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Forte Village - Master Meeting

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Forte Village - Master Meeting
LA PAROLA ALLE AZIENDE
Una maglietta
piena di sprint
Luigi Gorgoglione, chiamato Gino da tutti quelli che lo conoscono, è un “ruspante” imprenditore del sud che da Barletta
ha conquistato l’Italia con una semplice T-shirt con un doppio
valore aggiunto: il nome spiritoso Monella Vagabonda e l’altissima qualità del manufatto. La griffe è diventata per i Vip, oltre che un indumento elegante, un segno distintivo
Fulvio Sodano
Luigi Gorgoglione tra
le sue modelle all’Hollywood di Bardolino,
Lago di Garda
ignor Gorgoglione, come
mai ha scelto di puntare
sulle maglie, uno dei capi
più apprezzati dell’abbigliamento femminile ma con
una concorrenza enorme...
«La risposta è una. Anzi due. Se un
imprenditore ha paura della concorrenza è meglio che si scelga un
altro mestiere. Come dire che non
si dovrebbe, che so, competere nel
mercato delle scarpe o, delle automobili, perché ci sono altre marche. Ma, per entrare nello specifico
del nostro prodotto, chiamarle maglie è riduttivo. Il bersaglio finale,
infatti, è un vero e proprio gioiello
fatto di particolare fashion e rifiniture di alta qualità. Insomma, dato
che mi piacciono i paragoni, si
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può bere un vinaccio sfuso ma anche una bottiglia di Sassicaia».
Monella Vagabonda: un logo insolito e originale. Però un linguista pignolo può osservare che
monella può essere senza dubbio una simpatica signorina che
delle regole un po’ se ne sbatte.
Per quanto riguarda vagabonda
l’affidabilità sul carattere va un
tantino a farsi benedire. In sostanza: la monella vagabonda è
una signorina trasgressiva con
indirizzo sconosciuto. D’accordo: la nostra è una provocazione
semantica ma lei cosa ne dice?
«Dopotutto noi vendiamo maglie e
spero che le nostre clienti non girino con il vocabolario nella borsa.
Comunque tornando alla sua anali-
LA PAROLA ALLE AZIENDE
si semantica c’è del vero: la maglia
Monella Vagabonda è dopotutto
insolita e originale come chi la indossa».
La casa madre di Monella Vagabonda è la GIELLE SrL di Barletta. Da questo capoluogo avete
conquistato tutta l’Italia. Come
ci siete riusciti?
«Con tre assi della manica: un team
attento composto da esperti, designer, stilisti, tecnici del settore, un
vecchio, sacrosanto proverbio che
recita “non si fanno le nozze con i
fichi secchi” e noi non abbiamo
certo lesinato negli investimenti
che ritenevamo necessari, e la mia
caparbietà che per alcuni è acume
imprenditoriale».
L’appetito vien mangiando. Non
ha pensato di passare all’intimo? Che magari è il primo passo per invadere anche gli accessori (scarpe, borse etc.).
«Vede, se io costruisco una casa
non penso al tetto mentre sto erigendo le fondamenta. Ora dedico
tutte le mie forze affinché i primi
piani siano solidi. Poi potrò pensare a salire, a immaginare nuovi settori collaterali. Certo, sono fortuna-
to perché il mio staff, dai dirigenti
alle maestranze, forma una squadra unita e piena di voglia di fare».
C’è una parola che oggi si ripete
in continuazione: globalizzazione. Attraversa non solo la politica e la società ma anche i mercati. Insomma non le è venuta
voglia di superare le frontiere e
vedere la ragazza di Shangai che
indossa Monella Vagabonda?
La globalizzazione, molto di moda,
è come un uovo: assai nutriente
ma da maneggiare con cura. Con
questa similitudine da saggio
orientale potrei chiudere perché è
già la risposta. Per spiegarmi meglio e senza metafore concludo dicendo che nel mio settore la globalizzazione nasce insieme al prodotto. Noi italiani abbiamo nel sangue il talento e la creatività, è una
nostra peculiarità: Monella Vagabonda: nata a Barletta, famosa in
tutta Italia, domani potrà essere
trendy per la ragazza di Shangai
che lei ipotizzava. Perché ha funzionato. perché è piaciuta. Perché
si è globalizzata da sola».
❏
Gino Gorgoglione con
Giulia Montanarini (a
sinistra) e alcune amiche
Bardolino, Lago di Garda. La Showgirl Giulia
Montanarini (nella foto
a sinistra) alla festa organizzata per festeggiare il terzo compleanno di Monella Vagabonda. Sotto, l’attore Edoardo Costa con
un’amica, la moglie (a
destra) e la cognata (a
sinistra) di Gino Gorgoglione
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