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parlando d`arte - Comune di Tavagnacco
parlando d’arte
Paolo Bulfone fotografia
Pietro De Campo pittura
Oscar Romanello scultura
Comune di Tavagnacco
Assessorato alle attività culturali
parlando d’arte
9-25 giugno 2006
Sala consiliare del
Comune di Tavagnacco
TAvagnacco giugno 2006
Parlando d'arte non è una mostra fotografica, o meglio non è soltanto questo; né è un evento riducibile
a mera definizione di "mostra collettiva". Parlando d'arte è entrambe le cose e al contempo qualcosa di ancor più
sottilmente complesso.
Paolo Bulfone, Pietro De Campo, Oscar Romanello sono tre artisti di chiara fama, dalla produzione vasta e rinomata
che vivono e lavorano in Friuli ormai da decenni.
Le opere in esposizione appartengono alle rispettive recenti produzioni: oli su tela per De Campo;
sculture in ferro per Romanello; le foto dei due artisti immortalati su pellicola dagli scatti di Paolo Bulfone.
L'ecclettico allestimento offre al visitatore da un lato la possibilità di godere dell'opera artistica in quanto tale,
dall'altro di entrare in un contatto diretto, privilegiato, quasi intimo, con gli autori che quelle opere hanno creato.
Si dà il caso, infatti, che i tre artisti siano tra loro anche amici, ed è proprio qui, nel legame d'amicizia che li vede
accomunati e nel loro continuo dialogo e confronto,che si cela la chiave di lettura per cogliere il vero carattere
di questa mostra.
Mostra, dunque, quasi più personale che collettiva, ma che al di là di ogni possibile caratterizzazione dà,
per il suo valore intrinseco, lustro a all’Amministrazione e all’Assessorato alle attività culturali, onorati di ospitare
e proporre alla propria comunità un evento di tale profilo.
Il Sindaco
Mario Pezzetta
Oscar Romanello
l’idea filosofica...
creando
Paolo Bulfone
In quest'incontro tre artisti, unendo gli esiti di differenti modi nel concepire la vita e l'arte,
ci offrono un'occasione densa di significati, attraverso l'esposizione di alcune opere recenti
tratte dalla loro vasta e rinomata produzione.
Desta interesse prima di tutto considerare quale sia stata la genesi dell'iniziativa. Si sa che
s'incontrarono alla precedente mostra di pittura dove uno di essi, Paolo Bulfone, esponeva tele
che raccontano di ambienti allucinati, ebbri di solarità, intrisi di gialle lance a significare il fiato
profondo della terra, ma percossi da incombenti deliri cementizi. Egli è anche valente poeta di
scansioni sensibilissime nella lingua amata, il friulano secondo la parlata del circondario di Colugna.
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Paolo Bulfone
Paolo Bulfone
I convivi in queste amene contrade raramente hanno per
tema la sobrietà e allora, mentre i taglietti s'avvicendavano e la
sera pian piano reclamava il suo trionfale diritto di prelazione
sul calante pomeriggio, Bulfone, parimenti fotografo di quotata
esperienza, pensò bene d'imbracciare lo strumento e fissare
memoria degli attimi sereni e lirici che gli amici stavano
vivendo. Nacquero di getto le immagini che ora qui vengono
esposte, ma, nonostante l'estemporaneità dell'idea, non sono
venute meno la carica creativa, l'intensità di figurazione e la
poetica etnografica.
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Paolo Bulfone
Vi scorgerai l'olimpica serenità dell'Oscar meditante, la sillabica freccia nell'occhio di
Pietro che nel frattempo inventa nuove sue fantastiche visioni. Qui ogni argomentazione si
rinsalda come i sassi dell'alveo alla periodica carezza della corrente amica. Nulla è lasciato al
caso, come in una strategia della vita vera, profonda, incontaminata. Lo dimostrano gli indugi
sugli occhi brillanti di gioia vitale, le bocche colte nell'attimo delle sentenze, ma anche gli scorci
delle case contadine, le immagini dei suonatori e i particolari dei loro strumenti, un ricordo dei
più o meno autorevoli ospiti e perfino un giocoliere mentre prepara le clave e i cerchi per la sua
attesa esibizione.
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Paolo Bulfone
Paolo Bulfone non esita a riprendere più volte il
medesimo soggetto sebbene con diversi livelli di focalità,
forse lo fa allo scopo di narrare dell'insussistenza d'ogni
umana persuasione. Come nei suoi versi, anche qui trovi un
raro esercizio di sintesi antiretorica, una visione profonda e
pensosa del Friuli migliore.
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Pietro De Campo
Nell'opera di Pietro De Campo, se si vuole, e lo si può
fare con le ali formidabili della fantasia, si accarezzano
brandelli di luna al tramonto, simmetrie di rigagnoli entro i
quali la casta diva si rimira, bifore di ville rinascimentali
appena accennate, graffi di tramonti su inferriate precluse,
infiniti particolari del vivere e del sogno, sguardi attraverso il
caleidoscopio del dubbio. Anche le macchie di puro colore
hanno un'anima che esprime il bisogno di narrare lasciando
solo trapelare un atavico rammarico per le incompletezze
dell'animo umano.
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Pietro De Campo
Ben presto l'Artista ha voluto e saputo svincolarsi dalla morsa ereditaria di cotanti ecotali
artisti, suoi maestri, degni figli della nostra terra, per reinventare uno stile che riesumasse il
monodico canto del concreto, l'esigenza di toccare con mano le fornaci del sentimento nativo,
ma non quello plebeo della quotidianità ufficiale, bensì quello alto, arcano, gentilizio che
appartiene ai pensatori negati, ai poeti dimenticati, eternamente soli in quanto inadatti a
proporsi in insistenti e superficiali iniziative campate in aria.
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Pietro De Campo
La profonda ispirazione
generata dall'amore per la
terra natia si estrinseca nel
racconto di avvenimenti che
coinvolgono le esistenze, l'amare,
il soffrire. Così la ricerca delle
radici, delle ragioni stesse del
faticoso vitale cammino,
lo porta a una continuità
di rare testimonianze.
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Pietro De Campo
Pietro De Campo
Ritrova attraverso
i boschi, lungo i prati,
nelle radure la ragione
stessa del proprio operare,
un costante cammino per
giungere alla coerenza
del segno, all'apoteosi
del colore.
Pietro De Campo
Nella sua magistrale
disamina, in occasione di una
precedente mostra, Tiziana Novello
evidenzia, tra l'altro, l'urgenza
che ispira De Campo nel tentare
di uscire dalla assificazione
contemporanea, ritornando con
nostalgica coerenza all'artigianalità
dell'approccio, alla manualità
del gesto.
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Tutto ciò, secondo me, avviene attraverso la frammentazione del reale in mille episodi
coloristici, in molteplici espressioni d'un animo inquieto e creativo. Nel sincretico panorama
d'ogni opera, emergono i simboli universali del sapere, ma, nel contempo, storici simulacri di
vite e passate attività umane che tanto includono, ma nulla hanno da spartire con
l'autocompiacenza e ancor di più con l'autocommiserazione che da noi ovunque dilagano.
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Oscar Romanello
Oscar Romanello espone in questa circostanza una serie di sculture della nuova produzione.
Sono lavori che ancora, ma forse più che mai, evidenziano la sintesi di dissertazioni osmologiche
che seguono l'andirivieni zenitale di volatili arcani attraverso slanci improbabili che dalla bassa
terra scalpitano, magari volitando, senza una concreta speranza di decollare. Per far questo il
Nostro, che comunque è provatamente abile in tutte le forme della scultura, grafica e pittura
tanto da aver aderito a qualificate committenze di enti e istituzioni, va a raccattare, presso gli
ultimi artritici ferravecchi di periferia, falcetti che diverranno ali, forconi arrugginiti che
tenteranno d'animarsi assurgendo a sterni ischeletriti, bulloni da usare a modo di occhi, cesoie
senza i manici come pseudo-rostri di rapaci. Ne esce un ibrido fra un uccello da preda e un
bombardiere pronto a scodellare le sue uova esplosive magari atteggiandosi, come si usa fare, a
portatore di libertà. È l'insieme però che ci dona la rara meditante metafora della ricerca
infruttuosa, del perenne andare, del voler assolutamente scoprire.
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Oscar Romanello
Storpiato dalla banalità feroce dei mezzi di comunicazione in questi tempi di magra
intellettuale, l'uomo di Romanello rimane ancorato alla nuda superficie alzando gli occhi verso
un vuoto arcano come fosse figlio malformato del Pim di Beckett. In disparte scorgi gli esiti finali
della metamorfosi d'una sedia e una specie di creatura alata messa insieme dopo il non proprio
tenero disfacimento d'un lavandino. La viltà dei materiali non preclude la visione immanente
dei terrifici risultati. Una specie di madre solitaria, quasi fosse una mezza Rondanini, sembra
dolersi di essere stata abbandonata dal figlio andato a risorgere altrove.
Icaro e il capitano Acab qui non figurano, ma nella mente dell'Artista forse, già sono in
progetto. Basterà accumulare il giusto quantitativo di ferraglia, mettere insieme tutto l'amore
possibile per le favole grandi, universali, e allora anch'essi prenderanno vita.
LUIGI TREU
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Oscar Romanello
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Oscar Romanello
Biografia
paolo bulfone
Paolo Bulfone nasce a Colugna Tavagnacco (UD) nel 1952. Si diploma arredatore, frequenta corsi di disegno.
Interessante è stata la collaborazione con il Designer Sloveno di fama internazionale OSKAR KOGOJ per la
realizzazione della collezione "Natura" firmata da quest'ultimo. Già dai primi anni 70 si presenta in collettive,
concorsi, e più volte viene segnalato come Artista interessante: Personale "Salone delle Feste" Arta Terme (UD),
medaglia d'argento "Concorso d'Arte Contemporanea" indetto dalla "Società di Mutuo Soccorso" (UD), 2°premio di
fotografia "Immagini dalla nostra terra" Telefriuli (UD), collettiva in Ungheria, personale "Locanda alla Pace" Sauris
di Sotto (UD), 6° premio Concorso internazionale galleria "Eustachi" (MI), selezionato al "5° Festival della Pittura
Internazionale" San Remo (IM), personale "Sala Museo Etnografico" Sauris di Sopra (UD), personale "Terzo
millennio, nella luce per la luce" La Galleria (PN), collettiva "Lyon's Club" (GE), 1° Premio alla "Rassegna d'Arte
Contemporanea" Buttrio (UD), 4° Premio "Extempore di Primavera" Fontanabona, Pagnacco (UD),2 Premio
"Extempore Paese in Festa" Colugna, Tavagnacco (UD), Concorso "Remo Brindisi" Lido degli Estensi (FE), Personale
"ZHARE & ZAHRE" Sala Museo Etnografico Sauris (UD), Segnalazione per la scultura "Arte contemporanea"
Premariacco (UD), Sculture Esposte da COIN (PN), "Idea Natale" Udine esposizioni (UD), Collettiva "ICTU OCULI"
Caffè Contarena (UD) ,Collettiva " ICTU OCULI 2 " Palazzo Dolfin (PN), 2° Premio "I luoghi di Pasolini" Casarsa (PN),
4° Premio "Extempore di Primavera" Fontanabona, Pagnacco (UD), Segnalazione alla III^ Rassegna Internazionale di
Pittura Coseano (UD), Collettiva "Arte Contemporanea" Tiepolo (UD), Personale "Il colore del ricordo" Colugna
Tavagnacco (UD), Collettiva "Artisti e colori in villa" S. Giovanni al Natisone (UD), Collettiva itinerante "Peraule Sun
Colôr" Comunità Collinare (UD), Personale "Eros" S. Margherita del Gruagno (UD), Personale "Cormôr" Villa Tinin
Tavagnacco (UD), Collettiva "Arte Pagnacco 2003" Pagnacco (UD), Collettiva "Gruppo Cormôr" Tavagnacco (UD),
Collettiva "Sauris e d'intorni" Museo Etnografico Sauris di Sopra (UD), Personale "Al Vuau" - "El blanc el neri le
anime dai colôrs" Tavagnacco (UD). È presente negli ultimi diciannove anni alle Collettive del'A.N.M.I.L.(Sez.
Pittura, Scultura e Poesia). È presente negli ultimi diciassette anni alle collettive "Arte Pagnacco" alternando la pittura
e la scultura lignea. È presente sul "Dizionario Biografico Friulano" Unione Scrittori Friulani - Ribis (UD).
Va ricordato il suo impegno nell'ambito della poesia e della prosa Friulana: 1978 - "Quasi 'o sberlarêss" poesie; 1991
- " Odôrs " poesia; 1993 - "Filainis" prosa; 2003 - "Nainis" poesia e prosa.
Hanno parlato e scritto di lui: Barbara Martinelli - Daniela Zanella - Domenico Zannier - Gianni Cappeletti - Paola
Leonarduzzi - Piero Fontanini - Sabrina Zanier - Stefano Aloisi - Vania Gransinigh - Vito Sutto - Licio Damiani Natale Zaccuri - Cristina D'Angelo - Luigi Treu.
Biografia
Oscar Romanello
Oscar Romanello nasce a Udine nel 1951. Si iscrive all'Istituto Statale d'Arte di Udine, allievo di maestri come Dino
Basaldella, Mario Baldan, Pino Mucchiut. Aderisce alla Federazione Nazionale Lavoratori Arti Visive CGIL. Espone
nelle mostre collegate all'attività del Centro Friulano Arti Plastiche nell'ambito degli incontri INTART fra Slovenia e
Austria. Ha ottenuto premi e riconoscimenti alla " Triennale Nazionale per la Medaglia d'Arte" di Udine, alla Biennale
del Bronzetto di Ravenna, al " Piccolo formato in bronzo " a Padova, ai premi "Bari 82", "Fabriano 84","Fabriano 86".
Tra le mostre più recenti: Mostra Internazionale d'Arte Sacra, Pompei 2001, Primo premio; Concorso nazionale per
un'opera muraria in ceramica nell'ambito del Tempio Nazionale per i Caduti di Russia, Cargnacco 2001, Primo
premio; Primo premio nella rassegna di Natale “A Moggio la Stella ", Moggio Udinese 2002; ciclo di medaglie
commemorative sul pensiero di Papa Giovanni Paolo II, 2004.
Si occupa di teatro ideando e realizzando allestimenti scenici e ha curato la regia per il "Senso del Volo", spettacolo
multi disciplinare itinerante. Si sono interessati all'attività artistica di Oscar Romanello, tra gli altri, A. Manzano, D.
Manichini, S. Molesi, L. Perissinotto, G. Brusigh, L. Treu.
Biografia
pietro de campo
Pietro De Campo nasce a Udine nel 1939. Ha frequantato l'Istituto Statale d'Arte di Udine, allievo di Toni Menossi,
Dino Basaldella, Luciano Perissinotto. Ha collaborato per diversi anni con lo scultore Luciano Ceschia nel laboratorio
della Collina dei Ciliegi di Collalto di Tarcento. Ha partecipato a numerosi concorsi ed esposto in mostre personali e
collettive in Italia e all'estero, tra cui: Biennale Triveneta di Tarcento; Feletto Umberto (personale); Biennale
personale galleria Morena Tricesimo; Azienda di Promozione Turistica di Trieste; Galleria Prisma di Verona
(personale); Casa della Confraternita Castello di Udine (personale); Verona "Revival della Pittura"; Moggio Udinese
"La parola rilevata l'invisibile visibile"; Sidney "Omaggio agli Artisti Italiani alle Olimpiadi"; Udine Galleria d'arte
Palladio "Itinerari sacro e profano"; Jesolo (Venezia) Palazzo dei Congressi; Abbazia di Rosazzo "Incontro con la Luce";
Istambul "Sant Fuari"; Parigi Citè Universitaire du Paris; Montese (Modena) “Forum Artis Museum”; Bari "Expo";
Rivignano Casa Collavini "Premio Missoni"; Lumignacco "Premio Covassi"; Milano/Lugano "Libri d'artista"; Palazzo
del Governo San Gallo (Svizzera); Museo Archeologico di Efeso "Il mito e il paesaggio"; Tolmezzo Palazzo Frisacco "Il
volto e l'anima"; Venzone Palazzo Comunale "Croce del Mondo"; Abbazia di Sesto al Reghena "In cerca di Dio". Di lui
hanno scritto: G. Angeli, C. Braidotti, L. Ceschia, W. Ceschia, L. Damiani, C. Feruglio, A. Giacomini, A. Ivanov, T.
Novello, M. Piva, L. Perissinotto, M. Prando, G. Vasi, P. Levi, E. Santese, D. Cerroni Cadoresi. È stato presente nel
catalogo nazionale "Arte Mondadori" dal 1997 al 2001.
Finito di stampare nel giugno 2006
da Arti Grafiche Friulane / Imoco spa (UD)
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