI Inerti Frazione stabilizzata RAFFINAZIONE Compost DISCARICA Inerti CO2, H2O Schema impiantistico dei sistemi a un flusso RSU t.q. RERIDUO DA RACCOLTA DIFFERENZIATA TRATTAMENTO MECCANI CO PRIMARIO Triturazione TRATTAMENTO BIOLOGICO CO2 H2O Ciclo semplificato BIOSTABILIZZATO RAFFINAZIONE CDR METALLI UTILIZZO TERMICO RECUPERO CENERI DISCARICA SOTTOVAGLIO DI RAFFINAZIONE Esempio di impianto ad un flusso per la produzione di CDR Il trattamento biologico: bioessiccazione & biostabilizzazione Diversi processi…. BIOSTABILIZZAZIONE: processo il cui scopo primario è il raggiungimento della stabilità biologica del rifiuto in seguito alla biossidazione della sostanza organica putrescibile in esso contenuta. BIOESSICAZIONE: processo il cui scopo primario è la riduzione dell’umidità del rifiuto in seguito ad una fase di biossidazione della sostanza organica putrescibile in esso contenuta. … a cui corrispondono diverse condizioni di impiego dei prodotti: BIOSTABILIZZATI: i rifiuti stabilizzati sono collocabili in corpo di discarica o utilizzabili per operazioni di capping periodico durante la coltivazione delle stesse, in eventuale miscelazione con inerti. BIOESSICCATI: il bioessiccato è utilizzabile per la produzione di combustibile derivato da rifiuti (CDR). E’ collocabile in corpo di discarica nel caso siano presenti caratteristiche idonee (stabilità biologica). Bioessiccazione e biostabilizzazione IR Rifiuto Urbano (mgO 2 h -1 kgSV -1 ) 2191 1695 1971 3422 1273 2335 3501 BIOSTABILIZZAZIONE IRD biostabilizzato (mgO 2 h -1 kgSV -1 ) 889 480 647 595 857 920 BIOSESSICCAZIONE IRD bioessiccato (mgO 2 h -1 kgSV -1 ) 1279 2473 1597 1934 1760 1680 2285 2163 Bioessiccazione dei RSU risultati di processo Contenuto di umidità di campioni di RSU e bioessiccato Moisture (%) 50 40 30 20 Co 10 0 gen-01 feb-01 mar-01 apr-01 MSW mag01 giu-01 lug-01 ago-01 set-01 ott-01 nov-01 dic-01 Biodried material Esempio di Gestione di processo di biologico aerobico Biossidazione: parametri di processo Parametri impiantistici Biostabiliz. Bioessicc. Recupero reflui Si Si Irrorazione della biomassa Si No Aerazione della biomassa Generalm. Forzata Forzata Aerazione della biomassa nella fase di trasformazione / / Localizzazione Al chiuso Al chiuso Captazione e trattamento dell’aria Si Si Igienizzazione Strumentazione per controllo processo biomassa a 55°C per almeno 3 gg Si Biomassa a 55°C per almeno 3 gg Si Biossidazione: Parametri di processo Parametri di processo Compostaggio verde Compostaggio di qualità Compostaggio da rifiuti Biostabiliz. Bioessicc. Temp. Massime (°C) 70 70 70 70 70 Temp minime (°C) 55 per almeno tre giorni 55 per almeno tre giorni 55 per almeno tre giorni 55 per almeno tre giorni 55 per almeno tre giorni Umidità (% tal quale) > 50 % > 50 % > 50 % > 50 %* Ossigeno (% v/v) > 10 % > 10 % > 10 % > 10 % > 10 % Densità apparente (t m -3 ) < 0.7 < 0.7 < 0.7 < 0.7 < 0.7 n.s. Biossidazione:Principali parametri da monitorare Fase di processo Tipo di controllo Frequenza del controllo Rifiuto in ingresso -Controllo visivo della eventuale presenza di materiali non compostabili (plastiche, vetro, metalli) e dello stato di decomposizione del rifiuto Ad ogni conferimentto -Determinazione del rapporto C/N, dell’umidità e della densità del rifiuto Mensile o nel caso di manifesto cambiamento della tipologia del rifiuto -Caratterizzazione merceologica: % di materiali estranei non compostabili (nel caso di FORSU) Semestrale -Determinazione dei parametri previsti dalla Legge (nel caso di fanghi di depurazione biologica disidratati) Trimestrale -Misurazione della temperatura, umidità, O 2 , CO 2 Da settimanale a mensile - Misurazione dell’Indice respirometrico dinamico (sulla miscela delle frazioni organiche) 4 volte/anno alla fine della fase di biossidazione -Misurazione di umidità Da bisettimanale a mensile -Determinazione dei parametri previsti dalla Legge A lotti rappresentativi della produzione Rifiuto in via di trattamento Prodotto in uscita Possibili impatti ambientali degli impianti: odori -Gli impianti sono in depressione evitando quindi la fuoriuscita di odori -Tutte le arie di processo sono depurate mediante efficienti sistemi di depurazione biologica consentendo di raggiungere i migliori standard di qualità ambientale Schema di un biofiltro Bioessiccazione con produzione di C D R Il CDR è un materiale costante nelle caratteristiche chimiche e fisiche e nel contenuto calorico e consente ai sistemi di combustione di bruciare in modo efficiente e di essere meno soggetti a cali di temperatura, a rotture e cicli di manutenzione, eliminando le tanto temute condizioni per la produzione di microinquinanti organici e non ultimo favorendo il funzionamento dei sistemi di trattamento delle emissioni. La normativa prevede l’impiego del CDR in impianti dedicati e in impianti industriali esistenti. In ambedue i casi si è nelle condizioni di seguire le procedure semplificate (1) per ottenere l’utilizzo energetico. Limiti di legge CDR DM 5/2/98 P.C.I. minimo sul tal quale 15.000 kJ/kg Umidità in massa max 25% Cloro in massa max 0,9% Zolfo in massa max 0.6% Ceneri sul secco in massa max 20% Pb (volatile) sul secco in massa max 200 mg/kg Cr sul secco in massa max 100 mg/kg Cu (composti solubili) sul secco in massa max 300 mg/kg Mn sul secco in massa max 400 mg/kg Ni sul secco in massa max 40 mg/kg As sul secco in massa max 9 mg/kg Cd+Hg sul secco in massa max 7 mg/kg.