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ITALIANO CLASSE IV prof.ssa Midolo Alessandro
ITALIANO CLASSE IV prof.ssa Midolo Alessandro Manzoni (lezione del prof. Marco Migliardi) Manzoni non rispetta l’unità aristotelica (tempo, luogo e azione) e ciò fece indignare i numerosi intellettuali neo – classici di quel periodo. Uno di questi classicisti, critico letterario – M. Chauvet – aveva accusato Manzoni di aver distrutto l’unità aristotelica nella sua prima opera (Il Conte di Carmagnola). A sua difesa, Manzoni, dice che la sua idea di unità era diversa da quella aristotelica e dei neo classici. Manzoni ambisce al fatto che l’unità di azione raccontata, ad esempio, nell’Adelchi non sia limitata alle vicende e ai suoi tempi, desidera che sia sempre valida nel tempo e nello spazio. Inoltre l’unità d’azione non è importante se si limita a raccontare la vicenda scenica, ma, per Manzoni l’unità di azione rappresenta il rispetto fedele della verità storica. Quando i personaggi sono di fantasia al vero storico si sostituisce il verosimile. Altro tema importante per l’unità di azione è che sia presente il pensiero religioso di Manzoni: la provvidenza divina. LE TRAGEDIE CONTE DI CARMAGNOLA: Francesco Bassone, condottiero 400esco aveva combattuto contro i milanesi e Venezia si era presa alcuni territori, ma venne accusato dai veneziani di tradimento. ADELCHI: Descrizione fedele della fine del regno Longobardo in Italia, vicenda che ben si adattava ad un confronto con la situazione storica del suo tempo. Personaggio importante dell’Adelchi è Ermengarda. È il personaggio più caro a Manzoni perché incarna il suo ideale religioso. Viene data in sposa al Re Franco Carlo Magno, l’uomo più bello, e si innamora di lui. Quando Carlo Magno, diventato re, decide nuovamente di andare a sconfiggere i Longobardi per annettere i territori, la ripudia come moglie e lei devotissima al marito viene abbandonata perché non gli aveva dato figli. Ermengarda si ritira in un convento e muore di dolore. Rappresenta l’esempio tipico della provvida sventura: nata e vissuta da regina, figlia di oppressore ma che non ha mai esercitato l’oppressione, viene ceduta come merce di scambio e ha anche l’onta del ripudio. Adelchi subisce la morte della sorella amatissima, ha un dissidio che lo tormenta: da una parte ha la volontà di vendicare la morte della sorella, dall’altra parte è un uomo di pace ed è cristiano! Alla fine Adelchi morirà e la guerra ci sarà, ma per volere dei Franchi; lui resisterà al suo desiderio di vendetta e capirà che non c’è spazio in questo mondo per i sentimenti cristiani. LA POETICA DELLE TRAGEDIE Le STORIE riguardano periodi lontani, ma Manzoni cerca i nessi con situazioni attuali; si innesca il rischio del falso storico e per risolvere questo problema Manzoni inventa il CORO che diventa così il suo cantuccio privato per esprimere il suo punto di vista. I CORI DELL’ADELCHI: 2 temi 1) Ermengarda: tema religioso 2) Dagli atri muscosi: tema politico, bisogna darsi da fare contro le dominazioni straniere. È uno spunto per far muovere gli italiani a ribellarsi all’Austria. LE ODI Marzo 1821 sono le odi civili, sono delle poesie di notevole dimensioni, scritte in settenari e uno schema metrico formato da strofe di 6 versi. 5 Maggio Marzo 1821 è dedicata ai primi moti rivoluzionari in Piemonte e in Lombardia. Manzoni la pubblicò dopo le 5 giornate di Milano (scritta quindi ben 26 anni prima!). Esalta lo spirito dei patrioti. Ne il 5 maggio è importante il sentimento religioso perché si diceva che Napoleone si era convertito al cristianesimo in punto di morte, dunque passa da oppressore a oppresso. Confronto fra: Ermengarda Napoleone figlia di oppressore ma carattere docile oppressore e dal carattere ambizioso Soffre perché è assalita dai ricordi felici a S. Elena viene assalito dai suoi ricordi La storia riduce la figlia di un oppressore a oppressa viceversa Solo la morte la libera e arriverà in paradiso si converte in punto di morte e si avvicina a Dio e forse al Paradiso IL ROMAZO STORICO Perché Manzoni decise di scrivere un romanzo storico? Sappiamo che si era affermato con Scott, ma in Italia non ci sono modelli a cui rifarsi e forse per questo vediamo che quello di Manzoni è diverso dai precedenti per : vera ambientazione storica veri i personaggi realmente esistiti VERI anche I PERSONAGGI INVENTATI VEROSIMILI che per Manzoni sono gli umili. Il romanzo ebbe diverse stesure: 1821/1823 intitolato Fermo e Lucia: c’è la storia dei promessi sposi, ma è diverso per alcuni contenuti, ma soprattutto per il linguaggio; 1827 esce la 1° edizione dei Promessi Sposi: molte differenze e cambiamenti della vicenda appena abbozzata in Fermo e Lucia; 1842: sparisce completamente il linguaggio lombardo, il romanzo è scritto in fiorentino, il linguaggio nazionale. Manzoni voleva fare prima l’unità linguistica e poi l’unità politica. Il romanzo storico per Manzoni deve avere 3 caratteristiche: Il vero per soggetto L’utile per scopo (deve avere un’utilità, cioè quella di spronare gli italiani alla ribellione) L’interessante per mezzo I personaggi umili presenti nel romanzo sono verosimili per essere credibili, però possono avere nei loro dialoghi, atteggiamenti e parole un pensiero religioso simile a quello di Manzoni. Cioè lui può mettere in bocca ai personaggi il suo pensiero. IL RUOLO DELLA CHIESA nei Promessi Sposi Ci sono diverse figure religiose che rappresentano le diverse facce della chiesa. Il più amato da Manzoni è Fra Cristoforo (verosimile): egli un signorotto violento che uccide un uomo e che per salvarsi si nasconde in un convento. Qui si converte davvero e prende i voti. Non abbandona però il suo carattere sanguigno che gli permette di non spaventarsi a dire ciò che pensa in faccia ai potenti (lui andrà da Don Rodrigo); Cardinale Borromeo (figura storica davvero esistita): aiuta i personaggi umili del romanzo, è il simbolo di un cristianesimo che non si scorda degli umili anche se ha raggiunto l’apice dell’importanza. Don Abbondio (verosimile): l’esempio del prete mediocre, è la Chiesa distante dalla gente. Diviene aiutante dell’oppressore. È vigliacco e non ha la forza delle sue azioni. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI I ruoli e le figure sono ben definiti e delineate. Abbiamo l’eroe classico, protagonista verso cui si catalizzano le forze del male: è il povero Renzo, umile e contadino. Contro di lui il malvagio e prepotente Don Rodrigo (antagonista). C’è un oggetto del desiderio: Lucia promessa sposa di Renzo che viene rapita dall’antagonista o meglio dai suoi aiutanti detti anche OPPOSITORI, cioè i Bravi ovvero gli scagnozzi al servizio e al soldo dei signorotti locali. Il loro capo si chiama Griso. Altri personaggi, alcuni minori, altri invece importanti come Don Abbondio, l’Innominato (davvero vissuto, forse un discendente della nobile famiglia dei Visconti) a cui si rivolge Don Rodrigo per mettere a punto il piano del rapimento di Lucia. L’altra persona a cui si rivolge è la Monaca di Monza: troviamo tutta la sua storia sin da quando era bambina. Ella cresce come primogenita femmina di una famiglia ricca e come tale doveva diventare suora. Prende gli ordini ma si rende conto che quella non è la sua strada e a un certo punto conosce un uomo e lo fa entrare in convento per diverse notti, fino a quando una consorella non se ne accorge e di fronte alla possibile vergogna, la monaca di Monza insieme al suo amante, Egidio, fanno sparire la consorella. Continua a fare la badessa con questa macchia sulla coscienza. Don Rodrigo le affida Lucia e le ordina, perché ricattabile, di tenerla lì. Manzoni ci descrive in modo bellissimo, quasi giustificandola, la monaca di Monza. Lucia riesce a commuovere la Monaca che cede e la affida ad un nobile, l’Innominato, che era perfido ma che dopo aver parlato con la prigioniera (Lucia), si converte e decide di abbandonare la sua vita di delitti e di cominciare proprio da Lucia la sua opera di redenzione e aiutarla. Don Abbondio è il vile che si fa intimorire e non sposa i due giovani. L’Azzeccagarbugli è l’avvocato sempre dalla parte dei potenti. Gli aiutanti: padre Cristoforo, Agnese (la madre di Lucia), Bortolo (il cugino di Renzo) PERSONAGGI DINAMICI PERSONAGGI STATICI Renzo, perché all’inizio è un pio, Don Abbondio: vigliacco poi però si incattivisce. Lucia: umile remissiva, è la Fra Cristoforo e Innominato rappresentazione della divina provvidenza in terra. Farà un voto “se riuscirò a salvarmi la vita e a rivedere Renzo mi farò suora”. Sarà Fra Cristoforo a liberarla dal voto perché l’ha fatto sotto costrizione e soprattutto non vale se ricade su terze persone. Don Rodrigo: eterno cattivo I 2 messaggi del romanzo EDUCATIVO: elevare il livello culturale della società e unificare la lingua nazionale PATRIOTTICO: la storia è collocata nel periodo della dominazione spagnola del 600 per fare un paragone con la dominazione austriaca dell’800. L’unica via d’uscita è la ribellione. È un invito alla lotta.