La Cementirossi ci spieghi perché ha scelto di bruciare gli
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La Cementirossi ci spieghi perché ha scelto di bruciare gli
“ LIBERTÀ Sabato 30 novembre 2013 Il giornale delle opinioni Il dibattito sulle volpi Le analisi Non amare gli animali ci rende solo più poveri nosco l’obiezione: “chi si comporta così non è un vero cacciacrivo per fomentare la dia- tore… Cacciare non è ammaztriba “salviamo le zare” (cos’è?), e così via. Per me volpi/uccidiamo le volpi”, invece rimane molto inquiespinta da alcuni recenti inter- tante sapere che ci sono persoventi. Il signorRossi, ad esem- ne che escono tranquillamenpio, lamenta che la mobilita- te con un fucile pronti a uccizione non abbia avuto a ogget- dere a sangue freddo esseri vito più alti scopi. Mi limito a ri- venti che non li hanno minacspondere che nulla gli vieta di ciati. Preferisco che le lepri, seattivarsi e promuovere una rac- condo natura, siano prede di colta firme per ciò che ritiene cacciatori che cacciano per fameritevole. In fondo non è ne- me e non per divertimento. cessario nulla di speciale: tem- Le lepri e le volpi comunque po, un po’ di denaro per pub- sono in forte calo. Io abito in blicizzare l’iniziativa e soprat- montagna e negli anni scorsi otutto molta passione. Se dispo- gni volta che uscivo di sera mi ne di tutto questo il suo succes- capitava di fare incontri inteso è assicurato ressanti: molte e io sarò lietislepri, qualche sima di consifagiano, poLa scusa delle stragi? chissimi cinderare la sua proposta faI miei vicini allevano polli ghiali e bellissicendo quel povolpi. A cae conigli da sempre me co che ho fatto sa prendevo e mai sono stati depredati nota degli avviper le volpi: firmare e far costamenti pernoscere la petizione a familiari ché mi pareva portassero fortue amici che sapevo sensibili a na. Da oltre un anno non mi catali temi. pita più di vedere alcun animaUn altro argomento contro la le selvatico e questo secondo petizione “salviamo le volpi” me significa che l’inverno lunche ha suscitato la mia perples- go e freddo e la caccia li hanno sità è stato che le volpi, tantis- decimati. Per tutto questo ho sime e fameliche, fanno strage sottoscritto di cuore la petiziodi altri animali domestici e sel- ne e sono molto lieta che la vatici. Innanzitutto conigli e strage sia almeno rinviata. polli sono ricoverati in struttu- Infine sarebbe ora di seppellire re inaccessibili alle volpi. I miei il pregiudizio, sottinteso in vicini allevano polli e conigli da molti interventi, che l’amore e sempre e mai sono stati depre- l’attenzione per gli animali siadati. Mi sembra poi molto stra- no incompatibili con l’amore no che i cacciatori pensino alla per gli uomini. Spesso, anzi, si sorte delle povere lepri. Tutto tratta di un unico sentimento però diventa chiaro se si pensa di rispetto per tutte le creature che le vogliano tutte per loro, cui devono andare le nostre cuper riempire il carniere facendo re. Non amare gli animali non sport sparando a tutto ciò che aumenta di certo il nostro asi muove come recenti avveni- more per l’umanità, ci rende menti hanno dimostrato. Co- solo più poveri. 53 Libertà di pensiero di CECILIA CONSENSI Il “disordine” delle città La catastrofe delle amministrazioni è colpa dei politici incompetenti di PAOLO MAURIZIO BOTTIGELLI l “disordine” della nostra città è ben rappresentato da alcuni pezzi apparsi su Libertà in giorni diversi; Piacenza in testa per la vendita del Viagra, Piacenza boom sul web per annunci prostituzione, Piacenza boom per il gioco d’azzardo. Quando si attribuisce il cattivo funzionamento della vita sociale ai cittadini (cosa molto frequente di questi tempi da parte degli amministratori), cittadini che per carità hanno una loro parte di colpa, si commette un errore sostanziale legato proprio alla mancanza di reale conoscenza di come è fatta la nostra società e di come ha collassato di conseguenza. Mai casuale è la conseguenza. La città è governata da leggi e dalla morale della “politica”. Un buon amministratore vale anche più di una cattiva legge, ma se una legge è cattiva comunque, l’amministratore deve stravolgerla e inventarsela da principio. L’amministratore applica qualcosa che gli altri, cioè noi, cittadini, decidiamo sia più giusto da applicare per tutti. Le amministrazioni funzionano o non funzionano per ingerenze del potere politico, oppure per deficienze che sono attribuibili al cattivo progetto delle forze politiche che amministrano. Dalle mancanze di un’ amministrazione deriva anche il cattivo vivere di una collettività. Ma non diciamo per errore, bisogna dire per incompetenza o malafede. La catastrofe delle amministrazioni di Comuni e Provincie in Italia è attribuibile, specialmente oggi, ai politici incompetenti. Per cui quello che la logica nella sostanza complessiva di una città unisce, le amministrazioni separano. Fin qui il generale. A Piacenza l’amministrazione è portatrice di un virus pieno di “colonne infami”. Alcuni provvedimenti sono I fatti ma hanno una sostanza irrisoria rispetto alle ipotesi del buon vivir prospettate in parte dalla società civile. La vita nella città assomiglia sempre più a una luce "malata", impigliata a uno spazio impossibile da denominare buona qualità di vita. Il disordine della nostra città è una distesa assurdamente orizzontale di cose non fatte che si svela come una palude, per citare Manganelli; mediocrità sconcertante, sormontata da altre mediocrità che danno il senso di uno spazio grigio, moti sottili dove la ragione è prigioniera di geografie alterate dagli indugi e dai segni del deforme. Mi inchino, come fossi davanti ad una chiesa, sconsolato davanti all’assurdo, cercando un aiuto in una preghiera, ma ormai ogni preghiera è priva di ragione al vivere. Oltre alla rabbia impotente niente altro. Non intravedo altro in questa città. Il responsabile di questo collasso culturale ci induce a supporre che non sia la mano che ha scritto la Costituzione, ma, anzi la genealogia di questo male assurdo è da cercare nella successione “regale" al trono di sindaco. Coloro che hanno preceduto hanno eretto la pietra angolare dell’informe, della desertificazione dei valori e delle virtù di questa città. Un deserto che separa. La nuova corte difende e rafforza quelle cose fatte dal vecchio monarca. Adesso come in un mondo alieno siamo una "tribù” che cerca di sottrarsi alla solitudine. E’ terribile poi svegliarsi d’improvviso e scoprire che la catastrofe ha una logica che in nessun modo ancora ci è consegnato dalla ragione, ma adesso come in un incubo scontiamo la pena più crudele decretataci dalla monocultura berlusconiana. Viagra, per il resto... vuoto a perdere. La Cementirossi ci spieghi perché ha scelto di bruciare gli pneumatici di MARCO DADA’ o letto con sgomento dell’iter amministrativo, ora concluso, per consentire all’Industria Cementi Giovanni Rossi Spa di divenire, di fatto, un inceneritore di rifiuti speciali. Un secondo inceneritore di rifiuti speciali in città. Per la verità ignoravo che “Cementirossi” già lo fosse. Se ho ben capito, permettendo al cementificio di aumentare la quantità di pneumatici usati e ritagli di plastica bruciati, nel complesso la qualità delle emissioni prodotte migliorerebbe. Questo se si considera la natura del combustibile fino a oggi utilizzato per l’ordinario ciclo produttivo. Provo a sintetizzare: l’azienda è all’interno di uno dei comuni più inquinati d’Europa (per qualità dell’aria), a ridosso del centro storico della città e, poiché utilizza bitume e altre sostanze pericolose per alimentare i suoi forni, ha attivato una procedura amministrativa volta alla parziale sostituzione del combustibile attuale con pneumatici usati e ritagli di plastica fino a 70mila ton/anno. E questo fatto è considerato, all’unanimità dei soggetti coinvolti nell’iter amministrativo, un progresso! Dimenticavo, l’azienda si impegna a realizzare un bel campetto giochi al Capitolo a titolo di compensazione ambientale, oltre ad altri interventi, per un investimento complessivo di 500mila euro. Se, come sostiene la Conferenza dei servizi, gli inquinanti rimangono sostanzialmente ai livelli attuali perché, dunque, si impone una compensazione? Se è necessario compensare immagino che una ragione ci sia. Quando ho letto la notizia su Libertà, pensavo che fosse un racconto di fantasia, di quelli particolarmente amari, sullo stile di Stefano Benni. Non è questa la sede per fare un bilancio di quanto un’importante realtà produttiva come “Cementiros- H si” abbia fatto per la nostra città, per misurare quanto abbia preso da questo territorio e quanto abbia dato. In un periodo così duro per il lavoro nessuno dimentica quante famiglie hanno potuto contare su di un solido posto di lavoro a Piacenza, e non solo. Di quanti lavoratori siano andati in pensione lavorando per “Cementirossi” e quanto abbia riversato sul territorio in termini di iniziative benefiche e di solidarietà. E’ un fatto però che Piacenza, per diverse ragioni anche legate alla morfologia del territorio e allo scarso numero di giornate ventose per anno, sia una delle città che vanta la qualità dell’aria più scadente non solo di tutta la penisola, ma dell’intera Europa. Questa condizione preoccupa perché fa ammalare le persone. Il nostro territorio ospita: - un inceneritore che brucia rifiuti provenienti anche da altre città; - un cementificio dentro la città (che incenerisce rifiuti speciali); - una centrale Enel (sempre in città) fino a due anni fa alimentata da oli combustibili; - un’autostrada che passa, in linea d’aria, alle porte di piazza Cavalli; - una centrale nucleare dismessa con relative piscine per le scorie nella provincia; - un imponente polo logistico che ha incrementato L’ANGOLO DI ORIGONE S notevolmente il traffico pesante intorno alla città. E’ evidente, quindi, che Cementirossi è in buona compagnia. Mi rivolgo alla proprietà da padre di famiglia per porre alcuni interrogativi. Gentile dottoressa Francesca Aonzo, risiede abitualmente in città? Quasi ogni giorno respiriamo una miscela, in buona parte composta da sostanze pericolose che, immagino per ragioni economiche, non volete contribuire seriamente ad abbattere. Avete anche voi figli o nipoti spesso interessati da problemi respiratori che iniziano nell’inverno e si risolvono solo in primavera? E quando andiamo dal pediatra ci conferma che, a questi livelli di inquinamento, sono specialmente i bambini a pagare il conto più salato? E’ bruciando 70mila tonnellate di pneumatici usati all’anno che volete portare un contributo alla nostra città su questi temi? Ricorro alla sua cortesia, quindi, per chiederle una spiegazione delle ragioni che giustificano questa scelta, tra altre possibili, perché ai miei occhi appare sbagliata e moralmente incomprensibile. Come lo è, ancor di più, perseverare nell’utilizzo di combustibili così dannosi per la salute delle persone. E non saranno certo voci di contabilità generale a farmi cambiare idea. Quando si varca la soglia dell’oncologia delle analisi di bilancio di Cementirossi, Iren, Tecnoborgo, Enel e di altre aziende che incidono così pesantemente su un bene primario come l’aria di questa città, credo importi ben poco. Il fatto che la legge lo consenta non spiega nulla. In un Paese come il nostro erano legali anche le leggi razziali, ma non erano giuste. Mi pare. Non mi sfugge l’iperbole del paragone, ma non lo trovo azzardato quando è in gioco la salute delle persone, specialmente dei più piccoli. Esiste la legge ed esistono i comportamenti giusti, da che parte state? Da ultimo mi rivolgo ai piacentini, in particolare ai padri, alle madri, ai nonni: non è tollerabile che si faccia saving aziendale sulla pelle nostra e soprattutto dei nostri figli e nipoti. Credo che il nostro territorio abbia dato e stia dando tantissimo da un punto di vista ambientale e le statistiche, oggettivamente, lo confermano. Occorre uno scatto d’orgoglio, è necessario far sentire la nostra voce, perché la politica, evidentemente, non ci rappresenta e la Conferenza dei servizi valuta questa richiesta come se Cementirossi fosse ubicata in una zona virtuosa e non all’interno di un territorio così compromesso. L’Ente ha autorizzato la richiesta dell’azienda allineandosi alle soglie di inquinanti minime suggerite dalla Comunità Europea? O si è accontentata? Lo verificheremo. Piacentini, padri, madri, nonni/e dove siete? Possiamo sopportare anche questo? Io credo di no perché abbiamo una responsabilità stringente verso i nostri figli e verso noi stessi. PUNTURA DI SPILLO Nave scuola na signora detta la “Pitonessa”muove una legione di falchetti. Una volta, in gergo marinaresco, si sarebbe chiamata “nave scuola”. U Essedi Motociclisti piacentini sul Machu Picchu ma i doganieri danno ancora problemi iao Bolivia. Bienvenidos a Perù! La Bolivia è un paese bellissimo e difficile allo stesso tempo.Per noi - Claudio,Davide e Silvio - è stato un paese da attraversare con il cuore in gola e di corsa per il tempo da recuperare, ma anche un paese fantastico che ci ha regalato scenari splendidi e, automobilisti a parte,contatti umani significativi e piacevoli. Nel frattempo le moto di Gaetano Attilio e Adrasto sono state spedite a Lima e i nostri 3 amici, con un’auto a noleggio, cercano di attraversare invano la frontiera tra Cile e Perù.Devono infatti lasciare l’auto in dogana e noleggiarne un’altra. Noi puntiamo su Cuzco, ombelico del mondo e della cultura incaici-spagnola, la più antica città del sud America ed indiscussa capitale archeologica del continente. Arriviamo a Cuzco nel pomeriggio. Ci addentriamo nel centro cittadino alla ricerca di un hotel con garage C (lasciare le moto per strada non ci sembra una buona idea!),ma nella zona troviamo solo qualche hostal senza stelle e senza garage. Come già accaduto in Bolivia e in altri viaggi, accosta un’auto con una coppia a bordo che,capito il problema, si mette a nostra disposizione.Ci trovano un buon hotel e ci accompagnano ad acquistare i biglietti del treno necessari per arrivare a Machu Picchu. Al momento dei saluti non riusciamo nemmeno ad offrire da bere! La Plaza des Arma, cuore di Cuzco,è splendida,piena di vita e attrattive anche se la molta polizia presente ci fa intuire che non dobbiamo abbassare la guardia. Prendiamo il treno delle 6 del mattino.Machu Picchu,scoperta solo nel 1911 è oggi uno dei siti archeologici più visitati al mondo. Magica! Lo scenario nel quale è collocata la rende ancora più suggestiva. Scoperto nel 1911,Machu Picchu è uno dei siti archeologici più visitati al mondo