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cesso time - Gremese Editore

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cesso time - Gremese Editore
MyArt > Focus
MyTime / dicembre / december 2013 > 51
MARIA
CALLAS
90 anni fa
nasceva un mito
di / by Vittorio Panchetti
Visse d’arte. Visse d’amore,
ma quando Maria Callas
nacque era grassa, grossa
e stranamente già piena di
curve. Troppe secondo la
mamma che, nel vederla,
rimase delusa.
“Mia madre non mi ha mai voluta. Si aspettava un maschio che sostituisse
Vassilios, mio fratello morto all’età di 3 anni, quando ha visto me, una bambina
di 6 chili appena nata, se avesse potuto, mi avrebbe data al macellaio. L’assenza dei suoi abbracci si è sentita fin da quando sono venuta al mondo”, ha
raccontato per una vita l’artista, battezzata Cecilia Sofia Anna Maria Kalogeropoulos (più tardi Mary Ann e, dopo il rientro in Atene, Marianna).
Pare incredibile, ma la mamma faticava perfino a ricordare il giorno esatto del
suo primo vagito: “Mia madre si era scordata il giorno della mia nascita, mia
sorella credo non si ricordasse di avere una sorella e mio padre era l’unico a
rendersi conto della mia esistenza… il mio ‘tata Geo’… la mia consolazione”.
Amaro sollievo di una donna diventata mito, nata brutto anatroccolo tra il 2 e il
4 dicembre 1923: il registro dell’anagrafe riporta il 3, il passaporto il 2, mentre
sia la madre che lei concordavano sul 4, data di cui la Callas non era sicura ma
che prediligeva perché giorno di Santa Barbara, beata pugnace e combattiva
che sentiva a sé congeniale.
Oggi è assodato che la data esatta fosse il 2 dicembre, giorno in cui, se fosse
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viva, avrebbe compiuto 90 anni! Occasione imperdibile per la nostra giornalista Roberta Maresci che ha scritto “Maria Callas” (Gremese Editore - Diva
Universal), un romanzo sulla divina, come la ribattezzò la gente.
Mito di stile, fu capace di dividere in due ere la storia dell’opera: “a.C. e d.C.,
cioè prima della Callas e dopo la Callas”, come lei stessa diceva parlando di
sé, in terza persona. Evitando sempre di raccontare dettagli su Omero, il figlio
avuto da Aristotele Onassis, partorito con il cesareo all’ottavo mese e vissuto
solo un giorno.
Soprano specializzato sia nel canto di forza che nel canto acrobatico, ha conosciuto fama e fame, ricchezza e povertà, amore e indifferenza, gioie e dolori. La mamma, vedendo in lei la gallina dalle uova d’oro, arrivò a spingerla a
esibirsi in stamberghe piene di soldati e, invano, a farla prostituire. Insonne,
miope e affetta da dermatomiosite, fu grafomane, scaramantica, ambiziosa,
perfezionista e di grande carattere. Lo dimostrò sempre: tanto quando prese
lezioni di canto dai tre canarini che aveva in gabbia, che quando la sarta Biki
disse di ritornare in atelier con almeno 30 chili in meno.
E così fu: colpita nell’orgoglio, la Callas reagì da leonessa. Con determinazione
feroce si chiuse nella sua camera, appese una foto di Audrey Hepburn e iniziò
una dieta drastica. Leggenda vuole che sia stata una tenia ingoiata bevendo
una coppa di champagne a farle tramutare il ventre matronale in vitino da vespa. Con grande sacrificio, comunque, perché era una patita del cibo.
Da brava massaia, annotava le ricette dei suoi piatti preferiti ovunque andasse.
Quando poteva, le piaceva preparare alcuni piatti tipici della cucina veronese:
la pearà, il risotto al tastasal, la pastissada.
In paese, Zevio, nella campagna veronese, volendo fermarsi a bere qualcosa,
insieme all’avaro marito, l’imprenditore Giovan Battista Meneghini, frequentava
il bar Sport su piazza Santa Toscana e il bar Commercio su Piazza Marconi.
Patita di oggetti d’antiquariato, le piaceva scegliere mobili veneziani del ‘700,
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girare per negozi e pulire l’argenteria. «Faceva cose banali», prosegue l’amica
e confidente di una vita Giovanna Lomazzi, “poi varcava la porta del teatro e
si trasformava nella Callas”. Donna scaramantica che arrivò al punto di farsi
cucire alcune gioie negli abiti di scena pur di non separarsene mai.
E’ stata ricca, amata e famosa. Ha avuto tutto e tutto ha perso.
“Era un mostro, un insieme di grandi virtù e di terribili debolezze umane. Una
donna molto complessa”, ha ricordato l’amico Franco Zeffirelli. È stata grassa
come una balena, ed è riuscita a diventare leggera come una farfalla.
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90 years ago, in the month
of December, a myth was
born. Maria Callas.
She lived on art. She lived on love. But when she was born, Maria Callas was
fat, big and unexpectedly already had a very rounded shape. Too much so
according to her mother who was disappointed at seeing her.
“My mother never accepted me. She wanted a boy to substitute Vassilios, my
brother who died at the age of 3, and when she saw me when I was born,
weighing 6 kilos, she would have handed me over to a butcher had it been
possible. “I missed her hugging me from the time I was born”, is what the artist
used to say all her life, whose real name was Cecilia Sofia Anna Maria Kalogeropoulos (later known as Mary Ann and, upon her return to Athens, Marianna).
It seems incredible but her mother even had difficulty in remembering the
exact date she first cried: “My mother forgot my birthdate, my sister didn’t
remember she had a sister and my father was the only one who was aware of
my existence...my male ‘nanny Geo’...was my consolation”.
A bitter consolation for a woman who became a legend, born an ugly duckling
between the 2nd and 4th December 1923: the civil register records the 3rd,
her passport the 2nd whilst both her mother and she herself agreed on the
4th, a date which Callas was not sure of but which she preferred because it
was the day of Saint Barbara who was an aggressive and battling saint, a role
she felt suited her.
Today it has been proved that the exact date was December 2, the day on
which, had she still been alive, she would have celebrated her 90th birthday!
A date not to be missed by our journalist Roberta Maresci who wrote “Maria
Callas” (Gremese Editor - Diva Universal), a novel on the “divina”, as she was
called by the people.
A myth of style, she was able to divide the story of an opera into two eras
B.C. and A.D. that is, before Callas and after Callas”, as she herself would say
talking about herself in third person. Always avoiding going into detail about
Omero, the son she had with Aristotele Onassis, born with a Cesarean when
she was eight months pregnant and who lived only one day.
A soprano specialized in intense singing and acrobatic singing she experienced hunger and fame, richness and poverty, love and indifference, joy and
pain. Her mother who saw her as a golden goose, even forced her to exhibit
in hovels full of soldiers and, in vain to make her walk the streets. Sleepless,
short-sighted and suffering from dermatomyositis, she was a compulsive
scribbler, propitiatory, ambitious, perfectionist and had a great character. She
always showed it: both when she had singing lessons with her three canaries
in the cage, and when the dressmaker Biki told her to return to the atelier
weighing 30 kilos less.
And she did: struck in her pride Callas reacted like a lioness. With fierce determination she locked herself in her room, hung a photo of Audrey Hepburn and
started a drastic diet. Legend has it that a tapeworm, swallowed with a glass of
champagne, turned her huge stomach into a small waist. With great sacrifice,
however, as she loved her food.
As a good housewife she noted down the recipes of her favourite dishes wherever she went. Whenever she could she liked preparing typical dishes from
Verona: the ‘pearà’, the ‘tastasal’ risotto, the ‘pastissada’.
With her husband Giovan Battista Meneghini, an entrepreneur, whenever they
wanted to stop and have a drink in the town Zevio, in the countryside around
Verona, they would go to the bar Sport on the Piazza Santa Toscana and the
bar Commercio on Piazza Marconi.
Mad on antique objects, she liked eighteenth century Venetian furniture,
walking round shops and cleaning silverware. “She would do common things”,
says a friend and confidant of a lifetime, Giovanna Lomazzi, “she would then
walk into the theatre and turn into Callas”. A woman who believed in bad luck
to the point that she even had some jewels sewn in her stage costumes so as
not to depart with them. She was rich, loved and famous. She had everything
and lost everything. “She was a freak, a combination of huge virtues and terrible human weaknesses. A very complex woman”, recalls her friend Franco
Zeffirelli. She was as fat as a whale and managed to become as light as a
butterfly. []
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