Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al
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Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al
mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Settembre - Ottobre 2013 - Anno XIV n. 5 Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore... 9 – La fede è speranza 2 Settembre 2013 I l cristiano è una creatura nuova con il Battesimo ed è chiamato a essere testimone di Cristo crocifisso e risorto e portatore di speranza in un mondo triste, pieno di paure e di illusioni. Anche nelle prove, deve essere sempre “pronto a rispondere a chiunque gli domandi ragione della sua speranza” (Cfr. 1Pt 3,15). La speranza è l’ossigeno per ogni vita umana. Tolta la speranza, rimane la disperazione e la morte. Benedetto XVI, nella sua enciclica “Spe Salvi”, dice che “la fede è speranza”. Scrive: «Speranza» è una parola centrale della fede biblica, tanto che spesso «fede» e «speranza» sembrano interscambiabili (SS. n. 2). C’è una “speranza grande” che riguarda Dio e la vita di Dio: c’è una “speranza piccola” che riguarda le cose della terra. Se cade la speranza grande, rimane solo la speranza piccola, che spesso crolla come un edificio senza fondamenta. Certo, sulla terra, abbiamo bisogno anche delle speranze piccole, che, giorno per giorno, ci sostengono nel cammino. Ma senza la grande speranza, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio, che può donarci ciò che, da soli, non possiamo mai raggiungere. Un Dio che possiede un volto umano in Gesù Cristo. Come cristiani siamo chiamati a testimoniare la gioia e la speranza basate sulla fede nel Signore Gesù Cristo, in piena solidarietà con i fratelli più deboli. Spesso, dal nostro modo di agire e di pensare, non traspare la serenità di chi ha fiducia totale in Dio. Diceva il filosofo ateo Nietzsche: “Crederei in Cristo se i cristiani avessero il volto dei salvati”. Molte assemblee liturgiche sembrano un grande funerale, con volti tristi, senza speranza. La croce e la risurrezione sono la base della speranza Per testimoniare agli altri la speranza, dobbiamo prima viverla noi stessi. Gli Apostoli speravano in Cristo, perché pensavano che, fatto un esercito, avrebbe cacciato i Romani, proclamandoci re. “Noi speravamo”, dicono i due discepoli di Emmaus; ma di fronte alla croce, non sperano più, si allontanano tristi da Gerusalemme, per tornare alla vita di prima. La Croce di Gesù è “spes unica”, di P. Alberto Pierangioli unica speranza. Tuttavia da sola la croce non La basta. nostra speranza si basa sul mistero pasquale di morte e risurrezione di Gesù. Egli ogni volta che ha parlato della sua passione ha sempre annunciato la risurrezione. Gli apostoli stessi, smarriti di fronte alla croce, diventano poi «i testimoni intrepidi della risurrezione», fino al martirio. Maria, modello di fede, sul Calvario è modello di speranza: ha condiviso con il Figlio la morte e la speranza della risurrezione. È la «Madre Addolorata» ma è anche la «Madre della Speranza», anche con il Figlio morto tra le braccia. Si può peccare contro la speranza in due modi, con la disperazione, o con la presunzione: soffrire senza sperare di risorgere è disperazione; sperare di risorgere senza accettare la croce, è presunzione. Come cristiani, siamo chiamati ad essere portatori di fede e di speranza. Come Maria fu presso il Figlio crocifisso, così noi dobbiamo stare presso i fratelli crocifissi: i poveri, i sofferenti, i disperati. Dobbiamo dare speranza, annunziando che la croce passa e ci apre alla gioia eterna del cielo. La speranza è la sorella povera delle 3 virtù teologali ma è la speranza che sorregge la fede e la carità. La Chiesa della speranza oggi La speranza ha bisogno di perseveranza. Molti credono e sperano quando Dio li ascolta, ma quando Dio non ascolta subito, perdono con la speranza anche la fede. Accetta che Dio non ti ascolti subito, perché Dio ti fa una grazia più grande di quella che chiedevi: la grazia di crescere nella speranza in Lui e di affidarti a Lui. La speranza non deve lasciare inoperosi, aspettando tutto da Dio. Dobbiamo sperare in Dio e fare quello che dipende da noi. Ma anche quando non c’è più nulla da fare, resta la fede per accettare tutto con pazienza dalle mani di Dio. Questo fece Maria sotto la croce. Così hanno fatto i santi: hanno sperato in Dio, ma si sono impegnati per attuare i piani di Dio, per quanto dipendeva da loro. Anche oggi molti cristiani vivono fede e speranza in mezzo a persecuzioni; con lo sguardo al cielo, sono capaci di affrontare con fede anche la morte, come Suor Leonella in Somalia: mentre la uccidevano, diceva: «perdono, perdono, perdono!». Gli 800 martiri di Otranto accettarono la morte dai musulmani, nel 1480, per non rinnegare la fede cristiana, e sono stati canonizzati il 12 maggio scorso da Papa Francesco. La speranza è una virtù difficile. Il mondo rifiuta la speranza di qualcosa che va oltre la vita terrena. La Chiesa deve comunicare speranza a tutti, soprattutto con l’esercizio dell’amore, come ha fatto la B. Teresa di Calcutta che è stata missionaria con l’amore, come con l’induista raccolto tra le immondizie e che le dice: “Madre, voglio essere cristiano, per andare dove andrai tu, che sei così buona”. Tutti dobbiamo sentirci “missionari della speranza” nel mondo che cambia, ma questo sarà possibile solo se contempliamo e additiamo il Crocifisso Risorto, che ci dona la speranza. [email protected] 10 – La fede è carità Ottobre 2013 di P. Alberto Pierangioli U no degli ultimi messaggi inviati alla Chiesa da Benedetto XVI è stato il messaggio per la Quaresima 2013, sviluppando il “Rapporto tra fede e carità”, partendo da questo versetto di Giovanni: “Abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha per noi” (1 Gv4,16). Ci basiamo molto sue questo prezioso documento. Inizia con queste parole: “Il contesto dell’Anno della fede ci offre una preziosa occasione per meditare sul rapporto tra fede e carità: tra il credere nel Dio di Gesù Cristo e l’amore, che è frutto dell’azione dello Spirito Santo e ci guida in un cammino di dedizione verso Dio e verso il prossimo”. carità si vive e si coltiva questa amicizia (cfr Gv 15,14s). La fede ci fa accogliere il comandamento del Signore; la carità ci dona la beatitudine di metterlo in pratica (Gv 13,13-17). Nella fede siamo generati come figli di Dio (cfr Gv 1,12s); la carità ci fa perseverare nella figliolanza divina portando il frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5,22). La fede ci fa riconoscere i doni che Dio buono e generoso ci affida; la carità li fa fruttificare (cfr Mt25,14-30). L’indissolubile intreccio tra fede e carità La fede come risposta all’amore di Dio. Già nella sua prima Enciclica, “Deus caritas est”, Benedetto XVI aveva parlato dello stretto legame tra queste due virtù teologali, la fede e la carità. Ricordava che «all’inizio dell’essere cristiano c’è l’incontro con una Persona, Gesù Cristo, che dà alla nostra vita un nuovo orizzonte... Siccome Dio ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,10), l’amore adesso non è più solo un ”comandamento”, ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro» (Deus caritas est 1). La fede è la nostra risposta alla rivelazione dell’amore gratuito e «appassionato» di Dio per noi e che si manifesta pienamente in Gesù Cristo. Da qui deriva per tutti i cristiani la necessità della fede e dell’incontro d’amore con Dio in Cristo e con il prossimo, non più come comandamento imposto dall’esterno, ma come conseguenza che deriva dalla fede. Il cristiano è una persona conquistata dall’amore di Cristo e perciò, mosso da questo amore, è aperto in modo concreto all’amore per il prossimo, visto come figlio di Dio. Tale atteggiamento nasce dalla coscienza di essere amati, perdonati dal Signore, che arriva fino a lavarci i piedi e dare la vita per noi. La fede, che prende coscienza dell’amore di Dio rivelatosi nel cuore trafitto di Gesù sulla croce, suscita in noi l’amore, è l’unica luce che rischiara sempre di nuovo un mondo buio, ci dà il coraggio di vivere e di agire e ci fa capire che il distintivo dei cristiani è l’amore fondato sulla fede. La carità come vita nella fede Tutta la vita cristiana è un rispondere all’amore di Dio. La prima risposta è appunto la fede che accoglie la manifestazione di Dio amore. Il «sì» della fede segna l’inizio di una luminosa storia di amicizia con il Signore, che riempie e dà senso pieno a tutta la nostra vita. Dio non si limita ad amarci, ma vuole attiraci a Sé, trasformarci in modo così profondo da portarci a dire con san Paolo: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (cfr Gal 2,20). Quando accogliamo l’amore di Dio, diventiamo simili a Lui, partecipi della sua stessa carità, della sua vita. Aprirci al suo amore significa lasciare che Egli viva in noi e ci porti ad amare con Lui, in Lui e come Lui; solo allora la nostra fede diventa veramente «operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6) ed Egli prende dimora in noi (cfr 1 Gv 4,12). Ed ecco alcune profonde relazioni tra fede e carità: La fede è conoscere la verità e aderirvi (cfr 1 Tm 2,4); la carità è camminare nella verità (cfr Ef 4,15). Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore; con la Per questo non possiamo mai separare o, peggio, opporre fede e carità. Esse sono intimamente unite ed è fuorviante vedere tra di esse un contrasto. Non fa bene chi esalta tanto la fede da sottovalutare e quasi disprezzare le opere della carità. Ma è altrettanto non buono sostenere un’esagerata supremazia della carità, pensando che le opere sostituiscano la fede. Per una sana vita spirituale è necessario rifuggire sia dal fideismo che dall’attivismo moralista. La vita cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio per poi ridiscendere, portando amore e forza per servire il prossimo con l’ amore di Dio. Negli Apostoli l’annuncio del Vangelo che suscita la fede è legato alla premura caritatevole verso i poveri (cfr At 6,1-4). Nella Chiesa, contemplazione e azione, simboleggiate in Maria e Marta, devono coesistere e integrarsi (cfr Lc 10,3842). La priorità spetta al rapporto con Dio che poi porta all’esercizio della carità. La fede senza opere è come un albero senza frutti: queste due virtù si completano a vicenda. Nella nostra vita, la fede ha la priorità, ma il primato è della carità. Non limitiamo la «carità» al semplice aiuto umanitario. E’ importante, invece, ricordare che massima opera di carità è l’evangelizzazione. Non v’è azione più caritatevole verso il prossimo di spezzare il pane della Parola di Dio, per portarlo alla fede e alla salvezza. ravviviamo la fede in Gesù Cristo, per entrare nel suo stesso circuito di amore verso il Padre e verso ogni fratello che incontriamo nella nostra vita. [email protected] 4 4 - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI GIOVANNI Gesù, il re che dona la vita; Maria, madre dei credenti (19,16b-30) di P. Roberto CecconiCP C arissimi Amici, andando avanti nel nostro percorso, eccoci giunti al passo in cui Gesù, dopo essere stato crocifisso, muore. Iniziamo, come sempre, con la letturaascolto del Vangelo. “Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito”. Gesù, mentre se ne va verso il Golgota, porta la croce sulle proprie spalle. Solo Giovanni mette in rilievo quest’azione di Gesù. I Sinottici (Matteo; Marco; Luca) narrano invece che la croce è portata, almeno a partire da un certo punto, da Simone di Cirene (Mt 27,32; Mc 15,21; Lc 23,26). Il quarto Evangelista, dunque, mette maggiormente in rilievo che Gesù si fa carico interamente del legno della croce con cui salverà il mondo. È degno di nota anche il fatto che Giovanni, rispetto ai Sinottici, mette particolarmente in rilievo che Gesù è collocato in mezzo agli altri due crocifissi con lui. Dice il Quarto Evangelista: lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. In Mt 27,38 abbiamo invece: Insieme con lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Mc 15,27 riporta: Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Da ultimo, Lc 23,39 narra: crocifissero lui e malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Solo in Giovanni troviamo l’espressione Gesù in mezzo. È chiaro che con essa l’Evangelista vuol dare particolare risalto alla regalità di Gesù. Il re, infatti, nelle assemblee, sedeva sempre nel posto centrale. Nella stessa direzione va la discussione tra Pilato e i sommi sacerdoti dei Giudei sull’eventualità di modificare la scritta posta sulla croce di Gesù e recante il motivo della sua condanna: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». È da notare anche che secondo Giovanni, unico tra gli Evangelisti, questa scritta era in ebraico (lingua sacra dei Giudei), in latino (lingua dell’invasore romano) ed in greco (lingua usata in ambito culturale e commerciale). In tal modo Giovanni sembra voler proclamare a tutto il mondo la regalità del Crocifisso. Ai piedi della croce di Gesù è segnalata la presenza di alcune donne: sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa, Maria di Magdala. È interessante notare che la Vergine Maria non è mai chiamata con il proprio nome, ma con l’appellativo madre. Gesù, vedendo la propria madre e lì accanto a lei il discepolo amato dice alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi dice al discepolo: «Ecco la tua madre!». Qual è il significato di queste parole? Certamente dobbiamo pensare che Gesù, ormai morente, affidi la mamma al discepolo in cui ripone la maggiore fiducia. Tuttavia l’episodio nasconde altri “tesori”. Maria, stando ai piedi della croce, dice il suo sì all’opera salvifica che il Figlio sta realizzando con la propria morte. L’obbedienza al progetto di Dio, insieme alla sua fede, alla sua speranza, e al grande amore che arde nel suo cuore, rendono Maria colei che collabora in modo del tutto speciale all’opera del Salvatore, per riaccendere la vita divina nelle anime. In questo modo ella diventa Madre nell’ordine della grazia. In altre parole, se oggi l’amore di Dio può entrare nella nostra vita e rigenerarla, lo dobbiamo alla redenzione operata da Gesù con la sua vita, morte e risurrezione. Tuttavia anche Maria, in virtù della sua unione al Figlio, ha collaborato affinché la fiamma dalla carità divina si riaccendesse nella nostra esistenza. Questo la rende madre di tutti i credenti. Questo brano reca in sé la gioiosa notizia che la Chiesa è il frutto dell’amore smisurato del Figlio di Dio, il Re dell’universo che, mediante la croce, libera l’umanità dalla schiavitù del peccato e la reintroduce nell’intimità divina. La comunità dei credenti, tuttavia, ha anche una Madre. È Maria, animata da un amore così grande che, per la nostra salvezza, è arrivata ad acconsentire alla morte del frutto del suo grembo. [email protected] XXII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci LA SOFFERENZA DELL’AMORE: di fronte all’ingratitudine umana (1a parte) di Maria Grazia Coltorti “ Oggi sarai con me in paradiso” (cf. Le 23, 43) tare la voce paterna... All’udirla, si allontanò ancor più dal suo amore. Infelice! Corse, come pecora sperduta, di burrone in burrone... e corre ancora... Dio voglia che, prima di arrivare alla fine della sua infelice corsa, apra gli occhi. Ma adesso tutto è molto più difficile! Ogni grazia che si disprezza, ogni resistenza all’amore di Dio, equivale ad un maggiore allontanamento da Dio, ad un maggiore indurimento del cuore”. Questa è la triste storia che si ripete ogni giorno. Lo sanno bene i pastori delle anime, gli zelanti ministri del Signore e tutti quelli che davvero amano Dio, poiché l’amore fa che tutti siano apostoli. Madre Maddalena Marcucci: “ Gesù dolcissimo! Ho ascoltato la tua voce moribonda promettere il paradiso ad un ladro condannato a morte. Come un padre angustiato che, vedendo disprezzato dai suoi figli ingrati il patrimonio che sta per lasciare loro in eredità, ti rivolgi verso l’unico che vedi più disposto, o meno indegno, e gli dici nell’amarezza del tuo dolore: prendi tutto tu; lascio a te ogni cosa. L’anima mia, illuminata dalla luce del tuo immenso amore, e attratta dalla grazia, è penetrata nel tuo spirito angosciato e ha capito qualcosa della grandezza del dolore in cui era immerso”. L’ingratitudine degli uomini Il grande amante di Dio L’anima che ama Dio che ha imparato a farlo ai piedi del Crocifisso. Gesù Crocifisso è il primo amante di Dio, suo Padre; è l’unico che ama e sa amare perfettamente. Egli è il modello, l’esemplare e il Maestro che, dalla cattedra della Croce, insegna a tutti come si ama Dio e gli uomini: dando tutto per essi, l’onore, la gloria, la reputazione, la vita, tutto il sangue delle proprie vene. Nelle piaghe di Gesù l’anima vede come si ama e sente la necessità di amare allo stesso modo. Essa si dà a tutti, in ogni tempo e luogo e si sacrifica al fine di guadagnare anime a Dio. Se è necessario, e Dio lo chiede, è anche disposta a salire sulla croce, come Gesù, al cospetto di tutti, a costo delle umiliazioni, calunnie e persecuzioni dei suoi stessi amici. L’amore dispone l’anima per poter attirare tutti a sé e portarli all’amore di Dio. Ma non è l’anima che opera, bensì l’amore divino nascosto in essa, per poter entrare, per mezzo suo, più facilmente nei cuori e fare che sperimentino la sua liberalità, che non conosce riserve, desiderando ripetere a ciascun’anima: “Oggi sarai con me in paradiso” (cf. Le 23, 43). Povere anime! La liberalità divina, sconosciuta e disprezzata dagli uomini, è un’altra sofferenza che martirizza l’anima che ama Dio. Nessuno conosce come lei il valore della divina grazia e come solo nel tempo, nel breve spazio della vita, può l’uomo arricchirsi di grazia per meritare il suo eterno bene. Nessuno sa apprezzare i doni del Signore e conoscere che cosa perdono le anime. Scrive la nostra Maestra: “Io sentivo la forza dell’ amore con cui Egli voleva attirare quell’anima, prima alla grazia e poi a godere insieme a Lui il cielo della vita interiore, dove l’amore dà senza riserva. Bastava che si fosse voltata indietro, volgendo un semplice sguardo a chi la cercava con tanto disinteresse; che avesse fatto un atto di pentimento, che avesse detto una parola di umiltà, di fiducia... Era tanto il desiderio di Gesù di stringerla sul suo Cuore, che con uno solo di questi semplici atti, io credo che sarebbe stata conquistata. Povera anima! Quanto sarebbe felice adesso, se avesse risposto ai richiami dell’amore! Ma l’ingrata non volle ascol- La chiamata di Dio alla vita religiosa suppone un numero di grazie così immenso, che non è possibile conoscerlo in questa vita mortale. E’ un’opera di amore, di particolare predilezione verso un’anima da parte delle Tre Divine Persone. Quando Dio, nella sua infinita bontà, reclama un’anima per unirla a Sé in mistiche nozze, la chiama e torna a chiamarla con soavi voci interiori, segrete, ma vive ed efficaci. Dispone intorno ad essa mezzi, cose e persone, affinché tutto l’aiuti a rispondere alla sua divina chiamata, senza pregiudizio del libero arbitrio, che Lui sempre rispetta. Ma se l’anima non risponde, come spesso succede, tutto quel cumulo di benefici cade a terra, si disperde, con immenso danno dell’infedele che ha indurito il cuore alla voce del Signore quando, Amante appassionato, la chiamava, senza contare che quella stessa voce dovrà chiederle conto del suo amore disprezzato. “Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti” (cf. Mt 20, 16). Quel molti equivale a dire che molte grazie sono disprezzate e poche sono accolte con frutto. La luce dell’amore rende chiare e manifeste, all’anima che ama, queste tristi verità e le fa soffrire tormenti indicibili. Chi non ama, o ama poco, non è in grado di comprendere simili sofferenze, ma chi arde di questo fuoco divino, ha sempre una spada che gli trafigge il cuore. (segue) [email protected] 5 L’ANNO DELLA FEDE: 6 La giornata mondiale della gioventù in Brasile di Manuela Peraio L a meravigliosa avventura della GMG in Brasile che ha entusiasmato milioni di giovani e che li muoverà nel quotidiano per essere luci dell’Amore di Dio, ha i suoi colori e simboli, vediamoli insieme: Un grande cuore, che racchiude i simboli ed i colori brasiliani: in verde, la Croce pellegrina e il “Pão de Açúcar”, il “Pan di Zucchero”, la famosa collina di Rio de Janeiro. Al centro, in giallo oro, il Cristo Redentore, simbolo della città nella parte bassa, in blu, è riportato il litorale brasiliano Il cuore colorato della grande avventura della GMG in brasile è stato un punto di partenza per tanti ragazzi, che ascoltando la voce dello Spirito Santo si troveranno ora a elaborare e a vivere nel quotidiano ciò che hanno ascoltato e vissuto. Forza ragazzi Gesù scommette su di voi, su voi che siete il futuro, una chance per questo nostro mondo, impelagato in mille problemi!!. A ciascuno di voi il Signore dona talenti per far rifiorire il deserto del mondo!. Vi ha donato una valigia piena di meraviglie da realizzare con il suo aiuto per avventurarsi verso nuovi orizzonti, per essere missionari del quotidiano. Perciò vorrei far parlare chi ha partecipato alla GMG. Ascoltateli!!. Lucia, 30 anni, di Rionero in Vulture (PZ), porterà a casa un “maggiore entusiasmo, per essere testimone credibile di fede, e la sere- nità” perché, come ha detto Papa Francesco, “le croci non le portiamo da soli, ma con Cristo” che ci sostiene e ci rafforza. Diego, 21 anni, di Teramo, porterà nello zaino “una carica di fede accresciuta, da dare ai propri amici”. Ma non solo. Diego ha capito che “la preghiera e l’eucarestia sono il fondamento del cammino di fede” e vuole indicarle ai ragazzi che conosce. Sa che ne hanno bisogno e ha capito fino in fondo cosa significa essere missionario. Marco, 22 anni, di Popoli (PE) ci tiene a sottolineare che questa è stata la sua prima Gmg. È felice. Lo si legge nei suoi occhi luminosi e sorridenti. “Ho scoperto la gioia della condivisione e sento che qualcosa dentro di me è cambiato. Indubbiamente la mia fede si è rafforzata”. Per Andrea, 17 anni, “è stato un momento indimenticabile”. Lo hanno colpito molto le parole del Papa, “dirette e ricche di significato”. “Mi è piaciuta soprattutto la metafora sportiva”. In questo campo in cui si disputa la partita della vita “cercherò di giocare decisamente meglio, d’ora in poi cercherò di essere davvero un atleta di Cristo”. La Gmg è fatta anche di numeri Se n’è accorto Mattia, 29 anni, di Roma, che è stato toccato dalla partecipazione a questo incontro. “Vedere che non sei il solo a credere, che puoi condividere la fede con tutti questi giovani ti rafforza” e “ti spinge a tornare, come già mi è successo in passato”. Domenico, 29 anni, di Montesilvano (PE), è rimasto molto “colpito dalla ricchezza spirituale dei brasiliani”. “Nel nostro occidente continua c’è una maggiore ricchezza materiale, ma in fondo c’è più povertà”. Quella che si definisce “miseria spirituale”. Da questa Gmg “tornerò più gioioso – dichiara – e questo è anche merito di Papa Francesco. Per la Chiesa ci voleva proprio uno come lui”. L’ANNO DELLA FEDE: 7 Alberto Michelotti e Carlo Grisolia: Santi insieme di Manuela Peraio C arlo e Alberto, due giovani genovesi che hanno accolto in pieno l’invito alla santità! Due giovani genovesi morti improvvisamente quello stesso anno, a distanza di appena quaranta giorni l’uno dall’altro, hanno accolto in pieno l’invito! (14 agosto 1958 - 18 agosto 1980 e 29 dicembre 1960- 29 settembre 1980) Carlo Grisolia e Alberto Michelotti, due ragazzi come tanti: Carlo ama la musica, Alberto le scalate in montagna. Hanno dunque caratteri molto diversi: Carlo, introverso, canta e compone canzoni; Alberto, carismatico e brillante negli studi, è sempre lanciato verso gli emarginati e gli ultimi. Eppure, comune a questi due giovani, c’è qualcosa che ha reso straordinaria la loro amicizia: la scelta di Dio. Scrive Alberto in un breve messaggio a Carlo: “Gesù mi sta ripetendo che non ci possiamo fermare: amare, amare tutti, spaccarci il cuore per farci uscire il vero amore, quello nato dal dolore. So, conosco le mie, le tue debolezze, forse oggi stesso la tentazione di cedere, ma Lui mi chiede, ti chiede di continuare ad amare. Carlo, aiutami sempre a vivere la mia libertà. Ciao, sono pronto a dare la vita per te”. La partenza per il Cielo di questi giovani è stata definita da chi ha vissuto con loro quei quaranta giorni, un autentico “tuffo in Dio”. E Dio li aveva preparati a questa avventura. Scrive Alberto in una lettera: «Lentamente la mia vita sta cambiando. C’è Qualcuno che entra sempre di più nella mia giornata, è Gesù. Certi giorni corro per tutta la città, perché in qualche chiesa c’è l’ultima messa: lì posso incontrarmi con Lui nell’Eucaristia. Ad un tratto penso: Alberto, un mese fa queste cose non le avresti fatte per nessuno, nemmeno per la tua ragazza». Ed è proprio Alberto il primo a fare il suo “tuffo”: il 18 agosto 1980, durante una delle sue amate scalate, all’improvviso perde l’appoggio con i ramponi e precipita per oltre 600 metri! Subito gli amici gen che erano con lui, storditi e increduli, accorrono intorno alla salma e si strin- gono in un aria sacra e solenne. Eppure, al funerale di Alberto, da poco partito per il servizio militare, Carlo non c’è. Ha appena scoperto di essere affetto da un tumore tra i più maligni. Ricoverato d’urgenza, come dice lui stesso, avverte la presenza di Alberto che è al suo fianco per sostenerlo. E ci sono anche tutti i gen che senza posa si recano a trovarlo e gli mandano messaggi e saluti, con una tale esplicita intesa per l’incontro con Gesù. E proprio a loro, Carlo confida prima di morire:«Sono alla fine. Volevo dirvi di essere pronti a dare la vita l’uno per l’altro. Offro la mia vita per tutti voi, ma soprattutto per l’umanità che soffre, per i ragazzi del mio quartiere, della mia parrocchia, per il mondo unito». A 25 anni dalla loro ‘partenza’ per il Cielo, il card. Bertone, allora vescovo di Genova, ha annunciato che per Carlo e Alberto sarà avviata una causa di beatificazione davvero particolare: per la prima volta, si vorrà accertare se i due giovani, incarnando con le loro vite la frase di Gesù «Dove due o tre sono uniti nel mio nome io sono in mezzo ad essi» (Mt 18,20), abbiano raggiunto la santità insieme. “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana” 8 L a famiglia, speranza e futuro per la società italiana”: questo è il tema della 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Torino dal 12 al 15 settembre prossimo. Come afferma la Lettera invito pubblicata nel febbraio scorso dal Comitato Scientifico e Organizzatore, “il tema della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna e aperta alla vita, è stato scelto nella ferma convinzione che si tratti di un tema centrale per il bene comune del Paese.”. I lavori prenderanno avvio con la sessione inaugurale nel pomeriggio del 12 settembre presso il Teatro Regio di Torino. La sessione conclusiva si terrà il 15 settembre mattina. Numerosi gli interventi in programma, tra cui la prolusione del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco (12 settembre ore 17.30), quelli dell’economista Stefano Zamagni, dell’ordinario di diritto costituzionale all’Università di Milano, Lorenza Violini, del presidente dell’Ac, Franco Miano, di Francesco Belletti, presidente Forum Associazioni familiari. “L’urgenza nella società italiana – dichiara mons. Arrigo Miglio, Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani e Arcivescovo di Cagliari - è di “un impegno culturale, che sappia argomentare sulle buone ragioni che fanno della famiglia un fondamento solido del bene comune, non un’esperienza di rapporti fluidi o di un vago sentimento di amore”, e pertanto, bisogna partire “dal “Vangelo della famiglia” e dall’impegno pastorale di accompagnamento che ne scaturisce”. Si vuole sottolineare in modo particolare il valore “laico” e universale della famiglia, risorsa preziosa non solo per il mondo cattolico ma per l’intera società e indiscutibile mezzo per il superamento di tutte le crisi. La famiglia è un argomento che non può essere ridotto “a una que- stione interna alla Chiesa o a un tema eticamente sensibile ma nel perimetro della confessione cristiana”. Il documento preparatorio, articolato in tre parti: nella prima, intitolata La famiglia e la persona umana, emerge una “riflessione sull’identità della persona colta nella sua differenza fondamentale tra uomo e donna”. La famiglia, inoltre, non può mai essere un “affare privato”. Nella seconda parte, intitolata La famiglia, bene per tutti, è approfondito in modo particolare il ruolo sociale della famiglia e il suo essere funzionale al bene comune. La terza e ultima parte, Famiglia, società ed economia, infine, contiene “richieste non più rinviabili che la famiglia pone alla società che ci auguriamo segnino sempre più l’agenda della politica”. “Molti aspetti legati al tema “famiglia” susciteranno un dibattito e delle vere e proprie sfide. L’invito che ci fa Papa Francesco è che il cristiano non sia arrogante: sia uno che porta le ragioni delle posizioni che sostiene. Siamo chiamati a far capire le ragioni della nostra difesa della famiglia; siamo chiamati ad aiutare la società a ragionare sugli esiti di certe politiche familiari oppure di altre. Pensiamo al problema demografico, al problema dei figli, dei diritti dei figli, e non solo di quelli dei genitori; pensiamo a tutta la problematica dei diritti in difesa della famiglia e di altri diritti. Vorremmo aiutare a capire che sono due cose totalmente diverse: non è annebbiando il concetto di famiglia che rafforziamo i diritti di qualsiasi altra persona o di qualsiasi altro tipo di rapporto. Il documento tocca anche questo aspetto. Le periferie: Papa Francesco ci sta richiamando alle periferie, ma è proprio in una vita familiare sana che ci si educa ad una scuola di solidarietà, ci si educa anche ad una capacità di gestione economica e, dunque, è attraverso la famiglia che ci si apre alla sensibilità delle povertà e delle periferie del mondo.” (ha dichiarato ancora mons. Arrigo Miglio) Per saperne di più: http://www.settimanesociali.it/ *** TASTIAMO IL POLSO AL MOVIMENTO: INCONTRO RESPONSABILI Morrovalle: 22 giugno 2013 P artecipanti: Assistenti: P. Alberto Pierangioli, P. Bruno De Luca. P. Lorenzo Baldella, P. Luciano Temperilli, Don Giovanni Lo Russo, Don Stefano Iacono, Vito Serafino e Riccardo Rucci diaconi permanenti. Coordinatori, vice c. e segreterie delle fraternità. In tutto 40 partecipanti. Assenti tre fraternità. L’incontro, voluto dal Consiglio Esecutivo, per tastare il polso agli AGC, inizia con la recita delle Lodi e il saluto della presidente Piera Iucci. Poi il P. Alberto legge una relazione scaturita dalle analisi inviate dalle varie fraternità, iniziando la storia del movimento. “25 anni fa, mentre guidavo gruppi del RNS, uno di voi mi fece pressione per iniziare un gruppo di spiritualità passionista. Mi posi un problema: che cosa potevo insegnare di diverso nel nuovo gruppo? S. Paolo della Croce, guidò alla santità tanti laici e cercò di inculcare a tutti, come primo impegno, l’amore a Gesù Crocifisso e la meditazione della Parola di Dio. Cercai di insegnare questo al nuovo gruppo di spiritualità passionista. Il Provinciale, P. Floriano De Fabiis, approvò subito il nuovo movimento, consigliandomi di non organizzare gruppi, per la difficoltà a seguirli. Ma i laici incominciarono subito a incontrarsi in piccoli gruppi, con modalità diverse. Solo dopo qualche anno intervenni per fare un po’ di ordine, chiamando fraternità i gruppi ufficiali e gruppi di preghiera gli altri, riuniti presso una famiglia o un malato. Le fraternità si riunivano una volta al mese, ma presto ci accorgemmo che un solo incontro mensile era poco per imparare a pregare e approfondire la fede e la vita cristiana; si scelse di effettuare due incontri al mese, completati da corsi di esercizi spirituali e da ritiri mensili. Fin dal 1991, iniziai a pubblicare sulla rivista “Tendopoli” schemi di meditazione sulla vita e Passione di Gesù, per aiutare tutti a imparare a meditare la Parola di Dio. Queste riflessioni, nell’anno santo 2000, furono raccolte nel libro “Voi siete miei amici”. Nell’anno 2000 iniziammo anche il giornalino “Amici di Gesù Crocifisso”. Nei ritiri mensili e negli esercizi spirituali si approfondiva la fede, la vita cristiana e la spiritualità passionista. Ritengo oggi che la spina dorsale delle fraternità si formi soprattutto nei due incontri mensili, con la lectio divina o meditazione e l’approfondimento della fede e della propria spiritualità; senza questo cammino, le fraternità si avviano verso la fine. Per cuore del nostro Movimento e ricorpreparare questo incontro, alle fraterda un motto della prima ora: “Meno nità era stata richiesta una relazione, preghiere e più Preghiera”. Nella con questa domanda: “Come sono meditazione comunitaria dobbiamo vissuti i due incontri dalle fraterniparlare con Dio e scambiarci ciò che il tà?”. Ecco una sintesi delle risposte. Signore ci dice e ci fa capire. Il sem1 – Primo incontro: Lectio plice dialogo tra noi su altri argomenti Divina o meditazione della Parola di si può fare alla fine dell’incontro e nel Dio. Si fa la lectio divina che ha come secondo incontro. E’ necessario crescopo di portarci al colloquio intimo scere nella meditazione personale a con Dio. La maggior parte delle 16 casa per progredire nella preghiera relazioni presenta uno schema unico comunitaria. P. Lorenzo ricorda che la della lectio divina, diverse inseriscono lectio divina spinge a essere attivi nel i canti, preghiera d’intercessione per pregare. avvenimenti gioiosi e dolorosi ecc.. La Dopo il pranzo comunitario con principale difficoltà notata dalle fraterla Comunità Passionista, si riprendonità è quella di aprirsi alla meditazione comunitaria. P. Alberto nota che spesso la meditazione non è preparata precedentemente e che diversi Amici fanno raramente o quasi mai la meditazione quotidiana personale. Se Convento passionista di Morrovalle la meditazione si fa una sola volta al mese, non si va lontano no i lavori su vari argomenti. nel cammino spirituale. Verifica dei Consigli di fraterni2 – Secondo incontro: si approtà: alcune fraternità non hanno il fondiscono le catechesi stabilite dal Consiglio di fraternità, non tutti i conConsiglio N. Va bene per quasi tutti. sigli si radunano in maniera sistemati3 – Ritiro mensile a Morrovalle: ca e inviano una relazione alla direzioper le distanze, è rivolto soprattutto ne centrale. Nove fraternità lo svolgoalle fraternità delle Marche; vede un no più o meno regolarmente. Il camcalo di partecipazione; forse non si è mino della fraternità non può dipendeconvinti della sua importanza. Fuori re solo dall’impegno del solo respondelle Marche, il ritiro mensile viene sabile. svolto dalle fraternità di Bari e di Corso di formazione: bisogna Fossacesia, raramente o quasi mai in capirne la necessità e l’impegno di altre, se si eccettuano le giornate locali parteciparvi. Deciderà il Consiglio di consacrazione. Nazionale. Il dialogo in assemblea è stato Nuovi aderenti al Movimento e moderato da Pio Calvarese, vice presipartecipazione ai ritiri mensili: si dente del Movimento. Dai vari internota un calo sensibile, eccetto a venti si conferma che non è facile far Morrovalle e nelle nuove fraternità. partecipare attivamente tutti alla mediAlcune fraternità non hanno un nuovo tazione comunitaria. Ci sono situazioaderente da molti anni. Sulmona AQ è ni, come Bari e, in parte, il Gruppo dichiarata 17° fraternità e ha come delle famiglie, in cui la lectio divina è responsabile Cinzia Agnitelli Carrà, collegata con l’adorazione eucaristica. come assistente il Parroco. E’ importante dare tempo a tutti di Esercizi spirituali di agosto presintervenire con calma. P. Bruno fa so il santuario di S. Gabriele: al notare che la maggior parte degli primo corso per tutti c’è una buona iscritti viene da tradizione di preghiere partecipazione da diverse fraternità, vocali e il passaggio alla meditazione scarsa o nulla da altre. Il corso di spinon è facile; forse calando la meditaritualità per le famiglie è composto zione nella vita quotidiana di ognuno quasi esclusivamente da famiglie di si può generare più apertura. P. Alberto Civitanova e da poche altre. sottolinea che la meditazione è il (Sintesi del verbale) 9 10 ECHI DAGLI ESERCIZI SPIRITUALI rio di S. Gabriele. Il tema introduttivo “La fede in Gesù” mi ha inserito fin dall’inizio nella tematica Scrivo queste righe appena tornato del corso, “La fede nei dagli Esercizi Spirituali guidati da P. Vangeli”, portandomi a Alberto e P. Bruno, dal 9 al 14 agosto guardare Gesù come cena San Gabriele . Una rinnovata centratro della fede. L’episodio lità di questa esperienza nel cammino della samaritana mirava a della vita cristiana è quanto mai utile prospettare lo scopo del per compiere un salto di qualità nella corso, per verificare la fede. Ho potuto approfondire con semmaturità della propria fede. plicità e passione il tema della fede nei Mi ponevo tante domande Uno dei quattro gruppi pomeridiani per Vangeli servendomi di tutto ciò per sulla mia fede. Queste scandagliare le profondità del mio domande hanno trovato lavoro comunitario di approfondimento cuore e permettere a Gesù di essere ogni giorno la risposta adepiù presente nel mio intimo e nella guata nella parola di Dio nostre ferite con il suo amore di Padre. preghiera. La rilettura approfondita offertami in modo esauriente dalle Siamo rimaste edificate nel vedere i laici del passato e della propria vita non catechesi di p. Alberto, che ne compleimpegnati nella ricerca di Dio, per prosolo attraverso la preghiera ma anche tava i contenuti, traducendoli poi in gredire nel cammino spirituale. Grazie a vita vissuta nelle te, a p. Bruno e a don Giovanni. Vi ricoromelie della messa. diamo nelle nostre preghiere. Ho riscoperto un Sr.Donatina di Michele, amore donato del sr.Maria Rosati Passioniste maestro divino, nei vari personaggi: la samaritana, il centuGesù è la mia luce rione, il cieco nato, la peccatrice, il paraEcco alcune impressioni sugli litico perdonato e esercizi spirituali. Ci siamo confrontaguarito, l’emorroisti e abbiamo condiviso la stessa fede e sa, la figlia di le stesse emozioni. I temi sulla fede Giairo... Ognuno sono stati profondi, aiutandoci ad diventava per me un avvicinare con più amore a Gesù. La invito a fidarmi e catechesi che più mi ha fatto riflettere affidarmi con gioia è stata “La fede in Gesù”. Egli è il all’amore di Dio, in centro della mia fede. Desidererò semparticolare nell’ora pre dissetarmi come la Samaritana di di adorazione e nella Amici di G.C. al primo corso acqua viva per la vita eterna, che solo recita del Rosario la di Esercizi spirituali Lui può darmi. Ho compreso che sera nella cripta di S. quando Gesù chiede è per donarci un Gabriele. Aiutavano bene più grande. Ogni prova offerta a nel confronto con tanti fratelli e sorelle a riesaminare la mia fede anche gli lui arricchire la mia fede e mi riempie segna senz’altro un punto di forza incontri in piccoli gruppi, con testimodel suo amore. degli esercizi spirituali di noi AGC e nianze e riflessioni in piena comunioOlga Orlando mi ha molto aiutato. Il mio cammino ne fraterna. Il corso ci ha chiamati a sacerdotale e di AGC, si rafforza alla riprendere il nostro cammino, rafforluce di questa esperienza di fraternità e zando la fede per operare nel mondo, preghiera. E’ stato un tempo di particome “missionari” testimoni del La corsa della fede colare grazia donatami da Cristo Gesù Risorto e vivere la vera vita cristiana, attraverso la Famiglia Passionista e la contro corrente, come portatori di La fede deve essere provata nella sua stupenda spiritualità. gioia e di speranza. sua consistenza e nella sua robustezza. Sac. Giovanni Lorusso AGC Margherita Padovani Gli esercizi spirituali a me hanno dato e Assistente Sp. fraternità di Bari le due dimensioni che l’apostolo Paolo ritiene indispensabili. La prima è liberarsi dalla zavorra del peccato che Giorni di grazia appesantisce la corsa verso la meta che Se tu conoscessi e di preghiera è Cristo Crocifisso. La seconda è senil dono di Dio (Gv 4,10)! tirsi comunità con altre persone che Carissimo padre, grazie per averci condividono la stessa fede e danno la Queste parole di Gesù, in risposta dato la possibilità di partecipare agli loro testimonianza. La corsa, con alla domanda della samaritana, mi esercizi spirituali. Sono stati giorni ricl’aiuto della comunione e imitazione, sono rimaste sempre impresse e spesso chi di grazia e di preghiera, tramite assicura la perseveranza che è il costile ricordo per riesaminare la mia fede. l’adorazione eucaristica, la meditazione tutivo della fede. E’ un cammino che È quanto avvenuto nell’ascolto della personale e la comunione fraterna. Il solo Gesù sa vedere e misurare, come prima catechesi degli esercizi spirituatema svolto sulla fede nei vangeli ci ha nell’emorroissa e nell’anonima peccali che ho avuto la grazia di frequentare fatto rivivere momenti belli, con Gesù trice della città. dal 9 al 14 agosto u.s. presso il santuache cammina con noi e guarisce le Fabiola Bordoni Esercizi sp. Tempo di grazia ECHI DAGLI ESERCIZI SPIRITUALI Dare più tempo a Gesù Ho vissuto questo corso di esercizi con più intensità. Ogni giorno mi sono ritrovata e confrontata con i vari brani evangelici sulla fede che ci sono stati proposti. Mi rivisto la mia vita e ho ringraziato il Signore che mi ha portata a un cammino di fede, con l’aiuto di alcune sorelle, per unirmi di più a Gesù con la meditazione della sua parola, che ha riempito il mio cuore di ridato un po’ di pace. La vita quotidiana è piena di ostacoli da superare con il sorriso in bocca. Tiziana Gli esercizi creano un piccolo terremoto Gli esercizi spirituali fanno maturare, come dici sempre tu e creano un piccolo terremoto. Vissuti con com- Gruppo in ascolto della catechesi al mattino un grande amore per lui, che è morto in croce per me. Nelle riflessioni personali e di gruppo ho provato l’aiuto del Signore che mi suggeriva riflessioni che mi stupivano. Pur essendo vuota, riuscivo a dare risposte soddisfacenti alle sorelle. Ci siamo impegnati a dare più tempo a Gesù. Clara Guglielmi Ritrovare la volontà di ripartire Gli esercizi sono andati molto bene. I partecipanti sono stati soddisfatti di tutto. Io avevo bisogno di stare un po’ più in silenzio per poter cercare di ascoltare ciò che Dio mi vuole dire. In tante tue parole ho rivissuto momenti bui della mia vita. A volte mi sento un pesce fuori d’acqua,ma poi sento la presenza del Signore nelle persone che incontro e nei fatti che mi succedono. Affidarmi a Gesù è quello che ho sempre fatto anche prima di questi esercizi, ma mi rendo conto che non basta, bisogna scavare più in profondità. Ho bisogno di ritrovare la fiducia in me stessa ed in quelli che mi circondano ed la voglia di ripartire. Tanti argomenti da meditare mi hanno Gli esercizi mi hanno scavato nel cuore Ho partecipato per la seconda volta agli Esercizi Spirituali e ne sono ”uscita” trasformata. L’anno della fede mi sta facendo dei regali stupendi: a maggio ho fatto la mia prima consacrazione a Gesù crocifisso e poi la “grazia” di partecipare agli esercizi spirituali, che mi hanno veramente scavato nel cuore e dato una grande gioia interiore. Ora riesco davvero a vedere Gesù nei fratelli e sento pace e tranquillità. Mi sento trasformata. Tornando a casa la mia situazione familiare non è cambiata, ma accanto a una lacrima c’è stato anche un sorriso perché ho sentito vicino a me Gesù e sono riuscita a offrire tutto a Lui.. È proprio vero che la fede è fiducia e affidamento a Dio. Mi hanno aiutato molto gli esercizi perché ho potuto ascoltare delle stupende catechesi; poi le riflessioni condivise in piccoli gruppi mi hanno fatto capire che ognuno di noi porta la sua croce e non devo scoraggiarmi, non sono sola. Cinzia Mosca mozione interiore, sono una purificaGrazie, padre, per gli esercizi spizione e ricerca di Dio. Non si può mai rituali, per le omelie e le riflessioni dire “io l’ho trovato”! Lui è sempre che ci hai proposto sulla fede e sul nuovo come l’acqua della sorgente. nostro essere veri cristiani. Ho sentito Vivere alla ricerca di Dio ingentilisce crescere la mia fede con maggiore l’anima e porta a farlo concretamente. convinzione. Gesù mi ha sempre I Santi sono le persone più sensibili presa per mano in tutti i momenti, all’amore di Dio ed hanno risposto anche difficili, della mia vita. Con totalmente a Lui. Siamo tornati a casa Antonio sono sposata da 42 anni, ma con il desiderio di rinnovarci, non solo con Gesù sono spiritualmente legata aprire ma spalancare il cuore a Colui dal giorno del Battesimo e spero con che continua a bussare. Ma ci piace il Suo aiuto fino alla vita eterna. avere i piedi piantati in terra perchè la Anna D’Alise paura è di “esaltarci” per un cammino Madonna della Stella di santità che si pensa sia facile. Metterò in pratica gli insegnamenti di P. Alberto: tutti i giorni la meditazione personale e poi riprendere in mano le “vecchie” catechesi per vedere che cosa mi dicono dopo tanti anni di cammino. Lo sguardo continuerà ad essere sempre rivolto alla vera Patria. Nel mio cammino, la fede diventerà senza condizioni? Intanto conGruppetto dei consacrati, tinuo la salita. Marvì con alcuni responsabili 11 12 CORSO DI SPIRITUALITà PER FAMIGLIE Avete aperto il mio cuore Carissimi padri Luciano e Alberto, appena terminato il “Corso di spiritualità per le famiglie”, desidero ringraziarvi per come avete aperto il mio cuore in questi giorni di ritiro spirituale. Grazie specialmente per il tema, “La fede nella famiglia come fiducia”, che significa poi “accettare la Volontà di Dio”. fede è donare se stesso anche quando non si ha nulla da offrire, con i mille dubbi che a volte tutto ciò che ogni cristiano dovrebbe vivere. Tra approfondimenti sui temi della fede, della speranza e della carità proiettati sulle nostre realtà di famiglie cristiane, donano tanta luce e tanta forza. Letizia G. Ci siamo sentiti figli di una grande famiglia Carissimi Padre Alberto e Padre Luciano, abbiamo trascorso quattro giorni pieni di serenità, approfondimenti, interesse e tanta voglia di sapere ancora. Padre Luciano Le coppie che hanno rinnovato le promesse è stato dispomatrimoniali nel corso per le famiglie nibile, accomi assalgono. Proprio allora il mio gliente, esaustivo sia nella spiegazione cuore deve aprirsi alla misericordia di della catechesi sia nell’interazione con Dio, come il bambino che si getta i fratelli presenti; Padre Alberto è una nelle braccia del suo papà. Sì, perchè persona veramente speciale che con Dio è mio Padre che devo amare, perricchezza interna, precisione e facile chè da Lui e dal suo Figlio Gesù posso comprensione riesce a narrare gli ricevere quella luce che dona eventi spirituali e terreni. Siamo rimaamore, mette la pace nell’anima, dà il sti profondamente commossi dagli sorriso sul volto per poi poterlo donar interventi di tutti i fratelli presenti e ai fratelli. Mi avete insegnato che la ricordiamo con affetto il Diacono fede non è un ritrovato sociale, non è Riccardo che con semplicità, amore e un’assicurazione o un amuleto al quale umiltà ci ha impartito una lezione di affidarsi.. La fede è un dono che va conquistato e mantenuto lottando sempre contro se stessi. Chiedo al Signore che la cattiva volontà non offuschi mai gli occhi dell’anima, chiedo la grazia di amarlo e servirlo in terra tra i miei fratelli crocifissi e poi adorarlo in Cielo con tutti i miei fratelli. Ringrazio il Signore per questo corso e tutti i fratelli partecipanti per l’affetto dimostrato. Riccardo. vita che sarà difficile da dimenticare. Ogni parola scambiata con i fratelli del gruppo, con Padre Alberto e con Padre Luciano è stata per noi motivo di riflessione e molto spesso di rassicurazione, trovando risposte anche a domande che non avevamo posto. Ci siamo veramente sentiti figli di una grande famiglia e, come tali, amati e guidati nella nostra crescita spirituale. Siamo tornati a casa consapevoli della grande possibilità che Dio ha voluto donarci con la fede, ma anche con la grande responsabilità verso gli altri che essa comporta. Grazie di cuore di averci dato la possibilità di “allargare i nostri confini”. Elda, Leonardo e la piccola Carlotta. Carissimo padre Alberto, quest’anno gli esercizi delle famiglie mi hanno colmato di gioia, anche per la partecipazione di mio fratello e della sua famiglia. Prego perché il Signore li assista nel loro cammino. Grazie al nostro caro padre Luciano che con le sue catechesi ci illumina e lo o nel vero senso della parola. Quest’anno mi ha colpito forte il senso della sofferenza e la convinzione di vederla come una “fessura” e non come una “ferita” perchè un buon cristiano deve decidersi a vedere oltre il volto del Crocifisso quello del Risorto!! Lode e gloria a Dio! Rosa Giorni di luce e di forza Eccomi di ritorno dal corso di spiritualità per le famiglie, al quale anche quest’ anno ho avuto la grazia di partecipare, con parte della mia famiglia. Rendo lode a Dio per la possibilità di vivere questi giorni che sono densi di Momento di gioia per alcuni genitori e figli PASSIONISTI CHIESA E SOCIETà di P. Lorenzo Mazzoccante PASSIONISTI PIET Pietro Parolin è il nuovo Segretario di Stato Vaticano A san Gabriele, la XXXIII Tendopoli Quando Benedetto XVI fu eletto al soglio di Pietro, egli volle come suo segretario di stato il salesiano card. Tarcisio Bertone. Con la rinuncia di papa Benedetto XVI e la successiva elezione di papa Francesco, era quindi normale e lecito attendersi la nomina di un nuovo Segretario di Stato Vaticano. È notizia degli ultimi giorni quella della nomina di Mons. Pietro Parolin, Mons. Parolin ha un curricolo degno di ogni nota essendo stato per lungo tempo impiegato nel servizio diplomatico della Santa Sede dove assolve numerosi incarichi (19862009). Nel 2005 studia un dossier sulle relazioni con la Cina comunista che è stato alla base della Lettera ai cattolici cinesi di Papa Benedetto XVI (2007). Nel 2009, lo stesso Benedetto XVI lo invia nunzio apostolico in Venezuela, dove sotto il motto «chi ci separerà dall’amore di Cristo?» (Rom 8,35) scelto per il proprio episcopato, lavora per ristabilire un clima di rispetto e collaborazione tra Governo e Chiesa. Anche quest’anno il Santuario di San Gabriele ha ospitato la Tendopoli dei giovani. Diverse centinaia di ragazzi dai 15 anni in su sono accorsi per la tradizionale manifestazione che precede la festa popolare del santo del sorriso. Il tema di quest’anno era “io ma non più io”, frase con cui il papa Benedetto XVI aveva sintetizzato quanto Paolo aveva espresso scrivendo ai Galati («non vivo più io, ma Cristo vive in me. », Gal 2,20). Relatori di questa edizione della tendopoli sono stati il dott. Danilo Quinto, ex tesoriere del partito radicale, Mara Santangelo, tennista italiana, campionessa del mondo nel 2006, la polacca Ania Goledzinowska, che hanno offerto la propria testimonianza di conversione e di fede. Inoltre sono intervenuti il noto psichiatra prof. Alessandro Meluzzi e l’On. Laura Coccia (PD), campionessa paraolimpica. I confratelli pp. Massimo Granieri (LAT) e Daniele Curci (DOL), che hanno dato vita ad una tavola rotonda dal titolo “non importi, non sottoporti, non sovrapporti”, moderata dallo stesso prof. Meluzzi. I giovani hanno risposto con grande interesse. Tutto il materiale della XXXIII Tendopoli sono disponibili nell’area pubblica del sito http://www.tendopoli.it. Provinciale PIET Per la solennità dell’Assunta il P. Provinciale ha indirizzato ai religiosi una lettera ai religiosi in cui afferma che “nessuno potrà togliervi la vostra gioia”. Li esorta ad essere gioiosi , nonostante tutto, perché “sappiamo di non essere felici perché siamo buoni e santi, o perché abbiamo fatto o stiamo facendo cose straordinarie, perché siamo amati e perdonati”. Invita quindi i religiosi a tornare alla fonte della gioia che è Gesù CHIESA Bulgaria: tutto pronto per il primo incontro nazionale dei cattolici Conoscersi meglio, incontrarsi e rafforzare la propria adesione al messaggio evangelico nell’Anno della fede. Questo lo scopo del primo incontro nazionale dei cattolici di tutta la Bulgaria, che si svolgerà dal 6 al 7 settembre nella città di Rakovski, nella diocesi di Sofia-Plovdiv. L’iniziativa, che ha per motto “Con fede tenace”, vedrà la partecipazione di ogni diocesi, parrocchia, ordine religioso e movimento del Paese balcanico, che avranno la avrà la possibilità di presentarsi sottolineando le proprie particolarità storiche, pastorali o folkloristiche BULGARIA: a Veliko Tarnovo dopo 57 anni un avamposto cattolico Nella capitale medievale della Bulgaria, il giovane sacerdote Strahil Kavalenov è riuscito a ricostruire la piccola chiesa della Madonna del Rosario, rimasta senza parroco per decenni durante il regime comunista. Il prete, con alcuni laici, sta cercando di ricomporre la comunità dei fedeli che ora torna a sentirsi parte della Chiesa universale Poco dopo l’arrivo del comunismo, però, la chiesa rimane senza parroco per un lungo periodo.. Poi dalla città di Russe, a cento chilometri da Veliko Tarnovo, ogni domenica faceva tappa qui un padre passionista. SOCIETà Siria: entro il 15 settembre voto del Congresso Usa sull’intervento Il Congresso degli Stati Uniti voterà tra il 9 e il 15 settembre sul possibile uso della forza in Siria, per cui il presidente Obama ha presentato una bozza di risoluzione. E dopo la frenata del capo di Stato americano, anche il resto della comunità internazionale resta in attesa della decisione. E «Mai più la guerra! Mai più la guerra!». È quanto scrive Papa Francesco lanciando un nuovo tweet dal suo account Pontifex riferendosi alla difficile situazione in Siria. E proprio il Vaticano, per bocca di monsignor Mario Toso responsabile del dicastero vaticano Giustizia e Pace, fa sapere che «la via di soluzione dei problemi della Siria non può essere l’intervento armato. La violenza non ne verrebbe diminuita. C’è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi. Il conflitto in Siria contiene utti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali». 13 14 TESTIMONIANZE Consacrarmi per cercare e testimoniare Gesù in modo più profondo crescere e a capire che ci deve essere una spiegazione per tutto! Nadia Alessandrelli di Castellano FM Ho preso questa decisione di fare la consacrazione a Gesù Crocifisso dopo un cammino di fede intrapreso da alcuni anni con gli AGC; credo che Parlare con Gesù è la mia forza in tante prove sia lo stesso mio Amico Gesù che mi ha spinta a questo. Seppure la mia partecipazione non è sempre costante, per problemi familiari, interiormente sento che qualcosa in me è cambiato, in particolare maggiore serenità e più pazienza nell’affrontare le problematiche e i dolori che la vita inaspettatamente ti presenta. La mia attuale serenità è grazia di Gesù Crocifisso!È grazie anche alle guide spirituali che Gesù stesso ha messo nel mio cammino: Padre Alberto, Padre Sandro, Padre Bruno, Nello e anche lo stimolo e l’assiduità di Annita. Il mio proposito, nel cammino, che per me inizia ora, è di impegnarmi personalmente ancora di più per comprendere quanto Gesù Crocifisso è presente in me e soprattutto allargare questo amore, prima spero a mio marito che dopo la morte di nostro figlio, purtroppo ha maggiori difficoltà nella fede e poi a quelli che mi stanno vicino, nel luogo di lavoro, nelle amicizie…, anche se che sarà molto difficile. Ma in primis devo cercare Gesù per me stessa, in modo profondo! Per questo, ed anche su richiesta del mio Parroco Don Ginesio, da circa un anno ho iniziato il corso per diventare Ministro Straordinario dell’Eucaristia. Anche l’invito del mio Parroco l’ho accettato con una meditazione successiva, come una richiesta che veniva da Gesù! Niente secondo me viene a caso! È dolorosissimo dirlo ma anche la morte di un figlio unico e di una sorella poi non vengono a caso! È il Signore che mi invita a riflettere, a Confesso di non avere molta cultura, ma fin da piccola parlavo con Gesù, con la preparazione della Prima Comunione, ho cominciato a capire che non potevo fare a meno di Gesù. Poi un po’ più grande volevo farmi suora, ma i miei genitori mi dissero di no, perché dopo due bimbi morti, se anche io partivo si sentivano soli. Solo nel percorso della vita ho capito perché il Signore aveva fatto dire di no ai miei genitori. Ho avuto un bel matrimonio, però ho combattuto per 40 anni con il male, un po’ per la mano dell’uomo, un po’ credo che sia venuto dall’alto. Non mi sono mai lasciata andare, ho sempre pregato e sentito sempre Gesù vicino. Dopo aver accudito profumatamente i miei suoceri, la malattia di mia figlia, quella della mia mamma, sempre pregando, piangendo e chiedendo aiuto a Gesù, ho trovato la forza di non scoraggiarmi mai, di dare una carezza e un sorriso a tutti e la forza di donare un rene a mia figlia; in questa occasione ho incontrato gli AGC che hanno tanto pregato per me ed io ho incominciato a farne parte. Il 2 marzo 2013 il Signore mi ha messo di nuovo alla prova, mi ha portato via mio marito, che, dopo il Signore, era la colonna di forza. Ora che posso partecipare agli incontri degli AGC a Castellano, chiedo di poter fare la mia Consacrazione a Gesù Crocifisso. Febi Graziella Il senso di entrare da laico a far parte della Famiglia Passionista Sono tre anni che frequento regolarmente i 2 incontri mensili della fraternità di Porto Sant’Elpidio alla quale ho aderito per mezzo di Fragola Nello. Ho partecipato anche a qualche momento di preghiera nelle abitazioni private di alcune sorelle ma la mia presenza ad altri eventi è molto piccola per motivi logistici e di famiglia. Vado in Chiesa con una certa assiduità da sempre, sono anche vicino al Movimento dei Focolarini (un incontro mensile) da circa 22 anni e cerco di seguire le iniziative della Parrocchia. Non ho una cultura religiosa approfondita e la mia stessa conoscenza del mondo Passionista è molto superficiale. Per me entrare a far parte della Famiglia Passionista è un grande onore, visto che le mie radici sono a Morrovalle e, pur non avendo abitato in questo paese, fin da piccolo mi è sempre stato inculcato un grande rispetto per i Passionisti e la devozione a San Gabriele. Gli AGC mi hanno dato la possibilità di conoscere persone di fede importanti e mi offrono l’opportunità di apprezzare l’altro lato della croce di Cristo, quello delle mie croci e di tutta l’umanità, ossia l’altro aspetto della Passione: amore, speranza, luce, redenzione, resurrezione, da coltivare ogni giorno nella fatica della vita per capire l’Eternità. La prima consacrazione deve rappresentare uno stimolo a colmare in parte le mie lacune e spero che abbia anche l’effetto positivo di sentire una maggiore responsabilità di fronte a Dio e ai fratelli nel mio agire quotidiano. Entrare a far parte di una Famiglia Religiosa, seppur da laico sposato, è secondo me un impegno a vivere con maggiore coerenza ed attenzione, a dare un contributo concreto alla costruzione del Regno di Dio in questa terra. Luca Senesi di Porto S. Giorgio TESTIMONIANZE Appuntamento con Tiziana appartenere alla famiglia Passionista degli AGC. Grazie per averne dato notizia e foto nel n. 4 della nostra rivista. Al di là della gioia e dell’emozione Sabato 27 luglio, mentre si svolgeche si provano in questi momenti, preva la trebbiatura del grano, ci siamo feriamo evidenziare quello che rappreritrovati in 30 persone tra familiari, senta questa tappa del nostro cammino Amici di Gesù Crocifisso di passionista già intrapreso da molti Giulinova, Suor Pia Regina anni. Il Signore ci ha fatto il dono di una fede certa e profonda, che non ci ha risparmiati dal dolore. Grazie all’aiuto di Dio, che non ci ha mai abbandonato, abbiamo superato tante prove. Appartenere alla famiglia Passionista ci mette di fronte alla nostra responsabilità dell’essere cristiani. È importantissimo testimoniare Cristo non solo con Chiesette e gruppi di Amici e familiari la parola, ma anche con Tiziana. con l’esempio della nostra vita, in mezzo a tanti fratelli che Passionista e Padre Alberto, a Villa soffrono nel corpo e nello spirito e Brozzi, sulle colline sopra a Montorio tanti altri che sono lontani da Dio. al Vomano TE, all’incontro annuale Sentiamo la responsabilità di far conocon Tiziana e la sua bella famiglia: il scere la salvezza offerta a tutti da Gesù papà Francesco, il fratello Domenico crocifisso. Il 01-06-2013 siamo andati con la moglie Anastasia e i piccoli a Siniscola NU per visitare gli AGC Rachele e Francesco. Incontrare e parDavide ed lare con Tiziana è come avere un colIsabella con le loquio con Gesù, i suoi occhi trasmetloro 4 bellissime tono tenerezza e la loro trasparenza bambine Sofia, arriva al cuore più di mille parole. E’ Gemma, Zelia, l’immagine viva di Gesù Crocifisso, Maria Agnese. con umiltà e fede accetta silenziosaAbbiamo parlato mente la sua malattia che l’ha ridotta della nostra conin carrozzella da alcuni anni, dopo sacrazione ed aver appena conseguito la laurea in abbiamo la spelegge. Il papà di Tiziana ha costruito ranza di allargaper la famiglia, nel 1992, una piccola re il gruppo chiesetta vicino alla casa e lì è stata Passionista in celebrata una S. Messa da P. Alberto, Sardegna. in suffragio della mamma di Tiziana: Piergianni Rachele e una preghiera per Tiziana e Lai e Andreina la sua famiglia. Invitiamo tutti a unirsi Salaris in questa preghiera d’intercessione. Rita Maraessa Allargare il gruppo passionista in Sardegna Ozieri SS. Caro padre, vogliamo ringraziarti per il dono della consacrazione perpetua che abbiamo ricevuto il 23-05-2013 a Morrovalle e che ci fa Angelo dagli occhi azzurri Lina è stato sempre fedele al cammino Passionista. Ridotto in carrozzella da 10 anni per grave malattia, ha portato la sua croce con grande fede e serenità. Anche in carrozzella, la sua fedele Lina lo accompagnava spesso ai ritiri mensili e a qualche corso di esercizi spirituali. Monia, sua figlia, gli ha dedicato questo commovente addio. Angelo dagli occhi azzurri, perdonami se non ti ho saputo ompletamente difendere, ascoltare, comprendere nelle tue grida accorate. Scusami per non averti abbracciato abbastanza. colmandoti nella tua infinita dolcezza. Angelo dagli occhi azzurri, ora sei libero da tutte le sofferenze e costrizioni… come quei valorosi alpini che eri orgoglioso di onorare, ora stai scalando la vetta più alta che conduce alla maestosità dei cieli, oltre le nuvole. Non hai più paura, Angelo dagli occhi azzurri, la paura ce l’abbiamo noi. Grazie per avermi amato come nessuno ha saputo fare e di avermi accettato così diversa come sono. Amiche festeggiano Lina e Luciano Ciminari Luciano, di anni 74, è deceduto il 20-07-2013. Iscritto agli AGC nel 1994, nella fraternità di Civitanova Marche, consacrato a Gesù Crocifisso nel 1997; con sua moglie Risiedi in quel silenzio che tanto adoravi cullare e di nuovo sorridi con quegli occhietti accesi all’eternità della luce. Monia Ciminari 15 Una fr ancescana passionista Scalabroni Scocco Giuseppina: di anni 91, defunta il 20-07-2013. Era una francescana passionista a Civitanova Marche. Tra le prime iscritte agli AGC, nel 1990, consacrata nel 1997. La figlia Floriana fu una delle prime suore della fraternità Francescana di Casa Betania, fondata a Terlizzi dal p. Pancrazio Gaudioso e morta santamente dopo pochi anni di vita consacrata. Giuseppina fu donna di fede semplice e profonda. La sua vita era fatta di preghiera: pregava la sua Floriana per i due figli maschi, lontani per lavoro. La sua vita era un continuo colloquio con Dio. Era commovente ascoltare le sue confessioni: lo faceva parlando a Dio, lodandolo, amandolo e implorando il suo perdono. Poco prima di morire mi telefonò due volte, per dirmi che dovevo andare al suo funerale. Morì ripetendo brani della promessa di amore. Fu vestita con l’abito della fraternità Francescana, con il segno passionista e il crocifisso della consacrazione a Gesù Crocifisso, tutto consumato: per 16 anni era vissuta baciandolo continuamente e ogni notte si addormentava stringendolo al petto. Così la ricorda Clara, responsabile della fraternità: “Da quando sono stata al capezzale di Giuseppina moribonda, come lei aveva desiderato, mi sembra di essere lontana dalla sua grande fede. Essa mi ha dato una testimonianza commovente che mi ha lasciato nel cuore un grande desiderio di amare Dio come lei e di lasciare anch’io questo mondo lodando, ringraziando e amando Dio con tutta la mente e con tutto il cuore, come ha fatto lei”. Amiche festeggiano Pia il 91° compleanno di Giuseppina) Calendario degli amiCi 2013 08 settembre: 14 settembre: 20 settembre: 21 settembre: 05 ottobre: 06 ottobre: 19 ottobre: 27 ottobre: 03 novembre: Ritiro mensile a Morrovalle Consacrazioni a Castellano di S. Elpidio a Mare FM Consacrazioni a Roccaraso Consacrazioni a Sulmona AQ Consiglio Nazionale a Morrovalle: programmazione 2014. Ritiro mensile a Morrovalle. Festa di San Paolo della Croce. Messa comunitaria a Morrovalle ore 21,15. Consacrazioni alla Madonna della Stella PG Ritiro mensile a Morrovalle Sommario 2. P. A. Pierangioli 3. P. A. Pierangioli 4. P. R. Cecconi 5. Coltorti M. Grazia 6. Manuela Peraio 7. Manuela Peraio 8. *** 9. P. Alberto 10-12. Vari 13. L. Mazzoccante 14-15. Vari 15- 16. Direzione La fede è speranza La fede è carità 5 - Meditiamo con il vangelo di Giovanni XXII – La santità è amore L’anno della fede: la GMG in Brasile L’anno della fede:i Testimoni 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani Tastiamo il polso al movimento Esercizi spirituali e Corso spirituale per famiglie Passionisti Chiesa e Società Testimonianze Ricordo di Amici consacrati perpetui di Civitanova Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Tre consacrati perpetui di Civitanova Marche; Scalabroni Scocco Giuseppina: 20-07-2013 - Ciminari Luciano: 21-07-2013 - Teresa Marini: 14-08-2013. Cruciani Giovanna di Moricone: 23-08-2013 – Emili Domenica di Montecosaro St.: 23-08-13. Settembre-Ottobre 2013 – Anno XIV n. 5 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano Temperilli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail [email protected] http://www.amicidigesucrocifisso.org