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Trasformati dalla sua risurrezione Interviste ad alcune mogli di
Notiziario trimestrale dell’Associazione Italiana Mogli di Pastori Avventisti
PASSO DOPO PASSO
Trasformati dalla sua
risurrezione
di Galina Stele
AIMPA IN...FORMA
Newstart: interviste e
informazioni
A CUORE APERTO
Interviste ad alcune
mogli di pastore
Numero 48
dicembre 2005
Care sorelle,
La fotografia 3
di M. Cavalieri Calà
PASSO DOPO PASSO…
Trasformati dalla sua risurrezione di Galina Stele
4
DEDICATO A TE... 8
AIMPA IN FORMA
Il Newstart, interviste e info
A cura di M. Cavalieri Calà
9
NOTIZIE 11
a cura di M. Cavalieri Calà
13
A CUORE APERTO
Interviste ad alcune mogli di
pastore a cura di M. Cavalieri Calà
questo è molto probabilmente l’ultimo numero del Bollettino Aimpa che curerò come redattrice e, nello scrivere queste parole, sento già molta nostalgia.
Desidero ringraziare il Signore e tutte voi per questa
esperienza così bella che ho potuto vivere collaborando
con l’Aimpa. Ho imparato molte cose, ma ho anche
potuto essere maggiormente in contatto con voi, cosa
che in passato non mi era mai capitata. I dialoghi per le
interviste, le lettere e le mail che ho ricevuto come redazione, mi hanno fatto molto bene a livello personale.
Ma nello scrivere queste righe, oltre alla nostalgia...
sarebbe ipocrita non dire che sento anche un certo sollievo! I miei impegni familiari e di lavoro sono cresciuti, e non riesco più a garantire l’uscita regolare del
nostro giornalino. Sicuramente il nuovo gruppo di lavoro che scaturirà dalle future votazioni della nostra Assemblea Aimpa, che avrà luogo in data da destinarsi,
potrà rinnovare queste pagine ridando loro la freschezza e la puntualità che meritano.
Ora, io ho questo privilegio: sfruttare questo breve editoriale per fare auguri, saluti e ringraziamenti. Non me
ne vogliate, ma è difficile resistere alla tentazione… E
non resisterò: voglio ringraziare i gruppi di lavoro coi
quali ho lavorato in questi anni. Menziono, una per
tutte, Lina Furnari, la nostra coordinatrice, per la pazienza che ha avuto nei miei confronti, quando qualche
volta ero scoraggiata e mi ha aiutata a trovare nuove
risorse. E poi abbraccio tutte voi, care sorelle, e concludo con un augurio che faccio anche a me stessa:
poterci riconsacrare quotidianamente al ministero
presso le chiese che ci sono state affidate dal Signore.
Che le nostre famiglie possano essere luoghi benedetti,
nei quali chi vive, chi frequenta e chi passa per caso,
possano trovare sollievo spirituale.
Che il Signore ritorni presto!
In Cristo,
Mariarosa Cavalieri
GIOCHI E RACCONTI 17
17
a cura di M. Cavalieri Calà
19 Torrone casalingo
a cura di E. Giottoli Lautizi
L’Associazione
Italiana Mogli di Pastori Avventisti (Aimpa),
con sede a Roma,
Lungotevere Michelangelo, 7
non ha scopi di lucro.
È patrocinata dall’Unione Italiana
delle
Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno e in modo specifico
dall’Associazione Pastorale,
allo scopo di assistere
la moglie del Pastore Avventista.
Comitato AIMPA
Coordinatrice nazionale: Lina Pesce
Segretaria: Eleonora Lautizi
Membri: Luna Alma Patricia,
Sutreva Fanny
Redattrice: Mariarosa Cavalieri
Recapiti utili
Sito internet: www.avventisti.it/aimpa
Redazione: Mariarosa Cavalieri
Via Quasimodo, 68
70126 – BARI
Tel. 080/5491353
[email protected]
2
bollettino aimpa
di Mariarosa Cavalieri
La fotografia
Questa foto mi è capitata per caso fra le mani qualche tempo fa e ho deciso di… indagare, perché mi era proprio piaciuta. Vorrei condividere con voi che leggete le semplici riflessioni che essa ha suscitato in me. Mi
dispiace che non possiate vederla a colori, ma essa ci racconta che nella Chiesa avventista di Ostia, i bambini e gli adolescenti (in tutto circa una ventina) sono stati riuniti a dicembre per un recital sulla natività. I più
piccoli hanno dedicato una poesia ai presenti, poi c’è stata la recita vera e propria, sul tema dell’umiltà con
cui dobbiamo avvicinarci a Gesù: il Signore ci ama così come siamo; noi vogliamo portargli dei doni, nel tentativo di ricambiare il suo amore, nel tentativo di dirgli: «Ti vogliamo bene, grazie per quello che hai fatto per
noi!». Eppure Dio ci ama così, con le nostre mani vuote.
Il programma è stato curato dalle animatrici della Scuola del sabato di Ostia, coordinate da Daniela Cioce
Castro, moglie di pastore, che per l’occasione ha preparato una bellissima scenografia. Le ho fatto qualche
domanda, e mi ha fatto piacere, anche a distanza di qualche mese, sentire ancora il suo entusiasmo per
quell’evento.
Alti e bassi: esperienze comuni
Molte di noi sicuramente hanno un album con foto come questa, foto che parlano di programmi realizzati in
chiesa. A volte la moglie del pastore riesce anche a organizzare dei piccoli, grandi capolavori, coadiuvata dai
collaboratori locali, coinvolgendo le fasce d’età più giovani della chiesa. A volte queste attività portano via
tanto tempo, tante ore di riposo, a volte anche un po’ di salute, perché qualche inconveniente ci fa amareggiare.
A volte vorremmo poter fare di più, ma per vari motivi il programma non riesce come avremmo voluto. Forse
l’anno prima ci trovavamo in una chiesa che abbondava di bambini e animatori, l’anno dopo siamo in una
chiesa dove ci sono solo quattro bambini e nessun animatore. Forse, ancora, lavoriamo in questi dipartimenti
di malavoglia, ci sentiamo svilite nel doverci occupare di un dipartimento in cui ci sono pochi collaboratori,
con un lavoro molto duro, che porta via tanto tempo ed energie, e di cui nessuno si accorge e di cui molti approfittano: o i bambini vengono parcheggiati dai genitori, o sono usati come abbellimento di attività, come se
fossero degli oggetti.
Sorgente di affetto e di vita
Qualche tempo fa fu chiesto a un pastore di partecipare al culto in un’altra chiesa. Doveva preparare il sermone, e la moglie decise di accompagnarlo con tutta la famiglia. Aveva pronto in tasca un messaggio biblico
per i bambini di quella comunità, da far precedere al sermone. Lo aveva scelto insieme ai suoi figli, fra i tanti
già raccontati nella propria chiesa locale. Quando,
però, la famigliola arrivò in quella chiesa, si accorse
che non c’era neppure un bambino. Eppure era domenica, non c’era scuola. I figli del pastore si accomodarono educatamente accanto alla loro mamma,
e ascoltarono il sermone del pastore, il loro papà.
Cercavano i versetti nelle loro Bibbie, seguivano le
parole sull’innario. Gli anziani presenti tra le panche
erano molto colpiti, e tutti, alla fine della predicazione, si diressero verso i figli del pastore e li riempirono di carezze e di baci.
Quando la famigliola ripartì in automobile per tornare a casa, tutti dissero, quasi all’unisono: «Non
c’erano bambini!». Quei bambini, con la loro presenza, avevano portato gioia e affetto in quella comuni-
bollettino aimpa
3
Editoriale
tà. Avevano suscitato abbracci, sorrisi e baci. Avevano forse portato le persone a riflettere sul fatto che forse
in quella chiesa mancava qualcosa: bambini e giovani.
Una chiesa che si apre all’altro
Ognuna di noi che legge può scavare nella sua memoria, recente o più antica, e ricordare una recita, un sermone, una festa, organizzate con il dipartimento della Scuola del sabato bambini o con l’Aisa. Spesso la moglie di pastore affianca il marito in questi dipartimenti, e bisogna dire che queste attività, in cui i bambini
partecipano alla vita di chiesa, sono proprio quelle che sensibilizzano la chiesa, la rianimano, toccano il cuore
dei presenti. Sono proprio quelle attività che portano in chiesa parenti e amici, venuti a vedere il loro cuginetto o il loro nipotino. In quelle occasioni, la chiesa locale si apre all’esterno, testimonando ai nuclei familiari,
che non sempre condividono la stessa fede. I bambini e i giovani portano vita, sorriso e testimonianza alla
chiesa. Cerchiamo di sensibilizzare la comunità di cui facciamo parte, ricordando a noi stesse e a tutti che i
bambini sono membri della famiglia di Dio e che, come tutti noi, hanno il diritto di poter adorare e testimoniare.
Parte della riflessione biblica mattutina presentata il 6 luglio da Galina Stele, direttrice dello
Shepherdess International and Mission Institute
nella regione Euro-Asiatica [foto di Gerry Chudleigh], alla 58^sessione della Conferenza Generale, St. Louis.
Tratto da ANN, traduzione
a cura di Mariarosa Cavalieri Calà.
«Non ci sarà più notte; non ci sarà bisogno di luce di lampada, né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli»
(Apocalisse 22:5).
F
u l’evento del primo secolo che non ne ebbe di analoghi negli anni a venire. Accadde un sabato mattina, durante le vacanze di Pasqua di un mondo governato dall’Impero Romano. Ma la sua influenza
superò tutte le barriere del tempo e le barriere di ogni nazione o stato.
Una delle tombe che si trovavano sulle colline rocciose non lontane da Gerusalemme, fu trovata vuota tre giorni dopo che un cadavere vi era stato posto. Ma la cosa più intrigante fu la spiegazione che ne fu
data. Questa spiegazione divise tutti coloro che vissero in quel periodo e che vissero in futuro, in due gruppi:
credenti e non credenti. Ci sono stati molti eventi di grande importanza nella storia umana, ma questo si differenzia da tutti poiché dà un destino diverso a tutti quelli che sono destinati a morire. L’intera storia umana
4
bollettino aimpa
Passo dopo passo...
sarebbe come un lungo tunnel buio che porta a un
precipizio, se non ci fosse quella domenica mattina,
se non ci fosse e quella tomba vuota.
E che cosa accadde quella domenica mattina?
L’orologio universale segnava l’alba, e i primi raggi
di sole cominciavano a lacerare l’oscurità che avvolgeva la terra come un velo denso. All’improvviso «…
si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore,
sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette
sopra. Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste
bianca come neve» (Matteo 28:2,3). Era giunto il
momento solenne. Le potenti scosse del terremoto
stavano scotendo il giardino; «I raggi splendenti della
gloria di Dio lo precedevano e illuminavano il suo
sentiero» e le schiere delle tenebre fuggivano via
[1]. Degli «angeli, eccelsi in potenza, custodivano la
tomba ed erano ansiosi di salutare il Principe della
vita» [2]. La grande pietra che sigillava la tomba fu
rimossa «come se fosse un ciottolo» [3] per mano
dell’angelo potente. E «… per lo spavento che ne
ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte» (Matteo 28:4). Quando questi soldati romani ritornarono in sé, essi «… uscirono tremanti dal giardino. Barcollando come ebbri si diressero verso la
città e raccontarono il fatto straordinario a tutti
quelli che incontrarono» [4]. E il Salvatore risorto
era nella tomba e stava piegando con cura il sudario
e le fasce di lino. Sembrava che l’atmosfera risuonasse della voce melodiosa degli angeli, che davano
il benevenuto al Signore dei signori. Sembrava che
le cicale notturne facessero eco a questi canti celesti e che centinaia di lucciole brillassero come piccole stelle, e che gli uccelli, risvegliati dai strani e
potenti colpi della terra, stavano cantando canti gloriosi al loro Creatore. Abbastanza tristemente, non
c’era un singolo credente a dare il benvenuto a Gesù nel giorno della risurrezione, alla tomba. Non sarebbe stato carino se il coro dell’intera chiesa di Ge-
bollettino aimpa
rusalemme, diretto dal famoso Pietro, gli avesse
dato il benvenuto, mentre usciva dalla tomba? Non
sarebbe stato bellissimo se uno speciale programma di benvenuto fosse stato preparato durante il
sabato per lui, se il trio di Galilea - Pietro, Giacomo
e Giovanni - fosse stato all’entrata del sepolcro con
rami di palma per glorificare il Signore e Salvatore?
L’orologio universale batteva l’ora della risurrezione
di Gesù, ma gli umani orologi mentali erano rimasti
indietro. Tuttavia parecchie persone di fede si affrettavano verso la tomba da diverse direzioni, nella
fresca oscurità del giardino del Golgota.
Prove del sepolcro aperto, della tomba vuota: è
risorto!
Tutte le potenze del cielo e della terra volevano che
Gesù restasse nella tomba. I sacerdoti e i capi lo
volevano là dentro. Un grande numero di guardie
romane erano state mandate perché egli restasse
nella tomba. Una grande pietra era stata rotolata
per chiudere l’apertura. Un sigillo romano era stato
apposto. «I sacerdoti fecero tutto quello che potevano perché il corpo di Cristo rimanesse dove era stato posto. Gesù era stato rinchiuso nella tomba come
se dovesse restarvi per sempre» [5]. Ma essi non
ebbero successo. Nell’intero universo non c’era potenza capace di trattenere Cristo nella tomba.
Nell’ora più buia che precede l’alba, i soldati romani
non poterono trattenerlo con le loro armi.
Satana voleva che Gesù restasse nella tomba. Vi
aveva posto di guarda una grande armata di angeli
malvagi. Stava facendo di tutto per trattenerlo in
prigione per sempre, in quel sepolcro. Ma non potà.
Nell’intero universo non c’era potenza capace di
trattenerlo nella tomba.
Tutte queste forze maligne e umane fuggirono
all’avvicinarsi dell’angelo potente. Gesù uscì dalla
tomba in risposta al suo potente richiamo: «Figlio di
Dio, vieni fuori. Tuo Padre ti chiama!» [6]. Egli uscì
attraverso la potenza della sua divinità «in virtù della
vita che aveva in se stesso» [7]. E mentre usciva in
maestà e nella gloria, gli angeli celesti si prostravano in adorazione davanti al Redentore, e lo salutavano con canti di lode [8].
Satana tremò. «Quando vide che Cristo usciva dal
sepolcro trionfante, si rese conto dell’imminenza della
fine del suo regno» [9]. Egli non poteva trattenere
Cristo nel sepolcro, ma decise di farlo restare morto
nella mente delle persone. Attraverso i secoli molte
teorie furono create per fare che Gesù restasse morto nella mente dell’uomo. False argomentazioni sono state suggerite contro l’evidenza della tomba
vuota. Studiosi e scettici dicevano che si trattava
solo di un complotto dei discepoli, che rubarono il
corpo e cominciarono a predicare la sua risurrezione. Altri insistevano che Cristo non era morto quando fu posto nella tomba; aveva solo perso conoscenza e, più tardi, tornato in sé per l’odore delle spezie
5
Passo dopo passo...
e per il freddo della tomba. Furono portate altre opinioni: la tomba vuota era una tomba sbagliata, perché Maria perse il sentiero nell’oscurità e Pietro e
Giovanni andarono anche loro al sepolcro sbagliato.
Altri insistevano: fu un’allucinazione dei discepoli e
non l’effettiva apparizione di Gesù risorto [10]. Altri
suggerirono che fu un mito creato dai discepoli, una
bella storia sulla risurrezione senza alcun significato
letterale.
Satana voleva che Cristo restasse morto attraverso
tutte queste teorie. Ma non potè, perché Cristo era,
invece, risorto. E l’evidenza delle Scritture e della
storia sovrasta tutte queste favole false.
I sacerdoti tremarono nell’udire il rapporto dei soldati sulla risurrezione di Cristo. I loro volti «… si
fecero bianchi come cadaveri» [11]. La Scrittura ci rivela quello che accadde: essi dettero «… una forte
somma di denaro ai soldati, dicendo: “Dite così: I suoi
discepoli sono venuti di notte e lo hanno rubato mentre
dormivamo» (Matteo 28:12-15). Inventando questa
falsità, i sacerdoti non si accorsero di cadere in una
grave contraddizione. Se i soldati «… stavano
dormendo, come potevano sapere ciò? E se fosse stato
provato che i discepoli avevano trafugato il corpo di
Cristo, non sarebbero stati i sarcerdoti i primi a
condannare le sentinelle?» [12]. D’altra parte i soldati
romani tenevano gli occhi bene aperti durante la
guardia, poiché addormentarsi poteva significare la
morte.
Quanto ai discepoli, essi non avrebbero avuto né le
forze né un movente per rubare il corpo. Essi erano
completamente scoraggiati, psicologicamente e
mentalmente demoliti. E inoltre, era proprio impossibile riuscire a rubare il corpo senza farsi notare.
Dunque, i discepoli non potevano farlo. I nemici di
Gesù non lo avrebbero fatto; avevano bisogno che il
suo corpo morto restasse nella tomba. Ma se lo fecero i sacerdoti per un qualche motivo, perché allora
non mostrarono il cadavere di Cristo come prova del
fatto che non era mai risorto? [13]
La Scrittura rigetta anche il secondo argomento.
L’idea che Gesù abbia semplicemente perso coscienza è contestata dal fatto che i soldati romani,
che avevano rotto le gambe ai due ladroni, non lo
fecero a Gesù perché lo videro morto (Giov. 19:32);
che un soldato lo trafisse con una lancia per essere
sicuro della sua morte. Che un centurione romano
fece rapporto a Pilato sulla morte di Gesù (Marco
15:44,45). Ecco perché Pilato permise a Giuseppe di
toglierlo dalla croce. E tutti quelli che incontrarono
Gesù risorto videro che il suo corpo era trasformato,
ma aveva sulle mani i segni dei chiodi e un segno
sul costato. Nonostante questo, non aveva bisogno
di un pronto intervento come accadrebbe per chiunque fosse stato frustato, crocifisso, ferito, disidratato, dissanguato.
6
La Scrittura rifiuta anche la terza argomentazione,
quella della tomba sbagliata. Pietro e Giovanni corsero davanti a Maria ed entrarono nella tomba giusta; riconobbero il sudario e le fasce di lino che avevano avvolto il corpo di Gesù (Giov. 20:6-8). Le donne fecero il percorso verso la stessa tomba perché
sapevano dove Gesù era stato posto: lo avevano
controllato il venerdì (Marco 15:47). A quel tempo le
tombe differivano in grandezza e stile, riflettendo lo
status delle famiglie [14]. Cristo fu sepolto nella
tomba di un uomo ricco, membro del sinedrio. Una
tomba simile non poteva essere confusa con altro.
Del resto, Giuseppe stesso avrebbe potuto chiarire
se quella fosse o meno la sua tomba. Egli sapeva di
certo la strada giusta, la giusta collocazione della
sua tomba.
La Scrittura disapprova la quarta supposizione sulle
allucinazioni: Gesù fu visto non solo dal piccolo
gruppo dei discepoli. Molte persone lo videro vivo in
momenti diversi e in luoghi diversi. Il Nuovo Testamento elenca dieci diverse apparizioni di Gesù a
diverse persone o gruppi [15]. Il gruppo più numeroso che vide Gesù vivo era composto da più di cinquecento persone. L’apostolo Paolo descrive: «Poi
apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei
quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni
sono morti» (1 Cor. 15:6). Molti considerano più affidabile questo fatto che se Gesù fosse stato con 500
persone separatamente, una per una. Come menzionato sopra, i discepoli non erano in uno stato provocativo di allucinazioni. Essi non sognavano di rivederlo, non si aspettavano che risorgesse. Ecco perché si spaventarono quando lo videro (Luca 24:37).
Ecco perché egli mostrò loro le sue mani e li convinse (Giov. 19:20,27). Tutto questo prova la sua risurrezione fisica e la sua apparizione personale a tutte
queste persone.
Quanto al mito, lo stile di tutti e quattro i Vangeli
differisce da quello di tutti i miti conosciuti. Il Nuovo
Testamento dedica molto spazio al tema della risurrezione di Gesù. Ci sono circa 150 versetti nei Vangeli, più circa 160 note aggiuntive sul tema negli
Atti degli apostoli e nelle epistole. In questi passag-
bollettino aimpa
Passo dopo passo...
gi, si fa riferimento a persone note, conosciute di quel tempo che avrebbero potuto facilmente contestare la
storia. Del resto, molti dei testimoni oculari erano ancora in vita. Inoltre, il tema della risurrezione di Cristo è
menzionato ventidue volte dall’apostolo Paolo [16] e nessuno considera questa epistola come mito, ma piuttosto come un documento storico. È interessante notare che anche quegli studiosi che non credono alla risurrezione sono d’accordo nel considerare un fatto storico che i discepoli di Gesù lo credessero risorto [17]. Essi
arrivano alla conclusione che l’apparizione di Cristo fu la fonte della loro fede [18].
Satana cercò con tutte le sue forze di far restare Gesù morto nella mente delle persone con tutte queste false
argomentazioni, ma fallì. Esse non potevano reggere di fronte alle chiare evidenze della Scrittura e della storia. Tuttavia, è necessario notare che la risurrezione di Gesù è un fatto di fede perché non ci fu nessun testimone oculare che lo vide mentre risorgeva. Ed è naturale, visto che Gesù era solo nella tomba [19].
Ma la cosa più notevole è questa: nessuno potrebbe spiegare il fatto dell’origine e della rapida crescita della
chiesa cristiana nella stessa città in cui tutti questi eventi accaddero. Sarebbe stato impossibile, se questi
eventi fossero stati solo un mito. Inoltre, una trasformazione radicale avvenne nei discepoli spaventati. E
questa è considerata come una grande prova della risurrezione di Gesù. Una trasformazione enorme nel modo di pensare, nella fede, nella consacrazione: essi erano pronti a dare le proprie vite per Gesù risorto. Questo sarebbe potuto accadere per un evento che non aveva mai avuto luogo?
[1] E. White, La speranza dell’uomo, Edizioni Adv, Falciani, 2002.
[2] Ibid., 779-781.
[3] Ibid.
[4] Ibid., 781.
[5] Ibid., 778.
[6] Ibid., 782.
[7] Ibid., 785.
[8] Ibid., 780.
[9] Ibid., 782.
[10] George E. Ladd, A theology of the New Testament (Grand Rapids , MI: William Eerdmans Publishing Company), 321-322.
[11] E. White, La speranza dell’uomo, Edizioni Adv, Falciani, 2002.
[12] Ibid., 782.
[13] Jon Paulien. The abundant life. Bible amplifier. A practical guide to abundant christian living in the Book of John (Boise, Idaho: Pacific Press Publishing Association, 1995), 267.
[14] Victor H. Matthews, Manners and customs in the Bible (Peabody, MS: Hendrickson Publishers, 1991), 128-129, 239.
[15] Apparizioni di Gesù secondo il Nuovo Testamento:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
A Maria Maddalena in un giardino vicino alla tomba (Mc.16:9-11; Gv 20:10-18);
Alla donna sulla strada dalla tomba verso Gerusalemme (Мt. 28:8-10);
A Pietro, la prima domenica; sembra che accadde prima di mezzogiorno (Lc 24:34; 1 Cor. 15:5);
Ai due discepoli sulla via di Emmaus, la domenica nel pomeriggio (Lc 24:13-35; Мc. 16:12-13);
A dieci (come minimo) discepoli e altre persone nella camera alta, la domenica sera (Мc.16:14; Lc 24:36-43; Gv. 20:19-25);
A dieci (come minimo) apostoli più Tommaso (e forse altri) una settimana dopo la risurrezione (Gv. 20:24-29; 1 Cor. 15:5);
A sette discepoli sulle rive del mare di Tiberiade, dove erano andati a pescare qualche tempo dopo la risurrezione (Gv. 21:1-23);
A più di cinquecento credenti che andarono a incontrarlo sulla montagna in Galilea, dove egli dette loro il grande mandato
(Мt. 28:16-20; 1 Cor. 15:6)[15];
9. A Giacomo, fratello di Gesù (1 Cor. 15:7);
10. Ai discepoli che divennero testimoni della sua ascensione dal monte degli Ulivi, vicino a Gerusalemme ( Lc. 24:44-49; Atti 1:8-11).
Ci potrebbero essere anche altre apparizioni di carattere riservato non menzionate nel Nuovo Testamento. Chissà, forse egli apparve a
sua madre e anche a Lazzaro e a Marta [15]
[16] Some considerations of the New Testament data relating to the resurrection and the observance of Easter in the Christian Church in
Great Sermons on the Birth, Death, and Resurrection of Christ, ed. by Wilbur M. Smith (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 1964), V.3,
7.
[17] Ladd, 320.
[18] Ibid., 322.
[19] Millard J. Erickson. Christian Theology (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 1990), 776.
bollettino aimpa
7
Pubblichiamo la lista dei compleanni del secondo semestre 2005. Se non trovate il vostro nome, segnalatelo
gentilmente alla Redazione. Grazie.
La marionetta
Luglio: Tanzini Sirri Osella (2), Barbuscia Giallanza Concetta (16), Lupu Irina
(21), Caricati Luna Alma Patricia (24),
Evangelisti Giachè Marisa (25), Rivoli
Romano Zenobia (25), Owusu Lucy (27);
Negrea Maier Gabriela (31)
Agosto: Scarcella Testa Letizia (12), Barbosa Cavalcante Lina (17), Calliari Calà
Maria Antonietta (20), Lupu Stànescu
Irina (21)
Settembre: Owusu Darkwah Lucy di
Albert (1),
Monachini Vuillecard Pascale (16), Zenzale Fernandez Graca Maria (23), Owusu Oppong Margaret di Sekyere Frank
(26), Verastegui Montero Elizabeth (5)
Ottobre: Gaudio Millet Claire (1), Marrazzo Ferraro Angela (1), Artigas Scuccimarri Sofia (3) Ehoussou Kakou Nianke
Maria (6), Castro Gennari Ivana (14),
Ferraro Ivaldi Giovanna (16), Battista
Guelfo Maria (19); Gutierrez Ferretti
Francesca (19), Caruso Marrocco Rita
(20); Cavalieri Lampacrescia Natalia (30)
Novembre: Benini Calà Angela (1), Fantoni Vaglica Maria (8), Fernandez Taruc
Emysol (8), Pispisa Vitanza Gloria (27),
Rivero Delameilleure Daisy (29).
Dicembre: Caputo Di Costa Elena (2),
Alma Magistà Simona (8).
8
Se per un istante, Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stracci, e mi regalasse un pò di vita…
Forse non direi tutto quello che penso, ma in definitiva
penserei tutto quello che dico.
Darei più valore alle cose, non per quello che valgono, ma
per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più; ho saputo che per ogni
minuto che chiudiamo gli occhi, perdiamo 60 secondi di
luce.
Andrei quando gli altri si fermano, mi sveglierei quando
gli altri dormono, ascolterei mentre gli altri parlano, e…
come mi godrei un buon gelato al cioccolato!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, mi vestirei in modo
più semplice, mi sdraierei subito sotto il sole, lasciando
allo scoperto non solo il mio corpo ma anche la mia anima.
Ah, se avessi un cuore….
Scriverei il mio odio su il ghiaccio e aspetterei che uscisse
il sole. Dipingerei con un sogno di Van Gogh, sulle stelle,
un poema di Benedetti; e una canzone di Franco Battiato
sarebbe la ninna nanna che offrirei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei petali…
Ah, se avessi un pezzo di vita…
Non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente
che le voglio bene, che la amo.
Convincerei ogni singola donna, ogni singolo uomo che mi
sono cari, e vivrei innamorato dell’amore. Agli uomini
dimostrerei quanto hanno sbagliato a pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che
invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino darei le ali, però lascerei che egli imparasse a volare.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma quando si dimentica.
Ho imparato tante cose di voi uomini!
Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere in cima a
una montagna, senza sapere che la vera felicità è nella
maniera di affrontare la salita.
Ho imparato che quando un bimbo appena nato prende,
con la sua piccola manina, per la prima volta il dito di
suo padre, l’ha preso per sempre.
Ho imparato che un uomo ha diritto di guardare un altro
uomo dall’alto, unicamente quando lo deve aiutare ad
alzarsi.
… Sono tante quelle cose che ho potuto imparare da voi
uomini…
Però non mi servirà a lungo, perché quando mi metteranno dentro questa valigia, purtroppo sarà finita.
bollettino aimpa
in
Rubrica sulla salute
N
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Intervista al pastore Dott. Lucio Altin.
D. Lucio, le famiglie pastorali partecipano al New Start?
R. Alcuni hanno partecipato in passato. Attualmente i partecipanti sono
persone soprattutto non avventiste. La famiglia del pastore ha delle esigenze particolari, e forse in futuro sarà possibile organizzare una settimana Newstart rivolta particolarmente a essa. L’anno prossimo abbiamo il progetto
di fare un corso Newstart anche in primavera. Con me lavora un gruppo di
laici molto motivati, che si sono dati il nome di Semi di vita e che ruotano
intorno ad Alessia Venturoli e Manuela Lucarelli, le quali hanno partecipato
al corso Newstart organizzato in Norvegia e hanno riportato qui in Italia
quanto appreso.
D. Ritieni che sarebbe importante per una famiglia pastorale, vivere
l’esperienza del corso New Start? E Perché?
R. Sì, lo ritengo importante per due ragioni: la prima è che il percorso che si
fa durante una settimana è di disintossicazione fisiologica, emotiva, mentale
e spirituale e… di solito i pastori e le loro famiglie non hanno abbastanza
cura di se stessi, quindi sarebbe un’occasione per prendere seriamente la
propria salute a livello globale.
La seconda è che, questa automaticamente, diventa un’esperienza formativa, perché allarga gli orizzonti, elimina pregiudizi su fanatismi ed eccessi,
aumenta le conoscenze scientifiche nei vari campi che vengono trattati, permette di approfondire un principio biblico ed i veri consigli di E.G. White. Inoltre diventa un’occasione per riportare nei distretti aria fresca e allargare gli orizzonti anche nelle comunità.
Il pastore
Lucio Altin
bollettino aimpa
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Aimpa in forma: Corso Newstart
I
ntervista ad Alessia Venturoli, una giovane che fa parte
del gruppo “Semi di Vita”.
D. Alessia, qual è il tuo ruolo nel corso Newstart? chi sono i “Semi di Vita”?
R: Il gruppo Semi di Vita riunisce circa una ventina di giovani (se per giovani si intendono anche gli over-35!!) appassionati di
medicina dello stile di vita e dell'opera medico-missionaria, che dal novembre 2003 hanno cominciato a incontrarsi regolarmente
a Bologna. Molti sono "professionisti della salute" (medici, psicologi, infermieri, fisioterapisti, cuoche, una biologa, un'esperta in
scienze naturali...) ma tutti hanno, in generale, la stessa passione! Alcuni di questi giovani avevano fatto l'esperienza del programma Newstart organizzato da Lucio e Daniela Altin a Casuccia Visani, mentre altri hanno potuto toccare altre realtà oltre confine
(ristoranti vegetariani, centri di salute, scuole di formazione medico-missionaria) che li hanno arricchiti molto.
Quest’ultimo è il mio caso. Da anni sognavo di vedere sorgere in Italia iniziative di questo tipo, e ora questo sogno si sta avverando. Ho il privilegio di aver organizzato con altri ragazzi del gruppo alcuni dei nostri incontri formativi (abbiamo avuto
come ospiti il fondatore dell'istituzione norvegese
"Heartgood Foundation" ed il presidente dell'OCIEuropa, l'associazione centrale che raggruppa in Europa
le iniziative di questo tipo) e poi l'ultima settimana-salute
tenutasi a Poppi agosto scorso. Il mio ruolo specifico in
seno al programma Newstart è quello di fisioterapista.
A proposito, chiunque volesse contattarci per collaborare
con noi nelle prossime due iniziative (2 settimane-salute,
una in primavera ed una in agosto 2006) può contattarmi
attraverso la Redazione del Bollettino Aimpa.
D. Riassumi la giornata di un partecipante al corso Newstart
R: La giornata tipo del corso Newstart si suddivide in momenti
pratici e momenti più teorici. Dopo la ginnastica mattutina e la
colazione c'è un momento di meditazione spirituale che precede
il seminario medico-informativo. Segue una bella passeggiata
e il pranzo. Chi durante il mattino non ha ricevuto il massaggio e il trattamento idroterapico, li riceve nel pomeriggio.
Dopo il seminario psicologico c'è il corso di cucina (non
ogni giorno), la cena ed il programma serale (a volte
più ricreativo, a volte di approfondimento dei temi trattati durante i seminari).
D. Hai un'esperienza particolare da raccontare?
La settimana Newstart ha significato tantissimo dal punto di vista umano tanto per i nostri ospiti
(una ventina provenienti da tutta l'Italia,
quasi tutti non avventisti) che per lo
staff… Non dimenticherò mai le parole di
gratitudine piovute su di noi durante il
nostro ultimo incontro. Le parole pronunciate da tutti sono state: "Grazie, abbiamo
ricevuto una cura e un calore provato raramente durante la nostra vita".
Forse l'esperienza più toccante fra le numerose accadute (è stato davvero un "newstart",
un nuovo inizio per tutti) è quella di Franco,
sposato "infelicemente", professionista divorato dal lavoro,
dal volto teso, mai sorridente… che, durante il soggiorno,
ricominciò lentamente a sorridere, a rilassarsi, a tessere
contatti con gli altri, a vivere… Durante la serata iniziale,
in cui ciascuno doveva definirsi usando il nome di una
pianta o di un animale, Franco scelse la noce, dicendo
che si sentiva così… Alla fine del percorso insieme, si
paragonò invece a un animale, a testimonianza di
quanto quei giorni lo avessero cambiato dentro! In quel mo-
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bollettino aimpa
Aimpa in forma: Corso Newstart
mento non riuscii a trattenere le lacrime, che scorrevano anche sul volto di Franco e di altri...
D: Raccontaci della tua esperienza Newstart in norvegia: che cosa ti ha dato?
R: L'esperienza norvegese è stata, ancor prima che un periodo di formazione professionale, una bellissima esperienza umana.
Vedere come semplici cristiani, peccatori sostenuti dalla grazia e dall'amore di Dio, ricchi di gratitudine, si consacrano completamente al servizio del prossimo per amore di Dio, è stato d’ispirazione enorme. La consapevolezza che l'opera medico-missionaria
sia "il braccio destro dell'evangelizzazione", come del resto scrisse Ellen White tantissimi anni fa, si è radicata in me in modo indelebile. Oggi il bisogno della gente è legato alle condizioni sempre peggiori della loro salute, ed è qui che li si può incontrare: immediata è l'apertura del loro cuore a chi li cura e a chi cerca di trasmettere loro l'amore di Dio attraverso i rimedi naturali e la
cura della salute.
Dall’ultimo Bollettino Aimpa sono passati ormai alcuni mesi.
La Redazione ha deciso, per questo ultimo numero a cura del comitato uscente, di
pubblicare le belle notizie relative alle famiglie pastorali così come le ha apprese dalla lettura del Bollettino d’informazione avventista.
Nascite
Torino. Sabato 10 luglio, alle ore 4.20, è
nato Fabio-Matteo, figlio secondogenito di
Irina e Corneliu Benone Lupu. Il piccolo
alla nascita pesava 3,280 grammi. I genitori e la sorellina Bianca ringraziano il Signore per il suo dono meraviglioso.
Jesi. Martedì 16 agosto, alle ore 22.15,
nell’ospedale “Salesi” di Ancona, mamma
Stefania ha dato alla luce il piccolo Giacomo Abiusi che pesava chili 3,850. Auguri
al fratellino, Giovanni e a mamma e papà.
I
l 2 dicembre è nato Marco Alejandro Sciarabba, figlio di Sonia Badenas e del pastore Davide Sciarabba. Flavia, la sorellina, e molto contenta di fare la
mammina, come si vede dalla foto. Per la famiglia Sciarabba, quest'anno è stato pieno di benedizioni. Prima di
tutto questa nascita, ma anche il fatto che Sonia ha conseguito il Master in Français Langue Etrangère (diploma
per insegnare il francese a livello universitario agli stranieri) e Davide sta svolgendo il ministero di capellano
presso la nostra scuola di telogia a Collonges. Nel frattempo sta studiando per in vista di un Master in Educazione, offerto da Sagunto. Sonia e Davide ci augurano
buone feste a tutti.
Pompei. Mercoledì 8 giugno è venuta alla
luce la piccola Ilaria (di 3,275 kg). A lei e
ai suoi genitori, Marcia Peterson e il past.
Claudio Calà, facciamo i nostri più cari
auguri di grandi benedizioni da parte del
Signore.
bollettino aimpa
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NotizieNotizieNotizie
Matrimonio
Sesto S. Giovanni. Samuele
Furnari ed Elena Mudranincova
hanno coronato il loro sogno
d’amore. Si erano incontrati
durante il congresso dei giovani
in Polonia ed era stato amore a
prima vista. Più il tempo passava, più si rendevano conto di
essere fatti l’uno per l’altra. E
finalmente il 10 luglio, nella
chiesa avventista di Trencin, in
Slovacchia, paese della sposa,
si sono uniti in matrimonio.
Erano presenti, in una cornice
piena di fiori, parenti e amici. Il
papà dello sposo, past. Lillo
Furnari, ha rivolto un messaggio molto sentito a Samuele ed
Elena che avevano scelto un
testo significativo per segnare la
loro vita a due: “Quanto a me e
alla mia casa serviremo l’Eterno”.
Fin dai primi momenti, il loro desiderio è stato quello di onorare Dio e di servirlo con la loro vita e
nella loro famiglia. Una seconda cerimonia è stata celebrata il 24 luglio nella chiesa di Sesto San Giovanni per i fratelli e gli amici che non sono stati presenti in Slovacchia.
Roma Ostia. Congratulazioni al nostro past. Pino Castro per il dottorato di ricerca in psicologia, con specializzazione in psicologia della religione, conseguito presso l’università pontificia salesiana della capitale. La tesi
presentata, intitolata “Religione e salute nella Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno”, è il risultato di un
grosso lavoro di ricerca e raccoglie il maggior numero possibile di dati su questo argomento.
La dissertazione è stata difesa il 14 giugno e ha ottenuto il massimo dei voti, 30/30 summa cum laude. Questo
sicuramente è stato un anno speciale per Pino che in aprile ha anche ricevuto la consacrazione, e per la sua
famiglia che lo ha sostenuto con pazienza e amore. Che il Signore vi benedica abbondantemente nella vita e
nel ministero per un servizio sempre più consacrato e proficuo.
Congratulazioni al pastore Pino Carbone. Dopo aver conseguito la laurea in sociologia, con il vecchio ordinamento, il past. Pino Carbone (pastore in Sicilia, missionario alle Isole di Capo Verde e in Amazzonia, responsabile Adra alla Divisione Interamericana, pastore a Lugano) ha conseguito una prima specializzazione post
laurea all’università degli studi di Urbino in Antropologia Socioculturale e religiosa che gli ha permesso di insegnare, in questi ultimi anni, alla facoltà teologica di Collonges-sous-Salève, sociologia della religioni.
Ora ha appena concluso una seconda specializzazione, con il massimo dei voti, in antropologia ed epistemologia delle religioni.
Scafa. Sara, figlia di Giuseppina e Paolo Todaro, pastore della chiesa di Scafa, il giorno 22 novembre ha presentato la sua tesi di laurea ed è stata proclamata dottore in scienze artistiche.
La tesi era in storia e tecnica della fotografia e il tema era “Visioni fotografiche, letterarie e cinematografiche a
confronto nell’America della grande depressione”, 1935-1940. Vivissime congratulazioni per questo importante traguardo raggiunto.
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bollettino aimpa
L’Assemblea amministrativa dell’Uicca, riunita a Bellaria
Igea Marina (Rimini), ha riconfermato l’incarico, assegnato
già il 25 aprile ma rimesso all’assemblea, dei pastori Daniele
Benini, presidente, e Roberto Iannò, segretario. Inoltre è
stato votato un nuovo tesoriere nella persona del pastore
Gaetano Pispisa. L’Aimpa rinnova le proprie congratulazioni
ai nuovi responsabili eletti, pregando che possano lasciarsi
guidare dal Signore nelle decisioni per la nostra chiesa. Oltre a questo, non possiamo non rivolgere un sentito ringraziamento al presidente e al segretario-tesoriere uscenti, i pastori Lucio Altin e Ignazio Barbuscia. Vogliamo esprimere
loro la nostra gratitudine per la testimonianza di una vita consacrata al servizio per la chiesa, anche quando questo ha
richiesto sacrificio e sofferenza. Li ringraziamo per il sorriso, la positività e la disponibilità che li ha caratterizzati. Preghiamo, cari Lucio e Ignazio, che il Signore possa continuare a benedire le vostre vite, e le care famiglie che rappresentate!
Anche nella gestione dei campi, come sapete, ci sono stati dei cambiamenti. Ecco come alcune mogli di pastori che
hanno ricevuto nuovi incarichi dall’Assemblea, hanno risposto alle domande della nostra Redazione.
D. Con la prima domanda, vorremmo chiederti di dirci in poche parole, qualcosa di te e della tua famiglia.
R: Calà Angela, moglie del presidente nazionale, pastore Daniele
Benini. Sono nata l’1 novembre 1962
a Lesina (FG). Le nostre figlie si chiamano Deborah e Monica.
Calà Anna, moglie del segretario
nazionale, pastore Roberto Iannò:
Sono nata a Lesina, ai piedi del Gargano, il 21 maggio 1964. I miei gioielli
sono Gianluca (13 anni) e Daniele (10).
Angela Calà con il presidente Benini Daniele e le loro figlie, Deborah e Monica
Lazzara Angela, moglie del pastore
Benini Paolo, presidente del Campo Siciliano: Sono nata a Mineo (CT)
il 20 gennaio 1054 e ho tre figli: Samuele (25 anni), Gianluca (19) e Annalisa (16).
Marrocco Rita, moglie del pastore Gioacchino Caruso, presidente del Campo Sud: Sono nata a Maglie,
in provincia di Lecce, il 20 ottobre 1946. Ho due figli, Milena e Ivan.
Pesce Carolina, moglie del pastore Calogero Furnari, presidente del Campo Siciliano: Mi chiamo Carolina anche se tutti mi conoscono con il diminutivo di Lina, Lina Pesce Furnari. Sono nata in un paese della Calabria
56 anni fa. Abbiamo tre figli: Silvia, che ci ha reso nonni di una bellissima bimba di nome Naima, Samuele, sposato
da poco e Sara che ancora studia. Ringrazio Dio per questi figli e la bella famiglia che mi ha dato.
Piellucci Adriana, moglie del presidente del Campo Centro, pastore Vincenzo Mazza: Sono nata il 16
gennaio 1947 a Sora (FR), una cittadina del basso Lazio, sotto gli Appennini, confinante con l'Abruzzo. I miei figli
bollettino aimpa
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A cuore @perto
Fabian e Andreas, sono nati entrambri in Germania, a Wiesbaden
e Stuttgart. Con Vincenzo siamo sposati dal 6 agosto 1972.
Vitanza Gloria, moglie del pastore Gaetano Pispisa, tesoriere nazionale Uicca: Gaetano e io abbiamo tre figli: Settimo
Giuseppe, di Tamara e di Daniele; sono nata a Mirto, Messina, il
27 novembre 1944.
D. Raccontaci che cosa hai provato quando hai appreso la
notizia dell’incarico proposto a tuo marito. Con quali sentimenti ti avvicini all’incarico che gli è stato affidato?
R. Angela C: I momenti che precedono un’assemblea sono pieni
di aspettative e di paure che in seguito mutano e si trasformano.
Le aspettative si trasformano in senso di inadeguatezza, le paure
in consapevolezza. Ho subito pensato alle mille responsabilità che
sarebbero gravate su Daniele e al prezioso e oneroso compito che
la chiesa gli ha affidato.
Le responsabilità comportano impegno e costanza. Noi non operiamo in un settore qualunque, queste due caratteristiche non sono sufficienti a portare avanti l’opera del Signore. Mi auguro che
la fede e la speranza lo accompagnino nel suo ministero perché
senza di esse siamo impotenti, ma con esse diveniamo argilla nelle
mani di un eccezionale vasaio.
Anna: Non è stata una notizia che ci ha presi alla sprovvista. Da
aprile abbiamo avuto modo di parlare con i nostri figli e cominciare ad abituarcia lla eventuale possibilità di un trasferimento, se
avessero confermato l’incarico a Roberto. Devo dire che questo
La famiglia Iannò
tempo, compreso quello che avremo fino a giugno, ci ha aiutati,
soprattutto Gianluca, che fa molta fatica a lasciare gli affetti, ad
accettare più serenamente il distacco dalla chiesa di Padova e Monselice. Daniele, nonostante sia dispiaciuto, ha cercato un lato positivo: questo lo ha visto nel fatto che Roma è abbastanza vicina alla sua “bella Gaeta”, sua città natale.
Di fronte all’incarico che gli è stato affidato, l’unico sentimento che riesco a provare in questo momento è un senso di
inadeguatezza. Finora sapevo molto bene quale fosse il mio ruolo in quanto moglie di pastore, perché è qualcosa che
ho maturato negli anni e che ormai fa parte di me. Ora non so che cosa mi aspetta, di certo, però, so che il Signore
me lo mostrerà.
Angela L.: Sono stata contenta dell’opportunità di continuare a servire il Signore in prima linea, ma ho capito subito
che questo avrebbe portato delle scelte complicate per la nostra famiglia: è molto difficile per noi, oggi, conciliare le
esigenze dei genitori anziani e bisognosi di presenza e di aiuto, e dei figli che sono cresciuti e hanno necessità sempre
maggiori, e a volte sempre più radicate all’ambiente in cui abbiamo vissuto in questi ultimi anni.
Rita: Dopo l’Assemblea la conferma dell’incarico come responsabile Campo Sud a mio marito non poteva che farmi
contenta. Mio marito ha inziato due anni fa, anche se lo aveva già fatto nel passato, ed è stato in stretta collaborazione coi suoi colleghi che gli ha portato delle soddisfazione. In questi altri cinque anni sarà fatto, con l’aiuto di Dio,
molto di più. Nella prima assemblea non ero presente ma lo ero nell’ultima insieme ai miei due figli. Come tutte le
mogli di pastore prima dell’assemblea ci sono momenti di incertezze, quando ci si aspetta di essere trasferiti da un
luogo all’altro. A dire il vero sono andata all’assemblea proprio per curiosità. Volevo sapere quanto prima dove sarei
andata a finire! Anche se, in fondo, ero già pronta al cambiamento. I miei sentimenti sono positivi, so già che faremo
delle belle esperienze come sempre è successo n tutti i posti in cui siamo stati. Non c’è nulla che mi possa far pensare
il contrario, perché so che il Signore ci guida e abbiamo ancora tante forze da spendere alla sua gloria.
Lina: Non posso negare che l’incognita di questa Assemblea abbia creato un po’ di tensione. Il rinvio a ottobre ha di
fatto allungato l’attesa di conoscere la nostra nuova destinazione. In ogni caso la fiducia nel Signore e il desiderio di
fare la sua volontà ci hanno sempre accompagnati. Circa la nostra nuova destinazione devo ammettere che avrei
preferito restare più vicino ai nostri figli. Abbiamo comunque accettato di servire dove il Signore e i fratelli ci hanno
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bollettino aimpa
A cuore @perto
chiesto di farlo, sostenuti dalla certezza che «le sue vie
non sono le nostre vie e i suoi pensieri non sono i nostri
pensieri». Dopo la perplessità dei primi momenti sarò
felice di seguire mio marito in questa nuova avventura, in
questa bellissima terra dove Lillo è nato. Sono certa che il
Signore ci accompagnerà e ci sosterrà per essere utili alla
sua opera. Noi siamo prima di tutto suoi servitori.
Adriana: Dopo l'Assemblea amministrativa di Bellaria
non mi sono particolarmente emozionata, in quanto Vincenzo aveva ricoperto nel passato il compito di Presidente
d'Unione e, prima ancora, presidente del Campo Sud.
Rita Marrocco coi suoi due figli.
Come potete immaginare, al sacrificio siamo stati abituati
Sotto, il pastore Gioacchino Caruso
da tanto tempo. Certo, non sarà facile gestire questa nuova responsabilità, ma il Signore ci sosterrà in questa nuova mansione, come daltronde ha sempre fatto.
Fede, pazienza e sacrificio sono indispensabili per portare avanti questo nuovo incarico, ma più di ogni
altra cosa vogliamo guardare avanti con serenità e la certezza che il nostro buon Dio sarà al nostro
fianco.
Gloria: La chiamata a lavorare, anche se indirettamente, nella vigna del Signore mi ha sempre commosso e mi commuove ancora ma, allo stesso tempo, mi fa un po’ paura, considerati i miei limiti; non
vorrei deludere le aspettative del mio "Datore di lavoro", ma sono convinta che se metto la mia mano nella sua e
cammino con lui, anche nei momenti più bui, riuscirò a non deluderlo e sarà fiero di me.
D. Che cosa possiamo chiedere al Signore per voi, in preghiera?
R. Angela C.: La società ci offre modelli facilmente imitabili, ma altrettanto pericolosi. Come chiesa dobbiamo proporci e metterci in gioco offrendo l’esempio di uno stile di vita che rende felici e che unisce la diversità. L’unità è forse
la componente più importante per riuscire a portare avanti il nostro compito. Dobbiamo ricordare l’esempio della
chiesa primitiva dove ognuno soccorreva e sosteneva l’altro senza riserve.
Come famiglia abbiamo bisogno che Dio ci dia la giusta sensibilità per capire Daniele, il dono della preghiera per
chiedere il suo intervento e fede per arrivare dove le nostre capacità cessano.
Anna: Vorremmo chiedere che… «La sua grazia ci basti»!! E poi, saggezza e fiducia per gestire al meglio la nostra
famiglia in questo momento di transizione in modo da trasmettere ai nostri figli stabilità e sicurezza.
Angela L.: Io vorrei chiedere al Signore una cosa sola, guardando alla situazione che abbiamo davanti: chiedere a
lui, con fiducia, di risolvere i problemi e di appianare gli ostacoli.
Lo ha fatto in passato, e lo ringrazio per questo, perché egli ha
sempre sorretto me e la mia famiglia fino a qui. Per il resto,
siamo in attesa del suo intervento e di vedere come opererà.
Lina e Lillo Furnari con la famiglia
bollettino aimpa
Rita: Sento di chiedere al Signore l’aiuto e la guida per sapere sempre che quello che stiamo
facendo è nei suoi piani oppure
no. E anche la protezione
dall’avversario. Come sempre il
Signore è stato al nostro fianco e
chiedo che lo sia non solo per
questi cinque anni, ma per tutto
il resto della nostra vita. Chiedo,
inoltre, le stesse cose per la nuo-
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A cuore @perto
va Amministrazione: che i loro progetti siano i progetti di Dio e non i loro, che possano lavorare uniti negli obiettivi e mettere insieme le forze per portare anime al Signore, perché il suo
ritorno è vicino. E a tutte le mie colleghe dico: Forza, il Signore è con noi. Andiamo avanti
sicure di essere sostenute da lui.
Lina: Il nostro desiderio è sempre stato quello di lavorare perché le chiese siano felici di
vivere la loro esperienza di fede per una testimonianza più efficace. Vorrei che il Signore ci
aiutasse a realizzare questo proposito. Personalmente sarò felice di essere più vicino alle
mogli dei pastori siciliani, se non altro potrò incontrarle più spesso.
Sicuramente il bisogno più grande è quello di ricevere la saggezza necessaria per il lavoro
che andremo a svolgere, la guida, il sostegno del Signore e la salute per la nostra famiglia.
Certamente non ci mancherà l’affetto dei fratelli siciliani, così come non ci è mancato
l’affetto dei fratelli del nord.
Per finire vorrei salutare e incoraggiare tutte le sorelle e le famiglie che si tra- Paolo Benini, presidente del Campo Nord
sferiranno. Conosco benissimo le incognite, penso ai problemi che devono affrontare i nostri figli, ai disagi di dover
smontare una casa, lasciare gli affetti familiari e dei fratelli di chiesa. Per questi motivi preghiamo le une per le altre
perché possiamo ricevere il sostegno necessario dal Signore per la soluzione dei problemi che si presenteranno e che
i nostri mariti possano trovare in noi il sostegno di cui hanno bisogno.
Adriana: Come sappiamo, il cristianesimo, oggi, per molti, è absoleto. A maggior ragione, la nostra testimonianza
deve essere forte, autentica e credibile, se vogliamo raggiungere questo mondo così secolarizzato. Una fede vissuta
nel quotidiano è la nostra arma vincente. Alle sorelle mi
sento di dire: ancoriamoci a Cristo e cerchiamo di servire la
sua chiesa, ognuna secondo le proprie capacità, che il Signore ci ha date, anche se fossero sole dei consigli. Grazie
delle vostre preghiere. Voglia il Signore rendermi umile e
piena d'amore per gli altri, in particolar modo per la mia
famiglia.
Gloria: Preghiamo le une per le altre, preghiamo per i fratelli che dirigono la chiesa del Signore in Italia, affinchè
siano umili e sottomessi al suo santo volere e che egli benedica la sua chiesa affinchè sia pronta a incontrarlo al suo
ritorno.
Adriana e Vincenzo Mazza
Ci scusiamo perché purtroppo, per un disguido, non abbiamo potuto pubblicare la fotografia
dei coniugi Pispisa né quella della famiglia del pastore Benini Paolo.
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bollettino aimpa
Ciao, amici! Sono ormai
arrivate le vacanze natalizie! Wow! Che bello! E
la cosa che preferisco è
mangiare tutte quelle
squisitezze: il panettone,
il pandoro, il torrone, il
panforte, i dolcetti…
Mmm! Pina, ti ricordi il
cenone dell’anno scorso?
Lo squalo Gigetto
L
a cura di M. Cavalieri Calà
Sì, e mi ricordo anche che
l’anno scorso hai avuto la nausea per tutto il primo dell’anno!
Certo, è bello festeggiare mangiando cose che ci piacciono,
ma dobbiamo fare attenzione.
Forse dovresti ascoltare i consigli dello squalo Gigetto. Sei
pronto?
(tratto da Tempo d’estate 1, Nicola Milano ed., p. 110,111)
o squalo Gigetto viveva in un immenso oceano ed era sempre allegro e tranquillo.
A differenza di tutti gli altri squali non mangiava i pesci del mare, ma si cibava solo delle dolci alghe.
Un giorno, tutti gli squali aspettarono Gigetto all’uscita dell’ottava grotta e lo accerchiarono. «Ciao, amici, cosa posso fare per voi?» chiese Gigetto.
«Devi smetterla di mangiare solo alghe, noi squali dobbiamo alimentarci solo con i pesci disse uno squalo dall’aria
minacciosa».
«Non posso, io adoro le alghe, sono così dolci!» spiegò Gigetto.
A quel punto tutti gli squali si avvicinarono sempre più allo squalo vegetariano con brutte intenzioni.
«Va bene, va bene» esclamò Gigetto «forse avete ragione… Per farmi perdonare vi invito a cena nella mia grotta».
Gli squali soddisfatti accettarono.
Gigetto preparò una cena squisita. Quando tutti ebbero finito di cenare, Gigetto domandò:
«Cari invitati, grazie per aver gustato i miei piatti, ma vi prego, ditemi sinceramente se sono stati di vostro gradimento».
«Oh, non solo ci sono piaciuti, vorremmo chiederti di diventare il cuoco ufficiale del regno degli squali»
affermò il grande capo, sorridendo e guardando con soddisfazione tutti gli ospiti».
«Oh, grazie, allora sappiate che tutta la cena era abase di alghe!».
E ora? Che cosa succederà? Volta pagina per scoprirlo...
bollettino aimpa
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Giochi & racconti...
Qual è il tuo cibo preferito? Disegnalo in questo spazio.
Conosci i nomi degli alimenti nelle figure? Quali
sono? Forse ti capiterà
di mangiarne, in questo
periodo. Buon appetito!
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bollettino aimpa
a cura di una suocera di pastore: Elena Giottoli Lautizi
Anche quest’anno proponiamo, in questo periodo di feste, la ricetta di una suocera di pastore!
Ringraziamo Elena per la gentile collaborazione. Una ricetta per chi ama sperimentare nuove cose,
mettersi alla prova come cuoca. Se qualcuna di voi la prepara, fateci sapere: ci presenteremo ad assaggiare questa squisitezza. Mi raccomando: non lo mangiate tutto voi!
TORRONE CASALINGO
Ingredienti
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300 g di miele
200 g di zucchero di canna o bianco a
velo
500 g di mandorle spellate e tostate
200 g di nocciole tostate in forno
3 albumi di uovo a neve
un pizzico di vaniglia in polvere
buccia grattugiata di due limoni non trattati.
bollettino aimpa
V
.Preparazione
ersare il miele in un recipiente
a bordi alti e cuocere a bagnomaria mischiando di continuo
con un mestolo di legno riservato ai dolci per un’ora. Se l’acqua del
bagnomaria diminuisce, aggiungere ancora acqua calda per non far perdere il
bollore e per far sì che si mantenga
sempre lo stesso livello. Aggiungere lo
zucchero e le chiare montate a neve e
cuocere per altri 30 minuti, sempre mescolando. Aggiungere
poi le mandorle, le
nocciole, la vaniglia e
la buccia dei limoni e
amalgamare bene il
tutto per altri cinque
minuti. Ne deve risultare un composto
consistente ma elastico. Tappezzare con
ostie il fondo di uno
stampo da plumcake.
Pareggiare bene e ricoprire con altre ostie
pigiando ben bene e
aspettando almeno
mezz’ora perché si
raffreddi.
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