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Pubblicità, sponsorship e marketing delle sigarette
Primo Piano Fabio Fazio Gianni Ravasi Silvio Garattini PRESENTATORE TV PRESIDENTE LEGA LOTTA AI TUMORI DIRETTORE ISTITUTO MARIO NEGRI PER SMETTERE DI FUMARE? OCCORRE VIVERE UN’ESPERIENZA DIRETTA DEI DANNI IN ITALIA IL 20% DEI RAGAZZI INIZIA A FUMARE PRIMA DEI 15 ANNI ISTITUZIONI, SERVIZIO SANITARIO E FAMIGLIE: POTENZIARE LA PREVENZIONE CONTRO IL FUMO CONCORRENZA & MERCATI GLOBALI Pubblicità, sponsorship e marketing delle sigarette 15.000 miliardi le sigarette accese nel mondo. Ma dove i consumi stagnano, la sponsorship sostituisce la pubblicità Silvio M. Brondoni industria delle sigarette è dominata da grandi corporation, con brand portfolio complessi, dotati di altissima visibilità e di straordinaria redditività. Il marketing delle sigarette si ricollega infatti a un oligopolio statico (poche grandi imprese con ridotta innovazione di prodotto), contraddistinto da un global lobbying che si confronta con le politiche degli Sta- L’ www.unimib.it/symphonya World advertising PAESE/ANNO 2003 Luglio/Agosto 2006 2004 66.027 63.271 108.897 35.609 55.712 76.827 2.413 178.691 minare il contrabbando interno, ma aumenterebbe i traffici illeciti da paesi non Ue; 3. la finalizzazione di comunicazione globale (sport sponsorship) e locale (trade merchandising e pubblicità “indiretta”) a obiettivi di profitto corporate. Nei paesi poveri e ricchi, comunque, il marketing delle sigarette si confronta con un comune, terribile fenomeno sociale: il continuo abbassamento dell’età in cui gli adolescenti iniziano a fumare. Una crescita globale di baby-fumatori che da un lato intercetta i modelli di successo individuale associati a sponsorizzazione sportiva e pubblicità indiretta, e dall’altro premia l’accesso dei minori al primo consumo (facilitato dal trade merchandising e privo di controlli nel free disposable), mentre è negletta la pubblicità (proprio nei paesi evoluti), controllabile negli effetti sociali ma molto più costosa. L A R E P L I C A I N 8 0 0 B AT T U T E Pubblicità diretta e indiretta el 1981 strinsi un’alleanza con un grande editore (la Rizzoli) per ottenere, con modalità provocatorie e pubbliche, la rimozione del divieto di pubblicità diretta dei prodotti da fumo in vigore fin dal 1962, introdotto per tutelare il Monopolio nazionale. Per due mesi, in aperta polemica con i sostenitori delTONI MUZI FALCONI lo Stato etico, uscimmo con pubblicità di marca sui giornali, pagando le relative sanzioni. Quella campagna fu interrotPresidente ta per iniziativa dei miei clienti, i produttori internazionali di sigaMethodos rette, quando alcune interrogazioni parlamentari e una dichiarazione dell’allora ministro della Sanità lasciavano intravvedere un ripensamento purché i produttori accettassero di eliminare la pubblicità indiretta. I miei clienti avevano già allora ben compreso come la pubblicità indiretta può essere più efficace di quella diretta. N (euro 000,00 val. lordi tot.) CINA 25.846 INDIA 71.628 INDONESIA 70.792 FILIPPINE 36.348 GERMANIA 54.042 SPAGNA 82.341 UK 7.932 USA 215.010 Fonte: Adex International ti-nazione (e di centrali sovranazionali Usa e Ue), per sostenere vaste e redditizie vendite di marca Nel mondo si fumano oggi più di 15.000 miliardi di sigarette e il consumo totale continua ad aumentare, anche se con andamenti molto diversi. La Cina registra il maggior consumo a livello mondiale, volumi di vendita in grande crescita (2005/04, +11,4%) e un’alta spesa pubblicitaria, come in tutti i paesi a basso sviluppo socio-economico. Nei paesi più evoluti, invece, i volumi diminuiscono, la pubblicità è sostituita (con minori costi, come di recente anche in Germania e Spagna) dalla global sponsorship e così i profitti rimangono ottimi. Nei “paesi ricchi”, infatti, la corporate profitability non deriva dai volumi (cedenti per selettività), ma da altri fattori: 1. il brand portfolio reengineering (Bat per esempio ha acquisito il brand italiano Ms); 2. il controllo competitivo di prezzo di vendita e prelievo fiscale (così oggi in Usa un pacchetto di sigarette ha un prelievo del 20% sul prezzo, mentre in Italia il prezzo medio è di 3,40 euro con tassazione del 75,5%). In tal senso, una politica di armonizzazione delle imposte tra i paesi Ue forse potrebbe eli- 2005 77.268 35.738 123.743 40.720 45.858 65.578 3.865 100.484 MARK UP 23