INTERVISTA A FEDERICA FRATONI “Vi spiego come una donna
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INTERVISTA A FEDERICA FRATONI “Vi spiego come una donna
Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/2009 del 14 maggio 2009 Mensile di Approfondimento della Valdinievole e di Pistoia a Diffusione Gratuita Anno 1 - Numero 12 - Agosto 2010 Il terrore degli innocenti CLAMOROSO RETROSCENA DOPO IL PESTAGGIO “Mi hanno ammazzato di botte davanti a mio figlio Ma abbiamo ancora paura: quelli sono sempre liberi” INTERVISTA A FEDERICA FRATONI “Vi spiego come una donna dirige la Provincia” TUTTI GLI EVENTI, TRA SPORT E SPETTACOLO Un lungo tour nel paradiso del Mar Rosso di Simeone Clamori Il Giullare in vacanza La redazione de ”Il Giullare” è andata in vacanza e si è portata dietro il lavoro. Nelle foto, possiamo infatti vedere il nostro collaboratore Lorenzo Benedetti in giro per Londra con dietro una copia del giornale. Anche il direttore Andrea Spadoni si è portato la “sua” creazione addirittura fin sulla spiaggia. La foto de “Il Giullare” a Tokyo è, invece, opera di una nostra affezionata lettrice, Sara Cei. Solo un membro della redazione ha totalmente staccato la spina, come facilmente intuibile dai chupiti nella foto. Ai lettori il compito di scoprirne l’identità... Oltre ai villaggi, le spiagge affollate ed i reefs saturi di snorkelisti, il Mar rosso è sempre in grado di offrire angoli incontaminati di paradiso dove il turismo sembra non essere ancora approdato. Abbiamo navigato tra le isole dell’arcipelago di Gobal ed i reefs disseminati lungo il canale che divide il Sinai con la costa occidentale dell’Egitto, regalandoci così l’opportunità di riassaporare la tranquillità e l’integrità di quel Mar Rosso ormai dimenticato. Non resta che il ricordo di una vacanza indimenticabile, ma con la consolazione che bastano tre ore di volo per farvi ritorno. pen Dopo la valanga di mail con le vostre proposte per il viaggio de “Il Giullare”, siamo arrivati alla decisione. La località che avete in questo numero 2 il giullare in vacanza 3 giramondo 6 l’intervista 11 speciale donna Paese). L’offerta (unica e imperdibile) che 17 dialoghi abbiamo pubblicato in questa pagina è di 19 avis scelta voi (ma anche noi) era una città degli Usa. Ecco qua che abbiamo organizzato agosto 2010 un week end lungo a San Francisco, quarta città della California per numero di abitanti (dopo Los Angeles, San Diego e San Jose). Fa parte di una vasta area metropolitana (circa 7 milioni di abitanti, la quinta dell’intero quelle da prendere al volo e si riferisce al week end lungo del ponte dell’8 dicembre (Festa dell’Immacolata Concezione). Partecipare al viaggio de “Il Giullare”, vuol dire anche vedere tutte le foto ricordo sul numero che sarà pubblicato a gennaio, per un’esperienza unica. Per informazioni contattate la redazione (0572 386478) anche attraverso la mail [email protected] o l’agenzia “Pacific Travel” di Montecatini Terme: 0572 73028. A San Francisco con Il Giullare DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Spadoni - [email protected] CAPO REDATTORE Diletta Severi - [email protected] REDAZIONE Roberto Grazzini Luigi Scardigli Jacqueline Monica Magi Lorenzo Benedetti Lorenzo Vignali HANNO COLLABORATO Maurizio Carrara Rocky Rossini Thomas Buonanno Simeone Clamori Simone Gai Giacomo Ghilardi Elisabetta Rossi FOTOGRAFIA Cristiano Bianchi - [email protected] GRAFICA E IMPAGINAZIONE Eva Bugiani - [email protected] STAMPA Tipografia “Il Bandino” Bagno a Ripoli (Firenze) SOCIETÀ EDITRICE Il Giullare Editore srl Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009 Redazione de “Il Giullare” via Camporcioni est, 2 tel. 0572.386478 - email: [email protected] “Il Giullare” è visibile anche online all’indirizzo www.ilgiullare.com Cerca “Il Giullare” su Facebook Gene Gnocchi, il “Bugiardo” IL DIRETTORE Andrea Spadoni La piaga della (non) giustizia In questo numero abbiamo deciso di raccontare la storia di Renato Fabbeni, padre che, quasi un anno e mezzo fa, è stato pestato a sangue da alcuni extracomunitari, all’interno della Piscina Comunale di Montecatini. Qual è stata la sua colpa? Difendere il proprio figlio. Della vicenda, all’epoca dei fatti, se n’erano occupati i quotidiani del nostro territorio. Poi, come sempre accade, il silenzio assoluto. Renato, però, che ancora convive con dolori su tutta la faccia, deve forse trattenere anche la rabbia piu grande: sapere che i suoi aggressori, ancora oggi, sono in giro, in libertà. Il processo va avanti al passo di una lumaca e lui, ogni giorno, pensa che quelle persone potrebbero di nuovo incontrarlo per strada o, addirittura, raggiungerlo a casa. Cosi, per difendersi, e difendere il figlio, terrorizzato da quel pomeriggio da cani in piscina, controlla tutto con un impianto di videosorveglianza. E’ il prezzo da pagare per la (non) giustizia? Riflettiamo. 36 fuga di cervelli 38 il giullare web 39 la jeanseria 40 piatto ricco 41 la dispensa 42 il locale 43 talenti 44 fenomeni 45 il ritrovo 46 agenda Il popolare personaggio televisivo e comico Gene Gnocchi è stato il protagonista della 34° edizione del Campionato Italiano della Bugia. Gli organizzatori gli hanno infatti consegnato il titolo di “Bugiardo ad honorem” di fronte ad un pubblico numeroso e divertito. A Le Piastre Gnocchi ha fatto divertire e lanciato provocazioni: sul filone politico, ad esempio, ha affermato di aver acquistato su eBay da Angelino Alfano una copia della Costituzione visto che il Ministro della Giustizia non la usa. Il comico ha concluso con altre due bugie: una su Ryanair e l’ultima nella quale ha coinvolto addirittura l’attrice Angelina Jolie. Viale Forti Francesco 84 - Pescia - Telefono 0572 477955 il caso 20 la copertina 22 se avessi vinto le elezioni 24 c’eravamo tanto amati 26 voi come noi 28 sport 29 il personaggio 30 il ricordo 32 il calendario 34 l’evento 35 P6/l’intervista il presidente In politica se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna. M.Thatcher Andrea Spadoni foto di Cristiano Bianchi Federica Fratoni Ho scoperto la politica e mi sono innamorata chi è Federica Fratoni è nata a Firenze 8 giugno 1972. Dopo gli studi al Liceo Classico Forteguerri di Pistoia si è iscritta all’Università di Firenze, facoltà di Economia e Commercio, dove nel 1997 si è laureata con 110, presentando una tesi sul Centro di Sperimentazione Vivaistica (Cespevi), aggiudicandosi il secondo premio, l’anno successivo, del concorso Pancioli, indetto da Assindustria e Fondazione Cassa di Risparmio. Nel 2005 ha conseguito un master universitario in Organizzazione Industriale dei Servizi Pubblici Locali. Da oltre dieci anni lavora al Comune di Buggiano in qualità di Responsabile dei Servizi Finanziari. Fra i suoi interessi c’è sempre stato l’impegno sociale e politico, maturato definitivamente dopo l*incontro con l’ndimenticato Massimo Braccesi. Ha militato nel Partito Popolare Italiano e successivamente nella Margherita, fino a diventare Segretario Provinciale nel 2007. Il 14 ottobre 2008 è stata eletta all’Assemblea Nazionale Costituente del Partito Democratico, grazie alla straordinaria partecipazione di cittadini. Nel gennaio 2008, l’assemblea dei delegati del Comune di Pistoia, l’ha scelta come Segretario Comunale con il consenso del 77 per cento. Si definisce come una giovane donna normale che dedica molto tempo alla sua passione: la politica, intorno alla quale ruotano tutti i suoi interessi. Quando ha un po’ di tempo libero si dedica alla lettura di romanzi e ascolta musica jazz. Vive a Pistoia. Il Presidente della Provincia di Pistoia, Federica Fratoni, come non l’avete mai conosciuta. E’ la prima donna che ricopre questa carica nel nostro territorio. Una vita fatta di impegno politico nel segno dei valori democratici. Q uando si decide di intervistare il Presidente di una Provincia, in questo caso, ovviamente, Pistoia, già mettiamo in conto una trafila tra uffici stampa, collaboratori, segretari da superare prima di arrivare all’appuntamento. Invece lei, Federica Fratoni, 38 anni, la troviamo sempre in mezzo alla gente. Non fa la differenza il contesto: che sia un evento istituzionale o anche così, in un giorno come un altro, è facile condividerci un caffè al bar e una chiacchierata che, non per forza, deve snodarsi tra visioni politiche, problemi da risolvere, interventi da mettere a punto sul nostro territorio. Il Presidente, ed è troppo semplice, in questo caso ironizzare, con un gioco di parole, su un parallelismo in chiave berlusconiana, riesce a confrontarsi su tutto, che siano argomenti leggeri, cultura o che si approfondiscano le scelte che fanno capo alla carica istituzionale che ricopre. Diverso è l’approccio: sa ridere e scherzare e, improvvisamente, diventare una donna seria e tenace. Fuori dai suoi impegni politici, con lei c’è spesso anche il compagno, Daniele Bettarini, sindaco, al secondo mandato, di Buggiano. Insieme, da alcuni anni, condividono passione per la politica, militanza nel Partito Democratico e amore. Una relazione che non hanno mai tenuto nascosta, ma che, per la prima volta (e questo merito ce lo prendiamo) hanno reso ufficiale sulle pagine di un giornale, proprio attraverso «Il Giullare» (vedi n.1 - giugno 2009), in una simpatica intervista doppia. Un sorta di primato, come lo è per Federica Fratoni, l’investitura di Presidente della Provincia di Pistoia. E’, infatti l’unica donna in Toscana a ricoprire questa carica e la nona in Italia. Ce lo dice con orgoglio, appena la incontriamo, la mattina, P8/l’intervista nel suo ufficio, mentre organizza gli appuntamenti di una giornata piena di lavoro. Dopo l’intervista l’attende, infatti, una riunione di giunta. Capelli a posto e tailleur, ci accoglie con un aspetto particolarmente elegante e curato, consono all’immagine della donna di potere. Possiamo azzardare anche un paragone: la bella versione di Angela Merkel. «Non mi sento una donna di potere - precisa subito - so che ho una grande responsabilità nei confronti dei cittadini di tutta la Provincia. Per questo, ogni giorno, cerco di portare avanti il mio impegno credendo che la politica non sia una professione, ma un servizio. Per fare carriera potevo restare a dirigere i servizi finanziari del Comune di Buggiano». Donna e, per giunta, nemmeno quarantenne, ma già a capo di una Provincia. Una scalata politica molto veloce. Come è iniziato il suo percorso? «Mi sono avvicinata alla politica, grazie agli insegnamenti che ho ricevuto dall’indimenticato Massimo Braccesi. C’è sempre stato un legame importante tra le nostre famiglie e lui, quando era sindaco di Cutigliano e poi consigliere regionale, mi ha insegnato i valori della correttezza, della serietà e dell’impegno quotidiano in politica. Era il ‘92, l’anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio e di Tangentopoli, quando mi sono iscritta nel Partito Popolare di Martinazzoli. Successivamente sono passata alla Margherita, per traghettarla, insieme agli altri miei compagni, nel Partito Democratico. Che, alla fine, non è altro che il progetto che, negli anni ‘70, avevano iniziato Aldo Moro e Berlinguer». Prima è stata consigliere circoscrizionale a Pistoia, successivamente presidente e poi, l’elezione, l’anno scorso, a Presidente della Provincia di Pistoia... «Quando mi hanno candidata alle primarie del partito, non ero sicura di farcela. In corsa con me c’erano altre due donne molto valide: Daniela Gai e l’avvocato Cecilia Turco. E’ stata una bella soddisfazione, come la tornata elettorale contro Ettore Severi. Gli elettori mi hanno premiata al primo turno con un importante consenso. Smaltito l’entusiasmo iniziale, mi sono subito messa al lavoro. Ripeto, so di avere una grande responsabilità verso tutti i cittadini. Soprattutto in questo periodo storico, nel quale i nostri rappresentanti al governo non danno certo un bell’esempio, c’è bisogno di una politica pulita e concreta». A proposito, da un po’ di tempo, pare che nelle intenzioni del governo ci sia la volontà di ridurre il numero delle Province. Pistoia sarebbe una di quelle che potrebbero scomparire. Cosa accadrà? «Credo sia prettamente una questione demagogica del Centro-Destra. Niente di più. Le Province, in Italia, esistono da sempre e sono previste dalla Costituzione. La manovra, in effetti, non Nelle foto nella pagina a fianco vediamo Federica Fratoni con la famglia (in basso) e con l’ex premier Romano Prodi. In questa pagina, nella foto piccola qui a fianco, è insieme al consigliere regionale Caterina Bini. Nella foto grande un’immagine del Presidente nel suo ufficio della Provincia di Pistoia servirebbe a niente. Gli enti Province, costano allo stato tredici miliardi di euro all’anno. Riducendoli si risparmierebbe soltanto lo 0,8 per cento, dato che non graverebbero più nelle casse dello stato solo gli stipendi dei presidenti e dei consiglieri. Ma si dovrebbero, lo stesso, fare gli stessi interventi con i medesimi costi. Credo che sia più utile, invece, pensare in modo efficiente, allo sviluppo di un’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia che, attualmente produce il 50 per cento del Pil della Toscana e conta, circa, il 50 per cento della popolazione regionale». A Pescia, invece, qualcuno avrebbe voluto cambiare provincia e passare sotto Lucca, infiammando il dibattito politico di questa primavera... «E’ una vicenda poco reale, ma molto strumentale. Qualcuno, probabilmente, stava cercando un po’ di visibilità interna e, per questo, ha tirato in ballo la questione della provincia, dimenticandosi dei problemi più importanti, in primis la crisi economica che sta mordendo anche dalle loro parti. A questo proposito, insieme a Regione e amministrazione comunale, stiamo lavorando ad un progetto per il rilancio del Comincent. In più c’è da dire che Pescia fa parte a pieno titolo, da settantanni, della provincia di Pistoia e il nostro intento è proprio quello di migliorare sempre di più i collegamenti tra i vari paesi, con importanti interventi sulla viabilità,proprio a Pescia abbiamo investito per questo 7 milioni di euro, in modo che si possa abbattere il «muro» del Serravalle che, spesso, è più nella mente, che nella realtà. Restando sempre a Pescia, siamo molto attenti anche alle bellezze del territorio, come la Svizzera Pesciatina, dove stiamo investendo nella connettività, installando su tutta l’area la banda larga». Una sfida su tutte: combattere la crisi economica, in un periodo di sostanziosi tagli da parte del governo, alle casse delle pubbliche amministrazioni. Qual è la sua ricetta? «Stiamo lavorando su due filoni: sul reddito delle famiglie, cercando di sostenerle attraverso interventi diretti e accordi con gli istituti di credito, ma per parlare di atti concreti, prendiamo ad esempio il caso della «Call e call», dove siamo riusciti a far riassumere i 500 cassintegrati, mettendo a disposizione 500 mila euro per la formazione. Ad oggi è importante pensare, però, anche al dopo crisi e al rilancio del territorio. Con la Regione, abbiamo individuato diverse arree, addirittura 76, dove è previsto un importante insediamento produttivo. In Valdinievole, un esempio importante è quello della Cam- La Provincia di Pistoia non scomparirà. E’ solo demagogia del centrodestra porcioni. Infine è rilevante la nostra politica sul turismo: sulla montagna pistoiese, abbiamo ottenuto un contributo di 300 mila euro per salvare lo storico impianto della Doganaccia, grazie anche all’aiuto dei nostri rappresentanti in Regione, Gianfranco Venturi e Caterina Bini. E stiamo seguendo con attenzione anche il progetto di rilancio delle Terme di Montecatini». Con tutte le cose che ci sta dicendo, vuol dimostrare che le donne sono più brave a far politica degli uomini? «No, la politica c’è chi la fa con lo spirito giusto e chi invece pensa ai propri interessi, non c’entrano i sessi. E’ vero, però, che in Italia siamo un passo indietro rispetto a molti paesi europei sulla parità dei sessi in politica. Ancora esiste un po’ di pregiudizio». A Berlusconi, però, pare che piacciano le donne...anche in politica. Si fosse candidata nel Pdl, chissà quale posto avrebbero riservato per lei... «Non mi sembra che il Presidente del Consiglio abbia dato un bell’esempio, proprio in tema di donne. Nel Partito Democratico le cose si fanno per bene: le quote rosa sono previste dallo statuto in modo preciso e, prima di tutto, si valutano le capacità. Credo, comunque, che le donne, in politica abbiano quel pragmatismo e un po’ di sensibilità in più». Dicono che lavora tanto, ma la donna di casa la fa mai? «Mi piacerebbe, in particolare, cucinare per il mio compagno, Daniele, ma è il tempo che ci manca. Ed è anche per questo che facciamo ancora i fidanzati, nonostante l’età. Precisiamo, la sua». Lui sindaco, lei Presidente della Provincia, non sarà un po’ noioso parlare sempre di politica? «No, noi parliamo di tutto, condividiamo anche molte passioni. Ma è evidente che grazie alla politica abbiamo vissuto, insieme, le più belle soddisfazioni. Ci siamo conosciuti proprio in Comune a Buggiano, dove io ho lavorato per undici anni. E, per evitare una tua battuta, ti blocco subito, sul nascere: sono entrata a lavorare in Comune, vincendo un concorso al quale ho partecipato dopo la laurea in Economia e Commercio, alcuni anni prima di conoscere Daniele Bettarini. Va bene cosi?». Da bambina Federica Fratoni ci ha gentilmente concesso una foto di quando era ancora bambina. L’attuale Presidente della Provincia, è cresciuta a Pistoia. Il padre è stato un funzionario Asl, la madre insegnante. Mentre il fratello è un avvocato. E’ legata anche alla Valdinievole, dove ha lavorato per undici anni. La politica è un servizio, per fare carriera avevo già un ottimo lavoro P11/speciale donna Donne alla moda, donne controcorrente. Negli occhi hanno gli aereoplani per volare ad alta quota, dove si respira l’aria e la vita non è vuota. Donne - Zucchero LA PRIMA CITTADINA: Roberta Marchi e la sua passione per la politica LA PRIMA TIFOSA: Gloria Monti e la sua passione per la Pistoiese incontri in rosa LA PRIMA PRESIDENTE: Patrizia Angeli e la sua passione per il PesciaUzzanese ORGANIZZAZIONE EVENTI ’ l eccellente perfezione di un momento Organizza il tuo matrimonio curando tutti i particolari, dal ricevimento in location da sogno, l’abito da sposa e da sposo, le bomboniere, il servizio fotografico e video, fino al viaggio di nozze, personalizzando il vostro matrimonio rendendolo unico ed indimenticabile. Sarete i protagonisti del vostro sogno. Lasciatevi accompagnare in questa favola che vedrete magicamente realizzata grazie alla competenza, professionalità e serietà di Eventx. per informazioni: Elisa Buonanno - 348.6503542 www.eventx.it - [email protected] Quello che le donne dicono P12/speciale donna P13/speciale donna la miss il sindaco Diletta Severi Diletta Severi foto di Cristiano Bianchi “Donne e uomini non sono uguali: parola di sindaco” Roberta Marchi, primo cittadino di Pescia, ci spiega il ruolo della donna moderna e perché non deve esistere la cosiddetta “parità dei sessi”. “Si deve pensare anche alla carriera, ma mai a discapito della famiglia” Nella foto Roberta Marchi insieme al Consigliere Regionale Roberto Benedetti e al Ministro Altero Matteoli Angela con il fidanzato Manuel brindano alla fascia e al loro amore “E ora chiamatemi pure cicciona ma ricordatevi che sono una miss” Abbiamo incontrato Angela Scognamiglio ad un mese di distanza dall’incoronazione al concorso nazionale di Forcoli. Ha 33 anni, napoletana ed è fidanzata con Manuel Becchi, figlio del famoso Ramon. “S ì, qualche mattina mi è capitato di svegliarmi con la seria intenzione di mettermi a dieta. A pranzo, avevo già cambiato idea”. Parola di Angela, 33 anni per 170 Kg di mediterranea bellezza e napoletana simpatia, balzata agli onori della cronaca per essere stata eletta – sabato 31 Luglio a Forcoli (Pisa) – Miss Cicciona d’Italia 2010. Ha sbaragliato la concorrenza di altre trenta ragazze provenienti da tutto lo stivale, portandosi a casa anche la fascia di Miss Cinema. E pensare che Angela, non voleva neppure partecipare: “E’ tutta colpa del mio fidanzato e della suocera. Poi, tra un sì vado e un no non vado, ho deciso di andare. E menomale!”. Il suo sorriso è contagioso e la parlantina – ogni tanto scappa qualche espressione inconfondibilmente napoletana – inarrestabile: vorrebbe raccontarmi cento storie tutte insieme, è un fiume in piena. Ma anche se salta, continuamente, di palo in frasca, staresti ore ad ascoltarla, perché la sua esuberanza è quasi magnetica. I requisiti per partecipare al concorso erano pesare almeno 100kg ed essere abbastanza spigliate per potersi esibire su un palco, di fronte a 2500 spettatori: ci racconta che c’è chi ha improvvisato uno spogliarello, chi ha cantato, chi ballato. Angela avrebbe dovuto cantare ma le due canzoni che si era scelta, le sono state soffiate da altrettante concorrenti che si erano esibite prima di lei. E allora, senza perdersi d’animo ha mimato “Tu vuo fa l’americano”, ultima versione, suscitando l’ilarità del pubblico. Ci racconta che era arrivata alla gara con tre fette di torta nello stomaco (“praticamente digiuna”), evitando di fare le scale per paura di perdere anche solo un grammo: il titolo di Miss Cicciona, infatti, è assegnato esclusivamente in base al peso; le altre fasce, invece, sono assegnate secondo i criteri classici di un concorso di bellezza. E Angela, essendo la più pesante ed indubbiamente molto bella, di fasce se ne è aggiudicate due: “Sarò pure cicciona, però miss”, scherza su. La popolarità è arrivata immediata: ser- vizi da Studio Aperto, TG3, e TG5, ospitate a Uno Mattina e autografi da firmare (“il primo - ci racconta con un pizzico di incredulo orgoglio - l’ho firmato la sera stessa del concorso ad un bambina, uno a Roma ad una ragazza che l’ha poi regalato al fidanzato e il terzo ad un gruppo di boy scout”). Angela è un vulcano di energia: sa quello che vuole e come prenderselo. Ci racconta che una sera – quando ancora viveva a Firenze - aveva litigato per telefono con il fidanzato Manuel (titolare della Taverna Vin Vino di Borgo a Buggiano e figlio del notissimo Ramon). Non avendo più soldi per richiamarlo, e pur non avendo un euro neppure in tasca decide comunque di partire per raggiungere il ristorante e risolvere la questione amorosa vis à vis. Pullman fino alla stazione Santa Maria Novella senza biglietto, Firenze-Montecatini in treno senza biglietto, Montecatini-Borgo a Buggiano a piedi. Questo episodio può dare la misura della sua determinazione: come quella volta che, siccome Manuel (sempre lui) non voleva attaccarle una mensola, e non prestava minimamente ascolto alle sue richieste, per attirare la sua attenzione si è letteralmente seduta sopra di lui. Per Angela, il peso non è un problema (“vorrei essere più magra solo perché risparmierei nei vestiti”), anche se si rende conto che la sua salute potrebbe risentirne. Non si fascia la testa per una dieta non riuscita (“anche perché è proprio se mi stresso che mangio”) ed ha un rapporto molto equilibrato con la sua fisicità. Si dichiara pigra cronica e poco amante dei libri (“l’ultimo cosa che ho letto è l’oroscopo tre mesi fa”). Arriva, anche, il momento della serietà: “Nella mia vita, tranne il lavoro, non mi manca niente. Ho un cane, un gatto, un fidanzato e due splendide famiglie”. 170Kg di pura dolcezza. “F are politica, è una palestra di vita. Ed è servito anche al mio essere donna”. Parola di Roberta Marchi, primo cittadino del Comune di Pescia, che abbiamo incontrato in una calda mattinata di fine agosto, non per sapere da lei lo stato della sua città, ma per un confronto sincero, schietto e appassionato sul ruolo della donna sia nella politica – visto che è quella, la sua passione e il suo lavoro – sia nella società in generale. Ci troviamo di fronte una donna di successo, moglie e mamma, stimata e rispettata nel lavoro come nella vita privata, con le idee molto chiare su quello che deve essere il ruolo della donna moderna: “Le donne e gli uomini non possono pretendere di fare le stesse cose. Non deve esistere la parità dei sessi, ma la parità di diritto. Che, ad oggi non esiste visto che è difficilissimo per una donna fare carriera laddove, invece, per gli uomini è naturale. Non mi piacciono quelle donne che vogliono fare le “stronze”, le dure per imitare il modello maschile. La donna deve mantenere la dolcezza, la femminilità perché è lei quella in grado di portare equilibrio ed è sempre lei quella, per natura, abituata a mediare. E sono questi gli aspetti su cui deve puntare”. Nella sua lunga carriera politica, grazie ad un carattere mite e alla mancanza di protagonismo (“problema che affligge l’uomo in generale, ma ancor più l’uomo politico”), nonché a qualche trucchetto imparato negli anni (“Alle riunioni, per limitare le possibilità di far parlare di me, arrivo per prima e vado via per ultima”) non ha mai sofferto particolari discriminazioni. Anzi, quando ha cominciato la sua militanza nei partiti era l’unica donna in mezzo a tanti uomini, che l’hanno protetta e guidata quasi con senso paterno. Ci dice che, secondo lei, la politica non è per tutte le donne perché è pericolosamente messa a rischio la vita privata. “La consiglierei solo a chi ha, davvero, forti motivazioni. A chi ha già, comunque, maturato delle esperienze in questo campo. A coloro che hanno volontà di spendersi per la cosa pubblica”. Un segreto è, senz’altro, quello di capire che la carriera è una tappa provvisoria nella vita di una donna: “So – ci spiega – che il mio ruolo di sindaco è temporaneo. Oggi lo sono, alle prossime elezioni potrei non esserlo più. Questa consapevolezza tutela me e la mia priorità: la famiglia. Per questo, in vacanza spengo il telefono senza ansie inutili e riesco a delegare con tranquillità”. Ama il suo lavoro, ama fare il sindaco (“altrimenti non lo avrei fatto, visto che non ci sono grandi vantaggi né economici né di tempo”) perché, come ci ha spiegato all’inizio della nostra piacevole – ed istruttiva - chiacchierata non è stata lei a scegliere questa strada. E’ stata la politica, fin dai tempi della scuola, ad aver scelto lei. P14/speciale donna P15/speciale donna la tifosa Diletta Severi la manager Diletta Severi “Andare allo stadio non è solo roba da uomini” “Le quote rosa si facciano largo anche nel calcio” A ma cucinare e preparare cene per i suoi ospiti, lavorare a maglia e scrivere (solo per sé, perché è gelosa di ciò che compone). Predilige tutto ciò che è creativo, ma non le piace assolutamente fare la spesa. Fin qui, il ritratto è quello classico di una bella signora bionda in pensione che smessi i panni della lavoratrice, decide di dedicar dedicarsi con passione e successo alla casa. Invece, ciò che distingue Gloria Monti dal prototipo di casalinga tutta casa e faccende domestiche è un’ardente amore per i colori arancioni della sua Pistoiese. Amore che, da Nella foto la Presidente Angeli con il portiere del PesciaUzzanese Cristiano De Min C i sono delle passioni che crescono con noi. Passioni talmente grandi da diventare anche il nostro lavoro. Perché non c’è niente di più bello che svegliarsi la mattina ed essere felici di quello che si fa. Penso questo mentre parlo con Patrizia Angeli, la neo presidentessa del Pesciauzzanese calcio: perché dalla sua verve, dal suo sorriso, dalla sua vitalità si palesa tutto l’entusiasmo che mette nel fare le mille cose che affollano la sua giornata. Il calcio è, da sempre, uno degli ingredienti fondamentali della sua vita: da quando, cioè, si divertita a giocare nei tornei estivi in montagna e da quando ha diviso il suo cuore tra il rossonero e il viola (“il Milan è il Milan e la Fiorentina è campanilismo”). Poi, il figlio che aveva scelto questo sport non l’ha più fatta allontanare dagli stadi e da quattro anni segue da vicino, vicinissimo, le sorti del Pesciauzzanese: prima come amministratrice, poi come consigliera, ora anche come “presidentessa operaia”, usando proprio una sua espressione. Ovvero, una presidentessa che fa tutto (“non mi sembra di fare niente di più, rispetto a quello che già facevo l’anno scorso”, ci spiega) dal fare tesseramenti, al parlare con i genitori dei ragazzi più piccoli, fino a seguire il mercato della prima squadra. Un lavoro duro ed intenso – anche se divide la presidenza col signor Giacomelli, già patron lo scorso anno – ma che ripaga quattro anni, la fa essere presidente del Centro Coordinamento Club Arancioni, no fa. Mi hanno regalato una maglia”. Da vera tifosa non si lancia in pronostici affrettati (“voglio aspettare almeno le prime quattro/cinque giornate di campionato”), è cautamente fiduciosa ed estremamente curiosa di rivedere i “suoi” in campo. Esplosiva, simpatica, vitale Gloria ha un entusiasmo trascinante, e non è certo difficile immaginarsela fare il tifo allo stadio. Ecco cosa ha detto di lei chi la conosce bene, Stefano Baccelli addetto stampa arancione: “Sintesi di un passato di passione, di un presente di speranza e di un futuro certamente radioso”. E per il bene della Pistoiese e dei suoi tanti sostenitori, noi ce lo auguriamo. no un maggior senso di responsabilità e sanno placare gli animi. In generale, ma soprat- tutto nel mondo del calcio, l’uomo parte con la polemica, poi arriva ad una soluzione. Le donne, agiscono al contrario: prima si risolve, dopo si fanno le considerazioni”. E’ per questo che ha deciso di inserire nella società, in due distinti ruoli, donne. Le chiediamo, infine qual è l’obiettivo della squadra quest’anno: “Di solito si dice la salvezza – ride sotto i baffi, ricordando la stagione dello scorso anno in cui il Pesciauzzanese è arrivato alla fase play-off – però noi, certamente, non ci accontenteremo”. La caparbietà è, senz’altro, femmina. “Nella società moderna non esiste più il sesso debole: eliminiamo la discriminazione” foto di Linda Samoni dopo essere stata in passato anche la massima responsabile del club Orange Lady (solo donne, tutte amanti del calcio arancione). Un ruolo importante e di grande responsabilità, visto il progressivo allontanamento della città dalle vicissitudini sportive della Pistoiese: “Convincere i tifosi a tornare allo stadio – ci spiega – è la mia priorità. Anche perché, la squadra è ancora amatissima. Quando vado in centro per commissioni, perdo piacevolmente tutto il tempo a chiacchierare di Pistoiese con le persone che mi fermano. Vuol dire che ai pistoiesi l’amore non è passato”. Ma il suo impegno non è solo opera di convincimento: ci sono da organizzare le trasferte (“il lavoro più duro, c’è sempre qualcuno che ha da ridire sull’orario, o sul ritrovo, o su quello, o sull’altro”), le strenne natalizie per la squadra e la dirigenza, le cene con i giocatori ed i tifosi, e soprattutto, le manifestazioni benefiche (in collaborazione con l’associazione “Cuoriamoci”, ad esempio, o per raccogliere fondi a favore della lotto contro la SLA). La passione gliel’ha trasmessa Roberto Maltinti, portandola con sé allo stadio. Oggi, l’amore è talmente forte che parlare della partita col Mosciano (la sconfitta che ha sancito l’uscita dai play off, ndr) è quasi un tabù, perché la delusione è sempre troppo cocente (“Sono stata in lutto quindici giorni”), chiama i giocatori in campo per nome dagli spalti (“Allo stadio si sente solo me e il lunedì mi vergogno”), è - quasi impossibile saltare una partita (“manco solo ad ottobre, perché vado in ferie”). Mentre Gloria si perde nei meandri della memoria, raccontandomi aneddoti su aneddoti (sassaiola con la Massese in C1, il rigore che ha portato la promozione in B, la retrocessione) mi chiedo, e le chiedo, se sia mai stata penalizzata dall’essere donna in un mondo, per antonomasia, maschile: “Assolutamente no. Ho continui riconoscimenti ed attestati di stima e d’affetto. L’ultimo, a Siena durante l’amichevole di qualche gior gior- Angela con grandi soddisfazioni e gratificazioni personali. Le chiedo se è difficile, per una donna, vivere quotidianamente in un mondo storicamente maschile: “Ho un rapporto bellissimo con giocatori e staff – ci racconta – e ci sono massima stima e rispetto reciproco. Mi sono fatta conoscere e se mi hanno scelta come presidente, vuol dire che qualche merito me lo riconoscono”. Quasi a volermi dare conferma di questo, entrano in ufficio due giocatori della prima squadra per mettersi d’accordo con Angela sulla grigliata a casa sua del giorno dopo. Quando escono i ragazzi, mi dice: “Un gruppo di lavoro affiatato è alla base del successo. E’ lo spogliatoio che porta risultato”. Angela è anche convinta dell’importanza di un buon settore giovanile, foriero di campioncini per la prima squadra (“ecco perché l’Italia, ai Mondiali, ha fatto una figuraccia: non punta su un buon vivaio”, ci spiega da vera esperta): non a caso, tra i suoi primi interventi, c’è stato un investimento sui preparatori atletici. Poi crede, soprattutto, nelle donne e nel fatto che in alcuni specifici ruoli, siano più adatte degli uomini: “Le donne han- Se nel secolo scorso la psicopsico logia ha insistito sulla differenza tra i sessi e ha utilizzato il mama schio come norma di riferimenriferimen to, finendo per rendere la donna di Elisabetta Rossi inferiore, le ricerche più recenti ci Psicologa e Psicoterapeuta dicono che sarebbe sbagliato crecre dere che uomini e donne siano identici. Studi più recenti hanno il pregio di guardare al mondo dei giovani, futuri adulti di domani, in modo obiettivo, senza considerare che la vittima di un fatto violento debba essere per forza una donna. Negli anni della crescita insegnamo ai nostri figli che le femmine non si toccano, ma non insegnamo altrettanto alle nostre figlie. Ed è proprio questa nuova ottica che conferisce agli ultimi trattati un interesse particolare: in sostanza si tratta delle prime indagini capaci di non dare per scontato che la vittima sia sempre una donna e che il persecutore sempre un uomo. È di particolare interesse il fatto che, per raggiungere la parità in tutti i settori, anche il “sesso debole” debba passare per forza di cose da quelli che furono gli albori dello sviluppo del genere umano, quando vigeva la legge del più forte. Gli sforzi compiuti da numerose correnti culturali per eliminare il sessismo e la discriminazione sessuale non hanno reso l’uomo identico alla donna, per perché uomini e donne non sono diversi qualitativamente, ma quantitativamente nella gestione delle emozioni, nel modo di percepire la realtà, nell’uso del linguaggio e nella scelta di relazioni e priorità di vita. P16/speciale donna : e n o i z a p Emanci l’imprenditrice Diletta Severi a t a g a p a t una lot “Il nostro amore e anche gli affari corrono in bici” La passione per la bicicletta, tramandatale dal padre quando era piccola, l’ha accompagnata fino ad oggi che, ormai, è una donna. Ed è stata talmente tanto forte da diventare, persino, un lavoro. Monica Nannini è titolare, infatti, insieme al marito Gianfranco, di un’attività imprenditoriale giovane, ma già di successo, che si occupa di vendita e riparazione biciclette donna uomo e bambino, da competizione e da passeggio, a Ponte Buggianese. Raccontando la storia di Monica, diamo voce a tutte quelle donne che pur non rinunciando ad una propria realizzazione professionale non penalizzano, per questo, la famiglia. Ma, anzi, riescono a conciliare con successo – e non senza fatica – gli affetti con gli affari. “Non sono una femminista – ci spiega – ma devo ammettere che la donna che lavora ha un marcia in più, rispetto ad uomo. Dopo il lavoro, la giornata della donna non è finita: c’è da cucinare, mettere in ordine la casa, seguire i figli. L’uomo, finito il lavoro deve badare solo al divano”. E di figli, Monica ne ha ben tre: Shila, la grande (19 anni), Danny il mezzano (16 anni) e il piccolo P17/dialoghi Gregory di due anni. “Se rinascessi vorrei essere uomo – ci confida – per i vantaggi di cui ti ho appena parlato. Anche se l’aspetto negativo sarebbe non poter fare figli”. Ci racconta di non aver mai incontrato ostacoli nel suo desiderio di intraprendere la via imprenditoriale; l’unico pregiudizio – se così si può definire – l’ha subito quando era piccola: voleva correre in bicicletta ma non glielo hanno permesso (“poi ti vengono le gambe storte”, le dicevano). A quei tempi, già fare sport era un lusso concesso a pochi, figurarsi poi uno sport tipicamente maschile. La coraggiosa scelta di mettersi in affari è stata dettata sia dalla sua storica passione, sia dalla voglia di lavorare fianco a fianco con il marito, anche lui appassionato delle due ruote. Scelta azzeccata perché ci garantisce che, a differenza di quanto si pensi comunemente, il lavorare col proprio compagno è un vantaggio per il rapporto. D’altronde, lo diceva anche Cocciante: “Passeggiando in bicicletta accanto a te (…) io mi sto sempre più innamorando”. Gioie che parlano per te Via Libero Andreotti, 13 51017 - Pescia (PT) telefono 0572 47085 [email protected] Sono convinta che la più grande rivoluzione di ogni tempo è l’emancipazione della donna, la sua lotta per la conquista dei propri diritti. Lotta che non si è ancora conclusa e la strada da fare è tanta, anche se nel mondo vi sono realtà in cui certamente la situazione della donna è buona e ormai su un livello di totale parità con l’uomo. La globalizzazione impone però di guardare oltre che alle poche realtà di parità anche alle realtà maggioritarie, quelle in cu vi sono ancora tante conquiste da fare. Di questi mesi è l’evidenza di situazioni tragiche come la condanna a morte di donne sospette di adulterio in alcuni paesi islamici, paesi in cui la condizione della donna è tale che vi sono alcuni di essi in cui le donne non hanno ancora diritto di voto. Non si parla solo di velo, guidare l’auto o libertà di vario genere ma del diritto fondamentale di un cittadino, quello di scegliere i propri rappresentanti: le donne in ben cinque nazioni del mondo dell’Asia e dell’Africa ancora non votano. Ma anche qui da noi in Italia le conquiste da fare sono ancora molte. Negli ultimi quaranta anni le conquiste sono state tante, le giovani ragazze non si rendono conto di cosa fosse l’Italia del pre sessantotto, quando non esisteva la legge sul divorzio, quella sull’aborto, il nuovo diritto di famiglia, conquiste che le giovani credono esistenti da sempre, ma che sono costate anni di lotte. Negli ultimi trenta anni le donne hanno conquistato posizioni che prima non erano pensabili, sono entrate in polizia, in magistratura e alla fine in ultimo anche nell’esercito ed in tutte le forze armate, ma anche tutte queste conquiste non significano ancora la parità nei diritti e nelle menti delle persone. Per gli uomini le donne sono ancora un oggetto da controllare e gestire e che siano oggetti lo dimostra tutto quanto ci sta intorno: dall’iconografia corrente sulla donna e sulla sua immagine, che la rappresenta perfetta e finta, avvolta nell’unica taglia ammessa, la 40, agli scoppi di violenza sulla donna, violenza di ogni genere, dalle botte alla violenza sessuale, agli omicidi che le vedono vittime della rabbia maschile, rabbia per le decisioni, la libertà, l’autodeterminazione della donna. Nel libro “ Il corpo di una donna ” edito da Marco del Bucchia, Angela Galli ed io abbiamo affrontato questo tema partendo dalla violenza sul corpo. Abbiamo accennato a questo libro lo e u g n a s l i con scorso mese. Il libro è stato accolto in modo entusiasta dalle donne, meno dagli uomini. Dalle presentazioni e dalle discussioni con le donne e gli uomini intervenuti la riflessione che ha portato al libro sta continuando e porterà sicuramente nuovi frutti anche letterari. Uno dei temi è il perché tanta violenza sulle donne legata alla loro emancipazione, perché la conquista dei nostri diritti la paghiamo con tanto sangue. Che la violenza sulla donna sia aumentata non è sicuro, visto che i dati del passato non li abbiamo, ma da quanto abbiamo potuto ricostruire nella storia violenza per le donne ce ne è stata sempre tanta, di ogni natura, fisica, sessuale e la stessa assenza delle donne dalla storia è la violenza più grande che le sia stata fatta. Nel libro ora citato si affrontano infatti le radici preistoriche della violenza, l’inizio della guerra fra i sessi. Dalle riflessioni successive ci siamo rese conto che ad una situazione di costante violenza come cancellazione dalla storia è corrisposto una situazione di costante complicità della donna nel farsi cancellare, nel rendersi vittima, cui solo ora ci ribelliamo. Lottare per i propri diritti è un enorme passo avanti e scatena violenza palese, non più silente. Scatena probabilmente più violenza che lo stare zitte perché l’uomo sente perdere quelle posizioni di potere conquistate 2500 anni prima di Cristo e questo lo mette in crisi, io credo che lo costringerebbe a fare ora quanto non ha saputo e voluto fare negli ultimi 4500 anni: confrontar confrontarsi con l’altro sesso, dialogare e attraverso il dialogo, il confronto e o scambio di idee creare una società condivisa, superare la contrapposizione e convivere in modo nuovo e soddisfacente per tutti. Superando la volontà di imporre un solo punto di vista, il proprio, accettando di sacrificare alcune proprie cose si può costruire un mondo in cu c’è posto per tutti in modo soddisfacente, in cui uomo e donna convivono ed esprimono le proprie diverse specificità e con il diadia logo costruiscono, creano. Per questo ho scelto di chiamare questa rubrica Dialoghi. Perché credo veve ramente che siamo all’alba di una nuova epoca finalfinal mente di dialogo e non di prevaricazione. di Jacqueline Monica Magi Giudice del Lavoro al Tribunale di Livorno e Scrittrice Scrivete a Jacqueline Monica Magi all’indirizzo email [email protected] Dove ci trovate P19/avis Ospedale del Ceppo – Via del Ceppo 1 Pistoia Dal Lunedì al Sabato, Prima e terza domenica del mese 8:00-10:30 Per informazioni: Avis Provinciale Pistoia Piazza San Lorenzo 29 Tel 0573 23765; Numero verde da telefono fisso 800 261 580 la buona azione Giacomo Ghilardi Per il compleanno dell’Avis regalateci una vostra donazione C inquantacinque anni e non sentirli. Bel traguardo per l’Avis Provinciale di Pistoia: oltre mezzo secolo speso per garantire una adeguata disponibilità di sangue e dei suoi componenti a tutti i pazienti che ne hanno necessità, attraverso la promozione del dono, la chiamata dei donatori e la raccolta di sangue. “Nel 2009 abbiamo visto un aumento di 382 donazioni a livello comunale e 750 a livello provinciale. Abbiamo un totale di 2064 soci ed abbiamo superato le 10.000 donazioni complessive: risultati importantissimi, che testimoniano una grande crescita di cui non possiamo non essere soddisfatti, anche se il bisogno di sangue è sempre in aumento e sarà necessario progredire ancora” è quanto ha dichiarato il Presidente Viviano Tuci, in occasione del compleanno di Avis Pistoia. Ma, a Pistoia, l’Avis non si ferma qui: altri 500 donatori di sangue in più nel 2010. E’ l’obiettivo, una vera e propria scommessa per la città, che l’Avis si prefigge per quest’anno, in modo da rendere l’ospedale del Ceppo del tutto autosufficiente nel fabbisogno di sangue. Il sangue è un elemento indispensabile per la vita normale di ognuno di noi, ed è fondamentale nei servizi di pronto soccorso, nella chirurgia, per i trapianti e non solo, nella cura di molte malattie. Il problema, e la sfida che si trovano ad affrontare i donatori Avis, è che il sangue non è riproducibile in laboratorio: in caso di bisogno, infatti, può essere solo donato. E a questo punto entri in gioco anche tu: con un piccolo gesto puoi contribuire a costruire un patrimonio collettivo, fondamentale per la salute di tutti. Tutti dovremmo farlo, perché tutti abbiamo bisogno di sangue. “Quella volta che anche il grande Corrado donò il suo sangue all’associazione di Pescia” I capelli bianchi di chi ha tanto da raccontare, lo sguardo di chi ha ancora la passione del primo giorno e l’entusiasmo di un ragazzino. Gino Incerpi, fondatore della sezione Avis di Pescia, quando parla è un fiume in piena. Ci accoglie nel suo studio di fronte l’ospedale di prima mattina, in occasione del cinquantesimo compleanno della fondazione da lui creata. “Abbiamo iniziato questo lavoro mezzo secolo fa insieme a ventisei volontari. Oggi – racconta con orgoglio – siamo oltre duemila. Col tempo abbiamo fatto nascere anche le sezioni di Ponte Buggianese, Collodi, Vellano e San Qurico. Ma non ci fermiamo qui, vogliamo crescere ancora”. Un percorso lungo e a volte difficile, fatto di problemi e sacrifici, ma anche tantissime soddisfazioni. “Pagavamo i volontari con un Buono spesa dal valore di 1000 lire da scambiare in macelleria con della carne. Era un modo per non far perdere loro la giornata lavorativa e in questo modo incentivarli a donare il sangue”. Il ricordo del primo periodo di attività è sicuramente il più intenso. “Ogni anno organizzavamo al teatro Splendor “Il Biscione d’oro”, una rassegna canora per raccogliere fondi. Parteciparono come ospiti Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raimondo Vianello: tutti disponibili ad aiutarci, ma l’unico che rinunciò sempre a una parte della sua parcella per lasciarla a noi fu Corrado”. Oggi che si festeggiano i primi cinquanta anni, l’appuntamento è fissato per Domenica 26 Settembre. Il Teatro Pacini di Pescia è il palcoscenico della premiazione dei volontari che si sono distinti per il maggior il maggior numero di donazioni: medaglia di bronzo per chi ha raggiunto 14 donazioni, d’argento per chi è arrivato a 25, d’oro per i volontari che ne hanno fatte almeno 50. Poi il pranzo sociale al ristorante Santa Caterina. “Chiunque voglia partecipare è il benvenuto - promette Incerpi – abbiamo sempre bisogno di Soprattutto nel periodo estivo, quando il numero degli incidenti stradali aumenta drammaticamente”. nuovi donatori. P20/il caso aias “Patrimonio civile e sociale della città” Luigi Scardigli “I lavori del centro devono proseguire” ALESSANDRO MANNELLI PROGETTISTA ARCHITETTONICO “L’unica cosa indispensabile, più che importante, in questo preciso momento, è quella di andare avanti con i lavori e non perdere altro tempo. Non mi permetto lontanamente il lusso di insinuarmi nella diatriba giuridica del commissariamento per sposare l’una o l’altra causa, ma da progettista architettonico del nuovo centro Aias posso soltanto dire che i rischi che si potrebbero correre potrebbero avere risvolti devastanti e incalcolabili danni economici. Allo stato attuale delle cose la struttura è al grezzo, in attesa di lavorazione e ultimazione: gli agenti atmosferici ai quali è esposta potrebbero deteriorare, anche in modo totale, la sicurezza e la messa in opera. Ho usato il condizionale perché non c’è alcuna certezza matematica tra l’esposizione al freddo e al gelo, come alla pioggia e al caldo, che generi una più o meno incidente destabilizzazione. Resta il fatto che a questo stato di cose i rischi aumentano in modo esponenziale e ogni giorno in più che si sta fermi è un giorno in più regalato all’alea dei rischi. Senza sottovalutare poi l’altro aspetto economico, quello del preventivo dei costi: senza alcuna interruzione i lavori si sarebbero ultimati, approssimativamente, entro una certa data, oscillante per ovvi e imponderabili circostanze; in questo caso non si sa più quando si potrà scrivere la parola fine”. “I toni da crociata non sono mai utili Serve il dialogo con i vertici nazionali” ALESSIO BARTOLOMEI PDL - PISTOIA Il commissariamento dell’Aias di Pistoia da parte dell’Aias nazionale ha destato non poche perplessità in tutta la cittadinanza. Quando si ricorre ad un provvedimento di quel tipo viene da pensare a fatti gravi: violazioni di norme, statuti e regolamenti, irregolarità amministrative o contabili, ecc... Sinceramente ho la sensazione che dietro non ci sia nulla di tutto questo, e il fatto che lo stesso commissario non abbia mai chiarito fino in fondo il reale motivo del commissariamento me lo conferma. Non entro nel merito della legittimità dell’atto di commissariamento, visto che è pendente presso il tribunale di Pistoia una apposita causa processuale, ma mi chiedo come sia stato possibile arrivare fino a questo punto. Credo che presiedere una onlus da oltre 40 anni, in una città che tende alle invidie ed alle gelosie come la nostra, possa aver suscitato le reazioni scontente di alcuni soci, i quali hanno avuto buon gioco nel criticare, di fronte al nazionale, una gestio- ne troppo cristallizzata e accentratrice, seppure di innegabile efficacia. Una eccessiva rigidezza nella reazione unita ad un tocco di sicumera da parte dello storico Presidente hanno fatto il resto: forse sarebbe bastato instaurare un dialogo più disteso e rilassato con il nazionale per evitare questo provvedimento. Adesso la questione è esplosa in tutta la sua gravità e sta creando non pochi disagi nella gestione quotidiana delle varie strutture di assistenza, anche se ritengo un po’ eccessivi e anche poco utili alla soluzione del problema, certi toni da crociata volti a sostenere e ad asseverare il ragionamento che la gestione commissariale potrebbe portare alla chiusura delle strutture medesime. Credo che sarebbe, invece, opportuno sollecitare con decisione un rapido incontro, o, se non dovesse essere sufficiente, tutti quelli che servono, tra i vertici nazionale e locale dell’Aias per concordare insieme una via d’uscita che restituisca all’Aias di Pistoia una guida democraticamente eletta dalle famiglie degli assistiti oltreché ben riconosciuta dall’intera città, affinché possano proseguire gli importanti progetti di sviluppo che sono già stati messi in campo e che nessuno può pensare di interrompere. “I deboli prima di tutto” MAURO CIAVARDINI MASSIMO BIANCHI VICE QUESTORE DI PISTOIA “L’Aias è un vero e proprio patrimonio civile e sociale di questa città, che in questi anni ha fortemente inciso su quelle famiglie meno fortunate, assicurando servizi, cure e terapie di insostituibile e inestimabile valore rivolte con professionalità e amore. Ed è proprio in virtù della sua specifica collocazione che occorre fare qualsiasi sforzo affinché l’associazione resti e possa rinnovarsi. Premessa indispensabile questa che non può fare a meno della indispensabile correttezza e chiarezza gestionale che deve contraddstinguere l’Aias, che proprio in virtù della nobiltà dei suoi fini, ha bisogno della totale trasparenza amministrativa. AUTISTA AIAS “Sono stato assunto all’Aias, come autista, il 2 febbraio 1977: di questa vicenda che sta pericolosamente movimentando il nuovo centro che sta per nascere non ne so assolutamente nulla. So solo che lavoro lì da 33 anni e che in questo lunghissimo periodo, che è coinciso con gli anni più belli della mia vita, oltre ad aver potuto personalmente constatare la pazienza di Luigi Bardelli nel sopportarmi, ho soprattutto visto un’infinità di ragazzi poco fortunati crescere, invecchiare e qualcuno anche morire: da tutti loro però, ogni giorno, prendendoli e riportandoli a casa, ho ricevuto tante lezioni di vita, che mi hanno aiutato a dare la misura e il senso della felicità. Per questo mi auguro davvero che il nuovo centro prenda quanto prima vita: i suoi meravigliosi utenti non possono aspettare”. “Forse è arrivato il momento di cambiare” GIUSEPPE IRACI PRESIDENTE COMUNITA’ INCONTRO caso AIAS “L’Aias è senza mezzi termini una delle realtà più importanti per la città, nobile e antica. Non conosco bene le vicende giuridiche legate al commissariamento che hanno portato l’azienda all’attenzione della cronaca. Posso soltanto dire, da navigato esperto di una comunità (Incontro), che presiedo da alcuni anni, che esistono, anche qui, in queste realtà, i cicli esistenziali. Ad iniziare dal nome, tanto per fare un esempio: associazione italiana assistenza spastici. Beh, credo che anche nella definizione, risieda, forse, un po’ di antico che deve essere necessariamente svecchiato, visto e considerato che sono ormai anni che i destinatari di questa struttura vengono definiti “diversamente abili” e non “spastici”. Per quanto riguarda il Presidente, Luigi Bardelli, contro il quale non ho alcuna rimostranza da fare, credo, proprio come è successo qui da noi con l’ex presidente, Franco Marchesini, che ad un certo punto giunga l’ora di farsi da parte e non perché si sia vecchi e non più utili, ma proprio per evitare che l’associazione che si dirige e nella quale ci si immerge, anima e corpo, da moltissimi anni, corra il rischio di identificarsi nella nostra persona. Si parla tanto, in politica come nelle attività sociali e commerciali, di un necessario ricambio generazionale, uno svecchiamento capace di rendere a quelle attività il coraggio, la forza e le idee per rinnovarsi. Vale anche per la Comunità Incontro e per l’Aias”. P22/la copertina P23/la copertina il terrore degli innocenti Nella foto in alto a sinistra Renato Fabbeni ricoverato all’ospedale subito dopo l’aggressione. Sotto mentre mostra una delle telecamere dell’impianto di videosorveglianza della sua abitazione. Sotto ancora Renato fabbeni con la denuncia e con il figlio. Luigi Scardigli foto di Cristiano Bianchi “Potevo morire sotto gli occhi di mio figlio Oggi abbiamo ancora paura” Renato Fabbeni, poco più di un anno fa, è stato pestato alla piscina comunale di Montecatini. Ora vive nel terrore, protetto, in casa, da telecamere a circuito chiuso. “Quelli che mi hanno aggredito sono ancora in libertà”. N ella casa dove abita con la moglie e i due figli, nella campagna di Buggiano, ci sono una ventina di telecamere a circuito chiuso. E lì resteranno a vigilare ogni eventuale qualsiasi strano movimento, anche dopo che il tribunale avrà emesso la propria sentenza, probabilmente. “Da quel maledet- to 7 maggio 2009 non ho più avuto pace: aspetto che la giustizia risarcisca il danno, rimargini le ferite e il terrore che possa accadere di nuovo. Per questo, in qualsiasi momento, desidero sapere dove stiano e cosa facciano i miei figli e per questo ho deciso di installare questo circuito di videosorveglianza”. La vita di Renato Fabbeni, dopo il terribile pestaggio subito poco più di un anno fa, all’interno della piscina comunale di Montecatini, ad opera di quattro extracomunitari (la notizia intasò le cronache locali per alcuni giorni), non è più la stessa. Non solo perché in seguito a quella violenta e inspiegabile aggressione abbia subìto vari interventi chirurgici con inevitabili, dolorosi e inguaribili, strascichi sanitari, ma soprattutto perché da allora, non ha più pace. “Mio figlio, da quel giorno, non vuole più dormire da solo: pensate a cosa possa aver subito, quel 7 maggio, quando vide quattro uomini accanirsi contro suo padre, a terra, fino a poterlo uccidere. Quel ricordo, forse, che è un vero e proprio incubo, non lo abbandonerà mai più”. Contro gli aggressori, individuati e riconosciuti grazie alle telecamere interne del centro estivo comunale di Montecatini, Renato Fabbeni ha naturalmente sporto una denuncia penale (una anche civile nei confronti dei gestori dell’impianto). “Il mio avvocato ha detto che a febbraio si sarebbe iniziato a veder qualcosa di concreto, ma siamo già a settembre e tutto è ancora fermo”. Quando gli chiediamo di ripercorrere gli istanti di quei drammatici momenti vissuti, Renato si massaggia lo zigomo sinistro, ricostruito con un intervento di chirurgia plastica. “Potete anche non crederci, ma è più grande il dolore di sapere che quei quattro stiano serenamente ancora spasso, che quello che mi perseguita, da allora, su tutto il viso: la parte sinistra della faccia non la sento più. Anche per mangiare, spesso, incontro non poche difficoltà, soprattutto nella masticazione. Però mi preme anche sottolineare come non sia affatto prevenuto, né tanto meno razzista: pensate che qui, accanto alla mia abitazione, vivono alcuni rumeni con i quali ho un buonissimo rapporto. Spesso mangiamo anche insieme”. Quando salutiamo e ci congediamo, i due figli sono ancora nel salotto, così come li abbiamo trovati, a vedere i cartoni animati in televisione. Fuori, nel piccolo giardino, il vecchio Zoe, un boxer di dodici anni, è sdraiato a terra, in cerca di refrigerio: prova ad alzarsi e a scodinzolare, ma è vinto dal caldo e resta immobile, all’ombra. Squilla il cellulare: è la moglie, che è a Pistoia, all’Inps, in cerca di lavoro. “Faccio il magazziniere a Monsummano: alcuni giorni devo parlare molto con i miei colleghi e la sera, per questi problemi che ho alla bocca, sono distrutto. Non mi è stata riconosciuta alcuna infermità, ma fa lo stesso. L’importante è che i miei bambini, un giorno, possano dimenticare”. di Jacqueline Monica Magi Giudice del Lavoro al Tribunale di Livorno e Scrittrice “Non bisogna avere solo facili pregiudizi” Quanto accaduto alla piscina comunale di Montecatini Terme è inquietante e, giustamente, inquieta le coscienze: un’aggressione da parte di un gruppo in pieno giorno senza alcun intervento a limitarlo. Sull’accaduto alcuni appunti: il primo è che la violenza da parte di un gruppo fa molto più effetto che quella isolata, anche se più efferata. Si tratta di un normale e ovvio meccanismo psicologico, qualsiasi donna sa che se di notte intravede un gruppo di uomini in giro trema al pensiero di doverli incontrare. La violenza di gruppo risponde a precisi codici del gruppo stesso e nasconde una debolezza mascherata con la arroganza. La debolezza data da una identità non certa, da modelli fasulli porta chi è intrinsecamente debole a manifestare arroganza e violenza bruta per affermare il vuoto che porta dentro. Forse la paura che il gruppo procura di per sé blocca ogni L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia ovunque. M.L.King intervento. Riguardo l’intervento pubblico occorre considerare che sono in vigore in Italia leggi garantiste che tutelano ogni cittadino, leggi che hanno la loro origine in principi costituzionali. Fare giustizia necessita del rispetto delle regole e queste regole valgono per tutti i cittadini, quindi quello che spesso viene non compreso sono le regole, i tempi della giustizia garantista e democratica, che ci assicura che lo Stato rispetti ognuno di noi. Occorre far crescere fra i cittadini la conoscenza di quali sono le Relais ristorante Poggio degli Olivi Lounge Bar DiciottO.1 Your life is our Style regole della democrazia e del suo ordinamento per far si che sappiano leggere nei fatti oltre le reazioni immediate, oltre i modi di dire, oltre le frasi e le idee preconcette, per far si che sappiano chiedere a chi li governa cosa effettivamente gli spetta. Via Montevettolini Cantagrillo 3110/A - Monsummano Treme (PT) - Tel. e Fax 0572 640631 - Cell. 345 1332481 - 338 4493222 P24/se avessi vinto le elezioni P25/se avessi vinto le elezioni lo sconfitto Andrea Spadoni foto di Cristiano Bianchi “Vi dico io cosa avrei fatto se fossi diventato sindaco” Alberto Lapenna, 60 anni, capogruppo dell’opposizione al Comune di Montecatini, è stato il grande sconfitto alle elezioni del giugno 2009. Esponente del Pdl e candidato a sindaco come rappresentante di una larga coalizione di centro-destra, partito con il favore dei pronostici, ha perso al ballottaggio, cedendo la poltrona di primo cittadino a Giuseppe Bellandi. Su nostra precisa richiesta, avrebbe dovuto lanciare una provocazione spiegando ai cittadini cosa avrebbe fatto lui se fosse diventato sindaco. Essendo una nostra idea e, quindi, una nostra esclusiva, non ci ha fatto piacere aver letto la stessa intervista su “La Nazione” di martedì 31 agosto, mentre questo giornale stava andando in stampa. Noi, essendo corretti, la pubblichiamo lo stesso. Il problema non è la concorrenza (impossibile tra un quotidiano e un mensile), ma la tutela di un’idea e di una proposta che era partita dalla nostra redazione. “Il sindaco Giuseppe Bellandi e tutta la sua ammi- ed esperta, diciamo il nostro piccolo Tremonti, è nistrazione sono in stato confusionale. A seguire il stata spostata agli uffici della pubblica istruzione. loro operato, si capisce che non sono in grado di Uno spreco di energie inutile. Lavorando così, l’im- gestire la macchina comunale. Per fare un esem- mobilismo in cui si trova Montecatini, può solo gra- pio: in bilancio hanno 4 milioni di euro a disposi- dualmente peggiorare. Loro si appellano sempre zione per la realizzazione di opere che, quindi, alla mancanza di fondi a disposizone dell’ente, ma sono già finanziate. Come sono rimasto di stuc- non è così. Anche dalla Regione non arrivano fondi co, quando ho saputo che la dottoressa Rossella perché mancano i progetti. Inoltre c’è una clamo- Bonciolini, dirigente al bilancio da molti anni, seria rosa lentezza nelle concessioni edilizie”. Un nuovo modo di vivere la passione del vino A PESCIA, VIA NOVA E ORA ANCHE A PIEVE A NIEVOLE www.enotecamalucchi.it “E’ anche la città del divertimento” “Svincoli alberghieri utili per il bilancio” “Non si doveva dimenticare che Montecatini è anche una città vivace, dove operano locali di qualità che fanno avvicinare alla nostra città molti giovani ogni fine settimana. La giunta, invece, sembra aver dimenticato questa importante economia e ha adottato solo misure di restrizione senza una precisa strategia. Locali come il Gambrinus, il Syrah, il Lidò, sono una risorsa per Montecatini. Sono locali belli, alla moda. Non è giusto che i ragazzi della città, debbano andare a divertirsi in Versilia. Troviamo un modo per farli convivere con le esigenze dei residenti e in previsione del ritorno dei turisti”. “Nel programma elettorale che avevo presentato c’era l’importante questione degli svicoli alberghieri. Oggi la domanda è di gran lunga inferiore ai posti letto disponibili. Ed è veramente deprimente vedere in città tanti vecchi hotel ormai abbandonati nel degrado più totale, quando potremo svincolarli e trasformare dei ruderi in strutture d’impatto per l’immagine e utili alla città e al turismo. Questo sarebbe possibile con un progetto di edilizia di qualità che porterebbe anche importanti entrate alle casse comunali. In più, come ho già annunciato, c’è un immobilismo generale e lentezza nelle concessioni edilizie. Eppure con la giunta Severi avevamo già messo in moto tanti progetti”. “Ztl nelle strade del commercio: grave errore” “Chiudere la città in un periodo di forte crisi come questo è un suicidio. E’ vero che dobbiamo tutelare il termalismo e i turisti che vengono da noi per riposarsi, ma con il forte calo di presenze, dobbiamo tener conto, per forza, anche delle esigenze delle attività commeciali interne. Pensare che, facendo così, si incentivi il turismo termale è solo una pia illusione. La giusta strategia sarebbe quella di ripristinare la ztl di una volta, con la chiusura al traffico dalle 22 alle 6 di mattina. In più non si possono chiudere le strade del centro, che sono il polmone commerciale della città, come corso Matteotti e corso Roma. Le aree interessate alla ztl, potrebbero essere quelle più tipicamente termali: viale Verdi, a partire dall’incrocio con via Manzoni, la zona di via Cavallotti, il secondo tratto di viale IV novembre dove ci sono gli hotel. Invece, la giunta Bellandi, fino ha fatto solo confusione”. “A che punto siamo con l’area Kartos?” “Tolleranza zero contro i clandestini” “Montecatini è diventata la città degli sprechi. Ancora non si è fatto niente per il recupero della zona ex Kartos. Con la giunta Severi avevamo già sottoscritto un protocollo d’intesa per la nascita anche di un nuovo plesso scolastico. E loro, a che punto sono? In più, i “buchi neri” sono moltissimi: il recupero della vecchia sede della Lazzi, a che punto è? Cosa si sta facendo? Cosa si è fatto in questi quindici mesi? Poi mi viene in mente la sede dei Vigili del fuoco in corso Roma. Tante parole, ma qual è il risultato? Niente. Tutto fermo. E la ex Sip? La stessa musica. Non hanno strategie, niente”. “Considerata la situazione attuale, ci vuole la tolleranza zero contro ogni tipo di criminalità. Lo stesso vale per gli stranieri non in regola e per i vu’cumprà. In una città come la nostra non si possono vedere le bancarelle improvvisate sul marciapiede dei vu’ cumprà, di fronte, o vicino, alle principali boutique del centro: Bonvicini, Morini o Susy. Questo è un messaggio che mando anche alla polizia municipale, dato che, nonostante l’ottimo lavoro della dirigente Michela Cupini, servirebbe qualche inpunt in più da parte dell’amministrazione, perché i vigili non possono essere efficienti solo per fare le multe, ma dovrebbero anche controllare fenomeni come questi”. P26/c’eravamo tanto amati P27/c’eravamo tanto amati La bufera Andrea Spadoni e Luigi Scardigli “Sono e resto un finiano convinto” Anche Nicola Barbarito, giovane consigliere comunale di Pistoia nelle liste di Alleanza Nazionale, sta tirando le briglia al proprio cavallo: Gianfranco Fini. “Fino al prossimo 5 settembre è bene che ci si morda tutti la lingua, prima di parlare: siamo in attesa dello storico incontro di Mirabello, in provincia di Modena, dove Gianfranco Fini darà al suo popolo le linee guida per la politica futura, per il prossimo fare futuro. Sarà un congresso ancor più importante di quello di Anagni, dove si decise lo strappo con un passato che per molti, troppi versi, non ci apparteneva più”. Dall’entusiasmo con il quale la racconta, lascia tranquillamente intendere di essere pienamente convinto dalla linea del suo presidente. “Sono sempre stato un finiano: ricordo ancora quando è arrivato a Pistoia e dopo aver scansato tutti è venuto ad abbracciarmi. Sono un ragazzo che è ancora fermamente convinto che la politica possa e debba svolgere un ruolo fondamentale nella vita sociale di qualsiasi agglomerato umano. I suoi colonnelli, quello che lo accusavano di schiacciarsi troppo all’ombra di Berlusconi, alla prima conta lo hanno abbandonato, preferendo cavalcare proprio l’altra tigre”. Già, Berlusconi. Ma non è stato lui a cambiare improvvisamente: è Fini che ad un certo punto si è messo a dire cose di sinistra. “Non esagerate – sorride -. In linea di principio non conosco un solo politico che nei suoi programmi dica o sostenga cose che non siano di dominio interesse e condivisione pubblica: tasse meno onerose, sicurezza, problemi dell’immigrazione, istruzione, sanità, infrastrutture. Se ascolti attentamente, in campagna elettorale, una voce è quella del suo più acerrimo nemico, in linea di massima, sui programmi, spesso, c’è quasi una totale condivisione. Il problema, d’ora in avanti, è riuscire a trasformare le parole in fatti, perché di chiacchiere, la gente, non ne vuole più”. Il feeling con il Pdl, anche prima della seduta di Mirabello, sembra essere ormai svanito. Aspettiamo di conoscere i nuovi partners: Fini sta già tessendo la tela; Barbarito lo sa, ma fino al 5 settembre, acqua in bocca. “Il Pdl non si può buttare a mare E il tullianismo non ci sta bene” VS Roberto Benedetti Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Consigliere regionale Pdl “Noi giovani cresciuti in An, delusi da Gianfranco” Rispolveravo camera al ritorno da una vacanza e, in un cassetto, ho trovato un accendino. Non era un accendino normale: busta di pelle nera, frangifiamma, placcato d’argento e alquanto pesante. Sopra un’incisione particolare, un simbolo per cui hai sempre lottato e la firma di colui che era il punto di riferimento di una classe politica: Alleanza Nazionale e Gianfranco Fini. Quell’accendino mi ha fatto venire un po’ di nostalgìa anche a me che An l’ho vissuta poco, ma per fortuna l’ho sempre respirata in casa. Una volta quando si muoveva Fini tutti accorrevano a vederlo, sentirlo, stringergli la mano. Era un sogno, le foto solo ai più fortunati. E invece, ora dopo averlo seguito nella fusione con Forza Italia, forse non pienamente convinti, ma fidandoci ciecamente della sua lungimiranza politica, ci troviamo inspiegabilmente contro di lui. Gli aderenti a Futuro e Libertà attaccano a spada tratta gli ex-An di non seguire l’ex-delfino nelle proprie campagne ideologiche per distruggere il primo partito italiano di cui è cofondatore. Non è tradimento se noi che proveniamo da Alleanza Nazionale e siamo fieri del nostro passato, non se- guiamo Fini. Lui ci ha portato nel PdL e noi da buoni politicanti abbiamo aderito. Abbiamo vinto tutte le elezioni, abbiamo cercato di portare avanti i valori di sempre in un nuovo, ampio e sfaccettato contenitore di idee. Ora ci sentiamo nel PdL e non vogliamo distruggere un altro partito. Non seguire Fini, inoltre, non vuol dire necessariamente essere Berlusconi-dipendenti. Naturalmente il Premier è il leader indiscusso nonché il Presidente del Partito, ma ciò non basta per identificare coloro che sono rimasti nel Pdl dei “Berluscones”. La Russa, Gasparri, Matteoli, Meloni ed altri sono sempre stati e sempre saranno i nostri punti di riferimento, anche all’interno di un così vasto partito. A questo punto allora non so se è meglio andare alle urne, come ha detto Bossi, ripulire il Pdl e sperare di ottenere un risultato simile alle scorse politche, con il pericolo, però, che si crei un altro problema: lo strapotere della Lega. Speriamo che i nostri statisti sappiano cosa fare, è l’unico auspicio. Lorenzo Vignali Consigliere Comunale di Chiesina Uzzanese A mio avviso, quello del Pdl è un tentativo politico da non da buttare a mare assolutamente. Esso porta infatti con sé l’idea di un bipolarismo tendente al bipartitismo che supera le logiche e gli assetti politici da vecchia Repubblica. Questo io ritengo sia un valore che non può essere perduto o disperso. Quanto alla genesi del Pdl, non posso nascondere che noi di Alleanza Nazionale eravamo perplessi sul fatto di sciogliere il partito per confluirvi. I dubbi c’erano, ma Fini allora ci ha obbligati a questo passo. Noi avremmo senz’altro preferito un assetto federale, che mantenesse intatte le identità e la storia di Forza Italia e di Alleanza Nazionale che, in quel modo, avrebbero costituito ciascuna un contrappeso equilibrato per l’altra. Anche da un punto di vista degli equilibri nell’attuale governo, una rappresentanza autonoma della destra italiana avrebbe garantito un contraltare politico nei confronti dell’alleato Lega Nord, a garanzia soprattutto del centro e del sud dell’Italia. E’ per questo motivo, anche, che tornare indietro ora è da folli. Soprattutto alla luce degli esiti delle elezioni regionali, che hanno visto una crescita del Pdl nonostante Fini abbia fatto il possibile per remare contro mettendo sul piatto polemiche sterili rispetto a un’azione di governo incisiva e proficua, estranee rispetto alla tradizione della destra, e che hanno avuto come unico risultato finale quello di concorrere all’espansione della Lega Nord. Ma ora, la cosa che più non ci va giù è un’altra: è che la storia, le sofferenze, i sacrifici della destra italiana siano finiti in una società off-shore che si occupa di case a Montecarlo. Va bene far evolvere un partito secondo le esigenze della storia, il che rende comprensibili i superamenti prima del fascismo, poi dell’Msi e di An poi confluita nel Pdl. Ma finire nel tullianismo proprio no, non ci sta bene. “Ora possiamo tornare al lavoro: con Silvio” Gianfranco Fini ha lamentato la gestione “aziendale” del Pdl, come se Silvio Berlusconi non avesse innovato la politica italiana, cambiando il modo di intendere i partiti, ammodernandoli secondo una concezione democratica e popolare. Come se Fini ad un certo punto si fosse dimenticato di quando, lui davvero, faceva il dittatore. Era il 19 Luglio 2005 e con un blitz squadrista, revocò tutti gli incarichi ai suoi dirigenti di partito (Gasparri, Matteoli, La Russa) per colpa di un colloquio carpito da un giornalista e pubblicato su “Il Tempo” nel quale i colonnelli di AN contestavano alcune posizioni di Fini (allora Vicepremier). Il Corriere della Sera in quei giorni scriveva un titolo eloquente: “Un blitz di Fini azzera i vertici del partito”. L’onorevole Fini, che oggi predica bene, ha razzolato male sin dal principio della sua attività politica. Era il 1977 e il giovane Gianfranco perse il congresso nazionale del Fronte della Gioventù (arrivò quinto su sette) ma trovò, da buon politicante, un compromesso per arginare l’avvilente classifica e, ipso iure di essere l’uomo più fidato dell’allora leader Giorgio Almirante, riuscì a sovvertire l’esito democratico con l’ausilio del suo mentore. Già da allora Fini manifestava un eritema ideologico verso il voto popolare. Al nuovo e unico (per la gioia del suo ego) leader di Futuro e Libertà per l’Italia, non è mai mancata l’indole del ‘sovversivo politico’ e l’attualità ce ne dà ragione. Pace. Ormai è dall’altra parte. Possiamo tornare al lavoro. Giovanni Bucciero Vice Coordinatore Pdl Montecatini Segretario Amministrativo Coordinamento Provinciale di Pistoia Consigliere Nazionale Il Buongoverno-Pdl P28/voi come noi P29/sport lo scandalo pillole Alessandro Panteri “Il doping uccide la Giostra e mette in pericolo i cavalli” La corsa dei cavalli, un tempo, era considerata lo sport dei re. Già nel 1140 Re Enrico cerco’ di trasformare il suo cavallo in uno « più veloce e più forte » e per fare ciò, lo incrocio’ con stalloni di razza araba portati in Inghilterra dalle crociate. Questo processo di allevamento selettivo, per aumentare velocità naturale e resistenza, è pero’ venuto meno nel tempo, lasciando spazio ad un fenomeno moderno, una scorciatoia, il doping. L’origine di questo termine è controversa ma pare che risalga al linguaggio sudafricano, dove col termine dope si intende una bevanda alcolica usata come stimolante nelle danze. La diffusione del doping nelle manifestazioni sportive inizio’ proprio negli ippodromi a partire dai primi del novecento. Sostanze proibite venivano fatte assumere ai cavalli al fine di accrescere artificiosamente le prestazioni o per combattere la fatica, contravvenendo, quindi, al minimo concetto di lealtà sportiva. Nel tempo il numero delle sostanze proibite è aumentato ed oggi, nella « lista nera », troviamo un numero considerevole di so- stanze (generalmente farmaci) con proprietà analgesiche, anti-infiammatorie, anestetiche, etc. Nel caso specifico della manifestazione di Pistoia, sono stati riscontrati proprio farmaci ad azione analgesica (Fenilbutazone, Tramadolo e Butorfanolo), farmaci che, rendendo gli animali insensibili al dolore, ne aumentano sensibilmente le performances. Dal punto di vista medico, la mancanza della percezione del dolore in concomitanza di forti stress meccanici, quali le continue torsioni degli arti durante la Giostra dell’Orso, puo’ portare a severe conseguenze come lesioni o fratture, e quando avvengono questi incidenti ci si avvia molto spesso all’ abbattimento dell’animale. Naturalmente in ogni competizione si puo’ avere qualche incidente, come avviene durante le gare ippiche tradizionali, ma il paragone con i palii proprio non regge. Il doping rappresenta, quindi, la completa perdita di uno spirito agonistico che dovrebbe spingere l’atleta a confrontarsi con se stesso e con gli altri mirando alla vittoria come unico strumento per sfidare il tempo ed ottenere la gloria. Alessandro Panteri, 32 anni di Pescia, lavora al centro ricerche di Novartis Animal Healt a Friburgo in Svizzera. Si occupa di sviluppo preclinico di nuovi farmaci veterinari Giovani ciclisti in gara al “Gran Premio Città di Monsummano” La Corsa della Speranza Una giornata per aiutare la lotta contro il cancro Sabato 25 settembre e domenica 26, a Monsummano, si corre il Gran Premio città di Monsummano (Memorial Orlando Bettaccini e Ivo Rastelli). Alle 15, ai nastri di partenza i partecipanti alla corsa riservata alle categorie esordienti primo e secondo anno (donne) - prova unica trofeo “Verde-Rosa”. A seguire, alle 17.15, gimkana per la categoria Giovanissimi (aperta a tutti - tesserati e non tesserati). Domenica 26 settembre (ore 9. 15), corsa riservata agli esordienti primo anno (uomini) e alle 10.45 corsa categoria uomini esordienti secondo anno (‘96). Il vincitore si aggiudicherà la Coppa Verde. La corsa, organizzata dal Velo club monsummanese, ormai è una classica della stagione del ciclismo giovanile e alla quale partecipano i migliori atleti sulla piazza. I trofei in palio sono offerti da Puntocoppe, per la corsa delle donne. I premi per i primi classificati alla Gimkana sono offerti da PM Arredamenti e da Alfonso Massaro. Per quanto riguarda gli esordienti primo anno GTS Logistiche Trasporti e per il secondo anno Ga.Vo meccanica. Domenica 26 Settembre 2010, Montecatini Terme ospiterà “La Corsa della Speranza”: 5 km a ritmo libero con partenza e arrivo nel piazzale di fronte alle Terme Tettuccio, sull’ormai classico e collaudato percorso che si snoda attraverso le principali vie della città ed attraversa il Parco Termale. Una bella festa per tutti e un’iniziativa con uno scopo assai nobile: si corre e si cammina per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro e per il sostegno alle categorie fragili colpite da malattie di natura oncologica; ogni anno, grazie al contributo di tante iniziative come questa, si riesce a fare un passo avanti per sconfiggere questa malattia e per aiutare chi la deve vivere. I fondi raccolti con la Corsa 2009 (5.180 euro), hanno supportato il Dipartimento ad Attività Integrata Oncologica Breast Unit – Chirurgia dell’Azienda Ospedalierao – Universitaria di Careggi per la creazione e gestione dell’archivio italiano delle Nipple-sparing mastectomy, che ha come scopo la raccolta dei dati di tutte le pazienti operate in territorio nazionale con questa nuova tecnica chirurgica di mastectomia “conservativa”. La Corsa 2010 sosterrà il Dynamo Camp (www.dynamocamp.org). La Corsa della Speranza 2010 sarà inserita nel programma di “Territori in Festival” che, con la sua terza edizione, dal 24 al 26 Settembre, proporrà a Montecatini Terme eventi, incontri, workshop, sagre, tradizioni e mostre in una miscela di colori e profumi all’insegna dei Territori. La partenza è prevista alle ore 10,30 nel Piazzale di fronte alle Terme Tettuccio. Le iscrizioni sono aperte dal 15 settembre in alcuni punti di iscrizione a Montecatini Terme. Il contributo di 10 euro a persona verrà interamente devoluto alla lotta contro il cancro. Ai primi 500 iscritti sarà distribuita la T-Shirt da indossare durante la corsa. Il nostro calcio giovanile arriva fino in Congo “Culturidea” Coni e Lega calcio Pistoia, chiedono a tutte le squadre della provincia di Pistoia di donare una muta completa Per le tue segnalazioni e lettere al direttore scrivi a [email protected] con stemmi e gagliardetti della squadra per i Villaggi del Bas Congo di modo che il II Torneo di Calcio “Pistoia-Repubblica Democratica del Congo” sia disputato usando maglie e simboli delle stesse squadre pistoiesi. Il torneo come le partite in genere sono sempre precedute da una grande assemblea in cui si parla dei diritti dei cittadini, si danno rudimenti su lettura e scrittura, mentre il dopo partita è caratterizzato da socializzazione LA DISPENSA GIOVANNELLI Via Don Facibeni, 2 51016 Montecatini Terme (PT) Tel. 0572 904486 nel mangiare e lavorare insieme tra persone di villaggi diversi e dall’accoglienza nelle comunità-villaggio di bambini abbandonati nelle foreste o sopravvissuti agli squadroni della morte. la curiosità Alessandro Ferri è la promessa dei fischietti della provincia di Pistoia Sogna i grandi palcoscenici, la serie A, gli incontri internazionali, le partite dei Mondiali. Lo fa tutte le volte che scende in campo, sui rettangoli della provincia, con le scarpette con i tacchetti, i pantaloncini corti e la maglietta. Che spesso è nera. E il fischietto in bocca. Alessandro Ferri è una delle più interessanti promesse arbitrali d’Italia, tanto che solo quest’anno, il sesto con il patentino di direttore di gara, ha già incassato numerosi attestati professionali: l’ultimo, in ordine di tempo, è quello che gli è stato conferito, lo scroso 30 agosto, al “Memorial Clagluna”, presso i vivai Vannucci di Pistoia, alla presenza di Braschi, Pisacreta e altre celebrità arbitrali. P30/il personaggio P31/il personaggio stefano riccomi Nelle foto, Stefano Riccomi in versione allenatore e sotto insieme ad un giovanissimo Carlos Dunga (ex ct della nazionale brasiliana e giocatore di Pisa e Fiorentina) Roberto Grazzini “Voglio far crescere il calcio pistoiese” D iventare un dirigente federale non era il sogno nel cassetto di Stefano Riccomi. Che il calcio però sarà la sua grande passione lo capisce sin dalla tenera età. E’ un terzinaccio scarso (come lui stesso si definisce), che impara i rudimenti del mestiere nel Pescia. Fatta tutta la trafila nel settore giovanile rossonero, va a giocare in seconda categoria nel Collodi. Ma a soli 23 anni un brutto infortunio chiude una carriera che non resterà negli annali di Coverciano e inizia, ancora giovanissimo, quella di tecnico. La prima esperienza è con l’US Alberghi, una sorta di settore giovanile del Pescia, nel lontano 1985 per passare poi agli inizi degli anni 90 all’Uzzanese, alla guida degli Juniores. La svolta, in ambito sportivo, avviene quasi per caso, grazie all’amicizia con Marco Teglia, attuale responsabile della attività di base della scuola calcio, e già allora, ben inserito nel comitato provinciale della Figc, che lo convince a entrare nell’organigramma federale provinciale. Cura il calcio a 5 e allena le rappresentative giovanili provinciali. Brucia le tappe diventando ben presto vicepresidente e quando Giovanni Giandonati, massimo esponente ci stiamo battendo per convincere i vari club ad allestire tutte le categorie, dando continuità alla loro attività”. L’ultimo pensiero di Riccomi va alla provinciale viene eletto delegato regionali, Stefano Riccomi a terza categoria: “È l’unico torneo dei grandi che il nostro comitato organizza e devo dire che, negli ultimi anni, dopo qualche stagione di stallo, c’è stata una crescita esponenziale. Basti pensare che per il prossimo torneo avremo altre cinque nuove società. E’ un ulteriore riconoscimento che stiamo andando nella direzione giusta”. E nel futuro di Riccomi cosa c’è? “Non sono mai soli 42 anni è il più giovane presidente di comitato a livello toscano. Dopo sei anni di presidenza (anche se adesso il termine è delegato, anche in Provincia), Riccomi non ha perso minimamente lo smalto e l’entusiasmo iniziali: “A darmi la carica - spiega - è il movimento giovanile della nostra provincia che ritengo all’avanguardia, nonostante la crisi economica. Anzi devo dire che la recessione, ha sotto certi punti di vista, fatto bene al calcio nostrano, che stava a mio avviso diventando troppo “professionista”, soprattutto a livello dirigenziale. I tecnici e gli istruttori devono essere assolutamente preparati, ma un pò di sano volontariato di contorno non può far altro che bene. Al di là della Polisportiva Margine Coperta, realtà nazionale, mi preme sottolineare il grosso lavoro fatto da tantissime società della provincia, come il Borgo e il PesciaUzzanese, finaliste di Coppa Toscana (che il Borgo ha vinto ndr) oltre all’Unone Montalbano, tornata come il Borgo nei campionati regionali dove troviamo Breda, Pistoia Nord, Capostrada e MontecatiniMurialdo. Grazie all’appoggio delle autorità comunali siamo riusciti poi a portare a Montecatini nella scorsa primavera le feste regionali delle categorie ‘97-‘98, evento mai verificatosi in precedenza.” Ma non è oro tutto quello che luccica “Il bilancio è positivo - prosegue - tuttavia c’è ancora tanto da fare. Innanzitutto gli allenatori e aggiunge- ha le mani legate”. L’analisi di Riccomi si proietta quindi su numeri che fanno rilfettere: “Gran parte dei bambini, per l’esattezza più del 40 per cento, finita la scuola calcio e gli Esordienti, non arriva alla categoria Giovanissimi. Ciò dipende dal fatto che tante società abbandonano le categorie giovanissimi (specie del secondo anno) e di conseguenza gli allievi e gli Juniores. E’ come spezzare una catena che, a quel punto, non si può più aggiustare. In questo caso - specifica - noi stato una persona ambiziosa per cui se ci saranno ulteriori sbocchi nella mai carriera federale sarò ben contento ma non ne faccio certo una questione di vita o di morte. A me interessa che il calcio pistoiese cresca e maturi”. rei i presidenti, specie nei settori giovanili devono avere più pazienza, sia sul singolo giocatore che col gruppo. Pazienza intesa come saper lavorare a lungo termine, senza chiedere immediati e obbligati miglioramenti. Bisogna dare ai giovani atleti gli strumenti per crescere, senza tensioni aggiuntive, in un clima sereno. Il calcio è un gioco che deve essere divertimento. Quando c’è divertimento e passioni si raggiunge il più alto grado di impegno e apprendimento”. Poi comincia a togliersi i sassolini dalle scarpe: “Purtroppo quando vado sui campi, specie tra i piccoli, vedo ancora tanta esasperazione tra i genitori in tribuna. Il bambino percepisce chiaramente il nervosismo e le aspettative del padre e in molti casi pure della madre, non si diverte e non impara. per non parlare poi della piaga dei procuratori, o presunti tali, che fanno nascere false speranze nei genitori, contribuendo ad inasprire la situazione. E da tempo che sto sollevando questo problema sul quale, ahimè, la federazione I procuratori sono una piaga, fanno sorgere solo false illusioni ai genitori P32/fenomeni il ricordo Nelle foto vediamo due storiche immagini di Sergio Corti alla guida del Montecatini: nella pagina a fianco mentre esulta dopo un gol e in questa pagina mentre segue il derby con la Pieve al Comunale di via Ancona, utilizzando una scala appoggiata dietro al muro. Roberto Grazzini “Addio Sergio, ultimo eroe biancoceleste” Il tecnico livornese è morto improvvisamente a 61 anni. Alla guida di Borgo a Buggiano e Montecatini era stato capace di diverse imprese. Dalla miracolosa salvezza in Prima fino a sfiorare la serie D. P roprio adesso che il calcio nella città delle Terme sembra essersi risvegliato dal suo torpore atavico, con una società nuova di zecca e un inaspettato titolo sportivo di Promozione, viene purtroppo a mancare una figura importante nella storia del pallone biancoceleste. Improvissimente, senza fare il minimo rumore, ci ha lasciati Sergio Corti. A portarlo via, a soli 61 anni, alla adorata moglie Paola, compagna di sempre e alla figlia Paola, un infarto fulminante che non gli ha datto il tempo di preparare la partita più difficile della sua vita. Livornese di Via Garibaldi, stimato dirigente bancario, si fa conoscere in Valdinievole negli anni ‘70, quando veste le maglie di Lampo e Borgo a Buggiano. Mediano dai piedi ignoranti, sa stare in campo e non leva mai la gamba. Gioca assieme a Carlo Panati, attuale direttore tecnico della Lampo (diventerà anche lui allenatore del Montecatini), al compianto Cambi, a Mauro Matteucci e ad un giovanissimo Luca Pellegrini. La vita va avanti, i percorsi cambiano e sul finire degli anni ‘80, il Borgo si trova veramente a un passo dalla retrocessione. I dirigenti non sanno più che pesci prendere e mancano solo una decina di partite alla fine del torneo. Poi qualcuno del consiglio sbotta: “Mi hanno detto che quel livornese che giocava qui da noi, quello tutta foga ... Corti mi pare si chiamasse, fa l’allenatore dalle sue parti. Perchè non lo chiamiamo?”. Basta una telefonata e lui arriva. Prende le redini della squadra e la trasporta fino ad una salvezza rocambolesca, ottenuta fra alchimìe tattiche e strane scaramanzie, come quella di far giocare il Borgo con la maglia della Baracchina, la squadra amatoriale che allenava a Livorno, nel decisivo derby col Ponte Buggianese. Quel giorno sulle tribune del glorioso «Bonelli», c’erano almeno un centinaio di livornesi doc, fatti venire appositamente per dare un “incitamento particolare” agli azzurri. L’impresa non passa inosservata a Moreno Zinanni e Piero Papini, allora presidenti del Montecatini. Lo ingaggiano. Con i biancocelesti l’impresa pare ancora più difficile. Si parte sempre in corsa e - 6 in classifica, frutto di una penalizzazione sportiva della passata stagione. E’ qui che comincia la leggenda del tecnico labronico. La salvezza è cosa fatta, con largo anticipo. Quindi dal probabile inferno della seconda categoria, il Montecatini passa, in un paio d’annate storiche, a un soffio dall’approdo in serie D. Anni di successi, frutto della grande coesione del gruppo e di quelle paritelle infrasettimanali memorabili, a «porticine», dove Sergio si sce- glieva i giocatori e arbirtrava lui stesso per essere sicuro di vincere. Come leggendarie sono rimaste le interviste nel dopo gara. Su tutte la frase “Per lo spettacolo c’è il circo Orfei”, in risposta ad un collega che gli chiedeva il perchè la squadra, pur vincendo, non giocasse benissimo. Carattere vulcanico e ansioso, spesso e volentieri veniva allontanato dal campo del direttore di gara. Ma lui non si dava per vinto, come quando si portò addirittura una scala (come appare nella fotografia che pubblichiamo ndr) per poter seguire il derby Pieve - Montecatini al comunale di Via Ancona. Poi il suo ciclo finì. Zinanni e Papini cedettero la presidenza e il Montecatini ripiombò nell’oscurità totale. Però il legame con la sua Montecatini non si spezzò mai. Ogni volta che poteva, tornava nella città delle terme per mangiare con i vecchi amci, sempre con la malcelata volontà di poter far qualcosa per il calcio cittadino. Non molto tempo fa, infatti, si era incontrato con i nuovi vertici dell’Asd Montecatini per una fattiva collaborazione magari, da una scrivania, ma purtroppo il suo destino era già segnato. Impressionante la marea di gente presente al cimitero dei Lupi, per la cerimonia funebre. In prima fila c’erano tutti i suoi moschettieri biancocelesti con in testa Diego Ferrazza, il vichingo del Pontino, fedele capitano di mille battaglie. Poi Maurizio Prato, cui spettava d’obbligo il primo fallo della partita per intimorire gli avversari, il talentuoso Giuliano Lotti, ex mezz’ala del Pisa, l’affezionato terzino Raoul Marenco da Lido di Camaiore. Quindi l’altro ex professionista Luca Mattei, Giacomo Reggiannini, venuto da Cutigliano con la moglie e tanti grandi del calcio toscano come l’ex bomber del Livorno Bonaldi. Sergio sapeva farsi voler bene e il resto non si discute. Con lui, per questo, se va una bella fetta della storia del football di casa nostra: un calcio genuino, senza troppi tatticismi e senza fronzoli, fatto di palloni spediti in tribune e di sano agonismo. Addio Sergino. P34/il calendario P35/l’evento tempo libero il palio Simone Gai Giacomo Ghilardi Bella Vita Programma Montecatini Opera Festival Arriva l’opera a Montecatini Terme, negli incantevoli scenari delle Terme Tettuccio e delle Terme Excelsior. Il 17 Agosto è, infatti, partito il “Montecatini Opera Festival” (il cui direttore artistico è Maria Giulia Grazzini) che durerà fino al 12 Ottobre e che vedrà avvicendarsi le più belle opere del ricco patrimonio lirico italiano. Da Puccini, a Verdi, passando per Vivaldi, fino ad un omaggio al grande tenore Enrico Caruso. Otto eventi di sommo prestigio (il compito dell’inaugurazione è spettato alla pucciniana Boheme, così come a Puccini è stato dedicato anche il secondo appuntamento) con interpreti di rilievo internazionale. Nel dettaglio, il programma prevede: 7 Settembre MADAME BUTTERFLY 14 Settembre RIGOLETTO 21 Settembre OMAGGIO ALL’OPERETTA 28 Settembre OMAGGIO AD ENRICO CARUSO 5 Ottobre LE QUATTRO STAGIONI 12 Ottobre GRAN GALA’ DELL’OPERA ITALIANA La prevendita si svolge alle Terme Tettuccio dalle 9 alle 12 nei tre giorni precedenti il concerto e tre ore prima dello stesso. La nuova stagione del Bella Vita nasce all’insegna di una rivo- luzione silenziosa che cambierà radicalmente il modo di divertirsi a Montecatini Terme. Il manager del club, Gianni Spicciani, ci racconta di un re-styling del locale: nuovi colori, nuove luci e nuovi elementi d’arredo. Il Bella Vita è sempre stato un locale dove il cliente va per divertirsi e ballare, quindi massima importanza alle scelte musicali e massima importanza al cliente, che deve essere al centro dell’attenzione: iniziando dai fatti e non dalle promesse, con il ritorno all’ingresso libero per l’uomo e per la donna. Un locale dotato delle più grandi comodità, dal parcheggio custodito alla caffetteria, in cui si paga solo quello che si consuma. Cambiare senza stravolgere, ovvero offrire un prodotto sempre nuovo (tra i nomi di spicco che animeranno il ricco calendario Umberto Smaila, Silvano Del Gado, Pago) e allo stesso tempo non spiazzare chi da tanti anni ci preferisce (riconfermata la coppia vincente Alex Berti Dj e la vocalist Liza Piazza). Per una stagione all’insegna, come sempre, del sano divertimento segnatevi sull’agenda: I consigli 25 settembre, inaugurazione Bella Vita di Simone Gai 35° Festa Medioevale di Badia a Pacciana 125° Fiera di Casalguidi dal 16 al 21 settembre dal 4 al 12 settembre Ci vado da quando sono piccino ed è sicuramente una delle più antiche feste della provincia. E’ la fiera che indica la fine dell’estate ma la temperatura gradevole di settembre fa godere in pieno l’intenso programma di questa manifestazione. Le cose importanti da segnalare sono lo spettacolo di Paolo Ruffini il 18 settembre e il concerto di Enrico Ruggeri il 20 . Inoltre, prendete un biglietto della lotteria: non si sa mai che torniate a casa con una Cinquecento o una Panda. Ecco se volete fare una bella “sgranata” di cucina tipica toscana (dal cinghiale in umido alla polenta con i funghi) e spendere davvero poco andate in questo piccolo paesino della piana, situato tra Pistoia ed Agliana. Da segnalare la cena medioevale (il 4 settembre) che vedrà protagonisti in costume personaggi di spicco della vita pistoiese, la consegna del “Fortichino d’oro” al campione di ciclismo Franco Bitossi (il 7 settembre) e naturalmente la grande sfilata storica (il 12 settembre) che rievoca la presa di Pistoia e la tregua con Castruccio Castracani. Settembre a Quarrata dal 1 al 30 settembre Altro centro importantissimo della nostra provincia è senza dubbio la città di Quarrata: nel mese di settembre, un programma intenso aspetta chi ha voglia di cultura, enogastronomia e divertimento. Per il programma completo vi consigliamo di consultare il sito del comune www.comunequarrata.it. Gli eventi che vi segnaliamo sono Venerdì 10 Settembre il concerto di Cristiano De Andrè - “De Andrè canta De Andrè” in Piazza Risorgimento, e “A cena con Sapore di Sala”, la registrazione del programma televisivo di TVL, con possibilità di cenare presso Villa “La Magia”. Per prenotazioni 3939532458 Si rinnova la tradizione Al via la 36° edizione del Palio Il sindaco Marchi: “Una vetrina che la Città dei Fiori deve sfruttare al meglio per celebrare i nostri borghi nel corso della rievocazione storica e promuovere la città verso l’esterno”. P escia è tornata all’epoca Medievale. Come ogni prima Domenica di Settembre, in città è stata organizza la trentatreesima edizione dell’ormai storico Palio: danze, musica, sfilate e l’attesissima sfida di tiro con l’arco fra i quattro Rioni (Ferraria, Santa Maria vincitrice della scorsa edizione, San Michele e San Francesco), che hanno offerto l’occasione di respirare per un’intera settimana l’aria del XIV secolo. “Una vetrina che la Città dei Fiori deve sfruttare al meglio - chiarisce il sindaco Roberta Marchi – per celebrare i nostri borghi nel corso della rievocazione storica, e promuovere la città verso l’esterno”. Quest’anno, in particolar modo, gli organizzatori hanno un motivo di orgoglio in più: per la prima volta hanno partecipato alle celebrazioni anche i rappresentanti della Svizzera Pesciatina e dei comuni delle dieci Castella. Nessun paese è stato dimenticato e l’intero territorio è stato valorizzato davvero come merita. L’obiettivo è quello di coinvolgere in futuro anche altre realtà per ora escluse, ad esempio Collodi o Veneri. “Nonostante i tanti problemi, il Palio non è morto – sottolinea l’assessore alla cultura Stefano Cirrito, togliendosi un sassolino dalla scarpa – e di questo voglio ringraziare soprattutto la Lega dei Rioni e la passione dei tanti giovani volontari che per un anno intero hanno lavorato con l’obiettivo di organizzare i festeggiamenti”. L’edizione 2010 è cominciata Sabato 28 Agosto scorso, nella splendida cornice di Piazza del Grano, con lo spettacolo di arte varia dei “Babuska medieval”. Il mattino successivo, in Piazza Mazzini è stato allestito il mercatino di arti, mestieri, giocolieri e falconieri con la presentazione di prodotti gastronomici tipici dei paesi della rete Valleriana e dei quattro Rioni pesciatini. In questa occasione, Federcaccia, per celebrare i 110 anni dalla fondazione, ha partecipato con una mostra scambio di libri e opere legate all’attività venatoria. In serata, ancora in Piazza del Grano, si è tenuta la sfilata di moda (vedi nostro servizio pag.46) che ha visto anche per questa edizione i commercianti coinvolti direttamente. Inoltre, nei giorni del Palio è stata data loro la possibilità di tenere i negozi aperti fino alle ore 24 per lo shopping al chiaro di Luna. Ma è dal Lunedì che si è entrati sul serio nel vivo della sfida: la tensione aumenta e il cuore della città inizia a battere per le cene propiziatorie dei Rioni, gli spettacoli musicali e quelli degli sbandieratori che tentano di accattivarsi le simpatie della sorte e conquistare l’ambito Palio. Venerdì 3 Settembre alle 20.30, il drappo, quest’anno dipinto da 6 artisti dall’associazione “Forma Tonda” e intitolato “Sorana: fuga da Lignana”, è stato benedetto assieme ai gonfaloni dei Rioni all’interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta. Dopodichè tutti in Piazza Mazzini per la suggestiva sfilata notturna lungo le strade cittadine e la presentazione ufficiale della contesa. Il giorno dopo ha preso il via il concorso “La bellezza e l’eleganza della donna nel Medioevo e nel Rinascimento” a cui ha partecipato anche la Dama della città di Pescia. Il giorno tanto atteso è stato però domenica 5 Settembre: alle 10.15, l’Araldo accompagnato dai musici ha annunciato alla città la disputa del Palio, mentre dalle 15 è iniziato il corteggio storico per le vie del Centro. Alle 17, finalmente, la gara ha consegnato al rione migliore il palio. (Al momento della messa in stampa del giornale ancora non sappiamo quale Rione si è aggiudicato il Palio) Panzanella Via Rodolico 236 - Pistoia, Zona Sant’Agostino - Tel. 0573 1941595 - 534029 www.evobenessere.com JEANSERIA PANZANELLA Via Buggianese 32 51019 Ponte Buggianese Zona CONAD Tel. 0572 930104 P36/fuga di cervelli P37/valdinievolini l’esodo Noi Valdinievolini nel mondo Diletta Severi Luca, Silvia, Alice, Gianluca, Giampaolo: cinque nomi per cinque storie di chi ha trovato all’estero la sua strada. “E’ l’ambizione che ti spinge, giorno dopo giorno, a cercare nuove sfide e ad allargare i tuoi orizzonti”. Parola di Luca Scafati, trentenne montecatinese doc, che seguendo la passione per il basket e la voglia di realizzarsi ad alti livelli, è arrivato a rivestire un ruolo di prestigio nel basket internazionale. A Barcellona dal 2008, è Institutional Relations Executive che, tradotto, significa occuparsi dello sviluppo di tutte le relazioni politiche ed organizzative che l’Eurolega ha con le sue squadre e con le organizzazioni sportive internazionali. Per intendersi, è stato lui a coordinare tutte quelle operazioni ( gestione media, sponsor, relazioni con general manager e presidenti) che nel 2009 hanno portato l’Olympiacos Atene e Partizan Belgrado a giocare negli States contro blasonate squadre di NBA .Un passato da giocatore (“modesto”, dice lui) prima e da allenatore (“con risultati migliori”) poi, una brillante laurea in Economia, un master e stage di prestigio Luca gira il mondo lavorando a stretto contatto con i suoi idoli, con mostri sacri del basket che conta, con le leggende del parquet. Racconta la sua vita con entusiasmo, con positività, e ottimismo: “Guardandomi indietro, non c’è una cosa che non rifarei. Considero ogni decisione, giusta o sbagliata, un arricchimento del proprio bagaglio personale. L’importante è non fermarsi mai e guardare sempre avanti.” Nonostante a Barcellona non ci sia un bar che fa il cappuccino buono come quello del Giovannini e gli amici di Montecatini (“quelli delle zingarate, con cui ho passato gli anni migliori”) siano insostituibili. GIANLUCA SPINETTI, L’ IMPRENDITORE LUCA SCAFATI, L’AMBIZIOSO “Sono i sentimenti che dominano, il resto è abitudine, basta adattarsi”. E così, anche se nella calda Spagna Alice Vitali, ventinovenne valdinievolina, si è ben adattata, il non poter vedere crescere la nipotina è ciò che più la rattrista del suo spontaneo esilio. A 19 anni, fatti i bagagli e lasciata la casa natale, sbarca da sola nella grande e grigia Milano dove, brillantemente, compie gli studi universitari. La differenza tra fare la turista e vivere in pianta stabile in una nuova città le si palesa subito ma ciò che le fa superare e dimenticare i lati negativi del vivere in un metropoli è l’anonimato: “nessuno mi conosceva – ci spiega - ed è stato forse questo a motivarmi nella scelta di non tornare in Toscana”. Infatti, dopo Milano, c’è stata e c’è tutt’oggi Barcellona - dove riveste ALICE VITALI, LA PRATICA “Comunque, un’altra grande verità cara Diletta, è che mi mancano molto le donne italiane”. E pensare che Gianluca Spinetti, classe 1980, risiede in pianta stabile in Argentina (Puerto Iguazu), terra di belle ragazze per antonomasia. Neppure la sua vita – certamente originale – l’ha distolto da questo pensiero: croupier di professione – mestiere insegnatogli dal padre – ha girato il mondo sulle navi da crociera (Alaska, Hawaii, Caraibi, Centro America, Brasile), dopo aver concluso gli studi negli States. Poi, un ruolo di responsabilità in Paraguay (general manager di un casinò a Ciudad del Este) ed, infine, il totale cambiamento di rotta verso il mondo dell’imprenditoria: “Visto che mio padre si era stancato di lavorare di notte nei casinò, abbiamo decido di dar fondo a tutti i nostri risparmi ed aprire l’Hotel Posada La Sorgente, ventiquattro camere con ristorante rigorosamente toscano”. E, a giudicare dalle recensioni su internet dei clienti che hanno soggiornato lì, l’investimento deve essere andato proprio bene. “Il mondo argentino – ci spiega Gianluca - è molto diverso da quello italiano: c’è più tranquillità, meno frenesia. E più valori, anche. Il culto della famiglia è sacro, un po’ come lo era in Italia 50 anni fa.” I luoghi che ha visitato e in cui ha vissuto, le persone trovate e conosciute sul proprio cammino hanno reso la vita di Gianluca estremamente interessante. Difficile, quindi, non rifare tutto. Anche se le donne italiane, sono insostituibili. SILVIA GOZZINI, L’INNAMORATA il ruolo di Project Coordinator in Financial Service di una conosciutissima mulrinazionale -, a suo avviso “la città più bella del mondo”. Ogni giorno uno stimolo nuovo: “è una città di mare, di passaggio che ti può dare tanto e togliere molto allo stesso tempo. E’ la città però, dove potrei vivere tutta la mia vita”. Affascinata dal suo essere multiculturale e dalle prospettive che Barcellona offre, Alice ha avuto anche la possibilità di incontrare e stringere amicizie con persone provenienti da tutto il mondo, con sempre qualcosa da raccontare, non omologate, interessanti, con storie tristi alle spalle o con futuri radiosi davanti. Anche se i momenti difficili non sono mancati, rifarebbe tutto quello che ha fatto perché “sono cresciuta, mettendomi in discussione ogni giorno”. E anche se la nostalgia per la focaccia, le colline toscane, la tranquillità del paese, e il prosciutto è, a volte, forte, scegliere Barcellona “ne è valsa, comunque, la pena”. “Ho finito il liceo quasi per scommessa, e sapevo che il premio che mi sarei fatta sarebbe stato un biglietto solo andata, via da Montecatini”. Con le idee ben chiare in tasca (“ho sempre sentito che avrei vissuto altrove”), pochi rimpianti alle spalle (anche se “la famiglia, le comodità di casa, gli amici dell’Irish, gli accenti che conosci” hanno fatto traballare un po’ le sue certezze), Silvia Gozzini, ventottenne montecatinese, lascia nel 2001 la terra natia per rischiare l’avventura a Londra. Completamente rapita ed affascinata dalla sua nuova vita, dagli studi e dalle esperienze raccolte per strada, sui night bus, in appartamenti affollati tra stranieri di cui non saprebbe nemmeno pronunciare il nome, la notte di Holloween nel 2002, in un vagone della Piccadilly Line incontra quello che sarebbe diventato, cinque anni dopo, suo marito. Keevin – studente americano di medicina – e Silvia si innamorano così, a Londra, terra straniera per entrambi, camminando lungo i fiumi e tenendosi per mano nei musei. E dall’Inghilterra, sono partiti alla volta del Kentucky dove tutt’oggi, da sposati, si godono una serena vita matrimoniale. Silvia studia psicologia e sociologia, svolgendo attività di volontariato con donne e bambini vittime di abusi: “La vita all’estero non è facile – ci confida – perché ci sono momenti di solitudine in cui senti forte la mancanza delle “cose di casa”. Ma il mettersi in gioco quotidianamente e il reinventarsi ogni volta che se ne presenta l’occasione, è la forza che viene dal vivere fuori dalla propria “confort zone” Ho trovato la mia strada, o per meglio dire, me la sono andata a prendere ”. Giampaolo Panzica, classe 66, biologo molecolare ed esaminatore di domande di brevetto in biologia molecolare, nato a Genova, ha vissuto a Montecatini fin dai tempi dell’asilo. Fa parte di quel gruppo di “fuga di cervelli” che ha lavorato con successo nelle più importanti capitali europee: dopo Londra, Vienna, Monaco, Helsinki e L’Aja, Amsterdam, attualmente vive a Berlino. Ciò che lo lega a Montecatini, città di origine, è essenzialmente la sua famiglia, includendo il suo più grande, infallibile amico: Schulz, l’amatissimo pastore tedesco. “E gli amici naturalmente, quelli veri - dice - Montecatini rimane il luogo dei nostri ricordi, di tutti quegli anni trascorsi “abbastanza” serenamente.” Dopo venticinque anni lontano da qui, Giampaolo torna sistematicamente dalle nostre parti, ma ammette: “Nonostante tutto il tempo trascorso a Montecatini, mi vedevano come genovese e mi sentivo come tale. Ironia della sorte, a Genova, dove sono nato e ho studiato, ero un toscano”. Inoltre si chiede se Montecatini troverà mai una identità aggregante. “La città non ha offerto molto alle sue giovani generazioni, e solo per alcune famiglie ha continuato ad essere il confortevole e materno salotto di sempre, senza che questo si traducesse in una crescita della città, né in uno sviluppo della sua vita culturale odelle sue realtà di lavoro”. GIAMPAOLO PANZICA, LO SCIENZIATO P38/il giullare web P39/la jeanseria dal sito il mercatino Diletta Severi foto di Cristiano Bianchi Leggi www.ilgiullare.com e lascia un commento Il sito internet www.ilgiullare.com ha superato il record di visite. Nell’ultimo mese abbiamo registrato oltre 5000 utenti che hanno letto il nostro giornale on - line e alcuni hanno anche commentato gli articoli. Per questo, abbiamo deciso di facilitare anche il compito di chi ama consultare “Il Giullare” con il proprio telefonino. Ecco che, anche noi, abbiamo inserito i Qr - Code. COME FUNZIONA Puntate, con la fotocamera del vostro smartphone questo codice e potrete leggere subito gli articoli del “Il Giullare” sul display del vostro telefono cellulare in modo immediato e veloce e potrete anche direttamente commentare tutti gli articoli. I codici QR sono leggibili da qualsiasi telefono cellulare e smartphone munito di un apposito programma di lettura (lettore di codici QR). Pubblichiamo di seguito, un commento, già visibile sulle pagine del nostro sito internet www.ilgiullare.com. da - Fernado Basile - 04/08/2010 12:53 Mi fa piacere che le mie idee siano poi sposate da altri senza però riconoscerti la paternità o coinvolgerti…….credo che il direttore del Calcio Montecatini, Ennio Pollastrini e il presidente del Basket Montecatini Andrea Niccolai possono senza dubbio riconoscere la paternità del progetto polispor polisportiva non al signor ZINANNI COME LEGGO NEL VOSTRO ARTICOLO. Ma sicuramente saranno memori di aver per primo sentito tale parola dalla mia voce…..RICORDO INOLTRE DI AVER DATO A POLLASTRINI IL NUMERO DI NICCOLAI……che tristezza questa poca originalità!!!……..Spero che pubblicherete per diritto di informazione il mio sfogo nel prossimo numero……….è vostro dovere. Panzanella Alla fiera del jeans a Ponte Buggianese G ina e Romina, titolari dello storico negozio di abbigliamento Panzanella, hanno deciso di affrontare l’arrivo delle nuova stagione autunno-inverno con un piglio deciso e, naturalmente, modaiolo: la Fiera del Jeans è la giusta risposta all’estate che ci lascia per dare spazio alla stagione più fredda. Dal 3 settembre, ogni venerdì per tutta la giornata, nella piazzetta adiacente lo store a Ponte Buggianese ver verrà allestito, infatti, un mercatino dedicato interamente ad uno dei capi storicamente più amati da donne e uomini: il denim. Take-Two, Phard, Antony Morato, Ddouble Black, Re-Start, LTB sono solo alcune delle marche che troverete sul fornito banco di Panzanella: a prezzi scontatissimi, i modelli di fine serie delle griffe più famose per i jeans. Ma non solo. Per gli amanti del look casual e sportivo, accanto alle grandi occasioni denim, sarà possibile trovare felpe e t-shirt, per tutti i gusti e per affrontare con stile e glamour la nuova stagione. PANZANELLA Via Buggianese 32 51019 Ponte Buggianese Zona CONAD Tel. 0572 930104 Daedalus Dance Academy diretta da Costanza Mucci ISCRIZIONI APERTE Via S. D’Acquisto, 45 - Pescia Cell. 335 1346533 Pia tt o o R icc La Dispensa: boutique del buon cibo e del buon vino Cosa mangiamo a settembre? foto di Cristiano Bianchi Lo chef Leonello Spadoni del un piatto di fine estate, puntando ancora sul pesce: la zuppetta di moscardini con pomodorini freschi che alimentano il gusto ZUPPETTA DI MOSCARDINI PROSCIUTTO DI PARMA E MELONE Federico Schiavelli del Ristorante Cecco di Pescia, in questo numero ha preparato un piatto semplice, ma che, in estate, ha fatto da padrone a tavola: prosciutto di Parma di prima qualità e melone. Una certezza. foto di Cristiano Bianchi Ristorante La Favola Mia di Chiesina Uzzanese ha preparato LA DISPENSA GIOVANNELLI Via Don Facibeni, 2 51016 Montecatini Terme (PT) Tel. 0572 904486 R iassumere il mondo de “La Dispensa” sembrerebbe essere un’ardua impresa, tante e varie sono le offerte di questa vera e propria boutique del cibo e del vino. Ma la scritta che elegantemente campeggia sul muro del Coffee Restaurant Corner (spazio dedicato alla ristorazione, alle colazioni, alle merende, agli aperitivi) ci può dare una notevole mano per definire, almeno nella filosofia e nello stile, questa oasi per buongustai: “una sosta gourmet per assaporare, sperimen- tare sapori autentici della tradizione, un luogo di incontro dove si potranno acquistare prodotti unici ed eccellenti. Vere prelibatezze per vista e palato”. TREBBIANO “TENUTA CAPEZZANA” Alessio Malucchi dell’Enoteca Malucchi di Pieve e Pescia, ci propone un vino rosso di assoluta qualita: il Trebbiano, tenuta Capezzana. Al naso è complesso, grazie a un buon equilibrio tra legno e frutto. Al palato è pieno, morbido, con nerbo acido deciso e un finale lungo e intrigante. IL PAZZO SCHERZO DI PAZZINI Questo mese Federico Pazzini del Ristorante Panbagnato di Ponte Buggianese, ci ha fatto uno scherzo. Ci ha fatto trovare un piatto vuoto, ma lo ha riempito di simpatia, caratteristica del locale (frequentato da calciatori e vip) dove, oltre a mangiar bene, ci si diverte e ci si sente come in famiglia. La Dispensa, fiore all’occhiello della gastronomia valdinievolina, nasce nel dicembre 2008, originariamente come degustazione e pranzi di lavoro. Ad oggi, è anche gastronomia, macelleria, rosticceria, panetteria (col pane di Pietrabuona cotto a legna), ortofrutta, enoteca ed infine – grande novità dal giugno scorso – ristorante e pizzeria (anche da asporto). Il pesce fresco da trancio (salmone, tonno, spada), la carne (da grigliata, ma soprattutto bistecche), gli spaghetti (con cozze, vongole o un classico cacio e pepe) e la pizza (in grado di accontentare anche i palati più fini) sono i piatti caldamente consigliati da Nicola e Mariano, soci dell’azienda, entrambi accomunati da una esperienza ventennale nella ristorazione. Materie prime scelte e selezionate, insieme ad un ambiente moderno e di classe (sala interna ma possibilità di cenare anche all’aria aperta), fanno de La Dispensa un’ottima scelta per una cena fuori casa. Il reparto gastronomia offre al pubblico un’ampia selezione di formaggi italiani e francesi, oltre ad un grande assortimento di salumi (cinta senese, porchetta col fegato, salame, spalla), prosciutti (d’agnello o al taglio) e mortadelle. Tra le esclusive de La Dispensa, il pesto genovese Rossi – segnalato dal Gambero Rosso come miglior pesto d’Italia - e il guanciale di Sauris, prodotto tipico friulano, leggermente affumicato. La rosticceria spazia dall’angolo affumicati (salmone e spada) ai tradizionali prodotti – roast beef, le lasagne, il coniglio arrosto. In base alla stagione, poi, verdure cotte (stringhe, fagiolini, zucchine) ed insalate varie (pollo, farro, polipo). La macelleria, vanto de La Dispensa, si distingue per l’ottima ed elevata qualità della carne. La specialità è, senza dubbio, la bistecca. Per quanto riguarda il reparto ortofrutta, importante sottolineare che tutti i prodotti provengono dall’Azienda Agricola Bonelli di Borgo a Buggiano. Prodotti autoctoni, come il gelato artigianale della Gelateria Ultimo Chilometro. E poi c’è il mondo del vino e dell’acqua, dove le parole d’ordine sono ricercatezza ed esclusività. L’enoteca dispone di etichette non scontate, bensì prodotti di ricerca e di elevata qualità. E tra gli scaffali, è possibile trovare vere rarità: dalle selezioni di tè e succhi di frutta, fino alle prestigiose acque (dalla famosa Perrier, passando per la Ty Nant fino ad arrivare alla Evian, in una griffatissima versione firmata JeanPaul Gaultier). P42/il locale P43/talenti caffè mirò la band Diletta Severi Un nuovo ristorante per il Caffè Mirò Noi, musicisti puri? Mah...Tarabaralla! Simone Gai ma sicuramente il nostro seguito lo dobbiamo alla perfor- il 24 sarà il turno dei conosciutissimi TARABARALLA (leggete la loro intervista qui a fianco). Gran finale a fine mese: il 25 piano bar con RICCARDO ANCILLOTTI (per altro, nostro valido collaboratore) ed, infine, il 29 ritmica serata con le selezioni musicali di ALEX BERTI DJ (DJ resident al Bella Vita). di Vasco Rossi), mentre mance live al Pistoia Blues del 2005, quando abbiamo aperto il concerto di Mr. Bob Dylan. Ma avrete un segreto? Dove siete a suonare c’è sempre un sacco di gente che balla. Il nostro segreto, se ce n’è uno, è la scaletta: quando andiamo davanti al pubblico sono loro i nostri datori di lavoro. Sai quante volte mi sarebbe piaciuto fare canzoni che magari conosco solo io, ma chi viene a sentirci vuole divertirsi. Anche voi vi divertite, si vede proprio..... Se non ci si divertisse , non avrebbe senso fare quello che facciamo. Siamo sul palco come siamo nella vita: d’altronde F ervono i preparativi al Caffè Mirò di Larciano per l’inaugurazione – a metà settembre – del nuovissimo ristorante che andrà ad impreziosire la già ricca offerta di servizi da parte del noto locale. Oltre alla classica pizza, i clienti potranno trovare specialità di carne e di pesce: il tutto, naturalmente, accompagnato dalle consuete serate live music. Infatti, la volontà di Giacomo e Marco, titolari del Caffè Mirò, non è quella di stravolgere la vera natura del locale ma solo quella di offrire un servizio in più – quello appunto della ristorazione – alla propria clientela. Proprio per questo, il calendario eventi si presenta ricco e fitto di date da segnarsi e alle quali non mancare: si comincia il 10 settembre, con TRIBUTO A LIGABUE. Si prosegue il 17 con l’esibizione de “IL RESTO DELLA CIURMA (cover band I n questo articolo, potremmo parlare di come il cinema russo ha influenzato i più grandi autori del ‘900 e sarebbe, comunque, meno complicato che spiegare in poche righe, chi sono I Tarabaralla. A Pistoia, non c’è festa, locale, persona, animale, cannuccia d’estathè, pianta rampicante che non li conosca, ma per chi ci segue al di fuori della città di Giano, è bene dare una piccola infarinatura. I Tarabaralla sono un gruppo musicale: e già questo potrebbe già essere un primo fatto su cui discutere, visto che Elio Capecchi & Co. sono veri animali da palcoscenico. Il fenomeno Tarabaralla è un vero e proprio ciclone, che ti affascina e ti lascia sconvolto almeno per i 20 minuti dopo il concerto. E di questi tempi, rimanere sconvolti per 20 minuti è un lusso. Il gruppo è composto da: Elio Capecchi (voce), Marco Frosini (detto: Ganasha / chitarra), Enzo “Enzino” Panichi (Batteria), Carlo “Biagio” Biagini (tastiere). Insieme hanno, sicuramente, fatto ballare tutta Pistoia. Parlare con Elio Capecchi, o come viene presentato sul palco, Elio Del Capecchi, in perfetto stile medievale, è come parlare con la “sezione musica” di Wikipedia, da tutte le nozioni che conosce. Cresciuto con la musica classica, padre baritono, si ferma spesso mentre lo intervisto, per ascoltare meglio la musica di sottofondo e poi mi chiede: “sai chi è questo?” Io scuoto la testa e lui, sospirando, mi dice l’autore. Elio qual è stato il momento in cui I Tarabaralla son diventati profeti in patria? A Pistoia è difficilissimo diventare profeti in patria, non siamo musicisti puri. Ganasha un chitarrista? Mah, tarabaralla! Elio un cantante? Mah, tarabaralla!. E ora per la musica in centro a Pistoia come facciamo? Bisognerebbe fare del casino e chiedere spiegazioni perché togliere la musica nel centro di Pistoia, vuol dire in un certo senso far morire un po’ le attività dei locali. Rispetto, certo, per chi vuol riposare, ma rispetto anche per chi la musica la vuole semplicemente ascoltare. Poi, di nuovo, Elio si ferma perché il PC ha fatto partire “Baba O’Riley” degli WHO: mi insegna che l’intro, lunghissimo e ricercato, è un omaggio al grande Terry Riley. Dopodiché va alla sua collezione di cd contenti la storia del rock, prende un disco di Riley (appunto) e me lo fa ascoltare; poi si allontana. Per lui l’intervista è finita o forse non è nemmeno mai iniziata: invece, io ho imparato qualcosa. P44/fenomeni P45/il ritrovo l’imitatore 18.1 Lorenzo Benedetti “Vivi la notteOver 30” Diletta Severi I l divertimento ha un solo numero: 18.1, il nuovo, ma già conosciutissimo, polo del divertimento valdinievolino. Il locale, caratterizzato da uno stile ricercato e raffinato, e da un ambiente suggestivo ed elegante, fa da cornice alle serate più in voga del momento, rivolte in particolar modo ad un pubblico over 30. Mauro e Quinzio, titolari del 18.1, in collaborazione con Nicola Vescovi vi aspettano all’inaugurazione invernale de “Vivi la Notte Over 30”: ovvero, dal 16 settembre partirà l’appun- A tamento fisso del giovedì sera, con cena spettacolo su prenotazione e musica dagli anni ‘70 ad oggi. L’ingresso è libero e la consumazione non obbligatoria. Per l’inaugurazione, ci sarà la partecipazione speciale della Joy Band. “Imito gli altri per farvi ridere” quindici anni si esibiva come imitatore alle feste paesane nei comuni vicino Pontedera, città nella quale è nato; adesso è uno dei personaggi più popolari di “Quelli che il calcio”. David Pratelli, 40 anni, lo abbiamo incontrato alla fine del suo show che ha chiuso la “Settimana Chiesinese”. L’imitatore e showman ricorda con orgolio gli inizi della sua carriera: “Guadagnavo trentamila lire a serata. Sono cresciuto mangiando pane, nutella, varietà e commedia all’italiana. Adoro i film di De Sica, Sordi e Celentano, artisti che hanno influenzato la mia vita lavorativa”. Pratelli comincia a farsi conoscere al grande pubblico in radio (Radio 4 e Radio Italia più). La svolta arriva nel 2002, con il primo posto nel campionato italiano degli imitatori “Sì sì, è proprio lui”, di Rai Uno. Nel 2005, grazie anche al sodalizio con l’agenzia di Pistoia “Vegastar”, Pratelli fa il salto di qualità e lo vediamo in “Guida al campionato” (Italia 1) nelle vesti di Lippi, Capello, Ibrahimovic, Ranieri. Poi il salto a “Quelli che il calcio”. “E’ stata la mia consacrazione, i personaggi che ho imitato sono stati molti, da De Sica a Mughini, passando per il ministro Tremonti e tanti altri ancora”. Ma come si sceglie un personaggio da imitare? “Se un personaggio è particolarmete in vista è più facile far divertire il pubblico. La somiglianza nell’aspetto fisico è molto importante, ma con l’utilizzo dei trucchi di scena si riesce a fare di tutto. C’è poi un lavoro profondo in ogni imitazione. Se qualcuno mi colpisce decido di imitarlo, altrimenti non lo propongo”. David Pratelli, dopo la sua eccezionale performace sul palco di Chiesina Uzzanese, ci ha anche confessato: “Sto lavorando su nuovi personaggi. Soprattutto sto studiando Rocco Siffredi, Fabri Fibra e Cesare Ragazzi”. Il diverti- mento, con lui, è assicurato. chi è David Pratelli nasce a Pontedera il 21 dicembre 1970. Imitatore e cabarettista italiano, ha al suo attivo anni di esperienza radiofonica e televisiva. La consacrazione del grande pubblico arriva nel 2006 a Guida al Campionato. Ora è una presenza fissa a “Quelli che il calcio”. Nelle foto vediamo David Pratelli prima insieme al nostro valido collaboratore, Lorenzo Benedetti e poi nelle vesti dei suoi personaggi: Lippi e Ibrahimovic DiciottO.1 Via Montevettolini Cantagrillo 3110/A Monsummano Treme (PT) Tel. e Fax 0572 640631 Cell. 345 1332481 - 338 4493222 P46/agenda curiosità Nuovo successo per le allieve della Daedalus Dance Academy La scomparsa del Vescono Scatizzi Lo scorso 27 agosto è morto Simone Scatizzi, Vescono emerito di Pistoia. Ha vissuto con lucidità e coraggio quest’ultima parte della sua vita dedicandosi alla preghiera e alla poesia. Nato a Coiano (Prato) il 26 maggio 1931, Simone Scatizzi entro’ da ragazzo nel Seminario di Prato. Venne ordinato Sacerdote nel Duomo di Prato. Fu il primo segretario di monsignor Pietro Fiordelli, allora Vescovo di Prato. Nel ‘77 fu eletto Vescovo di Fiesole e consacrato, nel Duomo di Prato, l’8 settembre per le mani di monsignor Fiordelli. Il 27 maggio ‘81 fu trasferito a Pistoia e vi rimase fino al 7 novembre 2006 quando il Papa accetto’ le sue dimissioni per raggiunti limiti di eta’. Dal sindaco Renzo Berti, nel gennaio del 2001, ricevette la cittadinanza onoraria a Pistoia. pillole moda Il “Garbatore”: t-shirt per avere più successo con le donne La nuova linea di abbigliamento che prende il nome “Garbatore”, è stata fondata questa estate dai fratelli Porciani. Nasce da uno scherzo fra amici, da un neologismo, che sta più o meno a significare che, in ognuno di noi, è presente una certa “garbatura”....e può verificarsi in tutti i momenti: in una serata in discoteca, oppure al supermercato. Con questa linea di t-shirt si cerca di esorcizzare il gioco delle conquiste adolescenziali. Sulle prossime magliette ci saranno anche i consigli del “garbatore”. Chissà, magari funziona... El Vaquero, in estate, ha fatto impazzire l’isola di Formentera Questa estate, chi è stato in vacanza a Formentera, avrà notato che c’era qualcosa in più che lega l’isola più alla moda della Spagna, con il nostro territorio: la nuova boutique di “El Vaquero”, lo storico brand creato da Valerio Giuntoli nel ‘75. “El Vaquero” ha una storia basata su un susseguirsi di collezioni di altissima qualità, scrupolosa ricerca dei materiali utilizzati e sapiente artigianalità di un prodotto completamente realizzato in Italia. Ogni prodotto è speciale: veri e propri gioielli di cuoio. Un nuovo successo, quindi, per il designer valdinievolino Valerio Giuntoli che non ci finisce mai di stupire, grazie a un prodotto senza eguali. Uno stile che si riconosce al primo impatto, intramontabile e che ha sempre cavalcato le tendenze di ogni epoca. “El Vaquero”, quindi, è un vero gioiello da indossare ai tuoi piedi. Dal Grande Fratello alla sfilata a Pescia Ferdi ha indossato i gioielli di Anna Rita Grande sorpresa per il numeroso pubblico che si trovava in piazza Mazzini a Pescia, a seguire la sfiata di moda «Glamour sotto i portici», evento organizzato dall’ente dei Rioni con il patrocinio del Comune di Pescia, in occasione per i festeggiamenti del Palio. Durante lo spazio dedicato ai gioielli, nel quale hanno sfilato i modelli e i prodotti del negozio Anna Rita Gioielli, sulla passerella è salito anche Ferdi Berisa, vincitore del Grande Fratello 9, accompagnato dalla nuova fidanzata Barbara Barucca. Una vera esclusiva per la cittadina della Valdinievole che ha potuto vedere da vicino uno dei più seguiti personaggi del reality di Canale 5. Ferdi, ha sfilato indossando i gioielli di Anna Rita (nella foto), portando per mano due bambini Emma (3 anni) ed Edoardo (2), figli di Federico Schiavelli, titolare del ristorante Cecco, e della moglie Paola Antognoli. Questa sorpresa è stata possibile anche grazie al rapporto di amicizia che lega l’ex gieffino ad Anna Rita e Domenico. Nel corso della serata hanno sfilato i negozi: “Giuntoli”, “Tuttobimbo”, “Giannino”, Ottica “Goiorani”. Anna Rita Gioielli ha presentato l’ultima collezioni primavera estate del brand “Vanto”, gioielli argento e pietre dure che si ispirano agli anni ‘30-’40. Il 16 luglio scorso si è tenuto a Massa Carrara, presso il Festival Ballet Theatre, l’omonimo “Festival Ballet”, all’interno del quale si è svolta la rassegna, con giuria, “Dance Everybody”. Hanno partecipato, riscuotendo successo e un piazzamento di prestigio, le ragazze del corso professionale della Daedalus Dance Accademy di Pescia: Alice Salani, Federica Zei e Giulia Pagni si sono esibite con una coreografia di contemporaneo, firmata dalla direttrice della scuola Costanza Mucci. Tra i giudici, la ballerina professionista Susanna Beltrami, conosciuta al pubblico grazie alla sua partecipazione a Dance Accademy su Rai 2. Le ragazze, tutte originarie di Pescia, si sono piazzate tra i primi tre posti, acquisendo il diritto di partecipare alla trasmissione televisiva di MTV “Dance Tv”. Dopo l’ammissione all’Accademia della Scala dell’allieva Giulia Paganelli (vedi Il Giullare n.9 ) e dopo il diploma di Federica Zei all’Accademia di Roma, un altro importante successo per la scuola Daedalus e per la sua direttrice Costanza. “Montecatini Terme incontra” Con noti giornalisti e scrittori Montecatini Congressi, insieme all’Assessore alla Cutura e allo Spettacolo, Bruno Ialuna, lanciano l’iniziativa “Montecatini Terme Incontra”: una serie di autori letterari, giornalisti di risonanza nazionale, saranno protagonisti di interviste “aperte” di fronte al pubblico, sul tema generale della nostra Italia che cambia, declinato secondo le loro sfere di azione e di analisi. Gli incontri saranno appuntamenti fissi tra settembre e ottobre e si terrano maggiormente nel piazzale del Gambrinus. I nomi che interveranno all’iniziativa e quindi i personaggi intervistati sono: Oliviero Beha, giornalista e scrittore, Michele Afferrante, giornalista e autore televisivo, Luca Telese, giornalista, scrittore e autore televisivo, Dario Vergassola, comico e cantautore, Mario Tozzi, geologo e giornalista. Personaggi, insomma, di un certo spessore nel panorama culturale italiano. Natali segue il Milan vicino a Berlusconi Lo hanno immortalato i paparazzi della Gazzetta dello Sport (lunedi 30 Agosto) sulla tribuna d’onore dello stadio “Meazza” di S.Siro a Milano, in occasione della prima partita di campionato, MilanLecce. E noi lo ripubblichiamo. Sì è proprio lui, il manager del basket Gino Natali, con la moglie Tina Visibelli, seduto accanto al Presidente Silvio Berlusconi, Adriano Galliani, Braida e dietro, si vede seduto (sorridente), anche il bomber svedese Zlatan Ibrahimovic, appena acquistato dai rossoneri e, in quell’occasione, per la prima volta sulla sponda del Milan, a S.Siro. A Chiesina Uzzanese arriva lo show di Paolo Ruffini Un importante appuntamento è previsto a settembre a Chiesina Uzzanese, organizzato dalla Proloco locale. La data è mercoledì 29 settembre dalle ore 21:00 in poi con lo spettcolo di Paolo (Paolino) Ruffini e il suo cast in: “Io doppio! Un Bell’Applauso!”. Paolo Ruffini, artista livornese molto conosciuto per i suoi doppiaggi. Ci sarà da ridere. Per prenotazioni biglietti ed ulteriori informaioni potete contattare Elda al numero 348/4115479. “In salute e felici?” evento spostato al 16 settembre L’evento che avevamo segnalato sullo scorso numero al Palazzo dei Congressi di Montecatini Terme “In salute e felici? Semplice se sai come farlo” è stato spostato a giovedì 16 settembre (ore 21). Una giornata dedicata alla salute e al benessere fisico e interiore. I relatori dell’evento, nominato “Evento intelligente” sono Eleonora Lepori (psicologa-psicoterapeuta) e Sergio Paccosi (psicologo-psucoterapeuta). Ricordiamo che l’ingresso è libero e per informazioni si puo’ chiamare il numero di telefono: 0572-75861.