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l`asma difficile nel bambino e nell`adolescente
Aprile-Giugno 2012 • Vol. 42 • N. 166 • Pp. 98-105 Allergologia respiratoria L’asma difficile nel bambino e nell’adolescente Ines Carloni, Stefania Omenetti, Barbara Fabbri, Luigi Pietroni, Fernando Maria de Benedictis Dipartimento Materno-Infantile, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Ospedali Riuniti, Ancona Riassunto Asma problematico grave è il termine utilizzato per descrivere un asma che non beneficia della terapia con steroidi per via inalatoria ad alte dosi ed altri farmaci associati. La valutazione dei bambini affetti da questa forma di asma deve essere attuata metodologicamente tramite l’applicazione di un protocollo molto dettagliato. Il primo passo prevede l’esclusione dell’asma per diagnosi errata. Il successivo è indirizzato alla ricerca di eventuali co-morbilità. Sarà poi necessario effettuare una valutazione multidisciplinare al fine di conoscere l’aderenza alla terapia, la presenza di eventuali fattori di disagio psicosociale e la situazione ambientale di vita del bambino, con particolare riguardo all’esposizione ad allergeni e fumo di tabacco. Dopo aver corretto i precedenti fattori, molti pazienti migliorano e saranno considerati affetti da “asma difficile da trattare”. I casi rimanenti andranno invece inquadrati come “asma grave resistente alla terapia”. Per questi pazienti bisognerà individuare un piano terapeutico personalizzato con farmaci antiasmatici a dosi elevate o farmaci alternativi utilizzati per malattie diverse dall’asma. La maggior parte di questi trattamenti non è autorizzata in età pediatrica e l’evidenza scientifica è scarsa. Studi collaborativi internazionali che utilizzino protocolli di studio condivisi si rendono necessari per comprendere meglio i meccanismi dell’asma grave e individuare trattamenti basati su una solida evidenza scientifica. Summary Problematic severe asthma is the umbrella term used to describe children who have been referred to specialist care with asthma not responding to standard asthma therapy with high dose inhaled corticosteroids and additional controllers. The assessment of these children should be obtained through a systematic protocol. The initial step is to ensure that a wrong diagnosis has not been made (“not asthma at all”); and next to evaluate co-morbidities (“asthma plus”). The next step is a detailed multidisciplinary assessment, including if possible a home visit, in order to evaluate adherence to therapy, psychosocial issues, and the home environment, especially with regard to exposure to tobacco smoke and relevant allergens. More than half the children will be found to have “difficult to treat asthma”, which improves if the basic management is got right. The remainder are defined to have “severe therapy-resistant asthma”, and we recommend the development of an individualised treatment plan after a detailed and invasive protocol of investigations. Therapeutic options can be divided into medications used at lower doses for children with less severe asthma, and those used in other paediatric diseases but not for asthma. Most treatments are unlicensed and the evidence base is poor. International collaborations, using standard protocols of investigation, will be essential if the mechanisms of severe therapy resistant asthma are to be understood, and evidence-based treatment delivered. Introduzione Nella maggior parte dei casi l’asma in età pediatrica può essere facilmente controllato con basse dosi di corticosteroidi per via inalatoria. Un’esigua quota di pazienti non risponde al trattamento nonostante l’uso di farmaci multipli a dosaggi elevati. L’esatta prevalenza di questa popolazione è difficile da stimare, ma verosimilmente è inferiore al 5% di tutti i casi di asma (Lang et al., 2008). Per questi pazienti il peso globale della malattia è rilevante in termini di qualità di vita, problemi sociali, utilizzazione di risorse e mortalità (Bush et al., 2010). Obiettivo Obiettivo di questo articolo è illustrare l’approccio clinico da adottare nei confronti di bambini e adolescenti che giungono all’attenzione di un centro specialistico per un asma ritenuto “difficile” in quanto il trattamento prescritto non è efficace. Metodologia della ricerca bibliografica La ricerca è stata effettuata sulla banca bibliografica Medline utilizzando come motore di ricerca PubMed. Sono state utilizzate le seguenti parole chiave: “difficult asthma”, “severe asthma”, “refractory asthma” “uncontrolled asthma”. È stata valutata la letteratura nel periodo 2000-2011, inserendo i seguenti limiti: età della popo- 98 lazione (all child: 0-18 years), lingua (English). Quando i dati erano insufficienti, ci si è riferiti all’età adulta. Terminologia Negli ultimi 15 anni alcune Task Force internazionali e commissioni di esperti hanno proposto definizioni diverse per l’asma che non risponde al trattamento con i farmaci comunemente in uso (Tab. I) (Bel et al., 2011). Nel 2008 un gruppo internazionale di pediatri (PSACI, Problematic Severe Asthma in Childhood Initiative) ha coniato il termine “asma problematico grave” per descrivere bambini in età scolare e adolescenti con asma scarsamente controllato nonostante l’assunzione regolare di budesonide a dosi uguali o superiori a 800 mcg/die (o dose equivalente di corticosteroidi per via inalatoria), beta2-agonista a lunga durata di azione, antagonista del recettore per i leucotrieni o teofillina (Bush et al., 2008). Ritenere che tutti i pazienti che non rispondono a tale associazione farmacologica abbiano un asma resistente al trattamento è una tentazione facile, ma un ragionamento di per sé acritico. L’accettazione di questo principio costituisce il presupposto per indagare i motivi del mancato controllo della malattia e permette di enucleare le seguenti entità: • assenza di asma per diagnosi errata (altra diagnosi); • asma associato ad altre patologie (asma con co-morbilità); • asma il cui insufficiente controllo può essere migliorato ottimizzando la gestione della malattia (asma difficile da trattare); L’asma difficile nel bambino e nell’adolescente Tabella I. Storia della classificazione dell’asma grave 1999 - Task Force of the European Respiratory Society: Difficult Therapy-Resistant Asthma 2000 - Workshop of the American Thoracic Society: Refractory Asthma 2003 - European Network For Understanding Mechanisms of Severe Asthma: Severe Asthma 2004 - TENOR Study Group: Difficult-To-Treat Asthma 2007 - International workshop: Severe / Difficult / Refractory Asthma 2008 - Problematic Severe Asthma in Childhood Initiative: Problematic Severe Asthma • asma che rimane grave nonostante l’ottimizzazione della gestione della malattia (asma difficile resistente alla terapia). Per i paesi non industrializzati che non riescono a garantire un’assistenza medica di base l’OMS ha coniato l’ulteriore termine di asma difficile non trattato (Bousquet et al., 2010). In questo articolo i termini di asma problematico, asma difficile e asma grave sono utilizzati come sinonimi. È da sottolineare come molta terminologia in età pediatrica sia arbitraria, in quanto basata su una scarsa evidenza scientifica (Taylor et al., 2008). Pattern di presentazione La presentazione clinica dell’asma difficile in età pediatrica è variabile (Tab. II). I differenti pattern possono essere presenti contemporaneamente nello stesso paziente e pertanto non vanno considerati vicendevolmente esclusivi (Hedlin et al., 2010). Caratteristiche cliniche Non esiste una differente prevalenza della malattia tra i sessi (Fitzpatrick et al., 2006). La morbilità in termini di necessità farmacologiche e utilizzazione delle strutture sanitarie è rilevante (Bossley et al., 2009). L’atopia è quasi sempre presente (Wang et al., 2009) (Frith et al., 2011). La spirometria può essere normale o evidenziare una grave broncostruzione, e la risposta ai broncodilatatori è variabile (Chipps et al., 2007). Una risposta fortemente positiva ai test di provocazione bronchiale è pressoché costante (Lang et al., 2010). I valori di ossido nitrico esalato possono essere normali o elevati (Fitzpatrick et al., 2006; Bossley et al., 2009). La valutazione del paziente I pazienti con asma difficile devono essere valutati in modo siste- matico attraverso un approccio metodologico a gradini successivi (Fig. 1). Questo percorso non va inteso in maniera rigida, in quanto alcuni aspetti possono essere affrontati contemporaneamente allo scopo di facilitare i tempi. Step 1 – Accertarsi della diagnosi (è sicuramente asma?) Una rivalutazione della diagnosi dovrebbe essere effettuata in ogni paziente con asma che non risponde al trattamento. Lo spettro della diagnosi differenziale dell’asma è molto ampio. Nella Tabella III sono indicate le caratteristiche delle condizioni che possono simulare l’asma e che suggeriscono una diagnosi alternativa. Il wheezing è un sintomo presente in diverse malattie respiratorie, ma è così tipico dell’asma che la sua assenza ne rende improbabile la diagnosi (Elphick et al., 2000). Poiché il wheezing è frequentemente confuso dai genitori con altri sintomi respiratori, è necessario che la sua presenza sia sempre confermata dal medico. Non esistono elementi clinici o indagini sicuramente diagnostici per l’asma; tuttavia un’anamnesi circostanziata, un esame clinico ben condotto e i test di funzionalità respiratoria possono indirizzare con ragionevolezza verso la corretta diagnosi (Tab. IV). Step 2 – Indagare sulle co-morbilità (ci sono patologie associate?) In considerazione della elevata prevalenza dell’asma nella popolazione generale, l’associazione con altre malattie non è improbabile. Il passo successivo di fronte a un bambino con asma difficile è dunque quello di identificare eventuali condizioni che possono coesistere con l’asma e peggiorarne l’espressione clinica (de Groot et al., 2010). Obesità Asma, obesità e sintomi respiratori sono tra loro strettamente collegati. L’obesità induce di per sé dispnea e bisogna sempre porre attenzione a non attribuire necessariamente all’asma sintomi dovuti all’eccessivo peso del bambino. Questo aspetto è particolarmente importante in Tabella II. Modalità di presentazione dell’asma difficile Sintomi di broncostruzione persistenti (la maggior parte dei giorni per almeno 3 mesi) e gravi (necessità di beta2-agonisti a breve durata per almeno 3 volte la settimana) nonostante dosi elevate di corticosteroidi per via inalatoria e farmaci aggiuntivi Esacerbazioni asmatiche gravi e ricorrenti che nonostante il trattamento antinfiammatorio giornaliero hanno richiesto nell’ultimo anno: • almeno 1 ricovero in terapia intensiva • almeno 2 ricoveri in ospedale con necessità di terapia endovenosa • almeno 2 cicli di steroidi per os Ampie oscillazioni giornaliere del picco di flusso espiratorio per un periodo prolungato (asma instabile tipo 1); attacchi asmatici improvvisi e a rapida evoluzione con necessità di ricovero in terapia intensiva (asma instabile tipo 2)* Persistente ostruzione al flusso aereo dopo terapia con steroidi orali e broncodilatatori: valori di FEV1 inferiori a 2 DS (dal 70% al 80% del valore predetto in base all’età) Necessità di uso giornaliero o a giorni alterni di steroidi orali per mantenere il controllo dell’asma * Entrambe queste definizioni sono arbitrarie in età pediatrica e necessitano di validazione 99 I. Carloni et al. età pediatrica perché i genitori spesso interpretano autonomamente i sintomi del bambino (Schwartzstein et al., 2009). Prima di aumentare la terapia antiasmatica in un bambino obeso con sintomi respiratori Figura 1. Algoritmo per l’inquadramento dell’asma difficile. FeNO = ossido nitrico esalato 100 persistenti è pertanto opportuno accertarsi dell’effettivo peggioramento della malattia. Il reflusso gastro-esofageo e le apnee ostruttive nel sonno sono molto frequenti negli obesi e possono costituire elementi di L’asma difficile nel bambino e nell’adolescente Tabella III. Caratteristiche cliniche e indagini utili per una diagnosi alternativa all’asma Diagnosi Caratteristiche cliniche Indagini Anomalie strutturali (tracheobroncomalacia, anelli vascolari, stenosi tracheale, lesioni cistiche e masse, tumori, linfoadenopatie, cardiomegalia) Sintomi ad esordio precoce, stridore Fibrobroncoscopia, TC torace Aspirazione polmonare Tosse durante l’alimentazione Studio della deglutizione Reflusso gastro-esofageo Rigurgiti, vomito post-prandiale pH-impedenzometria Corpi estranei inalati Tosse e wheezing ad esordio improvviso Broncoscopia rigida Fibrosi cistica Tosse cronica, scarsa crescita, steatorrea Test del sudore, genetica Bronchiectasie (fibrosi cistica, discinesia ciliare primitiva) Tosse cronica, espettorazione, clubbing TC torace Anomalie immunitarie Infezioni ricorrenti Immunoglobuline, risposta anticorpale Respiro disfunzionale Iperventilazione, stridore, parestesie Osservazione diretta Displasia broncopolmonare Prematurità grave Rx torace, spirometria Bronchiolite obliterante Dispnea, infezioni respiratorie TC torace, biopsia polmonare confusione nell’interpretazione dei sintomi respiratori in quanto capaci di indurre o peggiorare l’asma (Shore, 2008). Bisognerebbe infine ricordare che l’obesità è una condizione pro-infiammatoria, capace di per sé di aumentare la resistenza agli steroidi (Sutherland et al., 2008). Vie aeree superiori I rapporti fisiopatologici tra vie aeree superiori e inferiori sono complessi e tuttora molto dibattuti (de Benedictis et al., 1999) (Fig. 2). Oltre l’80% dei pazienti con asma presenta rinite e circa il 15% di quelli con rinite allergica ha un asma associato. La presenza di rinite dovrebbe pertanto essere sempre ricercata in ogni asmatico (Hellings et al., 2009). C’è infatti evidenza che il mancato trattamento della rinite aumenta la morbilità dell’asma e la necessità di farmaci. In caso di interessamento delle vie aeree superiori andrebbero attuati tutti i tentativi terapeutici in grado di ridurre l’interferenza negativa dell’ostruzione nasale sulle vie aeree inferiori. Reflusso gastro-esofageo I rapporti fra sintomi respiratori e reflusso gastro-esofageo costituiscono uno degli aspetti più dibattuti della medicina respiratoria (de Benedictis et al., 2009) (Tab. V). A seconda dei criteri utilizzati, il 3580% dei bambini con problemi respiratori cronici presenta reflusso gastro-esofageo, ma l’evidenza di un nesso causale fra reflusso e asma è limitata. Di fronte a un paziente con asma difficile in cui si sospetta un reflusso gastro-esofageo come fattore peggiorativo della sintomatologia clinica è bene procedere con senso critico. Se il paziente ha un reflusso asintomatico, è poco verosimile che il trattamento anti-reflusso possa apportare benefici sui sintomi respiratori. In presenza di un reflusso sintomatico, può essere invece ragionevole effettuare un trial con un farmaco anti-acido, ma bisognerebbe ricordare che molti reflussi patologici sono non-acidi e pertanto poco sensibili alle terapie classiche (Thakkar et al., 2010). Respiro disfunzionale Molti asmatici presentano sintomi attribuibili a iperventilazione o a disfunzione delle corde vocali. Tali sintomi possono essere confusi con quelli dell’asma e ciò può indurre ad incrementare erroneamente il trattamento. Sono indicativi di respiro disfunzionale la dispnea inspiratoria, lo stridore, il senso di costrizione toracica, le parestesie, i crampi alla mano e l’assenza di sintomi durante il sonno. Il respiro disfunzionale può essere individuato abbastanza agevolmente con un’attenta anamnesi (Niggemann et al., 2002). Allergia alimentare La sensibilizzazione ad allergeni alimentari è molto comune nell’asma grave, ma non è ben chiaro se sia solo l’espressione di una sottostante atopia o se invece esista un nesso causale tra le due condizioni (Simpson et al., 2007). Tabella IV. Elementi utili per la diagnosi di asma Domande chiave • É presente wheezing, oppure i rumori ascoltatori sono meno specifici? • Sono presenti elementi anamnestici e clinici che suggeriscono una diagnosi alternativa? • Il paziente è atopico? Dati strumentali • • • • Documentata ostruzione al flusso aereo alla spirometria Reversibilità dell’ostruzione bronchiale dopo inalazione di beta2-agonista a breve durata Variabilità del picco di flusso espiratorio durante un periodo di monitoraggio domiciliare Positività dei test di provocazione bronchiale (es. metacolina, esercizio) 101 Rapporti fisiopatologici tra vie aeree superiori e inferiori I. Carloni et al. Irritanti Infezioni virali Allergeni Danno epiteliale delle vie aeree superiori Edema della mucosa Difetto ciliare Ostruzione nasale Mediatori Citochine INFIAMMAZIONE Secrezioni nasali Infezione dei seni paranasali Ridotta autoinalazione di FeNO Respirazione orale Riflesso faringo-bronchiale Iperreattività bronchiale Figura 2. Rapporti fisiopatologici tra vie aeree superiori e inferiori (Modificato da: de Benedictis et al., 1999). FeNO = ossido nitrico esalato Tabella V. Modificato da: degastro-esofageo Benedictis et eal., 1999respiratori Rapporti tra reflusso sintomi Tabella VI. Indagini per definire le caratteristiche e la gravità dell’asma • Il reflusso gastro-esofageo induce aspirazione polmonare e sintomi respiratori • Spirometria basale e 15 minuti dopo inalazione di beta2-agonista (salbutamolo 400 mcg) • Il reflusso gastro-esofageo peggiora l’iperreattività bronchiale attraverso la stimolazione vagale dell’esofago • Valutazione della reattività bronchiale (test di provocazione bronchiale) • I sintomi respiratori possono causare o peggiorare il reflusso • Valutazione dello stato allergico (test cutanei e IgE specifiche)* • L’asma e il reflusso-gastroesofageo coesistono indipendentemente • Valutazione della qualità di vita (specifici questionari) • Alcuni farmaci antiasmatici possono facilitare il reflusso * Entrambe le determinazioni devono essere effettuate per la scarsa correlazione dei due test nei pazienti con asma difficile Step 3 – Inquadramento dell’asma e identificazione di fattori aggravanti Questo gradino prevede una dettagliata valutazione multidisciplinare con il duplice scopo di definire le caratteristiche e la gravità dell’asma e di identificare l’eventuale presenza di fattori capaci di interferire negativamente sul controllo della malattia. Il primo obiettivo è affrontato con l’esecuzione di specifiche indagini (Lødrup Carlsen et al., 102 21 2011) (Tab. VI). La valutazione della seconda componente prevede invece il coinvolgimento di personale infermieristico addestrato o, in sua assenza, del medico curante. Utili informazioni potranno essere ottenute inizialmente da un colloquio con i familiari durante la visita in ospedale. In seguito è invece necessario prevedere la valutazione dell’ambiente di vita del paziente, compresa l’osservazione diretta dell’abitazione. Nel complesso, saranno esaminati i seguenti aspetti. L’asma difficile nel bambino e nell’adolescente Aspetti educativi A tutti i bambini che afferiscono ad un centro specialistico va consegnato apposito materiale divulgativo sull’asma, dopo una formale esplicitazione del contenuto. Il corretto uso degli erogatori e del distanziatore va insegnato con calma e verificato ad ogni visita di controllo. La scelta dell’inalatore più idoneo va effettuata sulla base dell’età, della capacità collaborativa del bambino e delle risorse economiche della famiglia. Purtroppo, nonostante ripetute raccomandazioni in proposito, molti pazienti effettuano la terapia inalatoria in maniera inappropriata o con strumenti non adeguati (Kamps et al., 2000). Aderenza al trattamento La mancata aderenza al trattamento continua ad essere una causa molto comune di insufficiente controllo dei sintomi (Bracken et al., 2009). In alcuni casi i farmaci vengono assunti in maniera irregolare o erratica, in altri non vengono addirittura mai acquistati (“non aderenza primaria”) (Williams et al., 2007). Durante la visita domiciliare dovrà essere controllata l’effettiva disponibilità dei farmaci, la loro accessibilità e la data di scadenza. Dovrà inoltre essere verificata la data della prescrizione e calcolata l’effettiva quantità del farmaco utilizzato (Jentzsch et al., 2009). Andrà inoltre verificato se gli erogatori/distanziatori sono idonei per l’età e chi sovrintende la loro utilizzazione. Molto spesso, purtroppo, anche i bambini in età scolare vengono lasciati liberi di effettuare la terapia inalatoria senza un’adeguata supervisione (Orrell-Valente et al., 2008). La casa e l’ambiente di vita Diversi fattori aspecifici sono in grado di interferire negativamente sul controllo dell’asma. Tra quelli outdoor spiccano i vapori industriali e l’inquinamento da traffico. I fattori indoor (kerosene, vapori di cucina, etc.) assumono particolare importanza in situazioni di basso livello socio-economico. L’esposizione al fumo di tabacco rappresenta un fattore molto pericoloso per gli asmatici ed è per altro in grado di indurre resistenza agli steroidi (Chaudhuri et al., 2003). Fattori apparentemente meno ovvi, quali la violenza familiare e situazioni socio-economiche svantaggiate, possono inoltre avere un ruolo non trascurabile sull’imperfetto controllo dei sintomi (Sternthal et al., 2010). Esposizione agli allergeni La sensibilizzazione agli allergeni è di comune riscontro nei pazienti con asma grave (Wang et al., 2009; Frith et al., 2011). L’elevata esposizione allergica aumenta la possibilità di riacutizzazioni gravi (Haselkorn et al., 2009), soprattutto se combinata con infezioni virali (Murray et al., 2006). Gli allergeni inoltre hanno la capacità di indurre resistenza agli steroidi tramite specifici meccanismi immunologi (Nimmagadda et al., 1997). Nonostante l’utilità della prevenzione ambientale nel soggetto atopico sia a tutt’oggi dibattuta, bisognerebbe effettuare ogni sforzo affinché un bambino con asma difficile eviti il contatto con gli allergeni, sia a casa che a scuola (Platts-Mills et al., 2008). Una menzione particolare merita la sensibilizzazione ai micofiti che è correlata ad una aumentata morbilità dell’asma (Denning et al., 2006). Fattori psicosociali I fattori psicosociali sono molto frequenti in soggetti deceduti per asma (Strunk et al., 1985) o che hanno presentato attacchi quasi mortali (Martin et al., 1995) e pertanto vanno sempre ricercati con attenzione. Lo stress può peggiorare in misura considerevole i sintomi asmatici, verosimilmente attraverso meccanismi neuroimmunologici (Wright et al., 2007) e l’induzione di resistenza agli steroidi (Miller et al., 2006). I problemi psicosociali possono talora manifestarsi sotto forma di sintomi respiratori disfunzionali, che talvolta coesistono con l’asma. Riunione del team multidisciplinare Dopo aver raccolto tutte le informazioni necessarie è fondamentale effettuare una riunione collegiale allo scopo di concordare i comportamenti da adottare. In oltre la metà dei casi si riesce di solito ad identificare fattori capaci di incidere negativamente sulla risposta terapeutica (Bracken et al., 2009). Questi casi vanno considerati come “asma difficile da trattare” in quanto l’asma migliora se i suddetti fattori sono rimossi. I pazienti in cui non sono stati identificati fattori aggravanti sono invece da considerare affetti da “asma grave resistente alla terapia” e accedono allo step successivo. Step 4 – Caratterizzazione dell’asma grave resistente alla terapia Prima di pianificare un trattamento individualizzato è necessario applicare un protocollo dettagliato. L’obiettivo è quello di rispondere alle seguenti domande: 1) C’è concordanza tra i sintomi e l’infiammazione delle vie aeree? 2) Qual è il pattern dell’infiammazione? 3) Qual è la risposta agli steroidi? 4) C’è una limitazione persistente al flusso aereo? In pratica, il bambino verrà osservato in due occasioni, prima e dopo la somministrazione di una singola dose di triamcinolone per via intramuscolare. Saranno valutati i seguenti parametri: controllo dei sintomi (Schatz et al., 2006), funzionalità polmonare (spirometria prima e dopo inalazione di salbutamolo) e infiammazione delle vie aeree (ossido nitrico esalato, sputo indotto) (Tab. VII). Sarà inoltre effettuata una broncoscopia con esame del liquido di lavaggio broncoalveolare e biopsia bronchiale. Al termine del protocollo i bambini costituiscono un gruppo eterogeneo con differenti pattern di infiammazione e differente risposta agli steroidi. Il protocollo proposto va considerato frutto di indicazioni di esperti e non è a tutt’oggi sostenuto da una sicura evidenza scientifica (Bush et al., 2010). Tabella VII. Criteri per la valutazione della risposta agli steroidi Ambito Esame Sintomi Asma Control Test: • punteggio fino a 20 su 25, oppure aumento di almeno 5 punti dal valore basale Funzionalità respiratoria Spirometria: • aumento del FEV1 fino al valore normale (≥ -2 DS del valore teorico) oppure aumento di almeno 15% dal valore basale; • nessuna risposta residua alla broncodilatazione Markers di infiammazione In presenza di campioni comparabili di sputo indotto Conta degli eosinofili: valore normale (< 2,5% cellularità) In assenza di campioni non comparabili di sputo indotto FeNO: valore normale (< 24 ppb) FeNO = ossido nitrico esalato; FEV1 = volume espiratorio forzato a 1 secondo Risposta assente = Nessun miglioramento in alcun parametro Risposta parziale = Miglioramento in uno o due parametri Risposta completa = Normalizzazione di tutti e tre i parametri 103 I. Carloni et al. Step finale – Trattamento dell’asma grave resistente alla terapia Il trattamento di questi pazienti è penalizzato dalla carenza di studi in età pediatrica ed è pertanto aneddotico. I pochi dati disponibili derivano infatti dalla estrapolazione di quelli provenienti da studi su adulti con asma grave o su bambini con asma lieve/moderato. Le opzioni terapeutiche a disposizione possono essere sommariamente distinte fra due categorie: farmaci usualmente somministrati a dosi minori nell’asma meno grave e farmaci utilizzati per patologie diverse dall’asma. Nella prima categoria sono contemplati i corticosteroidi per via inalatoria ad alto dosaggio (fino a 2,000 mcg/die di budesonide o equivalente), i corticosteroidi per via orale, l’omalizumab, i beta-2 agonisti a lunga durata di azione ad alte dosi, la teofillina a bassi dosaggi e il triamcinolone per via intramuscolare. I trattamenti alternativi prevedono la somministrazione di macrolidi, ciclosporina, farmaci citotossici come metotrexate e azatioprina, i sali d’oro, le immunoglobuline per via endovenosa, la terbutalina per via sottocutanea e, nei soggetti sensibilizzati ai funghi, farmaci antifungini. È da sottolineare come molti dei farmaci sopra elencati non siano approvati per il trattamento dell’asma in età pediatrica (Bush et al., 2011). Ci si augura che tecniche di avanguardia come la proteomica e la metabolomica (Carraro et al., 2010) e sistemi innovativi di approccio biologico (Auffray et al., 2010) possano migliorare in un prossimo futuro la caratterizzazione fenotipica di questi pazienti ed indirizzare a un trattamento più mirato. Conclusioni e prospettive future Negli ultimi 15 anni c’è stata una generica mancanza di consenso tra gli esperti sulla definizione di asma grave. Molte delle incertezze sono dovute al fatto che gli studi, soprattutto in età pediatrica, sono pochi e che hanno utilizzato criteri di inclusione/esclusione non uniformi ed una nomenclatura a volte fuorviante. I bambini con asma difficile dovrebbero essere valutati sulla base di un preciso algoritmo. Al termine di questo protocollo, oltre la metà dei pazienti risulta avere un asma passibile di miglioramento. I bambini che invece continuano a presentare sintomi nonostante sia stata ottimizzata la gestione della malattia costituiscono un gruppo eterogeneo con differenti pattern di infiammazione e differente risposta agli steroidi. Per essi devono essere riservati piani di trattamento individualizzati. Al momento mancano studi di qualità sull’argomento e per di più la maggior parte dei farmaci alternativi non è approvata per età pediatrica. La caratterizzazione dei diversi fenotipi di asma grave è un requisito urgente per poter individuare le strategie terapeutiche più adeguate. La collaborazione internazionale è a riguardo fondamentale. Esperienze in tal senso sono al momento in corso. Box di orientamento • I bambini e gli adolescenti asmatici che non rispondono al trattamento con farmaci multipli a dosi elevate sono una minoranza, ma il coinvolgimento individuale ed il peso socio-economico della malattia è rilevante. • I pazienti con asma difficile devono essere inviati a un centro di riferimento per essere studiati attraverso l’applicazione di uno specifico algoritmo. • Al termine del protocollo pochi pazienti saranno da considerare affetti da “asma grave resistente alla terapia”. Per essi saranno previsti trattamenti individualizzati. • Studi collaborativi internazionali si rendono necessari per caratterizzare meglio i fenotipi dell’asma difficile e per individuare strategie terapeutiche più efficaci. Bibliografia Auffray C, Adcock IM, Chung F, et al. An integrative system biology approach for understanding of pulmonary disease. Chest 2010;137:1410-16. Bel EH, Sousa A, Fleming L, et al. Diagnosis and definition of severe refractory asthma: an international consensus statement from the Innovative Medicine Initiative (IMI). Thorax 2011;66:910-7. ** Questo articolo presenta un consenso internazionale sulla definizione e la diagnosi di asma grave in base alle più recenti acquisizioni per l’adulto e il bambino. Bossley CJ, Saglani S, Kavanagh C, et al. Corticosteroid responsiveness and clinical characteristics in childhood difficult asthma. Eur Respir J 2009;34:1052-9. Bousquet J, Mantzouranis E, Cruz AA, et al. Uniform definition of asthma severity, control, and exacerbations: Document presented for the World Health Organization Consultation on Severe Asthma. J Allergy Clin Immunol 2010;126:926-38. Bracken M, Fleming L, Hall P, et al. The importance of nurse-led home visits in the assessment of children with problematic asthma. Arch Dis Child 2009;94:780-4. Bush A, Hedlin G, Carlsen KH, et al. Severe asthma in childhood: a common international approach. Lancet 2008;372:1019-21. ** È il primo articolo della letteratura in cui viene formalmente proposto il termi ne di “asma problematico grave”. Vengono esplicitate le suddivisioni in “asma difficile da trattare” e “asma grave resistente alla terapia” sulla base di uno specifico iter metodologico. Bush A, Saglani S. Management of severe asthma in children. Lancet 2010;376:814-25. 104 ** L’articolo è una review molto dettagliata sul percorso clinico, le indagini e il trattamento da adottare in pazienti con asma grave in età pediatrica. Bush A, Pedersen S, Hedlin G, et al. Pharmacological treatment of severe, therapy resistant asthma in children: what can we learn from where? Eur Respir J 2011;38:947-58. ** È la revisione più aggiornata esistente sui trattamenti alternativi ai classici farmaci antiasmatici. Viene sottolineato il concetto che la maggior parte di questi trattamenti non è autorizzata in età pediatrica e che non esistono forti basi di evidenza scientifica sul loro uso. Carraro S, Cogo PE, Isak I, et al. EIA and GC/MS analysis of 8-isoprostane in EBC of children with problematic asthma. Eur Respir J 2010;35:1364-9. * Gli autori hanno valutato lo stress ossidativo in bambini con asma problematico grave e con asma ben controllato. L’8-isoprostano è significativamente aumentato nell’esalato di bambini con asma problematico, suggerendo uno specifico ruolo per lo stress ossidativo in questo fenotipo di asma. Chaudhuri R, Livingston E, McMahon AD, et al. Cigarette smoking impairs the therapeutic response to oral corticosteroids in chronic asthma. Am J Respir Crit Care Med 2003;168:1308-11. Chipps BE, Szefler SJ, Simons ER, et al. Demographic and clinical characteristics of children and adolescents with severe or difficult-to-treat asthma. 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