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ILBLITZANTIDROGA Dalla Colombia a Lecco via Miami
[LECCO 17 ] LA PROVINCIA VENERDÌ 19 FEBBRAIO 2010 IL BLITZANTIDROGA Blitz "Mosquitos 2" il giorno dopo con una dozzina di corrieri tra i narcos e i "grossisti" di altolago e Valsassina, ormai tutti dietro le sbarre. Il padre Oscar e il figlio George O. di Miami, nei guai con la Dea degli Stati Uniti, per avere gestito la centrale operativa di ordini e consegne della droga. Quattro carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Lecco hanno tirato le somme di un’indagine capillare sviluppatasi tra Colombia, San Salvador, Bolivia e Usa. Intercettazioni, controlli e sequestri. Dodici persone in varie carceri, due agli arresti domiciliari, due colpiti dal divieto di soggiornare nei paesi di residenza. Questi i numeri a primo bilancio dell’operazione andata in scena mercoledì e di cui abbiamo riferito nell’edizione di ieri de «La Provincia di Lecco». Tra i personaggi di spicco Iginio Moltoni, 59enne, titolare di un bar a Piateda, ritenuto intoccabile sino all’altro ieri, e Mauro Facchinetti, 57enne di Colico, finito per primo in cella, a Pescarenico, diciassette mesi or sono. Tirato quasi da tutti in ballo nel ruolo di boss, proprio Mauro Facchinetti ha vuotato il sacco il 26 maggio 2009 con il pm Luca Fuzio, titolare dell’inchiesta penale, sul fiume di cocaina dal 1996 a pochi giorni or sono, per due quintali in totale puntigliosamente indicati nelle 175 pagine dell’ordinanza del gip Gian Marco De Vincenzi. Vi si trovano telefonate intercettate, viaggi dei "corrieri", consegne, riunioni. I movimenti tra le due sponde dell’Atlantico era costante. I trafficanti avevano messo in conto il sequestro di un carico su cinque di quelli concordati tra Miami e Colico. Comunque il "giro d’affari" impressionante avrebbe compensato la perdita di qualche "consegna" mancata. Ultimo sequestro della "bianca signora" da sniffare, per un centinaio di grammi, l’altra notte nel lucernario della casa di Matteo Volpi e Michela Arnoldi, gestori del ristorante "El Mercante" di Colico. Con il comandante provinciale colonnello Alessandro De Angelis, il capitano Francesco Motta, comandante della Compagnia, ha riassunto i risultati delle due retate, presenti il capitano Biagio Bertoldi, comandante del nucleo operativo, e il luogotenente Matteo Sante Ferrara, comandante del nucleo radiomobile. Nel blitz "Mosquitos" appena concluso è stata stata smantellata l’intera rete. Infatti dopo la quiete seguita al primi blitz dell’autunno 2008, avevano pensato di mettersi in proprio coloro che erano rimasti in ombra. Ma gli sviluppi dell’inchiesta hanno permesso di fare emergere i narcos e la "centrale di smistamento" di Miami. Da Miami alla Colombia, Le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare. In alto da sinistra Mauro Facchinetti, Iginio Moltoni, Dario De Bernardi, Enzo De Bernardi, Dario Scamoni, Franco Petrillo, Elio Tagliabue, Ettore Masera. Sotto da sinistra Diego Rusconi, Marcello Valli, Samuele Della Bitta, Michela Arnoldi, Alessandro Bongini , Matteo Volpi. A questi quattordici bisogna aggiungere due persone raggiunte da provvedimento di obbligo di dimora. Dalla Colombia a Lecco via Miami «Così abbiamo incastrato i boss» I carabinieri di Lecco hanno smascherato una organizzazione molto ramificata. Tecniche sofisticate per fare arrivare sull’alto lago la cocaina. Ecco tutti i numeri dell’operazione Salvador e Bolivia, con nuovi "corrieri" ingaggiati di volta in volta. I contatti dei carabinieri del nucleo operativo della Compagnia sono stati tempestivi e subito risolutivi con i colleghi delle polizie di tali Sta- ti e della Dea statunitense. Sono stati seguiti numerosi "corrieri", alcuni dei quali lasciati ad arte "passare" indenni dai controlli per poter così incastrare i boss del traffico internazionale di cocaina. I trafficanti, secondo la rico- [le immagini] struzione degli investigatori, hanno mutato anche le tecniche per poter sfuggire ai controlli: dagli ovuli ingeriti ai doppi fondi, agli abiti intrisi dalla cocaina liquida. Il laboratorio per passare dal "liquido" alla "neve" per gli sniffatori era già stato individuato nella baita di Ugo Lusardi, l’avvocato che ha ammesso le sue responsabilità e da un anno è in comunità di recupero, con risultati incoraggianti. «Le conclusioni delle indagini si sono svolte con la supervisione del procuratore della Repubblica Tommaso Buonanno. Sottolineo l’impegno infaticabile di quattro militari per tutto questo tempo. La gente deve sapere che stiamo operando in modo continuo e intenso. Chiediamo sempre la collaborazione di tutti», ha sottolineato il colonnello De Angelis. Ieri hanno trovato conferma le anticipazioni date da La Provincia di Lecco relativamente alle persone coinvolte. I detenuti finiti in varie carceri sono inoltre Dario De Bernardi, Colico; Enzo De Bernardi, Colico; Dario Scamoni, Cosio Valtellino; Franco Petrillo, Caserta; Elio Tagliabue, Bregnano (Como); Ettore Masera, Colico; Diego Rusconi, Colico; Marcello Valli, Bellano, Alessandro Bongini, Valmorea (Como), Matteo Volpi, Colico. Agli arresti domiciliari sono Samuele Della Bitta, Colico, e Michela Arnoldi, Colico. Davide Rubino e Raymond De Bernardi sono invece soggetti a divieto di permanenza nei paesi di abituale attività. I carabinieri hanno inoltre sequestrato 15 mila euro, ritenuti provento di spaccio, 15 grammi di hashish, un bilancino, alcuni foglietti con elenco di "sniffatori". Nelle ore del blitz è stato hanno controllato il figlio studente di un professionista di Colico che aveva appena acquistato tre grammi di cocaina. Umberto Filacchione [ DOPO TRE ORE DI CAMERA DI CONSIGLIO ] I NUMERI Il comandante provinciale Dario De Angelis e il capitano Francesco Motta mentre illustrano i risultati dell’operazione MATERIALE SEQUESTRATO Parte del materiale che è stato sequestrato durante l’operazione durata per più di una notte in tutta la provincia «Favoriva incontri a luci rosse» Sette anni di pena a ex carabiniere Stangata di sette e quattro mesi di reclusione per Vincenzo Messina, 44 anni, già appuntato dei carabinieri di Colico, abitante a Mello in bassa Valtellina, accusato di avere favorito l’attività di un locale notturno dell’altolago nel quale si potevano incontrare "lucciole" per giochi e affettuosità hard, da consumare anche in altre sedi. La vicenda risale a quattro anni fa. Il pubblico ministero Paolo Del Grosso, che ereditato gli atti dalla collega Paola Dal Monte, ha concluso la requisitoria dei capi di accusa con la richiesta di condanna a tredici anni e undici mesi di reclusione di Vincenzo Messina, una doccia "freddissima" che ha raggelato l’imputato presente in aula con due ex colleghi. I difensori avvocati Stefano Pelizzari e Francesco Romualdi si sono battuti per la piena assoluzione di Vincenzo Messina, richiamando anche i meriti di carriera del loro assistito. Ad esempio a Sondrio si era distinto in operazioni anti spaccio di droga e in un blitz per stroncare un traffico di armi. Il ricorso in appello è dato per scontato. In tre ore di camera di consiglio il collegio giudicante, con presidente del tribunale Ambrogio Ceron, giudici a latere Paolo Salvato- re e Massimiliano Magliacani, ha però ritenuto di dimezzare in pratica la pesantissima pena richiesta dall’accusa. Pene più miti per Biagio Carugno, condannato a due anni e tre mesi, e Marco Ceniccola, condannato a un anno e due mesi. I due erano stati sospettati di mancato rispetto degli obblighi di segnalazione di ipotesi di reato. Il pm Del Grosso ieri nella requisitoria ha proposto tre anni e sei mesi per Biagio Carugno, difeso daglòi avvocati Andrea e Riccardo Spreafico; un anno e due mesi per Ceniccola. L’inchiesta dei carabinieri del reparto operativo provinciale era culminata il 6 luglio 2006 nell’arresto di Vincenzo Messina su ordine di custodia cautelare del gip del tribunale, con le motivazioni del sostituto procuratore Paola Dal Monte. Dopo alcune settimane trascorse nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, Vincenzo Messina, su ricorso dell’avvocato Romualdi al tribunale del riesame, ottenne la remissione in libertà. Nei successivi atti dell’inchiesta sono emersi gli altri due indagati per altrettanti episodi di non avere fatto rapporto sui servizi svolti con Vincenzo Messina.