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Il Generale dei Ghiacci e la Tenda Rossa

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Il Generale dei Ghiacci e la Tenda Rossa
fggh
Il Generale dei Ghiacci
e la Tenda Rossa
L'Italia al polo Nord
Eva Hysa 5°C
Liceo Artistico V.
Cardarelli
Anno Scolastico 2011- 2012
2
Il Generale dei Ghiacci
3
L'AMORE PER IL VOLO
Al tempo in cui ho desiderato di
occuparmi di aeronautica ero
giovanissimo, avrò avuto 20- 21
anni. A Napoli in quelli anni venne
Kinet, l'avviatore francese. Erano i
primordi dell'aeronautica . Quando
vidi questo fragile apparecchio fatto
di tela e di corde volare sulla mia
testa, ne fui preso e poi commosso.
Mi sembrava un grande cosa che
l'uomo potesse volare come un
uccello.
Umberto Nobile
Ritratto fotografico di Umberto Nobile
IlIlGenerale
Generaledei
de Ghiacci
Ghiacci
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Il Generale dei Ghiacci
5
Fin dall'antichità l'uomo ha tante volte immaginato come sarebbe stata
l'esperienza del volo, mitizzandola come qualcosa di impossibile e
soprannaturale.
Leonardo da Vinci, interpretando lo spirito del suo tempo, studiò la
possibilità del volo "umano"con le relative teorie di sostentazione in aria e
le possibili applicazioni, che lo portarono a progettare macchine volanti
primitive, per certi versi antenate dei moderni velivoli. Ci vollero molti
anni per poter vedere l'uomo volare: il 15 giugno 1783, nella cittadina di
Annonay, i fratelli Montgolfier fecero alzare in volo il primo pallone ad
aria calda. A distanza di anni i fratelli Wright videro volare il primo
aeroplano della storia, il primo mezzo più pesante dell'aria, spinto da un
motore, che fosse in grado di auto-sostentarsi e di traslare sfruttando una
spinta propria. Era il 17 dicembre del 1903 .
Lo sviluppo di questo nuovo sistema di trasporto e il conseguente
sfondamento dei limiti umani portarono, però, molti uomini a rischiare la
vita in nome dei propri ideali e della conoscenza.
In questo gruppo rientra anche Umberto Nobile, uno dei protagonisti più
rilevanti della storia dell'aeronautica italiana.
Il Generale dei Ghiacci
6
Umberto Nobile nacque a Lauro, il 21
gennaio 1885, da genitori ebolitani che si
trovavano lì per motivi di lavoro. La madre,
Maria La Torraca e il padre Vincenzo
Niccolò Francesco Nobile delle Piane,
discendente della nobile famiglia Delle Piane,
persero il titolo nobiliare quando, trasferitosi
nell'Italia meridionale, Francesco Nobile si
rifiutò , per fedeltà alla famiglia borbonica, di
omaggiare i Savoia, assumendo il cognome
Nobile a ricordo dell'antica condizione
sociale.
A distanza di anni, Umberto, ingegnere
meccanico a partire dal 1908, entrò all'età di
ventisei anni nel Battaglione Specialisti del
Genio di Roma, il primo embrione
dell'aeronautica militare italiana.
Dopo un periodo di duro lavoro, nel 1919,
Il Generale de Ghiacci
divenne Direttore dello Stabilimento militare
di Costruzioni Aeronautiche (SCA) . Per
cercare di mantenere in piedi lo stabilimento
L'aeronautica aveva bisogno di
e strutturali nei dirigibili semirigidi che
concorso per 70 posti. Nobile
mondiale nel settore dopo la Germania con
ricevette i gradi di Tenente
I tempi cambiarono e Nobile comprese che
servizio militare. Questa così rapida
appena salito al potere, per vivere fino in
antipatie da parte di diverse figure di
unico modo: l'arruolamento .
Regia Aeronautica(1923).
introdusse significative innovazioni tecniche
portano l'Italia a diventare la seconda potenza
Zeppelin.
nella nuova Italia fascista, con Mussolini
fondo la sua passione per il volo, vi era un
ingegneri e pertanto bandì un
concorse, vinse il secondo posto e
Colonnello senza aver mai fatto il
ascesa fece attirare su di lui le
spicco legate all'appena costituita
Il Generale dei Ghiacci
7
Il Generale dei Ghiacci
Nobile non ne venne intaccato, anzi, dopo
Venne stabilito di percorrere la tappa con
Roald Amundsen, nel 1924, le sue
ma l'impresa non poteva considerarsi
storica decisione: trasvolare il Polo Nord.
un'impresa norvegese-americana.
vari tentativi di sorvolare l'artico con
americano era il finanziatore della
convinse di poter compiere la propria
L'Italia fornì il supporto tecnico, l'intera
l'arrivo in Italia dell'esploratore norvegese
ambizioni crebbero fino alla presa di una
Dopo la trasvolata del Polo Sud e dopo
l'aeroplano falliti, infatti, Amundsen si
impresa grazie alla grande autonomia del
dirigibile.
il dirigibile Norge , progettato da Nobile,
italiana piuttosto si trattava di
Norvegese era l'esploratore Amundsen e
spedizione : Ellsworth.
nave, l'equipaggio e il comandante.
Amundsen stabilì inoltre che l'impresa
si devesse completare nel più breve
L'opinione pubblica italiana finì per
dividersi, però, tra chi vide nel progetto un
tempo possibile. Un solo volo e non un
il successo. Molti si proposero allora per il
causa della limitata autonomia del
Amundsen era deciso a volere Nobile.
delle ostili condizioni climatiche.
totale fallimento e chi invece i margini per
ruolo di comandante dell'aeronave, ma
esplorazione che si attardasse sull'area a
dirigibile Norge, delle sue dimensioni e
Il Generale del Ghiacci
8
Quando nel 1924 venne in Italia Amundsen,
il norvegese.... lui non era un tecnico, era
semplicemente un esploratore che aveva scoperto
il Polo Sud e voleva arrivare anche al Polo
Nord.
Questa era tutta la sua ambizione. A lui non
premeva come ci si fosse arrivati purché fosse
trasportato lì. Lui pressapoco mi ha considerato
come un taxista, uno che possiede un taxi, al
quale dice: portami all'Opera!E io lo
accompagnavo all'Opera.
Umberto Nobile
A Nobile, però, non interessava che la
spedizione non fosse italiana; voleva
sorvolare il Polo e giungere, in questo
modo, ai confini del mondo. Sfidare se
stesso e la natura era diventato un obiettivo
di massima importanza perché la ricerca
dell'ignoto, la necessità di oltrepassare la
linea dell'orizzonte per soddisfare un
irrefrenabile desiderio di conoscenza,
obbligandolo ad abbandonare le certezze
offerte da una statica società, erano
diventate la filosofia della sua vita.
Il Generale de Ghiacci
Umberto Nobile e Titina
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Il 10 aprile 1926, il dirigibile Norge
della missione “Amundsen–
Ellsworth–Nobile Transpolar Flight”
decollò dall'aeroporto romano di
Ciampino, per arrivare dopo diverse
tappe alla base artica della Baia del
Re, sulle isole norvegesi Svalbard, il 7
maggio. Attraversando inesplorate
distese di ghiaccio, il dirigibile
raggiunse il Polo Nord alle ore 13.30
del 12 maggio 1926 e, annunciato via
radio il successo a tutto il mondo,
proseguì poi lungo la propria rotta
verso l'Alaska.
Ad un certo punto del viaggio, la
spedizione, però, si fece più difficile e
la navigazione del Norge più
complicata, Nobile dovette rivolgersi
quindi, per velocità, più agli italiani
"Parlare di Umberto Nobile e delle sue
che ai norvegesi .Questa cosa non
esploratori - significa raccontare l'eterna
Amundsen. Nonostante le
continua corsa verso l'ignoto e il fascino
Nobile venne accolto a Napoli, 2
sentimenti che sono propri della natura
al centro di una grande celebrazione
mai".
inoltre i gradi di Generale diventando
spedizioni - ma anche quelle di altri
lotta dell'uomo sulla Natura, la sua
che il mistero esercita su di Esso,
umana e che non si abbandoneranno
Armando Voza
“Il Sole a Mezzanotte”
venne molto apprezzata da
controversie al ritorno dall'impresa,
agosto 1926, come un eroe nazionale,
organizzata dal regime. Ricevette
un simbolo dell'eroismo e della
capacità italiana a soli 41 anni.
Il Generale dei Ghiacci
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“Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete
stati e là desidererete tornare” .
Leonardo da Vinci
Non dovette passare molto tempo, però, per vedere Nobile prendere una decisione a lungo
criticata: ripetere la spedizione al Polo Nord con un equipaggio tutto italiano ed un
dirigibile che rechi il nome della patria .
E come non si può negare a Nobile di essere il simbolo, durante il regime fascista, di tutti
quei uomini che maggiormente hanno rappresentato la volontà di conoscenza di quello che
sta oltre i confini del mondo, naturale viene il paragone con il simbolo della ricerca del
sapere, di colui che instancabilmente cerca nuove strade e sposta in continuazione i
traguardi di quel suo inarrestabile e metaforico viaggio verso ciò che è ancora sconosciuto:
Ulisse.
Il Fattore Ulisse
Questa ricerca dell’ignoto, che caratterizza alcuni individui più di altri, ha, secondo
alcuni scienziati americani ed israeliani, uno stretto collegamento con il DNA. Infatti
sarebbe un differenziato di dopamina a spingere alcuni ad abbandonare la sicurezza che
dà la società organizzata e a confrontarsi con la grande natura. Questo è il cosiddetto
“Fattore Ulisse”.
Il Generale dei Ghiacci
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Per Nobile, però, un compromesso
con le forze della natura e
l'insondabile ignoto era inaccettabile.
Egli sentiva l'esigenza di volare in
alto; elevarsi al di sopra della realtà
quotidiana, sopra il mondo che
conosceva, essere un po’ superiore agli
altri cercando di emergere a tutti i
costi.
Quindi, ottenuto l'appoggio del Duce
e della Reale Società Geografica
Italiana, Nobile reperì i fondi
necessari grazie al sostegno del
Comune di Milano e di un consorzio
Il “folle volo” di Nobile fu, però,
fortemente ostacolato da Balbo perché
considerava superato il tempo dei
dirigibili. Per il Sottosegretario
dell'Aeronautica, infatti, una nuova
spedizione avrebbe arrecato inutili
danni senza accrescere
considerevolmente il prestigio del Paese.
Balbo negò inoltre i finanziamenti per la
costruzione di un aeronave meglio
attrezzata del Norge.
di industriali milanesi, così riuscendo
a portare avanti il suo progetto.
Così facendo, Nobile ostacolò
l'obbiettivo che Balbo si era prefisso:
dimostrare che dietro i grandi piloti
c’era un’arma militare e non un vuoto
organizzativo; in sostanza eliminare
le "prime donne" per rimanere lui solo
"prima donna"... ed è un fatto che,
come comandante delle successive
grandi crociere, solo lui sia passato
alla storia del volo.
Il Generale dei Ghiacci
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Aeropittura
Il Sottosegretario dell’Aeronautica Italo
Balbo sostenne attivamente e
appassionatamente il lavoro dei più validi
artisti gravitanti nell’empireo marinettiano, i
massimi esponenti dell'Aeropittura. Le
migliori esperienze artistiche del futurismo,
sulle quali per lungo tempo è stata calata una
cortina di indifferenza, devono molto non
soltanto all’aviazione sportiva, ma anche
all’Aeronautica Militare. Essa esercitò
innanzi tutto il ruolo di Musa della
rinnovata sensibilità artistica, costituendo
una fonte d’ispirazione continua, con tutte le
operazioni in cui i suoi splendidi piloti si
trovarono coinvolti ma anche con i
sistematici progressi tecnologici ai quali le
esigenze dei trasvolatori obbligavano di
volta in volta gli ingegneri. E fu la Regia
Aeronautica , nonostante l’entusiasmo
generalizzato per il volo e per le “macchine
volanti”, ad imporre il tema aviatorio nel
gusto artistico e nel mercato dell’arte
italiana. Ad ogni impresa di Balbo gli
aeropittori realizzavano decine di dipinti e
di statue. La religione di questo gruppo di
pittori è la “velocità” e i nuovi santi sono i
piloti che con le loro imprese hanno colpito
l'interesse del popolo: tra di loro De Pinedo,
De Bernardi e Umberto Nobile.
Il Generale dei Ghiacci
Ritratto fotografico di Italo Balbo
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Il 15 aprile 1928, la seconda spedizione di
Nobile partì da Milano per raggiungere la
Baia del Re il 6 maggio, e dirigersi quindi
verso il Polo. Erano le ore 13:20 quando
partì l'ordine: “Mollate!” e l' Italia, con i suoi
sedici membri dell'equipaggio, si innalzò per
il primo volo esplorativo. Dopo due voli
esplorativi, il 24 maggio 1928, anniversario
dell'entrata dell'Italia nella Grande guerra, a
mezzanotte il dirigibile sorvolò il Polo
Nord. L'equipaggio lanciò. dal dirigibile le
insegne nazionali, comunali ed ecclesiastiche
a causa delle condizioni meteorologiche che
impedirono l'atterraggio della aeronave sul
pack e le relative misurazioni.
Per Nobile sembrava un altro trionfo... ma
poi all'improvviso il dramma .
Le condizioni climatiche peggiorano di
colpo e il dirigibile Italia non rispondeva
più ai comandi. Nobile restò aggrappato al
timone, ma non c'era più niente da fare.
Durante il volo di rientro, alle 10.30 del 25
maggio 1928 l'aeronave Italia precipitò al
suolo scaraventando sul ghiaccio dieci
uomini, e riprese poi quota trascinando in
balia della tempesta il resto dell'equipaggio.
Quando riaprii gli occhi mi trovai a giacere su un masso di ghiaccio, in mezzo ad un pack infernale .Mi accorsi
subito che altri compagni erano caduti con me.
Voltai lo sguardo al cielo. Il dirigibile, appoppato,volava via verso la mia sinistra, trasportato dal vento. Era
orribilmente squarciato in corrispondenza della cabina di comando . Si vedeva pendere brandelli di tessuto,
funi, pezzi di armatura .La parete di sinistra era rimasta attaccata . Notai alcune grinze sull'involucro .
Sul fianco della nave ferita, mutilata, spiccavano le lettere nere: “Italia”.
Umberto Nobile , L'Italia al Polo Nord
Il Generale dei Ghiacci
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Il Volo in Letteratura
La letteratura riserva in questo periodo
Nell'ultimo romanzo (1910) del Vate il
una particolare attenzione alle esperienze
protagonista, Paolo, è Wilbur Wright,
renderli portatori di un'idea, rendendoli
(Giulio Cambiaso è infatti Orville
sociali, talaltra per scandagliare a fondo la
tentativo di record di volo) sorvolando
esperienze forti e irripetibili. Queste
prima.
personaggi dannunziani come il
modo, prima e durante lo svolgersi
no”( romanzo dell'ala ), Paolo Tarsis, il
cieli .
riscopre il senso della vita e della libertà, e
Circuito aereo di Montichiari nei
inoltre una citazione, nell'opera
numerose personalità accorse da ogni
dei fratelli Wright.
Curtiss e l’italiano Calderara.
aviatorie e alle figure dei piloti, talvolta per
protagonisti di particolari affermazioni
sensibilità di chi si era trovato a vivere
caratteristiche si possono trovare in certi
protagonista di “Forse che sì forse che
quale nel volo che conclude il romanzo
conquista così la pace interiore. Vi è
dannunziana, alle imprese del volo eroico
che vendica la morte del fratello
Wright, precipitato durante un
e superando traguardi mai raggiunti
Lo stesso D'Annunzio aveva avuto
della Grande Guerra, di sorvolare i
Gabriele vola per la prima volta, nel
pressi di Brescia, alla presenza di
parte d’Europa, con l’americano
Il Generale dei Ghiacci
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A Luigi Barzini, inviato del Corriere della
Sera, dichiara, in questa occasione, che la
modernità ha superato il mito antico e il
sogno del Rinascimento, Icaro e Leonardo:
«Ecco la metamorfosi della vita civile. È una
nuova ebbrezza, un nuovo bisogno. Non
penso che a volare ancora».
Il primo volo di guerra in qualità di
osservatore, invece, risale al 7 agosto del
1915 quando, su un "Farman", D'Annunzio,
contemplando Trieste dall’alto, lascia
cadere sulla città un messaggio accorato
scritto su dei volantini: "Coraggio fratelli!
Proprio in uno di queste sorvolate
D'Annunzio viene ferito ad un occhio ed
è costretto a rimanere in totale oscurità
per non compromettere anche l'altro; in
questa occasione scrive il “Notturno”.
“Passano l’ali
ripiegate dell’uomo, i grandi ordegni
di Dedalo, le macchine campali
fatte di tesa canape e di legni
lievi, che porteran l’uomo e l’atroce
sua folgore su i fragili sostegni.”
Coraggio e costanza! Per liberarvi più
presto, combattiamo senza respiro".
Il Generale dei Ghiacci
Gabriele D'Annunzio
La Canzone dei Trofei
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I superstiti, fortunatamente, poterono contare sui viveri e sui materiali caduti con essi
nell'impatto. Tra gli oggetti che trovarono al suolo vi fu inoltre una piccola stazione
radiotelegrafica ( dono personale di Guglielmo Marconi a Nobile). Era l’Ondina 33, una
radio da campo composta di due parti in legno, e doveva essere utilizzata una volta discesi
sul pack per effettuare le misurazioni scientifiche. Durante la trasvolata, la scatola con la
radio fungeva da sgabello per Giuseppe Biagi e per questo gli era caduta accanto (Al
rientro in Italia la radio diventò un celebrato cimelio e in seguito venne esposta presso il
Museo navale di La Spezia). Inoltre cadde con loro una tenda che verniciata di rosso con
l'anilina, destinata alle rilevazioni altimetriche, passò alla storia come la “Tenda Rossa”.
Per cinque giorni il radiotelegrafista Giuseppe Biagi tentò di inviare messaggi di soccorso
ma i segnali non vennero captati dalla nave di supporto “Città di Milano”. Finalmente il
3 giugno, dopo la partenza di tre uomini (Mariano, Zappi, Malmgren) alla ricerca della
terraferma, un giovane radioamatore russo ,Nicholaj Schmidt , ad Arcangelo intercettò
l'SOS dell'Italia diffondendolo alle autorità.
Ciò avvenne la sera del 6 giugno . Biagi, con la cuffia sulle orecchie trascinava come al solito su un
quaderno il bollettino di S. Paolo, quando ad un tratto esclamò : << Ci hanno inteso!>> e
continuando a scrivere man mano ripeteva quello che scriveva : <<L'Ambasciata dei Sovietici ha
informato il Governo Italiano che...>>.
Vi si parla di Schmidt, il giovane russo che la sera del 3 giugno, ad Arcangelo, aveva intercettato
alcuni frammenti del nostro appello di soccorso. Contenni a stento la gioia. La mia previsione s'era
avverata . Finalmente, fosse pure per caso, qualcuno ci aveva sentito!
Uberto Nobile , L'Italia al Polo Nord
Il Generale dei Ghiacci
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Nave d'appoggio all' “Italia” : “Città di Milano”
Cominciò così una spedizione internazionale di soccorso: parteciparono gli
alpini del capitano Gennaro Sora imbarcati sulla nave d'appoggio “Città di
Milano”, una flotta di baleniere e rompighiaccio ( il sovietico Krassin salpato
da Leningrado) messe a disposizione dai Governi dei paesi scandinavi, e
numerosi idrovolanti. Alla spedizione di soccorso partecipò anche Amundsen
che, messe da parte le varie controversie con Nobile, si accinse a cercarlo; il 18
giugno, però, l'aereo francese che lo trasportava scomparì tra i ghiacci. Il
giorno seguente l'idrovolante Maddalena riuscì a localizzare la tenda rossa ed a
stabilire così un ponte aereo e poté paracadutare i necessari rifornimenti ai
naufraghi. Il 23 giugno, individuata un'area idonea all'atterraggio, il Fokker 31
dello svedese Lundborg recuperò Nobile riportandolo a bordo della “Città di
Milano”.
Nobile venne soccorso per primo nonostante il rifiuto iniziale ad
abbandonare i compagni feriti per dirigere il loro soccorso, ma proprio questo
salvataggio, nel giro di pochi giorni, sarebbe diventato per Nobile la più grande
disgrazia.
Il Generale dei Ghiacci
18
Tutti i restanti componenti della
“Tenda Rossa” vennero recuperati dal
rompighiaccio sovietico Krassin il 12
luglio. Inutile fu però l'insistente
ricerca dei sei dispersi del dirigibile.
I membri dell'equipaggio volati via
assieme al dirigibile Italia non furono
più ritrovati. La ricerca dei corpi fu
protratta per due mesi, senza
risultati, fino a quando, il 22
settembre, anche Mosca, dopo il
ritiro delle pattuglie italiane ordinato
dal Capo dell'Aeronautica Balbo e il
disimpegno degli scandinavi,smise le
ricerche.
L'ultima speranza era così persa.
Pontermoli
Un Monumento alla Baia del Re
Molti anni dopo la sospensione della ricerca dei dispersi, l'8 dicembre 1960 prese vita
l’iniziativa chiamata “Un Monumento alla Baia del Re”
Aldo Caratti, nipote di Attilio (disperso del dirigibile) costruì otto croci di ferro battuto
disposte a spirale su una solida base a tronco di piramide. Quattro targhe furono poste tra le
croci e sulla faccia del basamento fu messa una targa con incisa una modesta preghiera.
A distanza di anni, il 14 agosto 1963, il monumento, smontato e caricato su un furgone
guidato da Tina Zuccoli per oltre 5.000 chilometri, giunse a Ny Ǻlesund, dove fu
inaugurato. Le fondamenta della la base del monumento, al cui interno furono poste, quale
ornamento, 20 formelle dei marmi imitanti le sagome delle 20 regioni italiane, furono messe
sul Colle degli Esploratori, terreno offerto dal Re di Norvegia Olav V. Ancora oggi il
monumento è alto e resistente tra le distese di neve e gli imponenti ghiacciai.
Il Generale dei Ghiacci
19
Ritratti fotografici dei sei dispersi del dirigibile “Italia”
Pontremoli, Arduino, Caratti, Cioccia, Alessandrini e Lago
Volare insieme a loro alla ricerca dei compagni sperduti era il mio più
grande desiderio. Concertammo subito un telegramma da inviare a
Roma . Ma la risposta a questo fu negativa, anche perché dopo la
dichiarazione di Zappi (membro dell'equipaggio) circa il supposto incendio
del dirigibile, si riteneva che le ricerche fossero una mera formalità.
Umberto Nobile
Il Generale dei Ghiacci
20
Il Generale dei Ghiacci
Umberto Nobile venne accolto con calore e affetto al rientro in Italia.
Dalla formazione della Commissione d'Inchiesta però , istituita da
Mussolini con lo scopo di far luce sulle cause del naufragio, venne
additato come il principale responsabile del disastro, inetto nelle vesti del
pilota e vigliacco in quelle del comandante e non gli venne perdonato il
prematuro abbandono dell'equipaggio al momento dell'arrivo del Fokker
31, quando invece, ormai privo di qualsiasi facoltà di comando, Nobile era
costretto a rispettare gli ordini, categorici, degli svedesi. A presidiare la
Commissione vi era Umberto Cagni e numerosi erano i membri
oppositori di Nobile. Il primo ad essere sentito fu Italo Balbo, vero
animatore dell’inchiesta. Il giudizio su Nobile fu pesante e senza
possibilità di appello: il generale era «un ambizioso e un temibile
sovversivo».
Nel 1929 ,umiliato e amareggiato, Nobile si dimise dall'Aeronautica pur
continuando a difendere la propria condotta, e ostinandosi nella ricerca
degli uomini scomparsi partecipando a successive missioni di ricerca,
come quella sovietica del 1931 a bordo del rompighiaccio Malyghin. Il
Ministero dell'Interno giunse inoltre alla censura del libro che Nobile
scrisse per Mondadori nel 1930 : L'Italia al Polo Nord.
Il Generale dei Ghiacci
21
Ciò nonostante, nel 1931 Nobile
decise di rispondere alla chiamata
della Società per la promozione della
difesa dell’aviazione e della chimica
(nell'Unione Sovietica) per fornire
la sua ineguagliabile consulenza in
materia di dirigibili: all'estero, la
fama e la credibilità del Generale
non sono state oscurate.
Il mito futurista del aeroplano, il
vero autore della “rivoluzione
profonda del paesaggio”, poté con lui
continuare a vivere.
Il movimento culturale che da un
lato costituì uno dei mezzi
privilegiati per contestare il
conformismo del passato e dall’altro
divenne il filo sottile che legava
Il Generale dei Ghiacci
Dimettersi voleva dire, però, non
soltanto abbandonare
l'avanguardia futurista alla civiltà
industriale del suo tempo e la
l'Aeronautica, ma anche la
percezione di un mondo diverso:
quello della velocità aerea e delle
cose che intorno assumono una
“mobilità perenne”, un «immenso
dramma visionario e sensibile».
integrava nella società capitalistica
prima, e nel regime fascista
successivamente, di qui in avanti,
sarà il mezzo propagandistico degli
scontri e delle battaglie portate
avanti dal regime.
Il Generale dei Ghiacci
22
Ma le immagini passate alla storia furono e rimarranno quelle che
immortalarono la mutevolezza e la plasticità della realtà che si
manifestava durante il volo: nello slancio nell’aria i paesaggi e le
cose sottostanti apparivano trasfigurati dall’ebbrezza del momento,
addirittura soggetti a una diversa interpretazione.
Oggi questi lavori contribuiscono a far rivivere l'esperienza del
volo dei grandi piloti del periodo.
L'esperienza che emoziona, quella che colpisce, e quella che delude
capovolgendo tutto quello che di positivo ci poteva essere
precedentemente; tutto questo fu vissuto da Nobile che si trovò a
perdere addirittura la propria patria.
Quella macchina, causa della sua precipitosa caduta, fu anche il
modo per redimersi e continuare a vivere la propria passione nel
cielo.
Se l'Italia fascista lo aveva ripudiato, alla caduta del regime Nobile
poté tornare a vivere nella madrepatria.
Il Generale dei Ghiacci
23
Ordina 33 , Museo Navale di La Spezia
Infatti, rimpatriato definitivamente, nel 1945, al termine del Secondo Conflitto
Mondiale, Nobile venne riabilitato da una nuova Commissione e reintegrato
nell'Aeronautica. Infatti, dopo la pubblicazione del libro di Nobile “Posso dire la
verità”, il presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi ordinò di riesaminare il caso
affidando l’incarico alla commissione superiore di avanzamento del ministero
dell’Aeronautica. La commissione espresse una parere favorevole alla
reintegrazione di Nobile col grado di maggiore-generale.
Nel 1946 venne accolto come indipendente da Togliatti e venne eletto nelle liste
del PCI ( Partito Comunista Italiano ) come deputato all'Assemblea Costituente,
ma l'esperienza risultò soltanto una parentesi volontariamente chiusa.
Assegnatoli la cattedra di Costruzioni Aeronautiche presso l'Università di
Napoli, Nobile insegnò fino al pensionamento, nel 1960, quando su Tv7 venne
mandata in onda la prima puntata di “Italiani al Polo Nord:La tragedia del
Dirigibile Italia” ( reportage di Gianni Bisiach).
Il “Generale dei Ghiacci” si spense all'età dei 93 anni il 30 luglio 1978.
Si concluse così la vita di uno dei protagonisti più discussi dell'Italia fascista.
Il Generale di Ghiacci
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24
L'esplorazione completa delle regioni artiche sarà
presto un fatto compiuto , grazie a questo moderno
mezzo di trasporto , che troppo spesso viene
misconosciuto , anche sotto la suggestione di
accidenti che, purtroppo, fatalmente accompagnano
qualunque conquista umana sulle forze della
natura .
Ma non c'è catastrofe che valga ad arrestare il
progresso delle nostre conoscenze. Passato il primo
momento di disorientamento e di sbigottimento,
l'umanità – o almeno la sua parte migliore – dalla
disgrazia stessa attinge nuovo impulso per spingersi
più avanti e più alto .
E questa, dopo tutto, è la conclusione più
confortante che può trarsi dalle dolorose vicende di
cui siamo stati i protagonisti.
Umberto Nobile
Il Generale dei Ghiacci
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VIVA L'ITALIA
Viva l'Italia. Era tutta la mia
passione, la nostra passione quella
che ci aveva condotti lassù al Polo ,
quella che ci aveva ridotto
moribondi su quell'orrido
deserto di ghiaccio. Da due anni
non vivevo che di questa ambizione
di portar su, in alto, quel nome,
portarlo dove altri non erano
giunti, dove altri non avevano
ancora osato,dove altri non
avevano potuto!Violare l'ignoto nel
nome d'Italia.
Da due anni non avevo vissuto che
Il Generale dei Ghiacci
di questo : l'unico sogno, l'unico
tormento, l'unica passione.
Umberto Nobile
Il Generale dei Ghiacci
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Ai Confini del Mondo
Il bianco della neve, il blu dei ghiacciai e l'arancione del tramonto: questo è ciò
Generale
dei Ghiacci
che più mi è rimasto impressoIldel
mio viaggio
a Ny Ǻlesund.
Tutto iniziò l’anno scorso per caso; il nostro istituto aveva aderito ad un
concorso indetto dalla Provincia di La Spezia avente per oggetto la
salvaguardia dell’ambiente. Furono selezionati dieci ragazzi e tra di loro vi ero
anch’io: avevo vinto per la categoria di “Artisti in Erba” e avrei passato assieme
ad un’altra studentessa una settimana al Polo Nord presso il centro di ricerca
del CNR!
Sarei stata infatti a Ny Ǻlesund, nelle norvegesi Isole Svalbard, a 1500 km dal
Polo Nord: qui funziona dal 1997 la stazione artica italiana del Consiglio
Nazionale delle Ricerche, chiamata “Dirigibile Italia” in onore della spedizione
effettuata in Dirigibile da Umberto Nobile nel 1928.
Passati tre mesi, finalmente giunse il momento della partenza. Ci vollero ben
due giorni per poter arrivare a Ny Ǻlesund e nel frattempo potemmo godere di
ciò che Oslo e la capitale delle Svalbard, Longerbyean, avevano da offrire.
Rimasi subito affascinata dall’ambiente circostante, forse per la limpidezza
dell'aria o per la bellezza della città e certamente mi bastava pensare al luogo
dove mi trovavo per essere percorsa da una strana eccitazione. Mi trovavo ai
confini del mondo, a contatto con uno degli ambienti più estremi della Terra.
Quando, finalmente, stavamo volando verso la Baia del Re, tra i ghiacciai e le
montagne innevate, ebbi la possibilità di sperimentare direttamente ciò di cui
mi avevano avvertito i ricercatori (e che mi colpì molto in quanto studentessa
di Pittura..): non esiste un’unica tonalità di bianco; le sue variazioni cromatiche
sono infinite.
Il Generale dei Ghiacci
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All'atterraggio ci vennero incontro i ricercatori del “Dirigibile Italia” e ci
accompagnarono al nostro alloggio, la Casa dello Studente. Sistemati i bagagli, ci
guidarono, come prima cosa, a vedere le loro attività di ricerca e monitoraggio che
vengono svolte all’interno di laboratori chimici posti all’infuori della cittadina di
Ny Ǻlesund. Ci portarono poi alla mensa comune; la consuetudine vuole che tutti
lì si riuniscano alle 16 per la cena e, anche se noi eravamo giunti verso le 19, il
savoir faire degli italiani era riuscito a procurare una cena fuori orario.
I quattro giorni successivi trascorsi nel villaggio furono impegnativi ed intensi.
Tra tutte le esperienze, la più emozionante fu l'uscita in barca alla volta dei
ghiacciai. Ci fecero vestire con abiti termici e indossare particolari tute
impermeabili: nonostante questo il freddo era insostenibile. Quando ci
avvicinammo al ghiacciaio sentii il rumore dei pezzi dell'iceberg che
galleggiavano sulla superficie dell'acqua e si scontravano fra di loro: ora sì che mi
sembrava di essere davvero al Polo Nord!
I ricercatori analizzavano la temperatura e la salinità delle acque polari, ma io non
prestai molta attenzione alle loro attività; ero troppo impegnata ad osservare i
giochi di colore che le correnti di acqua calda e fredda creavano. I pezzi di
ghiaccio distesi a formare lunghe serpentine sulla scia delle correnti avevano
creato uno spettacolo visivo eccezionale.
L'ultimo giorno trascorso a Ny Ǻlesund fu poi il più entusiasmante. Avevamo
trascorso bene le giornate precedenti ma il tempo non ci aveva permesso di
godere pienamente delle meraviglie del territorio e quando ormai, il giorno della
partenza, stavamo per rassegnarci all'idea di lasciare il villaggio avvolto nella
nebbia, le nuvole fecero spazio al cielo e al sole, regalandoci un vortice di
sensazioni.
Decisi, lasciando con lo sguardo quella terra che tanto mi aveva regalato, che sarei
ritornata alle Svalbard, certa di farlo con la motivazione nuova: comprendere e
immortalare questo territorio!
Il Generale dei Ghiacci
Eva Hysa
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E' stato certamente un peccato che un poeta o un pittore
non abbia preso parte ai nostri voli polari, perché
soltanto un artista sarebbe stato capace di far intendere a
chi non vi è stato il magico spettacolo dei tenui colori e
delle forme fantastiche che spesso assumono i ghiacci del
pack. Questa mancanza era stata da me sempre sentita,
ma più che mai lo fu durante quel volo, quando più volte
la bellezza strana e suggestiva della scena che si svolgeva
sotto i nostri occhi mi strappò gridi di ammirazione.
Ed era in verità una gioia grande per gli occhi e
un'ebbrezza indicibile per lo spirito mettere la testa fuori
dallo sportello e contemplare il pack nell'aria limpida e
trasparente sotto un cielo nuvoloso. Lo stesso punto gelido
che colpiva il volto contribuiva a rendere più acuta la
sensazione che si provava.
Umberto Nobile , La Tenda Rossa
Il Generale dei Ghiacci
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Bibliografia, Sitografia e Ringraziamenti
Il Generale dei Ghiacci
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BIBLOGRAFIA
-Umberto Nobile, L'Italia al Polo Nord, I classici dell'avventura di National
Geografic, White Star, 2006.
-Umberto Nobile, La Tenda Rossa, Mondadori, 2002
-Philippe Daverio, Art e Dossier, L'estetica del movimento, Giunti, 2009
SITOGRAFIA
-http://www.artonweb.it/artemoderna/futurismo/articolo3.htm
-http://www.youtube.com/watch?v=thFnUXR4LFc
-http://www.youtube.com/watch?v=J3zIsaTifSM
-http://www.youtube.com/watch?v=2695Gz3nfCE
-http://www.youtube.com/watch?v=dZKXjMwCLJc
RINGRAZIAMENTI
Nell'elaborazione della tesina sono stata seguita dal professore Gianandrea Ghirri
e dalla professoressa Giovanna Amodio. Attraverso l'aiuto e i consigli degli
insegnanti di storia e storia dell'arte, Sonia Patrucco, ho potuto approfondire il
tema centrale da me trattato: “il volo dell'uomo ai confini del mondo”.
Il Generale dei Ghiacci
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