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Morì di parto,patteggiano le ginecologhe
[LECCO 25] LA PROVINCIA GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 2011 [ I FAMILIARI SONO STATI RISARCITI ] Morì di parto,patteggiano le ginecologhe Lucia Tentori, di Valmadrera, era mancata due giorni dopo aver dato alla luce la sua secondogenita Patteggiano le pene le due ginecologhe dell’ospedale Manzoni accusate dal pm Luca Fuzio di avere concorso, con responsabilità diverse per funzioni professionali e decisioni interne, a causare il decesso di Lucia Tentori, 35 anni, casa a Valmadrera che cessò di vivere alle 18,30 di domenica 22 febbraio 2009. Il suo cuore cessò di battere due giorni dopo il parto durante il Essere operate di isterectomia, o per quale venne alla luce la sconl’asportazione di un tumore ginecolo- dogenita Noemi. gico, guardando un film. Il tutto in me- Con intervento dei potenti no di un’ora. Non è uno slogan pubbli- "Lloyd" di Londra, assistiti dal citario ma la realtà che viene offerta og- legale con titolo di "Battisterat gi all’ospedale di Lecco, grazie ad una Law", per il doveroso impegno novità assoluta nel panorama dell’Azienda ospenazionale. Passati i tempi deldaliera, chiamata in le operazioni chirurgiche ad causa come responLa tecnica addome aperto, con lunghi sabile civile sono tempi di degenza e molto dostati risarciti i danni consente lore, da pochi mesi viene utisubiti dal marito, fidi affrontare lizzata una nuova metodica gli, madre e fratello anche denominata laparoscopia isodi Lucia Tentori. barica mediante laparotenser. Su proposta dei disituazioni «Grazie alla laparoscopia e al fensori di fiducia avdifficili robot chirurgo Leonardo da vocati Riccardo e Vinci, operiamo le donne in Andrea Spreafico modo mini invasivo, con popatteggia nove mesi co dolore e con la possibilità di essere di reclusione, con tutti i benedimesse in prima o seconda giornata» fici di legge, l’aiuto di ginecospiega il primario di ginecologia e ote- loga Maria Luisa M., respontricia, Antonio Pellegrino. Tuttavia, fino sabile del reparto in quelle ore ad oggi, la laparoscopia, normalmente cruciali. Patteggia otto mesi di attuata con l’insufflazione di Co2 (ani- reclusione, la collega Camilla dride carbonica) nell’addome e aneste- A., assistita di fiducia dall’avsia totale, poneva seri problemi in don- vocato Edoardo Fumagalli. ne con particolari patologie, come obe- Tali pene sono state proposte sità, cardiopatie o problemi polmonari. ieri dal pm Fuzio e dagli avvo«Abbiamo da poco adottato il laparotenser, un dispositivo biomedico che tende l’addome senza il bisogno di insufflare [ LE TESTIMONIANZE ] l’anidride carbonica. Quest’ultima crea dolore: di qui la necessità di un’anestesia totale». Ora invece, tolta la Co2, l’intervento viene fatto con un metodo anestetico anch’esso innovativo, denominato tapblock: «Sono ancora pochi, in Italia, ad attuare questa semplice anestesia praticata con due forellini sull’addome, in aggiunta alla spinale» spiega Daniele Speciale che ha appreso questa tecnica in Svizzera. In questo modo, gli interventi di chirurgia ginecologica in laparoscopia vengono ora offerti anche a donne con particolari problemi, appunto, con una anestesia locale e un intervento che dura mediamente un ora. A completare, un caschetto, per una visione in 3d di un film: anch’esso brevetto italiano dell’ingegnere biomedico Flavio Lucini, inventore del Laparotenser, che ha l’esclusiva mondiale e che ha lanciato la sperimentazione proprio al Manzoni, dove sono già stati effettuati con successo 42 interventi. Laura Bosisio [la novità ] Laparoscopia in un’ora col Laparotenser cati Spreafico e Fumagalli al giudice dell’udienza preliminare Paolo Salvatore. Per la sentenza esecutiva dovranno essere depositate entro il 25 gennaio 2012, le attestazioni dei versamenti. Hanno motivato la costituzione di parte civile il vedovo Gilberto Biondi e la madre Adelia Spreafico, con l’avvocato Dario Arreghini di Oggiono; il fratello Davide Tentori, con l’avvocato Luisa Bontempi di Milano. Con un primo provvedimento il pm Fuzio un anno e mezzo fa ha ottenuto di archiviare l’inchiesta a carico di venti dei ventidue indagati tra chirurghi, medici e infermieri dei reparti di maternità e ginecologia, dei servizi di terapia intensiva e rianimazione, a seguito della richiesta di "non procedere per inesistenza di ipotesi di reato", motivata dall’avvocato Edoardo Fumagalli, difensore di fiducia di ventuno indagati. Fu loro notificato l’avviso di garanzia tecnico del dottor Fuzio per l’atto irripetibile dell’autopsia. I quesiti specifici per l’autopsia e l’analisi degli interventi in ospedale sulla partoriente erano stati posti al dottor Domenico Castaldo, dirigente dell’Asl 2 di Legnano, e al professor Carlo Bulgheroni, specialista in ginecologia di Varese. Umberto Filacchione L’OSPEDALE Patteggiano le ginecologhe accusate OGGI IL CONVEGNO Salute mentale,le mura del reparto In casa per un recupero più sereno (l.b.) Si parlerà di "Residenzialità leggera" al convegno in programma oggi per l’intera giornata, all’ospedale di Lecco, e che riunirà i Dipartimenti di salute mentale (Dsm) della Lombardia. All’ordine del giorno il confronto su un’esperienza cresciuta e consolidatasi negli ultimi sei anni. ovvero una nuova forma di intervento chiamato appunto residenzialità leggera. «Questa nuova modalità di cura - spiega Fulgenzio Rossi , del Dsm di Lecco - con- siste in una rete di abitazioni collocate nel contesto sociale naturale. Queste abitazioni accolgono quei soggetti che, dopo un percorso riabilitativo, hanno recuperato una buona competenza relazionale e un grado di autonomia tali da consentire un recupero sociale, abitativo e lavorativo». Nella provincia di Lecco sono attualmente 30 le persone che usufruiscono di questi programmi e che trovano accoglienza in appartamenti diffusi sul territorio». «Il parcheggio dell’ospedale? Un disastro» Auto posteggiate dovunque e gli utenti si lamentano: «Non si può andare avanti in questo modo» TESTIMONI Dario Polvara, Cristina Brusa, Lorenza Grandi, Mauro Mosca (m. vil.) Entri nel parcheggio sotterraneo dell’ospedale Manzoni e ti verrebbe voglia di essere il capocarro di un panzer tedesco "Konig Tiger", della II Guerra Mondiale, per spianare tutto e trovare un posto. Automobili dappertutto: nei posti per disabili, tra le porte tagliafuoco, nei parcheggi riservati alle associazioni di assistenza ai malati, persino nei posti riservati ai pazienti in dialisi. Un bailamme che il "vigile di parcheggio", neologismo coniato per l’esperimento delle guardie che fanno entrare e uscire le auto dalle 8,30 alle 10,30, non ha scalfito minimamente. Lorella Grandi fa l’infermiera per le cure domiciliari dell’Asl. E non ne può più: «A volte mi mettono il tagliandino che non devo parcheggiare qui (posto per associazioni, n.d.r.), ma vo- DOPO IL RICORSO AL TAR Annullata la gara d’appalto,Linee Lecco disponibile alla gestione Il caos non è una novità nel parcheggio dell’ospedale Manzoni, ma la gara d’appalto effettuata dall’azienda ospedaliera nel 2010 per la gestione dei parcheggi non era delle migliori. Tanto che al ricorso avanzato da Linee Lecco, in seguito all’assegnazione dell’appalto alla Laser di Monza, dopo aver riscontrato vizi di forma e di merito, il Tar di Milano ha annullato la gara. La gestione a pagamento insomma deve aspettare. Secondo quando riscontrato dal Tar ci sarebbero stati errori nell’apertura delle buste ma anche nell’attribuzione dei punteggi per decidere i vincitori. Il presidente di Linee Lecco Fausto Crimella (nella foto) aveva subito riscontrato l’incongruità dell’assegnazione dei punteggi visto che l’offerta di Linee Lecco era di molto superiore in termini di qualità rispetto a quella del concorrente. Basti pensare che la Laser aveva proposto una sola cassa per l’intero parcheggio pluripiano contro le quattro di Linee Lecco, che avrebbe fornito anche la sorveglianza, le sbarre, il display automatico. Differenze sostanziali per la qualità del servizio. Ora il Manzoni dovrà decidere come comportarsi, se bandire una nuova gara d’appalto oppure decidere di affidare la gestione al secondo classificato ovvero Linee Lecco. «Noi siamo disponibili a subentrare anche domani - commenta Crimella - e a risolvere il problema del posteggio che è evidentemente molto sentito dalla cittadinanza. Noi conosciamo il settore, abbiamo le competenze e anche la strumentazione per poter intervenire da subito e portare ordine nella struttura». Attendere una nuova gara d’appalto significherebbe allungare ancora di molto i tempi. Così come d’altro canto la terza via, quella legale ovvero il ricorso da parte di Linee Lecco al Consiglio di Stato per vedersi aggiudicare la struttura. Un’ipotesi che ritarderebbe di almeno un altro anno la soluzione. glio vedere: ho fretta, devo seguire i pazienti e non ho un parcheggio dove mettere l’auto. E dire che ci avevano già dotato, a spese dell’ospedale, dei badge elettronici per entrare dal cancello automatico, mai entrato in funzione. Soldi buttati via. Sono trent’anni che lavoro tra ospedale vecchio e nuovo e il problema parcheggi non è mai stato risolto. Che mi mandino la multa a casa, tanto la giro all’Asl». Indiavolato anche Dario Polvara: «Un vero disastro. Mia madre ha problemi di deambulazione e la devo accompagnare passo passo a far le cure. Devo parcheggiare vicino all’ascensore e sono costretto a invadere i parcheggi dei disabili. Forse mettendo il parcheggio a pagamento, il problema si risolverebbe. Mi dà l’impressione che tanta gente posteggi qui e poi vada in giro nel rione: magari basterebbe mettere la prima ora di parcheggio gratuita e le altre a gettone». Ma Cristina Brusa, anche lei nel posto riservato alle associazioni, sbotta: «Non c’è bisogno né dei guardiani né del parcheggio a pagamento. Basta attivare la sbarra, ritirare un bigliettino gratuito e trovare parcheggi. Se la stanga non dà più biglietti è perché il parcheggio è completo. Se poi si vuole studiare una tariffa minima, a 50 centesimi l’ora, oppure una mezz’ora gratuita per andare a ritirare gli esami». Il parere è lo stesso di Mauro Mosca, informatore scientifico del farmaco: «Quando ci sono i guardiani? Fino alle 10,30? Bene, tanto vengo sempre dopo. Io devo posteggiare dove capita, perché ho mezz’ora per sbrigare le mie faccende con i medici. Eppure basterebbe mettere il disco orario con la sosta temporizzata. A pagamento? Mai».