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Lezione 26 la moneta e la domanda di moneta
Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 26: La moneta e la domanda di moneta Facoltà di Economia Università di Roma Sapienza Moneta DEFINIZIONE. In macroeconomia la parola “moneta” identifica l’insieme dei mezzi di pagamento comunemente accettati. Fanno ovviamente parte della moneta i biglietti e le monete metalliche. Essi costituiscono i mezzi di pagamento che devono essere accettati (moneta legale). La maggioranza dei pagamenti non comporta il passaggio di mano di moneta legale. Carte di credito, bancomat, assegni, bonifici, ecc. vengono comunemente accettati, per effettuare pagamenti. Questi pagamenti comportano il passaggio di mano di depositi bancari (un assegno “scoperto” non è un pagamento). Anche i depositi bancari, perciò, sono moneta (moneta “bancaria” o “consuetudinaria”). Funzioni della moneta Le principali sono tre: 1. La prima è quella di mezzo di pagamento. La moneta risolve il problema della “doppia coincidenza dei bisogni” che rende estremamente macchinoso il baratto. 2. La seconda è quella di unità di conto che misura il valore di mercato dei beni. La sua importanza emerge quando ci si trova a dover effettuare pagamenti denominati in un’altra moneta (all’estero) o quando viene cambiata la moneta stessa (il passaggio dalla lira all’euro). 3. La terza è quella di riserva di valore. La moneta, condivide con i titoli la proprietà di essere un’attività finanziaria (ossia consente di conservare ricchezza nel tempo). Vantaggio del titolo: è un’attività finanziaria fruttifera (dà un interesse). Vantaggio della moneta: è liquida (consente di effettuare pagamenti senza costi o ritardi). Il “mercato” della moneta L’espressione “mercato” della moneta appare strana: la moneta non si compra e non si vende, e il suo prezzo è 1 (abbiamo visto che la moneta è unità di conto, ossia numerario). Ricordiamo che, per la macroeconomia, un (modello di) mercato è definito da quattro elementi: (i) una descrizione della domanda ; (ii) una descrizione dell’offerta ; (iii) una condizione di equilibrio ; (iv) una descrizione di cosa succede fuori dell’equilibrio. Per la moneta è possibile definire tutti questi quattro elementi: si può parlare di una domanda di moneta (L), di un’offerta di moneta (M ), di una condizione di equilibrio (L = M) e anche di cosa succede quando non c’è equilibrio. Vincoli di bilancio e moneta Nei vincoli di bilancio compare la moneta. Essa si colloca tra le risorse dello Stato (“signoraggio”), che la offre (∆M) e tra gli impieghi del “pubblico” (famiglie più imprese), che la domandano (∆L). Vincolo di bilancio dello Stato : T + ∆ BSG + ∆ M = G + Tr Vincolo di bilancio delle famiglie : Y − T + Tr = C + ∆BD + ∆LF Vincolo di bilancio delle imprese : ∆ BIS = I + ∆ L I Legge di Walras e moneta Applicando la solita procedura di aggregazione dei vincoli di bilancio e di raccolta delle voci secondo i mercati si ottiene: (E − Y) + (∆BD − ∆BS) + (∆L − ∆M) = 0 ossia la legge di Walras che questa volta coinvolge tre mercati. Per scrivere la formula della legge di Walras si è posto: E=C+I+G ∆ BS = ∆ BSG + ∆ BIS ∆L = ∆LF + ∆LI Stock e flussi La legge di Walras può essere scritta in modo un po’ diverso: D S S S Per farlo poniamo ∆BD = BD t − Bt − 1 e ∆B = Bt − Bt − 1 ; Assumiamo che nel periodo precedente ci fosse equilibrio, ossia S = B che BD = B t−1 ; ne consegue che: t −1 t−1 ∆BD − ∆BS = BD − BS Con un procedimento analogo (assumendo che anche nel mercato della moneta ci fosse equilibrio in t −1) −1 possiamo scrivere ∆L − ∆M = L − M Con questi cambiamenti la legge di Walras diventa ( E− Y) + (B D − BS ) + ( L − M) = 0 Per i mercati dei titoli e della moneta si considerano gli stock (le consistenze) invece dei flussi (le variazioni). Così si mette in luce l’importanza dei titoli “vecchi” (sono equivalenti a quelli nuovi). “Domandare” moneta DEFINIZIONE. Domanda di moneta (L) è la quantità di moneta trattenuta in media dal “pubblico”, inteso come l’insieme delle famiglie e delle imprese (escluse le banche). Si trattiene (domanda) moneta per tre motivi principali: 1. Il motivo delle transazioni. Si trattiene moneta (contante e depositi) in attesa di spenderla; questo perché le date in cui si percepiscono i redditi e quelle in cui questi vengono spesi non sono sincronizzate. 2. Il motivo precauzionale. Si trattiene moneta perché potrebbe verificarsi (anche se non è detto) una situazione in cui si vogliono o si debbono effettuare dei pagamenti. 3. Il motivo speculativo. Si trattiene moneta come attività finanziaria in alternativa ai titoli (se si vuole speculare sulla differenza tra prezzo corrente e prezzo atteso dei titoli). Domanda di moneta LT = kY LP = LP (Y, r) con ∂ LP ∂Y con k > 0. transazioni >0 e ∂ LP ∂r < 0 . precauzionale LS = L( r) con L′ < 0 speculativa Il costo di detenere moneta invece che titoli è misurato dal tasso di interesse. Esso rappresenta il “prezzo della preferenza per la liquidità ” (Keynes), o anche, simmetricamente, il “premio per la rinuncia alla liquidità” .