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Carme V Catullo

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Carme V Catullo
Catullo, Carme V
Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.
(traduzione di Salvatore Quasimodo)
Vita e amore a noi due Lesbia mia
E ogni acida censura di vecchi
Come un soldo bucato gettiamo via.
Il sole che muore rinascerà
Ma questa luce nostra fuggitiva
Una volta abbattuta, dormiremo
Una totale notte senza fine.
Dammi baci cento baci mille baci
E ancora baci cento baci mille baci!
Le miriadi dei nostri baci
Tante saranno che dovremo poi
Per non cadere nelle malìe
Di un invidioso che sappia troppo,
Perderne il conto scordare tutto.
(traduzione di Guido Ceronetti)
Godiamoci la vita, o Lesbia mia, e amiamoci e non
stimiamo più d'un soldo tutti i borbottii dei vecchi
troppo austeri. Il sole può tramontare e tornare:
noi invece, una volta tramontata la breve vita,
dobbiamo dormire una sola notte senza fine.
Dammi mille baci, poi cento, poi altri mille e poi
ancora cento, indi altri mille e poi cento. Poi
quando ce ne saremo scambiate molte migliaia, ne
imbroglieremo la somma, per ignorarla o perché
un qualche malevolo non abbia a colpirci col
malocchio, al saper esserci stati tanti baci.
(trad. L. Pepe e N. Scivoletto)
Godiamoci la vita, o Lesbia mia, e i piaceri
dell'amore;
a tutti i rimproveri dei vecchi, moralisti anche
troppo,
non diamo il valore di una lira.
Il sole sì che tramonta e risorge:
Noi, quando è tramontata la breve luce della vita,
dobbiamo dorm,ire una sola interminabile notte.
Dammi mille baci e poi cento
Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
poi altri mille, poi altri cento,
e le mormorazioni dei vecchi che fanno i severi,
e ininterrottamente ancora altri mille altri cento
tutte insieme, non le stimiamo un soldo.
ancora.
I soli tramontano e ritornano:
Infine, quando ne avremo sommate molte migliaia,
per noi, quando una volta è tramontato il breve dì, altereremo i conti o per non tirare il bilancio
notte perpetua da dormire senza fine.
o perché qualche maligno non ci possa lanciare il
Dammi mille baci, poi cento,
malocchio
poi altri mille, poi altri cento,
quando sappia l'ammontare dei baci.
poi via via altri mille, poi cento.
(traduzione di Francesco Della Corte)
Poi, quando avremo fatto molte migliaia,
le confonderemo, per non sapere quante,
o perché nessun invidioso ci porti male,
quando sappia ch'esiste una tale infinità di baci.
(traduzione di G. B. Pighi)
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