L`efficacia della promozione dell`Attività Fisica: indicazioni
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L`efficacia della promozione dell`Attività Fisica: indicazioni
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL PIEMONTE ORIENTALE Dipartimento di Medicina Traslazionale in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore e Università di Milano Bicocca CORSO INTEGRATO ASPP ADVANCED SCHOOL OF PREVENTION AND HEALTH PROMOTION L’efficacia della promozione dell’Attività Fisica: indicazioni internazionali e stato dell’arte italiano Nome e Cognome dei candidati Giancarlo Faragli Maura Ferrari Bravo Roberta Gallina Federica Gismondi Sara Princivalle Serena Zucchi Anno accademico 2014-2015 -1- Indice L’efficacia della promozione dell’ Attività fisica: indicazioni internazionali e stato dell’arte italiano Abstract pag. 6 1. Introduzione pag. 8 2. Burden of desease delle principali patologie croniche pag. 8 pag. 8 pag. 9 3. Materiali e Metodi pag. 9 4. Risultati pag. 9 4.1 Attività fisica e patologie a maggior impatto di Burden of desease pag. 10 4.2 Attività fisica e patologia Cardio- Cerebro - Vascolare pag. 11 4.3 Diabete tipo II pag. 11 4.4 Cancro Colon Retto pag. 11 4.5 Carcinoma mammario pag. 12 4.6 Lombalgia (Low back pain) e cadute pag. 12 4.7 Depressione pag. 12 4.8 Attività fisica e fattori di rischio intermedi pag. 13 4. 8. 1 Ipertensione pag. 13 4. 8. 2 Obesità pag. 13 4. 8. 3 Dislipidemia pag. 13 4. 8. 4 Stress Cronico pag. 14 5. Evidenze sulla promozione dell’attività fisica pag. 14 5.1 I determinanti dell’attività fisica pag. 14 5.2 Gli interventi efficaci pag. 15 2.1 Attività fisica e sedentarietà due concetti separati 2.2 Identificazione dei fattori di rischio e dei fattori protettivi nei confronti della malattia -2- 5.2.1 I risultati: l’impatto sulla salute dell’attività fisica rivolti a bambini e adolescenti 5.2.2 I risultati: l’impatto sulla salute dell’attività fisica rivolti a adulti 5.3 I rischi dell’attività fisica 6. Esperienze significative in alcune realtà italiane pag. 16 pag. 17 pag. 18 pag. 18 6.1 Regione Emilia Romagna pag. 19 6.2 Regione Piemonte pag. 19 6.3 Regione Lombardia pag. 19 6.4 Regione Liguria Progetto AFA pag. 19 6.5 Regione Veneto pag. 19 7. Prescrizione attività fisica pag. 20 8. I costi dell’inattività fisica pag. 23 8.1 I risparmi dell’attività fisica pag. 24 9.Il ruolo della normativa quale strumento e supporto della promozione dell’attività fisica per la prevenzione delle patologie dovute alla sedentarietà pag. 24 9.1. Il quadro normativo su cui si innesta la promozione dell’attività fisica per la tutela della salute pag. 24 9.2 Tutela della salute : il contesto nazionale pag. 24 9.3 Prevenzione : le scadenze previste dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018 pag. 27 9.3.1. Rendere facili le scelte salutari : DCPM del 4 maggio 2007 (art. 2)Programma Nazionale Guadagnare Salute (GS) pag. 27 9.3.2. Progetto Nazionale di Promozione dell’Attività Motoria (PNPAM) pag. 23 9.4 Il ruolo di pianificazione della normativa regionale . L’importanza di “fare Rete” pag. 28 9.4.1 Piano Regionale della Prevenzione Piemonte DGR n. 52-7643 del 21/05/2014 9.4.2.Piano Regionale di Prevenzione Emilia Romagna Dgr. 703/2013 pag. 28 pag. 29 9.4.3 Piano Regionale di Prevenzione Regione Lombardia Dgr. 193/2013 pag. 29 -3- 9.4.4.Regione Liguria DGR 48 /2009: Progetto AFA:Attività Fisica Adattata pag. 30 9.4.5. Piano regionale della Regione Veneto DGR 1563/2014 10. Comunicazione per la salute: promuovere l'attività fisica pag. 30 pag. 31 10.1 Raccomandazioni per l'utilizzo di campagne di comunicazione per promuovere l'attività fisica pag. 31 10.2 Analisi della letteratura internazionale sulle campagne di comunicazione per promuovere l'attività fisica: caratteristiche ed efficacia pag. 32 10.3 Stato dell'arte e analisi delle campagne comunicative italiane per promuovere l'attività fisica nel periodo 2004 – 2014 pag. 33 10.4 L'utilizzo di campagne comunicative per favorire un approccio integrato della promozione dell'attività fisica: stato dell'arte in Emilia, Piemonte e Veneto pag. 35 11. Discussione pag. 36 12. Proposte e Conclusioni pag. 37 13. Ringraziamenti pag. 39 Bibliografia pag. 40 Sitografia pag. 48 Riferimenti normativi nazionali pag. 50 Riferimenti normativi regionali pag. 51 -4- -5- Allegati Tesi - L’efficacia della promozione dell’ Attività fisica: indicazioni internazionali e stato dell’arte italiano Indice Allegati Allegato 1, Figure e Immagini del testo pag. 53 Figura 1. Burden of desease: classificazione per rango di occorrenza del DALY per patologia e fattori di rischio in Italia anno 2010 (www.healthdata.org) pag. 53 Figura 2 Figura x1: Prevalenza standardizzata dell’insufficiente attività fisica nella popolazione adulta maschile di 18 anni e oltre, riferita all’anno 2010, Fonte OMS 2014. pag. 53 Figura 3: Prevalenza standardizzata dell’insufficiente attività fisica nella popolazione adulta femminile di 18 anni e oltre, riferita all’anno 2010, Fonte OMS 2014. pag. 54 Fig. 4 Popolazione maschile scolastica nel range di età 11-17 riferita all’anno 2010, Fonte OMS 2014 pag. 54 Fig. 5 Popolazione femmine. In Report sulla salute, OMS 2014. pag. 55 Scheda 1. Livelli di evidenza delle prove disponibili nel rapporto fra attività fisica e condizioni avverse per la salute Italia anno 2010 pag. 56 Tabella 1. Risultati metanalisi correlazione tra 5 classi di macrocategorie ed attività fisica per classi di età. pag. 57 Figura 6. Quadro logico dello studio delle evidenze su interventi di promozione di attività fisica (Kahn E., 2002) pag. 58 Allegato 2, Esperienze significative in alcune realtà italiane. pag. 59 Allegato 3, La prescrizione dell’attività fisica. pag. 72 Allegato 4, La valutazione e la sostenibilità delle politiche di promozione dell’attività fisica in salute pubblica). pag. 75 Allegato 5, Quadro normativo. pag. 83 Allegato 6, Definizione di Comunicazione Sociale pag. 94 -6- Allegato 7, Campagne di Comunicazione in Italia. Pag. 95 -7- L’efficacia della promozione dell’ Attività fisica: indicazioni internazionali e stato dell’arte italiano1 Abstract L’attività fisica ha un impatto sulla salute di ognuno di noi, essendo il quarto fattore protettivo per le principali patologie nel mondo (Global Burden Diseases). Le linee guida internazionali (OMS 2010) e le evidenze in letteratura (tra gli altri si vedano Kohl 2001, Wu, 2011. Jian e Siegrist 2012) mettono in evidenza l’impatto dell'attività fisica sulla salute. L’attività fisica continuativa può avere una ricaduta preventiva sulla popolazione generale (infantile, adolescenti e adulti) con interventi co-progettati in rete (territorio, pubblica amministrazione, terzo settore, cittadinanza attiva...) di promozione della salute universale, campagne informative, disseminazione; può essere preventiva di recidive su popolazione con patologie a rischio (prescrizione di attività fisica adattata su popolazioni target specifici - paziente cardiovascolare, diabetico, mastectomizzato, colontomizzato, depresso); in alcuni casi può avere una funzione curativa sostitutiva al farmaco (diabete di tipo II). Studi via via più completi e sistematici portano evidenze circa i costi economici diretti e indiretti dell’inattività fisica. A fronte delle evidenze e delle raccomandazioni internazionali, lo scenario italiano delle regioni analizzate (Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto) risulta alquanto composito, a partire dalla normativa locale di riferimento. 1 ll presente elaborato è frutto di un lavoro comune; tuttavia la stesura dei vari paragrafi va così attribuita: cap. 2 - Bourden of desease delle principali patologie croniche Dott.ssa Maura Ferrari Bravo cap. 4 - Risultati Dott.ssa Maura Ferrari Bravo cap. 5 - Evidenze sulla promozione dell’attività fisica Dott.ssa Serena Zucchi cap. 6 - Esperienze significative in alcune realtà italiane Dott.ssa Sara Princivalle cap. 7 - Prescrizione attività fisica Dott. Giancarlo Faragli cap. 8 - I costi dell’inattività fisica Dott.ssa Serena Zucchi cap. 9 - Il ruolo della normativa quale strumento e supporto della promozione dell’attività fisica per la prevenzione delle patologie dovute alla sedentarietà Dott.ssa Federica Gismondi cap.10 - Comunicazione per la salute: promuovere l'attività fisica Dott.ssa Roberta Gallina Allegato 2 - Esperienze significative in alcune realtà italiane, Allegato 3 - La prescrizione dell’attività fisica Allegato 4 - La valutazione e la sostenibilità delle politiche di promozione dell’attività fisica in salute pubblica Allegato 5 - Quadro normativo Allegato 6 – Definizione di comunicazione sociale Allegato 7 - Campagne di Comunicazione in Italia Dott.ssa Sara Princivalle, Dott.ssa Federica Gismondi, Dott.ssa Roberta Gallina Dott Giancarlo Faragli Dott.ssa Serena Zucchi Dott.ssa Federica Gismondi Dott.ssa Roberta Gallina Dott.ssa Roberta Gallina -8- 1. Introduzione Nei sistemi sanitari pubblici il problema di individuare le azioni efficaci in relazione alle priorità di salute è diventato una questione chiave sia a livello centrale che locale. Il dibattito non è più solo la valutazione della “forza” e del livello di “confidenza” delle “raccomandazioni”, ma viene richiesta una valutazione degli esiti , delle azioni e della sostenibilità in relazione alla bisogno ed alla domanda di salute dell’individuo, della società e dell’ambiente (Nutbeam 2008; Carta di Toronto, 2010; Global Recommendation on Physical activity for Health, OMS, 2010). Le politiche pubbliche a supporto della prevenzione determinano effetti rilevanti in virtù della loro trasversalità con ricadute sulla salute dell’individuo, sulla società e sull’economia. In questo scenario, la promozione dell’attività fisica ha acquisito un crescente rilievo: l’insufficiente attività fisica è uno dei primi 10 fattori di rischio per la mortalità globale causando 3,2 milioni di morti all’anno, 69,3 milioni di Daly, pari al 2,8 5 del totale globale (Lim 2013). Il Global Burden of Disease study ha recentemente classificato l’inattività fisica come il quinto fattore leader nella genesi di malattia in Europa occidentale e come uno dei fattori di rischio modificabili insieme al fumo di sigaretta (Lim 2013). L’attività fisica moderata o intensa pari a 150 minuti diminuisce del 20-30% il rischio di mortalità per tutte le cause (OMS 2010), con evidenze in particolare per disturbi cardiovascolari, diabete, tumore al colon ed al seno e depressione (OMS 2014). Nel 2013 il 21,5 per cento della popolazione italiana di 3 anni e più ha dichiarato di praticare in modo continuativo uno o più sport nel tempo libero e il 9,1 per cento in modo saltuario (Rapporto Passi). Nel complesso la pratica sportiva ha interessato il 30,6 per cento della popolazione dai 3 anni e più. Le persone che, pur non praticando un’attività sportiva, hanno dichiarato di svolgere qualche attività fisica (come fare passeggiate per almeno due chilometri, nuotare, andare in bicicletta o altro) sono il 27,9 per cento e la quota di sedentari, cioè di coloro che non praticano né uno sport né un’attività fisica nel tempo libero, è risultata pari al 41,2 per cento. Rispetto al 2012 non si riscontrano variazioni significative (ISTAT 2014). Nel mondo (OMS 2014) la prevalenza di attività fisica è distribuita in modo disomogeneo; la fascia più critica è la popolazione adolescenziale (1117 anni) femminile e in Italia, rispetto agli altri paesi europei, maschile (Allegato 1, fig. 2-5). Permangano quesiti aperti in merito alla declinazione locale di soluzioni che tengano conto della normativa, degli aspetti organizzativi delle Pubbliche Amministrazioni e del Terzo Settore, della partecipazione sociale, delle caratteristiche urbanistiche e ambientatali. Allo stato attuale sarebbe utile arrivare alla definizione di un modello operativo che, facendo seguito alle analisi delle priorità -9- stabilite in ambito nazionale, regionale o aziendale, permetta di concretizzare a livello locale progetti, interventi ed azioni di prevenzione efficaci, riconducibili a stime di impatto sulla malattia e strutturate in base alle risorse professionali, organizzative ed etiche. Obiettivi del presente lavoro sono valutare, analizzare e presentare indicazioni utili alla formulazione di proposte operative in merito all’efficacia della promozione dell’attività fisica rivolta alla popolazione generale (bambini, adolescenti adulti) ed a popolazioni target con patologie specifiche. Tale analisi è stata condotta a due livelli: internazionale in cui sono stati valutati interventi efficaci, attraverso studi di metanalisi, revisioni sistematiche e Linee Guida e locale in cui sono state esaminate le esperienze regionali del Piemonte, dell’Emilia Romagna, della Lombardia , della Liguria e del Veneto, supportate da specifiche strategie politico/normative. 2. Burden of desease delle principali patologie croniche La necessità di valutare l’impatto delle patologie cronico degenerative sulla salute della popolazione ha spinto il WHO nel suo Burden disease study (WHO, G. (2001)) a creare un indicatore chiamato DALY (Disability Adjusted Life Years), che mette in risalto gli anni di vita persi per mortalità (YLL) e gli anni di vita persi per disabilità (YLD), quest’ultima considerata nei suoi diversi aspetti (problemi motori, problemi psichici e dolore). Il DALY è traducibile in italiano come “anni di vita persi aggiustati per disabilità”, dove “persi” rappresenta quanti anni un individuo avrebbe potuto vivere ancora rispetto ad uno standard, ed “aggiustati per disabilità” sta a significare una pesatura degli anni di vita persi secondo una scala di disabilità riferita ad ogni singola patologia, che può variare tra zero ed uno, dove zero è salute perfetta (nessun anno perso) ed uno sta per il decesso. Tale indicatore, poiché consente una pesatura anche sul valore sociale del tipo di disabilità e dell’età in cui avviene il decesso o la disabilità, permetterebbe di stabilire nei sistemi sanitari pubblici le priorità di programmazione. 2.1 Attività fisica e sedentarietà: due concetti separati Secondo la definizione adottata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’attività fisica è: “… qualsiasi forma di lavoro prodotta dalla muscolatura scheletrica che determini un dispendio energetico superiore a quello a riposo” e comprende, oltre allo sport e all’esercizio fisico tutte le attività della vita quotidiana. In questa tesi verrà affrontato il tema della fisiologia dell’attività fisica nei concetti di sufficiente ed insufficiente. Si sottolinea però l’esistenza di un ulteriore filone di ricerca sull’effetto sulla salute - 10 - della sedentarietà che viene considerato autonomo rispetto all’attività fisica (Cipriani, Franchi 2011). 2.2 Identificazione dei fattori di rischio e dei fattori protettivi nei confronti della malattia Il modello deterministico di relazione causa effetto, dove la causa (Sottocornola F., 2004) risulta essere l’agente necessario e sufficiente dell’effetto patologico, viene messo in discussione dalle malattie cronico degenerative. La relazione tra individuo/popolazione e fattori di rischio di malattia (Faggiano F., Barbone F., Donato F., 2005) è di fatto di tipo probabilistico e l’esposizione ad un determinato fattore non causa necessariamente la malattia ma aumenta (o dimuniusce) la probabilità di contrarla. Per contro l’assenza di esposizione non implica necessariamente l’assenza della malattia. Le cause delle malattie sono perlopiù multiple e le relazioni tra i fattori di rischio, che vanno a costituire la rete casuale, non sempre hanno tra loro effetti lineari di addizione o sottrazione. Per la costruzione della rete dei nessi casuali che legano l’attività fisica alle patologie cronico degenerative a maggior impatto in termini di burden of desease, l’analisi della bibliografia è stata effettuata selezionando per i diversi livelli di attività fisica (insufficiente, sufficiente) i seguenti indicatori: Frazione Attribuibile e Rischio Relativo o l’Odds Ratio. 3. Materiali e metodi Per rispondere all’obiettivo il gruppo di lavoro ha finalizzato l’attività di ricerca dei singoli autori (tre medici, una psicologa, una sociologa, una giurista) con formazione e professionalità diverse (inserendosi nella cornice logica della ricerca di evidenze di prevenzione (Evidence Based Prevention-EBP) (NIeBP 2011), condotto su interventi di promozione di attività fisica attraverso l’approfondimento: - della letteratura scientifica sui determinanti sociali, ambientali e biologici; - dei potenziali interventi e degli outcome da essi derivati; - delle normative connesse alla tutela della salute e dell’efficacia delle politiche ad esse riferite; - della sostenibilità economica, anche in termini di DALY; - delle strategie di comunicazione Per gli studi originali sono state consultate le seguenti banche dati elettroniche: PubMed, MEDLINE, EMBASE, Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL) dal1990 ad oggi. Le parole chiave utilizzate sono state: physical activity AND Evidence Based Medicine AND child* AND adolescen* AND adult. Per l’approfondimento degli aspetti normativi sono stati consultati i seguenti Siti del: Ministero della Salute, Ministero delle Riforme Costituzionali, Ministero per le Politiche Giovanili e lo Sport, - 11 - Banche dati Regioni Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria Veneto, Amministrazione in Cammino, Leggi d’Italia, NORMAATTIVA. Le parole chiave utilizzate sono state: tutela salute, promozione salute, diritto soggettivo, sport, attività fisica, collettività. Per l’approfondimento delle strategie comunicative sono stati consultati i seguenti Siti: Socialogical Abstracts , Osservatorio sulla Comunicazione e altri siti tematici, seguendo la metodologia descritta dal 2° Rapporto sulla comunicazione CENSIS 2011. Le parole chiave utilizzate sono state: campagna , comunicazione,attività fisica, attività motoria. Periodo analizzato 2004 –oggi. 4. Risultati 4.1 Attività fisica e patologie a maggior impatto di Burden of desease Secondo le stime dell’OMS l’attività fisica insufficiente è il quarto fattore “comportamentale di rischio” di mortalità. Ogni anno sono attribuibili alla scarsa attività fisica oltre 3 milioni di decessi e 32,1 milioni di disability-adjusted life year (DALY), (si veda Allegato 1, Figura 1 Burden of desease: classificazione per rango di occorrenza del DALY per patologia e fattori di rischio in Italia, anno 2010, www.healthdata.org) che rappresentano il 2,1% dei DALY totali (Alwan A., 2011)). Forti evidenze sull’associazione fra attività fisica e benefici per la salute si hanno per la mortalità da tutte le cause; i dati mostrano in maniera consistente una relazione inversa con una riduzione di circa il 30% nella mortalità per tutte le cause negli individui attivi, sia uomini sia donne, rispetto agli individui meno attivi. Tale relazione si mantiene anche nei soggetti oltre i 65 anni ed è simile per le diverse etnie. Anche per la salute cardiovascolare ci sono evidenze della riduzione di morbilità e mortalità da danno coronarico, stroke, pressione arteriosa e dislipidemia in coloro che svolgono attività fisica; tale riduzione sembra aumentare all’aumentare della quantità di esercizio fisico svolto. L’attività fisica favorisce inoltre la riduzione delle fratture dell’anca e della colonna vertebrale e riduce di circa il 30% il rischio di sviluppare limitazioni funzionali severe o moderate negli anziani, sia uomini sia donne. Negli anziani che hanno già limitazioni l’attività fisica ha effetti positivi sulle abilità funzionali, mentre in quelli a rischio di caduta un’attività fisica regolare riduce ne riduce il rischio (si veda Allegato Immagini, Scheda 1. Livelli di evidenza delle prove disponibili nel rapporto fra attività fisica e condizioni avverse per la salute Italia anno 2010) 4.2 Attività fisica e patologia Cardio- Cerebro - Vascolare I risultati di metanalisi (Bull, F. C., Pratt, M. (2004)) evidenziano che l’inattività fisica contribuisce al 22% del Burden of Disease della cardiopatia ischemica ed all’11% di quello dell’ictus ischemico con una piccola disuguaglianza tra maschi e femmine. - 12 - La stima del rischio relativo dimostra una relazione dose risposta tra livelli di attività fisica e per la cardiopatia ischemica (CI) per cui aumenti dei livelli di attività fisica riducono il rischio di CI ed una diminuzione del rischio di ictus ischemico per livelli crescenti di attività fisica (Bull F. C., Pratt M., 2004)), due studi suggeriscono un andamento ad U della curva di rischio Kohl 3rd, H. W. (2001) con grande variabilità di risultati. La prima considerazione a supporto della relazione diretta tra attività fisica e Patologia Cardio Cerebro Vascolare è che la loro associazione permane, normalizzando per i principali fattori di rischio quali pressione sanguigna, peso corporeo, LDL, Colesterolo, HDL e tolleranza al glucosio. La seconda è sulla risposta fisiologica che si osserva a causa della mancanza di attività fisica. In particolare é stata osservata una ridotta funzione endoteliale, un aumento della trombogenicità nel sangue, un più accentuato squilibrio del sistema nervoso autonomo ed un aumento dell’infiammazione endogena e dei fattori della coagulazione (Li J., Iegrist J., 2012). La terza è che l’attività fisica rinforza alcuni fattori protettivi come l’attenuazione della progressione delle placche ateromasiche (Bottaccioli F., 2005). Alti livelli di attività fisica nel tempo libero hanno un effetto benefico sulla salute cardiovascolare, riducendo il rischio generale di malattia coronarica incidente e di ictus tra gli uomini e le donne dal 20 al 30 per cento, mentre il livello moderato di attività fisica occupazionale potrebbe ridurre dal 10 al 20 per cento il rischio di CVD (Li J.,Siegrist, J., 2012). Esiste anche una relazione indiretta tra attività fisica e patologia CVD mediata dai fattori di rischio per CVD e influenzati dall’AF. 4.3 Diabete tipo II Per quanto riguarda le patologie metaboliche, forti evidenze dimostrano un’associazione fra attività fisica e protezione dal diabete tipo II, mentre il ruolo protettivo dell’attività fisica sul diabete tipo I deve ancora essere confermato. Si stima che il rischio relativo di sviluppare diabete di tipo II nei soggetti inattivi è di 1,45 (IC95%1,37-1,54), sia per gli uomini che per le donne. E’ stata osservata una relazione dose-risposta a tutti i livelli di esposizione di attività fisica e ciò è coerente con una recente revisione dei benefici dell'attività fisica nel prevenire o ritardare lo sviluppo del diabete (Bull F. C., Pratt M., 2004). Recentemente, il Diabetes Prevention Program Research Group ha mostrato che, tra le persone che hanno ridotta tolleranza al glucosio, un intervento di stile di vita che unisce una moderata quantità di attività fisica con una dieta controllata ha comportato una riduzione del 58% nell'incidenza di diabete di tipo II tra i 2 ed i 5 anni . - 13 - 4.4 Cancro Colon Retto Numerosi studi mostrano l’effetto protettivo dell’AF sia per cancro del colon retto che dei polipi pre cancerosi descrivendo svariate modificazioni fisiologiche legate all’AF senza arrivare alla definizione della plausibilità biologica della relazione. Un possibile meccanismo è l’effetto delle prostaglandine sulla proliferazione delle cellule della mucosa del colon. L’AF determina un incremento delle prostaglandine F2 alpha che stimolano la motilità intestinale ed un decremento delle prostaglandine E2, che stimolano la proliferazione delle cellule della mucosa del colon. 4.5 Carcinoma mammario La maggior parte degli studi che hanno verificato la relazione tra AF e carcinoma mammario riportano una riduzione del rischio di circa il 30% di cancro, peri e post-menopausale (Thune and Furberg 2001) nelle donne che praticano AF regolare. L’incremento dei cicli ovulatori e dei cicli estrogenici è stato proposto come fattore di rischio per il carcinoma mammario (Henderson et al. 1985). La plausibilità biologica della riduzione del carcinoma mammario è spiegata dall’impatto dell’AF regolare sulla secrezione e sul metabolismo dell’estradiolo e del progesterone. 4.6 Lombalgia (Low back pain) e cadute Si utilizza il termine lombalgia per definire alcune condizione sintomatiche di dolore lombare dovute a tensione o rigidità lombare che non necessariamente include il coinvolgimento del nervo sciatico. L’AF è legata sia all’incremento che al decremento della lombalgia. Il lavoro fisico pesante, il sollevamento, la torsione, la trazione e la spinta possono incrementare il rischio di dolore lombare mentre la partecipazione ad un certo tipo di esercizio può ridurre il dolore lombare. Sono 4 i potenziali meccanismi legati all’effetto protettivo: incremento della forza dei muscoli addominali e lombari: miglioramento della mobilità e della flessibilità del tronco, incremento della resistenza e mantenimento del controllo e della stabilità del tronco, maggiore capacità di adeguate capacità motorie. Studi randomizzati dimostrano una relazione positiva con la partecipazione ad esercizi specifici, mentre l’AF aspecifica non mostra relazioni consistenti con la lombalgia. La revisione sistematica dei dati di letteratura dimostra il ruolo dell’AF nel ridurre il rischio di cadute negli anziani. La partecipazione in attività fisica è vantaggiosa poiché determina un aumento della resistenza ossea, della forza muscolare, dell’equilibrio e della coordinazione - 14 - 4.7 Depressione Studi osservazionali dimostrano che la partecipazione ad attività regolare può ridurre i sintomi di depressione e lo stress. L’AF può anche conferire altri benefici psicologici e sociali che hanno un impatto sulla salute tra cui l’autostima, abilità sociali tra i bambini e un’ immagine positiva di sé tra uomini e donne e che sono probabilmente dovuti alla partecipazione all’attività stessa e ed agli aspetti sociali e culturali che possono accompagnare l'attività fisica. Diversi studi hanno dimostrato che un programma di esercizio equilibrato modifica profondamente le funzioni cerebrali: migliora la capacità di apprendimento e di memoria negli animali, impedisce e ritarda sia la perdita delle funzioni cognitive che l'insorgenza di malattie neurodegenerative e ha effetti positivi sullo stato di ansia e depressione. L’esercizio fisico agisce come modulatore e regolatore dei processi fisiologici e neurobiologici che sono alla base dei meccanismi relativi allo stato depressivo (Ehrman, J. K., … & Keteyian, S. J. (Eds.) (2013)). Uno degli effetti è l’aumento della neurogenesi e della vascolarizzazione cerebrale, (angiogenesi e aumento delle cellule endoteliali cerebrali), importante per la neurogenesi nell'ippocampo e per il processo cognitivo. E’ stato riconosciuto il ruolo positivo del sistema endocannabinoide sullo stato depressivo, legato in parte agli effetti delle neurotrofine, come Brain-derived neurotrophic factor. L'interazione positiva tra espressione di BDNF e serotonina è considerata uno tra i più importanti fattori di regolazione dell’AF, per il suo importante ruolo nella plasticità sinaptica. Interessante è anche il coinvolgimento del sistema degli oppioidi endogeni e degli endocannabinoidi che possono indirettamente attivare le cellule dopaminergiche e le sue aree di destinazione stimolando il circuito di piacere. 4. 8 Attività fisica e fattori di rischio intermedi 4. 8. 1 Ipertensione Si stima che l’inattività fisica sia responsabile del 5-13 % del rischio di sviluppo di ipertensione (Geleijnse, J. M., Kok, F. J., & Grobbee, D. E. (2004)). Dati disponibili da una recente meta analisi mostrano che l’allenamento aerobico permette la riduzione di circa 5-7 mmHg in persone con ipertensione media-moderata. Dividendo l’attività giornaliera in quattro sessioni da 10 minuti ciascuna si possono avere gli stessi effetti di un singolo allenamento di 40 minuti giornalieri. 4. 8. 2 Obesità L’esistenza dell’obesità può essere spiegata attraverso un modello di apporto energetico eccedente il consumo. La diminuzione del consumo energetico basale dovuto alla sedentarietà costituisce quindi un fattore di rischio (NEAT non-exercise activity thermogenesis) quantificabile in 150-250 Kcal al giorno. Lo studio americano del Registro Nazionale per il Controllo del peso ha definito i più - 15 - importanti fattori di successo per il mantenimento del peso (Klem, M. L., … & Hill, J. O. (1997)): fare una buona colazione, dieta ricca di fibre e povera di grassi, giornalino su cui registrare l’introito giornaliero ed il consumo energetico, più di 150 minuti di attività fisica settimanale. La plausibilità biologica del nesso casuale tra attività fisica ed obesità necessita al momento di studi di ricerca aggiuntivi; questo tuttavia non ne riduce l’importanza e l’urgenza. 4. 8. 3 Dislipidemia Ad oggi non c’è nessuna evidenza che gli esercizi di forza abbiano effetto sui lipidi ematici, mentre l’allenamento aerobico regolare (30-40 minuti al giorno al 40-70% della capacità massimale con frequenza giornaliera) ha un impatto su trigliceridi, HDL e LDL. 4. 8. 4 Stress Cronico Per “stress” s’ intende la reazione individuale verso l’esposizione continua a situazioni stressanti. Quando l’esposizione perdura a lungo l’organismo non recupera il proprio equilibrio omeostatico con un conseguente accumulo di alterazioni, definite carico allostatico, quantitativamente diverso da individuo ad individuo (McEwen, B. S. (1998)). Lo stress cronico (SC) si configura quando la risposta psico fisica allo stress perdura per almeno 6 mesi. Oltre all’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con effetti simpaticometici ed immunitari (inibizione risposta Th1 ed aumento risposta Th2 [allergie - patologie autoimmuni] mediata da CRH e Vasopressina (AVP), lo SC attiva la produzione ipotalamica di endocannabinoidi che portano ad un mal funzionamento del sistema dello stress, che non risponde più ad ulteriori stimoli esterni. 5. Evidenze sulla promozione dell’attività fisica Il quadro logico che ha guidato l’analisi della letteratura basata su evidenze in merito all’efficacia (effectiveness) di interventi di promozione dell’attività fisica è stata la ricerca dei determinanti, degli interventi efficaci, dei modelli teorici a cui si riferiscono, degli outcome intermedi e dell’impatto sulla salute. Là dove è stato possibile si è valutato inoltre l’aspetto della sostenibilità (Si veda Allegato 1, Figura 6. Quadro logico dello studio delle evidenze su interventi di promozione della salute a favore dell’attività fisica, Kahn 2002). 5.1 I determinanti dell’attività fisica I determinanti che influiscono sull’attività fisica sia in infanzia e adolescenza (Dobbins 2013) sia in età adulta (McCormack 2011) sono ascrivibili a due livelli di fattori (si veda Allegato 1, tabella 1. Risultati delle metanalisi sulla coorelazione tra cinque classi di determinanti e attività fisica per classi di età, Ferrari Bravo 2013). - 16 - A Fattori personali: a) Biologici/fisiologici: età, genere, etnia, stato di salute. b) Psicologici: auto-efficacia nell’esercizio fisico, percezione delle proprie competenze sportive, attitudine positiva verso l’attività fisica, piacere nello svolgere attività fisica, percezione del beneficio derivato da essa. In modo inverso, invece la mancanza di tempo e il sentirsi stanchi e affaticati. c) Fattori socioculturali: partecipazione all’attività fisica di pari o simili, livello di attività fisica dei genitori, supporto genitoriale, reddito famigliare, tempo speso fuori casa (outdoor), livello di educazione. d) Fattori comportamentali: attività fisica pregressa, stress. B Fattori ecologici: a) ambientali: accesso agli spazi di gioco, palestre e luoghi, disponibilità dell’attrezzatura; b) trasporti e programmi, pedonabilità; c) istituzionali: scuola, sanità; d) di comunità: ambiente verde; e) di politiche pubbliche. 5.2 Gli interventi efficaci Interventi efficaci sono stati classificati in tre gruppi: approcci informativi, approcci comportamentali e sociali, approcci ambientali e di politiche Task Force on Community Preventive Services (2002). Nello specifico: 1) Approccio informativo, ovvero basati sulla produzione di informazioni finalizzate a motivare persone a cambiare comportamenti a favore della pratica di attività fisica. Tale approccio utilizza il modello educativo, complementare al modello medico nella ricerca degli antecedenti cognitivi del comportamento. Ne sono esempi: - Gli indizi motivazionali per indurre presa di decisione (raccomandati), come i cartelli che invitano a salire le scale piuttosto di utilizzare l’ascensore, interventi con un buona sostenibilità; - Campagne comunicative a larga scala (fortemente raccomandate), ricorrendo a giornali, televisione, radio, trailler nei cinema per promuovere l’attività fisica per trasmettere messaggi comunicativi supportati da altri componenti con focus sull’individuo (counseling individuale, screening dei fattori di rischio nel luogo di lavoro o a scuola) o con focus sui gruppi di auto aiuto o sulla collettività (partecipazione a eventi puntuali come giornate tematiche e prolungati come la creazione di percorsi pedonali). - Campagne dei mass media (insufficiente evidenze), disegnate per aumentare le conoscenze e - 17 - influenzare le attitudini e le credenze di target generici/indifferenti di popolazione. Interventi informativi nelle classi (elementari, medie e superiori), finalizzati all’aumento delle - conoscenze e dei comportamenti di attività fisica (insufficienti evidenze) condotti in modo trasversale sui molteplici fattori di rischio per la salute (fumo, alimentazione, alcool, droghe....), senza includere i programmi di educazione motoria o esperienze. Modello basato sulla presa di decisione razionale. 2) Approccio comportamentali e sociali ovvero interventi finalizzati alla modificazione di comportamenti, attraverso l’acquisizione/rafforzamento di competenze all’interno di un contesto sociale ad essi coerente e capace di offrire elementi di rinforzo. Ne sono esempi: - Interventi in contesti scolastici di promozione di attività fisica nelle classi di Educazione fisica (altamente raccomandati), finalizzati alla pratica moderata o vigorosa di attività fisica sia nell’orario curriculare, sia in orario extracurriculare (proporre esperienze di attività fisica non rigorosa, come giochi con cambio di ruoli o di regole come calcio con le mani...). - Didattica dell’attività fisica (evidenze insufficienti) finalizzate a coniugare aspetti di didattica a quelli di educazione comportamentale (lezioni, laboratori e scrittura di testi sull’esperienza sostenuta, stesura di ricerche). - Classi basate sulla riduzione di televisione e video giochi (evidenze insufficienti) finalizzate all’apprendimento di comportamenti attivi e non passivi/sedentari quali guardare la televisione... Gli interventi ispirati al modello delle strategie di gestione del comportamento e dell’automonitoraggio. - Supporto sociale alla famiglia (evidenze insufficienti) finalizzato a fornire elementi di gestione famigliare per il rafforzamento di competenze di problem solving, di alleanza genitori-figli finalizzati al reciproco supporto (“contratto”) nella pratica di attività fisica. Spesso questi interventi sono uniti a interventi nelle scuole rivolti ai ragazzi. - Supporto sociale in contesti comunitari (altamente raccomandati) ovvero implementazione di reti sociali nuove o al rafforzamento di preesistenti, finalizzate al reciproco supporto (“contratto”) nella pratica di attività fisica. - Programmi finalizzati al cambiamento di comportamenti di salute adattati individualmente (altamente efficaci) finalizzati all’acquisizione di competenze per l’adozione di comportamenti programmati quotidiani o settimanali di attività fisica (con automonitoraggio) o spontanee (salire le scale se viene l’opportunità). I modelli teorici di riferimento di questi interventi sono la teoria sociale e cognitiva (Bandura 1896), il modello dei comportamenti di salute (Rosenstock 1990), il modello transteoretico del cambiamento (Prochascka 1984). In tali programmi rientrano gli interventi di prescrizione dell’attività fisica rivolte a target di pazienti con le patologie indicate - 18 - per la loro prevezione o cura. 3) Approccio ambientale e di politiche per l’aumento dell’attività fisica ovvero interventi che a livello di sistema (organizzativo, ambientale, scolastico, urbanistico, sociale) possano supportare e facilitare la pratica e la diffusione dell’attività fisica, anche attraverso modalità partecipative e di creazione/innovazione di reti sociali. 5.2.1 I risultati: l’impatto sulla salute dell’attività fisica rivolti a bambini e adolescenti Indicatori di risultato degli interventi efficaci raggiunti negli interventi rivolti a bambini e adolescenti nei contesti scolastici presentano evidenze di grado debole (ovvero con la necessità di approfondire con ulteriori studi) (Dobbins 2013). Essi sono la diminuzione di minuti spesi nel guardare la TV (follow up a 4 anni); l’aumento del tempo dedicato all’attività fisica (percentuale di partecipazione attiva) (follow up a un anno); la durata dell’attività fisica (minuti di attività fisica) (follow up a 4 anni); la media della pressione sistolica (follow up a 4 anni); l’indice di Massa Corporea (BMI) (follow up a 4 anni). Minori evidenze sono state trovate relativamente all’aumento del consumo massimale di ossigeno (VO2 max); alle pulsazioni (ovvero battiti al minuto); alla media del Colesterolo nel sangue. La dose/risposta di attività fisica per bambini fino ai 12 anni è indicata in sessanta minuti di attività fisica al giorno (incluso il gioco libero all’aperto, il muoversi a piedi, oltre alle attività organizzate), e di centottanta minuti per gli adolescenti. In sintesi, dagli studi (Timperio 2004; Warburton 2007), dalle metanalisi Task Force on Community Preventive Services. (2002) e dalle revisioni sistematiche (Dobbins 2013) analizzate emerge che programmi di attività fisica rivolti a contesti di elezione (la scuola) per poter raggiungere la maggior quota della popolazione giovanile, inclusa la fascia vulnerabile per fattori sociali, economici, etnici, culturali e per poter raggiungere la popolazione generale devono essere multisettoriali, sostenuti da molteplici stakeholder (comunità, territorio, istituzione, ambiente, scuola, cittadini, decisori politici...) coerenti e integrati nel contribuire all’azione comune. Tali programmi risultano più efficaci se inseriti in una programmazione integrata che tenga conto del supporto di progetti di urbanistica e trasporti (Badland, H., & Schofield, G 2005), scuola, salute (Sallis 2006), ambiente (Owen 2000), ambiente di lavoro (Proper 2003). 5.2.2 I risultati: l’impatto sulla salute dell’attività fisica rivolti ad adulti Interventi efficaci rivolti alla popolazione generale adulta (Task Force on Community Preventive Services 2002; Haskel 2007; Owen 2007), principali linee guida (Start Active, Stay Active 2011) nonchè raccomandazioni OMS (OMS 2004; 2010: 2014) indicano una quota dose/risposta di - 19 - attività fisica per ridurre il rischio di patologie cardiovascolari, diabete, tumore al colon e mammella, osteoporosi e depressione in centocinquanta minuti di attività fisica moderata o settantacinque vigorosa per gli adulti, raggiungendo almeno l’equivalente di 600 MET/minuto (range 450-750) alla settimana. Tali raccomandazioni derivano dallo studio di interventi di promozione dell’attività fisica valutati efficaci, osservando parametri comportamentali (cambiamenti di attività fisica) e fisiologici (capacità aerobica). In sintesi, circa la popolazione generale i più raccomandati sono interventi integrati, comunitari, multi-componenti in cui il cambiamento atteso rispetto all’incremento di attività fisica nella popolazione venga rinforzato in modo coerente dall’intero contesto di vita. Circa la popolazione con patologia, di particolare efficacia stanno assumendo gli interventi di prescrizione di attività fisica. 5.3 I rischi dell’attività fisica L’attività fisica comporta anche alcuni rischi: - Rischi di incidenti muscolo scheletrici, rispetto agli inattivi (la cui prevalenza pareggia quella degli inattivi, più fragili dal punto di vista osseo-scheletrico). - Rischio relativo maggiore di arresto cardiaco o complicanze cardiovascolari per i sedentari che si dedicano, senza adeguata preparazione, ad attività fisica vigorosa. 6. Esperienze significative in alcune realtà italiane In Italia alcune Regioni hanno avviato progetti di prevenzione e promozione della salute attraverso la promozione dell’attività fisica trasformando, l’impegno convenuto in sede nazionale nell’ambito della Prevenzione Attiva in linee di lavoro efficaci, documentate dalle prove verificate nel prodotto di salute. Sono state prese in esame quelle esperienze che riportavano le tipologie d’approccio utilizzate dalla letteratura internazionale: approccio comunicativo, individuale, comportamentale, e ambientale. Si rimanda alle tabelle 1-5 dell’Allegato 2, Esperienze significative in alcune realtà italiane. Le esperienze analizzate nelle Regioni Emilia Romagna e Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, rientrano negli approcci comunicativi individuale/comportamentale e ambientale descritti in letteratura con un rilievo particolare dato agli ultimi due (vedi tabelle) . 6.1 Regione Emilia Romagna: a) Prescrizione dell’esercizio fisico 2013, progetto che sperimenta un modello organizzativo di prescrizione/somministrazione dell’Esercizio Fisico Adattato (EFA) e dell’ Attività Fisica Adattata - 20 - (AFA), svolti in strutture attrezzate (con accreditamenti “Palestra Sicura”, o palestre “riconosciute” dal SSR) in cui operano LSM specificamente formati: (70 LSM per EFA e 100 per AFA). b) Parchi in movimento: propone di contribuire alla promozione di uno stile di vita sano e di contrastare i rischi legati alla sedentarietà, iniziativa dedicata ad utenti di tutte le età. Prevede una serie di attività motorie gratuite da tenersi all’interno dei parchi cittadini con personale esperto proveniente da varie società ed Enti di promozione sportiva, in grado di offrire consigli per iniziare a praticare attività motoria all’aperta. c) Pillole Di Movimento: si tratta di una campagna di sensibilizzazione in cui diversi attori (Istituzioni, Terzo Settore e realtà private) hanno fatto network per contrastare l’inattività fisica. L’obiettivo condiviso è quello di promuovere un cambiamento culturale nella popolazione. d) Le scale: musica per la tua salute 2013: iniziativa che consiste in una Campagna d’informazione rivolta ai dipendenti delle PA ed alla popolazione. e) MuoviBO - E’ un progetto che coinvolge la città di Bologna ed ha l’obiettivo di far diventare la città una palestra a cielo aperto per tutti attraverso la realizzazione di 59 percorsi circolari: uno per ogni centralità urbana individuata dal piano urbanistico comunale. 6.2 Regione Piemonte a. Piano Regionale della Prevenzione Piemonte - DGR n. 52-7643 del 21/05/2014, prevede di ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili, attraverso strategie trasversali ai determinanti di salute, migliorando lo stile di vita attraverso la promozione di comportamenti salutari. b. Manuale: Esperienze e strumenti per la promozione dell’attività fisica sui luoghi di lavoro Manuale Dors 2013: si tratta di un manuale volto a stimolare, durante la giornata lavorativa, la pausa pranzo o a fine servizio, i lavoratori a interrompere lo svolgimento di mansioni sedentarie e a muoversi. 6.3 Regione Lombardia Piano Regionale di Prevenzione Regione Lombardia - Dgr. 193/2013: prevede di ridurre l’incidenza delle malattie cronico-degenerative, legate alla sedentarietà nella popolazione generale. Promuove stili di vita e ambienti favorevoli alla salute nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Ha la finalità di mantenere/migliorare lo stato di autosufficienza nell’anziano. 6.4 Regione Liguria Progetto AFA - DGR 48 /2009: prevede l’introduzione della strategia con “prescrizione dell’attività fisica adattata”; tende a ridurre l’incidenza delle malattie cronico-degenerative, legate alla - 21 - sedentarietà nella popolazione generale ed a mantenere/migliorare lo stato di autosufficienza nell’anziano; 6.5 Regione Veneto Piano regionale di Prevenzione della Regione Veneto Programma MuoverSi - DGR 1563/2014: va nella direzione di ridurre l’incidenza delle malattie cronico-degenerative, legate alla sedentarietà nella popolazione generale; promuove il movimento dell’adulto anziano per la prevenzione delle cadute e delle fratture e per l’aumento del benessere psicologico e conseguente riduzione del consumo di farmaci, riduzione del rischio cardiovascolare. Contrasta le malattie croniche non trasmissibili legate alla sedentarietà con prescrizione attività motoria e promuove stili di vita sani, in relazione a tutti i cicli di vita. Il SSR svolge il ruolo fondamentale di fornire dati e valutazioni relativi alla situazione epidemiologica delle realtà in esame come supporto ai decisori (dati di mortalità, morbosità, incidentalità, comportamenti, ecc). Tutte le sperimentazioni effettuate e portate a termine sul territorio nazionale, hanno permesso di rilevare come il modello organizzativo a rete attuato a livello territoriale sia risultato efficace e sostenibile, pur necessitando di una forte governance da parte dell’ASL. 7. Prescrizione dell’attività fisica E’ chiaro quindi come nel percorso di sostenibilità, debba essere coinvolto e responsabilizzato il MMG/PLS relativamente al percorso di individuazione dei pazienti, alla valutazione dei rischi e dei benefici, alla prescrizione vera e propria dell’attività fisica ed alla comunicazione con i pazienti stessi. I programmi di prescrizione dell’attività fisica, tuttavia dovrebbero essere attivati unitamente a quelli di promozione della stessa nella popolazione, sulla base dell’efficacia e della sostenibilità, nell’ottica di un approccio multisettoriale e multidisciplinare, espressioni di un coinvolgimento vero e di sinergia di rete e della conseguente logica di welfare di comunità. Tutti i progetti esaminati, in Italia ed all’estero hanno evidenziato quanto sia grande l’importanza della rete, pur nelle more di un’elevata governante da parte della componente sanitaria. Altrettanto importante appare subito la necessità, da parte del MMG, di un confronto stretto e di una collaborazione specifica con i Medici dello Sport, con i Laureati in Scienze Motorie e con le Strutture ASL programmatorie, ai fini di una attenta valutazione. Il programma di prescrizione dell’attività fisica e dell’esercizio fisico deve essere destinato ai soggetti che presentano fattori di rischio per la salute o malattie sensibili all’esercizio fisico, avviandoli a programmi personalizzati di prescrizione dell’attività fisica sotto controllo sanitario ed - 22 - in sicurezza assoluta. Questo tipo di percorso si è dimostrato ampiamente appropriato, soddisfacente e sostenibile anche in Italia (cfr alle esperienze delle Regioni Emilia Romagna, Veneto e Lombardia). La sostenibilità appare legata soprattutto al ruolo organizzativo e centrale che deve essere svolto dai Servizi di Medicina dello Sport ed ancora una volta dal ruolo dei MMG per quanto concerne la prescrizione. Il primo livello è certamente quello che prevede sotto il profilo medico-legale, la possibilità, da parte dei Medici di Medicina Generale, di “prescrivere” l’attività fisica e di “prendere in carico” la persona, nel senso che queste due attività devono essere considerate un vero intervento sanitario a carico del SSN, pur nell’ambito di una vera integrazione professionale e poi anche organizzativa tra MMG/PLS e Specialisti (Medico dello sport, cardiologo, fisiatra, endocrinologo, diabetologo, ect.). Per esempio il MMG ed il PLS che rappresentano il primo filtro relativo al percorso di valutazione dei soggetti interessati, dovrebbero farsi carico della prescrizione dell’attività fisica a persone con livelli di rischio bassi, indirizzando agli Specialisti i soggetti con livelli di rischio più consistenti per una prescrizione mirata. Per quanto riguarda soggetti con esiti stabilizzati di patologie specifiche, al termine del percorso di riabilitazione, l’inserimento in programmi specifici di intervento legati ad una attività fisica specificamente adattata ad ogni situazione, dovrebbe diventare compito prescrittivo dello Specialista di settore, d’intesa con i Laureati in Scienze Motorie per la parte meramente esecutiva. L’adattamento delle linee guida svedesi potrebbe essere così ricondotta: Tipologia Prescrizione dell’attività fisica Prescrizione Somministrazione MMG/PLS, nell’ambito delle Cure Libera o eseguita in strutture primarie con eventuale consulenza non sanitarie, ma appositamente specialistica al bisogno. selezionate, validate ed idonee Rivalutazione periodica minimale con personale esperto a dei valori pressori, del peso, ect disposizione Indicazione personalizzata sulla MMG, in raccordo con gli Specialisti in Medicina dello base di una valutazione Sport, cardiologi, fisiatri, funzionale diabetologi, ect Anche questa eseguita al di fuori dell’ambiente sanitario, ma tutorata da personale esperto e svolta sempre in strutture idonee, selezionate ed autorizzate. - 23 - Piano di trattamento individuale Solo in ambiente specialistico, Questa attività dovrà essere sulla base della valutazione delle nella fattispecie presso le Strutture tutorata e monitorata condizioni cliniche del paziente Medico Sportive delle ASL. attentamente in ambito con contestuale monitoraggio sanitario. della risposta al trattamento Tutta l’attività di prescrizione e quella complessa di somministrazione per soggetti con patologia dovrà essere a carico del SSR; per tutti gli altri soggetti potrà essere effettuato al di fuori del Servizio Sanitario purchè questo ne possa garantire la sostenibilità attraverso la stipula di accordi/progetti che consentano e permettano costi contenuti con elevata qualità del servizio (elevata attività di governance). Parrebbero esistere le condizioni normative minime per consentire la prescrizione da parte dei MMG e degli Specialisti, senza incorrere in serie problematiche medico legali, quindi, dal punto di vista normativo diventa assolutamente importante creare le condizioni affinchè ciò possa essere realizzato, creando accordi con le Società Scientifiche dei MMG e con le loro Associazioni di categoria, per superare l’empasse determinato dai dubbi che potrebbero manifestarsi nelle fasi di avvio di iniziative innovative; parallelamente è necessario approntare concrete modalità organizzative all’interno delle quali possano avvenire sia la prescrizione dell’attività fisica personalizzata sia la sua somministrazione, per il tramite di percorsi atti a garantire il raggiungimento ed il mantenimento nel tempo dei livelli di attività prescritta. Utile la negoziazione regionale al tavolo della contrattazione di categoria e prima ancora l’inserimento di tali attività a livello di rinnovo della Convenzione Unica Nazionale per i MMG ed i PLS, al fine di poter presentare al tavolo sindacale di contrattazione un progetto condiviso tra policy makers e sindacati di categoria, avendo alla base una solida evidenza scientifica. Naturalmente, piena ed integrante parte del processo dovrà essere rappresentata dalle valutazioni di efficacia e di risultato che dovranno costantemente accompagnare ogni sperimentazione. A prescindere dagli indubbi vantaggi per il cittadino, sia quello sano sia quello affetto da patologie, coesistono una serie di vantaggi per le Aziende Sanitarie che i decisori non possono fare a meno di prendere in considerazione. Inoltre ciò consentirebbe il trattamento efficace di patologie frequenti, attivando percorsi assistenziali integrati, e quindi anche consentendo l’eventuale agevole rientro in percorsi sanitari appropriati in caso di necessità. I vantaggi per le Aziende Sanitarie, documentati in tutte le esperienze, sono i seguenti: Promozione di un accesso equo, sia sotto il profilo logistico che economico, per tutti i - 24 - cittadini che presentino patologie croniche stabilizzate e che necessitino di trattamenti non sanitari di mantenimento delle abilità residue; Attivazione di percorsi equi e sostenibili per tutti i cittadini che presentino patologie “sportsensibili” riducendo, sul lungo periodo costi assistenziali ed anche farmacologici; Possibilità di monitoraggio degli esiti e quindi dell’andamento delle patologie cronico invalidanti più diffuse ed anche di quelle a più alto carico assistenziale; Miglioramento dell’appropriatezza rispetto all’accesso alle visite ambulatoriali e soprattutto riduzione di afflusso diretto ed inappropriato alle prestazioni specialistiche di primo livello con contestuale contenimento e riduzione delle liste d’attesa; Garanzia circa la sostenibilità del sistema, tenendo sempre costante e continua l’attenzione sulla salute del cittadino. 8. I costi dell’inattività fisica L’inattività fisica comporta dei costi (si veda Zucchi 2013 e allegato 4). Alcuni studi documentano che: in Canada nel 2009 sono stati attribuiti all’inattività fisica 6,8 miliardi di dollari (Janssen 2012). Circa 1.06 miliardi di sterline per il sistema sanitario inglese solo in riferimento alla ricaduta su malattie coronariche, diabete, tumore del colon e della mammella (Start active, stay active, Health Department UK, 2011). L’inattività fisica costa 8.2 miliardi di sterline all’anno nel Regno Unito, includendo sia i costi diretti per i trattamenti maggiori e per le malattie correlate allo stile di vita, sia i costi indiretti collegati all’assenza dal lavoro (Start active, stay active, Health Department UK, 2011). E’ stato stimato che uno stile di vita sedentario causi 54.000 morti premature all’anno e che questi costi siano in crescita (NICE 2009, Promoting phisical activity for childeren and young people). Una persona inattiva utilizza mediamente maggiori prestazioni sanitarie rispetto a una persona attiva (NICE 2009, Promoting phisical activity for childeren and young people). Nello specifico: 1) + 38% di giornate di ricovero ospedaliero; - 25 - 2) + 5,5% di visite dal medico di medicina generale; 3) + 13% di visite specialistiche; 4) + 12% di prestazioni infermieristiche. Anche in Italia, a partire dai dati di prevalenza relativi all’attività fisica della popolazione generale e con patologie (Studio Passi 2013), è possibile calcolare i costi diretti e indiretti dell’inattività fisica per Regione e a livello nazionale, stimando la percentuale di popolazione a rischio (PAR). 8.1 I risparmi dell’attività fisica A livello internazionale (Eu 2006) e a livello nazionale (ASPEN 2014) le indicazioni richiamano i decisori a scelte di politiche sostenibili che abbiano un impatto sul sistema a medio-lungo termine. Politiche coerenti a supporto della salute, hanno un effetto virtuoso sulla crescita economica e sociale del sistema, poichè la salute è un fattore di sviluppo è promotrice di sviluppo, sia nei termini di produttività dell’individuo sano, contribuendo in modo diretto e indiretto alla crescita sociale, sia nei termini di fruitore di beni/servizi/prodotti di cui può godere, e sui cui contribuisce collettivamente attraverso il pagamento delle tasse (Ziglio 2013). Nello specifico del nostro oggetto, i potenziali vantaggi di una vita sana e attiva possono essere quantificati, così come possono essere quantificati i benefici economici per i singoli e per le comunità. Ad esempio: scegliere di spostarsi a piedi o in bicicletta, limitando l'uso dell'auto, ha un impatto sui costi sanitari. Uno studio del 2012 (Lancet. 2012; 379:2198), ha analizzato il loro effetto su 7 malattie associate con la sedentarietà: diabete, cancro della mammella e del colon, demenza, malattie cerebrovascolari, depressione e cardiopatia ischemica. Gli autori hanno calcolato che in 20 anni, con 3,4 km di bicicletta o 1,6 di cammino al giorno, la riduzione di tali patologie nei contesti urbani porterebbe il Sistema Sanitario Nazionale inglese a risparmiare circa 17 miliardi di sterline l'anno (all'incirca l'1% del budget della sanità inglese). A livello italiano, utilizzando lo strumento Heat (Health economic assessment tool for cycling and walking, http://www.euro.who.int) messo a punto dall’OMS, a Modena è stato calcolato che per ogni euro speso per potenziare la ciclabilità se ne risparmiano all’incirca 1.000 euro (allegato della DGR 1563 dell'agosto 2014)”. A Verona sempre mediante Heat è stato stimato che se tutti i residenti del comune percorressero ogni giorno 3 chilometri in bicicletta il risparmio in un anno per i costi sanitari diretti ed indiretti sarebbe di oltre 17 milioni di euro (allegato della DGR 1563 dell'agosto 2014)”. 9. Il ruolo della normativa quale strumento e supporto della promozione dell’attività fisica per la prevenzione delle patologie dovute alla sedentarietà. - 26 - 9.1. Il quadro normativo su cui si innesta la promozione dell’attività fisica per la tutela della salute Ogni volta che si affronta la tutela della salute, bisogna tener presente che la normativa in ambito sanitario è alla base di tutte le strategie per il raggiungimento degli obiettivi ed occorre gestire in parallelo i vari livelli in cui si articola il panorama normativo italiano. 9.2 Tutela della salute: il contesto nazionale Come è noto, la “tutela della salute” è inquadrata, ai sensi dell’art. 32 della Costituzione Italiana, nel sancire la tutela della salute come “diritto fondamentale dell’individuo” . (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”). (Si veda Allegato 5, Quadro normativo, tabelle 6-7). Ai sensi dell’art. 117 della Costituzione, modificato con la legge costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3”, le Regioni legiferano nel rispetto dei principi fondamentali determinati con legge dello Stato, mentre le disposizioni regolamentari e organizzative in materia competono esclusivamente alle Regioni stesse. La forza del processo di regionalizzazione quindi può e deve aiutare la tutela della salute in ambito di prevenzione per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona. Di fatto lo Stato e le Regioni sono tenute a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità in quanto il mantenimento di uno stato di completo benessere psico-fisico e sociale costituisce oltre che diritto fondamentale per l’uomo, per i valori di cui lo stesso è portatore come persona, anche preminente interesse della collettività per l’impegno ed il ruolo che l’uomo stesso è chiamato ad assolvere nel sociale per lo sviluppo e la crescita della società civile. Con riferimento alla tutela della salute occorre prendere quindi in considerazione i Livelli essenziali di assistenza (Lea) con riguardo alla promozione dell’attività fisica. Le aree in cui si articolano i Lea sono state riviste integralmente con il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2008 ( in via di approvazione ma di riferimento). In particolare è stata descritta dettagliatamente l’articolazione di quello che il Servizio sanitario garantisce nei campi della prevenzione sui luoghi di lavoro, della prevenzione nutrizionale e della promozione dell’attività fisica. E' ormai unanimemente riconosciuto che l'attività fisica abbia un ruolo fondamentale nel promuovere non solo il benessere delle persone sane, ma anche la capacità di contrastare malattie croniche e disabilità. La promozione dell'Attività Fisica, pur rientrando nel più generale principio di tutela della salute non è un'attività sanitaria, non rientra quindi nei cosiddetti LEA e non è a carico del Servizio Sanitario Regionale. A tal proposito occorre ricordare che a seguito del Decreto Ministeriale del 24 - 27 - aprile 2013 del Ministero della Salute, recante “Disposizioni sulla disciplina della certificazione e tutela sanitaria della attività sportive, non agonistiche e amatoriali e sulla dotazione ed uso di defibrillatori semiautomatici e di altri dispositivi similari salvavita da parte di società sportive professionistiche e dilettantistiche”, (modificato da l'art. 42 bis nel "Decreto del fare", pubblicato G. U. n. 194 del 20 agosto 2013), è stato previsto l’obbligo di presentazione del certificato di idoneità sportiva per lo svolgimento di attività non agonistica presso organizzazioni o palestre associate alle Federazioni . Successivamente il Ministro della salute Beatrice Lorenzin ha firmato il decreto 8 agosto 2014, “Linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica” restituendo la definizione di attività sportiva non agonistica e precisando chi deve fare i certificati, quali sono i medici certificatori, la periodicità dei controlli e la validità del certificato, gli esami clinici. Per ottenere il rilascio del certificato è necessaria l'anamnesi e l'esame obiettivo con misurazione della pressione e un elettrocardiogramma a riposo effettuato almeno una volta nella vita. Per chi ha superato i 60 anni di età associati ad alti fattori di rischio cardiovascolare, è necessario un elettrocardiogramma basale debitamente refertato annualmente. Anche per coloro che, a prescindere dall'età, hanno patologie croniche conclamate che comportano un aumento del rischio cardiovascolare è necessario un elettrocardiogramma basale debitamente refertato annualmente. Il medico può prescrivere altri esami che ritiene necessari o il consulto di uno specialista. Il decreto è stato inviato alla Corte dei conti per la registrazione e sarà poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La prima osservazione in merito rileva l’importanza, evidenziata dal Decreto Ministeriale 24.04.2013, di sottoporre a visita medico-sportiva i bambini che iniziano un' attività sportiva e gli adulti che, sedentari e/o spesso in sovrappeso, si accingono a frequentare palestre e piscine senza conoscere il proprio stato di salute. Tuttavia occorre evidenziare che le spese per tale certificazione ed esame ECG sono a carico del soggetto interessato, in quanto la tutela della salute non ricomprende esplicitamente l’attività fisica tra i Livelli Essenziali di Assistenza, rappresentando una sorta di “anomalia” nel panorama della Promozione della Salute. Ciò nonostante, la Conferenza Regioni e Province autonome nella relazione “Il Nuovo Ruolo Della Medicina dello Sport Rivisitazione dei Protocolli d’idoneita’ all’attivita’ sportivo-agonistica e non agonistica”, del 24 Luglio 2013 afferma che “la tutela sanitaria delle attività sportive rientra pienamente nell’ambito della tutela della salute e ne assume i principi e le regole, sia per quanto riguarda la certificazione di idoneità alla pratica sportiva, sia per le attività più in generale rivolte alla salute dei praticanti attività sportiva sia, per i programmi di prevenzione di patologie legate alla sedentarietà attraverso la promozione di stili di vita sani incentrati su una corretta attività fisica. In tal senso gli interventi di sanità pubblica sono organizzati - 28 - in programmi caratterizzati da obiettivi misurabili, da procedure e metodi e sistemi informativi atti a valutare l’attuazione e i risultati“. Dunque la sanità pubblica ricomprende nella tutela della salute le attività fisiche destinate alla prevenzione e deve intervenire predisponendo programmi in tal senso, contrassegnati da sistemi che consentano di verificarne l’efficacia, misurando gli obiettivi qualificati da procedure e sistemi informativi atti a valutare i risultati . 9.3 Prevenzione: le scadenze previste dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018 Il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014 -2018, approvato il 13 novembre 2014 dalla Conferenza Stato-Regioni e Province autonome per la prima volta, stabilisce obiettivi e indicatori per misurare il progresso della prevenzione. A tale scopo, con risoluzione congiunta di Governo e Regioni, oltre a definire la vision in campo di prevenzione della salute e i principali macro-obiettivi, il nuovo Piano chiama attivamente le Regioni a seguire priorità e scadenze precise: 1. le Regioni si impegnano ad adottare entro il 31 maggio 2015 il piano regionale di prevenzione per la realizzazione del Pnp 2014-2018 attraverso i programmi individuati sulla base di quanto disposto dal Provvedimento; 2. le Regioni e le Pa dovranno confermare per il quinquennio 2014-2018 la destinazione di 200 milioni di euro annui per la completa attuazione del Pnp (oltre alle risorse previste dagli accordi per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale); 3. le Regioni dovranno trasmettere annualmente al Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm), la documentazione delle attività svolte. E’ importante evidenziare che sono dieci i macro-obiettivi del nuovo Piano e tra essi : ridurre il carico delle malattie non trasmissibili; prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali; promuovere il benessere mentale di bambini e giovani; ridurre le esposizioni ambientali dannose; ridurre la frequenza delle malattie infettive prioritarie; attuare il Piano nazionale integrato dei controlli per la prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria. E’ importante evidenziare come lo stesso PNP indichi in alcuni passaggi l’importanza della pianificazione dell’ attività fisica nelle sue ricadute sul benessere psico-fisico e sulla prevenzione delle patologie . 9.3.1. Rendere facili le scelte salutari: DCPM del 4 maggio 2007 (art. 2) - Programma Nazionale Guadagnare Salute (GS) L’implementazione a livello regionale del programma Guadagnare Salute è disciplinata dal DCPM del 4 maggio 2007 (art. 2) Guadagnare Salute (GS). Il programma GS si propone di intervenire su 4 - 29 - fattori di rischio modificabili: fumo, alcol, attività fisica, alimentazione. Il Ministero della Salute ha collaborato con la Regione Europea dell’OMS alla definizione di strategie per la sua realizzazione, in quanto rientra tra gli obiettivi del Sistema Sanitario Nazionale . In coerenza con le finalità di GS, nel 2007 è stata istituita presso il Ministero della Salute, la Piattaforma nazionale sull’alimentazione, l’attività fisica e il tabagismo. 9.3.2. Progetto Nazionale di Promozione dell’Attività Motoria (PNPAM) Piano Nazionale per la Promozione dell’Attività Sportiva 1 Edizione 2012 Considera l’attività fisica strumento di medicina preventiva con risparmi evidenti in termini di spesa sanitaria il Progetto Nazionale di Prevenzione dell’Attività Motoria (PNPAM) è stato redatto dal Tavolo Nazionale per la Governance nello Sport (TANGOS) Il TANGOS, riunito nella riunione plenaria di insediamento il 7 marzo 2012, ha individuato per le varie aree di lavoro i temi di discussione . 9.4 Il ruolo di pianificazione della normativa regionale. L’importanza di “fare Rete” In Italia alcune Regioni hanno avviato progetti di prevenzione destinati alla promozione dell’attività fisica, trasformando l’impegno, fissato in sede nazionale, in linee di lavoro efficaci attraverso atti normativi e provvedimenti a carattere regionale. Inoltre lo strumento individuato per assicurare un risultato di qualità per la tutela della salute con la promozione dell’attività fisica è la costituzione di una rete che interconnetta le strutture regionali di governo, i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie, le Università e i Centri di ricerca, regolamentata dalla competenza normativa e provvedimentale delle Regioni Tutte le sperimentazioni effettuate e portate a termine sul territorio nazionale hanno permesso di rilevare come il modello organizzativo a rete a livello territoriale : - sia risultato efficace e sostenibile, pur necessitando di una forte governance da parte dell’ASL - sia necessario nel trattamento di soggetti con malattie cronico-degenerative in cui risulti altamente consigliata la prescrizione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia; - sia garantita la collaborazione della Medicina dello Sport con ruolo di valutatrice delle prescrizioni variabili in base alle patologie presenti; - sia garantita la presenza di personale qualificato come il M spec. in MS ed il Laureato in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive ed Adattate per la somministrazione dell’esercizio fisico in ambienti protetti 9.4.1 Piano Regionale della Prevenzione Piemonte DGR n. 52-7643 del 21/05/2014 - 30 - Il PRP della Regione Piemonte prevede, all’Allegato A, di ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili. All’Allegato A2 sono state definite le strategie trasversali ai determinanti di salute : · Strategie basate sull’individuo che privilegiano la prevenzione dei fattori di rischio perseguita mediante diagnosi precoce, innescando la modificazione degli stili di vita e l’attivazione di interventi trasversali, integrati con i percorsi terapeutico-assistenziali di presa in carico. · Promozione del benessere mentale e della prevenzione delle dipendenze che vengono affrontati nei progetti formativo-educativi proposti alle scuole, nonché nel programma rivolto al setting “servizi sanitari”. Sono previsi interventi: □ per ciclo di vita (life course), con particolare attenzione sia ai primi anni di vita sia alle strategie volte a garantire un invecchiamento attivo e in buona salute ; □ setting (scuole, ambienti di lavoro, comunità locali, servizio sanitario); □intersettoriale (politiche educative, sociali, di pianificazione urbana, dei trasporti, dell’agricoltura, ecc.), con il coinvolgimento (empowerment di comunità) di tutti i livelli interessati, dai responsabili politici alle comunità locali. 9.4.2.Piano Regionale di Prevenzione Emilia Romagna Dgr. 703/2013 Prevede diverse aree di intervento: programmi di prevenzione collettiva, finalizzati ad affrontare rischi diffusi nella popolazione generale; introduzione di politiche favorevoli alla salute o interventi di tipo regolatorio (urbanistica, piano del traffico, orientamento dei consumi, ecc.); programmi di promozione della salute (promozione dell’attività fisica, corretta alimentazione, ….); interventi rivolti agli ambienti di vita e di lavoro (prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali); programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio; medicina predittiva, che si rivolge agli individui sani; Tra le iniziative finalizzate a promuovere la salute e favorire stili di vita sani occorre ricordare : o la prescrizione dell’esercizio fisico “come farmaco”, ossia l’individuazione del tipo di attività fisica, della sua intensità e della sua durata in relazione al problema di salute della persona; o il progetto “palestra etica e palestra sicura” con cui è stata creata una rete tra Regione e palestre pubbliche e private, certificate e istituzionalmente riconosciute; o la campagna “Le scale: musica per la tua salute”; - 31 - 9.4.3 Piano Regionale di Prevenzione Regione Lombardia DGR. 193/2013 Si propone di ridurre l’incidenza delle malattie cronico-degenerative, tra cui quelle legate alla sedentarietà nella popolazione generale, di promuovere stili di vita e ambienti favorevoli alla salute nelle scuole e nei luoghi di lavoro, con politiche intersettoriali in grado di favorire la pratica motoria individuale e collettiva, d’incidere sul miglioramento dei contesti urbanistici per l’ottenimento di ricadute positive sulla salute, per renderli favorevoli in particolare all’attività motoria e di definire principi e criteri generali per introdurre nella strategia complessiva la “prescrizione dell’A.F.” nei confronti di persone che presentano fattori di rischio (ipercolesterolemia, obesità, ecc) o affette da condizioni patologiche che possano trarre giovamento da un esercizio fisico correttamente prescritto e somministrato in modo controllato Tra le ricadute si sottolineano alcuni aspetti positivi: la presa in carico della persona nell’ambito di una rete professionale ed organizzativa attraverso la quale la pratica terapeutica e preventiva dell’esercizio fisico possa essere correttamente prescritta e somministrata, individuando gli elementi di fattibilità/criticità, la fattibilità e sostenibilità dell’introduzione nel SSR dell’esercizio fisico (prescritto e somministrato) come normale prescrizione e trattamento di persone a rischio o affette da patologie suscettibili al trattamento con esercizio fisico e l’aumento della sensibilità della popolazione target sui vantaggi legati allo svolgimento dell’esercizio fisico . 9.4.4.Regione Liguria DGR 48 /2009: Progetto AFA:Attività Fisica Adattata Si rivolge a soggetti con più di 64 anni di età con specifiche alterazioni dello stato di salute, per le quali il MMG (Specialista o delle equipes di riabilitazione) ha segnalato/prescritto il corso AFA. Si tratta di due programmi, a seconda della tipologia di utente (bassa ed alta funzionalità) da svolgersi in diverse sedi (palestre, piscine o altre strutture non sanitarie, di proprietà di privati, di istituzioni o di associazioni. Oltre ai corsi che costituiscono l’obiettivo principale del progetto, è in atto la strutturazione di un gruppo operativo regionale stabile di riferimento. Il potenziamento del progetto prevede: il riconoscimento della legittimità scientifica e l’inserimento dell’AFA nelle politiche sanitarie della Regione Liguria, la costituzione di un Coordinamento scientifico/operativo permanente che garantisca il buon funzionamento del progetto, ne tuteli la validità scientifica ed il controllo dell’efficienza e dell’efficacia e l’implementazione della Rete per l’Invecchiamento Attivo nei Distretti Socio Sanitari in tutta la Regione e l’avvio di corsi di AFA in ogni Distretto Sociosanitario della Liguria - 32 - 9.4.5. Piano regionale della Regione Veneto DGR 1563/2014 Promuove il movimento dell’adulto anziano per la prevenzione delle cadute e delle fratture e per l’aumento del benessere psicologico e conseguente riduzione del consumo di farmaci, riduzione del rischio cardiovascolare, ect. Il SSR fornisce dati e valutazioni relativi alla situazione epidemiologica delle realtà in esame come supporto ai decisori (dati di mortalità, morbosità, incidentalità, comportamenti, ecc).Inoltre concorre alla valutazione delle previsioni d’impatto sanitario degli scenari e delle scelte di pianificazione al fine di promuovere il benessere della collettività e degli individui, contrastando le malattie croniche non trasmissibili legate alla sedentarietà . Gli obiettivi specifici sono di promuovere l’attività motoria e gli stili di vita sani, in relazione al ciclo di vita (Programma MuoverSi), in particolare nel contesto urbano con attenzione al superamento delle diseguaglianze, d’incoraggiare l’esercizio fisico anche strutturato in persone affette da patologie specifiche e di favorire advocacy per la creazione di reti e la programmazione partecipata, anche attraverso l’informazione, la comunicazione e la formazione. 10. Comunicazione per la salute: promuovere l’attività fisica 10.1 Raccomandazioni per l'utilizzo di campagne di comunicazione per promuovere l'attività fisica Le campagne comunicative rientrano tra gli interventi raccomandati in letteratura per la promozione dell’attività fisica perché esiste una chiara aspettiva di efficacia. A livello internazionale (Kahn EB, Ramsey LT, Brownson R, 2002; CDC, 2001; Zaza S, Briss PA, Harris KW, 2005) sono fortemente raccomandate le campagne d’informazione rivolte alla comunità. Sono caratterizzate da diffusione su larga scala, da un'alta intensità e sono fortemente visibili. I mezzi comunicativi utilizzati per diffondere le informazioni possono essere la televisione, la radio, i giornali (pubblicità e articoli) e le pubblicità nei teatri. Si tratta di programmi multicomponente che affiancano all'attività divulgativa altri tipi di attività come gruppi di sostegno, l'educazione sui fattori di rischio, eventi di comunità, costruzioni di infrastrutture. Questo tipo di programmi vengono valutati nel loro complesso perché non è possibile valutare i benefici prodotti dai singoli interventi. Vi è invece un'evidenza insufficiente rispetto all'efficacia delle campagne di informazione condotte coi mass media e basate su singoli interventi il cui obiettivo è aumentare conoscenze, influenzare atteggiamenti e credenze e cambiare i comportamenti. Esistono delle aree critiche negli interventi dovute allo scarso numero di studi effettuati, alla presenza di pochi studi validati e alla presenza di inconsistenti evidenze sul loro incrementare l'attività fisica. Questo non significa che questo tipo di - 33 - intervento non sia valido ma che è necessario effettuare ulteriori ricerche per verificare il livello dell'evidenza. A livello nazionale si prospetta la stessa situazione. Secondo la Linea guida per la Lotta alla sedentarietà e promozione dell'attività fisica la raccomandazione per cui esiste il miglior grado di evidenza possibile tra quelli utilizzati dagli autori riguarda, come già visto in ambito internazionale, campagne di comunicazione rivolte alla comunità e caratterizzate da alta visibilità che promuovano programmi multicomponente (in cui la promozione dell'attività fisica è associata a gruppi di sostegno e di auto-aiuto, momenti di counseling sull’attività fisica, esami di screening, interventi educativi sui fattori di rischio, eventi di comunità e realizzazione di percorsi pedonali.). Questo tipo d’ intervento deve essere effettuato da responsabili decisionali e operatori di sanità pubblica. Anche a livello italiano è meno forte l'evidenza relativa a campagne comunicative basate su interventi singoli rivolti a incrementare le conoscenze, a influenzare atteggiamenti e credenze e a cambiare comportamenti. I programmi vengono pubblicizzati attraverso annunci a pagamento e concorsi a premi, messaggi diffusi via radio, giornali, TV e bacheche, utilizzati singolarmente o in combinazione tra loro che non prevedono altri tipi di intervento. Infatti, secondo gli autori della revisione, è necessario che siano svolti ulteriori studi per poter affermare con certezza l’utilità di intraprendere le attività raccomandate. L'importanza delle campagne comunicative è sancita anche dalla Carta di Toronto (Global Advocacy Council for Physical Activity, 2010) che, tra gli investimenti che funzionano per promuovere l'attività fisica, considera questi interventi di popolazione perché sono adatti ad aumentare la consapevolezza ed a modificare le norme sociali riguardanti l'attività fisica. Questo documento indica, in linea con quanto affermato dalle raccomandazioni appena esaminate, una maggior efficacia degli interventi multicomponenti di lunga durata e individua, oltre ai mezzi di comunicazione descritti precedentemente, anche nuovi strumenti come le relazioni, pubbliche, i point of decision prompts (cartelli/poste posti in luoghi chiave per la presa di alcune decisioni come il salire le scale o l'usare l'ascensore) gli eventi, i nuovi media (messaggi di testo, social network e internet), la cartellonistica e i mezzi audiovisivi ed elettronici. 10.2 Analisi della letteratura internazionale sulle campagne di comunicazione per promuovere l'attività fisica: caratteristiche ed efficacia Attraverso l'analisi dello stato dell’arte sono state individuate due revisioni della letteratura che hanno analizzato gli studi condotti sulle campagne di comunicazione condotte negli ultimi dieci anni. - 34 - Nel 2010 un articolo, (Wakefield M. A., Loken B., Hornik R.C., 2010), ha analizzato l'utilizzo delle campagne di comunicazione di massa per la modifica di comportamenti di salute. Per quanto riguarda l'attività fisica è emerso che è dalla metà degli anni ‘80 che sono aumentate le campagne dedicate a questo specifico tema. Le campagne volte a modificare i comportamenti relativi all'attività fisica hanno prodotto un aumento a breve termine dell'attività soprattutto in individui altamente motivati. Il successo è stato ottenuto da campagne condotte a livello comunitario destinate in particolare agli anziani (per esempio i maggiori di 50 anni), da campagne di prevenzione mirate a bambini dai 9 ai 13 anni. Sono risultati altamente efficaci anche interventi di piccole dimensioni che utilizzano poster motivazionali per incoraggiare l'uso delle scale invece degli ascensori perché hanno raggiunto l'obiettivo di modificare questo comportamento. La valutazione delle campagne per promuovere l'attività fisica dimostra che mentre i cambiamenti a breve termine possono essere raggiunti, gli effetti ottenuti sono difficili da mantenere dopo le campagne che tendono a non durare. Questo può dipendere dalla competizione di fattori ambientali. Nel 2011 inoltre è stata effettuata una revisione sistematica delle campagne massmediatiche sull'attività fisica e sulla loro evoluzione (Leavy, J. E., Bull, F. C., Rosenberg, M., & Bauman, A., 2011). Il numero di campagne per promuovere un'attività fisica regolare e moderata è aumentato a livello internazionale durante il periodo esaminato (2003-2010). Sono state identificate 18 campagne che rispondevano ai criteri di ricerca utilizzati e che nella maggior parte dei casi sono state effettuate in paesi ad alto reddito (solo due sono state effettuate in regioni a reddito medio). Sette campagne hanno riportato aumenti significativi dei livelli di attività fisica praticata. Nel corso del tempo si è assistito inoltre a un miglioramento nella programmazione e nella valutazione delle singole campagne la cui realizzazione ha implicato un uso sempre maggiore di riferimenti alle teorie della comunicazione. Sulla base di quanto emerso dalle revisioni sistematiche si è deciso di approfondire l'analisi della letteratura utilizzando il motore di ricerca Google. Utilizzando come parole chiave "campagne di comunicazione per promuovere l'attività fisica" si ottengono 44.000 risultati. L'analisi dei risultati presenti nelle prime 10 pagine di ricerca ha permesso di giungere alle seguenti conclusioni: · sono aumentate numericamente le campagne mediatiche per promuovere l'attività fisica; · sono aumentate le evidenze che dimostrano l'efficacia di questo tipo di campagne comunicative; · sono aumentate le raccomandazioni che sostengono la necessità di investire in questo tipo di comunicazione; · sono migliorati i criteri di valutazione delle campagne. - 35 - 10.3 Stato dell'arte e analisi delle campagne comunicative italiane per promuovere l'attività fisica nel periodo 2004 – 2014 Si è deciso di effettuare una ricognizione delle campagne comunicative italiane dedicate solo all'attività fisica create negli ultimi 10 anni. La ricerca è stata condotta inizialmente basandosi sull'analisi delle campagne pubblicizzate nei siti internet di alcune realtà nazionali che sono state individuate all'interno del Secondo rapporto sulla comunicazione sociale in Italia come gli enti, istituzioni e organizzazioni che si occupano di raccogliere, diffondere e documentare esperienze e progetti di comunicazione e di socialmarketing per la salute. In un secondo momento, si è deciso di verificare la presenza di eventuali altre esperienze e progetti attraverso l'utilizzo del motore di ricerca Google utilizzando come parole chiave "campagna" "comunicazione" "attività fisica" "attività motoria". Sono state analizzate le prime dieci pagine di risultati. Attraverso l'analisi, visibile nell'allegato 6, è emerso che: · esiste una carenza nella raccolta e nella sistematizzazione delle campagne di comunicazione italiane per promuovere l'attività fisica, una carenza nella loro descrizione e documentazione e, infine, una carenza nella loro valutazione. · le campagne spesso trattano contemporaneamente il tema dell'attività fisica e di una corretta alimentazione; · le campagne sviluppate a livello locale denotano differenze geografiche tra le aree del nord e del sud Italia perché le Regioni più attive risultano essere Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana, Trentino e Veneto; · La maggioranza delle campagne ha come obiettivo generale quello conoscitivo e come finalità il potenziare le competenze dei cittadini. Poche, forse perché è più difficile da realizzare, hanno un obiettivo orientato a modificare atteggiamenti e comportamenti (e di conseguenza a favorire empowerment). Solo 3 campagne sulle 18 analizzate puntano a favorire l'intersettorialità e la realizzazione di interventi integrati; · Le campagne sono per lo più rivolte alla popolazione generale, e non a target specifici, e utilizzano come mezzo comunicativo poster e volantini; · Non viene mai specificato se la progettazione delle campagne comunicative per promuovere l'attività fisica ha considerato conoscenze, atteggiamenti, comportamenti dei target o se ha considerato il contesto socio economico di riferimento; · Non vengono mai specificati i modelli per la comunicazione e per la formazione utilizzati nella progettazione della campagna; - 36 - · Le campagne comunicative che hanno previsto il coinvolgimento dei target nella progettazione sono solo 3. In 2 di questi casi l'ente proponente è estremamente legato al territorio (Comune di Rimini e ASL di Bologna). · Le campagne di comunicazione per lo più utilizzano come mezzi di comunicazione volantini e stampe; · Le campagne comunicative non sempre vengono progettate con l'apporto di agenzie specializzate in comunicazione. Ne consegue che in Italia a livello comunicativo sono carenti campagne adeguate a raggiungere targhet specifici perché spesso non sono create da specialisti in base a modelli comunicativi ma da operatori le cui competenze comunicative non sono specialiste. 10.4 L'utilizzo di campagne comunicative per favorire un approccio integrato della promozione dell'attività fisica: stato dell'arte in Emilia, Piemonte e Veneto Per promuovere l’attività fisica è necessario uno sforzo concertato di diversi organismi, istituzioni nazionali, regionali e locali, del terzo settore e dei privati che contribuisca a diminuire il tempo dedicato ad occupazioni sedentarie e ad incrementare il movimento e che modifichi l’ambiente in modo da incoraggiare le persone ad essere più attive. Per questo motivo le istituzioni sanitarie, gli amministratori e i tecnici di un territorio devono collaborare per creare politiche che favoriscano un aumento delle attività come camminare, andare in bicicletta, praticare sport e dedicarsi ad attività varie nel tempo libero. L'importanza degli interventi di policy making è sottolineata anche dalla Carta di Toronto che addirittura inserisce tra le politiche da introdurre per sostenere l'attività fisica le "Campagne di comunicazione attraverso i media e campagne di marketing sociale per aumentare il sostegno della comunità e dei portatori d’interesse nei confronti delle azioni di promozione dell’attività fisica". Infatti, i responsabili politici hanno bisogno di diversi tipi di informazioni per orientare le decisioni in un'ottica di salute. Esse possono descrivere un problema o obiettivo politico; presentare opzioni per affrontare un problema o per raggiungere un obiettivo politico e identificare l'attuazione di quanto considerato. Le informazioni che i sistemi sanitari forniscono oggi sono parziali, coprono solo uno di questi scopi alla volta, lasciando soli i responsabili nel tentativo di ottenere un quadro completo della situazione che si trovano ad affrontare (J. N. Lavis, C. Catallo, G. Permanand, A. Zierler, 2013). Poiché i progetti di comunicazione per policy makers hanno già dimostrato la loro efficacia in diversi paesi e su diversi temi di sanità pubblica (Court J., Young J., 2003), il Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie e la Regione Emilia Romagna hanno sviluppato il progetto “Piano di Comunicazione ai decisori dei contenuti di salute di una vita attiva” (detto anche - 37 - ComunicAzioni) a cui hanno collaborato anche la Regione Piemonte e la Regione Veneto. L'obiettivo era rendere i decisori consapevoli dell’importanza dell’esercizio fisico per la salute della comunità, delle iniziative concretamente attuabili per promuoverlo e supportarli (con dati aggiornati) nelle scelte da prendere. Per ottenerlo è stato necessario individuare i decisori da raggiungere, decidere quali conoscenze fosse necessario trasmettere loro. Infatti il progetto ha indagato le percezioni dei decisori locali (sindaci, dirigenti Comunali e Direttori sanitari) e ha elaborato con modalità condivisa gli strumenti di comunicazione necessari per promuovere l’attività fisica nella comunità sperimentando e valutando diversi modelli di comunicazione (newsletter, siti, policy brief). In realtà in Italia, ad eccezione dei materiali prodotti da questo progetto, non esiste un piano strategico di comunicazione che favorisca la consapevolezza dell’importanza della attività fisica nei decisori politici ed istituzionali e nei decisori dei settori privati e delle ripercussioni delle loro decisioni. Molti decisori che possono incidere su vari aspetti della promozione dell'attività fisica (ad esempio pianificazione territoriale, trasporti, istruzione, sport) non sono coscienti dell'impatto che le loro scelte hanno sulla salute. 11. Discussione La Carta di Toronto (2010), raccomandazioni OMS (Global Recommendation on Physical activity for Health, OMS 2010) e le evidenze in letteratura (tra gli altri si vedano Kohl 2001, Wu 2011, Jian e Siegrist 2012) mettono in rilievo l’impatto positivo dell'attività fisica sulla salute: se l’attività fisica è continuativa, sistematica, monitorata e calibrata su alcune situazioni specifiche, essa può avere una ricaduta preventiva sulla popolazione generale (interventi di promozione della salute universale, campagne informative, disseminazione) e su popolazioni a rischio (prescrizione di attività fisica su popolazioni target). Ma a fronte di evidenze consolidate e di esperienze internazionali virtuose (Global Status Report on noncommunicable diseases 2014, OMS 2014), lo scenario italiano appare alquanto eterogeneo. La sostenibilità e l’equità, concetti cardine nella promozione degli interventi preventivi, ancora non prendono consistenza in interventi articolati e diffusi, che vadano oltre alla dimensione della sperimentazioni locale. Il modello ecologico mette in luce il potenziale degli interventi della politica e dell’amministrazione capace di stimolare comportamenti orientati all’attività fisica. Gli interventi legislativi formali o raccomandazioni adottabili da organizzazioni governative e - 38 - non, hanno un ruolo guida per la collettività e per il comportamento individuale a livello locale (scuola o sul posto di lavoro), regionale e nazionale. Per migliorare le condizioni urbanistiche a supporto dell'attività fisica, si richiedono partenariati intersettoriali in collaborazione al settore sanitario da inquadrare all’interno di una politica di pianificazione nazionale e locale, che preveda anche nuovi modelli economico finanziari di compartecipazione. La normativa, pur presente a livello nazionale, necessita di maturare a livello locale attraverso strategie e supporti normativi e amministrativi (dai Piani Regionali della Prevenzione, agli obiettivi di prevenzione degli Enti Locali). Alcune carenze di sistema contribuiscono ad alimentare lo scenario delle Regioni prese in esame. Tra queste si segnalano: - La limitatezza di sistemi di monitoraggio/valutazione/informazione sulla salute a cui fare riferimento nella formulazione di politiche a supporto della promozione dell’attività fisica (valutazione di evidence based policy). - L’assenza di modelli e meccanismi di diffusione di informazioni che prevedano un dialogo partecipato tra policy maker (amministratori e governatori), stakeholder (rappresentanti di categorie professionali, associazioni di pazienti, cittadini) e ricercatori a partire dalle evidenze su fattori di rischio/protettivi o su problemi di salute e su relativi interventi (interventi cost effectiveness, interventi costi benefici). - La coerenza di sistema che tenga conto del rapporto dinamico tra determinanti di salute classici dimostrati connessi all’attività fisica (sociali, fisici, genetici, economici, acceso ai servizi, nonchè alla risposta soggettiva) e quelli legati alle politiche e al supporto ambientale (rafforzare azioni comunitarie, costruire politiche di salute pubblica, creare ambiente supportivo, sviluppare competenze personali, ri-orientare i servizi per la salute). - Il coordinamento, che tenga insieme tutti gli interlocutori di una rete intersettorialedisciplinare e multiprofessionale necessarie per l’implementazione di interventi continuativi e coerenti. Gli investimenti sulla salute, e quindi sulla prevenzione, oltre ad essere un volano per la crescita economica locale sono in grado di ridurre le differenze e l’iniquità sociale promuovendo lo sviluppo della literacy individuale e di sistema. La salute si dimostra il miglior parametro per misurare la ricaduta delle politiche di governo ed è un rafforzamento economico con ricadute virtuose per l’intero sistema. - 39 - 12. Proposte e conclusioni In considerazione dei limiti di sistema ad oggi presenti, nelle regioni del Nord Italia prese in esame risulta maggiormente rappresentata la tipologia di intervento (o approccio) comportamentale/sociale, finalizzato all’acquisizione di competenze all’interno di un contesto sociale auspicabilmente coerente e capace di offrire elementi di rinforzo. Nello specifico sono gli interventi rivolti alla popolazione generale adulta, attraverso interventi di partecipazione attiva, quali le azioni di promozione della salute nei parchi, strutture sportive, come "MuoviBO - Bologna città attiva" e "Pillole di movimento" in Emilia Romagna, "I gruppi di cammino” in Piemonte, “Lotta alla sedentarietà” in Lombardia, "Invecchiamento attivo" in Liguria, “Palestra etica e palestra sicura" in Emilia Romagna. Alla luce delle evidenze raccolte e analizzate, ci appaiono altresì efficaci e sostenibili altre tipologie di interventi comportamentali/sociali e di comunicazione: Interventi rivolti a popolazioni target con patologie cardiovascolari, oncologiche e metaboliche, attraverso la prescrizione dell’attività fisica adattata, dove si vede necessario il coinvolgimento in primis dell’attore principale della salute del cittadino: il Medico di Medicina Generale e prima di lui il Pediatra di Libera scelta. Queste due figure, che rappresentano il primo riferimento dell’assistito per il raggiungimento o meglio, il mantenimento di uno stato di benessere, dev’essere assegnato il compito di indirizzare il proprio paziente verso un percorso che preveda l’attività fisica come buona pratica quotidiana di salute. Esperienze pilota a livello nazionale è la “Prescrizione dell'esercizio fisico" in Emilia Romagna, ma gradualmente altre se ne stanno affiancando, seppure con modalità diverse. Interventi rivolti alla fascia bambini e adolescenti nei contesti scolastici e giovanili, capaci di raggiungere la maggior quota della popolazione target con interventi di promozione dell’attività fisica sia curriculari, all’interno della materia ministeriale dell’educazione motoria e delle scienze sportive, sia nell’orario extracurriculare, in pausa pranzo e nel pomeriggio. Interventi così concepiti hanno il pregio di essere inclusivi, raggiungendo anche i soggetti più a rischio per determinati sociali, economici, etnici, culturali; di rivolgersi alla popolazione potenzialmente più a rischio (la popolazione adolescenziale ha la minor prevalenza di attività fisica, OMS 2014); di rappresentare un lungimirante investimento sulla salute degli adulti di domani. Un’esperienza pilota in tale direzione è rappresentata dal progetto “Be Healthy” in Piemonte. - 40 - Interventi di tipo comunicativo rivolti alla popolazione multicomponenti, di lunga durata, che utilizzino anche nuovi strumenti di comunicazione come le relazioni pubbliche, i point of decision prompts, gli eventi, i nuovi media, la cartellonistica e i mezzi audiovisivi ed elettronici. Questi interventi dovrebbero inoltre essere affiancati dalla creazione di un piano strategico di comunicazione destinato ai decisori che favorisca la loro consapevolezza sull’importanza della attività fisica e delle ripercussioni delle loro decisioni sulla salute. Le esperienze proposte non sono da intendere come alternative o escludenti bensì integrate/integrabili all’interno di un modello di promozione della salute coerente, la cui responsabilità sia condivisa dai diversi stakeholder della rete multisettoriale e multidisciplinare, al fine di rispondere efficacemente ai bisogni della popolazione nelle diverse fasi del ciclo di vita e dei bisogni di salute. L’azione congiunta e coordinata del sistema ottimizza gli interventi e fanno della promozione della salute a favore dell’attività fisica un volano per la crescita economica locale e una leva per ridurre le differenze e l’iniquità sociale promuovendo lo sviluppo della literacy individuale e della collettività. Il risultato di tale strategia è la salute, il miglior parametro per misurare la ricaduta delle politiche di governo e per promuovere lo sviluppo economico e sociale. Ringraziamenti Il percorso di questi due anni si è rivelato per noi un’opportunità di crescita e d’incontro professionale che oggi termina con questo lavoro, ma che ci vedrebbe pronti per nuovi progetti . La “Community”, inizialmente obiettivo ambizioso della scuola, oggi è per noi una feconda risorsa di cui non conosciamo il destino ma di cui desideriamo ringraziare sentitamente l’ Aspp . - 41 - Bibliografia - Alwan, A. (2011). Global status report on noncommunicable diseases 2010. World Health Organization. - ASPEN 2014, Benessere sostenibile: la via italiana a salute, ambiente e stile di vita. ASPEN - Badland, H., & Schofield, G. (2005). Transport, urban design, and physical activity: an evidence-based update. Transportation Research Part D: Transport and Environment, 10(3), 177-196. - Bandura A. (1986). 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It may be cited as Appl. Physiol. Nutr. Metab. 32 (Suppl. 2E) or as Can. J. Public Health 98 (Suppl. 2). Applied physiology, nutrition, and metabolism, 32(S2E), S16-S68. - Wilcox, S., Dowda, M., Griffin, S. F., Rheaume, C., Ory, M. G., Leviton, L., ... & Mockenhaupt, R. (2006). Results of the first year of active for life: translation of 2 evidencebased physical activity programs for older adults into community settings. American Journal of Public Health, 96 (7), 1201-1209. - World Health Organization (2004). Global Strategy on Diet, Physical Activity and Health, 2004. World Health Organization Geneva. - World Health Organization. (1986). Ottawa charter for health promotion. World Health Organization Geneva. - World Health Organization. (2001). National burden of disease studies: a practical guide. World Health Organization Geneva. - World Health Organization. (2010), Global recommendation of physical activity on health. World Health Organization Geneva. - World Health Organization. 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Piano Approvazione del Piano regionale della Prevenzione per il triennio 2010-2013 Estratto dall’allegato, punto 2: Il Piano operativo PROGETTO 1 La prescrizione dell’attività fisica. - DGR 2054/2010 Regione Emilia Romagna. Approvazione accordo di collaborazione (ex art. 15 legge 7/8/1990, n. 241 e successive modificazioni ed integrazioni) con il Ministero della Salute per la realizzazione del progetto "Prescrizione dell'esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia". - DGR 1154/2011 Regione Emilia Romagna. Piano della Prevenzione 2010-2012 della Regione Emilia-Romagna - "La prescrizione dell'attività fisica": primi indirizzi per l'attuazione del progetto "Palestra sicura: prevenzione e benessere”. - DGR 316/2013 Regione Emilia Romagna. Indirizzi per la prosecuzione e lo sviluppo dei programmi di prescrizione dell'attività fisica adattata (AFA) e dell'esercizio fisico adattato (EFA) previsti dal Piano regionale della prevenzione 2010- 2012 di cui alla Dgr 2071/2010. - DGR. 703/2013 Regione Emilia Romagna Piano Regionale di Prevenzione. - Prevenzione DGR n. 52-7643 del 21/05/2014, All.A, All A2 Regione Piemonte Piano Regionale della Prevenzione. - DGR 1563/2014 Regione Veneto Piano Regionale Prevenzione. - 53 - Allegati - 54 - Allegato 1. Figure e Immagini del testo Capitolo 3. Burden of Desease Figura 1. Burden of desease: classificazione per rango di occorrenza del DALY per patologia e fattori di rischio in Italia anno 2010 (www.healthdata.org) Fig 2 : Prevalenza standardizzata dell’insufficiente attività fisica nella popolazione adulta maschile di 18 anni e oltre, riferita all’anno 2010, Fonte OMS 2014. 55 Figura 3: Prevalenza standardizzata dell’insufficiente attività fisica nella popolazione adulta femminile di 18 anni e oltre, riferita all’anno 2010, Fonte OMS 2014. Fig. 4 Popolazione maschile scolastica nel range di età 11-17 riferita all’anno 2010, Fonte OMS 2014 56 Fig. 5 Popolazione femmine. In Report sulla salute, OMS 2014. 57 Tabella . Livelli di evidenza delle prove disponibili nel rapporto fra attività fisica e condizioni avverse per la salute Italia anno 2010 Outcome Rango All-cause mortality % daly FA inattività FA Attività Amount (a) Strength (b) 100 2,1 -30% 1 1 -30% 1 1 1 1 Coronary heart disease 1 8.44 31.75 Cardiovascular disease: Stroke 3 4.97 14.8 Type 2 diabetes mellitus 7 3.17 29.91 -27% 1 1 Cancer: colon 13 2.21 31.31 -25% 1 2 Cancer: breast 15 1.66 33.4 -21% 1 2 Major depressive disorders 4 4.17 - -40% * 1 1 NOTE: Ratings are approximate; they are not based on a systematic review of the evidence and do not represent a conclusion or consensus reached at this Institute of Medicine workshop. a 1: considerable data; 2: some data; 3: limited data. b 1: high; 2: moderate; 3: low. c Applies to aerobic and resistance activity d Applies to resistance activity * remission rate home exercise Scheda 1. Livelli di evidenza delle prove disponibili nel rapporto fra attività fisica e condizioni avverse per la salute Italia anno 2010 58 Capitolo 5. Evidenze sulla promozione dell’attività fisica 4-9 anni Correla Determ. Adolescenti Cons Corr Det Adulti Cons Corr Det Cons Fattori biologici o demografici maschi vs femmine Genitore singolo Stato di salute Educazione livello Origini etniche Obesità ed alter mis. Antr. Sforzo percepito Incons. Raz.B. Fattori psicosociali Autoefficacia Intention to exercise attidudine Perc. Control comport. Stadi cambiam.comport. Inconcl. Fattori sociali e culturali Familiari attivi Supporto familiare madre Supporto sociale Working hours * Fattori comportamentali Attività fisica pregressa Stress Pedonabilità Volume e velocità traffico Land use - mix Vicinanza luoghi ricreaz. Densità abitativa Trasporti Ambiente verde Fattori ambientali (pubblicazioni recenti con inconsistenze tra studi) * * * *correla con il tempo libero dedicato all’attività fisica Tabella 1 - Risultati metanalisi correlazione tra 5 classi di macrocategorie ed attività fisica per classi di età. Fonte: Ferrari Bravo 2013. 59 Figura 6. Quadro logico dello studio delle evidenze su interventi di promozione della salute a favore dell’attività fisica (Kahn E., 2002) 60 Allegato 2, Esperienze significative in alcune realtà italiane. PIEMONTE PROGETTO OBIETTIVI MATERIALI e METODI RISULTATI VALUTAZIONI + / - Strategie basate sull’individuo Sviluppo dell’ attenzione nelle Manca continuità La prevenzione dei fattori di famiglie ai primi anni di vita; Manca osservazione risultati rischio perseguita mediante Processo di sviluppo delle diagnosi precoce; conoscenze nelle scuole, in modificazione degli stili di vita e ambienti di lavoro, nelle Si è definita strategia trasversale l’attivazione di interventi comunità locali sui benefici ai determinanti di salute. trasversali, integrati con i percorsi dell’attività fisica. Promozione del benessere mentale terapeutico-assistenziali di presa in Sviluppo di politiche educative, e della prevenzione delle carico vengono affrontati nei sociali, di pianificazione dipendenze progetti formativo-educativi urbana, dei trasporti, proposti alle scuole, nonché nel dell’agricoltura,dedicate al migliorare lo stile di vita programma rivolto al setting benessere attraverso attività attraverso la promozione “servizi sanitari”. fisica. di comportamenti salutari Strategie basate per ciclo di vita : Coinvolgimento (empowerment (corretta attivita fisica ma volte a garantire un di comunità) di tutti i livelli anche alimentazione invecchiamento attivo e in buona interessati, dai responsabili salutare e benessere) salute. politici alle comunità locali. Strategie per setting Strategie intersettoriali Organizzazione gruppi di cammino. Piano Regionale della Ridurre il carico prevenibile ed Prevenzione Piemonte evitabile di morbosità, mortalità e DGR n. 52-7643 del disabilità delle malattie non 21/05/2014 trasmissibili. 61 Manuale:Esperienze e Stimolare, durante la giornata interventi sono descritti dal punto Processo di sviluppo delle Manca continuità strumenti per la lavorativa, la pausa pranzo o a fine di vista della direzione : conoscenze sull’attività fisica. Manca osservazione risultati promozione servizio, i lavoratori a rende disponibile all’interno Sviluppo dell’ attenzione sul dell’attività fisica sui interrompere lo svolgimento di dell’azienda, - un parcheggio benessere psico-fisico sui luoghi di lavoro mansioni sedentarie e a muoversi per le biciclette, uno spazio luoghi di lavoro sia nei Manuale Dors 2013 Incoraggiare la pratica dell’attività adibito al cambiarsi lavoratori che nelle direzioni. fisica anche nel d’abito tempo libero con promozione di interventi sono qui descritti dal iniziative rivolte ai lavoratori e alle punto di vista del lavoratore anche loro famiglie oppure informando nel tempo su quelle organizzate dal territorio libero Gli interventi sono inoltre suddivisi in base a quando possono essere attuati: - nel tragitto casa-lavoro-casa. La direzione può facilitare il lavoratore nel recarsi sul posto di lavoro con mezzi attivi mettendo a sua disposizione, all’interno dell’azienda, alcune risorse utili, sul posto di lavoro 62 Be Healthy: mente e Sensibilizzare/formare operatori Corsi di formazione esperienziali Rete di stakeholder Progetto di durata biennale (aprile corpo in salute in della sanità, della scuola e con utilizzo di metodologie di maggiormente consolidata a 2014-aprile 2016). Rischio di adolescenza. Progetto dell’associazionismo sportivo sulla apprendimento non formale livelli locale e a livello estemporaneità dell’esperienza. Europeo, Programma valenza preventiva dell’attività (attività outdoor, flash mob, europeo, con i paesi partner. Youth in Action fisica a livello psicologico. workshop...) con rilettura Video e documenti di condotto dalla Rete Disseminazione del tema a gruppi dell’esperienza attraverso momenti disseminazione disponibili sui regionale di giovanili locali (peer educator, di socializzazione in gruppo. social e sul sito del progetto Psicologia gruppi giovanili sportivi e di www.behealthyeuproject.eu dell’Adolescenza, volontariato, spontanei...) sul ente capo fila ASL territorio piemontese To3. Allegato 2, Tabella 1. Esperienze significative di progetti di promozione della salute attraverso attività fisica in Piemonte. 63 PROGETTO OBIETTIVI LIGURIA MATERIALI e METODI RISULTATI VALUTAZIONI + / - Ridurre l’incidenza delle Soggetti con più di 64 anni di Presa in carico della persona Occorre riconoscimento della malattie cronico-degenerative, età con specifiche alterazioni nell’ambito legittimità scientifica e legate alla sedentarietà nella dello stato di salute, per le quali La costituzione di un l’inserimento dell’AFA nelle Progetto popolazione generale; il MMG o lo specialista ha Coordinamento scientifico politiche sanitarie della Regione AFA:Attività Fisica Mantenere/migliorare lo stato di segnalato/prescritto il corso ed operativo permanente che Liguria Adattata autosufficienza nell’anziano; AFA: si tratta di due garantisca il buon Controllo dell’efficienza e introdurre nella strategia programmi, a seconda della funzionamento a tutti i livelli dell’efficacia in tutti i suoi complessiva la “prescrizione tipologia di utente (bassa ed alta L’implementazione della passaggi dell’A.F.” nei confronti di funzionalità) da svolgersi in Rete per l’Invecchiamento Occorre valutazione del persone che presentano fattori diverse sedi (palestre, piscine o Attivo nei DSS per guadagno di salute e di rischio (ipercolesterolemia, altre strutture non sanitarie, di promuovere il progetto AFA misurazione dei risultati obesità, ecc) o affette da proprietà di privati, di in tutta la Regione Occorre continuità condizioni patologiche istituzioni o di associazioni Regione Liguria DGR 48 /2009 Allegato 2, Tabella 2. Esperienze significative di progetti di promozione della salute attraverso attività fisica in Liguria. 64 PROGETTO OBIETTIVI LOMBARDIA MATERIALI e METODI RISULTATI VALUTAZIONI + / - Presa in carico della persona Fattibilità e sostenibilità Piano Regionale di Ridurre l’incidenza delle malattie politiche intersettoriali per la cronico-degenerative, legate alla programmazione territoriale in nell’ambito dell’introduzione nel SSR Prevenzione Regione sedentarietà nella popolazione grado di favorire la pratica motoria Creazione rete professionale ed dell’esercizio delle persone sane Lombardia generale. individuale e collettiva organizzativa per una pratica per prevenzione patologie Dgr. 193/2013 Promuovere stili di vita e ambienti Sviluppo di politiche per terapeutica e preventiva Occorre Valutazione del guadagno favorevoli alla salute nelle scuole migliorare le opportunità di dell’esercizio fisico di salute e misurazione dei risultati e nei luoghi di lavoro; svolgere attività fisica nei contesti correttamente prescritta e Occorre continuità Mantenere/migliorare lo stato di urbanistici organizzazione dei somministrata; autosufficienza nell’anziano; “Gruppi di Cammino Aumento della sensibilità della definire, principi e criteri per Arruolamento nella popolazione target sui vantaggi introdurre nella strategia sperimentazione dei MMG che legati allo svolgimento complessiva la “prescrizione dovevano presentare il programma dell’esercizio fisico dell’A.F.” nei confronti di persone ai pazienti ritenuti elegibili e che presentano fattori di rischio provvedere al loro reclutamento (ipercolesterolemia, obesità, ecc) o affette da condizioni patologiche Allegato 2, Tabella 3. Esperienze significative di progetti di promozione della salute attraverso attività fisica in Lombardia. 65 PROGETTO OBIETTIVI Emilia Romagna MATERIALI e METODI RISULTATI VALUTAZIONI + / - Prescrizione -Sperimentare un modello -Gli arruolati: 610 per EFA e 721 Il percorso si è dimostrato È opportuno proseguire e dell’esercizio fisico organizzativo di per AFA in 5 Aziende USL sostenibile ed efficace con diffondere l’esperienza 2013 prescrizione/somministrazione -Il modello prevede : miglioramento di molti dei dimostratasi sostenibile ed dell’Esercizio fisico Adattato prescrizione medica dell’attività parametri clinici efficace, allargando il (EFA) e dell’ l’Attività Fisica motoria da parte di MMG e di considerati. modello a tutto l’ambito Adattata (AFA) Specialisti -somministrazione da Si è favorita la creazione di regionale, migliorando le -Assicurare l’opportunità di parte del Laureato in Scienze una rete tra sanitario e relazioni tra specialisti e un’attività fisica controllata e Motorie (LSM). mondo dello sport per la MMG, rafforzando il ruolo continuativa in palestre etiche e -Attività svolta in strutture presa in carico delle di supporto tecnico di sicure attrezzate: ( accreditamenti “Palestra persone affette da patologie riferimento dei servizi MdS, -Inserire tra le attività del SSR Sicura”, o palestre “riconosciute” o portatori di fattori di valorizzando la figura del l’EFA per persone con malattie dal SSR) in cui operano LSM rischio sport/esercizio laureato in scienze motorie e cardiovascolari e specificamente formati: (70 LSM fisico sensibili. la collaborazione con la rete dismetaboliche. per EFA e 100 per AFA). territoriale delle palestre -Ridurre l’inappropriata - Fase iniziale di somministrazione etiche e sicure. medicalizzazione per soggetti supervisionata in ambiente sanitario con patologie (palestra MdS) prima Occorre continuità osteoneuroreumatologiche dell'affidamento a una palestra Occorre monitoraggio sicura esterna. Una successiva risultati delibera di Giunta regionale, n.316/2013,. 66 PROGETTO OBIETTIVI Parchi in si propone di contribuire alla movimento Settore promozione di uno stile di vita Salute, Sport e Città sano e di contrastare i rischi Sana in legati alla sedentarietà collaborazione con AUSL di Bologna, Dipartimento di Sanità Pubblica 2010 Emilia Romagna MATERIALI e METODI RISULTATI Dedicato ad utenti di tutte le età Il percorso si è dimostrato Prevede una serie di attività motorie sostenibile ed efficace gratuite da tenersi all’interno dei parchi cittadini con personale esperto proveniente da varie società ed Enti di promozione sportiva, in grado di offrire consigli per iniziare a praticare attività motoria all’aperta. Da Aprile a Settembre in orari prefissati ed ampiamente articolati, VALUTAZIONI + / personale esperto, offrire gratuitamente consigli per iniziare a praticare attività motoria all’aperto e trascorrere in compagnia un’ora da dedicare al proprio benessere psico-fisico. 67 PROGETTO Pillole Di Movimento E’ una campagna di sensibilizzazione diversi attori (Istituzioni, Terzo Settore e realtà private) hanno fatto network OBIETTIVI Emilia Romagna MATERIALI e METODI RISULTATI VALUTAZIONI + / - Contrastare l’inattività fisica, Farmacie Comunali del gruppo Si è favorita la creazione di Campagna d’informazione nella quale, alto fattore di Admenta –Lloyds e del gruppo una rete tra sanitario e positiva rischio per la mortalità globale. Federfarma, la Provincia di mondo dello sport, con Occorre continuità L’obiettivo condiviso è quello Bologna, i Sindaci ed Assessori alla ricadute di carattere Occorre monitoraggio di promuovere un cambiamento Salute ed allo Sport di Bologna e di informativo per educare la risultati culturale nella popolazione, per quattordici Comuni della cintura, comunità cittadina al invertire trend davvero molto l’Azienda USL di Bologna (Unità benessere attraverso pericolosi. Operativa Promozione della Salute, l’invito ad adottare stili di Dipartimento di Sanità Pubblica), vita sani e attivi. l’Ordine dei Medici, le piscine e palestre Uisp e quindici Associazioni e Polisportive affiliate offrono ai possessori delle scatolette un mese di attività gratuita (cardiofitness, ginnastiche dolci e pilates, balli ed attività in acqua) fino alla fine di Marzo. 68 PROGETTO OBIETTIVI Emilia Romagna MATERIALI e METODI Le scale: musica per informazione rivolta ai Partecipazione Enti pubblici: la tua salute 2013 dipendenti delle strutture Regione Emilia-Romagna Anci e Campagna pubbliche e alla popolazione : Upi distribuzione di specifici d’informazione offrendo stimoli ed esempi strumenti comunicativi rivolta ai dipendenti pratici per adottare semplici (manifesti,opuscoli,totem) situati in delle PA(Comuni e comportamenti salutari. punti strategici degli edifici Province, le sedi La campagna informativa invita pubblici, per migliorare le delle aziende Usl, “a salire 90 gradini al giorno, conoscenze sull’importanza per la gli ospedali, i anche facendo qualche rampa salute di una regolare attività fisica poliambulatori) e alla volta”, alla popolazione informare dell’efficacia 9. S come Salute (aumenti la tua dell’attività fisica sia di salute, se sali le scale), potenziamento ( salire le scale) 10. C come Calorie (perdi peso, sia aerobica (camminare se sali le scale), almeno 30 minuti al giorno) per 11. A come Autostima (accresci la prevenzione di molte malattie la tua autostima, se sali le cardiovascolari e metaboliche. scale), cognitivo della persona anziana. 12. L come Longevità (allunghi In tutti i mezzi (totem, la tua vita, se sali le scale), locandina, depliant) vengono 13. E come Efficienza (potenzi i spiegati sinteticamente i tuoi muscoli e migliori il tuo vantaggi di questa semplice equilibrio, se sali le scale). attività, che deve diventare una sana RISULTATI Il percorso si è dimostrato sostenibile ed efficace con miglioramento della consapevolezza che l’attività fisica è efficace nella prevenzione e nel trattamento di numerose patologie quali l’infarto, l'obesità e il diabete, di alcuni tumori, della depressione VALUTAZIONI + / Campagna d’informazione positiva Occorre continuità Occorre monitoraggio risultati 69 PROGETTO MuoviBO - E’ un progetto che coinvolge la città di Bologna OBIETTIVI Emilia Romagna MATERIALI e METODI RISULTATI VALUTAZIONI + / - ha l’obiettivo di far diventare la collaborazione molti soggetti: la Il progetto si è dimostrato Occorre continuità città una palestra a cielo aperto Regione, il comune, l'Azienda USL, sostenibile ed efficace con Occorre monitoraggio per tutti attraverso la la UISP regionale e miglioramento della risultati realizzazione di 59 percorsi provinciale, l’ordine dei medici, i consapevolezza che circolari: uno per ogni centralità Dipartimenti di Scienze Motorie e l’attività fisica urbana individuata dal piano Sociologia dell'Università di urbanistico comunale. Bologna, le Farmacie, il Resto del Carlino, Assicoop, Valsoia e lo SPI I percorsi sono individuati da della GCIL. Il Gruppo di Lavoro ha foto sulle quali sono ritratti esaminato il Piano Strutturale punti di riferimento con indicata Comunale scegliendo in via la velocità di passo da tenere sperimentale il Quartiere Borgo per fare attività in salute. Panigale dopo averne esaminato le Sono stati progettati 6 percorsi caratteristiche urbanistiche, circolari attorno al km di ambientali e sociali. lunghezza di cui è stata Per ogni centralità urbana è stato informata la cittadinanza individuato un percorso circolare tramite specifica campagna che rappresenta un impianto comunicativa. Ogni percorso è sportivo: descritto sia su pieghevole - a costo “zero” per le istituzioni cartaceo che in un’applicazione perché lo spogliatoio e la doccia (App) per smartphone che sono la casa delle persone; informa su dove e come fare - a km “zero” perché le persone l'esercizio fisico per rimanere in hanno questo circuito sotto casa; salute. - ad impatto ambientale “zero” perché sono impianti non invasivi Allegato 2, Tabella 4. Esperienze significative di progetti di promozione della salute attraverso attività fisica in Emilia Romagna. 70 PROGETTI PER PROMUOVERE L'ATTIVITÀ ATTIVITÀ FISICA IN VENETO ULSS 1 Belluno pedibus progetti scolastici con manifestazioni sportive promozione dell’uso delle scale ULSS 2 Feltre sensibilizzazione all’attività motoria a scuola manifestazioni sportive elaborazione di Unità Didattiche di Apprendimento sull’attività motoria ULSS 3 Bassano promozione dell’uso della bicicletta per dipendenti dell’Azienda ULSS 4 Alto Vicentino progetto Amici del Cuore e attività fisica (utilizzo di palestre per corsi di attività motoria) ULSS 5 Ovest Vicentino “Se non avete fretta di invecchiare.. muovetevi!” ULSS 6 Vicenza Muovimondo formazione Tuttinbici con la FIAB gruppi di cammino pedibus ULSS 7 Pieve di Soligo Rete Trevigiana per l’attività fisica attività motoria personalizzata adattata psicofitness gruppi di cammino 71 ULSS 8 Asolo gruppi di cammino pedibus ULSS 9 Treviso pedibus formazione per insegnanti gruppi di cammino formazione dei walking leader rete Lasciamo il Segno Greenway – Ciclopista Treviso Ostiglia ULSS 10 San Donà di Piave E se facessimo due passi? pedibus ULSS 12 Venezia gruppi di cammino pedibus Progetto salute per l'utilizzo della bicicletta per spostamenti durante l’attività lavorativa ULSS 13 Mirano gruppi di cammino ULSS 14 Chioggia: Mettiamo in moto la salute (gruppi di cammino, ginnastica antalgica e posturale, ginnastica in piscina) ULSS 15 Camposampiero pedibus ULSS 17 Monselice gruppi di cammino pedibus promozione sito web ULSS 18 Rovigo 72 progetto Fitwalking Guadagnare Salute con l’attività fisica gruppi di cammino nuoto per donne immigrate ginnastica dolce attività fisica adattata in palestra e in acqua mamme in forma Muovimondo ULSS 19 Adria gruppi di cammino pedibus Camminando con fido Lucignolo e Pinocchio vanno a scuola Pony Express Muovimondo camminata con operatori ulss, parenti, amici e cani ULSS 20 Verona Gruppo di cammino ULSS 21 Legnago gruppi di cammino Allegato 2, Tabella 5. Esperienze significative di progetti di promozione della salute attraverso attività fisica in Veneto. 73 Allegato 3, La prescrizione dell’attività fisica L’attività fisica risulta essere uno strumento a volte addirittura prioritario nella prevenzione e nel trattamento di patologie così come ampiamente evidenziato nel lavoro di M. Ferrari Bravo del 2013 (2) L’autrice, nel suo studio ha ricalcato le linee guida svedesi, di seguito riportate, per schematizzare i vari livelli d’intervento tenendo sempre in considerazione il paziente e l’eventuale presenza di patologia e di conseguenza il grado di intervento. (vedi Tabella): Livello 1: i soggetti malati ad elevato rischio di complicazioni non sono canditati alla FAR ®, ma vanno inviati da uno specialista. Possono essere fornite informazioni verbali sui benefici dell’attività fisica quotidiana come il camminare. Livello 2: i soggetti possono partecipare a programmi di attività fisica adattata o comunque di bassa intensità. Livello 3 e 4: consigli verbali o scritti sull’attività fisica sono indicati se il soggetto: a. è ricettivo, motivato ed in grado di seguire le raccomandazioni in autonomia o con un supporto esterno - può implementare in sicurezza lo sforzo fisico - non mostra bisogni sociali, emozionali, sanitari di supporto Tabella 1 - prescrizione dell’attività fisica (linee guida svedesi) Livello Stato di salute ----------► Forma di prescrizione ----► Tipo di attività -----► (prescrizione medica) 1 Malessere individuale/ alto rischio Rinvio allo specialista (no attività fisica) 2 Malessere individuale/ alto rischio 3 Persona fisica inattiva o persona che necessita di aumentare la propria attività fisica. Capace di normale allenamento. Preferenza per attività di gruppo Attività fisica Prescritta con o senza invio allo Specialista Volontari ed Regolare offerta di attività organizzazioni fisica sportive 4 Persona fisica inattiva o persona che necessita di aumentare la propria attività fisica. Capace di normale allen. Preferenza per attività solitaria Attività fisica Prescritta o indicata oralmente, senza invio allo Specialista Attività solitaria. Società locali, Esercizi giornalieri es.: Aree residenziali, Camminare, bicicletta, vita casa all’aperto, giardinaggio Fisioterapia Organizzatore di attività Servizi di Assistenza Sanitaria Attività fisica adattata specificatamente. Organizzazioni di Più spesso esercizi di bassa volontariato intensità 74 Nella prescrizione di attività fisica, l’aspetto fisiopatologico non è l’unica compnente a cui il prescrittore è necessario che faccia riferimento. Infatti va sempre considerata, all’atto della prescrizione, la propensione del paziente al cambiamento ed alla convinzione che l’attività fisica debba diventare buona pratica quotidiana. Solo in questo modo la prescrizione non assume un aspetto di sterilità e diventa invece punto forte che va a coesistere, nell’ambito di eventuale prescrizione farmacologica, o comunque va a rappresentare il primo stadio di una “terapia” di prevenzione.(Tabella) Secondo il modello trans-teorico il cambiamento comportamentale è visto come un percorso a spirale attraverso i 5 stadi del cambiamento. Il passaggio da uno stadio all’altro avviene attraverso diversi tipi di intervento comunemente definiti come decisional balance ed il self efficacy. Tabella 2 – Dati che possone essere utilizzati per raccogliere informazioni riguardo allo stadio di cambiamento in cui si trova la persona. Pre contemplativa Contemplativa Preparazione Azione Mantenimento Si 1. Sono regolarmente attivo fisicamente e lo sono da un periodo superiore a sei mesi. No No No No 2. Sono regolarmente attivo fisicamente e lo sono stato per sei mesi. No No No Si 3. Non sono regolarmente attivo fisicamente, ma ho intenzione di diventarlo in un vicino futuro, entro un mese. No No Si 4. Non sono regolarmente attivo fisicamente, ma ho intenzione di cambiare il mio comportamento fisicamente inattivo nei proissimi sei mesi. No Si Il concetto di self efficacy riguarda la convinzione che l’individuo ha sulle proprie capacità a perseguire la nuova strada. La self efficacy può essere facilitata attraverso 4 aree di intervento: 7. 8. 9. 10. acquisizione di esperienze positive supporto di modelli positivi supporto di esempi reali focalizzazione su elementi emozionali positivi legati all’attività fisica. E’ essenziale presentare al paziente fin da subito, all’atto della prescrizione, le sensazioni negative di fatica che lo sforzo fisico inizialmente produrrà insieme ai benefici che invece andranno 75 sicuramente a prolungarsi nel tempo in modo direttamente proporzionale al perdurare dell’attività fisica. Figura - Andamento delle percezioni positive e negative in relazione alle fasi dell’allenamento E’ utile ricordare che nelle fasi iniziali lo sforzo fisico produce sensazioni negative di fatica durante lo sforzo e benefici dopo lo sforzo fisico che vanno prolungandosi qualora l’attività fisica venisse mantenuta per un po’ di tempo. Distinguendo gli effetti psicologici da quelli fisici è possibile vedere che questi ultimi sono più evidenti sin dai primi giorni di attività. Dal punto di vista fisico è sicuramente evidenziabile a breve termine, già dai primi giorni, la possibilità di fare tratti più lunghi senza quella sensazione di “fiato corto”, ma tra gli effetti a lungo termine sono da annoverare la perdita di peso ed una miglior definizione dei muscoli, e tali effetti, prettamente fisici, finiranno per influenzare anche la sfera psicologica ed emotiva del soggetto, producendo in esso una sensazione di benessere. Nell’ambito invece degli effetti psichici a breve termine è da rilevare l’immediata sensazione di relax scaturita subito dopo l’attività fisica, sensazione accompagnata nel lungo termine da un atteggiamento di calma e buon umore che andranno ovviamente ad influenzare positivamente l’aspetto prettamente fisico, primo fra tutti un miglior livellamento dei valori pressori del paziente. Bibliografia 8. Physical Activity in the Prevention and Treatment of Disease. Swedish national institute of public health 2010. 2. Ferrari Bravo M. - Prevenzione della patologia cerebrovascolare nell’ASL 4 Chiavarese attraverso interventi di prevenzione orientati all’attività fisica; Tesi di Master 2013 ASPP , (20-22) 76 Allegato 4, La valutazione e la sostenibilità delle politiche di promozione dell’attività fisica in salute pubblica Il Contesto La valutazione dell’efficacia delle politiche pubbliche è finalizzata alla raccolta dei risultati e dell’impatto, per l’assunzione di evidenze necessarie alla redazione di politiche future su criteri di attendibilità. La costruzione di evidence based policy non dipende solo dalla qualità degli studi condotti, bensì anche dalla partecipazione e dal confronto con i cittadini competenti e informati, per poter dare adito a politiche continuative, integrate, prospettiche ovvero di medio-lungo respiro. Gli Stati Uniti in primo luogo, la Francia e la Germania in seguito, sono paesi antesignani di questo ambito in particolare rispetto alle politiche d’impiego, d’educazione e di salute. L’Italia, ha purtroppo, limitate esperienze, circoscritte alle politiche d’impresa e di lavoro. La salute rimane un ambito scoperto, poco studiato e monitorato (Martini, Trivellato 2011) Pur essendo ormai un assunto condiviso che la salute non sia solo una responsabilità della sanità, bensì sia prima di tutto una responsabilità della collettività e delle agenzie che la rappresentano nei diversi ambiti (comunità, territorio, ambiente, scuola...) rare, se pur auspicate, sono le azioni di politiche integrate (Promozione della salute, Un Patrimonio per tutti, Regione Emilia Romagna 2014). A supporto di tale approccio compartecipato, intersettoriale e integrato, il modello di Evans e Stoddard (1990) (Figura 1) descrive la salute come un processo di adattamento all’ambiente, processo dinamico e in continua evoluzione in cui i determinanti di salute classici (sociali, fisici, genetici, economici, acceso ai servizi, nonchè alla risposta soggettiva...), si integrano a quelli legati alle politiche e al supporto ambientale (rafforzare azioni comunitarie, costruire politiche di salute pubblica, creare ambiente supportivo, sviluppare competenze personali, ri-orientare i servizi per la salute...). La salute pubblica e la promozione della salute sono due ambiti che per eccellenza evidenziano come la coerenza di sistema tra tali fattori influenzi i relativi risultati d’impatto sociale, economico e di salute. Figura 1: rapporto tra determinanti classici e quelli di politiche nel Modello di Evans. La Comunità europea negli ultimi vent’anni (Health for all, 2006; Health in all policies, 2006) ha fortemente sottolineato come la 77 salute sia fortemente influenzata da diversi fattori esogeni, e come dunque le politiche di salute vadano coadiuvate e costruite in modo intersettoriale, in particolare con le aree delle politiche sociali e regionali, economiche, ambientali, educative e di ricerca, innovazione e sviluppo. La salute infatti è un fattore di sviluppo sociale e economico, poichè è promotrice di sviluppo, sia nei termini di produttività dell’individuo sano, contribuendo in modo diretto e indiretto alla crescita sociale, sia nei termini di fruitore di beni/servizi/prodotti di cui può godere, e sui cui contribuisce collettivamente attraverso il pagamento delle tasse. Studi dimostrano come l’aumento di un anno di aspettativa di vita, corrisponda a una crescita del 4% del PIL (Ziglio 2012). Metodologie e strumenti per valutazione di sostenibilità 1. Analisi controfattuale: La valutazione delle politiche pubbliche si può avvalere delle analisi attraverso la logica controfattuale “che definisce l’effetto di un intervento come la differenza tra quanto si osserva in presenza dell’intervento e quanto si sarebbe osservato in sua assenza” (Martini, Trivellato, 2011. p 44). Dunque di tratta di una comparazione tra dati reali e osservabili e dati ipotetici, per poter valutare se, in assenza della politica in oggetto, si sarebbero potuti ottenere gli stessi risultati ugualmente. In pratica una sorta di studio randomizzato controllato applicato a due gruppi di soggetti target, di cui il gruppo controllo è il gruppo non sottoposto all’intervento di politica. I principali metodi di analisi controfattuale con dati non sperimentali sono: · L’abbinamento, ovvero la creazione di due gruppi (intervento e controllo) tanto più simili e equivalenti per stimare le medie delle variabili-risultato. Per costruire gruppi simili (abbinati) si utilizza la variabile della “propensione al cambiamento” che permette dunque di definire, a parità di condizione iniziale, quanto si modifica in funzione di un intervento di politica. Ad esempio, l’opportunità di offrire un corso di attività fisica a un campione di soggetti omogeneo per genere, condizione sociale, salute... di distribuire in modo casuale in un gruppo (intervento) o nell’altro (controllo) in funzione della variabile “propensione al cambiamento”. Gli effetti sullo stato di salute dei due gruppi si potrà ri-osservare dopo un tempo dato e eventuali cambiamenti potranno essere attribuiti all’intervento. · La discontinuità attorno a una soglia, ovvero l’osservazione dei risultati di una politica osservata) in funzione di una variabile soglia definita per la divisione dei due gruppi (intervento e osservato). La variabile soglia, ad esempio il basso reddito, per stabilire la possibilità di accedere o no a un servizio (offerta di un corso di attività fisica, iscrizione a una palestra...), creerà una discontinuità poco rilevante nei soggetti di entrambi i gruppi che si posizionano subito a ridosso della soglia definita. Ciò determinerà una sorta di posizionamento randomizzato dei soggetti dei due gruppi, il cui risultato atteso (stato di salute) può essere correttamente attribuito all’intervento della politica osservata. · La discontinuità rispetto al tempo, ovvero l’osservazione di un fenomeno prima e dopo l’introduzione della politica. Qualora ci sia una variazione, questa può essere correttamente attribuita all’implementazione della politica. Ad esempio la detrazione dalle tasse della spesa per attività fisica per i maggiorenni. · Il confronto tra cambiamento nel tempo, ovvero il confronto pre-post intervento in due gruppi, uno sottoposto all’intervento e uno di controllo. I due gruppi devono, ovviamente, avere delle caratteristiche di similarità per ridurre i fattori confondenti e per poter dunque meglio evidenziare l’effetto della politica, come, ad esempio, l’introduzione della “prescrizione dell’attività fisica” nei confronti di gruppi di pazienti omogenei pazienti con patologie cardiovascolari e con malattie metaboliche. 2. Analisi costo benefici consiste in un confronto delle stime oggettivate in modo puntuale dei costi sostenuti con quella dei benefici diretti e indiretti ottenuti dall’intervento/politica in oggetto. Trattandosi di beni indefiniti, non 78 sempre la stima è facilmente praticabile. Talvolta esce dalle logiche di mercato, perchè non sempre una redditività collettiva risponde alle logiche dell’analisi finanziaria e perchè la monetizzazione dei costi e dei benefici può uscire dalle logiche di mercato. Il punto di vista del valore dato dalla collettività diventa fondamentale e permette dunque di attribuire valore economico anche a beni per cui non ci sono transizioni di mercato. L’analisi costi benefici tiene conto del valore attuale dei prezzi dei beni stimati, che annualmente perde valore in virtù di un tasso di sconto. Il valore attuale sarà dunque VA=1/(1+r), e se espresso negli anni sarà VAN=Xn·1/(1+r)n. Generalmente il tasso di sconto nelle politiche sanitarie viene stimato attorno al 3% all’anno. In alcuni casi però diventa possibile azzerare il valore attuale, attribuendo, attraverso il tasso interno di rendimento, un valore al tasso di sconto (r) che porti a 0 il valore attuale. Tale analisi comparata dei vantaggi, in termini di benefici collettivi, e dei prezzi, in termini di spese sostenute delle politiche pubbliche è praticata da diversi decenni negli Stati Uniti. In particolare studi costo benefici sono stati condotti nelle politiche pubbliche, fra cui quelle di salute pubblica, dal Washington State Institute of Pubblic Policy. La metodologia utilizzata si può riassumere in tre fasi: · la raccolta delle evidenze di efficacia, attraverso metodi i metanalisi. · la comparazione costi-benefici, scegliendo le politiche con rapporto positivo a favore di questi ultimi · la stima del rischio di investimento. In sintesi diversi interventi di promozione della salute (general prevention) raggiungono un rapporto costo benefici favorevole a quest’ultimo che varia, a seconda degli interventi valutati, in un range dal 12% all 85%. In tali stime rientrano tra i benefici anche quelli indiretti, quali benefici provenienti dalle tasse e quelli non provenienti dalle tasse. 3. Analisi costo efficacia (Cost-Effectiveness Analysis) è un metodo di valutazione di interventi e di progetto di investimento pubblico, particolarmente utilizzato nel settore della sanità nel Regno Unito, e preferito, spesso dai non economisti, in quanto pragmatico, riferito a risultati diretti, e non a quelli indiretti, difficilmente monetizzabili. Nella CEA quello che viene fatto per valutare politiche di intervento alternative è sostanzialmente: · individuare una tipologia di effetti considerata rilevante per la valutazione; · calcolare l'ammontare in termini fisici di tali effetti ricollegabile a ciascuna alternativa; · misurare, per ciascun intervento, i relativi costi espressi in termini monetari; · calcolare gli indici costi-efficacia; · ordinare i progetti sulla base di tali indici; · in base a tale ordinamento, nel caso di progetti mutuamente esclusivi, finanziare quello migliore; oppure, laddove non si tratti di progetti che si escludano a vicenda, finanziare quelli migliori conformemente al rispetto del vincolo di bilancio stabilito. Rispetto all’attività fisica, ad esempio, diversi studi CEA (Wu, 2011) individuano nel MET/ora (Metabolic EquivalenT) l’unità di misura per stimare il costo metabolico di un’attività fisica (che corrisponde a 3,5 ml di ossigeno consumato per ogni Kg di peso corporeo al minuto). Il MET/ora diventa l’unità di valutazione degli interventi di promozione dell’attività fisica e viene preferito ai QALY perchè più specifico per la salute e perchè valutabili nel presente (la tabella 1 del presente allegato, descrive le formule per trasformare i diversi tipi di misura di attività fisica utilizzati negli studi in MET). Nel lavoro citato vengono ricostruite le soglie degli interventi costeffectiveness di promozione dell’attività fisica, stimati sulla popolazione sedentaria americana nel 2008 (tabella 2): 79 12. interventi poco costosi (affissioni di cartelli per favorire l’utilizzo di scale, percorsi a piedi...) con ampio impatto, ma con bassa soglia di MET raggiunti (0,2% della dose quotidiana di attività fisica consigliata); 13. interventi accettabilmente costosi (a scuola o in comunità), che raggiungono popolazioni ampie e più alti valori di MET; 14. interventi largamente più costosi e circoscritti a popolazioni definite (gruppi clinici, gruppi vulnerabili...) molto efficaci, ma costosi poichè prevendono azioni mirate anche individualmente come il supporto motivazionale individuale (tabella 16). In sintesi vengono considerati cost effectiveness interventi che costano fino a 1$/MET ora guadagnato per 3 MET alla settimana. Riportando questi dati sul sistema OMS Heat (Health Economic Assessment Tools) (si veda sitografia) per la stima della riduzione della mortalità attraverso l’attività fisica (camminata o bicicletta) si evince che una camminata di 30 minuti al giorno (costo circa 0,20 $ MET/ora) riduce del 18% il rischio di morte; la camminata di 60 minuti, del 23%. Tabella 1: conversione in MET/ora guadagnati altre unità di misura di attività fisica (Wu, 2011). 80 $ per 1MET/ora dose descrizione popolazio caratteristiche ne molto cost 0,50 $ MET/ora effective 0,2 MET cartelli per utilizzo delle giorno adulti/gio low scale... vani cost, intensity, low large number medio cost 0,25$-0,50$ 3 MET interventi nelle scuole, con giovani effectiveness MET/ora settimana incentivi fuori a praticare scuola sport utilizzando low cost, high intensity, large number risorse presenti, interventi di comunità… poco cost 2 $MET/ora effectiveness 3 MET counselling, settimana auto adulti/gio high cost, high monitoraggio, pedometro... vani intensity, small number Tabella 2: Sintesi caratteristiche interventi di promozione dell’attività fisica cost effective in Wu, 2011. Fonte: Zucchi S. 2013. 4. Analisi economica dei costi dell’inattività fisica delle patologie prevalenti. Studi canadesi (Katzmarzyk and Janssen 2004; Janssen 2012) stimano i costi dell’inattività fisica utilizzando l’approccio metodologico basato sulla stima dei costi delle patologie prevalenti. Tale studio si conduce in tre fasi: - Rilevazione dei rischi legati alle condizioni croniche di persone inattive. Calcolo del rischio relativo tra popolazione con patologia inattiva e attiva. Tabella 3: Calcolo del RR delle 7 patologie correlate all’inattività fisica nella popolazione canadese. Anno 2009 (Janssen 2012). - Prevalenza della popolazione inattiva nella popolazione generale. Calcolo del popolazione a rischio (PAR) per ciascuna patologia cronica riconducibile all’inattività fisica 81 combinando la somma dei RR stimati con la prevalenza dell’inattività fisica della popolazione: PAR%=(P(RR-1))/(1+P(RR-1) Tabella 4: Popolazione a rischio per le 7 patologie correlate all’inattività fisica nella popolazione canadese. Anno 2009 (Janssen 2012). Il PAR rileva il rischio attribuibile all’inattività fisica per patologia. Nella popolazione canadese in oggetto varia dal 15% (donna per tumore al seno) fino al 39% (donna per diabete tipo 2). - Rilevazione dei costi diretti e indiretti delle patologie croniche riferite alla popolazione a rischio. Tabella 5: Costi diretti e indiretto e percentuale attribuibile all’inattività fisica nella popolazione canadese. Anno 2009 (Janssen 2012). 82 Tabella 6: Costi diretti e indiretto e totali riferiti alle 7 patologie correlate all’inattività fisica nella popolazione canadese. Anno 2009 (Janssen 2012). Il totale della spesa del Canada per l’inattività fisica è pari a 6,8 miliardi di dollari canadesi. Qualora fossero a disposizione dati attendibili, sarebbe possibile utilizzare anche nel panorama italiano tale studio circa i costi relativi all’attività fisica. Valutazione di politiche locali a supporto della promozione dell’attività fisica Come già visto, pochi sono gli studi di valutazione di impatto delle politiche di salute a supporto dell’attività fisica della popolazione generale e di popolazioni target (pazienti). Alcune sperimentazioni sono state condotte in Emilia Romagna, in particolare rispetto alla valutazione della prescrizione di attività fisica (si veda, Deliberazione di Giunta Regionale n.1154 dell’ 1 agosto 2011, Piano della Prevenzione 2010-2012 della Regione Emilia-Romagna - "La prescrizione dell'attivita' fisica": primi indirizzi per l'attuazione del progetto "Palestra sicura: prevenzione e benessere” e il Recepimento accordo Stato-Regioni per la proroga del Piano nazionale della prevenzione 2010-2012. - Proroga al 31 dicembre 2013 del Piano regionale della Prevenzione 2010-2012 e conseguente riprogrammazione di obiettivi e azioni. Estratto dalle schede di progetto. Titolo: I programmi per la prevenzione delle malattie croniche. La prescrizione dell’attività fisica). Nella fattispecie si tratta di una sperimentazione durata dal 2010 al 2013 in cui sono stati prescritti programmi di ’Attività fisica Adattata (AFA) rivolta a persone affette da esiti stabilizzati di patologie dell’apparato muscolo-scheletrico o di malattie neurologiche (artrosi, disturbi del rachide, esiti di ictus, Morbo di Parkinson) e ha coinvolto le Aziende Usl di Cesena, Ravenna, Bologna e 83 Modena, e programmi di’Esercizio Fisico Adattato (EFA) rivolto a persone affette da patologie cardiovascolari e dismetaboliche (malattie ischemiche del cuore, ipertensione, diabete, sindrome metabolica), nonché a persone disabili o che hanno subito un trapianto di organo solido e si è svolto presso le Aziende Usl di Parma, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna. Entrambe le sperimentazioni vengono ritenute, a seguito delle valutazione di processo, di risultato, di esito, valutazione economica e di soddisfazione degli operatori, efficaci dal punto di vista clinico e sostenibili sul piano organizzativo ed economico (p. 107-108). Tale valutazione però si riferisce essenzialmente alla sostenibilità dei costi da parte delle ASL (stimato entro una quota mensile che varia, per AFA, dai 13 ai 45 euro a paziente, a cui viene aggiunta una quota mensile a paziente di 15 euro e, per EFA, dai 40 ai 55 euro). Successive valutazioni di impatto sulla salute vengono rimandate a valutazioni, attualmente in corso e non ancora disponibili, su cui fornire dati per l’introduzione della prescrizione dell’attività fisica nei LEA (DGR 316/2013, p. 120 delibera punto 2): "2) di riservarsi di fornire ulteriori e più puntuali indicazioni alle Aziende USL a seguito delle determinazioni che il Ministero della Salute vorrà assumere conseguentemente alla valutazione delle sperimentazioni attualmente in corso nelle Regioni Emilia- Romagna, Lombardia, Veneto e Sicilia, Regioni partner del progetto ministeriale “Prescrizione dell’Esercizio Fisico come strumento di prevenzione e terapia”, in ordine alla possibilità di introdurre la prescrizione sanitaria dell’attività fisica e dell’esercizio fisico adattati nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale”). 84 Allegato 5, La normativa Tabella 6- Normativa nazionale Normativa art. 32 della Costituzione art. 117 della Costituzione Decreto Presidente Consiglio dei Ministri del 23 aprile 2008 ( testo non ancora in vigore ma di riferimento ) Cosa Dice Inquadra la tutela della salute disposizioni regolamentari e organizzative in materia competono esclusivamente alle Regioni stesse Definisce i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) in merito alla PREVENZIONE Ricadute Criticità/Quesiti - Vincoli /Opportunità rilevanza giuridica: norma programmatica; impegna il legislatore a promuovere sul piano della ricerca, della sperimentazione e organizzativo, idonee iniziative volte all’attuazione di un compiuto sistema di tutela adeguato alle esigenze della società rilevanza precettiva: l’individuo/cittadino vanta nei confronti dello Stato un vero e proprio diritto soggettivo alla tutela della propria salute (bene personale e dell’intera collettività) Le Regioni possono legiferare (nel rispetto dei principi fondamentali) e dare disposizioni regolamentari e organizzative in materia (Lett m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale) il Servizio sanitario garantisce la tutela della salute nei campi della prevenzione sui luoghi di lavoro, della prevenzione nutrizionale e della promozione dell’attività fisica equità va garantita La promozione dell'Attività Fisica, pur rientrando nel più generale principio di tutela della salute non è un'attività sanitaria e non rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria e non è a carico del Servizio Sanitario Regionale va garantito 85 Conferenza Regioni e Province autonome 13/075/CR9c/C7 del 24 LUGLIO 2013 afferma che “la tutela sanitaria delle attività sportive rientra pienamente nell’ambito della tutela della salute: per la certificazione d’idoneità…, Gli interventi di sanità pubblica sono organizzati in programmi caratterizzati da obiettivi misurabili, da procedure e metodi e sistemi informativi necessari a valutare l’attuazione e i risultati. Può essere considerato un vero e proprio servizio; Utile anche per il concetto di equità nell’erogazione e nella lotta alle diseguaglianze per le attività rivolte alla salute dei praticanti per i programmi di prevenzione di patologie legate alla sedentarietà attraverso la promozione di stili di vita sani incentrati su una corretta attività fisica 86 Conferenza Regioni e Province autonome 13/075/CR9c/C7 del 24 LUGLIO 2013 AFFERMA L’implementazione di un programma implica, quindi, l’uso dell’epidemiologia come strumento per analizzare il contesto, selezionare i problemi e i bisogni di salute prioritari, individuare gli interventi di provata efficacia, definire gli obiettivi, le corrispondenti azioni e i metodi più idonei al monitoraggio e alla valutazione dei risultati RICADUTE DI CONDIVISIONE di PRINCIPI : Si ritiene necessario che le attività di Medicina dello Sport vengano ovunque valorizzate per contribuire alla tutela e promozione della salute pubblica attraverso un’ effettiva collaborazione nelle creazione di servizi integrati per la promozione dell’attivita’ fisica, Così come stabilito dagli obiettivi formativi fissati dal Ministero dell’Università e della Ricerca in accordo con il Ministero della Salute,per cui si ritiene che la Medicina dello Sport debba operare anche nella realizzazione di programmi di sanità pubblica per la promozione dell’attività motoria nella popolazione generale La promozione dell’attività fisica è uno dei compiti della sanità pubblica e un obiettivo di salute che può essere raggiunto solo attraverso politiche sanitarie mirate e condivise, con una chiara individuazione dei livelli di intervento e delle responsabilità. Enfasi sull’utilizzo dell’EBM per lo studio e la successiva, eventuale implementazione di servizi, per la misurazione degli stessi e per la loro valutazione rispetto all’efficacia, all’efficienza, alla ripetitività ed alla esportabilità nonché alla loro fattibilità. Rientro nelle “Buone pratiche” 87 Guadagnare salute Strategie di popolazione il principale problema di sanità pubblica malattie croniche non trasmissibili (MCNT) – malattie cardiovascolari, tumori, patologie respiratorie croniche e diabete strategie di popolazione finalizzate a diffondere e facilitare la scelta di stili di vita corretti :counseling motivazionale;offerte derivanti dai programmi di comunità (es. gruppi di cammino) o terapeutici specifici (es. prescrizione attività fisica). Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2010 -2012 Il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2010 -2012 in Italia attribuisce all’attività fisica un ruolo determinante della salute creare condizioni ambientali atte a favorire l’adozione di corretti stili di vita (ridefinire l’assetto urbanistico per favorire gli spostamenti a piedi o in bicicletta, migliorare l’offerta di alimenti sani, migliorare la qualità dell’aria, garantire ambienti di lavoro sicuri e sani, ecc.), con un approccio multidisciplinare politiche”. Le disuguaglianze nel carico di malattie non trasmissibili, dimostrano che il potenziale di miglioramento in termini di salute è ancora enorme . “Salute in tutte le politiche”, occorre integrare tali strategie di comunità e di setting con azioni specifiche Per gli anni 2010-2012, Regioni e Province autonome hanno destinato 200 milioni di euro su 4 aree di intervento: la medicina predittiva, i programmi di prevenzione collettiva, i programmi di prevenzione delle malattie è esplicitamente richiamata la messa in atto di programmi di promozione dell’attività fisica. Utile per copertura finanziaria relativa a scelte per la salute Strategie di comunità programmi volti sia a modificare comportamenti individuali non salutari (alimentazione non corretta, sedentarietà, tabagismo, uso dannoso di alcol) 88 Intesa sul piano di prevenzione nazionale (Pnp) 2014-2018 Conferenza Stato Regioni 12 novembre2014 DCPM del 4 maggio 2007 (art. 2) Dieci i macro-obiettivi del nuovo Piano: ridurre il carico delle malattie non trasmissibili; prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali; promuovere il benessere mentale di bambini e giovani; prevenire le dipendenze; prevenire gli incidenti stradali; prevenire gli incidenti domestici; prevenire infortuni e malattie professionali; ridurre le esposizioni ambientali dannose; ridurre la frequenza delle malattie infettive prioritarie; attuare il Piano nazionale integrato dei controlli per la prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria. Per gli anni 2010-2012, Regioni e Province autonome hanno destinato 200 milioni di euro su 4 aree di intervento: la medicina predittiva, i programmi di prevenzione collettiva, i programmi di prevenzione delle malattie Per la prima volta, obiettivi e indicatori per misurare il progresso della prevenzione sono definiti congiuntamente fra Governo e Regioni. A tale scopo, oltre a definire la vision in campo di prevenzione della salute e i principali macro-obiettivi, il nuovo Piano chiama attivamente le Regioni a seguire priorità e scadenze precise. L’intesa prevede che, entro il 31 dicembre 2014, le Regioni e Pa recepiscano con apposita delibera il Pnp disponendo di applicarne i principi e la struttura all’interno dei propri Piani regionali di prevenzione (Prp), che a loro volta andranno adottati entro il 31 maggio 2015. Inoltre, le Regioni e le Pa dovranno confermare per il quinquennio 2014-2018 la destinazione di 200 milioni di euro annui per la completa attuazione del Pnp (oltre alle risorse previste dagli accordi per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale) e dovranno trasmettere annualmente al Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm), la documentazione delle attività svolte. Diverso spazio nell'amplissimo documento è dedicato ai temi della sicurezza alimentare e della prevenzione del rischio cardiovascolare. Programma Nazionale Guadagnare Salute (GS) Applicazione del principio Rendere facili le scelte salutari si propone di intervenire su 4 fattori di rischio modificabili: fumo, alcol, attività fisica, alimentazione. Le leggi ci sono, molti progetti sono già EBM, perché le P.A. non si attivano? 89 D.L. n.83 del 22 giugno 2012, convertito in Legge n.134 del 7 agosto 2012, Progetto Nazionale di Promozione dell’Attività Motoria (PNPAM) 1° edizione 2012 Promozione dell’attività sportiva (Piano Nazionale) : l’attività fisica è strumento di medicina preventiva con risparmi evidenti in termini di spesa sanitaria. Impatto economico : analisi statistica impatto dello sport sull’economia del Paese e impatto sul bilancio sanitario di iniziative “sport e salute” per la prevenzione di alcune patologie Finanziamento: nuove modalità di finanziamento dello sport, benefici fiscali, sburocratizzazione, partecipazione a bandi europei Turismo: sinergie tra il mondo dello sport e quello del turismo Ha individuato interventi per incentivare lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva a tutte le età e in tutti gli strati della popolazione Scuola: iniziative volte a garantire la massima diffusione della pratica sportiva nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università Benessere fisico attraverso la diffusione della pratica sportiva e motoria Volontariato/associazionismo: iniziative a favore dell’associazionismo sportivo e del volontariato Inclusione sociale: iniziative volte a sviluppare la valenza dello sport quale motore di inclusione sociale Formazione: discussione delle problematiche legate alla formazione degli atleti e delle altre Sintesi: Nel momento in cui abbiamo tutti i presupposti per poter lavorare bene, non si riesce a mettere in pratica le soluzioni vincenti, per le quaqli serve effettivamente il concorso di tutti. 90 Tabella 7 - Normativa Regionale Normativa Piano Regionale della Prevenzione Piemonte DGR n. 52-7643 del 21/05/2014 Obiettivi Ricadute Allegato A : Approvazione obiettivi □ per ciclo di vita (life course), con particolare 1. Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, attenzione sia ai primi anni di vita sia alle strategie mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili volte a garantire un invecchiamento attivo e in buona Allegato A2 salute ; Si è definita strategia trasversale ai determinanti di salute : □ setting (scuole, ambienti di lavoro, comunità locali, Strategie basate sull’individuo servizio sanitario); La prevenzione dei fattori di rischio perseguita mediante □intersettoriale (politiche educative, sociali, di diagnosi precoce; pianificazione urbana, dei trasporti, dell’agricoltura, modificazione degli stili di vita e l’attivazione di interventi ecc.), con il coinvolgimento (empowerment di trasversali, integrati con i percorsi terapeutico-assistenziali comunità) di tutti i livelli interessati, dai responsabili di presa in carico; politici alle comunità locali. Promozione del benessere mentale e della prevenzione delle dipendenze vengono affrontati nei progetti formativoeducativi proposti alle scuole, nonché nel programma rivolto al setting “servizi sanitari”. 91 Piano Regionale di Prevenzione Emilia Romagna Dgr. 703/2013 promuovere la salute e favorire stili di vita sani occorre prevede diverse aree di intervento: programmi di prevenzione collettiva, finalizzati ad ricordare : la prescrizione dell’esercizio fisico “come farmaco”, affrontare rischi diffusi nella popolazione generale introduzione di politiche favorevoli alla salute o ossia l’individuazione del tipo di attività fisica, della interventi di tipo regolatorio (urbanistica, piano del sua intensità e della sua durata in relazione al problema di salute della persona; traffico, orientamento dei consumi, ecc.), programmi di promozione della salute (promozione il progetto “palestra etica e palestra sicura” con cui è stata creata una rete tra Regione e palestre pubbliche e dell’attività fisica, corretta alimentazione, ….), interventi rivolti agli ambienti di vita e di lavoro private, certificate e istituzionalmente riconosciute, (prevenzione degli infortuni e delle malattie finalizzata alla tutela della salute; “Positivo alla salute” per il contrastare il doping nello professionali). sport; - i programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio, finalizzati a impedire l’insorgenza la campagna “Le scale: musica per la tua salute”; di malattie (es. programmi di vaccinazione in gruppi a la campagna “Pane meno sale” realizzata con le rischio) o a diagnosticare precocemente malattie (es. associazioni dei panificatori dell’Emilia-Romagna; il progetto “Scegli con gusto, gusta in salute” rivolto screening oncologici) i programmi volti a prevenire complicanze e recidive di agli istituti scolastici alberghieri; malattie, presa in carico con miglioramento In ambito sanitario, il progetto per prevenire il rischio dell’integrazione tra servizi sanitari e tra questi e i individuale di malattia cardiovascolare, rafforzando la capacità delle persone di fare scelte consapevoli per la servizi sociali. - la medicina predittiva, che si rivolge agli individui sani, propria salute; il progetto “AnDIAMO – Diabetici in salute”; ricercando la fragilità o il difetto che conferisce loro una il progetto per migliorare le conoscenze e le abilità certa predisposizione a sviluppare una malattia. pratiche delle persone con celiachia per garantire l’adesione rigorosa alla dieta senza glutine; il progetto per prevenire le cadute nelle persone con più di 80 anni. Ancora in ambito scolastico: il progetto “Non mollare mai” per contrastare il disagio giovanile attraverso lo sport; il programma “Scuole libere dal fumo”; 92 Piano Regionale di Prevenzione Regione Si propone di: Tra le ricadute: Lombardia ridurre l’incidenza delle malattie cronico-degenerative, tra la presa in carico della persona nell’ambito di una rete Dgr. 193/2013 cui quelle legate alla sedentarietà nella popolazione professionale ed organizzativa attraverso la quale la generale; pratica terapeutica e preventiva dell’esercizio fisico promuovere stili di vita e ambienti favorevoli alla salute possa essere correttamente prescritta e somministrata, nelle scuole e nei luoghi di lavoro,attivando politiche individuando gli elementi di fattibilità/criticità; intersettoriali che facilitino iniziative ed indirizzi di la fattibilità e sostenibilità dell’introduzione nel SSR programmazione territoriale in grado di favorire la pratica dell’esercizio fisico (prescritto e somministrato) come motoria individuale e collettiva; normale prescrizione e trattamento di persone a rischio mantenere/migliorare lo stato di autosufficienza o affette da patologie suscettibili al trattamento con nell’anziano, focalizzandosi,in particolare, sull’equilibrio esercizio fisico, che non necessitavano di posturale quale fattore protettivo, al fine anche di diminuire, ospedalizzazione (obesità, ipertensione, diabete nel contempo, l’incidenza degli infortuni domestici; mellito); promuovere il miglioramento dei contesti urbanistici per l’aumento della sensibilità della popolazione target sui l’ottenimento di ricadute positive sulla salute, per renderli vantaggi legati allo svolgimento dell’esercizio fisico e favorevoli in particolare all’attività motoria; verificare la rispondenza del percorso presso gli utenti; definire, mediante una sperimentazione, principi e criteri organizzazione dei “Gruppi di Cammino”; generali per introdurre nella strategia complessiva la Arruolamento nella sperimentazione dei MMG che “prescrizione dell’A.F.” nei confronti di persone che dovevano presentare il programma ai pazienti ritenuti presentano fattori di rischio (ipercolesterolemia, obesità, elegibili e provvedere al loro reclutamento; ecc) o affette da condizioni patologiche quali cardiopatia la valutazione del guadagno di salute o meglio la ischemica, sindrome metabolica, ect che possano trarre misurazione dei risultati e la valutazione implicita del giovamento da un esercizio fisico correttamente progetto. Ciò ha permesso di valutare la sostenibilità e la prescritto e somministrato in modo controllato funzionalità del modello organizzativo più efficiente ed efficace di una struttura d’offerta a rete della prescrizione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia e di valutare l’efficacia, in termini di guadagno di salute, della prescrizione di A.F. in soggetti-pazienti affetti da oppure a rischio per patologie per le quali è clinicamente dimostrato il beneficio portato dalla pratica di esercizio fisico correttamente somministrato: malattie cardiovascolari, ipertensione essenziale, diabete mellito ed obesità. 93 Regione Liguria DGR 48 /2009 Progetto AFA:Attività Fisica Adattata Il potenziamento del progetto prevede: Soggetti con più di 64 anni di età con specifiche alterazioni Il riconoscimento della legittimità scientifica e dello stato di salute, per le quali il MMG ha l’inserimento dell’AFA nelle politiche sanitarie della segnalato/prescritto il corso AFA, ma a volte l’inserimento Regione Liguria avviene anche da parte dello Specialista o delle equipes di La costituzione di un Coordinamento scientifico ed riabilitazione. operativo permanente che garantisca il buon Il progetto nasce dalla consapevolezza che in molte malattie funzionamento a tutti i livelli del progetto, ne tuteli la croniche il processo disabilitante è aggravato dalla validità scientifica ed il controllo dell’efficienza e sedentarietà, che talvolta è anche causa di menomazioni, dell’efficacia in tutti i suoi passaggi (reclutamento, limitazioni funzionali ed ulteriore disabilità. promozione, formazione dei laureati in scienze motorie Si tratta di due programmi, a seconda della tipologia di e dei fisioterapisti, ect.) utente (bassa ed alta funzionalità) da svolgersi in diverse L’implementazione della Rete per l’Invecchiamento sedi (palestre, piscine o altre strutture non sanitarie, di Attivo nei Distretti Socio Sanitari per promuovere il proprietà di privati, di istituzioni o di associazioni. progetto AFA in tutta la Regione, in collaborazione e Oltre ai corsi che costituiscono l’obiettivo principale del con il supporto di Regione Liguria in partnership progetto, è in atto la strutturazione di un gruppo operativo L’avviodi almeno un corso di AFA in ogni Distretto regionale stabile di riferimento. Sociosanitario della Liguria La promozione di un convegno regionale annuale. 94 Piano regionale della Regione Veneto DGR 1563/2014 Promuovere il movimento dell’adulto anziano per la L’obiettivo generale è quello di promuovere il prevenzione delle cadute e delle fratture e per l’aumento del benessere della collettività e degli individui benessere psicologico e conseguente riduzione del consumo contrastando le malattie croniche non trasmissibili di farmaci, riduzione del rischio cardiovascolare, ect. legate alla sedentarietà ed in particolare: sindrome Il ruolo del SSR: metabolica ed obesità, diabete, malattie fornire dati e valutazioni relativi alla situazione cardiocircolatorie e cerebrovascolari, tumori, epidemiologica delle realtà in esame come supporto ai depressione, malattie degenerative cerebrali, malattie decisori (dati di mortalità, morbosità, incidentalità, respiratorie croniche e patologie correlate comportamenti, ecc); all’invecchiamento. essere il soggetto che concorre alla valutazione di dati Obiettivi specifici: ambientali relativi al territorio, portando il punto di vista promuovere l’attività motoria e gli stili di vita sani, in delle ricadute sanitarie dei problemi ambientali; relazione aql ciclo di vita (Programma MuoverSi),in essere il soggetto che concorre alla valutazione delle particolare nel contesto urbano e con un’attenzione al previsioni di impatto sanitario degli scenari e delle scelte di contrasto alle disuguaglianze; pianificazione. implementare lo strumento di supporto “Laboratorio esperienziale MuoverSi”; promuovere l’esercizio fisico anche strutturato in persone affette da patologie specifiche; implementare lo strumento di supporto “Carta di Toronto” come moidello per l’advocacy, la creazione di reti, la programmazione partecipata; promuovere nella popolazione la cultura del movimento, anche attraverso l’informazione, la comunicazione e la formazione. 95 Allegato 6: Definizione di comunicazione sociale La comunicazione per la salute è comunicazione sociale perché affronta tematiche che riguardano il benessere collettivo. Vari sono gli obiettivi di questo tipo di comunicazione: si può sensibilizzare il pubblico su un certo problema oppure si possono promuovere stili di vita corretti o ancora favorire l'abbandono di comportamenti non salutari (Cucco E., Pagani R., Pasquali M., Soggia A, 2011). Nel primo caso spesso ci si limita a informare o sensibilizzare l'opinione pubblica, a focalizzare l'attenzione su un certo tema o a garantire al proprio target una conoscenza di base su un certo argomento. Nel secondo caso, attraverso una campagna comunicativa, si può favorire il cambiamento di atteggiamenti, credenze e comportamenti. Inizialmente, nel secolo scorso, i contenuti di questo tipo di comunicazione riguardavano le malattie mortali, come il vaiolo il colera e la sicurezza sul lavoro; la comunicazione avveniva grazie a grandi affissioni che, attraverso l'utilizzo di toni paternalistici, diffondevano ammonimenti e consigli sui comportamenti corretti da assumere in diverse situazioni quotidiane e lavorative. Oggi la comunicazione per la salute è molto più complessa a livello di obiettivi, temi, emittenti, canali comunicativi, media, sovraesposizione di messaggi. L'obiettivo è quello di attivare flussi comunicativi tra cittadini, istituzioni e media e di far circolare informazioni inerenti problemi di salute all'interno della comunità. In questo momento storico le persone sono oggetto di una sovraesposizione a messaggi comunicativi che forniscono messaggi e informazioni di diverso tipo attraverso una miriade variegata di canali comunicativi. Chi comunica salute si trova ad affrontare una concorrenza commerciale che diffonde messaggi utilizzando strategie ad hoc che spesso esercitano un'influenza così forte sui comportamenti tale da favorire l'adozione di abitudini dannose per la salute. Questa situazione deve essere affrontata dai soggetti che comunicano la salute (istituzioni, enti locali, aziende sanitarie, organizzazioni non profit e del terzo settore) attraverso l'utilizzo di regole pubblicitarie, per rendere i messaggi di salute accattivanti per il proprio target, e attraverso la creazione di reti e di alleanze tra diversi settori della società per veicolare messaggi coerenti. Inoltre i comunicatori di salute devono abbandonare canali, strumenti e linguaggi comunicativi tradizionali e dedicarsi all'utilizzo di mezzi comunicativi più innovativi per raggiungere i destinatari in modo più originale ed incisivo. L'utilizzo di strategie comunicative non convenzionali e del web 2.0 amplia la possibilità di raggiungere il target attraverso strumenti in grado di catturare e mantenere viva l’attenzione, di raggiungere un gran numero di contatti in tempi brevissimi e di avere costi molto contenuti. Essi inoltre coinvolgono maggiormente il target di riferimento nell’azione comunicativa, e lo rendono protagonista del processo di cambiamento. Allegato 7, Campagne di Comunicazione in Italia Analisi delle campagne comunicative per promuovere l'attività fisica effettuate in Italia nel periodo 2004 - 2014 Ente, Nome e Istituzione, Finalità Mezzo di anno della Finalità Target Messaggio Organizzazi strategica comunicazione campagna one Fondazione Campagna Obiettivo Potenziare Popolazione Un po' di Spot Pubblicità movimento conoscitivo competenze generale moto al televisivo, progresso 2006 cittadini giorno leva il Volantino, medico di Messaggi torno radio, Sito web Regione La vita Obiettivo Potenziare toscana sceglila conoscitivo competenze Dipartiment naturale cittadini o per il 2006 Diritto alla Salute Vari (5 manifesti) Il movimento Manifesti fa salute USL Bologna Campagna Obiettivo Potenziare di conoscitivo competenze promozione cittadini della salute dell'Azienda USL di Bologna 2006-2014 Popolazione generale Datti mossa! Comune di Campagna Obiettivo Potenziare Rimini Se ti muovi atteggiame competenze Assessorato è tutta nti e cittadini alle un'altra comportam Politiche musica enti sportive 2010 (favorire empowerm ent) Popolazione generale Se ti muovi è Video tutta un'altra musica! Trentinosal Percorsi Obiettivo Potenziare ute della salute conoscitivo competenze 2010 cittadini Popolazione generale Segui le Deplian, frecce e… segnaletica buona camminata una Comunicazion e interna aziendale, Magliette, Stand, Poster, Eventi Azioni per ComunicAz Obiettivo favorire decisori dei Perché Brochure, una vita in ioni conoscitivo intersettorialit principali settori sostenere una Video, Web salute 2010-2013 à e interventi della società che vita attiva integrati impattano direttamente sull’attività fisica 97 Guadagnare PinC Obiettivo Potenziare Primari Quando fai Spot, salute (Programma conoscitivo competenze popolazione attività fisica Campagna nazionale di cittadini egenerale Secondari ti prendi cura stampa, Radio, informazion operatori. operatori sanitari, di te Sito, Banner, e e Favorire insegnanti, Materiale comunicazi intersettorialit associazioni di informativo, one) à e interventi cittadini, personale Sito, 2012-2014 integrati amministrazioni newsletters, comunali Prodotti editoriali Regione Veneto MKTS Allena Obiettivo Potenziare l'Equilibrio conoscitivo competenze 2012 cittadini #web2salute Obiettivo Potenziare conoscitivo competenze cittadini Popolazione generale Mens sana in Web corpore sano Studenti iscritti Cosa Web, evento agli istituti suggeriresti coinvolti nel ad un tuo Festival della compagno o salute Junior 2012 coetaneo per svolgere sport e attività motoria (attività fisica) Rete WHP Campagna Obiettivo Potenziare Bergamo comunicazi conoscitivo competenze one di cittadini Comac 2012 Lavoratori Fare le scale Messaggi in fa bene al busta paga, cuore! Manifesti, Locandine, Cartelli Azioni per Dalle parole Obiettivo Potenziare una vita in alle azioni conoscitivo competenze salute 2013 cittadini Vari Muoviti! Web L'attività fisica migliora la salute e la qualità della vita Ministero Campagna Obiettivo Potenziare della salute del atteggiame competenze Ministero nti e cittadini della salute comportam per la enti promozione (favorire dello sport eempowerm dell’attività ent) fisica 2013 Popolazione generale Datti mossa una Televisione, Radio, Stampa 98 Regione Emilia Romagna Salire le Obiettivo Potenziare scale per conoscitivo competenze mantenersi cittadini in forma e prevenire malattie 2013 Popolazione generale Le scale. Totem, Musica per la Locandine, tua salute Depliant AUSL Ravenna Servizio Medicina dello Sport La Obiettivo Potenziare sedentarietà conoscitivo competenze è causa di cittadini malattie 2014 Popolazione generale Il movimento Deplian, è vita Locandine Croce Rossa Italiana Campagna Obiettivo Potenziare IDEA . I tre conoscitivo competenze consigli per cittadini uno stile di vita sano 2014 Popolazione generale Fai almeno Deplian, trenta minuti Locandine, di attività Web, eventi in fisica al piazza giorno ASL Bergamo Campagna Obiettivo Potenziare Popolazione Una fermata Poster Promozione atteggiame competenze generale in meno, dell'attività nti e cittadini. qualche fisica "Una comportam Favorire passo in più fermata in enti intersettorialit meno (favorire à e interventi qualche empowerm integrati passo in ent) più” 2014 Scale per la Obiettivo Potenziare Popolazione Non Volantini, salute atteggiame competenze frequentate l'ASL e prendere Poster 2014 nti e cittadini. 5 edifici comunali l'ascensore comportam enti (favorire empowerm ent) ASL Bergamo Azienda Se semini Obiettivo Potenziare Ospedaliera salute conoscitivo competenze Universitari raccogli cittadini. a Federico benessere! II 2014 Anziani Se semini Calendario salute raccogli benessere! 99 100