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Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al
mici
di
Gesù
Crocifisso
A
Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Settembre - Ottobre 2013 - Anno XIV n. 5
Perciò, ecco, la attirerò a me,
la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore...
9 – La fede è speranza
2
Settembre 2013
I
l cristiano è una creatura nuova
con il Battesimo ed è chiamato a
essere testimone di Cristo crocifisso e risorto e portatore di speranza
in un mondo triste, pieno di paure e di
illusioni. Anche nelle prove, deve
essere sempre “pronto a rispondere a
chiunque gli domandi ragione della
sua speranza” (Cfr. 1Pt 3,15).
La speranza è l’ossigeno per ogni
vita umana. Tolta la speranza, rimane
la disperazione e la morte.
Benedetto XVI, nella sua enciclica
“Spe Salvi”, dice che “la fede è speranza”. Scrive: «Speranza» è una
parola centrale della fede biblica, tanto
che spesso «fede» e «speranza» sembrano interscambiabili (SS. n. 2). C’è
una “speranza grande” che riguarda
Dio e la vita di Dio: c’è una “speranza piccola” che riguarda le cose della
terra. Se cade la speranza grande,
rimane solo la speranza piccola, che
spesso crolla come un edificio senza
fondamenta. Certo, sulla terra, abbiamo bisogno anche delle speranze piccole, che, giorno per giorno, ci sostengono nel cammino. Ma senza la grande speranza, esse non bastano.
Questa grande speranza può essere
solo Dio, che può donarci ciò che, da
soli, non possiamo mai raggiungere.
Un Dio che possiede un volto umano
in Gesù Cristo. Come cristiani siamo
chiamati a testimoniare la gioia e la
speranza basate sulla fede nel Signore
Gesù Cristo, in piena solidarietà con i
fratelli più deboli. Spesso, dal nostro
modo di agire e di pensare, non traspare la serenità di chi ha fiducia totale in
Dio. Diceva il filosofo ateo Nietzsche:
“Crederei in Cristo se i cristiani
avessero il volto dei salvati”. Molte
assemblee liturgiche sembrano un
grande funerale, con volti tristi, senza
speranza.
La croce e la risurrezione
sono la base della speranza
Per testimoniare agli altri la speranza, dobbiamo prima viverla noi
stessi. Gli Apostoli speravano in
Cristo, perché pensavano che, fatto un
esercito, avrebbe cacciato i Romani,
proclamandoci re. “Noi speravamo”,
dicono i due discepoli di Emmaus; ma
di fronte alla croce, non sperano più, si
allontanano tristi da Gerusalemme, per
tornare alla vita di prima.
La Croce di Gesù è “spes unica”,
di P. Alberto Pierangioli
unica speranza. Tuttavia
da sola la
croce
non
La
basta.
nostra speranza si basa
sul mistero
pasquale di
morte e risurrezione
di
Gesù.
Egli
ogni volta che
ha
parlato
della sua passione ha sempre annunciato la risurrezione.
Gli
apostoli stessi, smarriti di
fronte
alla
croce, diventano poi «i testimoni
intrepidi della risurrezione», fino al
martirio. Maria, modello di fede, sul
Calvario è modello di speranza: ha
condiviso con il Figlio la morte e la
speranza della risurrezione. È la
«Madre Addolorata» ma è anche la
«Madre della Speranza», anche con
il Figlio morto tra le braccia.
Si può peccare contro la speranza
in due modi, con la disperazione, o
con la presunzione: soffrire senza
sperare di risorgere è disperazione;
sperare di risorgere senza accettare la
croce, è presunzione.
Come cristiani, siamo chiamati ad
essere portatori di fede e di speranza.
Come Maria fu presso il Figlio crocifisso, così noi dobbiamo stare presso i
fratelli crocifissi: i poveri, i sofferenti,
i disperati. Dobbiamo dare speranza,
annunziando che la croce passa e ci
apre alla gioia eterna del cielo. La speranza è la sorella povera delle 3 virtù
teologali ma è la speranza che sorregge la fede e la carità.
La Chiesa della speranza oggi
La speranza ha bisogno di perseveranza. Molti credono e sperano quando Dio li ascolta, ma quando Dio non
ascolta subito, perdono con la speranza anche la fede.
Accetta che Dio non ti ascolti subito, perché Dio ti fa una grazia più
grande di quella che chiedevi: la grazia di crescere nella speranza in Lui e
di affidarti a Lui. La speranza non
deve lasciare inoperosi, aspettando
tutto da Dio. Dobbiamo sperare in Dio
e fare quello che dipende da noi. Ma
anche quando non c’è più nulla da
fare, resta la fede per accettare tutto
con pazienza dalle mani di Dio.
Questo fece Maria sotto la croce. Così
hanno fatto i santi: hanno sperato in
Dio, ma si sono impegnati per attuare
i piani di Dio, per quanto dipendeva da
loro.
Anche oggi molti cristiani vivono
fede e speranza in mezzo a persecuzioni; con lo sguardo al cielo, sono capaci
di affrontare con fede anche la morte,
come Suor Leonella in Somalia: mentre la uccidevano, diceva: «perdono,
perdono, perdono!». Gli 800 martiri
di Otranto accettarono la morte dai
musulmani, nel 1480, per non rinnegare la fede cristiana, e sono stati canonizzati il 12 maggio scorso da Papa
Francesco. La speranza è una virtù difficile. Il mondo rifiuta la speranza di
qualcosa che va oltre la vita terrena.
La Chiesa deve comunicare speranza a
tutti, soprattutto con l’esercizio dell’amore, come ha fatto la B. Teresa di
Calcutta che è stata missionaria con
l’amore, come con l’induista raccolto
tra le immondizie e che le dice:
“Madre, voglio essere cristiano, per
andare dove andrai tu, che sei così
buona”. Tutti dobbiamo sentirci “missionari della speranza” nel mondo che
cambia, ma questo sarà possibile solo
se contempliamo e additiamo il
Crocifisso Risorto, che ci dona la speranza.
[email protected]
10 – La fede è carità
Ottobre 2013
di P. Alberto Pierangioli
U
no degli ultimi messaggi
inviati alla Chiesa da
Benedetto XVI è stato il
messaggio per la Quaresima
2013, sviluppando il “Rapporto
tra fede e carità”, partendo da
questo versetto di Giovanni:
“Abbiamo conosciuto e creduto
l’amore che Dio ha per noi” (1
Gv4,16). Ci basiamo molto sue
questo prezioso documento.
Inizia con queste parole: “Il contesto dell’Anno della fede ci
offre una preziosa occasione per
meditare sul rapporto tra fede e
carità: tra il credere nel Dio di
Gesù Cristo e l’amore, che è frutto dell’azione dello Spirito Santo
e ci guida in un cammino di dedizione verso Dio e verso il prossimo”.
carità si vive e si coltiva questa
amicizia (cfr Gv 15,14s). La fede
ci fa accogliere il comandamento
del Signore; la carità ci dona la
beatitudine di metterlo in pratica
(Gv 13,13-17). Nella fede siamo
generati come figli di Dio
(cfr Gv 1,12s); la carità ci fa perseverare nella figliolanza divina
portando il frutto dello Spirito
Santo (cfr Gal 5,22). La fede ci fa
riconoscere i doni che Dio buono
e generoso ci affida; la carità li fa
fruttificare (cfr Mt25,14-30).
L’indissolubile intreccio
tra fede e carità
La fede come risposta
all’amore di Dio.
Già
nella
sua
prima
Enciclica, “Deus caritas est”,
Benedetto XVI aveva parlato
dello stretto legame tra queste due
virtù teologali, la fede e la carità.
Ricordava che «all’inizio dell’essere
cristiano c’è l’incontro con una
Persona, Gesù Cristo, che dà alla
nostra vita un nuovo orizzonte...
Siccome Dio ci ha amati per primo
(cfr 1 Gv 4,10), l’amore adesso non è
più solo un ”comandamento”, ma è la
risposta al dono dell’amore, col quale
Dio ci viene incontro» (Deus caritas
est 1). La fede è la nostra risposta alla
rivelazione dell’amore gratuito e
«appassionato» di Dio per noi e che si
manifesta pienamente in Gesù Cristo.
Da qui deriva per tutti i cristiani la
necessità della fede e dell’incontro
d’amore con Dio in Cristo e con il
prossimo, non più come comandamento imposto dall’esterno, ma come
conseguenza che deriva dalla fede. Il
cristiano è una persona conquistata
dall’amore di Cristo e perciò, mosso
da questo amore, è aperto in modo
concreto all’amore per il prossimo,
visto come figlio di Dio. Tale atteggiamento nasce dalla coscienza di essere
amati, perdonati dal Signore, che arriva fino a lavarci i piedi e dare la vita
per noi.
La fede, che prende coscienza
dell’amore di Dio rivelatosi nel cuore
trafitto di Gesù sulla croce, suscita in
noi l’amore, è l’unica luce che rischiara sempre di nuovo un mondo buio, ci
dà il coraggio di vivere e di agire e ci
fa capire che il distintivo dei cristiani è
l’amore fondato sulla fede.
La carità come vita nella fede
Tutta la vita cristiana è un rispondere all’amore di Dio. La prima risposta è appunto la fede che accoglie la
manifestazione di Dio amore. Il «sì»
della fede segna l’inizio di una luminosa storia di amicizia con il Signore,
che riempie e dà senso pieno a tutta la
nostra vita. Dio non si limita ad amarci, ma vuole attiraci a Sé, trasformarci
in modo così profondo da portarci a
dire con san Paolo: “non sono più io
che vivo, ma Cristo vive in me
(cfr Gal 2,20). Quando accogliamo
l’amore di Dio, diventiamo simili a
Lui, partecipi della sua stessa carità,
della sua vita. Aprirci al suo amore
significa lasciare che Egli viva in noi e
ci porti ad amare con Lui, in Lui e
come Lui; solo allora la nostra fede
diventa veramente «operosa per
mezzo della carità» (Gal 5,6) ed Egli
prende dimora in noi (cfr 1 Gv 4,12).
Ed ecco alcune profonde relazioni tra
fede e carità: La fede è conoscere la
verità e aderirvi (cfr 1 Tm 2,4); la carità è camminare nella verità
(cfr Ef 4,15). Con la fede si entra
nell’amicizia con il Signore; con la
Per questo non possiamo mai
separare o, peggio, opporre
fede e carità. Esse sono intimamente unite ed è fuorviante vedere tra di esse un contrasto. Non fa
bene chi esalta tanto la fede da
sottovalutare e quasi disprezzare
le opere della carità. Ma è altrettanto non buono sostenere
un’esagerata supremazia della
carità, pensando che le opere sostituiscano la fede. Per una sana vita spirituale è necessario rifuggire sia dal
fideismo che dall’attivismo moralista.
La vita cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con
Dio per poi ridiscendere, portando
amore e forza per servire il prossimo
con l’ amore di Dio. Negli Apostoli
l’annuncio del Vangelo che suscita la
fede è legato alla premura caritatevole
verso i poveri (cfr At 6,1-4). Nella
Chiesa, contemplazione e azione, simboleggiate in Maria e Marta, devono
coesistere e integrarsi (cfr Lc 10,3842). La priorità spetta al rapporto con
Dio che poi porta all’esercizio della
carità. La fede senza opere è come un
albero senza frutti: queste due virtù
si completano a vicenda. Nella nostra
vita, la fede ha la priorità, ma il primato è della carità. Non limitiamo la
«carità» al semplice aiuto umanitario.
E’ importante, invece, ricordare che
massima opera di carità è l’evangelizzazione. Non v’è azione più caritatevole verso il prossimo di spezzare il
pane della Parola di Dio, per portarlo
alla fede e alla salvezza. ravviviamo la
fede in Gesù Cristo, per entrare nel suo
stesso circuito di amore verso il Padre
e verso ogni fratello che incontriamo
nella nostra vita.
[email protected]
4
4 - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI GIOVANNI
Gesù, il re che dona la vita; Maria, madre dei credenti (19,16b-30)
di P. Roberto CecconiCP
C
arissimi Amici, andando avanti
nel nostro percorso, eccoci
giunti al passo in cui Gesù,
dopo essere stato crocifisso, muore.
Iniziamo, come sempre, con la letturaascolto del Vangelo.
“Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo
detto del Cranio, in ebraico Golgota,
dove lo crocifissero e con lui altri due,
uno da una parte e uno dall’altra, e
Gesù in mezzo. Pilato compose anche
l’iscrizione e la fece porre sulla croce;
vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re
dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove
Gesù fu crocifisso era vicino alla
città; era scritta in ebraico, in latino e
in greco. I capi dei sacerdoti dei
Giudei dissero allora a Pilato: «Non
scrivere: “Il re dei Giudei”, ma:
“Costui ha detto: Io sono il re dei
Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che
ho scritto, ho scritto». I soldati poi,
quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti
– una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a
fondo. Perciò dissero tra loro: «Non
stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi
tocca». Così si compiva la Scrittura,
che dice: Si sono divisi tra loro le mie
vesti e sulla mia tunica hanno gettato
la sorte. E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua
madre, la sorella di sua madre, Maria
madre di Cleopa e Maria di Magdala.
Gesù allora, vedendo la madre e
accanto a lei il discepolo che egli
amava, disse alla madre: «Donna,
ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora
il discepolo l’accolse con sé. Dopo
questo, Gesù, sapendo che ormai tutto
era compiuto, affinché si compisse la
Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un
vaso pieno di aceto; posero perciò una
spugna, imbevuta di aceto, in cima a
una canna e gliela accostarono alla
bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù
disse: «È compiuto!». E, chinato il
capo, consegnò lo spirito”.
Gesù, mentre se ne va verso il
Golgota, porta la croce sulle proprie
spalle. Solo Giovanni mette in rilievo
quest’azione di Gesù. I Sinottici
(Matteo; Marco; Luca) narrano invece
che la croce è portata, almeno a partire
da un certo punto, da Simone di Cirene
(Mt 27,32; Mc 15,21; Lc 23,26). Il
quarto Evangelista, dunque, mette
maggiormente in rilievo che Gesù si fa
carico interamente del legno della
croce con cui salverà il mondo.
È degno di nota
anche il fatto che
Giovanni, rispetto
ai Sinottici, mette
particolarmente in
rilievo che Gesù è
collocato in mezzo
agli altri due crocifissi con lui. Dice il
Quarto Evangelista:
lo crocifissero e
con lui altri due,
uno da una parte e
uno dall’altra, e
Gesù in mezzo. In
Mt 27,38 abbiamo
invece: Insieme con
lui vennero crocifissi due ladroni,
uno a destra e uno a
sinistra. Mc 15,27
riporta: Con lui crocifissero anche due
ladroni, uno a
destra e uno alla
sua sinistra. Da ultimo, Lc 23,39 narra:
crocifissero lui e malfattori, uno a
destra e l’altro a sinistra. Solo in
Giovanni troviamo l’espressione Gesù
in mezzo. È chiaro che con essa
l’Evangelista vuol dare particolare
risalto alla regalità di Gesù. Il re, infatti, nelle assemblee, sedeva sempre nel
posto centrale. Nella stessa direzione
va la discussione tra Pilato e i sommi
sacerdoti dei Giudei sull’eventualità di
modificare la scritta posta sulla croce
di Gesù e recante il motivo della sua
condanna: «Gesù il Nazareno, il re dei
Giudei». È da notare anche che secondo Giovanni, unico tra gli Evangelisti,
questa scritta era in ebraico (lingua
sacra dei Giudei), in latino (lingua dell’invasore romano) ed in greco (lingua
usata in ambito culturale e commerciale). In tal modo Giovanni sembra voler
proclamare a tutto il mondo la regalità
del Crocifisso.
Ai piedi della croce di Gesù è
segnalata la presenza di alcune donne:
sua madre, la sorella di sua madre,
Maria madre di Cleopa, Maria di
Magdala. È interessante notare che la
Vergine Maria non è mai chiamata con
il proprio nome, ma con l’appellativo
madre. Gesù, vedendo la propria
madre e lì accanto a lei il discepolo
amato dice alla madre: «Donna, ecco
il tuo figlio!». Poi dice al discepolo:
«Ecco la tua madre!». Qual è il significato di queste parole? Certamente
dobbiamo pensare che Gesù, ormai
morente, affidi la mamma al discepolo
in cui ripone la maggiore fiducia.
Tuttavia l’episodio nasconde altri
“tesori”. Maria, stando ai piedi della
croce, dice il suo sì all’opera salvifica
che il Figlio sta realizzando con la propria morte. L’obbedienza al progetto
di Dio, insieme alla sua fede, alla sua
speranza, e al grande amore che arde
nel suo cuore, rendono Maria colei che
collabora in modo del tutto speciale
all’opera del Salvatore, per riaccendere la vita divina nelle anime. In questo
modo ella diventa Madre nell’ordine
della grazia. In altre parole, se oggi
l’amore di Dio può entrare nella nostra
vita e rigenerarla, lo dobbiamo alla
redenzione operata da Gesù con la sua
vita, morte e risurrezione. Tuttavia
anche Maria, in virtù della sua unione
al Figlio, ha collaborato affinché la
fiamma dalla carità divina si riaccendesse nella nostra esistenza. Questo la
rende madre di tutti i credenti.
Questo brano reca in sé la gioiosa
notizia che la Chiesa è il frutto dell’amore smisurato del Figlio di Dio, il
Re dell’universo che, mediante la
croce, libera l’umanità dalla schiavitù
del peccato e la reintroduce nell’intimità divina. La comunità dei credenti,
tuttavia, ha anche una Madre. È Maria,
animata da un amore così grande che,
per la nostra salvezza, è arrivata ad
acconsentire alla morte del frutto del
suo grembo.
[email protected]
XXII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci
LA SOFFERENZA DELL’AMORE: di fronte all’ingratitudine umana (1a parte)
di Maria Grazia Coltorti
“
Oggi sarai con me in paradiso” (cf. Le 23, 43)
tare la voce paterna... All’udirla, si
allontanò ancor più dal suo amore.
Infelice! Corse, come pecora sperduta, di burrone in burrone... e
corre ancora... Dio voglia che,
prima di arrivare alla fine della sua
infelice corsa, apra gli occhi. Ma
adesso tutto è molto più difficile!
Ogni grazia che si disprezza, ogni
resistenza all’amore di Dio, equivale ad un maggiore allontanamento da Dio, ad un maggiore indurimento del cuore”.
Questa è la triste storia che si
ripete ogni giorno. Lo sanno bene i
pastori delle anime, gli zelanti
ministri del Signore e tutti quelli
che davvero amano Dio, poiché
l’amore fa che tutti siano apostoli.
Madre Maddalena Marcucci: “
Gesù dolcissimo! Ho ascoltato la
tua voce moribonda promettere il
paradiso ad un ladro condannato a
morte. Come un padre angustiato
che, vedendo disprezzato dai suoi
figli ingrati il patrimonio che sta per
lasciare loro in eredità, ti rivolgi
verso l’unico che vedi più disposto,
o meno indegno, e gli dici nell’amarezza del tuo dolore: prendi tutto tu;
lascio a te ogni cosa. L’anima mia,
illuminata dalla luce del tuo immenso amore, e attratta dalla grazia, è
penetrata nel tuo spirito angosciato
e ha capito qualcosa della grandezza del dolore in cui era immerso”.
L’ingratitudine
degli uomini
Il grande amante di Dio
L’anima che ama Dio che ha
imparato a farlo ai piedi del
Crocifisso. Gesù Crocifisso è il
primo amante di Dio, suo Padre; è
l’unico che ama e sa amare perfettamente. Egli è il modello, l’esemplare e il Maestro che, dalla cattedra della Croce, insegna a tutti
come si ama Dio e gli uomini:
dando tutto per essi, l’onore, la gloria, la reputazione, la vita, tutto il
sangue delle proprie vene. Nelle
piaghe di Gesù l’anima vede come
si ama e sente la necessità di amare
allo stesso modo. Essa si dà a tutti,
in ogni tempo e luogo e si sacrifica al
fine di guadagnare anime a Dio. Se è
necessario, e Dio lo chiede, è anche
disposta a salire sulla croce, come
Gesù, al cospetto di tutti, a costo delle
umiliazioni, calunnie e persecuzioni
dei suoi stessi amici. L’amore dispone
l’anima per poter attirare tutti a sé e
portarli all’amore di Dio. Ma non è
l’anima che opera, bensì l’amore divino nascosto in essa, per poter entrare,
per mezzo suo, più facilmente nei
cuori e fare che sperimentino la sua
liberalità, che non conosce riserve,
desiderando ripetere a ciascun’anima:
“Oggi sarai con me in paradiso” (cf.
Le 23, 43).
Povere anime!
La liberalità divina, sconosciuta e
disprezzata dagli uomini, è un’altra
sofferenza che martirizza l’anima che
ama Dio. Nessuno conosce come lei il
valore della divina grazia e come solo
nel tempo, nel breve spazio della vita,
può l’uomo arricchirsi di grazia per
meritare il suo eterno bene. Nessuno
sa apprezzare i doni del Signore e
conoscere che cosa perdono le anime.
Scrive la nostra Maestra: “Io sentivo la forza dell’ amore con cui Egli
voleva attirare quell’anima, prima
alla grazia e poi a godere insieme a
Lui il cielo della vita interiore, dove
l’amore dà senza riserva. Bastava che
si fosse voltata indietro, volgendo un
semplice sguardo a chi la cercava con
tanto disinteresse; che avesse fatto un
atto di pentimento, che avesse detto
una parola di umiltà, di fiducia... Era
tanto il desiderio di Gesù di stringerla
sul suo Cuore, che con uno solo di
questi semplici atti, io credo che
sarebbe stata conquistata. Povera
anima! Quanto sarebbe felice adesso,
se avesse risposto ai richiami dell’amore! Ma l’ingrata non volle ascol-
La chiamata di Dio alla vita
religiosa suppone un numero di
grazie così immenso, che non è
possibile conoscerlo in questa vita
mortale. E’ un’opera di amore, di
particolare predilezione verso
un’anima da parte delle Tre Divine
Persone. Quando Dio, nella sua
infinita bontà, reclama un’anima
per unirla a Sé in mistiche nozze, la
chiama e torna a chiamarla con
soavi voci interiori, segrete, ma
vive ed efficaci. Dispone intorno ad
essa mezzi, cose e persone, affinché tutto l’aiuti a rispondere alla
sua divina chiamata, senza pregiudizio del libero arbitrio, che Lui sempre rispetta. Ma se l’anima non risponde, come spesso succede, tutto quel
cumulo di benefici cade a terra, si
disperde, con immenso danno dell’infedele che ha indurito il cuore alla
voce del Signore quando, Amante
appassionato, la chiamava, senza contare che quella stessa voce dovrà chiederle conto del suo amore disprezzato.
“Molti sono i chiamati, ma pochi gli
eletti” (cf. Mt 20, 16). Quel molti
equivale a dire che molte grazie sono
disprezzate e poche sono accolte con
frutto. La luce dell’amore rende chiare
e manifeste, all’anima che ama, queste
tristi verità e le fa soffrire tormenti
indicibili. Chi non ama, o ama poco,
non è in grado di comprendere simili
sofferenze, ma chi arde di questo
fuoco divino, ha sempre una spada che
gli trafigge il cuore. (segue)
[email protected]
5
L’ANNO DELLA FEDE:
6
La giornata mondiale della gioventù in Brasile
di Manuela Peraio
L
a meravigliosa avventura
della GMG in Brasile che ha
entusiasmato milioni di giovani e che li muoverà nel quotidiano
per essere luci dell’Amore di Dio, ha
i suoi colori e simboli, vediamoli
insieme:
Un grande cuore, che racchiude i
simboli ed i colori brasiliani:
in verde, la Croce pellegrina e il
“Pão de Açúcar”, il “Pan di
Zucchero”, la famosa collina di Rio
de Janeiro.
Al centro, in
giallo oro, il
Cristo Redentore,
simbolo
della
città nella parte
bassa, in blu, è
riportato il litorale brasiliano
Il cuore colorato della grande
avventura della
GMG in brasile è
stato un punto di
partenza per tanti
ragazzi,
che
ascoltando
la
voce dello Spirito
Santo si troveranno ora a elaborare
e a vivere nel quotidiano ciò che
hanno ascoltato e
vissuto.
Forza
ragazzi
Gesù
scommette su di
voi, su voi che
siete il futuro, una
chance per questo
nostro mondo,
impelagato in mille problemi!!.
A ciascuno di voi il Signore dona
talenti per far rifiorire il deserto del
mondo!.
Vi ha donato una valigia piena di
meraviglie da realizzare con il suo
aiuto per avventurarsi verso nuovi
orizzonti, per essere missionari del
quotidiano. Perciò vorrei far parlare
chi ha partecipato alla GMG.
Ascoltateli!!.
Lucia, 30 anni, di Rionero in
Vulture (PZ), porterà a casa un
“maggiore entusiasmo, per essere
testimone credibile di fede, e la sere-
nità” perché, come ha detto Papa
Francesco, “le croci non le portiamo
da soli, ma con Cristo” che ci sostiene e ci rafforza.
Diego, 21 anni, di Teramo, porterà nello zaino “una carica di fede
accresciuta, da dare ai propri amici”.
Ma non solo. Diego ha capito che “la
preghiera e l’eucarestia sono il fondamento del cammino di fede” e
vuole indicarle ai ragazzi che conosce. Sa che ne hanno bisogno e ha
capito fino in fondo cosa significa
essere missionario.
Marco, 22 anni, di Popoli (PE)
ci tiene a sottolineare che questa è
stata la sua prima Gmg. È felice. Lo
si legge nei suoi occhi luminosi e
sorridenti. “Ho scoperto la gioia
della condivisione e sento che qualcosa dentro di me è cambiato.
Indubbiamente la mia fede si è rafforzata”. Per Andrea, 17 anni, “è
stato un momento indimenticabile”.
Lo hanno colpito molto le parole del
Papa, “dirette e ricche di significato”. “Mi è piaciuta soprattutto la
metafora sportiva”. In questo campo
in cui si disputa la partita della vita
“cercherò di giocare decisamente
meglio, d’ora in poi cercherò di
essere davvero un atleta di Cristo”.
La Gmg è fatta anche di numeri
Se n’è accorto Mattia, 29 anni,
di Roma, che è stato toccato dalla
partecipazione a questo incontro.
“Vedere che non sei il solo a credere,
che puoi condividere la fede con tutti
questi giovani ti rafforza” e “ti spinge a tornare, come già mi è successo
in passato”.
Domenico,
29
anni,
di
Montesilvano (PE), è rimasto molto
“colpito dalla ricchezza spirituale
dei brasiliani”. “Nel nostro occidente continua c’è una maggiore ricchezza materiale, ma in fondo c’è
più povertà”. Quella che si definisce
“miseria spirituale”. Da questa Gmg
“tornerò più gioioso – dichiara – e
questo è anche merito di Papa
Francesco. Per la Chiesa ci voleva
proprio uno come lui”.
L’ANNO DELLA FEDE:
7
Alberto Michelotti e Carlo Grisolia: Santi insieme
di Manuela Peraio
C
arlo e Alberto, due giovani
genovesi che hanno accolto in pieno l’invito alla
santità! Due giovani genovesi
morti improvvisamente quello
stesso anno, a distanza di appena quaranta giorni l’uno dall’altro, hanno accolto in pieno
l’invito!
(14 agosto 1958 - 18 agosto
1980 e 29 dicembre 1960- 29 settembre 1980)
Carlo Grisolia e Alberto
Michelotti, due ragazzi come
tanti: Carlo ama la musica,
Alberto le scalate in montagna.
Hanno dunque caratteri molto
diversi: Carlo, introverso, canta e
compone canzoni; Alberto, carismatico e brillante negli studi, è
sempre lanciato verso gli emarginati e gli ultimi. Eppure, comune a
questi due giovani, c’è qualcosa
che ha reso straordinaria la loro
amicizia: la scelta di Dio.
Scrive Alberto in un breve
messaggio a Carlo: “Gesù mi sta
ripetendo che non ci possiamo
fermare: amare, amare tutti,
spaccarci il cuore per farci uscire
il vero amore, quello nato dal
dolore.
So, conosco le mie, le tue
debolezze, forse oggi stesso la
tentazione di cedere, ma Lui mi
chiede, ti chiede di continuare ad
amare. Carlo, aiutami sempre a
vivere la mia libertà. Ciao, sono
pronto a dare la vita per te”.
La partenza per il Cielo di questi giovani è stata definita da chi
ha vissuto con loro quei quaranta
giorni, un autentico “tuffo in
Dio”.
E Dio li aveva preparati a questa avventura. Scrive Alberto in
una lettera: «Lentamente la mia
vita sta cambiando. C’è Qualcuno
che entra sempre di più nella mia
giornata, è Gesù.
Certi giorni corro per tutta la
città, perché in qualche chiesa c’è
l’ultima messa: lì posso incontrarmi con Lui nell’Eucaristia. Ad
un tratto penso: Alberto, un mese
fa queste cose non le avresti fatte
per nessuno, nemmeno per la tua
ragazza».
Ed è proprio Alberto il primo
a fare il suo “tuffo”: il 18 agosto
1980, durante una delle sue
amate scalate, all’improvviso
perde l’appoggio con i ramponi
e precipita per oltre 600 metri!
Subito gli amici gen che erano
con lui, storditi e increduli, accorrono intorno alla salma e si strin-
gono in un aria sacra e solenne.
Eppure, al funerale di Alberto, da
poco partito per il servizio militare, Carlo non c’è. Ha appena
scoperto di essere affetto da un
tumore tra i più maligni.
Ricoverato d’urgenza, come
dice lui stesso, avverte la presenza
di Alberto che è al suo fianco per
sostenerlo. E ci sono anche tutti i
gen che senza posa si recano a trovarlo e gli mandano messaggi e
saluti, con una tale esplicita intesa
per l’incontro con Gesù. E proprio
a loro, Carlo confida prima di
morire:«Sono alla fine. Volevo
dirvi di essere pronti a dare la vita
l’uno per l’altro. Offro la mia vita
per tutti voi, ma soprattutto per
l’umanità che soffre, per i ragazzi
del mio quartiere, della mia parrocchia, per il mondo unito».
A 25 anni dalla loro ‘partenza’ per il Cielo, il card. Bertone,
allora vescovo di Genova, ha
annunciato che per Carlo e
Alberto sarà avviata una causa di
beatificazione davvero particolare: per la prima volta, si vorrà
accertare se i due giovani, incarnando con le loro vite la frase di
Gesù «Dove due o tre sono uniti
nel mio nome io sono in mezzo ad
essi» (Mt 18,20), abbiano raggiunto la santità insieme.
“La famiglia, speranza e futuro
per la società italiana”
8
L
a famiglia, speranza e futuro
per la società italiana”: questo è il tema della 47ª
Settimana Sociale dei Cattolici
Italiani, che si terrà a Torino dal 12
al 15 settembre prossimo. Come
afferma la Lettera invito pubblicata
nel febbraio scorso dal Comitato
Scientifico e Organizzatore, “il tema
della famiglia fondata
sul matrimonio di un
uomo e di una donna e
aperta alla vita, è stato
scelto nella ferma convinzione che si tratti di
un tema centrale per il
bene comune del
Paese.”.
I lavori prenderanno avvio con la sessione inaugurale nel
pomeriggio del 12 settembre presso il Teatro
Regio di Torino. La
sessione conclusiva si
terrà il 15 settembre
mattina. Numerosi gli
interventi in programma, tra cui la prolusione del presidente della
Cei, il cardinale Angelo
Bagnasco (12 settembre ore 17.30), quelli
dell’economista Stefano Zamagni,
dell’ordinario di diritto costituzionale
all’Università di Milano, Lorenza
Violini, del presidente dell’Ac, Franco
Miano, di Francesco Belletti, presidente Forum Associazioni familiari.
“L’urgenza nella società italiana –
dichiara mons. Arrigo Miglio,
Presidente del Comitato scientifico e
organizzatore delle Settimane Sociali
dei Cattolici Italiani e Arcivescovo di
Cagliari - è di “un impegno culturale,
che sappia argomentare sulle buone
ragioni che fanno della famiglia un
fondamento solido del bene comune,
non un’esperienza di rapporti fluidi o
di un vago sentimento di amore”, e
pertanto, bisogna partire “dal
“Vangelo della famiglia” e dall’impegno pastorale di accompagnamento
che ne scaturisce”.
Si vuole sottolineare in modo
particolare il valore “laico” e universale della famiglia, risorsa preziosa
non solo per il mondo cattolico ma
per l’intera società e indiscutibile
mezzo per il superamento di tutte le
crisi.
La famiglia è un argomento che
non può essere ridotto “a una que-
stione interna alla Chiesa o a un
tema eticamente sensibile ma nel
perimetro della confessione cristiana”.
Il documento preparatorio, articolato in tre parti: nella prima, intitolata La famiglia e la persona umana,
emerge una “riflessione sull’identità
della persona colta nella sua differenza fondamentale tra uomo e
donna”.
La famiglia, inoltre, non può mai
essere un “affare privato”.
Nella seconda parte, intitolata La
famiglia, bene per tutti, è approfondito in modo particolare il ruolo
sociale della famiglia e il suo essere
funzionale al bene comune.
La terza e ultima parte, Famiglia,
società ed economia, infine, contiene “richieste non più rinviabili che la
famiglia pone alla società che ci
auguriamo segnino sempre più
l’agenda della politica”.
“Molti aspetti legati al tema
“famiglia” susciteranno un dibattito
e delle vere e proprie sfide. L’invito
che ci fa Papa Francesco è che il cristiano non sia arrogante: sia uno che
porta le ragioni delle
posizioni che sostiene.
Siamo chiamati a
far capire le ragioni
della nostra difesa
della famiglia; siamo
chiamati ad aiutare la
società a ragionare
sugli esiti di certe politiche familiari oppure
di altre.
Pensiamo al problema demografico, al
problema dei figli, dei
diritti dei figli, e non
solo di quelli dei genitori; pensiamo a tutta
la problematica dei
diritti in difesa della
famiglia e di altri diritti.
Vorremmo aiutare a
capire che sono due
cose totalmente diverse: non è annebbiando il concetto di
famiglia che rafforziamo i diritti di
qualsiasi altra persona o di qualsiasi
altro tipo di rapporto. Il documento
tocca anche questo aspetto.
Le periferie: Papa Francesco ci
sta richiamando alle periferie, ma è
proprio in una vita familiare sana
che ci si educa ad una scuola di solidarietà, ci si educa anche ad una
capacità di gestione economica e,
dunque, è attraverso la famiglia che
ci si apre alla sensibilità delle povertà e delle periferie del mondo.”
(ha dichiarato ancora mons.
Arrigo Miglio)
Per saperne di più:
http://www.settimanesociali.it/
***
TASTIAMO IL POLSO AL MOVIMENTO: INCONTRO RESPONSABILI
Morrovalle: 22 giugno 2013
P
artecipanti: Assistenti:
P.
Alberto Pierangioli, P. Bruno
De Luca. P. Lorenzo Baldella,
P. Luciano Temperilli, Don
Giovanni Lo Russo, Don Stefano
Iacono, Vito Serafino e Riccardo
Rucci
diaconi
permanenti.
Coordinatori, vice c. e segreterie
delle fraternità. In tutto 40 partecipanti. Assenti tre fraternità.
L’incontro, voluto dal Consiglio
Esecutivo, per tastare il polso agli
AGC, inizia con la recita delle Lodi e
il saluto della presidente Piera Iucci.
Poi il P. Alberto legge una relazione
scaturita dalle analisi inviate dalle
varie fraternità, iniziando la storia del
movimento. “25 anni fa, mentre guidavo gruppi del RNS, uno di voi mi fece
pressione per iniziare un gruppo di
spiritualità passionista. Mi posi un
problema: che cosa potevo insegnare
di diverso nel nuovo gruppo? S. Paolo
della Croce, guidò alla santità tanti
laici e cercò di inculcare a tutti, come
primo impegno, l’amore a Gesù
Crocifisso e la meditazione della
Parola di Dio. Cercai di insegnare
questo al nuovo gruppo di spiritualità
passionista.
Il Provinciale, P. Floriano De
Fabiis, approvò subito il nuovo movimento, consigliandomi di non organizzare gruppi, per la difficoltà a seguirli.
Ma i laici incominciarono subito a
incontrarsi in piccoli gruppi, con
modalità diverse. Solo dopo qualche
anno intervenni per fare un po’ di ordine, chiamando fraternità i gruppi ufficiali e gruppi di preghiera gli altri, riuniti presso una famiglia o un malato.
Le fraternità si riunivano una volta al
mese, ma presto ci accorgemmo che
un solo incontro mensile era poco per
imparare a pregare e approfondire la
fede e la vita cristiana; si scelse di
effettuare due incontri al mese, completati da corsi di esercizi spirituali e
da ritiri mensili.
Fin dal 1991, iniziai a pubblicare
sulla rivista “Tendopoli” schemi di
meditazione sulla vita e Passione di
Gesù, per aiutare tutti a imparare a
meditare la Parola di Dio. Queste
riflessioni, nell’anno santo 2000, furono raccolte nel libro “Voi siete miei
amici”. Nell’anno 2000 iniziammo
anche il giornalino “Amici di Gesù
Crocifisso”. Nei ritiri mensili e negli
esercizi spirituali si approfondiva la
fede, la vita cristiana e la spiritualità
passionista.
Ritengo oggi che la spina dorsale
delle fraternità si formi soprattutto nei
due incontri mensili, con la lectio
divina o meditazione e l’approfondimento della fede e della propria spiritualità; senza questo cammino, le
fraternità si avviano verso la fine. Per
cuore del nostro Movimento e ricorpreparare questo incontro, alle fraterda un motto della prima ora: “Meno
nità era stata richiesta una relazione,
preghiere e più Preghiera”. Nella
con questa domanda: “Come sono
meditazione comunitaria dobbiamo
vissuti i due incontri dalle fraterniparlare con Dio e scambiarci ciò che il
tà?”. Ecco una sintesi delle risposte.
Signore ci dice e ci fa capire. Il sem1 – Primo incontro: Lectio
plice dialogo tra noi su altri argomenti
Divina o meditazione della Parola di
si può fare alla fine dell’incontro e nel
Dio. Si fa la lectio divina che ha come
secondo incontro. E’ necessario crescopo di portarci al colloquio intimo
scere nella meditazione personale a
con Dio. La maggior parte delle 16
casa per progredire nella preghiera
relazioni presenta uno schema unico
comunitaria. P. Lorenzo ricorda che la
della lectio divina, diverse inseriscono
lectio divina spinge a essere attivi nel
i canti, preghiera d’intercessione per
pregare.
avvenimenti gioiosi e dolorosi ecc.. La
Dopo il pranzo comunitario con
principale difficoltà notata dalle fraterla Comunità Passionista, si riprendonità è quella di
aprirsi
alla
meditazione
comunitaria.
P.
Alberto
nota che spesso la meditazione non è
preparata precedentemente
e che diversi
Amici fanno
raramente o
quasi mai la
meditazione
quotidiana
personale. Se
Convento passionista di Morrovalle
la meditazione si fa una
sola volta al mese, non si va lontano
no i lavori su vari argomenti.
nel cammino spirituale.
Verifica dei Consigli di fraterni2 – Secondo incontro: si approtà: alcune fraternità non hanno il
fondiscono le catechesi stabilite dal
Consiglio di fraternità, non tutti i conConsiglio N. Va bene per quasi tutti.
sigli si radunano in maniera sistemati3 – Ritiro mensile a Morrovalle:
ca e inviano una relazione alla direzioper le distanze, è rivolto soprattutto
ne centrale. Nove fraternità lo svolgoalle fraternità delle Marche; vede un
no più o meno regolarmente. Il camcalo di partecipazione; forse non si è
mino della fraternità non può dipendeconvinti della sua importanza. Fuori
re solo dall’impegno del solo respondelle Marche, il ritiro mensile viene
sabile.
svolto dalle fraternità di Bari e di
Corso di formazione: bisogna
Fossacesia, raramente o quasi mai in
capirne la necessità e l’impegno di
altre, se si eccettuano le giornate locali
parteciparvi. Deciderà il Consiglio
di consacrazione.
Nazionale.
Il dialogo in assemblea è stato
Nuovi aderenti al Movimento e
moderato da Pio Calvarese, vice presipartecipazione ai ritiri mensili: si
dente del Movimento. Dai vari internota un calo sensibile, eccetto a
venti si conferma che non è facile far
Morrovalle e nelle nuove fraternità.
partecipare attivamente tutti alla mediAlcune fraternità non hanno un nuovo
tazione comunitaria. Ci sono situazioaderente da molti anni. Sulmona AQ è
ni, come Bari e, in parte, il Gruppo
dichiarata 17° fraternità e ha come
delle famiglie, in cui la lectio divina è
responsabile Cinzia Agnitelli Carrà,
collegata con l’adorazione eucaristica.
come assistente il Parroco.
E’ importante dare tempo a tutti di
Esercizi spirituali di agosto presintervenire con calma. P. Bruno fa
so il santuario di S. Gabriele: al
notare che la maggior parte degli
primo corso per tutti c’è una buona
iscritti viene da tradizione di preghiere
partecipazione da diverse fraternità,
vocali e il passaggio alla meditazione
scarsa o nulla da altre. Il corso di spinon è facile; forse calando la meditaritualità per le famiglie è composto
zione nella vita quotidiana di ognuno
quasi esclusivamente da famiglie di
si può generare più apertura. P. Alberto
Civitanova e da poche altre.
sottolinea che la meditazione è il
(Sintesi del verbale)
9
10
ECHI DAGLI ESERCIZI SPIRITUALI
rio di S. Gabriele. Il tema
introduttivo “La fede in
Gesù” mi ha inserito fin
dall’inizio nella tematica
Scrivo queste righe appena tornato
del corso, “La fede nei
dagli Esercizi Spirituali guidati da P.
Vangeli”, portandomi a
Alberto e P. Bruno, dal 9 al 14 agosto
guardare Gesù come cena San Gabriele . Una rinnovata centratro della fede. L’episodio
lità di questa esperienza nel cammino
della samaritana mirava a
della vita cristiana è quanto mai utile
prospettare lo scopo del
per compiere un salto di qualità nella
corso, per verificare la
fede. Ho potuto approfondire con semmaturità della propria fede.
plicità e passione il tema della fede nei
Mi ponevo tante domande
Uno dei quattro gruppi pomeridiani per
Vangeli servendomi di tutto ciò per
sulla mia fede. Queste
scandagliare le profondità del mio
domande hanno trovato
lavoro comunitario di approfondimento
cuore e permettere a Gesù di essere
ogni giorno la risposta adepiù presente nel mio intimo e nella
guata nella parola di Dio
nostre ferite con il suo amore di Padre.
preghiera. La rilettura approfondita
offertami in modo esauriente dalle
Siamo rimaste edificate nel vedere i laici
del passato e della propria vita non
catechesi di p. Alberto, che ne compleimpegnati nella ricerca di Dio, per prosolo attraverso la preghiera ma anche
tava i contenuti, traducendoli poi in
gredire nel cammino spirituale. Grazie a
vita vissuta nelle
te, a p. Bruno e a don Giovanni. Vi ricoromelie della messa.
diamo nelle nostre preghiere.
Ho riscoperto un
Sr.Donatina di Michele,
amore donato del
sr.Maria Rosati Passioniste
maestro divino, nei
vari personaggi: la
samaritana, il centuGesù è la mia luce
rione, il cieco nato,
la peccatrice, il paraEcco alcune impressioni sugli
litico perdonato e
esercizi spirituali. Ci siamo confrontaguarito, l’emorroisti e abbiamo condiviso la stessa fede e
sa, la figlia di
le stesse emozioni. I temi sulla fede
Giairo...
Ognuno
sono stati profondi, aiutandoci ad
diventava per me un
avvicinare con più amore a Gesù. La
invito a fidarmi e
catechesi che più mi ha fatto riflettere
affidarmi con gioia
è stata “La fede in Gesù”. Egli è il
all’amore di Dio, in
centro della mia fede. Desidererò semparticolare nell’ora
pre dissetarmi come la Samaritana di
di
adorazione
e
nella
Amici di G.C. al primo corso
acqua viva per la vita eterna, che solo
recita del Rosario la
di Esercizi spirituali
Lui può darmi. Ho compreso che
sera nella cripta di S.
quando Gesù chiede è per donarci un
Gabriele. Aiutavano
bene più grande. Ogni prova offerta a
nel confronto con tanti fratelli e sorelle
a riesaminare la mia fede anche gli
lui arricchire la mia fede e mi riempie
segna senz’altro un punto di forza
incontri in piccoli gruppi, con testimodel suo amore.
degli esercizi spirituali di noi AGC e
nianze e riflessioni in piena comunioOlga Orlando
mi ha molto aiutato. Il mio cammino
ne fraterna. Il corso ci ha chiamati a
sacerdotale e di AGC, si rafforza alla
riprendere il nostro cammino, rafforluce di questa esperienza di fraternità e
zando la fede per operare nel mondo,
preghiera. E’ stato un tempo di particome “missionari” testimoni del
La corsa della fede
colare grazia donatami da Cristo Gesù
Risorto e vivere la vera vita cristiana,
attraverso la Famiglia Passionista e la
contro corrente, come portatori di
La fede deve essere provata nella
sua stupenda spiritualità.
gioia e di speranza.
sua consistenza e nella sua robustezza.
Sac. Giovanni Lorusso AGC
Margherita Padovani
Gli esercizi spirituali a me hanno dato
e Assistente Sp. fraternità di Bari
le due dimensioni che l’apostolo Paolo
ritiene indispensabili. La prima è liberarsi dalla zavorra del peccato che
Giorni di grazia
appesantisce la corsa verso la meta che
Se tu conoscessi
e di preghiera
è Cristo Crocifisso. La seconda è senil dono di Dio (Gv 4,10)!
tirsi comunità con altre persone che
Carissimo padre, grazie per averci
condividono la stessa fede e danno la
Queste parole di Gesù, in risposta
dato la possibilità di partecipare agli
loro testimonianza. La corsa, con
alla domanda della samaritana, mi
esercizi spirituali. Sono stati giorni ricl’aiuto della comunione e imitazione,
sono rimaste sempre impresse e spesso
chi di grazia e di preghiera, tramite
assicura la perseveranza che è il costile ricordo per riesaminare la mia fede.
l’adorazione eucaristica, la meditazione
tutivo della fede. E’ un cammino che
È quanto avvenuto nell’ascolto della
personale e la comunione fraterna. Il
solo Gesù sa vedere e misurare, come
prima catechesi degli esercizi spirituatema svolto sulla fede nei vangeli ci ha
nell’emorroissa e nell’anonima peccali che ho avuto la grazia di frequentare
fatto rivivere momenti belli, con Gesù
trice della città.
dal 9 al 14 agosto u.s. presso il santuache cammina con noi e guarisce le
Fabiola Bordoni
Esercizi sp.
Tempo di grazia
ECHI DAGLI ESERCIZI SPIRITUALI
Dare più tempo a Gesù
Ho vissuto questo corso di esercizi
con più intensità. Ogni giorno mi sono
ritrovata e confrontata con i vari brani
evangelici sulla fede che ci sono stati
proposti. Mi rivisto la mia vita e ho
ringraziato il Signore che mi ha portata a un cammino di fede, con l’aiuto di
alcune sorelle, per unirmi di più a
Gesù con la meditazione della sua
parola, che ha riempito il mio cuore di
ridato un po’ di pace. La vita quotidiana è piena di ostacoli da superare con
il sorriso in bocca.
Tiziana
Gli esercizi creano
un piccolo terremoto
Gli esercizi spirituali fanno maturare, come dici sempre tu e creano un
piccolo terremoto. Vissuti con com-
Gruppo in ascolto della catechesi al mattino
un grande amore per lui, che è morto
in croce per me.
Nelle riflessioni personali e di
gruppo ho provato l’aiuto del Signore
che mi suggeriva riflessioni che mi
stupivano. Pur essendo vuota, riuscivo
a dare risposte soddisfacenti alle sorelle. Ci siamo impegnati a dare più
tempo a Gesù.
Clara Guglielmi
Ritrovare la volontà
di ripartire
Gli esercizi sono andati molto
bene. I partecipanti sono stati soddisfatti di tutto. Io avevo bisogno di stare
un po’ più in silenzio per poter cercare
di ascoltare ciò che Dio mi vuole dire.
In tante tue parole ho rivissuto
momenti bui della mia vita. A volte mi
sento un pesce fuori d’acqua,ma poi
sento la presenza del Signore nelle
persone che incontro e nei fatti che mi
succedono. Affidarmi a Gesù è quello
che ho sempre fatto anche prima di
questi esercizi, ma mi rendo conto che
non basta, bisogna scavare più in profondità. Ho bisogno di ritrovare la
fiducia in me stessa ed in quelli che mi
circondano ed la voglia di ripartire.
Tanti argomenti da meditare mi hanno
Gli esercizi mi hanno
scavato nel cuore
Ho partecipato per la seconda
volta agli Esercizi Spirituali e ne
sono ”uscita” trasformata. L’anno
della fede mi sta facendo dei regali
stupendi: a maggio ho fatto la mia
prima consacrazione a Gesù crocifisso e poi la “grazia” di partecipare agli
esercizi spirituali, che mi hanno veramente scavato nel cuore e dato una
grande gioia interiore. Ora riesco
davvero a vedere Gesù nei fratelli e
sento pace e tranquillità. Mi sento trasformata. Tornando a casa la mia
situazione familiare non è cambiata,
ma accanto a una lacrima c’è stato
anche un sorriso perché ho sentito
vicino a me Gesù e sono riuscita a
offrire tutto a Lui.. È proprio vero che
la fede è fiducia e affidamento a Dio.
Mi hanno aiutato molto gli esercizi
perché ho potuto ascoltare delle stupende catechesi; poi le riflessioni
condivise in piccoli gruppi mi hanno
fatto capire che ognuno di noi porta la
sua croce e non devo scoraggiarmi,
non sono sola.
Cinzia Mosca
mozione interiore, sono una purificaGrazie, padre, per gli esercizi spizione e ricerca di Dio. Non si può mai
rituali, per le omelie e le riflessioni
dire “io l’ho trovato”! Lui è sempre
che ci hai proposto sulla fede e sul
nuovo come l’acqua della sorgente.
nostro essere veri cristiani. Ho sentito
Vivere alla ricerca di Dio ingentilisce
crescere la mia fede con maggiore
l’anima e porta a farlo concretamente.
convinzione. Gesù mi ha sempre
I Santi sono le persone più sensibili
presa per mano in tutti i momenti,
all’amore di Dio ed hanno risposto
anche difficili, della mia vita. Con
totalmente a Lui. Siamo tornati a casa
Antonio sono sposata da 42 anni, ma
con il desiderio di rinnovarci, non solo
con Gesù sono spiritualmente legata
aprire ma spalancare il cuore a Colui
dal giorno del Battesimo e spero con
che continua a bussare. Ma ci piace
il Suo aiuto fino alla vita eterna.
avere i piedi piantati in terra perchè la
Anna D’Alise
paura è di “esaltarci” per un cammino
Madonna della Stella
di santità che si pensa sia facile.
Metterò in pratica gli
insegnamenti di P.
Alberto: tutti i giorni la meditazione
personale e poi
riprendere in mano
le “vecchie” catechesi per vedere che
cosa mi dicono dopo
tanti anni di cammino. Lo sguardo continuerà ad essere
sempre rivolto alla
vera Patria. Nel mio
cammino, la fede
diventerà senza condizioni? Intanto conGruppetto dei consacrati,
tinuo la salita.
Marvì
con alcuni responsabili
11
12
CORSO DI SPIRITUALITà PER FAMIGLIE
Avete aperto il mio cuore
Carissimi padri Luciano e Alberto,
appena terminato il “Corso di spiritualità per le famiglie”, desidero ringraziarvi per come avete aperto il mio
cuore in questi giorni di ritiro spirituale. Grazie specialmente per il tema,
“La fede nella famiglia come fiducia”, che significa poi “accettare la
Volontà di Dio”. fede è donare se stesso anche quando non si ha nulla da
offrire, con i mille dubbi che a volte
tutto ciò che ogni cristiano dovrebbe
vivere. Tra approfondimenti sui temi
della fede, della speranza e della carità proiettati sulle nostre realtà di famiglie cristiane, donano tanta luce e tanta
forza.
Letizia G.
Ci siamo sentiti figli di
una grande famiglia
Carissimi Padre Alberto e Padre
Luciano,
abbiamo trascorso quattro
giorni pieni di
serenità,
approfondimenti, interesse e tanta
voglia
di
sapere ancora.
Padre Luciano
Le coppie che hanno rinnovato le promesse
è stato dispomatrimoniali nel corso per le famiglie
nibile, accomi assalgono. Proprio allora il mio
gliente, esaustivo sia nella spiegazione
cuore deve aprirsi alla misericordia di
della catechesi sia nell’interazione con
Dio, come il bambino che si getta
i fratelli presenti; Padre Alberto è una
nelle braccia del suo papà. Sì, perchè
persona veramente speciale che con
Dio è mio Padre che devo amare, perricchezza interna, precisione e facile
chè da Lui e dal suo Figlio Gesù posso
comprensione riesce a narrare gli
ricevere quella luce che dona
eventi spirituali e terreni. Siamo rimaamore, mette la pace nell’anima, dà il
sti profondamente commossi dagli
sorriso sul volto per poi poterlo donar
interventi di tutti i fratelli presenti e
ai fratelli. Mi avete insegnato che la
ricordiamo con affetto il Diacono
fede non è un ritrovato sociale, non è
Riccardo che con semplicità, amore e
un’assicurazione o un amuleto al quale
umiltà ci ha impartito una lezione di
affidarsi.. La fede è un dono che va
conquistato e mantenuto lottando sempre contro se stessi. Chiedo al
Signore che la cattiva volontà non
offuschi mai gli occhi dell’anima,
chiedo la grazia di amarlo e servirlo in
terra tra i miei fratelli crocifissi e poi
adorarlo in Cielo con tutti i miei fratelli. Ringrazio il Signore per questo
corso e tutti i fratelli partecipanti per
l’affetto dimostrato.
Riccardo.
vita che sarà difficile da dimenticare.
Ogni parola scambiata con i fratelli del
gruppo, con Padre Alberto e con Padre
Luciano è stata per noi motivo di
riflessione e molto spesso di rassicurazione, trovando risposte anche a
domande che non avevamo posto. Ci
siamo veramente sentiti figli di una
grande famiglia e, come tali, amati e
guidati nella nostra crescita spirituale.
Siamo tornati a casa consapevoli della
grande possibilità che Dio ha voluto
donarci con la fede, ma anche con la
grande responsabilità verso gli altri
che essa comporta. Grazie di cuore di
averci dato la possibilità di “allargare i
nostri confini”.
Elda, Leonardo
e la piccola Carlotta.
Carissimo padre Alberto, quest’anno gli esercizi delle famiglie mi
hanno colmato di gioia, anche per la
partecipazione di mio fratello e della
sua famiglia. Prego perché il Signore
li assista nel loro cammino.
Grazie al nostro caro padre
Luciano che con le sue catechesi ci
illumina e lo o nel vero senso della
parola. Quest’anno mi ha colpito forte
il senso della sofferenza e la convinzione di vederla come una “fessura” e
non come una “ferita” perchè un buon
cristiano deve decidersi a vedere oltre
il volto del Crocifisso quello del
Risorto!! Lode e gloria a Dio!
Rosa
Giorni di luce e di forza
Eccomi di ritorno dal corso di spiritualità per le famiglie, al quale anche
quest’ anno ho avuto la grazia di partecipare, con parte della mia famiglia.
Rendo lode a Dio per la possibilità di
vivere questi giorni che sono densi di
Momento di gioia per alcuni genitori e figli
PASSIONISTI CHIESA E SOCIETà
di P. Lorenzo Mazzoccante
PASSIONISTI
PIET
Pietro Parolin
è il nuovo Segretario
di Stato Vaticano
A san Gabriele,
la XXXIII Tendopoli
Quando Benedetto XVI fu eletto al
soglio di Pietro, egli volle come suo
segretario di stato il salesiano card.
Tarcisio Bertone. Con la rinuncia di
papa Benedetto XVI e la successiva
elezione di papa Francesco, era quindi
normale e lecito attendersi la nomina
di un nuovo Segretario di Stato
Vaticano. È notizia degli ultimi giorni
quella della nomina di Mons. Pietro
Parolin,
Mons. Parolin ha un curricolo
degno di ogni nota essendo stato per
lungo tempo impiegato nel servizio
diplomatico della Santa Sede dove
assolve numerosi incarichi (19862009). Nel 2005 studia un dossier
sulle relazioni con la Cina comunista
che è stato alla base della Lettera ai
cattolici cinesi di Papa Benedetto XVI
(2007). Nel 2009, lo stesso Benedetto
XVI lo invia nunzio apostolico in
Venezuela, dove sotto il motto «chi ci
separerà dall’amore di Cristo?» (Rom
8,35) scelto per il proprio episcopato,
lavora per ristabilire un clima di
rispetto e collaborazione tra Governo e
Chiesa.
Anche quest’anno il Santuario di San
Gabriele ha ospitato la Tendopoli dei giovani. Diverse centinaia di ragazzi dai 15 anni in
su sono accorsi per la tradizionale manifestazione che precede la festa popolare del santo
del sorriso. Il tema di quest’anno era “io ma
non più io”, frase con cui il papa Benedetto
XVI aveva sintetizzato quanto Paolo aveva
espresso scrivendo ai Galati («non vivo più
io, ma Cristo vive in me. », Gal 2,20).
Relatori di questa edizione della tendopoli sono stati il dott. Danilo Quinto, ex tesoriere del partito radicale, Mara Santangelo,
tennista italiana, campionessa del mondo nel
2006, la polacca Ania Goledzinowska, che
hanno offerto la propria testimonianza di
conversione e di fede. Inoltre sono intervenuti il noto psichiatra prof. Alessandro
Meluzzi e l’On. Laura Coccia (PD), campionessa paraolimpica. I confratelli pp.
Massimo Granieri (LAT) e Daniele Curci
(DOL), che hanno dato vita ad una tavola
rotonda dal titolo “non importi, non sottoporti, non sovrapporti”, moderata dallo
stesso prof. Meluzzi.
I giovani hanno risposto con grande
interesse. Tutto il materiale della XXXIII
Tendopoli sono disponibili nell’area pubblica del sito http://www.tendopoli.it.
Provinciale PIET
Per la solennità dell’Assunta il P.
Provinciale ha indirizzato ai religiosi una
lettera ai religiosi in cui afferma che “nessuno potrà togliervi la vostra gioia”. Li esorta
ad essere gioiosi , nonostante tutto, perché
“sappiamo di non essere felici perché siamo
buoni e santi, o perché abbiamo fatto o stiamo facendo cose straordinarie, perché siamo
amati e perdonati”. Invita quindi i religiosi a
tornare alla fonte della gioia che è Gesù
CHIESA
Bulgaria:
tutto pronto
per il primo incontro
nazionale dei cattolici
Conoscersi meglio, incontrarsi e
rafforzare la propria adesione al messaggio evangelico nell’Anno della
fede. Questo lo scopo del primo incontro nazionale dei cattolici di tutta la
Bulgaria, che si svolgerà dal 6 al 7 settembre nella città di Rakovski, nella
diocesi di Sofia-Plovdiv. L’iniziativa,
che ha per motto “Con fede tenace”,
vedrà la partecipazione di ogni diocesi, parrocchia, ordine religioso e movimento del Paese balcanico, che avranno la avrà la possibilità di presentarsi
sottolineando le proprie particolarità
storiche, pastorali o folkloristiche
BULGARIA: a Veliko
Tarnovo dopo 57 anni
un avamposto cattolico
Nella capitale medievale della
Bulgaria, il giovane sacerdote Strahil
Kavalenov è riuscito a ricostruire la
piccola chiesa della Madonna del
Rosario, rimasta senza parroco per
decenni durante il regime comunista.
Il prete, con alcuni laici, sta cercando
di ricomporre la comunità dei fedeli
che ora torna a sentirsi parte della
Chiesa universale
Poco dopo l’arrivo del comunismo, però, la chiesa rimane senza parroco per un lungo periodo..
Poi dalla città di Russe, a cento
chilometri da Veliko Tarnovo, ogni
domenica faceva tappa qui un padre
passionista.
SOCIETà
Siria:
entro il 15 settembre
voto del Congresso Usa
sull’intervento
Il Congresso degli Stati Uniti
voterà tra il 9 e il 15 settembre sul
possibile uso della forza in Siria, per
cui il presidente Obama ha presentato una bozza di risoluzione. E dopo la
frenata del capo di Stato americano,
anche il resto della comunità internazionale resta in attesa della decisione.
E «Mai più la guerra! Mai più la
guerra!».
È quanto scrive Papa Francesco
lanciando un nuovo tweet dal suo
account Pontifex riferendosi alla difficile situazione in Siria.
E proprio il Vaticano, per bocca
di monsignor Mario Toso responsabile del dicastero vaticano Giustizia e
Pace, fa sapere che «la via di soluzione dei problemi della Siria non può
essere l’intervento armato.
La violenza non ne verrebbe
diminuita.
C’è, anzi, il rischio che deflagri e
si estenda ad altri Paesi. Il conflitto
in Siria contiene utti gli ingredienti
per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali».
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TESTIMONIANZE
Consacrarmi per cercare
e testimoniare Gesù
in modo più profondo
crescere e a capire che ci deve essere
una spiegazione per tutto!
Nadia Alessandrelli
di Castellano FM
Ho preso questa decisione di fare
la consacrazione a Gesù Crocifisso
dopo un cammino di fede intrapreso
da alcuni anni con gli AGC; credo che
Parlare con Gesù è la mia
forza in tante prove
sia lo stesso mio Amico Gesù che mi
ha spinta a questo.
Seppure la mia partecipazione non
è sempre costante, per problemi familiari, interiormente sento che qualcosa
in me è cambiato, in particolare maggiore serenità e più pazienza nell’affrontare le problematiche e i dolori che
la vita inaspettatamente ti presenta.
La mia attuale serenità è grazia di
Gesù Crocifisso!È grazie anche alle
guide spirituali che Gesù stesso ha
messo nel mio cammino: Padre
Alberto, Padre Sandro, Padre Bruno,
Nello e anche lo stimolo e l’assiduità
di Annita.
Il mio proposito, nel cammino, che
per me inizia ora, è di impegnarmi personalmente ancora di più per comprendere quanto Gesù Crocifisso è
presente in me e soprattutto allargare
questo amore, prima spero a mio marito che dopo la morte di nostro figlio,
purtroppo ha maggiori difficoltà nella
fede e poi a quelli che mi stanno vicino, nel luogo di lavoro, nelle amicizie…, anche se che sarà molto difficile. Ma in primis devo cercare Gesù per
me stessa, in modo profondo! Per questo, ed anche su richiesta del mio
Parroco Don Ginesio, da circa un anno
ho iniziato il corso per diventare
Ministro Straordinario dell’Eucaristia.
Anche l’invito del mio Parroco l’ho
accettato con una meditazione successiva, come una richiesta che veniva da
Gesù! Niente secondo me viene a
caso! È dolorosissimo dirlo ma anche
la morte di un figlio unico e di una
sorella poi non vengono a caso! È il
Signore che mi invita a riflettere, a
Confesso di non avere molta cultura, ma fin da piccola parlavo con
Gesù, con la preparazione della Prima
Comunione, ho cominciato a capire
che non potevo fare a meno di Gesù.
Poi un po’ più grande volevo farmi
suora, ma i miei genitori mi dissero di
no, perché dopo due bimbi morti, se
anche io partivo si sentivano soli.
Solo nel percorso della vita ho
capito perché il Signore aveva fatto
dire di no ai miei genitori. Ho avuto un
bel matrimonio, però ho combattuto
per 40 anni con il male, un po’ per la
mano dell’uomo, un po’ credo che sia
venuto dall’alto. Non mi sono mai
lasciata andare, ho sempre pregato e
sentito sempre Gesù vicino. Dopo aver
accudito profumatamente i miei suoceri, la malattia di mia figlia, quella
della mia mamma, sempre pregando,
piangendo e chiedendo aiuto a Gesù,
ho trovato la forza
di non scoraggiarmi mai, di dare
una carezza e un
sorriso a tutti e la
forza di donare un
rene a mia figlia;
in questa occasione ho incontrato
gli AGC che
hanno tanto pregato per me ed io
ho incominciato a
farne parte. Il 2
marzo 2013 il
Signore mi ha
messo di nuovo
alla prova, mi ha
portato via mio
marito, che, dopo il Signore, era la
colonna di forza. Ora che posso partecipare agli incontri degli AGC a
Castellano, chiedo di poter fare la mia
Consacrazione a Gesù Crocifisso.
Febi Graziella
Il senso di entrare
da laico a far parte
della Famiglia Passionista
Sono tre anni che frequento regolarmente i 2 incontri mensili della fraternità di Porto Sant’Elpidio alla quale
ho aderito per mezzo di Fragola Nello.
Ho partecipato anche a qualche
momento di preghiera nelle abitazioni
private di alcune sorelle ma la mia presenza ad altri eventi è molto piccola
per motivi logistici e di famiglia. Vado
in Chiesa con una certa assiduità da
sempre, sono anche vicino al
Movimento dei Focolarini (un incontro mensile) da circa 22 anni e cerco di
seguire le iniziative della Parrocchia.
Non ho una cultura religiosa approfondita e la mia stessa conoscenza del
mondo Passionista è molto superficiale.
Per me entrare a far parte della
Famiglia Passionista è un grande
onore, visto che le mie radici sono a
Morrovalle e, pur non avendo abitato
in questo paese, fin da piccolo mi è
sempre stato inculcato un grande
rispetto per i Passionisti e la devozione
a San Gabriele.
Gli AGC mi hanno dato la possibilità di conoscere persone di fede
importanti e mi offrono l’opportunità
di apprezzare l’altro lato della croce di
Cristo, quello delle mie croci e di tutta
l’umanità, ossia l’altro aspetto della
Passione: amore, speranza, luce,
redenzione, resurrezione, da coltivare
ogni giorno nella fatica della vita per
capire l’Eternità.
La prima consacrazione deve rappresentare uno stimolo a colmare in
parte le mie lacune e spero che abbia
anche l’effetto positivo di sentire una
maggiore responsabilità di fronte a
Dio e ai fratelli nel mio agire quotidiano.
Entrare a far parte di una Famiglia
Religiosa, seppur da laico sposato, è
secondo me un impegno a vivere con
maggiore coerenza ed attenzione, a
dare un contributo concreto alla
costruzione del Regno di Dio in questa
terra.
Luca Senesi di Porto S. Giorgio
TESTIMONIANZE
Appuntamento
con Tiziana
appartenere alla famiglia Passionista
degli AGC. Grazie per averne dato
notizia e foto nel n. 4 della nostra rivista. Al di là della gioia e dell’emozione
Sabato 27 luglio, mentre si svolgeche si provano in questi momenti, preva la trebbiatura del grano, ci siamo
feriamo evidenziare quello che rappreritrovati in 30 persone tra familiari,
senta questa tappa del nostro cammino
Amici di Gesù Crocifisso di
passionista già intrapreso da molti
Giulinova,
Suor
Pia
Regina
anni. Il Signore ci ha
fatto il dono di una
fede certa e profonda, che non ci ha
risparmiati dal dolore. Grazie all’aiuto
di Dio, che non ci ha
mai abbandonato,
abbiamo superato
tante
prove.
Appartenere
alla
famiglia Passionista
ci mette di fronte
alla nostra responsabilità dell’essere cristiani. È importantissimo testimoniare
Cristo non solo con
Chiesette e gruppi di Amici e familiari
la parola, ma anche
con Tiziana.
con l’esempio della
nostra vita, in mezzo
a tanti fratelli che
Passionista e Padre Alberto, a Villa
soffrono nel corpo e nello spirito e
Brozzi, sulle colline sopra a Montorio
tanti altri che sono lontani da Dio.
al Vomano TE, all’incontro annuale
Sentiamo la responsabilità di far conocon Tiziana e la sua bella famiglia: il
scere la salvezza offerta a tutti da Gesù
papà Francesco, il fratello Domenico
crocifisso. Il 01-06-2013 siamo andati
con la moglie Anastasia e i piccoli
a Siniscola NU per visitare gli AGC
Rachele e Francesco. Incontrare e parDavide
ed
lare con Tiziana è come avere un colIsabella con le
loquio con Gesù, i suoi occhi trasmetloro 4 bellissime
tono tenerezza e la loro trasparenza
bambine Sofia,
arriva al cuore più di mille parole. E’
Gemma, Zelia,
l’immagine viva di Gesù Crocifisso,
Maria Agnese.
con umiltà e fede accetta silenziosaAbbiamo parlato
mente la sua malattia che l’ha ridotta
della nostra conin carrozzella da alcuni anni, dopo
sacrazione ed
aver appena conseguito la laurea in
abbiamo la spelegge. Il papà di Tiziana ha costruito
ranza di allargaper la famiglia, nel 1992, una piccola
re il gruppo
chiesetta vicino alla casa e lì è stata
Passionista in
celebrata una S. Messa da P. Alberto,
Sardegna.
in suffragio della mamma di Tiziana:
Piergianni
Rachele e una preghiera per Tiziana e
Lai e Andreina
la sua famiglia. Invitiamo tutti a unirsi
Salaris
in questa preghiera d’intercessione.
Rita Maraessa
Allargare il gruppo
passionista in Sardegna
Ozieri SS. Caro padre, vogliamo
ringraziarti per il dono della consacrazione perpetua che abbiamo ricevuto il
23-05-2013 a Morrovalle e che ci fa
Angelo
dagli occhi
azzurri
Lina è stato sempre fedele al cammino
Passionista.
Ridotto in carrozzella da 10 anni
per grave malattia, ha portato la sua
croce con grande fede e serenità.
Anche in carrozzella, la sua fedele
Lina lo accompagnava spesso ai ritiri
mensili e a qualche corso di esercizi
spirituali. Monia, sua figlia, gli ha
dedicato questo commovente addio.
Angelo dagli occhi azzurri,
perdonami
se non ti ho saputo
ompletamente difendere,
ascoltare, comprendere
nelle tue grida accorate.
Scusami
per non averti abbracciato abbastanza.
colmandoti nella tua infinita dolcezza.
Angelo dagli occhi azzurri,
ora sei libero da tutte le sofferenze
e costrizioni…
come quei valorosi alpini
che eri orgoglioso di onorare,
ora stai scalando la vetta più alta
che conduce alla maestosità dei cieli,
oltre le nuvole.
Non hai più paura,
Angelo dagli occhi azzurri,
la paura ce l’abbiamo noi.
Grazie per avermi amato
come nessuno ha saputo fare
e di avermi accettato
così diversa come sono.
Amiche festeggiano Lina e Luciano
Ciminari Luciano, di anni 74, è
deceduto il 20-07-2013. Iscritto agli
AGC nel 1994, nella fraternità di
Civitanova Marche, consacrato a Gesù
Crocifisso nel 1997; con sua moglie
Risiedi in quel silenzio
che tanto adoravi cullare
e di nuovo sorridi
con quegli occhietti accesi
all’eternità della luce.
Monia Ciminari
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Una fr ancescana passionista
Scalabroni Scocco Giuseppina: di anni 91, defunta il 20-07-2013. Era una francescana passionista a Civitanova Marche.
Tra le prime iscritte agli AGC, nel 1990, consacrata nel 1997. La figlia Floriana fu una delle prime suore della fraternità
Francescana di Casa Betania, fondata a Terlizzi dal p. Pancrazio Gaudioso e morta santamente dopo pochi anni di vita consacrata. Giuseppina fu donna di fede semplice e profonda. La sua vita era fatta di preghiera: pregava la sua Floriana per i due
figli maschi, lontani per lavoro. La sua vita era un continuo colloquio con Dio. Era commovente ascoltare le sue confessioni: lo faceva parlando a Dio, lodandolo, amandolo e implorando il suo perdono. Poco prima di morire mi telefonò due volte, per dirmi che dovevo
andare al suo funerale. Morì ripetendo brani della promessa di amore. Fu vestita con l’abito
della fraternità Francescana, con il segno passionista e il crocifisso della consacrazione a
Gesù Crocifisso, tutto consumato: per 16 anni era vissuta baciandolo continuamente e ogni
notte si addormentava stringendolo al petto. Così la ricorda Clara, responsabile della fraternità: “Da quando sono stata al capezzale di Giuseppina moribonda, come lei aveva desiderato, mi sembra di essere lontana dalla sua grande fede. Essa mi ha dato una testimonianza
commovente che mi ha lasciato nel cuore un grande desiderio di amare Dio come lei e di
lasciare anch’io questo mondo lodando, ringraziando e amando Dio con tutta la mente e
con tutto il cuore, come ha fatto lei”.
Amiche festeggiano
Pia
il 91° compleanno di Giuseppina)
Calendario degli amiCi 2013
08 settembre:
14 settembre:
20 settembre:
21 settembre:
05 ottobre:
06 ottobre:
19 ottobre:
27 ottobre:
03 novembre:
Ritiro mensile a Morrovalle
Consacrazioni a Castellano di S. Elpidio a Mare FM
Consacrazioni a Roccaraso
Consacrazioni a Sulmona AQ
Consiglio Nazionale a Morrovalle: programmazione 2014.
Ritiro mensile a Morrovalle.
Festa di San Paolo della Croce. Messa comunitaria a Morrovalle ore 21,15.
Consacrazioni alla Madonna della Stella PG
Ritiro mensile a Morrovalle
Sommario
2. P. A. Pierangioli
3. P. A. Pierangioli
4. P. R. Cecconi
5. Coltorti M. Grazia
6. Manuela Peraio
7. Manuela Peraio
8. ***
9. P. Alberto
10-12. Vari
13. L. Mazzoccante
14-15. Vari
15- 16. Direzione
La fede è speranza
La fede è carità
5 - Meditiamo con il vangelo di Giovanni
XXII – La santità è amore
L’anno della fede: la GMG in Brasile
L’anno della fede:i Testimoni
47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
Tastiamo il polso al movimento
Esercizi spirituali e Corso spirituale per famiglie
Passionisti Chiesa e Società
Testimonianze
Ricordo di Amici consacrati perpetui di Civitanova
Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Tre consacrati perpetui di Civitanova Marche;
Scalabroni Scocco Giuseppina: 20-07-2013 - Ciminari Luciano: 21-07-2013 - Teresa Marini: 14-08-2013.
Cruciani Giovanna di Moricone: 23-08-2013 – Emili Domenica di Montecosaro St.: 23-08-13.
Settembre-Ottobre 2013 – Anno XIV n. 5
Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999
Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.
Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624
Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano Temperilli
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T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394
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