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rassegna stampa - Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi

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rassegna stampa - Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi
Cod.: PGA.GR.1-IO.2.M1
Via Fissiraga,15
26900 Lodi
RASSEGNA STAMPA
Ufficio Relazioni con
il Pubblico
Rev. 1
Data: 02-01-2014
Pagina 1 di 7
 rassegna stampa
Data
24 Gennaio 2014
IL CITTADINO
Lodi
 Ospedale, sotto sequestro i video del dramma della scala mobile
 Tra un mese il bambino riprenderà a camminare
 L’impianto è stato installato da un’azienda di S. Martino
Codogno
 Ieri mattina ambulatorio va in tilt, code e disagi in ospedale
Casale
Sant’Angelo Lodigiano
IL GIORNO
Lodi
 Bambino incastrato nella scala mobile Scatta la perizia per
cercare i colpevoli
Codogno
Casale
Sant’Angelo Lodigiano
Responsabile del procedimento: Dr. Davide Archi - 2145
Referente del procedimento:
Maurizio Pancerasa – 6013
Cod.: PGA.GR.1-IO.2.M1
Via Fissiraga,15
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Incidente nella hall Ieri gli inquirenti hanno passato al setaccio
l’ingranaggio
Ospedale, sotto sequestro i video del dramma della scala mobile
Mercoledì il piede di un bimbo
restò incastrato in un gradino all’ingresso: il piccolo di 5 anni ha
perso quattro dita
Sequestrate le immagini registrate dalle due telecamere della hall
dell’ospedale Maggiore. Per fare più luce sulla vicenda del bambino di 5
anni, che mercoledì, intorno alle 17, è finito con il piede incastrato dentro
un gradino della scala mobile del nuovo ingresso. La procura guidata da
Vincenzo Russo ha aperto un fascicolo e per tutto il giorno, ieri, il perito
incaricato ha passato al setaccio, con la collaborazione dei tecnici, dei
carabinieri di Lodi e del maresciallo Saverio Napolitano, l’ingranaggio
dell’impianto. Il direttore sanitario di presidio Angela Bocconi e il
responsabile dell’ufficio tecnico Maurizio Bracchi hanno seguito da vicino le
operazioni. L’incidente è accaduto mercoledì, intorno alle 17, proprio alla
vigilia dell’inaugurazione della mostra d’arte, organizzata dal Calicantus,
nella hall dell’ospedale. I fotografi erano quasi pronti a riprendere i dipinti
delle apprezzate artiste lodigiane Loredana De Lorenzi ed Elena Amoriello,
quando le urla del bambino di Borghetto, figlio di un noto commerciante
del centro di Lodi, hanno squarciato, in una frazione di secondo, il clima
annunciato di festa. Le telecamere aiuteranno a capire un po’ quanto è
accaduto, anche se collocate a distanza e quindi, probabilmente, non
diranno molto sulla dinamica dell’incidente.
Secondo le prime
ricostruzioni, il bambino stava scendendo le scale ed era arrivato in fondo,
quando la chiusura a velcro della sua scarpa da ginnastica è rimasta
incastrata nel lato laterale del primo gradino, adiacente alla spazzola di
protezione. Il bambino è stato immediatamente sedato dagli operatori del
118, poi i vigili del fuoco hanno cercato di estrarre il piedino sinistro
rimasto incastrato, tagliando la scarpa. In quel momento gli uomini hanno
potuto constatare che le quattro dita del piede erano state tranciate
Responsabile del procedimento: Dr. Davide Archi - 2145
Referente del procedimento:
Maurizio Pancerasa – 6013
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dall’ingranaggio, Il bambino è stato portato al pronto soccorso e
sottoposto ad intervento. Immediatamente la scala è stata posta sotto
sequestro, mentre la gradinata di salita è stata bloccata dagli operatori.
L’impianto rimarrà con i sigilli anche per i prossimi giorni. Ieri i tecnici
hanno estratto dall’ingranaggio un lembo del legaccio della scarpa del
bimbo, che probabilmente infilandosi dentro ha trascinato con sé anche il
piede. Le indagini dovranno chiarire se il meccanismo di sicurezza della
scala mobile ha funzionato alla perfezione e se la sensibilità
dell’ingranaggio rispetta le condizioni di sicurezza.
Gli inquirenti
stabiliranno se a fronte di altri parametri e altri meccanismi il movimento
elettrico avrebbe potuto bloccarsi non appena avvertita la presenza del
legaccio, senza trascinare con sé il piede del bambino, procurandogli la
perdita di 4 dita e un dolore inimmaginabile. La procura non trascurerà
alcun dettaglio, per capire che cosa non abbia funzionato e se la vicenda
drammatica che ha coinvolto il bimbo di 5 anni si sarebbe potuta evitare.
Adesso è in pediatria
Tra un mese il bambino riprenderà a camminare
Tra circa un mese, se tutto va bene, potrà riprendere a camminare. Il
piccolo, figlio di un noto commerciante della città, rimasto incastrato con il
piedino nella scala mobile dell’ospedale di Lodi, è ricoverato nel reparto di
pediatria dell’ospedale Maggiore.
I genitori, ancora sotto shock per
l’accaduto, non se la sentono di parlare. Il dramma è stato troppo
pesante per loro. Il bambino di 5 anni di Borghetto, attualmente trattato
con antibiotici e antidolorifici e lievemente sedato, è stato operato
d’urgenza mercoledì sera dall’ortopedico di Lodi Elio Marciano. Solo l’alluce
del piede era salvo, le altre 4 dita, invece, erano completamente
maciullate. L’ortopedico ha preso e trattato i frammenti di pelle rimasti,
privati dalla parte ossea, e li ha utilizzati per ricoprire la lesione, riuscendo
così a salvare l’avampiede. L’intervento è tecnicamente riuscito, ma la
prognosi non è ancora sciolta. Gli specialisti dovranno aspettare che il
lembo utilizzato attecchisca. Nel bambino, secondo gli esperti, l’esito è
spesso positivo, ma i genitori resteranno con il fiato sospeso per almeno
15 giorni. Pericoli di rigetto non ci sono visto che la pelle non è stata
trapiantata da altre persone; se il lembo però non guarisce, gli ortopedici
Responsabile del procedimento: Dr. Davide Archi - 2145
Referente del procedimento:
Maurizio Pancerasa – 6013
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dovranno intervenire ancora. Oggi, con l’aiuto degli anestesisti del
Maggiore, il piede sarà sottoposto alla prima medicazione. Se non ci
saranno complicazioni il piccolo potrà appoggiare il tallone tra una
quindicina di giorni e tra un mese, secondo gli esperti, potrà riprendere a
camminare. Non ci sarà bisogno di alcuna riabilitazione. La conservazione
dell’alluce è di buon auspicio. L’appoggio del piede è sul metatarso e la
capacità deambulatoria dovrebbe essere sciolta. Il danno, secondo i
medici, sarà soprattutto estetico. Il bambino dovrà portare una scarpa con
una parte in gomma sagomata all’interno. Il piccolo però, secondo le
prime previsioni, non dovrebbe avere problemi a sciare, giocare a pallone
o a fare altri sport. Nel giro di 10, 15 giorni, se va tutto bene, il piccolo
potrà essere dimesso e poi sarà seguito in ambulatorio per le medicazioni.
I parenti del bimbo e i sanitari seguono passo passo l’evoluzione della
situazione clinica. Il primario di pediatria Gianluigi Gargantini, quelli di
anestesia e ortopedia Costantino Bolis e Claudio Montanari sono vicini al
piccolo e alla sua famiglia in queste ore difficili. Ieri mattina, nella hall
dell’ospedale, si sono vissuti momenti di panico, un’altra volta. Una donna
sopra pensiero, infatti, ha imboccato la scala che dal piano della farmacia
porta al punto prelievi in senso contrario ed è scivolata. Per fortuna senza
danni. Un caso simile a quello di questi giorni, ma più fortunato, era
successo nel 2011, all’aeroporto di Bologna. Un turista era rimasto con il
piede incastrato nella parte superiore del gradino, ma era riuscito a
salvare le dita. C. V.
L’impianto è stato installato da un’azienda di S. Martino
La scala mobile, inaugurata il 18 dicembre, è stata installata dall’azienda
Tosca di San Martino in Strada e venduta all’Azienda ospedaliera dalla
Neulift di Rho, consociata capogruppo della stessa Tosca. A produrre
l’impianto, secondo le prime ricostruzioni, è stata, invece, la
multinazionale finlandese Kone che in Italia ha sede a Pero, mentre
l’impianto è posto per quanto riguarda la manutenzione, sotto la lente
d’osservazione della ditta Bertoli di Lodi. «Un episodio così - commenta
Domenico Tosca, amministratore delegato della ditta di San Martino - è la
prima volta che mi capita. Si è trattato di una sfortuna. La produttrice
Kone è una delle tre più grandi aziende a livello mondiale. Secondo me, le
scale hanno funzionato bene, quello che è successo non è colpa
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dell’impianto. Sono stato chiamato anch’io sul luogo dell’incidente per due
giorni di fila. Credo che i sistemi di sicurezza siano intervenuti nei tempi
giusti, ma per i dettagli solo le riprese sequestrate dagli inquirenti saranno
in grado di chiarire la vicenda. Sarà l’autorità giudiziaria a stabilire le
responsabilità. Da papà, certo, dico che non doveva succedere. Quando
sono arrivato lì mi è salito il magone in gola. Mia figlia, alla stessa età, ha
perso le dita della mano giocando in un agriturismo e proprio l’ortopedico
Elio Marciano, gliele ha riattaccate. In quel momento, ho rivissuto la
stessa ansia di allora. Sono 23 anni che faccio questo lavoro però e come
tecnico, per me, la scala si è comportata come doveva. Si è fermata 2 o 3
centimetri dopo l’incidente. Molto probabilmente, per l’utenza di un
ospedale, la scala mobile non è il mezzo di trasporto più adatto. Forse un
vecchio scalone normale sarebbe stato più pratico, anche se ci sono due
ascensori ai lati, che trasportano 24 persone per volta». Nei mesi scorsi,
sulle scale mobili dell’ospedale Maggiore si sono verificate decine di
cadute, tanto che l’Azienda ospedaliera era intervenuta installando un
nuovo meccanismo di rallentamento della velocità che consentisse anche il
fermo durante la notte perché non era previsto. «La velocità e
l’inclinazione - dice Tosca - sono determinate dalle indicazioni di legge.
Tutte le scale che hanno un dislivello inferiore a 6 metri devono avere
nell’Unione europea 35 gradi di inclinazione e una velocità di 0,30 metri al
secondo. L’Azienda l’aveva rallentata perché per il tipo di utenza
dell’ospedale non era adatta. In cima ai nostri pensieri c’è la sicurezza e
faremo degli sforzi per migliorarla ulteriormente».
Cri. Ver.
Codogno
Ieri mattina
Ambulatorio va in tilt, code e disagi in ospedale
C’è stato perfino qualcuno che ha aspettato quasi due ore prima di potersi
sottoporre alla sua visita ambulatoriale. Forti lamentele ieri mattina
all’ospedale di Codogno, al centro delle polemiche i lunghi tempi di attesa
che ieri hanno innervosito non poco chi doveva accedere a una visita
prenotata all’ambulatorio di diabetologia, che fa capo al reparto di
medicina del nosocomio di viale Marconi. E così le lamentele sono fioccate
spontanee tra i cittadini in attesa di un controllo e di un consulto. Tutti con
l’occhio all’orologio. E non poteva essere altrimenti, non quando, ad
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esempio, la visita era stata sì fissata alle 11.45, peccato poi che
materialmente la porta dell’ambulatorio la si sia materialmente varcata
appena pochi minuti prima delle 13.30. Nel nervosismo di ieri, giusto
sottolinearlo, nessun commento ha puntato il dito contro la professionalità
medica degli operatori. «Ho una visita prenotata con la dottoressa
Guglielmina Speroni, medico bravissimo - sottolineava ieri una donna che
si è trovata ad aspettare circa un’ora e mezza per la sua visita
all’ambulatorio di diabetologia - . Mi viene però da riflettere: perché non
mettere due medici al posto di uno, in questo modo i tempi di attesa si
accorcerebbero e non di poco. Perché non è possibile un così lungo tempo
di attesa». Qualche altro cittadino si è chiesto se il problema non fosse
invece a monte, al momento delle prenotazioni: «Non sarà colpa del Cup
che dà troppi appuntamenti nell’arco di una stessa mattinata?». Direttore
sanitario degli ospedali di Codogno e Casale, il dottor Valerio Tagliaferri
ieri era in ferie ma ha preso comunque atto della segnalazione del disagio.
«Verificherò quanto prima la causa di questo problema, da vedere se non
vi sia stato qualche caso di doppia prenotazione». Tutto all’attacco invece
il commento del sindacalista Fsi Gianfranco Bignamini: «Colpa dei continui
tagli e del ridimensionamento messo in atto dall’Azienda ospedaliera- così
Bignamini- . Dai posti letto ai reparti, una riduzione ed un
ridimensionamento che non ha risparmiato neppure i poliambulatori».
L. L.
IL GIORNO 24 gennaio 2014
IL CASO LA PROCURA HA APERTO UN FASCICOLO SULL’INCIDENTE
IN OSPEDALE
Bambino incastrato nella scala mobile Scatta la perizia per cercare
i colpevoli
LA PROCURA di Lodi ha chiesto una consulenza tecnica per far luce sui
motivi che hanno causato l’amputazione di quattro dita del piede al
bambino di 5 anni rimasto incastrato nelle scale mobili dell’ospedale
Maggiore. Il dramma è avvenuto mercoledì pomeriggio, quando il bambino
residente a Borghetto Lodigiano è rimasto con il piedino incastrato nella
scala mobile in discesa che si incontra, sulla sinistra, entrando nell’atrio
dell’ospedale di Lodi. Un dolore terribile dato che ci è voluto del tempo
affinché i soccorritori riuscissero a liberarlo dalla “morsa” dell’impianto. I
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soccorritori del 118, per tenere tranquillo il piccolo e fargli patire meno
dolore possibile, è riuscito a calmarlo con alcuni farmaci, poi l’operazione
d’urgenza all’arto. Purtroppo, sembra che il piccolo abbia davvero perso in
modo definitivo quattro dita del piede.Sull’episodio stanno raccogliendo
elementi i carabinieri di Lodi, intervenuti per i primi sopralluoghi. E si è
mossa anche la Procura. «ABBIAMO CHIESTO una consulenza a un nostro
perito di fiducia per conoscere in modo approfondito la situazione della
scala dell’ospedale — spiega il procuratore capo del Tribunale di Lodi,
Vincenzo Russo —. Questa brutta storia va chiarita subito». Si alza forte
anche la voce dei sindacati lodigiani. «Esprimiamo la nostra indignazione
per il grave fatto — accusa Stefano Lazzarini, segretario della Confsal di
Lodi —. Evidentemente, oltre ai rischi rappresentati dalle scale mobili, più
volte constatati con decine di cadute di visitatori e pazienti, l’ingresso
faraonico è carente di una scala in muratura alternativa agli ascensori e
alla scala mobile. Condanniamo quindi qualsiasi omissione di quanti
sapevano e mai hanno agito per scongiurare questi rischi e auspichiamo
che le istituzioni preposte agiscano fermamente a tutela dei cittadini».IL
SEGRETARIO della Cisl-Funzione pubblica, Mauro Tresoldi, aggiunge: «Sei
persone si sono rotte il femore su quelle scale e ora il piedino del bimbo,
chiediamo siano verificate tutte le certificazioni dell’impianto e pure i
collaudi, per evitare problemi futuri. Siamo vicini alla famiglia del ferito in
questo momento di dolore, rimanendo in attesa di capire cos’è veramente
accaduto». Cauto Massimiliano Castellone, segretario della Uil funzione
pubblica: «Questa non è una questione sindacale e io non voglio
speculare, ma auspico che in futuro la tecnologia serva a tutelare i
cittadini e non a far del male. La stessa cosa anni fa era successa a una
turista inglese in visita a Milano che però è rimasta stritolata, così come la
guardia, giunta a soccorrerla, che ha perso un braccio. Sono incidenti
terribili, avvenuti su strutture certificate, e se ci saranno colpe qualcuno
sarà costretto a rispondere. Detto questo, non mi sento di sparare
addosso a nessuno perché non è un argomento di mia competenza». La
Cgil,
invece,
ha
preferito
non
esprimersi
nel
merito.
[email protected]
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