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La grandezza di San Giuseppe, il terrore dei demoni

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La grandezza di San Giuseppe, il terrore dei demoni
MARZO 2012
Per Christum abundat consolatio nostra
CONSOLATIO
BOLLETTINO DI INFORMAZIONE A CURA DELL’OPERA DELLA DIVINA CONSOLAZIONE
Gesti e parole
del Papa
fanno
imbestialire
Satana
L’on. Giovanardi
bersagliato
dalla “mafia”
omosessuale
solo per aver
detto la verità
Andrea Riccardi
L'Imu alla Chiesa? Un malcelato
odio
verso
la
“Sposa di Cristo”
Monti
vuole
“abolire”
Dio
La grandezza di
San Giuseppe,
il terrore dei demoni
CONSOLATIO - MARZO 2012
P a g i n a
CONSOLATIO
2
L’immagine del mese…
Chiesa parrocchiale del Cristo Redentore ad Arborea (OR)
Mosaico della facciata
Interno - Sul fondo l'altare
Invitiamo i nostri lettori a inviarci ([email protected])
le loro foto “liturgiche” che ritengono opportuno pubblicare con una
breve descrizione. La redazione si riserva di valutare le foto arrivate
e scegliere le più adatte per la pubblicazione.
CONSOLATIO - MARZO 2012
P a g i n a
Per Christum abundat consolatio nostra
CONSOLATIO
BOLLETTINO
DI INFORMAZIONE
A CURA DELL’OPERA
DELLA DIVINA
CONSOLAZIONE
Fondatore dell’Opera e
responsabile
del Bollettino:
Padre Giuseppe
Tagliareni.
Sede:
“Casa S. Giorgio”
Contrada S. Giorgio
(Sciacca, S.S. 115
al km. 129,8).
Riceve per appuntamento
il martedì pomeriggio e il
sabato.
SOMMARIO
Meditazioni di padre Giuseppe Tagliareni
LA VIA DELLA PERDIZIONE E LE
TENTAZIONI
pp. 6-7
PER UNA NUOVA SOCIETÀ.
Introduzione ad un “Terza Via” (Parte 3).
Di Padre Giuseppe Tagliareni pp. 8-9
(
Va avanti la lobby
omosessualista
pp. 12-13
I cosiddetti “ministri cattolici” approvano…
Tel. 0925 997015
Monti vuole “abolire” Dio.
www.odc.altervista.org
pp.14-15
Cell. 3398896068 (TIM),
3931409912 (WIND)
padregius43@
gmail.com
3
Una riflessione sulla scomparsa di Oscar Luigi Scalfaro.
Quando la democrazia conta
più della verità...
p.20
MESSAGGIO DEL PAPA PER LA QUARESIMA 2012
«Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda
nella carità e nelle opere buone» (Eb 10,24)
«La Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflettere sul cuore della vita
cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l'aiuto della Parola di
Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario.
E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in
attesa di vivere la gioia pasquale. [...] Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una
testimonianza rinnovata di amore e di fedeltà al Signore, tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone. Questo richiamo è particolarmente forte nel tempo santo di preparazione alla Pasqua. Con l’augurio di una santa
e feconda Quaresima, vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria e di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica.
CONSOLATIO - MARZO 2012
P a g i n a
DAL
VATICANO
4
CONSOLATIO
Gesti e parole del Papa fanno imbestialire Satana
L'impressionante incontro di Papa Ratzinger
con due posseduti durante un’udienza generale
È una mattina di maggio
dell’anno 2009. Joseph Ratzinger è Papa già da quattro anni.
Nel corso del suo pontificato ha
parlato più volte di Satana. Capisco che per lui il demonio è
uno spirito esistente, che lotta
e agisce contro la Chiesa. E contro di lui. Altrimenti non si spiegherebbero frasi del genere:
«Per quanti continuano a peccare senza mostrare nessuna
forma di pentimento, la prospettiva è la dannazione eterna,
l’inferno,
perché
l’attaccamento al peccato può
condurci al fallimento della nostra esistenza. È il tragico destino che spetta a chi vive nel peccato senza invocare Dio. Solo il
perdono divino ci dà la forza di
resistere al male e non peccare
più. Gesù è venuto per dirci che
ci vuole tutti in paradiso e che
l’inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore». E ancora: «Oggi constatiamo con dolore
nuovamente che a Satana è stato
concesso di vagliare i discepoli visibilmente davanti a tutto il mondo. E
sappiamo che Gesù prega per la fede
di Pietro e dei suoi successori. Sappiamo che Pietro, attraverso le acque agitate della storia, va incontro
al Signore ed è in pericolo di affondare, ma viene sempre di nuovo sorretto dalla mano del Signore e guidato sulle acque». Fa caldo in piazza
San Pietro. La primavera è oramai
inoltrata. Il sole picchia sulla piazza
dove una folla di fedeli aspetta il Papa. È mercoledì,il giorno dell’udienza
generale. I fedeli sono arrivati da
tutto il mondo. Dal fondo della piazza entra un gruppetto di quattro persone. Due donne e due giovani uomini. Le donne sono due mie assistenti. Mi aiutano durante gli esorcismi, pregano per me e per i posseduti e assistono per quanto è loro possibile i posseduti nel loro lungo e
difficile percorso di liberazione. I due
giovani uomini sono due posseduti.
Nessuno lo sa. Lo sanno soltanto loro
e le due donne che li “scortano”.
Quel mercoledì le donne decidono di
portare i due all’udienza del Papa
perché pensano che potrebbero trarne giovamento. Non è un mistero
che molti gesti e parole del Papa facciano imbestialire Satana. Non è un
mistero che anche la sola presenza del Papa inquieti e in qualche modo aiuti i posseduti nella
loro battaglia contro colui che li
possiede. I quattro si avvicinano
verso le transenne in prossimità
del “palco” da dove Benedetto
XVI di lì a poco è chiamato a parlare. Le guardie svizzere li fermano. Non hanno i biglietti per proseguire oltre. Le due donne insistono. È importante per loro riuscire a portare i due posseduti il
più possibile vicino al Papa. Le
guardie svizzere non ammettono
deroghe e intimano loro di allontanarsi. Così una delle due donne fa finta di sentirsi male. La
sceneggiata ottiene un risultato.
I quattro vengono fatti accomodare oltre le transenne, nei posti
riservati ai disabili. «Avete visto,
Giovanni e Marco?» chiedono le
due donne ai due posseduti. «Ce
l’abbiamo fatta. Tra poco arriverà il Papa e noi siamo qui vicini a
lui.» I due non parlano. Sono
stranamente silenziosi. È come se
coloro che li possiedono (si tratta di
due demoni diversi) stiano cominciando a capire chi di lì a poco arriverà in piazza. Suonano le dieci.
Dall’arco delle campane, il portone a
fianco della basilica vaticana, esce
una jeep bianca. Sopra tre uomini.
Un guidatore, il Papa in piedi e, seduto al suo fianco, il suo segretario
particolare monsignor Georg Gänswein. Le due donne si girano verso
Giovanni e Marco. Istintivamente li
sorreggono con le braccia. I due, infatti, iniziano ad avere comportamenti strani. Giovanni trema e batte
i denti. Le due donne capiscono che
qualcuno sta cominciando ad agire
CONSOLATIO - MARZO 2012
Per Christum abundat consolatio nostra
nel corpo di Giovanni e di Marco. Qualcuno che col passare dei
minuti si mostra sempre più agitato. «Giovanni, mantieni il controllo di te stesso» dice una delle due donne. «Mantieni il controllo, Giovanni. Non farti sopraffare. Reagisci. Mantieni il controllo.»
L’altra donna dice le stesse parole a Marco. Giovanni non sembra
ascoltare le parole della donna. Salvo, d’improvviso, girarsi e dirle
con voce lenta e che sembra venire da non si sa quale mondo: «Io
non sono Giovanni». La donna non dice più nulla. Sa che con il
diavolo solo un esorcista può parlare. Se lei lo facesse sarebbe
molto rischioso. Così rimane in silenzio e si limita a sostenere il
corpo di Giovanni ora completamente in mano al demonio. La
jeep gira per tutta la piazza. I due posseduti si piegano per terra.
Battono la testa per terra. Le guardie svizzere li osservano ma non
intervengono. Sono forse abituate a scene del genere? Forse sì.
Forse altre volte hanno assistito alle reazioni dei posseduti innanzi al Papa. La jeep compie un lungo percorso. Poi arriva in cima
alla piazza, a pochi metri dal portone della basilica vaticana. Il
Papa scende dall’auto e saluta le persone poste nelle prime file.
Giovanni e Marco, insieme, iniziano a ululare. Sdraiati per terra
ululano. Ululano fortissimo. «Santità, santità, siamo qui!» urla al
Papa una delle due donne cercando di attirare la sua attenzione.
Benedetto XVI si gira ma non si avvicina. Vede le due donne e
vede i due giovani uomini per terra che urlano, sbavano, tremano, danno in escandescenze. Vede lo sguardo d’odio dei due uomini. Uno sguardo diretto contro di lui. Il Papa non si scompone.
Guarda da lontano. Alza un braccio e benedice i quattro. Per i due
posseduti è una scossa furente. Una frustata assestata su tutto il
corpo. Tanto che cadono tre metri indietro, sbattuti per terra.
Adesso non urlano più. Ma piangono, piangono, piangono. Gemono per tutta l’udienza. Quando poi il Papa se ne va, rientrano in
se stessi. Tornano se stessi. E non ricordano nulla. Benedetto XVI
è temutissimo da Satana. Le sue messe, le sue benedizioni, le sue
parole sono come dei potenti esorcismi. Non credo che Benedetto XVI compia esorcismi. O almeno la cosa non mi risulta. Credo
tuttavia che tutto il suo pontificato sia un grande esorcismo contro Satana. Efficace. Potente. Un grande esorcismo che molto dovrebbe insegnare ai vescovi e ai cardinali che non credono: costoro comunque dovranno rispondere della loro incredulità. Non
credere e soprattutto non nominare esorcisti laddove ce ne è esplicito bisogno è, a mio avviso, un peccato grave, un peccato
mortale. Il modo con cui Benedetto XVI vive la liturgia. Il suo rispetto delle regole. Il suo rigore. La sua postura sono efficacissimi
contro Satana. La liturgia celebrata dal Pontefice è potente. Satana è ferito ogni volta che il Papa celebra l’eucaristia. Satana molto
ha temuto l’elezione di Ratzinger al soglio di Pietro. Perché vedeva in lui la continuazione della grande battaglia che contro di lui
ha fatto per ventisei anni e mezzo il suo predecessore, Giovanni
Paolo II.
Estratto di un capitolo dedicato a Papa Ratzinger
dal libro L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana,
di Padre Amorth e Paolo Rodari (Edizioni Piemme, pp. 263).
Da Vatican Insider del 3 febbraio 2012
P a g i n a
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Se il prete si
confonde coi mondani
e vive nella cupidigia
«Guai se il sacerdote, dimentico di sì divine
promesse, cominciasse a mostrarsi "avido di
turpe lucro" e si confondesse con la turba dei
mondani, su cui geme la Chiesa insieme con
l'Apostolo: "Tutti pensano alle cose loro, non
a quelle di Gesù Cristo". In tal caso, oltre il
mancare alla sua vocazione, raccoglierebbe il
disprezzo del suo stesso popolo, il quale riscontrerebbe in lui una deplorevole contraddizione tra la sua condotta e la dottrina evangelica così chiaramente espressa da Gesù
e che il sacerdote deve annunziare: "Non
cercate di accumulare tesori sopra la terra,
dove la ruggine e il tarlo li consumano e dove i
ladri li dissotterrano e li rubano; procurate
invece di accumulare tesori nel cielo". Se si
pensa che uno degli Apostoli di Cristo, uno dei
Dodici, come mestamente notano gli Evangelisti, Giuda, fu condotto all'abisso dell'iniquità appunto dallo spirito di cupidigia delle
cose terrene, ben si comprende come questo
medesimo spirito abbia potuto arrecare tanti
danni alla Chiesa attraverso i secoli: la cupidigia, che dallo Spirito Santo è detta "radice
di tutti i mali", può trascinare a qualunque
delitto; e quando anche non arrivi a tanto, di
fatto un sacerdote infetto da tale vizio,
consciamente o inconsciamente fa causa comune coi nemici di Dio e della Chiesa e coopera ai loro iniqui disegni. E invece il sincero
disinteresse concilia al sacerdote gli animi di
tutti, tanto più che con questo distacco dai
beni terreni, quando viene dall'intima forza
della fede, va sempre congiunta quella tenera
compassione verso ogni sorta d'infelici, che
trasforma il sacerdote in un vero padre dei
poveri, nei quali egli, memore di quelle commoventi parole del suo Signore: "Ogni volta
che avete fatto qualche cosa per uno dei più
piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatta a
me", con affetto singolare vede, venera e
ama Gesù Cristo stesso».
Papa Pio XI
Dall'Enciclica “Ad catholici sacerdotii”.
CONSOLATIO - MARZO 2012
P a g i n a
CONSOLATIO
6
Meditazione di Padre Giuseppe Tagliareni
LA VIA DELLA PERDIZIONE
1. Quando la Madonna apparve ai tre pastorelli di Fatima (1917), fra
l‘altro fece loro vedere l‘Inferno: un mare di fuoco e fiamme che si
levavano in alto trascinando come carboni accesi anime e demoni; questi
si distinguevano per le forme orribili e strane. I tre piccoli ebbero
grande orrore e paura. La Madonna li confortò e poi disse: ―Avete visto
l‘Inferno. Ecco dove vanno a finire le anime dei peccatori‖. Per impedire
un tale esito, che è la sventura più grave che mai si possa verificare,
perché dall‘Inferno non si esce più, occorre che i peccatori si convertano finché sono in vita e tornino a vivere in Grazia di Dio, che è la vita
divina ricevuta col Battesimo. Per facilitare questo ritorno e quindi la
Salvezza eterna, la Santa Madre di Dio raccomanda la preghiera del S.
Rosario, la Confessione dei peccati, la S. Comunione e la consacrazione
o affidamento al Suo Cuore Immacolato. Ai tre pastorelli insegnò anche
questa preghiera, da dire ad ogni decina del Rosario: ―O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell‘Inferno, porta in Cielo
tutte le anime specialmente le più bisognose della tua Misericordia‖. S.
Faustina Kowalska, l‘apostola della Divina Misericordia, in una certa
occasione ebbe dal Signore l‘esperienza di scendere all‘Inferno e costatare le pene di cui soffrono i dannati, che poi essa descrisse nel suo
Diario. E‘ proprio un gesto di grande Misericordia il mettere in guardia
gli uomini dal cadere in quell‘abisso. Per questo il Signore lo ha rivelato.
Se uno non ci crede, è libero di non credervi, ma è bene che sappia qual
è il burrone in cui potrebbe andare a finire per sempre e se vuole salvarsi può farlo, finché è in vita. Chi nega l‘esistenza dell‘Inferno, non
solo va contro la divina rivelazione e i dogmi della Chiesa cattolica, ma
rischia di andarci a finire dentro, senza poi poterne mai più uscire. Non
è saggio chiudere gli occhi per non vedere l‘abisso e andare avanti così!
2. Quali sono le sofferenze dei dannati? Sono tante e terribili. La teologia, che studia la rivelazione e la Bibbia, ne enumera diverse. Esse
sono: -il ―fuoco inestinguibile‖ (Mt 25,41), che colpisce e tormenta
anche l‘anima del dannato (cf. parabola del ricco epulone: Lc 16,19-31); il ―pianto e lo stridore di denti‖ (Mt 8,12), cioè dolore e infelicità, rabbia e desiderio di vendetta;
-rimorso per le colpe commesse, che dà un continuo e implacabile tormento interiore; -privazione di Dio come Amico; questa è la pena maggiore: non poterlo amare, non poterlo godere; -compagnia dei demoni e
schiavitù a Satana come tiranno e padrone assoluto; -odio verso se
stessi e verso tutti: i dannati non possono più amare niente e nessuno;
tra di loro vi è complicità e non amore; è il fallimento definitivo
dell‘uomo; -tormento dei sensi: fuoco, buio, fetore, disgusto, urla… Più
tormentati sono i sensi con cui più si peccò: ―Con quelle stesse cose per
cui uno pecca, con esse è poi castigato‖ (Sap 11,16).
-la disperazione, cioè l‘assoluta certezza che non vi sarà mai cambiamento del loro stato infelice. Le pene dell‘Inferno sono eterne. I dannati lo sanno e questo causa in loro la ―disperazione‖, cioè l‘assoluta
mancanza della speranza di avere un‘altra sorte, perché la condanna
divina è definitiva. Questa è dovuta all‘ostinazione del peccatore nella
volontà di peccare: chi muore senza pentimento dei suoi peccati, viene
fissato in eterno in tale atteggiamento. E‘ questa ―la bestemmia contro
lo Spirito Santo‖ (Mt 12,31), per la quale non c‘è perdono, come è stato
per Satana e gli Angeli ribelli. Tale atteggiamento di durezza di cuore e
ostinazione della volontà incomincia sulla terra e porta dritto
all‘Inferno. 3. Quali sono le vie che portano all‘Inferno? Sono molte e
purtroppo molto frequentate. Dice Gesù: ―Entrate per la porta stretta,
perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e
molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta
e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la
trovano!‖ (Mt 7,13-14). Ecco alcune vie di perdizione: 1. Perdere la fede
e vivere come se Dio non ci fosse. Non pregare, non tener conto dei
Comandamenti di Dio né dei richiami dei Sacerdoti. Disertare la Chiesa,
profanare la Domenica. Non credere al Papa, alle apparizioni della Ma-
donna o del Signore, ai loro ―Messaggi‖, etc.; vivere come se mai si
dovesse rendere conto. 2. Crescere e vivere secondo il principio del
piacere. Io faccio solo ciò che mi piace, ciò che mi dà gusto e soddisfazione. Voglio le mie gratifiche. I figli – dicono tutti - non bisogna farli
crescere inibiti e complessati. Si devono lasciare liberi (di perdersi?)!
3. Lasciarsi teleguidare dalla Tv. Vedo cosa c’è. Vedo come ci si diverte.
Guardo come fanno gli altri. Mi interessa la moda, mi piacciono gli spettacoli; voglio divertirmi; cerco cose interessanti, rilassanti, stimolanti…
Voglio novità! Desidero tutto ciò che vedo! Non nego nulla ai miei occhi!
4. Non assumersi impegni di lavoro e di studio. La giovinezza - dicono in
tanti - è tempo di spasso e divertimento. Se uno non si diverte, che
bello c‘è? L‘impegno fa paura; il lavoro può aspettare. Voglio un lavoro
che mi piaccia e mi dia molti soldi, dicono. 5. Fare vita notturna tra
fumi, alcol e gente allegra. Le avventure e le persone più interessanti si
trovano di notte. Il giorno si dorme e la notte ci si diverte. La droga e
l‘alcol, il fumo e le risate, la buona compagnia: questo voglio! 6. Sesso
facile e convivenza; no alla verginità. Il sesso è un piacevole passatempo. Non serve a trasmettere la vita, se non per sbaglio. Bisogna fare
molte esperienze e convivere con la persona amata, fin quando la cosa
va. Poi si cambia. Si vive cercando l‘amore! 7. Amore libero, aborto e
divorzio se si vuole. L‘amore deve essere libero: si sta insieme fino a
quando conviene. Uno non deve essere costretto a stare con una persona verso la quale non sente più nulla. L‘aborto poi, è scelta di libertà. E‘
diritto della donna! 8. Darsi all‘evasione, all‘ebbrezza, alla lotteria, al
gioco. La vita è troppo stressante. I soldi poi, non bastano mai. Bisogna
uscire dai propri ruoli e tentare la sorte. Ci vuole fortuna nella vita! E‘
bello essere ricchi, sani e fortunati per darsi alla gioia pazza. Altrimenti la vita è monotona. Voglio viaggi, turismo e spettacoli! Voglio qualcosa
di forte, di eccitante: voglio lo sballo! 9. Non pensare mai che si deve
rendere conto a Dio. E‘ meglio non pensare a Dio, perché porta tristezza e angoscia. Probabilmente Dio non c‘è. E se c‘è, è certamente diverso
da come dicono i preti. E‘ un Dio che perdona tutti e sempre. Dio è
grande! Non è grande la sua Misericordia?
10. Non soffrire mai e ammettere l’eutanasia. Il dolore e la sofferenza
- si dice - sono i veri nemici dell‘uomo. Bisogna evitarli con ogni cura. Se
uno è malato e irrecuperabile, è meglio che si tolga di mezzo in maniera
indolore. Perché soffrire? Non è umano! 11. Usare la bugia ed avere
sempre ragione. Le bugie a volte servono. Non bisogna dire la verità,
altrimenti gli altri ti ricattano. E‘ meglio nascondere le proprie cose e
non darsi mai per vinto, altrimenti ti calpestano. La menzogna è un‘arma
per saper vivere dove tanti vogliono vendere la tua pelle. 12. Pensare
solo a se stessi e fregarsene degli altri. Se non ci penso io a me stesso,
nessuno si ricorda di me. Voglio farmi una posizione forte e privilegiata,
in modo da non avere bisogno di nessuno. Ognuno per sé. Me ne infischio degli altri. Se non ci penso io per me, chi ci deve pensare? 13.
Sapersi vendicare dei torti ricevuti. Chi perdona è un debole e presto
gli altri gli metteranno i piedi fin sopra il collo. Bisogna farsi rispettare
e dare le giuste lezioni a chi mi calpesta. La vendetta si serve fredda!
C‘è una vera soddisfazione nel vendicarsi. ―Quando il Figlio dell‘uomo
verrà nella sua gloria… Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da
me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi
angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto
sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete
visitato. Anch‘essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo
visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e
non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni
volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più
piccoli, non l‘avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio
eterno, e i giusti alla vita eterna‖ (Mt 25,31-32.41-46).
CONSOLATIO - MARZO 2012
Per Christum abundat consolatio nostra
P a g i n a
7
Meditazione di Padre Giuseppe Tagliareni
La tentazione
* Tutti siamo sottoposti alla tentazione. Chi ci tenta è
Satana. Egli cerca di allontanarci da Dio facendoci disobbedire alla Sua Legge: quella naturale scritta nei
cuori e quella rivelata (i 10 Comandamenti). Chi fa il
peccato diventa schiavo di Satana e un giorno, se non
si converte, sarà condannato e mandato all‘Inferno.
Vedi la prima tentazione: Genesi 3.
*‖Chi fa il peccato è schiavo del peccato. Se il Figlio vi
farà liberi, sarete veramente liberi‖.
come visitare gli
ammalati, etc.
-fare più adorazione del Santissimo Sacramento.
A s s u m e r e
l’atteggiamento
penitenziale giusto
*Ritornare pentiti con Gesù al Padre della vita e della gioia come si rivela a Pasqua.
*Rigettare l’atteggiamento mondano:
-godereccio: alla ricerca dei piaceri della vita presente;
-interessato: alla conquista di altri beni e all‘accumulo;
-conflittuale: in lotta con oppositori e concorrenti;
-alienato: dimentico della patria celeste;
-assolutorio: ―Che male c‘è? Lo fanno tutti!‖.
* Lasciare il peccato e riparare le offese fatte a Dio:
-soprattutto con la lingua: - non imprecare più; - non
mormorare; - non giudicare.
-amare il silenzio e portare la propria croce in pace.
* Promuovere uno stile di vita più umile e penitente
con: 1) elemosina (carità): - privarsi di qualche cosa
per darla ai poveri; - dare un po‘ del proprio tempo agli
altri. 2) digiuno (riparazione): - saltare la cena oppure
pane e acqua mercoledì e venerdì; - limitare i discorsi
e le telefonate; - evitare le chiacchiere; 3) preghiera
(Dio al centro): - S. Messa giornaliera con Coroncina
della Divina Misericordia e preghiere per le anime del
Purgatorio e i nostri defunti.
-più adorazione a Gesù Eucaristia
* So accettare le mortificazioni che la vita ci impone
per Dio?
* Organizzare la vita personale e comunitaria su tre
pilastri:
A. primato della Parola di Dio: meditazione, lectio
divina, lettura della Bibbia;
B. centralità dell’Eucaristia: S. Messa ogni giorno e
adorazione frequente;
C. testimonianza della fraternità nel nome di Cristo:
accoglienza e aiuto fraterno.
* Fai un esame critico della tua vita e cerca di delinea-
* Gesù, Figlio di Dio, è venuto per riscattare i peccatori, liberarli dal giogo di Satana e dalla futura condanna
e poi portarli con Sé in Paradiso, nel Regno di Dio, dove
c‘è gioia e vita eterna.
* Satana si vince come ha fatto Gesù: rifiutando di
disobbedire al Padre, qualunque cosa il demonio ci offra. Egli ci offre sempre qualcosa di attraente che
promette felicità immediata. In verità, è un inganno,
perché porta dentro un veleno di morte, che uccide
l‘anima togliendole la Grazia di Dio e la fa sua schiava.
* Seguendo Gesù vinciamo la seduzione diabolica e alla
fine condivideremo la gloria della risurrezione. Questo
è quello che celebreremo a Pasqua. C‘è un legame tra il
peccato e la morte: chi pecca, muore; chi vince il peccato (con Gesù), risorge!
* Il mondo va male, perché si dà in massa a Satana,
calpestando tutti i Comandamenti di Dio. Si rischia
così un altro castigo simile a quello del diluvio universale. L‘umanità di oggi è peggiore di quella dei tempi di
Noè. Chi si mette con la Madonna si salverà. Lei è come
quell‘arca dove Noè e la sua famiglia trovarono scampo.
Sopra di lei splende l‘arcobaleno della divina Alleanza,
perché Maria porta con sé Gesù, colui che dà salvezza
e riscatta dal peccato.
Cosa fare per la Quaresima?
-più preghiera e più Parola di Dio; -promuovere uno
stile
di
vita
più
sobrio e
ritirato;
astenersi
dalle carni il venerdì;
-fare più
opere di re un tuo programma di vita.
car ità
CONSOLATIO - MARZO 2012
P a g i n a
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CONSOLATIO
PER UNA NUOVA SOCIETÀ
Introduzione ad un “Terza Via”
(Parte 3)
di Padre Giuseppe Tagliareni
Pensiero e prassi “liberal”
La disumanità di questo Sistema è palese, anche se ipocritamente giustificato. Ne
vogliamo enucleare le massime principali, al fine di stimmatizzarle e rigettarle. Eccone alcune: -―Laissez faire,
laizzer passer!‖ = libertà
d‘iniziativa, rifiuto di controlli stretti, di vincoli… Libero mercato e concorrenza spietata per la conquista e la supremazia su tutti.
-Il profitto sopra ogni cosa;
―business is business!‖; il tempo è denaro. -Minima spesa e massimo rendimento. Il successo giustifica tutto: chi ha successo vale. -Il consumo fa aumentare la
domanda e i profitti; il risparmio no. -L‘uomo è macchina per produrre o un potenziale consumatore; per questo vale. -Impiegare-produrre-consumare: ecco il
regime vitale. Chi si ferma è perduto. -La vita è bella per chi ha i mezzi per
godersela, per soddisfare tutti i suoi desideri. -Il ricco conta; il povero non è
nessuno. Uno vale per quello che ha o per quello che sa fare. -E‘ ricco chi possiede e aumenta la sua ricchezza. E‘ povero chi non ha né beni né abilità. -Bisogna
avere molti soldi: col denaro si compra tutto. -La vita è lotta per il successo o
per la sopravvivenza. Il debole viene eliminato. -Ognuno difende il suo diritto:
chi è più forte vince. Pur di vincere tutto è ammesso. -La felicità è per chi è ricco, sano e fortunato. Felicità è avere il piacere di vivere bene. -Il piacere è il
massimo bene. Il dolore è il massimo male. -Si sta insieme fin quando c‘è piacere, fin quando non si trova di meglio. -Quando una cosa, pur anche la vita o il
matrimonio, non dà più piacere, si può gettare via. -Al vecchio e al malato va bene
l‘eutanasia. Una gravidanza indesiderata si può interrompere. -Ognuno ha diritto
di essere felice nella vita presente. ―Del doman non v‘è certezza!‖. -L‘evasione e
la vacanza sono un diritto; se no, quando si è felici? -Gioco, fumo, alcol, droga,
sesso a volontà è giusto; contro volontà no. -I governanti devono legittimare i
modi correnti di vivere e non mettersi mai contro. - Il voto va sapientemente orientato su candidati potenti e ben integrati col Sistema. -I mass-media sono un
potente fattore di conquista, di mercato, di successo popolare. -Ciò che conta in
Tv non è la verità ma dare spettacolo e accrescere audience e share. -Non esiste verità assoluta. E’ vero ciò che produce maggiore consenso: ―Così è, se vi
pare‖. -―Uno, nessuno, centomila‖: tutti si recita a ruoli intercambiabili, secondo
AVVISO
AI
LETTORI
Cari amici
lettori,
sappiamo
che ci
leggete
in migliaia.
Desidereremmo
conoscere
la vostra
opinione
in merito
a queste
idee
per una
nuova società
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le vostre
riflessioni:
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CONSOLATIO - MARZO 2012
Per Christum abundat consolatio nostra
convenienza. -C‘è equivalenza
tra fiction e realtà. Non conta
ciò che è, ma ciò che appare.
-Il pensiero di Dio e dell‘al di là
non è utile. Il vero peccato è
non essere felici qui e subito! La cosa più brutta è la morte:
bisogna esorcizzarla, nasconderla, negarla, trasformarla. Se non si è felici, non val la pena vivere. Sì al suicidio e
all‘eutanasia. Sì all‘eugenetica. La religione va bene in sagrestia. Il mondo civile è ―laico‖ cioè
senza fede. -Chi vuole riti religiosi in chiesa, li trasformi in
show. Se no, non dicono nulla. Papi, preti e vescovi stiano zitti:
non hanno nulla da insegnare alla
nuova società.
Pensiero e prassi di massa
Anche il marxismo, specie il comunismo nelle sue varie espressioni e incarnazioni, è disumanizzante e mortifero per lo spirito
umano e per la civiltà. Ricordiamo qualche massima o principio
ispiratore della prassi relativa: La lotta e la violenza sono il
motore della storia. Uniti siamo
forti. Decisi siamo vincitori. L‘unione fa la forza. Chi è solo è
perduto. Fuori del
gruppo
l‘individuo non ha valore né peso.
-Ciò che cambia la società è la
prassi, cioè l’azione collettiva.
Anima della prassi è l’ideologia.
-L‘ideologia cala nella massa mediante la propaganda e la presa
di coscienza. -La massa unita è
potenza. Messi nel branco si sta
bene. Chi non è con noi è contro
di noi. -La massa è un fiume in
piena. Chi sa dirigerla guida la
storia. -Il cervello di una massa
è il suo leader: rende il pensiero
e l‘agire del tutto omogeneo. Come cambia la prassi, così cambia il mondo, via via che la prassi
si generalizza. -La potestà è nel
popolo. Ma il popolo va guidato
dal Partito e questo dal suo
leader. -Chi ci si oppone è nemico da vincere a da abbattere con
ogni mezzo, anche violento. Principale nemico è chi ha in mano mezzi di produzione e capitali. -Tutto dev‘essere dello Stato
e sotto il suo controllo. -E’ lo
Stato che deve assumersi tutti
i servizi e tutta la ricchezza. Ad ognuno il suo, ma tutti devono lavorare per lo Stato. -Lo
Stato viene prima della famiglia.
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Tutti i figli appartengono allo
Stato, che deve educarli. -La
scuola di ogni genere e grado
deve essere gestita dallo Stato
ateo e socialista. -I valori sono
quelli della massa e della prassi
corrente. Ciò che non è omologato non ha valore. -Chi possiede i
mass-media orienta la prassi dove vuole. E‘ il Partito che deve
averli in mano. -Il “collettivo” è
il motore della massa, la sua
cinghia di trasmissione e fattore
di potenza. -La vita del singolo,
volente o nolente, va sacrificata
all‘interesse collettivo. -Il sangue deve scorrere. La rivoluzione dev’essere permanente, almeno sotto forma di lotta. -Lo sciopero selvaggio è giustificato come mezzo per cambiare la società
capitalista.
-Fuori
dell‘interesse collettivo della
massa, non c‘è né verità né libertà. -Vado dove vanno tutti. Lo
fanno tutti; che male c‘è? Se lo
dicono tutti, sarà vero! -Dio non
c‘è. La religione è “oppio del
popolo”. E‘ alienante. Va combattuta con ogni mezzo. -Aborti,
divorzi, coppie di fatto, eutanasia… sono da rendere legali per
l‘ordinato vivere. -Chi non pensa
o agisce come la massa è un pericoloso revisionista, un pericolo
pubblico. -L‘esproprio proletario
e la disobbedienza civile sono
legittimi mezzi di cambiamento
sociale.
(CONTINUA)
CONSOLATIO - MARZO 2012
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CONSOLATIO
Emergenza lavoro, le preoccupazioni dei
Vescovi siciliani
Il numero sempre crescente di
lavoratori dipendenti che ha perso
o sta perdendo il lavoro; il blocco
quasi totale del comparto edilizio
che ha messo in crisi la filiera delle
nuove costruzioni e il dinamismo
delle ristrutturazioni; il settore
della pesca fortemente compromesso dalla concorrenza sleale
degli armatori stranieri, non tenuti a rispetto delle norme
restrittive di Paesi Europei e dagli ingenti costi della navigazione e della refrigerazione; la precarizzazione del lavoro
giovanile, anche in molti settori di pubblico impiego, la presenza di contratti a termine nei Comuni, nelle Province, nella
sanità come nella scuola. Sono i temi che hanno preoccupato i
vescovi siciliani, nel corso dei lavori della sessione invernale
della Conferenza Episcopale Siciliana, che si è tenuta nei
giorni 7-8 febbraio 2012 sotto la presidenza del Cardinale
Paolo Romeo. I presuli siciliani sono tornati ancora una volta
ad occuparsi della grave crisi economica che attanaglia l‘Isola
e hanno preso atto del fatto che l‘intero assetto del tessuto
sociale è attraversato, anche se in misura diversa, dalle conseguenze della crisi. Nel sistema economico siciliano tale crisi
non risparmia alcun settore. A fronte di questa situazione,
che assume toni sempre più preoccupanti, l‘episcopato sici-
liano ha sollecitato il confronto tra
le parti sociali, gli imprenditori e le
rappresentanze
politicoistituzionali di partiti e movimenti.
In tutte le diocesi sono state avviate, accanto alle ordinarie forme
di intervento a sostegno di antiche
e nuove povertà, iniziative di microcredito che coinvolgono banche
ed enti locali, per intervenire in molte situazioni di disagio,
impegnando anche fondi e beni diocesani, esponendosi come
garanti per sostenere e agevolare la concessione di prestiti e
mutui. Ma questo impegno può non risultare sufficiente né
risolutivo senza una azione coordinata delle istituzioni politiche regionali e nazionali. Le molteplici iniziative di protesta
dei lavoratori, quelle già svolte e quelle programmate mirate a
richiamare l‘attenzione sulla insostenibilità della crisi da
parte delle famiglie, delle imprese piccole e grandi, pubbliche
e private, trovano attenzione e solidarietà da parte dei Vescovi, ma trovano anche una ferma disapprovazione tutte
quelle forme di manifestazioni che paralizzano ogni attività,
producendo irreversibili danni per altre categorie di lavoratori, distruggendo risorse e beni di consumo per milioni di
euro, con l‘unico risultato dell‘isolamento dell‘intera società
civile isolana da quella nazionale ed europea.
La Sicilia dei FORCONI continuerà le proteste?
Contadini, allevatori, pescatori, piccoli imprenditori, commercianti, autotrasportatori, ecc. La Sicilia, come abbiamo visto (non senza censure da parte dei TG) personalmente o moralmente ha aderito allo sciopero dei cosiddetti FORCONI. Tutti i settori economici dell‘Isola,
infatti, sono stati gravemente colpiti e pesantemente danneggiati dalla crisi economica mondiale che stiamo vivendo. Il tessuto produttivocommerciale in Sicilia è oramai sfilacciato, ridotto a strame: decenni di corruzione ed incultura sistematica (e anche se in parte imposta
dall‘alto) delle varie amministrazioni regionali e locali, ma anche statali, sono la ragione più importante di questo disastro, oltre all‘azione di
logge, cosche e camarille che pullulano negli anfratti di quella ‗mafia bianca‘ (il ceto parassitario locale) allevato dal centro a scopo di controllo. In mezzo a questa baraonda del fango, si arriva perfino all‘imposizione di accise sui carburanti maggiori che nel resto dell‘Italia. Un
‗non sense‘, essendo la stragrande maggioranza dei carburanti raffinati in Italia, prodotta nelle raffinerie di Augusta-Priolo-Siracusa, Gela
e Milazzo. Insomma, la beffa oltre il danno, cornuti e mazziati. Non solo i siciliani si sorbiscono il cancro, le patologie e l‘inquinamento emanati dalle raffinerie, ma pure devono pagarne il prodotto a un prezzo maggiorato rispetto al resto d‘Italia, verso cui è destinata la produzione. Una realtà che assomiglia notevolmente allo status delle colonie del XIX-XX.mo secolo, cioè soggette al saccheggio delle proprie
risorse e contemporaneamente obbligate ad acquistare quelle stesse risorse che produce, e le merci estere, al prezzo stabilito dal centro
coloniale. I Movimenti ―Forconi‖ e ―Forza d‘Urto‖ chiedono: - misure per la salvaguardia del comparto agrario; le colture, gli allevamenti e i
patrimoni naturistici sono stati letteralmente abbandonati a se stessi, con interi agrumeti, che vengono trasformati in cosiddette ‗Città
Mercato‘, ipermercati quasi sempre di origine straniera, che dopo aver frantumato l‘economica della zona localizzata, restano semivuoti o
addirittura chiudono i battenti; - l‘abbassamento di una pressione fiscale che colpisce il ceto produttivo di una economia residuale, strozzata da un apparato fiscale, tanto elefantiaco quanto ottuso, incapace di promuovere le attività, ma solo di soffocarle, ucciderle con un carico
fiscale abnorme, gestito con modalità bizzarre e astruse per perseguire delle finalità, quando ci sono, semplicemente esiziali e deleterie (le
pensioni d‘oro massiccio per gli esponenti più privilegiati dell‘ascarismo politico-amministrativo in Sicilia); - il recuperò di quella fiscalità che
spetta al governo siciliano. - piani di investimenti infrastrutturali e strutturali, e di integrazione dei redditi di vasti ceti sociali oramai
oltre l‘orlo del precipizio economico, individuale, o peggio sociale. Per ottenere tutto ciò sono state bloccate, per alcuni giorni, le arterie di
traffico siciliani. Ovviamente sulle manifestazioni dei Forconi è calata la cappa del silenzio dei mass media istituzionali, privati e pubblici,
se non, peggio, il ricorso a strumenti quali le diffamazioni (accuse di mafia agli scioperanti), le distorsioni di fatti e discorsi, la pura menzogna e perfino meschine insinuazioni dal carattere realmente identitario-tribale. Chissà, adesso, se le proteste continueranno, dopo un mese
di sospensione a febbraio, continueranno a marzo?
Fonte (elaborata) : www.informarexresistere.fr
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Le espressioni dei Vescovi lasciano
il tempo che trovano. Qualche piccolo
aiuto della Caritas non risolve nulla.
Se è bello vedere che i nostri Vescovi
esprimono solidarietà e comprensione
delle dolorose situazioni familiari e sociali che la crisi in atto determina in
Sicilia, ancora più che altrove, ci sembra che le loro espressioni lascino il
tempo che trovano. Qualche piccolo
aiuto della Caritas non risolve nulla. Così
i micro-crediti. Se manca il lavoro e
aumentano le tasse, come si sostiene la
situazione? Le raccomandazioni di incontrarsi tra le parti sociali e quindi di
dialogare, più che fare scioperi e danneggiamenti vari, potrebbero stare meglio sulla bocca di Giorgio Napolitano,
che non in quella dei Pastori della Chiesa. Non dovrebbero forse questi santi
Ministri di Dio darci il senso religioso
delle amare vicende che stiamo vivendo
tutti? Non dovrebbero forse farci alzare lo sguardo implorante misericordia
all’ Unico che può salvare tutto: lavoro,
economia e società? Sembra invece, che
essi non riescano a sollevarsi dal piano
puramente socio-politico e orizzontale,
quasi abbiano timore di fare alzare gli
occhi a politici, imprenditori e lavoratori. Chi di questi infatti, lo fa più? Quanti di questi ormai si ricordano di essere
alla mercé del Nemico del bene, perché
bestemmiano e non pregano più, non
onorano il giorno festivo, non rispettano
il matrimonio né la proprietà, non parlano con verità, non mantengono la parola
data, fanno continui sprechi e lussi, non
rispettano il patrimonio, non lavorano
onestamente, non danno buoni esempi ai
figli, si drogano di calcio e televisione,
sono insensibili ai bisogni dei più miseri,
etc. Divorzi, pedofilia, pornografia, omosessualità, traffici illeciti … fanno il
Boom! E il caos e il malessere aumenta.
I Vescovi non si chiedono come mai in
cinquant’ anni le proporzioni dei frequenta- tori della Messa domenicale si
sono invertite: ieri 85 % praticanti; 15
% non praticanti (1961); oggi: 15 % vanno in chiesa la domenica in Italia; 85 %
no. Cosa ha fatto uscire in massa i fedeli dalla chiesa? Questa è la domanda
cruciale, che non dovrebbe dare requie
a nessun Pastore amante del gregge di
Cristo.
Noi una risposta l’ abbiamo. Crediamo
che nelle chiese, in troppe chiese si è
spento il fuoco: sono fredde. Si è spento il fuoco dell’ amore a Gesù. Si è spenta la luce della fede. Tutti vogliono più
benessere e soldi, più tempo per divertirsi e telefonini, più tempo per sé che
per Dio. Per questo le chiese sono rimaste desolate. In molte ore del giorno e
della notte non c’ è nessuno dentro a
tenere acceso il fuoco del fervore e
dell’ amore verso quell’ unico che può
risolvere tutti i problemi: Gesù-Dio fatto uomo, vivo nel Sacramento
dell’ Eucaristia, presente in tutti i ta-
bernacoli del mondo. In compenso, pub e
discoteche, pizzerie e bar, stadi di calcio e sale Bingo fanno il pieno.
Oltre un terzo degli italiani gioca almeno una volta la settimana (Lotto, Gratta
e vinci, Totocalcio, etc.); quelli che vanno regolarmente da maghi e fattucchiere sono il 20 % degli italiani (più di quelli che frequentano la chiesa la domenica!). Il Governo Monti sta cercando di
eliminare la Festa domenicale, aprendo i
negozi 24 ore su 24 …
Tutti i cristiani oggi hanno altro da fare
che stare davanti al Dio fatto Uomo per
amore e crocifisso per noi; tutti, compresi preti, suore e Vescovi. Tante chiese si aprono solo per la Messa, per circa
un’ ora; finita la quale, una immancabile
voce solerte a chiudere, lo ricorda chiaramente ai pochi fedeli che ancora si
attardano tra i banchi: “E’ ora di chiudere!”.
Ci risuona alle orecchie il lamento di
Cristo: “Ma quando il Figlio dell’ uomo
verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc
18,8). Questo vogliamo dire come un
pungolo ai fedeli.
Proposta: Fare ore di adorazione in
ogni chiesa, perché qualcuno ritorni
ad accendere il fuoco del fervore e
dell’ amore verso Gesù e verso il
prossimo.
P. G.
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Va avanti la lobby omosessualista
Una nuova forma di persecuzione,
promossa dagli omosessuali faziosi
Di Lucio Dalla molti presumono avesse inclinazioni omosessuali; altri, qui a Bologna, dicono che non è assolutamente vero. E
in ogni modo non ne ha mai parlato, pubblicamente. Non faceva parte dell'Arci-gay, tantomeno ha mai appoggiato il gay pride. Le sue azioni parlavano per lui. In centro, a Bologna, lo si poteva trovare spesso alla Messa, anche di giorno feriale; se
capitava si alzava lui a leggere le letture dall'ambone; faceva regolarmente la comunione. Era di una generosità silenziosa
ma leggendaria. Ciononostante, non è da escludere che qualcuno tenti a un certo punto di strumentalizzare la sua memoria
per raggiungere quell'obiettivo di "cambiare gli italiani" annunciato sia dalla Ministra Elsa Fornero sia dal Premier Mario
Monti. Nell'esporre il suo programma per le pari opportunità alla Commissione Affari Costituzionali e Lavoro della Camera,
la Fornero ha parlato specificamente del suo impegno contro la discriminazione di omosessuali e transgender, attribuendo
all'Italia un "grave ritardo culturale, di apertura mentale" e avvisando che stava già lavorando con il Ministro dell'istruzione
Francesco Profumo per farci superare, bontà sua, questi "enormi" ritardi culturali. "La diversità è un valore - ha detto deve essere tra le cose che i bambini imparano da piccoli. I semi si gettano tra bambini e soprattutto nelle scuole. Il 16
febbraio, a Roma, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza dei Ministri , la Ministra ha aperto i lavori di una Conferenza
di presentazione dell'accordo promosso dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - istituito nel 2003 presso il
Ministero delle Pari Opportunità - per l'adesione dell'Italia al Programma del Consiglio d'Europa in materia di
"CONTRASTO DELLA DISCRIMINAZIONE BASATA SULL'ORIENTAMENTO SESSUALE E SULL'IDENTITA' DI GENERE". Il fatto è che il parlamento - da noi eletto - ha già bocciato questo genere di accordo, respingendo la legge
sulla cosiddetta "omofobia". Come si permette il ministro "tecnico" di un governo "tecnico" di ritornarci sopra?
L'ideologia dell'omosessualità - come
spesso capita alle ideologie quando si
fanno aggressive e arrivano a essere
politicamente vincenti - diventa un'insidia alla nostra legittima autonomia di
pensiero: chi non la condivide rischia la
condanna a una specie di emarginazione
culturale e sociale.
Gli attentati alla libertà di giudizio cominciano dal linguaggio. Chi non si rassegna ad accogliere la "omofilia" (cioè
l'apprezzamento teorico dei rapporti
omosessuali) viene imputato di
"omofobia" (etimologicamente la “paura
dell'omosessualità‖). Deve essere ben
chiaro: chi è reso forte dalla luce della
parola ispirata e vive nel "timore di Dio", non ha paura di niente, se non della
"stupidità" nei confronti della quale,
diceva Bonhoeffer, siamo senza difesa.
Adesso si leva talvolta contro di noi
addirittura l'accusa incredibilmente
arbitraria di "razzismo": un vocabolo
che, tra l'altro, non ha niente a che vedere con questa problematica; e in ogni
caso è del tutto estraneo alla nostra
dottrina e alla nostra storia.
Il problema sostanziale che si profila è
questo: è ancora consentito ai nostri
giorni essere discepoli fedeli e coerenti
dell'insegnamento di Cristo (che da millenni ha ispirato e arricchito l'intera
civiltà occidentale), o dobbiamo prepararci a una nuova forma di persecuzione,
promossa dagli omosessuali faziosi, dai
loro complici ideologici e anche da coloro che avrebbero il compito di difendere la libertà intellettuale di tutti, perfino dei cristiani?
Giacomo Biffi, Memorie e digressioni
di un italiano cardinale, Ed Cantagalli,
2010, p.611-612
Dalla, applausi e domande
Sui funerali di Lucio Dalla, domenica scorsa a Bologna, si è tanto scritto, in questi giorni. Spesso a sproposito. Lasciamo da parte (per
ora) la questione dell'omosessualità, tema molto complesso. Ecco un bel commento del laicissimo Filippo Facci, certo non un frequentatore abituale di Chiese e sacrestie.
La mia più grande vergogna di italiano sono gli applausi ai funerali, abitudine spaventosa che si è ripetuta mentre il feretro di Lucio Dalla
lasciava San Petronio. I sociologi possono anche farmi una pippa così e raccontarmi che trattasi di consuetudine di chiara derivazione
televisiva, roba che una volta non c‘era il primo applauso a un funerale pubblico pare che l‘abbia beccato Anna Magnani nel 1973. E infatti
non è una cultura, è un‘incultura non è un indotto della storia, ma di Domenica In. Ma dovrebbero spiegarmi perché questa cosa esiste
solo da noi, come quell‘altro orrore che è l‘applauso mentre atterra l‘aereo. Hanno applaudito la salma di Berlinguer, quella di Moro, quelle
di Nassirya, Falcone e Borsellino, persino Giovanni Paolo II i pellegrini di tutto il mondo rimasero agghiacciati e increduli. I morti non si
applaudono, neanche quelli mediatici. Alla fine del Requiem di Mozart non si applaude. Wagner proibì gli applausi anche alla fine del Parsifal. Non c‘entra la religiosità il raccoglimento è anche laico e pagano, se non reggi la tensione, se la temperatura spirituale è per te inaccessibile, allora stai a casa. Se devi esorcizzare la paura della morte, beh, vai a farti un giro. La buona fede non salva l‘ignoranza un funerale è un rituale, una cerimonia. Provate ad applaudire a un funerale di un marine i funerali diverranno due.
Fonte: www.ilpost.it/filippofacci/2012/03/06/e-morto-applausi/
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Non è naturale il rapporto tra due uomini o due donne
L’on. Giovanardi bersagliato dalla “mafia”
omosessuale solo per aver detto la verità
"Ci sono organi costruiti per ricevere e
organi costruiti per espellere". Lo ha
affermato Carlo Giovanardi, senatore
del Pdl ed ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, commentando durante la trasmissione di Radio 24 ―Non
ci sono più le mezze stagioni‖ - l'impegno
dichiarato dalla ministra Fornero di
difendere i diritti degli omosessuali. "Ci
sono problemi di batteri, eccetera eccetera, che richiedono una grande attenzione nel momento in cui si fanno certe
pratiche, onde evitare malattie, ecc. - ha
spiegato Giovanardi - Quindi nel momento dell'educazione sessuale nelle scuole,
è normale, corretto e fisiologico dare un
modello: gli organi dell'uomo e della
donna sono stati creati per certe determinate funzioni. E non è altrettante
naturale il rapporto tra due uomini o due
donne". "Se il ministro avesse inteso diversamente", ha precisato Giovanardi, "di insegnare che sono naturali anche i rapporti tra
omosessuali, avrebbe la rivolta del Parlamento". E a chi gli chiede: ―Che effetto
farebbero due ragazze che si baciano alla
stazione?‖, Giovanardi ha replicato: "A lei
che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in
bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio".
Da
TMNews del 12.2.2012
A seguito di questo dichiarazioni dell‘On.le
Giovanardi, pienamente condivisibili nella
loro semplicità, è stata scatenata dalla
―mafia‖ gay una violenta persecuzione nei
confronti dell‘ex ministro. Addirittura, per
intimidirlo, hanno organizzato una manifestazione sotto la sua casa, a Modena. A
sostegno dell‘Onorevole, che invitiamo a
continuare nelle sue battaglie per la difesa
della verità umana e, dunque cristiana, ricordiamo alcune sue precedenti affermazioni, che nel corso degli anni lo hanno contraddistinto come uno dei più seri deputati
cattolici.
«Anche nell'insegnamento ai bambini verranno messi sullo stesso piano gli eterosessuali, i bisessuali, i gay, i trans. Un disastro.
Per non parlare dell'esercito. La legge renderebbe libero e immediato l'accesso degli
omosessuali nelle Forze Armate. Una trage-
(20 settembre 2010)
«In alcuni paesi dove il donatore è sconosciuto ci sono cliniche che si vantano di
aver messo al mondo 16 mila bambini; ma
questi bambini sono fratelli e sorelle tra di
loro, e una di queste bambine potrebbe
trovarsi un domani a sposare suo padre
perché il donatore è sconosciuto. La figlia
della Nannini potrebbe correre il rischio di
sposare suo padre essendo nata da fecondazione eterologa». (8 dicembre 2010)
«Quella di Elton John non è un'adozione: è
una mercificazione del corpo che favorisce
il racket di semi e di bambini». (4 gennaio
2011)
dia». (13 settembre 1999)
«La legislazione nazista e le idee di Hitler in
Europa stanno riemergendo, per esempio in
Olanda, attraverso l'eutanasia». (19 marzo
2006)
«Se passa l'idea che il matrimonio omosessuale, che è una parodia di matrimonio, rappresenta la normalità, allora passa un'idea
devastante che mette a rischio il futuro
della società». (20 novembre 2006)
«Consentire a una coppia omosessuale di
adottare un bambino? Farebbe vivere un
incubo al bambino stesso». (30 maggio 2008)
«Là dove le adozioni da parte di coppie gay
sono consentite, come negli Usa, ma anche in
Brasile, è esplosa la compravendita di bambini e bambine». (20 settembre 2010)
«Così come nel calcio i giocatori positivi
vengono espulsi per un certo periodo dalle
gare, credo che per i conduttori televisivi,
soprattutto se il conduttore e la conduttrice
lavorano nel servizio pubblico, sia sacrosanto
auspicare che la loro immagine pubblica sia in
linea con i valori educativi della Rai. Per
questo ritengo che il paragone con il sistema
di controllo calcistico ci stia tutto: gli si dica
chiaramente: "Amico, vuoi presentare, cantare o interpretare fiction per la Rai? Allora
devi dimostrare di non essere drogato"».
Sulla pubblicità di Ikea che ritrae due
uomini che si danno la mano definendoli una
famiglia, l‘On. Giovanardi ha commentato:
«Mi sembra una pubblicità molto datata,
molto retrograda, é una roba ideologica. E'
una pubblicità polemica con la nostra costituzione e la famiglia tradizionale. Che gli
svedesi vengano in Italia per manifestare
contro la nostra costituzione non lo trovo
sbagliato». (23 aprile 2011)
«E' evidente che siamo davanti a una grande
campagna promozionale delle lobby che
vogliono promuovere certi valori. Questo non
avviene solo con i videogiochi come "The
Sims", ma anche con libri destinati ai bambini che invece di proporre una famiglia con
papà e mamma quando si parla di genitori ne
propongono una di un papà con un papà.
Queste lobby promuovono una cultura in
contrasto con le leggi di un paese, come nel
caso del matrimonio gay che da noi non e'
consentito». (14 maggio 2011)
«La signorina Gaga ha tutto il diritto di
criticare, se ritiene, la nostra Costituzione.
Ma se nel suo annunciato comizio dovesse
offenderla, allora commetterebbe un errore. Tra l'altro forse è poco informata sul
nostro Paese visto che tutti i sondaggi provano scientificamente come la stragrande
maggioranza degli italiani sia schierata
contro i matrimoni tra uomo e uomo e tra
donna e donna». (9 giugno 2011)
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I cosiddetti “ministri cattolici” approvano…
Monti vuole “abolire” Dio
Monte Mario è una collinetta che sovrasta il
Vaticano. Non vorrei
che Monti Mario pretendesse di sovrastare
Dio stesso, spazzando
via, con un codicillo,
quattromila anni di civiltà giudaico-cristiana
(e pure islamica) imperniata sul giorno del Signore, ―Dies Dominicus‖.
Comandamento
divino, nel Decalogo di
Mosè, che è diventato il ritmo della
civiltà anche laica, dappertutto. Perfino in Cina. Il codicillo del governo che
―abolisce‖ Dio (o meglio abolisce il
diritto di Dio che è stato il primo embrione dei diritti dell‘uomo, come vedremo) è l‘articolo 31 del ―decreto
salva Italia‖. Dove praticamente si
decide che dovunque si possono aprire
tutti gli esercizi commerciali 7 giorni
su 7 e 24 ore al giorno. Norma che
finirà per allargarsi anche all‘industria
nella quale già è presente questa spinta. Dunque produrre, vendere e comprare a ciclo continuo. Senza più distinzione fra giorni feriali e festivi
(Natale compreso), fra giorno e notte,
fra mattina e sera. Sembra una banale
norma amministrativa, invece è una
svolta di (in)civiltà perché abolendo la
festa comune – e i momenti comuni
della giornata – distrugge non solo il
fondamento della comunità religiosa,
ma l‘esperienza stessa della comunità,
qualunque comunità, dalla famiglia a
quella amicale e ricreativa dello stadio.
Distrugge la sincronia sociale dei
tempi comuni e quindi l‘appartenenza a
un gruppo, a un popolo. Per questo c‘è
l‘opposizione indignata della Chiesa e
dei sindacati (pure di associazioni di
commercianti). La cosa infatti non
riguarda solo chi – per motivi religiosi –
vede praticamente abolita la domenica, il giorno del Signore (per i cristiani
è memoria della Resurrezione di Cristo
e simbolo dell‘Eterno in cui sfocerà il
tempo). Riguarda tutti, ci riguarda
come famiglie, come comunità locali o
particolari. Infatti è vero che ci sono
lavori di necessità sociale che sempre
sono stati fatti anche la domenica
(pure il commercio in località turistiche e in tempi di vacanza). Ma è proprio l‘eccezione che conferma la regola. La regola di un giorno di festa comune, non individuale, ma comune (sia
per la liturgia religiosa che per le liturgie laiche), è infatti ciò che ci permette di riconoscerci. Ciò che consente di stare insieme ai figli, di vedere
gli amici (allo stadio, al mare, in campagna, in bici, a caccia), di ritrovarsi
con i parenti, di dar vita ai tanti momenti comuni o associativi. Se ai ritmi
individuali già forsennati della vita si
toglie anche l‘unico momento comune
della festa settimanale (o, per esempio, del ―dopocena‖), le famiglie ne
escono veramente a pezzi. Tutti diventano conviventi notturni casuali
come i clienti di un albergo. E si dissolvono i ―corpi intermedi‖, i gruppi e le
associazioni in cui l‘individuo si realizza. Il giorno di festa comune ci ricorda
infatti che non siamo solo individui, ma
persone con relazioni e
rapporti affettivi. Non
siamo solo produttoriconsumatori, ma siamo
padri, madri, figli, fidanzati, siamo amici, siamo
appassionati di questo o
di quello, apparteniamo a
gruppi, comunità, a un
popolo. Il ―giorno del
Signore‖ nasce quattromila anni fa per affermare che tutto appartiene a Dio. Ed è significativo che il comandamento del riposo
che fu dato da Dio nella Sacra Scrittura riguardasse – in quell‘antichissima
civiltà – anche servi, schiavi e animali
era il primo embrione in forma di legge
di una liberazione, di un riconoscimento della dignità di tutti, che poi si
sarebbe affermato col cristianesimo.
Proclamare il diritto di Dio come diritto al riposo per tutti (e addirittura
riposo comune) significava cominciare
a far capire che niente e nessuno può
arrogarsi un potere assoluto sulle
creature. Perché tutti hanno una dignità e perfino gli animali vanno rispettati. Come pure la terra (i ritmi
della terra) che non può essere sfruttata senza riguardo. Non a caso, proprio sul ritmo settenario della settimana, Dio, nella Sacra Scrittura, comanda al suo popolo quegli anni
―sabbatici‖, che corrispondevano al
―giorno del Signore‖, per cui ogni sette, c‘era un anno in cui si liberavano gli
schiavi, si condonavano i debiti e si
faceva riposare la terra. Questo è il
retroterra storico della ―Giornata
europea per le domeniche libere dal
lavoro‖ che è stata indetta oggi, in
dodici paesi europei. E‘ promossa dalla
―European Sunday alliance‖ a cui aderiscono 80 organizzazioni, non solo
chiese e comunità religiose (in qualche
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paese pure ebraica e musulmana),
ma anche – e soprattutto – sindacati dei lavoratori e associazioni
dei commercianti. Un‘inedita coalizione impegnata in una battaglia
anche laica. Battaglia di civiltà come fu quella per la giornata otto
ore all‘albore del movimento sindacale infatti si cita come esemplare
il caso delle lavoratrici rumene di
una catena di supermercati tedeschi che a Natale e Capodanno
scorsi si sono ribellate al lavoro
festivo e hanno vinto. Fra l‘altro la
Corte Costituzionale tedesca ha
dichiarato
anticostituzionale
l‘apertura festiva perché lede la
libertà religiosa e il diritto al riposo la vita dell‘uomo non è solo comprare e vendere. Perché non siamo
schiavi. La situazione italiana si
annuncia come la più dura. Infatti
―in nessun Paese europeo esiste che
i negozi stanno aperti 24 ore al
giorno e sette giorni su sette‖,
dichiara ad ―Avvenire‖ il sindacalista della Cisl Raineri. Oltretutto con
una decisione piombata dall‘alto. Cgil,
Cisl e Uil stamattina distribuiscono
un volantino dove si legge ―Oggi non
fare shopping! La domenica non ha
prezzo‖. I sindacati dicono che sarebbero soprattutto le donne a pagare il prezzo più duro perché sono
quasi il 70 per cento del personale
nel commercio e sono quelle che già
oggi soffrono di più la difficile armonizzazione dei ―tempi di lavoro‖
con la famiglia. E‘ anche provato,
dagli esperimenti fatti finora, che
questa devastante trovata non avrebbe
alcun
beneficio
né
sull‘occupazione, né sui consumi, infatti la gente non compra perché è
tartassata dallo stato e dalla recessione, non perché il supermercato è
chiuso alla domenica. Infatti la Regione Lombardia ha già annunciato
ricorso alla Corte Costituzionale
contro la norma ―ammazza domeniche‖. E la seguono a ruota Toscana e
Veneto. Il mondo cattolico giudica
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FREGATO
inaccettabile quella norma ed è in
subbuglio. Ora agli italiani, oltre ai
soldi, pretendono di sottrarre pure
Dio e la domenica. La Chiesa si sente
―derubata‖ di una cosa assai più
preziosa dei soldi che dovrà pagare
per l‘Imu (a proposito della quale non
è affatto chiaro se e come le scuole
cattoliche si salveranno). Già la presunzione di Monti nel chiamare
―salva Italia‖ il suo decreto tartassatorio, oltreché irridente è quasi
blasfema. Per i cristiani infatti a
―salvare‖ è solo Dio. Non imperatori,
tecnocrati, partiti, condottieri, duci
o idoli vari. Al sedicente ―salvatore‖
SuperMario si addice la battuta ―Dio
esiste, ma non sei tu. Rilassati‖. Non
è un caso se ieri questa decisione del
―governo mari e Monti‖ è stata fulminata nell‘editoriale di Avvenire
come ―emblematica di una deriva
culturale, un nuovo ‗pensiero unico‘
che maschera come una maggiore
libertà e progresso, ciò che in realtà
è un impoverimento e una restrizione
della libertà stessa‖. ―Avvenire‖ (che
ieri, con una bella pagina, ha fornito
tutte le informazioni sull‘iniziativa di
oggi) denuncia il ―ribaltamento di
valore‖ che spazza via l‘uomo e il
giorno del Signore e ―mette al centro la merce‖. Sacrosanto. Ma allora
perché sostenere entusiasti questo
governo e far accreditare perfino
l‘idea che esso segni il ―ritorno alla
politica‖ dei cattolici. Vorrei chiedere pure ai cosiddetti ―ministri
cattolici‖ Riccardi, Passera e Ornaghi com‘è stato possibile approvare
entusiasticamente una tale assurdità. Perché una poltroncina val bene
una messa Speriamo di no. Ma se non
è così si oppongano a questa norma.
Si facciano sentire.
Antonio Socci
Fonte: Libero del 4 marzo 2012
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CONSOLATIO
In decenni nei quali lo Stato non arrivava praticamente da nessuna parte, milioni di italiani hanno
imparato, grazie alla Chiesa, a leggere, scrivere, giocare a pallone, sono stati curati, aiutati e
consolati senza pagare una lira. Ognuno di questi cittadini ha poi preso la sua strada, e i non pochi
che hanno preferito non seguire quella dei Vangeli non hanno dovuto restituire nulla…
Far pagare l’Imu alla Chiesa è una cosa ridicola!
Non sposterà che di un millimetro il carrozzone
dello Stato sulla via del risanamento.
Anche la Chiesa dovrà pagare l‘ex Ici
sugli immobili non di culto. Pare essere questa la notizia del giorno. Di
più. L‘enfasi con la quale viene raccontata e discussa pone la questione
in una dimensione assoluta, quasi
l‘esenzione fosse stato il problema e
la sua introduzione sia ora la soluzione della crisi del Paese. La cosa è
ridicola. Il gettito previsto per le
casse dello Stato è di circa 600
milioni, meno di quanto un singolo
cittadino, Silvio Berlusconi, ha pagato in una contesa giudiziaria a un
altro privato, Carlo De Benedetti. La
questione quindi non è economica, la
tassa non sposterà che di un millimetro il carrozzone dello Stato sulla
via del risanamento. Tanto che i
commenti sfumano l‘analisi tecnica e
trasudano invece di soddisfazione
politica e culturale: nelle parole e nei
ragionamenti c‘è un malcelato odio
verso la Chiesa e i suoi presunti privilegi. Tutto questo sa di ingratitudine, e noi laici dovremmo sottrarci
al coro laicista. In 150 anni, la Chiesa, nonostante sia stata inizialmente
vessata e derubata dei suoi beni, non
ha mai fatto mancare il suo contributo alla crescita dello Stato unitario, laico e spesso massone. Lo ha
fatto a modo suo, per alcuni aspetti
interessato, ma con una generosità
senza eguali. Il suo compito era di
salvare anime, ma già che c‘era ha
salvato e fatto crescere corpi, senza
fare pagare tessere d‘iscrizione e
neppure chiedere preventivamente
certificati di battesimo. In decenni
nei quali lo Stato non arrivava praticamente da nessuna parte, milioni di
italiani hanno imparato a leggere,
scrivere, giocare a pallone, sono
stati curati, aiutati e consolati senza
pagare una lira. Ognuno di questi
cittadini ha poi preso la sua strada, e
i non pochi che hanno preferito non
seguire quella dei Vangeli non hanno
dovuto restituire nulla. Negare o
dimenticare questa storia è da disonesti. Io non sono sicuro che le nuove
povertà domestiche e quelle importate con l‘immigrazione non abbiano
più bisogno di una assistenza extra
Stato che uno Stato giusto debba in
qualche modo compensare. Ma anche
se così fosse, se i tempi moderni non
giustificassero più una corsia fiscale
privilegiata, si introduca pure l‘Ici
per la Chiesa, ma senza compiacimento o senso di rivalsa. Anzi,semmai con un grazie e un po‘ di
imbarazzo per il conto non pagato a
dovere.
Alessandro Sallusti
Da Il Giornale
del 27 febbraio 2012
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Una riflessione sulla scomparsa di Oscar Luigi Scalfaro.
Quando la democrazia conta più della verità...
Dichiarò che una legge dello stato (come quella sull'aborto), anche se contraria
al diritto naturale, deve essere non solo accettata ma anche promossa!
Nato nel 1918 da padre napoletano e madre piemontese, Oscar Luigi Scalfaro è morto il 29 gennaio all'età di 93 anni,
dopo avere ricoperto le principali cariche istituzionali della
Repubblica. Studiò giurisprudenza e divenne magistrato giurando fedeltà allo Stato nel 1943, quando il fascismo stava
uscendo di scena, ma ebbe ancora a che fare con i fascisti in
quanto coinvolto come giudice in alcuni dei processi che portarono alla condanna a morte di molti, ritenuti ex fascisti;
processi che lui stesso riterrà molti anni più tardi inquinati
dal clima di odio ideologico nel quale si svolsero. Tuttavia, già
nel 1946 lascia la Magistratura per approdare in Parlamento
alle elezioni per la Assemblea Costituente nelle fila della Dc,
dove approda da cattolico militante nell'Azione Cattolica,
alla quale si era iscritto a soli dodici anni. Nel partito occuperà sempre posizioni di destra, appartenendo alla corrente
di Mario Scelba prima e poi opponendosi con molti altri democristiani alla politica di centrosinistra e a quella del compromesso storico, rispettivamente negli anni Sessanta e Settanta
del secolo scorso. Ciò lo portò a diventare ministro nell'epoca dei governi guidati da Bettino
Craxi, nella stagione successiva al fallimento del
compromesso storico, negli anni Ottanta. Eletto
Presidente della Camera nel 1992, vi rimase solo
un mese per diventare Capo dello Stato, eletto al
sedicesimo scrutinio, il 25 maggio. Si era alla
fine della Prima Repubblica e iniziava il disfacimento dei
principali partiti per via giudiziaria, ma propiziato dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989. Inizierà durante il suo settennato una nuova fase politica segnata dal cambio di sistema elettorale da proporzionale a parzialmente maggioritario
e dalla vittoria elettorale della coalizione di centro-destra
guidata da Silvio Berlusconi nelle elezioni del 1994. La sua
Presidenza sarà segnata dal rifiuto opposto al Presidente del
Consiglio Berlusconi di andare al voto anticipato dopo che
alcune forze politiche alleate fecero cadere il governo pochi
mesi dopo la vittoria elettorale. Scalfaro usò le prerogative
costituzionali che gli permettevano di favorire la nascita di
un nuovo governo, ma così inaugurò un lungo periodo di contrapposizione della Presidenza della Repubblica con le forze
politiche di centro-destra che fece dire a molti che il Capo
dello Stato parteggiava apertamente per una parte politica.
E infatti, dopo la fine del suo mandato, Scalfaro entrò nel
Partito Democratico e si impegnò pubblicamente nei vari comitati in difesa della Costituzione, sorti per opporsi ai progetti di revisione costituzionale proposti, anche se non attuati, nelle fila del centro-destra. La sua parabola politica,
iniziata e confermata a lungo nel centro-destra, seppure
internamente alla Dc, e poi approdata nel centro-sinistra, è
emblematica per spiegare una certa declinazione del cattolicesimo in politica. Scalfaro infatti si ritenne sempre un cattolico in politica, col suo distintivo dell'Aci sempre visibile,
con il suo impegno religioso mai nascosto. Tuttavia, il cristianesimo non doveva, e non voleva, influenzare la cultura politica e possibilmente le stesse istituzioni. Lo disse chiaramente
in una intervista dove confermò che una legge dello Stato
doveva essere accettata non soltanto di fatto, ma anche
promossa, sebbene contraria al diritto naturale. (*) La sua
cultura politica spiega come mai tanti ministri Dc firmarono
la legge 194 sull'aborto oppure il perché Romano Prodi andò a
votare nel referendum sulla legge 40, probabilmente sentendosi coerenti con la loro cultura politica. Emblematico l'episodio che verrà ricordato in questi giorni da molti, quando
nel 1950 apostrofò pubblicamente in un ristorante una signora che aveva le spalle scoperte, accusandola di
immoralità. Ne nacque un processo, e la sfida a
duello da parte del marito della signora, che Scalfaro rifiutò. Ma quello che oggi a noi importa è il
modello di cattolicesimo espresso dall'uomo pubblico, moralista nelle circostanze della vita privata, e acquiescente al volere della maggioranza,
sempre e comunque, nella vita pubblica. Me lo
disse una volta Luigi Gedda, parlandomi del tipo
democristiano con cui ebbe spesso a scontrarsi:
per lui, mi spiegava, la democrazia conta più della
verità. Oggi Scalfaro è arrivato al traguardo della vita, e
queste considerazioni sono importanti soltanto per noi che
siamo ancora sulla terra. A lui, adesso, è giusto riservare
soprattutto una preghiera.
(*) Intervistato da Vittorio Messori (Inchiesta sul cristianesimo, SEI, Torino, 1987, p. 218) a proposito dell'atteggiamento avuto dalla DC di fronte alla legge sull'aborto, Scalfaro rispose: «Era un atto dovuto. Il mio partito poteva solo
opporsi nella discussione in parlamento e poi opporsi nella
votazione. Il che è stato fatto. Poi, la maggioranza si è espressa, ed era quel che era. A quel punto, Presidente della
repubblica, Presidente del consiglio, ministri competenti non
potevano far altro che firmare: un atto dovuto...».
Marco Invernizzi
Fonte: La Bussola Quotidiana, 30-01-2012
Commento di Padre Giuseppe Tagliareni
Pienamente d‘accordo con l‘articolista. Se l‘obbedienza alla
verità precede quella alle umane istituzioni, i nostri bravi
governanti cattolici, che avevano da firmare leggi assassine
(es. Aborto), avrebbero fatto meglio a dimettersi anziché
portare davanti alla storia e a Dio quella firma. Gesù rimproverò quei farisei che per ubbidire alle loro umane tradizioni
svicolavano abilmente fuori dalla Legge di Dio.
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Finora i tecnici sono riusciti a deludere i loro sostenitori,
che per il premier hanno messo da parte valori e ideali. Per cosa?
“Monti ha fregato tutti: Pdl, Pd e cattolici.
Primi 100 giorni fanno felici solo i banchieri”
A cento giorni dalla sua nascita tutti i sostenitori del governo (a partire da Pd e Pdl) si
accorgono di aver ottenuto l‘opposto esatto
di quanto avevano sempre voluto o promesso
agli italiani. Comincio dai cattolici che si
fecero usare, col convegno di Todi, per instaurare il nuovo potere: ora si beccano la
reintroduzione dell‘Imu, forse perfino per
asili e scuole («è il tracollo dell‘istruzione
cattolica», dicono i salesiani). Eppure il giornale della Cei, Avvenire, che è stato il più
entusiasta nel sostenere Monti, aveva sempre negato che vi fossero motivi per rivedere
le norme (la Chiesa già pagava dove non
c‘erano attività di culto o assistenziali).
Adesso il governo allarga i casi di tassazione
con la scusa di dover eliminare gli «aiuti di
Stato». L‘asilo parrocchiale deve pagare
l‘Imu altrimenti è aiuto di Stato. Però non
sono ritenuti «aiuto di Stato» quelli di cui
hanno scritto Alesina e Giavazzi, «i circa 30
miliardi di sussidi pubblici alle imprese» (Corriere della sera, 11.12.2011). Perché chiedono i due economisti - tutti quei miliardi «sono intoccabili» e nessuno ne parla?
Ancor più curiosa è stata, venerdì 24.2, la
nota furbesca della Presidenza del Consiglio
con cui si annunciava che le maggiori entrate
dall‘Imu della Chiesa sarebbero state destinate ad alleggerire la pressione fiscale. Promessa odiosetta perché alimenta lo sciocco
sospetto che se siamo tartassati è colpa della
Chiesa. La trovata serviva a coprire la vera
notizia di quelle ore: infatti il governo si
stava rimangiando la promessa di abbassare
le tasse col gettito recuperato dalla lotta
all‘evasione. Quindi per la Chiesa c‘è un doppio
danno e la beffa. Ma a parte l‘Imu e le scuole
cattoliche c‘è molto altro nelle politiche di
questo governo che va contro i cattolici. C‘è il
bombardamento delle famiglie (con la reintroduzione dell‘Imu sulla prima casa,
l‘aumento di Iva, affitti, tasse e benzina) e
c‘è l‘insensibilità verso gli ultimi e la solidarietà (dimostrata, fra l‘altro, dalla cancellazione dell‘Agenzia per il terzo settore,
dall‘inserimento delle donazioni alle onlus nel
redditometro e dalla politica verso i disabili).
La scure che si abbatte sulla solidarietà e
l‘assistenza ai più poveri e bisognosi lascia
invece indisturbato, in gran parte, l‘enorme
spreco dell‘acquisto dei cacciabombardieri
F35 a cui la Chiesa è contraria. Il bilancio
insomma per i cattolici è disastroso. Oltretutto per loro, che si fecero usare a Todi
come liquidatori del governo di centrodestra,
è finito il dialogo privilegiato con quest‘area
sui temi eticamente sensibili: ne sono un
segno il blocco della legge sulle dat e il varo
alla Camera del divorzio breve. E già, certe
dichiarazioni ministeriali sui cosiddetti
«diritti civili» hanno fatto suonare un campanello di allarme sui media cattolici. Anche il
Pd è rimasto «fregato» dal governo Monti.
Per anni - in odio a Berlusconi - hanno invocato «una destra normale, europea, moderna». Eccoli accontentati: una vera destra
moderna, di banchieri e tecnocrati che se ne
infischiano sia degli elettori che dei lavoratori e dei sindacati, che spazzano via le
«intoccabili» pensioni di anzianità, alzano
l‘età della pensione e diminuiscono i soldi.
Tecnocrati che vogliono spazzar via il
«sacro» articolo 18 sui licenziamenti e perfino sostituire la cassa integrazione straordinaria con un temporaneo sussidio di disoccupazione. Bastava uno solo di questi provvedimenti, fino a ottobre, per scatenare la rivolta
di piazza. E oggi la sinistra non solo deve
digerirli, ma perfino votarli e applaudirli. Con
un governo che irride la speranza del posto
fisso dei giovani precari. Addirittura Draghi uno dei sostenitori, con Napolitano, del
governo Monti - proclama trionfante la necessità di superare il «modello sociale europeo». Ecco «la destra» che volevano. È arrivata e sta spazzando via il famoso «Stato
sociale», con trent‘anni di conquiste sociali.
Grazie ai voti del centrosinistra. Dieci anni fa
gli apprendisti stregoni - dagli Usa all‘Europa
- spalancarono le porte del commercio mondiale alla Cina, fregandosene della concorrenza sleale di quel sistema semischiavistico:
dicevano
che
così
avrebbero
«occidentalizzato» la Cina, invece hanno
«cinesizzato» l‘Occidente e ora tutti rischiamo di diventare sudditi senza diritti.
Stessa sorte del Pd è toccata al Pdl. Il centrodestra da sempre si è identificato con una
precisa missione politica: meno tasse per
tutti e meno Stato, meno dirigismo, meno
leggi e burocrazie asfissianti (ovvero più
libertà). Bene. Stanno dandoci l‘esatto opposto. Stiamo diventando il popolo più tartassato d‘Europa e stiamo diventando così sudditi che non solo il popolo ha perso la sovranità (elettorale e politica), ma è ormai in
libertà vigilata perfino quando va a prelevare
i suoi risparmi dal proprio conto corrente,
dovendo giustificare allo Stato poliziesco
come intende spenderli. E non si venga a dire
che questo serve a combattere l‘evasione,
perché è una balla ridicola. Non serve che a
vessare. Se davvero volessero eliminare di
colpo l‘evasione fiscale - abbassando per tutti
le tasse - basterebbe rendere detraibile per
tutti l‘Iva per ciascun acquisto. Perfino le
cosiddette liberalizzazioni sono il contrario
esatto: un caso di dirigismo. E con un premier
che frequenta più le Borse che le Camere
ormai il Parlamento pare ridotto a un orpello
inutile, tanto che Napolitano può intimargli di
smetterla con gli emendamenti. Votino e zitti.
Perfino Repubblica sta suonando l‘allarme.
Anche Zagrebelsky arriva a preoccuparsi per
la nostra perdita di sovranità nazionale.
Ormai qualunque organizzazione internazionale pretende di dare ordini all‘Italia: l‘ultima
arrivata è l‘Ocse, dopo che l‘hanno fatto la
Bce, il Fmi, la Bundesbank, Obama, la Merkel,
Sarkozy e i famosi mercati. Si dirà che però
nel 2013 avremo il pareggio di bilancio. In
realtà il 70 per cento dei provvedimenti che
portano a questo risultato è dovuto alle
stangate del precedente governo. Inoltre
conseguiamo questo risultato a prezzo di una
dura recessione (col Pil a –1 per cento), di una
disoccupazione che cresce, di tre declassamenti e di un aumento generale della povertà.
Da professori che si presentavano come
sapientoni ci aspettavamo che finalmente
costituissero la tanto studiata società per
mettere a reddito l‘enorme patrimonio immobiliare pubblico (anche se - come dice
oscar Giannino - la cosa non farebbe piacere
alle banche). È quella la chiave per abbattere
il debito pubblico, le tasse e rilanciare la
crescita. Ma non si è visto niente del genere.
Solo aumento delle tasse, della benzina e
dell‘Iva, con la diminuzione di stipendi, assistenza e pensioni: il solito, eterno, insopportabile tartassamento del cittadino che vorrebbero pure di «rieducare» col ditino alzato. Come nella ex Germania comunista è al
potere una casta che pretende di cambiare il
popolo, invece di avere un popolo sovrano cui
si riconosce il diritto di cambiare chi comanda e le sue politiche. In Italia oggi gli unici
soddisfatti sono i banchieri. La gente si
rassegna a subire Monti solo perché i partiti
sarebbero perfino peggio. Non si parli dunque
di consenso: è disperazione. Naturalmente
Monti ha fatto pure qualcosa di buono: ha
bocciato le Olimpiadi. Ma per questo non era
necessario sospendere la vita democratica e
fare un governo di scienziati, bastava il buon
senso di mia nonna.
Fonte: Sintesi di
un articolo di Antonio Socci su Libero
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Memoriali farneticanti e “complotti” contro la vita del Papa.
“Si illude chi pensa di scoraggiare il Papa”
Oggi dobbiamo tenere tutti i nervi saldi
perché nessuno si può stupire di nulla.
L‘amministrazione americana ha avuto wikileaks, il Vaticano ha ora i suoi leaks, le sue
fughe di documenti che tendono a creare
confusione e sconcerto e a facilitare una
messa in cattiva luce del Vaticano, del governo della Chiesa e più ampiamente della
Chiesa stessa. Quindi, calma e sangue freddo,
e molto uso della ragione, cosa che non tutti i
media tendono a fare. Si tratta di documenti
di natura e peso diversi, nati in tempi e situazioni diverse: altro sono le discussioni
sulla migliore gestione economica di una
istituzione con molte attività materiali come
il Governatorato; altro sono appunti su questioni giuridiche e normative in corso di
discussione e su cui è normale che esistano
opinioni diverse; altro sono memoriali farneticanti che nessuna persona con la testa sul
collo ha considerato seri, come quello recente
sul complotto contro la vita del Papa. Ma
tant‘è; mettere tutto insieme giova a creare
confusione. Una informazione seria dovrebbe
saper distinguere le questioni e capirne il
significato differente. E‘ ovvio che le attività
economiche del Governatorato devono essere
gestite saggiamente e con rigore; è chiaro
che lo IOR e le attività finanziarie devono
inserirsi correttamente nelle norme internazionali contro il riciclaggio. Queste sono
evidentemente le indicazioni del Papa. Mentre è evidente che la storia del complotto
contro il Papa, come ho detto da subito, è una
farneticazione, una follia, e non merita di
essere presa sul serio. Certo c‘è qualcosa di
triste nel fatto che vengano passati sleal-
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mente documenti dall‘interno all‘esterno in
modo da creare confusione. La responsabilità
c‘è dall‘una e dall‘altra parte. Anzitutto da
parte di chi fornisce questo tipo di documenti, ma anche di chi si dà da fare per usarli
per scopi che non sono certo l‘amore puro
della verità. Perciò dobbiamo resistere e non
lasciarci inghiottire dal gorgo della confusione, che è quello che i malintenzionati desiderano, e restare capaci di ragionare. In certo
senso – è un‘antica osservazione della saggezza umana e spirituale – il verificarsi di
attacchi più forti è segno che è in gioco
qualche cosa di importante. Alla grande serie
di attacchi alla Chiesa sul tema degli abusi
sessuali è giustamente corrisposto un impegno serio e profondo di rinnovamento lungimirante. Non una risposta di corto respiro,
ma di purificazione e rinnovamento. Ora
abbiamo ripreso in mano la situazione e sviluppiamo una forte strategia di guarigione,
rinnovamento e prevenzione per il bene di
tutta la società. Allo stesso tempo si sa che vi
è in corso un impegno serio per garantire una
vera trasparenza del funzionamento delle
istituzioni vaticane anche dal punto di vista
economico. Si sono pubblicate nuove norme.
Si sono aperti canali di rapporti internazionali per il controllo. Ora, diversi dei documenti recentemente diffusi tendono proprio
a screditare questo impegno. Paradossalmente ciò costituisce una ragione di più per
perseguirlo con decisione senza lasciarsi
impressionare. Se tanti si accaniscono, si
vede che è importante. Chi pensa di scoraggiare il Papa e i suoi collaboratori in questo
impegno si sbaglia e si illude. Quanto alla
questione delle pretese lotte di potere in
vista del prossimo conclave, invito ad osservare che i Pontefici eletti in questo secolo
sono stati tutti personalità di altissimo e
indiscusso valore spirituale. E‘ chiaro che i
cardinali hanno cercato e cercano di eleggere
qualcuno che meriti il rispetto del popolo di
Dio e possa servire l‘umanità del nostro tempo con grande autorità morale e spirituale. La
lettura in chiave di lotte di potere interne
dipende in gran parte dalla rozzezza morale
di chi la provoca e di chi la fa, che spesso non
è capace di vedere altro. Chi crede in Gesù
Cristo per fortuna sa che – checché se ne
dica o se ne scriva oggi sui giornali – le vere
preoccupazioni di chi porta responsabilità
nella Chiesa sono piuttosto i problemi gravi
dell‘umanità di oggi e di domani. Non per nulla
crediamo e parliamo anche di assistenza dello
Spirito Santo.
Padre Federico Lombardi, direttore
sala stampa della Santa Sede
Messe nere e riti satanici in ex locale notturno?
Riti satanici nell‘ex discoteca ―Mille Lire‖ in centro a Preganziol?
I simbolismi ci sono tutti per far sospettare che all‘interno della
struttura abbandonata a ridosso del Terraglio si svolgono incontri
di persone dedite a rituali di tipo esoterico. Lumini sistemati a
cerchio sul bancone dove si svolgevano gli spettacoli di lap-dance,
bicchieri allineati e piccoli rami disposti a ventaglio. Sulle pareti ci
sono alcune scritte e strani simboli dal significato indecifrabile.
Com‘è possibile che tutto questo accada in centro città a due passi
dalla sede municipale? Si discute da anni dello stato di abbandono
e degrado dello stabile che è in attesa di essere abbattuto per
lasciare posto ad una nuova struttura a destinazione residenziale
direzionale. Ma gli accordi tra la proprietà e gli amministratori
comunali sul piano di recupero urbanistico del complesso fatiscente sono ancora in via di definizione. Intanto della situazione di
stallo ne approfittano gruppi di giovani che entrano abusivamente
dal retro dello stabile per scolarsi qualche bottiglia e per fumare
spinelli. La polizia locale è più volte intervenuta su segnalazione
degli abitanti della zona, insospettiti dello strano via vai di ragazzi. «Pochi giorni fa è stato intimato per l‘ennesima volta alla proprietà di eliminare il prefabbricato a ridosso dell‘ex discoteca e di
chiudere ogni varco per impedire a ragazzi sbandati e a facinorosi
di entrare nello stabile dismesso. Non ho conoscenza diretta dei
possibili riti satanici di cui si parla. È però certa una cosa: come
amministrazione faremo di tutto per impedire che lo stabile continui ad essere luogo di ritrovo per compagnie poco raccomandabili dice l‘assessore alla sicurezza Flaviano Torresan -. In ogni caso
spetta alla proprietà privata garantire la messa in sicurezza della
struttura in attesa che possa finalmente decollare il piano di recupero».
Nello Duprè – Da Il Gazzettino.it 5/02/2012
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Quando in chiesa scompare il bon ton
Niente minigonne e squilli alla messa. Stop alle
chiacchiere durante le funzioni religiose e alle
mani tuffate nell‘acquasantiera, così come alle
panche spostate per stare più comodi, al segno
della croce fulmineo davanti al tabernacolo del
Santissimo Sacramento, alle scorciatoie truffaldine per evitare le file davanti al confessionale. Da evitare le preghiere solitarie ad alta
voce e le risposte a macchinetta, tipo
«eccoltuospirito»
o
«benedettoneisecoliilsignore». Peggio ancora chi
mastica gomma americana o sgranocchia dolciumi
e ne lascia traccia nei luoghi sacri oppure costruisce barchette con i foglietti dei dolci o i fogli dei canti. Fortemente consigliati per i bambini succhiotti, ciucci e tettarelle al
fine di evitare intermezzi per bimbi tenori durante la messa.
Sconsigliati, al contrario, i tacchi a spillo e le scarpe nuove con lo
scrocchio. Per evitare cacofonie è richiesto di andare insieme nelle
preghiere comunitari senza scatti da quiz televisivi, per bruciare
sul tempo lo stesso sacerdote che celebra la messa. Ma a guidare la
graduatoria della maleducazione in chiesa è l‘uso selvaggio del
telefonino. A tracciare la mappa dei comportamenti vietati nei
luoghi sacri è stato padre Raimondo Sorgia, domenicano, ex parroco
a Sassari, fondatore e direttore di Radio San Marco a Firenze,
autore del libro «Un po‘ di Galateo in chiesa» pubblicato con lo
pseudonimo di Jean de la Maison junior, in memoria di Giovanni della Casa. «Mi è capitato di
vedere un distinto signore alzarsi con il suo
cellulare per rispondere a una chiamata proprio
al momento della consacrazione dell‘ostia»,
spiega padre Raimondo Sorgia che, dalla sua
esperienza in parrocchia, ha tratto anche
«inquietanti esempi di maleducazione di natura
sessuale» che chiama in causa la responsabilità
delle donne, pur ammettendo «spinte preterintenzionali più frequenti del dolo». Per esempio,
documenta l‘esperto domenicano di bon ton
ecclesiastico: «Di fronte a minigonne vertiginose portate in chiesa temo che, a dispetto di ogni ottimismo, le
reazioni e i pensieri di quanti le vedono non debbano essere elevati
o spirituali». Violano le buone maniere di chiesa anche i furbi delle
file davanti al confessionale. «Ho visto litigare per potersi confessare - scrive Raimondo Sorgia -. Una volta poco è mancato che due
devote penitenti si accapigliassero per una questione di precedenza». E quanto ai peccati, i fedeli dovrebbero perdere la brutta
abitudine di non prepararsi e di assegnare al prete «l‘ingrato compito di cavadenti spirituale». Colpe minori di chi non si distingue per
l'eleganza dei comportamenti in chiesa.
Giacomo Galeazzi - Da La Stampa
Le risposte ai lettori - di Padre Giuseppe Tagliareni
Caro Padre, mi vengono tanti problemi e domande su Dio e la Madonna a cui non saprei rispondere. Com’è Dio? Com’è che noi
possiamo vederlo e possederlo, noi così miseri e materiali? E la Madonna? C’entra nella Trinità? Mi può dare qualche risposta certa? (Accursio S.)
Caro Accursio, ti lodo per il tuo interesse teologico. Dio è la realtà più affascinante da conoscere. Non ci basterà l'eternità, essendo Egli infinito e noi tanto piccoli. Tuttavia, Egli ci ha fatto capaci di contenerlo, poiché non siamo solo materia vivente (corpo), ma
anche spirito (o anima spirituale). E' proprio per questo che Lo possiamo conoscere e in qualche modo possedere. Invece, gli animali
non conoscono Dio e neanche lo potrebbero. Tu non li vedrai mai pregare! Basta questo per capire l'abisso che separa l'uomo dalle
bestie. Altro che essere discendenti delle scimmie! Dio si rivela con la creazione e con la parola. Possiamo conoscerlo guardando il
creato e ascoltando la sua parola. Egli infatti, parla all'uomo (vedi Mosè e i Profeti). Quando venne il tempo giusto, il Verbo
(seconda persona della Trinità) si fece uomo, prendendo dalla Vergine Maria Immacolata un corpo santo. A questo fu unita un'anima
santissima. E nacque Gesù: Egli è insieme Dio e uomo. Come Figlio del Padre (e cioè come Verbo) è Dio. Cosa che dimostrò con i suoi
miracoli. Come figlio di Maria è uomo: in tutto e per tutto come noi (debole, mortale, sottoposto al freddo e alla fame, etc.), ma
assolutamente senza peccato. Gesù ci ha rivelato che Dio non è una sola persona, ma tre intimamente uniti: Padre (Colui che genera), Figlio o Verbo (Colui che è generato dal Padre), Spirito d'amore (Colui che procede dal primo e del secondo uniti). Tutti e tre
sono uguali nella divinità, santità, immensità, sapienza e tutte le prerogative divine. Ma dei Tre solo la seconda Persona (il Figlio) ha
preso carne. Gesù dunque, è la seconda persona della Trinità fattasi uomo. Per questo a Lui dobbiamo amore sommo e adorazione,
come al Padre e allo Spirito Santo. I Testimoni di Geova che sono eretici, lo negano e dicono che Gesù è un Angelo (Michele) che ha
preso un corpo e poi se ne è andato. Essi negano non solo la divinità del Figlio di Dio, ma la stessa Trinità. Dopo la sua risurrezione,
Gesù è salito al Cielo col suo vero Corpo ormai divinizzato e quindi non più sottoposto alla morte. E‘ salito alla destra del Padre significa che possiede l‘autorità vicaria del Padre, è il suo ―braccio destro‖, come si suol dire di uno che è secondo al Re e prima di
tutti quelli che sono nella sua corte. Tu chiedi come è possibile vedere e possedere Dio. E‘ facile rispondere che è proprio Dio che
ci ha fatto così, cioè capaci di vederlo e di possederlo. Su questa terra, a causa del peccato non ci è possibile. Bisognerà prima espiare la colpa delle origini morendo. Adamo ed Eva vedevano e parlavano con Dio. Ma dopo la colpa furono castigati e cacciati dal
Paradiso. Gesù, Figlio amato dal Padre, espiò la colpa con la sua morte di croce e restituì all‘uomo la visione di Dio e la Grazia santificante, che ci rende veramente figli nel Figlio. La Beata Vergine Maria è la creatura che dopo Gesù più ha Grazia (E‘ la ―piena di
Grazia‖). Essa vede e possiede Dio più di ogni altra creatura, compresi gli Angeli. Tuttavia, non è Dio. Tra lei e Dio vi è una distanza
infinita. La Madonna perciò va amata e stimata più di tutte le creature, ma non va adorata. Lei infatti non dice mai: io basto, io vi
salvo. Ma piuttosto: Io vi porto a Gesù. E Lui che ci salva! Amiamo dunque colei che Dio ci ha dato per Mamma speciale e più di tutti
amiamo il Padre dei Cieli, il Figlio prediletto e lo Spirito Santo. Ti benedico. Tuo p. G.
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Per Christum abundat consolatio nostra
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allenatore Pasquale nella palestra dello Sporting Center di
Pontecagnano dove è nata. Il che non le ha impedito però di
incrementare il suo curriculum, già ricco di tre titoli europei
e un argento mondiale: nessuna in Italia ha vinto tanto, dopo
la Galassi ormai professionista. Eppure Cesare Frontaloni, il
ct delle ragazze in guantoni, ha già scelto: a Sofia, e quindi
ai Mondiali di aprile (che aggiudicheranno anche le qualificazioni olimpiche) andrà Romina Marenda, del Cs Esercito,
già battuta tre volte su tre dalla Davide, l‘ultima a settembre nella finale degli Assoluti 2011. E ciò, nonostante prima
di Natale, per intercessione di Enrico Apa, presidente del
Comitato campano Federboxe, ci sia stato un chiarimento
tra il ct e l‘atleta che ha accettato di partecipare a tutti i
collegiali. Ma per Sofia, Marzia ha atteso inutilmente la
chiamata. Choccante la risposta di Frontaloni, interpellato
in proposito: «Io ho già scelto: ai Mondiali va la Marenda».
Nessuna selezione, dunque, per decidere, così come del
resto è sempre avvenuto.
Adriano Costernino
Fonte: www.ilmattino.it
Una lettura dell’ateismo contemporaneo
da parte del filosofo Pessina
Di certo, fino a qualche anno fa, l‘ateismo si presentava colto e pragmaticamente indifferente, oggi
invece, si assiste ad un doppio cambiamento. Il primo
mutamento che va sottolineato è sicuramente come ai
giorni nostri si ricorra un po‘ banalmente al neodarwinismo o alle neuroscienze per tentare di estrapolare delle motivazioni per negare l‘esistenza di Dio. Il
secondo cambiamento invece, riguarda il tentativo di
far sembrare l‘ateismo come portatore di una moralità nuova. A sottolineare queste nuove caratteristiche ci pensa il filosofo Adriano Pessina, docente
presso la Cattolica di Milano, in un articolo
sull‘Osservatore Romano. Egli precisa anche che: ―La
nuova apologetica dell‘ateismo privilegia il riferimento alle scienze empiriche per giustificare la tesi per
cui senza Dio si può vivere moralmente bene e, anzi, si
può e si deve prendere nelle proprie mani il futuro di
un‘evoluzione che finora è stata, per così dire, cieca,
ma che ora potrà finalmente essere governata dal
progetto umano emancipato dalle pastoie di divieti
ancestrali formulati sotto l‘autorità divina‖. Un nuovo
ateismo, dunque, che gioca sulla cattiva comprensione
della questione di Dio come Creatore e che manifesta un po‘ di
inquietudine quando promuove un‗illusoria rassicurazione
dell‘uomo con la possibilità per gestire la vita manipolandola a
suo piacimento. E‘ un chiaro segno di un‘avvertita consapevo-
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Coraggiosa decisione della Federboxe.
“O fai la mamma o la sportiva”
«O fai la mamma o vai alle Olimpiadi». Questo, in sintesi,
l‘ultimatum della Federboxe a Marzia Davide, 31enne pugile
pluridecorata dello Sporting Center di Pontecagnano. Una
carriera ricca di successi nazionali e internazionali, e ora
tagliata fuori dalla corsa per Londra 2012 nonostante accordi e promesse. E del resto ormai anche l‘ultimatum sembra scaduto, perchè la pugile salernitana non è stata neppure convocata per l‘ultimo collegiale in vista del torneo
premondiale di Sofia dal 21 al 26 febbraio. Uno choc per la
Davide che ha ora interessato della vicenda il suo legale,
l‘avvocato Maria Michela Margarita.La storia parte da lontano, da quando Marzia, autentico talento del ring, è diventata madre di Giovanni che ormai ha 5 anni. Contemperate
tutte le esigenze di mamma e pugile, «perchè sarebbe stato
impossibile rinunciare alla boxe: il mio sogno sono le Olimpiadi» ripeteva prim‘ancora che la disciplina in rosa trovasse
ufficialmente spazio nei cinque cerchi. Da quando è mamma
non ha potuto comunque rispondere sempre alle convocazioni; preferendo spesso allenarsi sotto la guida del padre-
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lezza della posta in gioco, cioè del significato ultimo
dell‘esistenza e del senso stesso dell‘intera realtà. Il
nuovo ateismo, continua il filosofo, deve suscitare nei
cristiani una voglia ancora maggiore di affermare ―le
ragioni di un credere che è capace di ridare di nuovo
forma a un sapere sull‘esistenza di Dio in grado di
plasmare il senso dell‘ethos umano, per troppo tempo
coltivato dentro un‘autonomia incapace di cogliere la
portata epocale della sfida pratica e teorica che
l‘uomo stesso ha plasmato con le sue mani‖. C‘è
l‘esigenza di trovare criteri etici che non siano puramente arbitrari e soggettivi: e l‘ateismo militante
vorrebbe porsi proprio come questo orizzonte ultimo
di senso, in grado di giustificare il discorso etico su
una vera e propria metafisica dell‘immanenza e perciò
della negazione di Dio. Chiude magistralmente Pessina: «Agli argomenti della nuova apologetica
dell‘ateismo, che di fatto è tutt‘altro che postmetafisica, si può e si deve rispondere, confidando
nelle grandi risorse di cui proprio la ragione umana,
salvata dall‘evento dell‘Incarnazione, dispone. Dopo il
periodo del pensiero debole, delle identità fluide, si
ripropone, nello spazio pubblico della cultura, la questione della
serietà dell‘esistenza nel suo necessario radicarsi con o contro
Dio».
Antonio
Ballarò
Da: www.noicattolici.altervista.org
India, bimbo strangolato per la dea Cali
Un bambino indiano di cinque anni è stato strangolato ieri ad un
centinaio di chilometri a sud di New Delhi durante un rito tantrico
di origine medioevale per calmare la dea Cali. Lo riferisce l'agenzia di stampa Pti. La polizia, intervenuta nella vicenda, ha riferito di
aver localizzato in un cimitero il cadavere del piccolo Heamant, la
cui scomparsa dal villaggio di Gazipur, nello Stato di Uttar Pradesh, era stata denunciata dalla famiglia. Gli agenti hanno trovato
vicino al luogo di sepoltura del bambino alcuni strumenti tipici dei
riti tantrici. L'agenzia indica infine che la magistratura ha aperto
un processo per omicidio contro ignoti. Fonte: Ansa.it 13.2.2012
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Tatuaggi e piercing: allarme bambini in Usa
―Fanno male, meglio non farli‖. È sempre stato il monito
dei dermatologi. Da sempre gli specialisti della pelle li
hanno visti come l'anticamera di allergie e infezioni, ora
l'American academy of dermatology (Aad) stila le regole
per mantenerli sempre come nuovi. In barba agli allarmi
dei medici, infatti, la mania di disegnare in modo indelebile sul corpo qualsiasi cosa o trafiggere pelle e cartilagini con monili di ogni genere dilaga fra giovani e meno
giovani, contagiando anche i più piccoli, denunciano i
membri dell'Aad. I dermatologi, segnalando un abbassamento dell'età per il primo orecchino e che fra i
teenager dilaga la moda dei tatuaggi, permanenti o temporanei
all'henné, decidono una nuova strategia per essere ascoltati perché
aumentano le reazioni allergiche e le infezioni veicolate da aghi,
inchiostri o bijoux. Intanto in Italia le reazioni avverse ai tatuaggi
sono in aumento, così come il fenomeno dei disegni sulla pelle,
soprattutto tra i maschi e nella fascia d'età 25-40 anni. Nell'ultimo
quinquiennio le allergie sono raddoppiate e sono cresciute anche le
reazioni causate dai tatuaggi semipermanenti, come quelli a base di
henné, secondo uno studio di un pool di esperti dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma.
E i dermatologi americani, dove la moda dei disegno sulla pelle è
sempre più estrema, hanno smesso di essere imperativi e hanno
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deciso di dare consigli su come avere cura di decori e
monili inseriti nella pelle, per prevenire passi falsi.
Questo, in estrema sintesi, il pensiero degli oltre diciassettemila membri della storica società di dermatologia statunitense che ha stilato le prime linee guida per
genitori, bambini e adulti amanti dei tatoo e orecchini di
ogni genere: - Per genitori e bambini: orecchini e tatoo,
anche temporanei, non sono privi di rischi. Possono
scatenare serie reazioni allergiche e lasciare cicatrici
indelebili, anche quando effettuati in estrema sicurezza. Ecco perché i medici sconsigliano di farli ai piccoli. Per i bambini: se non vuoi aspettare ancora qualche anno, sappi che
non è una buona idea bucare il bordo delle orecchie, oltre il lobo. In
questa zona è più facile che si scatenino reazioni e cheloidi
(cicatrici in rilievo molto brutte). E non é una buona idea bucare
altre parti del corpo, per lo stesso motivo. Non pensare mai di farti
da solo, o con l'aiuto di un amico, piercing o tatuaggi perché è
troppo rischioso. Con i tuoi genitori, chiedete sempre ad un dermatologo dove recarsi, se proprio non vuoi rinunciare. Una volta
fatti, segui alla lettera le indicazioni del dermatologo su come
evitare infezioni e allergie.
Fonte: Ansa del 25.2.2012
Lettera aperta a Benedetto XVI: un errore
il sostegno a Monti, svenderà l’Italia al dio euro
Mi permetto umilmente di scriverle, da semplice fedele
che ha avuto il dono immenso di suggellare l’incontro con
Gesù con il battesimo ricevuto dalle sue mani nella sontuosità della Basilica di San Pietro circa 4 anni fa, un
evento straordinario che ho descritto come il giorno più
bello della mia vita. La sua testimonianza di Papa che più
di altri ha incarnato il binomio indissolubile di fede e
ragione, è stata per me il faro che mi ha illuminato dentro
facendo maturare la scelta della conversione al cristianesimo. Proprio da cristiano ho ancor più apprezzato l’altro binomio indissolubile di verità e libertà, che da sempre ha ispirato l’insieme del mio
percorso esistenziale sin da quando ero musulmano, all’insegna
dell’esortazione evangelica “conoscerete la verità e la verità vi renderà
liberi” (Gv 8,32) e “sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal
maligno” (Mt 5,33-37). Ebbene da cristiano fedele alla sola verità in
Gesù, da persona depositaria di valori non negoziabili alla vita, alla
dignità e alla libertà, da italiano che ama ed è fiero dell’Italia che mi ha
consentito di essere pienamente me stesso, mi permetto di manifestarle
con estremo rammarico la mia profonda perplessità all’accoglienza da lei
riservata a Mario Monti, legittimando pienamente la sua discutibile
figura politica quale espressione dei poteri finanziari forti da lei più volte
denunciati, esaltando ed incoraggiando acriticamente il suo operato
proprio nel momento in cui cresce l’opposizione della maggioranza dei
cittadini preoccupati per il proprio posto di lavoro e per il futuro dei nostri
figli. Sono rimasto attonito leggendo le parole con cui lei ha accolto
Monti: “Voi avete cominciato bene in una situazione difficile e quasi
insolubile”. Che cosa intende Sua Santità per “bene”? Il ripristino della
tassa sulla prima casa maggiorata del 60% dopo la rivalutazione degli
estimi catastali? L’aumento dell’età pensionabile in modo retroattivo
violando i patti con milioni di cittadini? L’aumento dell’Iva e del prezzo
dei carburanti che hanno fatto impennare il costo della vita?
L’imposizione di un regime di polizia fiscale che controlla tutti i conti
correnti e affida obbligatoriamente alle banche le transazioni superiori ai
mille euro? Un piano indiscriminato di liberalizzazioni che si tradurrà nel
regalare l’Italia alle multinazionali e agli squali nostrani
devastando le micro, piccole e medie imprese che attualmente rappresentano il 97% del nostro sistema produttivo e
che si reggono primariamente sull’istituto della famiglia
naturale? Il portavoce della Santa Sede, padre Federico
Lombardi, ha precisato che nei colloqui che Monti ha
avuto con il Papa e con il Segretario di Stato vaticano,
cardinale Tarcisio Bertone, “ci sono stati attenzione e
incoraggiamento per un’azione difficile, che costa sacrifici, per fronteggiare la crisi economica: un impegno notevole anche dal
punto di vista morale”. Sua Santità, cosa è che incoraggia e a quale
impegno morale fa riferimento? La prospettiva a cui vorrebbe condurci
Monti è l’adesione incondizionata ad un super-Stato europeo in cui
l’Italia, dopo aver svenduto la propria sovranità monetaria, verrà spogliata della sovranità nazionale perché non solo la gran parte delle leggi
ma anche la politica finanziaria, di bilancio ed economica verranno
decise centralmente da un super-ministro che risponderà del suo operato
alla Germania, alla Banca Centrale Europea, alla Commissione Europea e
al Fondo Monetario Internazionale. A quel punto l’Italia non avrà più
bisogno né di un Parlamento, che si è già auto-commissariato, né di un
governo nazionale che è già espressione di un colpo di stato finanziario
affidato a Monti che non a caso è Consulente internazionale della Goldman Sachs, membro del Comitato consultivo di alto livello per l’Europa
di Moody’s, membro del Consiglio Direttivo del “Gruppo Bilderberg”,
Presidente della lobby belga “Bruegel”, Presidente del Gruppo Europeo
della “Commissione Trilaterale”. Sua Santità, l’Europa a cui vorrebbe
consegnarci Monti è quella che si prostra al dio euro ed è sottomessa alla
dittatura del relativismo. Esattamente l’opposto dell’Europa Cristiana
Libera sognata da Schumann, Adenauer e De Gasperi. Spero di cuore in
un suo messaggio chiarificatore che faccia venir meno il disorientamento
suscitato dalle sue parole nei fedeli cristiani e nelle persone di buona
volontà.
Magdi Cristiano Allam
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L’on.le Magdi Cristiano Allam:
”Voglio leggere il Corano in Duomo e a S. Pietro”
Chiedo ai Prefetti di Milano e di Roma, alla Curia Ambrosiana e alla
Segreteria di Stato del Vaticano, l‘autorizzazione a organizzare
due manifestazioni pubbliche in Piazza Duomo e in Piazza San Pietro
per far conoscere agli italiani la verità sul Corano e su Maometto.
Considero un errore dare alle fiamme il testo considerato sacro dai
musulmani e tacere sulla vita del fondatore dell‘islam, così come
provo orrore per le stragi che ne conseguono. Ebbene proprio
perché sono consapevole che vi è un rapporto di causa ed effetto
tra ciò che è prescritto nel Corano e l‘esempio dato da Maometto e
tra la predicazione d‘odio, l‘incitazione alla violenza e la perpetrazione di efferati crimini da parte dei musulmani, ho deciso che è un
dovere civico e una missione morale affermare la verità. Basta con il
rogo del Corano e le vignette su Maometto! Il Corano non va bruciato ma letto in pubblico in modo chiaro e senza alcun commento!
Maometto non va deriso esasperandone i tratti ma rappresentato
oggettivamente così come viene descritto dai suoi biografi ufficiali!
Anticipo al prefetto di Milano e alla Curia ambrosiana che in Piazza
Duomo leggerò anche i seguenti versetti del Corano che ordinano ai
musulmani di uccidere gli ebrei e i cristiani a meno che non si convertano e non si sottomettano all‘islam: «Combattete coloro che non
credono in Dio e nell‘Ultimo Giorno, che non vietano ciò che Dio e il
Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la Gente del Libro
(ebrei e cristiani), che non scelgono la religione della verità, finché
non paghino il tributo uno per uno, umiliati. Dicono gli ebrei: ―Esdra
è figlio di Dio‖ e i cristiani dicono: ―Il Messia è figlio di Dio‖. Questo
è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di coloro che
prima di loro furono infedeli. Dio li distrugga! Essi sono fuorviati
» (IX, 29-30). «E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: ―Invero
sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei
cuori dei miscredenti: colpiteli fra capo e collo, colpiteli sulle falangi! E ciò avvenne perché si erano separati da Dio e dal Suo Messaggero‖. Dio è severo nel castigo con chi si separa da Lui e dal Suo
Messaggero! Assaggiate questo! I miscredenti avranno il castigo
del fuoco! O credenti, quando incontrate gli infedeli in ordine di
battaglia, non volgete loro le spalle. Chi quel giorno volgerà loro le
spalle- eccetto il caso di stratagemma per meglio combattere o per
raggiungere un altro gruppo- incorrerà nell‘ira di Dio e il suo rifugio
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sarà l‘inferno. Quale triste rifugio! Non voi li avete uccisi. Dio li ha
uccisi» (VIII, 12-17). «O credenti, non sceglietevi per alleati ebrei
e cristiani, sono alleati gli uni degli altri, e chi li sceglie come alleati
è uno di loro. In verità Dio non ama il popolo degli ingiusti» (V, 51).
Ugualmente anticipo al prefetto di Roma e alla segreteria di Stato
del Vaticano che nella manifestazione pubblica a Piazza San Pietro
leggerò anche questi passaggi tratti dalla Sira, la raccolta dei detti
e dei fatti attribuiti a Maometto: «Il Profeta - le preghiere e la
pace di Allah siano con Lui - dichiarò: ―L‘Ultimo Giorno non verrà
finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i
musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l‘albero diranno:O musulmano, o servo di Allah, c‘è un ebreo nascosto dietro di me
- vieni e uccidilo; ma l‘albero di Gharqad non lo dirà, perché è
l‘albero degli ebrei» (citato da al-Bukhari e da Muslim). Dopo la
battaglia del Fossato nel 627, Maometto attaccò l‘ultima tribù
ebraica rimasta a Medina, i Banu Quraizah. Dopo un assedio di 25
giorni, si arresero. Alla fine tra i 600 e i 700 maschi furono uccisi,
mentre le donne e i bambini furono fatti schiavi. Sul fatto che fu
Maometto a decapitare gli ebrei, la Sira di Ibn Ishaq narra: «Poi (i
Banu Quraiza) si arresero e l‘inviato li rinchiuse a Medina nel quartiere della figlia di Harith, una donna dei Banu Najjar. Poi l‘Inviato
uscì nel mercato di Medina e vi scavò dei fossati. Poi li mandò a
prendere e li decapitò in quei fossati. (...)Erano 600 o 700 in tutto,
anche se alcuni parlano di 800 o 900. Mentre venivano portati a
gruppi dall‘Inviato chiedevano a Kaab che cosa ne sarebbe stato di
loro. Rispose: ―Non lo avete capito? Non vedete che lui continua a
chiamare e nessuno torna indietro? Per Dio è morte!‖ Questo continuò fino a che non ebbe finito con tutti loro». Attendo fiducioso la
risposta del prefetto di Milano e della Curia ambrosiana, del prefetto di Roma e della segreteria di Stato del Vaticano. Assicuro
loro che mi limiterò a leggere correttamente quanto è scritto nel
Corano e nella Sira di Maometto. Siamo uno Stato libero dove è un
diritto e un dovere degli italiani conoscere la verità. Null‘altro che
la verità. O non lo siamo più? Lo sapremo dalle loro risposte.
Magdi Cristiano Allam - Da Il Giornale del 27.2.2012
Troppi antidepressivi
All’uomo secolarizzato manca il senso del vivere
Sempre più frequentemente il termine ―secolarizzazione‖ fa rima con ―depressione‖. Nei Paesi più secolarizzati si verifica puntualmente un
aumento di cure antidepressive, psicofarmaci, abuso di stupefacenti ecc… Secondo il filosofo laico Pietro Barcellona il motivo è proprio
quello esistenziale, ovvero l‘incapacità di trovare un significato unitario e adeguato nello stare al mondo. Senza un orizzonte di Senso ultimo
l‘uomo perde la bussola, innanzitutto di sé stesso. Il vertiginoso aumento dell‘uso di antidepressivi nell‘ultimo decennio corrisponde più a un
disadattamento spirituale, piuttosto che psico-fisico. Già Viktor Emil Frankl, neurologo e psichiatra austriaco, parlava di logoterapia, cioè
di «un approccio psicoterapeutico che si basa sull‘analisi esistenziale e che cerca di ricoprire il senso (logos) di ogni esistenza umana». Il
punto fondamentale è l‘unicità e irripetibilità dell‘uomo, questione molto a cuore di Frankl. La vita di un uomo non è infatti riducibile alla
vita fisica e biologica, ovvero a quello che viene determinato dal suo Dna. Il suo essere è un esser-ci che non può fermarsi alle contingenze
spesso negative e alle prospettive naturalistiche. Frankl «era convinto che la sofferenza, il male, la morte non siano annichilimenti, ma
all‘opposto possano dare l‘input per mettere in moto l‘uomo alla ricerca di senso. Egli stesso aveva sperimentato nei campi di concentramento nazisti come la sopravvivenza fosse direttamente proporzionale alla capacità di dare un senso attraverso la fede anche a una delle esperienze più atroci a cui potesse andare incontro un essere umano, avendo così avuto lo spunto delle sue teorie». Oggi «per sconfiggere la
depressione, che forse in alcune circostanze è piuttosto angoscia esistenziale, abbiamo sì bisogno di un trattamento farmacologico, ma in
casi più che controllati. In genere, sia da parte dei terapeuti sia da parte dei ―pazienti‖, il problema è da considerare anche con un atteggiamento basato su dinamiche antropologiche ed esistenziali. Il fine è quello di ri-trovare e dare un senso all‘esistenza per quanto delimitata nella natura, proprio per cercare di trascendere, per quanto possibile, questa stessa natura». Dare un vero senso al vivere, questa è la
grande sfida dell‘uomo emancipatosi da Dio.
(Fonte: UCCR)
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L’attore comico napoletano era membro della Loggia Palingenesi.
Totò fu iniziato alla massoneria nel 1944
Antonio Focas Flavio Angelo Ducas
dell'occhio "che tutto vede". Incredu-
Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliar-
la, innanzitutto, la figlia Liliana che
di, più noto come Antonio De Curtis
replica: "In famiglia non ne ha mai par-
(Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15
lato". Eppure il Gran maestro della
aprile 1967) per tanti ―il principe della
Loggia, nata in Italia dal 1805, sembra
risata‖ (è superfluo elencare gli innu-
saperne moltissimo sul "principe della
merevoli films e decantare le sue stra-
risata". "Totò - scriveva ancora nella
ordinarie capacità artistiche) è stato
lettera all‘ex sindaco Bassolino - fu
massone, fu anche fondatore, diven-
iniziato alla Massoneria nel 1944 dalla
tandone
della
Loggia Palingenesi, dunque all'età di 46
Loggia "Ars et Labor". Lo affermava,
Maestro
venerabile,
anni, nel pieno della sua maturità di
in una lettera aperta all‘ex sindaco di
uomo e di artista: una scelta che ha
Napoli, Antonio Bassolino, il Gran mae-
segnato profondamente tutto il resto
stro del Grande oriente d'Italia, Virgi-
cadere nell'oblio l'esperienza massoni-
della sua vita". E precisa anche: "Totò
lio Gaito. In occasione delle celebra-
ca di tanti illustri italiani". Gaito dice
fu anche fondatore - diventandone poi
zioni per il centenario della nascita
di scrivere anche a nome "del Fratello
Maestro venerabile - della Loggia "Ars
dell' attore napoletano, da palazzo
Totò,
Eterno".
et Labor"". L' avvocato Virgilio Gaito
Giustiniani arrivava infatti l'appello:
Sembra difficile immaginare, almeno
si dice convinto di reclamare il ricono-
"Eviti, signor sindaco, che anche la
fuori dalla scena dei suoi film, Totò
scimento di una "verità storica su un
memoria di Totò sia colpita dall'opera
"muratore" nel Tempio, con indosso il
grande napoletano, un grande italiano e
di rimozione della sua appartenenza
grembiulino, a compiere rituali sotto
un grande Massone".
alla Massoneria, che troppe volte fa
l'egida di squadra e compasso e
passato
all'Oriente
I massoni sapevano che Hiroshima e Nagasaki
erano le città del Giappone con più cattolici...
Un attacco a sorpresa a Pearl Harbor
era impossibile. Lo afferma Robert B.
Stinnett, un veterano della Marina
americana che combatté nella seconda
guerra mondiale, sulla base di numerosi documenti ufficiali declassificati in
virtù di una legge americana sulla libertà di informazione. Come sappiamo
dopo Pearl Harbor la stampa pose
strane domande: come si è fatta sorprendere a Pearl Harbor la flotta americana se i servizi segreti americani
leggevano a libro aperto i messaggi in
codice giapponesi? E non solo il codice
di comunicazione diplomatico fra Tokyo e le ambasciate era noto agli americani, ma anche quello adottato nel
dispacci della Marina da guerra giap-
ponese. Le
domande
rimangono. Certo è che
la guerra, lunga e atroce, si concluse negli
immani bagliori della
bomba all‘uranio di
Hiroshima del 6 agosto
1945 e di quella al plutonio di Nagasaki del
successivo 9 agosto. Il 25 luglio del
1945 “l’israelita” Harry Truman, presidente degli Stati Uniti, che
nell‘ottobre successivo sarebbe stato
elevato al 33° grado del Rito Scozzese, nel suo diario riportava: ―Abbiamo
scoperto la bomba più terribile della
storia umana. Può essere la distruzione
di fuoco profetizzata nell‘epoca della
Valle dell‘Eufrate, dopo
Noè e la sua arca favolosa. Quest‘arma va
usata contro il Giappone fra oggi e il 10 agosto... Pare essere la
cosa più terribile mai
scoperta, ma se ne può
fare un ottimo USO―.
Diciotto mesi più tardi Truman, ritornando sull‘argomento, conveniva: ―Ai
giapponesi venne fatto pervenire un
leale avvertimento e furono offerti
dei termini, che alla fine essi accettarono, ben prima della caduta della
bomba‖. Una ―curiosa‖ coincidenza: nel
1945 il 70% dei cattolici giapponesi
viveva tra Nagasaki e Hiroshima!
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Lilla (Francia settentrionale): tremila massoni su 225 mila abitanti. Ottanta le logge.
Il potere massonico in Francia e Belgio…
In Belgio un figlio di massoni andrà alla scuola pubblica dominata da insegnanti massoni, studierà all'Università Libera di Bruxelles - per anni ufficialmente sostenuta dalla massoneria -, andrà in vacanza con gli
scout «laici» - anch'essi ampiamente legati al mondo massonico - e, dopo essersi sposato in comune, andrà
forse a lavorare in una banca o un'impresa i cui dirigenti sono legati alle logge.
Secondo un‘inchiesta del settimanale
«L'Express» la città di Lilla (Francia
settentrionale) conta, su 225.000 abitanti, il numero strabiliante di tremila
massoni, con ottanta logge. Se si prende
in esame la regione Nord, che comprende Roubaix e Villeneuve-d'Ascq, le logge
sono 92, con oltre cinquemila iniziati.
Tanto basta a fare di Lilla una capitale
della massoneria francese ed europea, e
- come dichiara un manager non massone
a «L'Express» - «una città di cui non si
capisce nulla se non si considera la sua
dimensione massonica». E Lilla non è
irrilevante per la politica. Sta al Partito
Socialista francese come Bologna sta al
Partito Democratico in Italia. La segretaria del Partito Socialista, Martine
Aubry, figlia dell'ex presidente della
Commissione Europea Jacques Delors, è
anche sindaco di Lilla. Intervistata da
«L'Express» la Aubry ha smentito le voci secondo cui il suo
secondo marito, l'avvocato Jean-Louis Brochen, sarebbe
anche lui massone, e conferma invece di avere semmai cercato di arginare in Comune lo strapotere delle logge, le quali
dal canto loro le rimproverano una serie di dichiarazioni di
simpatia verso personalità e istituzioni cattoliche. Ma, a
credere a «L'Express» l'alta burocrazia comunale a Lilla è
ancora piena di massoni, e secondo alcune voci - che altri
smentiscono - si tratta piuttosto di problemi in famiglia: i
sostenitori massoni della Aubry si sarebbero semplicemente
separati dalla loggia storica del Grande Oriente di Francia, la
Luce del Nord, per costituire nell'ambito della stessa obbedienza massonica una loggia "aubrista", Res Publica. Se dal
comune si sale al Parlamento le cose vanno nella stessa direzione: quasi tutti i deputati, che siano di destra o di sinistra,
sarebbero massoni. Il responsabile della cronaca giudiziaria
del giornale locale «Nord Eclair» stima che «più della metà
degli avvocati, e anche dei giudici importanti, siano massoni».
I «fratelli» dominano l'economia, i sindacati, lo sport. Quanto
alle banche, «nelle Casse di Risparmio della regione non si può
diventare presidenti o membri del consiglio di amministrazione senza essere massoni», mentre nel settore localmente
importante del credito cooperativo tradizionalmente a Lilla il
Credit Agricole era gestito dalla massoneria e il Credit Mu-
tuel da cattolici. Che le cose stiano ancora così è confermato dall'ex ministro
dell'Agricoltura e presidente del Credit
Mutuel Philippe Vasseur, non massone ma
tuttavia - commenta maliziosamente
«L'Express», ormai anche lui «ben circondato... senza però che se ne renda
sempre conto. Ha scoperto solo con ritardo che il suo assistente parlamentare
di un tempo, Philippe Rapeneau, ora consigliere regionale, è membro del Grande
Oriente. E forse ora scoprirà leggendo
L'Express che il direttore generale della
Camera Regionale di Commercio e Industria, di cui Vasseur è presidente, JeanBaptiste Tivolle, fa parte anche lui del
Grande Oriente».
Ci si può anche chiedere perché la massoneria sia onnipotente nella città francese del Nord. Una prima risposta è che anche qui, con caratteristiche simili alle
«regioni rosse» italiane - a Lilla vi è da decenni un'egemonia
assoluta del Partito Socialista. Non solo la sua classe dirigente si è in maggioranza formata nelle logge ma, a differenza di quanto avviene in altre regioni della Francia, le due
principali obbedienze - il Grande Oriente e la Gran Loggia sono entrambe dominate, da un secolo, da esponenti socialisti. Ma la ragione di fondo è che Lilla e il Nord sono tradizionalmente fra le regioni più cattoliche della Francia. Lilla e
il Nord si sono messe così a funzionare come il Belgio, dove si
vive - o si è vissuti per anni - secondo quello che i sociologi
chiamano il sistema dei «pilastri». Ciascuno vive, dalla culla
alla bara, nel pilastro cattolico ovvero in quello laicomassonico-socialista. Chi nasce cattolico andrà alla scuola
cattolica, all'università cattolica - in Belgio, l'Università di
Lovanio -, farà le vacanze con gli scout cattolici, lì magari
conoscerà sua moglie e lavorerà in un'impresa cattolica.
Mentre un figlio di massoni andrà alla scuola pubblica dominata da insegnanti massoni, studierà all'Università Libera di
Bruxelles - per anni ufficialmente sostenuta dalla massoneria
-, andrà in vacanza con gli scout «laici» - anch'essi ampiamente legati al mondo massonico - e, dopo essersi sposato in
comune, andrà forse a lavorare in una banca o un'impresa i cui
dirigenti sono legati alle logge.
Massimo Introvigne
Da La Bussola Quotidiana del 6-2-2012
CONSOLATIO - MARZO 2012
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CONSOLATIO
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Salesiani insegnano arti
e mestieri a giovani emarginati.
ASIA/INDIA
Sei mesi di corsi teorici e pratici per insegnare arti e
mestieri a ragazzi e ragazze delle zone rurali, per
formare cittadini responsabili e autosufficienti. È la
missione del Bosco Barefoot College (Bbc), un centro
di formazione professionale condotto dai Salesiani a
Boko (Guwahati, Assam). Fondato nel 1990, l‘istituto
fornisce corsi di sartoria, agricoltura, falegnameria,
allevamento, trasformazione alimentare, coltivazione
della seta muga, produzione di candele e lingua inglese. Grazie a questa educazione ―alternativa‖, spiega il
responsabile, p. Thomas, ―abbiamo valorizzato ragazzi
e ragazze emarginati, dando loro gli strumenti per
combattere povertà e disoccupazione. Questi giovani
rappresentano una delle categorie più vulnerabili della
società. La maggior parte di loro sono semianalfabeti:
questo li rende vittime di violenze e discriminazione‖.
Santosh Digal - Da AsiaNews del 2/2/2012
Il governo kazako mette
fuorilegge 579 fra chiese, comunità e
confessioni religiose. Le nuove leggi kazake sulla
ASIA/KAZAKISTAN.
libertà religiosa fanno sparire 579 fra chiese protestanti, sette islamiche, gruppi e comunità di fede con meno
di 50 persone registrate. Secondo il Kairat Lama Sharif,
responsabile per gli affari religiosi, dal 21 ottobre, data
di entrata in vigore del provvedimento, il numero delle
realtà religiose è sceso del 13%. Molte chiese protestanti saranno costretti a celebrare le proprie funzioni in
abitazioni private e sotto lo stretto controllo delle autorità. In questi giorni il governo Kazako ha inviato una
lettera a tutte le comunità invitandole ad adeguarsi alle
nuove normative oppure fermare subito le propria attività. Le autorità hanno concesso un anno per raggiungere il
limite di fedeli necessario per la registrazione. Tuttavia
in questo periodo nessuna realtà con un numero di fedeli
inferiore a 50 individui potrà celebrare funzioni pubbliche anche se in regola con le leggi precedenti. Diversi
leader hanno protestato contro il trattamento che viola
il diritto alla libertà religiosa.
(Fonte AsiaNews)
Qualche notizia dalle
terre di “missione”...
MEDIORIENTE/SIRIA.
I
cristiani,
minacciati dalle violenze, fuggono…
ASIA/AFGHANISTAN. Morti
e ferite per le
proteste contro il rogo del Corano.
"I cristiani sono la minoranza più minacciata dalla
guerra civile siriana e tentano di fuggire dal Paese.
Essi si sentono indifesi di fronte all'escalation di
violenza che da mesi imperversa nel Paese. Pregate
per la pace e per la riconciliazione del popolo siriano". È quanto afferma ad AsiaNews mons. Antoine
Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo. "Noi cristiani sottolinea il prelato - siamo i più deboli da un punto
di vista psicologico e di autodifesa. Per molti l'unica
salvezza è la fuga, come sta accadendo in altri Paesi
del Medio oriente, soprattutto in Iraq. Tutto ciò è
un danno gravissimo per la Chiesa e per la presenza
dei cristiani in Siria". Intanto la Caritas dona cibo e
beni di prima necessità a 500 famiglie cristiane e
musulmane di Homs, la città più colpita dalla guerra
civile. .
(Fonte AsiaNews)
Numerosi i morti e decine di feriti il bilancio delle proteste anti-americane esplose dopo il rogo di alcune copie
del Corano nella base militare Nato di Bagram (60 km a
nord-ovest di Kabul). Nonostante gli appelli alla calma di
Ahmid Karzai, presidente afghano, i talebani hanno esortato tutto il popolo a sparare sui militari e a distruggere
le loro basi. Nella capitale tutto il personale diplomatico
occidentale è barricato nelle ambasciate per paura di
violenze e rappresaglie. Il rogo del Corano è uno degli atti
considerati più offensivi dalla religione islamica e secondo
la sharia (legge islamica) chi commette questo atto sacrilego merita la morte. Tuttavia la Nato ha fatto sapere
che il gesto non è stato volontario; le copie del libro facevano parte di uno stock di oggetti da smaltire e sono
state bruciate per sbaglio. Ma due inservienti afghani
hanno riconosciuto nella cenere dei frammenti di pagine
del Corano e comunicato il fatto alle autorità religiose
locali, che hanno subito diffuso la notizia, scatenando
l'ondata di proteste.
(Fonte AsiaNews)
CONSOLATIO - MARZO 2012
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San Giuseppe, terrore dei demoni,
assistimi, difendimi, rafforzami!
I Santi per lo più sono raffigurati nei quadri con
qualche simbolo particolare, che denota la caratteristica della loro santità. San Francesco Saverio, apostolo delle Indie, è raffigurato tra i pagani; San Giovanni Bosco, apostolo della gioventù, tra i giovanetti;
San Francesco di Sales, grande scrittore sacro, è
rappresentato con una penna in mano; San Tommaso
D'Aquino con il sole raggiante sul petto, simbolo della
sua eccezionale scienza teologica. San Giuseppe è
raffigurato come membro della Sacra Famiglia e come operaio. Però le principali immagini lo rappresentano con un bastone in mano, alla sommità del quale
sta un bel giglio. Altre volte
tiene in mano un ramoscello
con tre gigli, ovvero tiene in
braccio Gesù Bambino che gli
presenta un giglio. Questo fiore rappresenta la virtù della
purezza. Tutti gli artisti del
pennello e dello scalpello vanno
a gara a mettere in evidenza
la purezza verginale del Santo.
Giglio ed Agnello senza macchia è Gesù; giglio purissimo è
Maria Vergine; giglio profumato è anche San Giuseppe. Se lo
Spirito Santo fu così generoso
dei suoi doni col nostro Patriarca, si deve anche al fatto
che Egli fu un Angelo di purezza. Il corpo umano è Tempio dello Spirito Santo. Il corpo di San Giuseppe fu e doveva essere il più puro dei corpi
umani, dovendo convivere con
la Vergine e ne consegue che
per la sua verginale purezza fu
sempre il Tempio graditissimo dello Spirito Santo.
Nelle invocazioni liturgiche è chiamato « Castissimo
Sposo di Maria ». Onorare un Santo significa imitarne le virtù. I devoti di San Giuseppe devono custodire con ogni cura il giglio della purezza. E' devozione
vana il rivolgersi al Santo Patriarca per avere grazie,
mentre nel cuore regna il demonio dell'impurità. Amiamo, apprezziamo, custodiamo e difendiamo la purezza, in noi e negli altri. Per mezzo di questa virtù
noi portiamo il massimo rispetto al nostro corpo ed al
corpo altrui e teniamo a freno la mente, evitando i
cattivi pensieri ed i cattivi desideri; inoltre custodiamo gli occhi per non insudiciarli di fango morale; do-
miniamo la lingua per non contaminarla con parole,
frasi o discorsi indecenti; custodiamo l'udito, evitando la compagnia degli sboccati; teniamo a freno gli
effetti del cuore, perché un affetto illecito non mortificato potrebbe trascinare nell'abisso dell'immoralità. Ogni anima osservi la purezza secondo il proprio
stato, perché c'è la purezza verginale e quella matrimoniale. Molte grazie si chiedono a San Giuseppe, ma
per lo più esse sono temporali. Sono rari coloro che
chiedono grazie spirituali. Si consiglia di raccomandarsi a San Giuseppe quando insorgono le tentazioni
impure, invocandolo così: San Giuseppe, terrore dei
demoni, assistimi, difendimi,
rafforzami!
Chi è debole nella purezza o è
bersaglio di forti tentazioni,
faccia qualche settenario o
triduo in onore di San Giuseppe e presto ne vedrà i frutti.
Esempio? Un tale nella notte
fu assalito da terribili tentazioni contro la purezza. Con
l'assistenza divina riportò
vittoria. L'indomani, mentre
andava a sbrigare un affare,
gli andò incontro un vecchietto dall'aspetto mite, che gli
disse: - Nella lotta che lei
sostenne questa notte con il
demonio impuro, perché non
fece ricorso a San Giuseppe
per avere un aiuto più pronto?
La pia persona, meravigliata
che fosse nota ad altri la sua
lotta notturna, si disponeva a
rispondere, quando si avvide
che quel vecchietto era scomparso. Allora si convinse che quegli non poteva essere
altro che San Giuseppe, il quale si era degnato di manifestargli quanto gradisse di essere invocato nelle
tentazioni contro la purezza, virtù a lui cara.
Fioretto - Custodire gli occhi, per non offendere la
santa modestia.
Giaculatoria - San Giuseppe, custodisci la purezza
del mio corpo, della mia mente e del mio cuore!
Don Giuseppe Tomaselli
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Dagli scritti di Maria Valtorta
La vicenda di Giustina di Antiochia e di Cipriano
Dice Gesù: «La vicenda di Giustina di
Antiochia e di Cipriano è una delle più
belle in favore della mia Croce. Essa, il
patibolo irrorato dal mio Sangue, ha nel
corso dei secoli operato infiniti miracoli.
E ancora ne opererebbe se voi in essa
aveste fede. Ma il miracolo della conversione di Cipriano, anima in potere di Satana che diventa un martire di Gesù, è uno
dei più potenti e belli. Cosa vedete, o uomini? Una fanciulla sola con una piccola
croce fra le mani e una leggera croce
scalfita nel muro. Una fanciulla, con un
cuore veramente convinto del potere della Croce, che in quella si rifugia per vincere. Di fronte a lei un uomo che il mercimonio con Satana fa ricco di tutti i vizi capitali. In lui lussuria,
ira, menzogna, cecità spirituale e errore. In lui sacrilegio e connubio con le forze d'Inferno. E in suo aiuto il signore dell'Inferno con tutte le sue seduzioni.
Ebbene: vince la fanciulla. Non solo. Ma stretto da
una forza invincibile. Satana deve confessare la verità e perdere il suo seguace. Non solo vince per sé la
vergine fedele. Ma vince per la sua città, liberando
Antiochia dal malefizio che si sparge come pestilenza uccidendo i cittadini. E vince per Cipriano facendo
di lui, servo di Satana, un servo di Cristo. Il demonio,
la malattia, l'uomo, vinti da una mano di fanciulla sorreggente la croce. Voi poco la conoscete questa mia
martire. Ma dovreste raffigurarla ritta sulla pietra
che chiude l'Inferno, sotto la quale ringhia Satana,
vinto e prigioniero, con la piccola mano armata della
croce. E ricordarvela così, éd imitarla così. Poiché
Satana ora più che mai scorre sulla terra e scatena
le sue forze di male per farvi perire. E non c'è che la
Croce che lo possa vincere. Ricordate che esso stesso ha confessato: "Il Dio Crocifisso è più potente di
tutto l'Inferno. Sempre mi vincerà. Chi crede in Lui
è salvo da ogni insidia". Fede, fede, figli miei. E' que-
stione vitale per voi. O credete e avrete bene, o non
credete e sempre più conoscerete il male. O voi che
credete, usate di questo segno con venerazione. O
voi che siete dubbiosi e che col dubbio l'avete cancellato dal vostro spirito come sotto dei succhi corrosivi — e il dubbio è infatti corrosivo quanto un acido — tornate a scolpire nel vostro pensiero e nel
vostro cuore questo segno che vi fa sicuri di protezione divina. Se ora la croce è velata a simbolo della
mia morte, non sia mai velata nel vostro
cuore. Come su un altare, essa in esso
splenda. E vi sia luce che vi guida al porto.
Vi sia il vessillo su cui affisserete lo
sguardo beato nell'ultimo giorno, quando
per quel segno Io separerò le pecore dai
becchi e spingerò costoro nelle Tenebre
eterne portando meco nella Luce i miei
benedetti. » Dice poi Gesù a me: « Tu la
potenza della Croce l'hai provata. Tu non
hai dubbi sulla veridicità della visione, perché tu pure hai visto fuggire Satana sotto
alla tua mano alzante la mia croce. Ma
quanto pochi sono quelli che credono così!
E non credendo non ricorrono neppure a
questo segno benedetto. Anche questa visione è da
includersi nei vangeli della Fede. Non è Vangelo. Ma è
Fede. Ed è ancora Vangelo perché Io ho detto: " A
chi crederà in Me darò il potere di calcare serpi e
scorpioni e la potenza del Nemico e nulla gli farà male " (Luca 10,19). La tua fede aumenti ad ogni palpito
del tuo cuore. E se questo, stanco, rallenta i suoi palpiti, non rallenti il tuo credere. Più l'ora della riunione con Dio è prossima e più occorre aumentare la
fede. Perché nell'ora della morte. Satana, che mai
non si è stancato di turbarvi coi suoi raggiri — e astuto, feroce, lusingatore con sorrisi, con canti, con
ruggiti, con sibili, con carezze e unghiate, ha cercato
di piegarvi — aumenta le sue operazioni per strapparvi al Cielo. E' proprio questa l'ora di abbracciarsi
alla Croce, perché le onde dell'ultima satanica bufera non vi abbiano a sommergere. Dopo viene la Pace
eterna. Animo, Maria. La Croce sia la tua forza ora e
nell'ora della morte. La croce della morte, ultima
croce dell'uomo, abbia due braccia. Una sia la mia
Croce, l'altra il nome di Maria. Allora la morte avviene nella pace dei liberati anche della vicinanza di Satana. Perché esso, il Maledetto, non sopporta la Croce e il Nome della Madre mia. Si faccia sapere questo a molti. Poiché tutti avete a morire e tutti abbisognate di questo insegnamento per uscire vittoriosi
dall'estrema insidia di chi vi odia infinitamente ».
Da Maria Valtorta, I Quaderni del 1944. Centro
Editoriale Valtortiano, Isola del Liri 1985) pp.
301-303.
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ALCUNI SANTI DEL MESE
A cura di Matteo Orlando (dal settimanale Verona Fedele)
9 marzo.
«Donna di vasta cultura, ma molto umile; dedita alla preghiera, ma sem-
Santa
nell‘accogliere con Cristo la croce» (Benedetto XVI). Caterina de‘ Vigri
Caterina
musica, pittura, danza, poesia, composizioni letterarie, arte della minia-
da Bologna
in perpetua castità e si affiliò ad una pia associazione di vergini. Note-
pre pronta a servire; generosa nel sacrificio, ma colma di gioia
nacque l'8.9.1413 a Bologna. Venne educata alla corte Estense e studiò
tura e della copiatura, latino. A soli 14 anni maturò la decisione di vivere
voli furono i suoi progressi spirituali in questa nuova fase della vita, ma
grandi e terribili furono le prove, le sofferenze interiori, soprattutto le
tentazioni del demonio. Ma il Signore la consolò con una visione che le donò la chiara conoscenza
della Presenza Reale Eucaristica. Entrò giovanissima nel Monastero del Corpus Domini di Ferrara dove professò la Regola delle Sorelle Povere di Santa Chiara. Per anni il demonio continuò a
tentarla di disubbidienza, vanagloria, bestemmia, infedeltà alla vocazione. Nel 1431 ebbe una
visione del giudizio finale. La terrificante scena dei dannati la spinse a intensificare preghiere e
penitenze per la salvezza dei peccatori. Ebbe, anche in presenza di altre persone, estasi e premonizioni (annunciò la sconfitta di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, nella guerra contro i
bolognesi; predisse la caduta di Costantinopoli sotto il potere di Maometto II, sultano dei Turchi). In clausura Caterina svolse umilmente mansioni di lavandaia, cucitrice, fornaia, e fu addetta alla cura degli animali. Per obbedienza accettò anche l‘ufficio di maestra delle novizie e il servizio del parlatorio. Un venerdì
santo, mentre pregava inginocchiata davanti al Crocifisso, questi le parlò familiarmente dei dolori che aveva sofferto, fin dal primo
istante del suo concepimento. Nella notte del Natale del 1445, mentre in coro recitava le consuete mille Ave Maria in onore del
parto della Santissima Vergine, questa le apparve e le diede in braccio il celeste Bambino ancora in fasce. Nel 1456 il Signore le
ordinò di andare a Bologna come abbadessa. Si preparò al nuovo impegno con digiuni, discipline e cilici così spietati, da cadere gravemente malata. Ma il Signore la guarì facendole vedere il trono di gloria che le teneva in serbo in paradiso. Si recò a Bologna con
18 consorelle. Da superiora fu la prima nella preghiera e nel servizio; visse in profonda umiltà e povertà, svolgendo il suo servizio
con generosità e dedizione. All‘inizio del 1463 riunì le consorelle nel Capitolo per annunciare loro la sua morte e raccomandò l'osservanza della regola. Dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti, consegnò al confessore il suo Trattato delle sette armi spirituali
che nessuno aveva mai letto, ed entrò in agonia. Nel libretto Caterina individuò 7 armi nella lotta contro il diavolo: 1. avere cura e
sollecitudine nell'operare sempre il bene; 2. credere che da soli non potremo mai fare qualcosa di veramente buono; 3. confidare in
Dio e, per amore suo, non temere mai la battaglia contro il male, sia nel mondo, sia in noi stessi; 4. meditare spesso gli eventi e le
parole della vita di Gesù, soprattutto la sua passione e morte; 5. ricordarsi che dobbiamo morire; 6. avere fissa nella mente la memoria dei beni del Paradiso; 7. avere familiarità con la Santa Scrittura, portandola sempre nel cuore perché orienti tutti i pensieri
e tutte le azioni. Spirò dolcemente, pronunciando 3 volte il nome di Gesù il 9.3.1463. Nella cappella del monastero del Corpus Domi-
ni di Bologna è custodito il suo corpo incorrotto.
La presenza di Dio in te
Giovane, corpo ed anima fanno di te un UOMO. Le bestie non sono uomini perché hanno solo il corpo; gli
angeli non sono uomini perché hanno solo l'anima. Tu sei un uomo perché hai corpo ed anima. Ma non hai
solo questo. Dio ha messo in te un tesoro infinitamente più grande: ha messo Se stesso. «Se uno mi ama
osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà; e noi (cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) verremo
a lui e prenderemo dimora dentro di lui» (Gv 14,23). E‘ importante comprendere che Dio, venendo dentro di te, non se ne sta distaccato da te, come una persona dentro a una stanza, ma «si unisce» alla tua
vita umana, comunicandoti la Sua Vita divina e trasformandoti in Lui: questa "trasformazione" è detta
GRAZIA SANTIFICANTE. Perciò, dopo che Dio è venuto in te, tu non sei più quello di prima, ma sei uno nuovo essere, «una nuova creatura» (2Cor 5,17): da quel momento tu sei veramente «nato di nuovo» e non a una semplice vita di creatura, ma alla stessa vita increata
ed eterna di Dio. La presenza di Dio in te è iniziata nel giorno del Battesimo e può essere da te resa più intima con le buone opere e ricevendo i Santi Sacramenti, specialmente l'Eucaristia. Purtroppo la puoi perdere con il peccato mortale, ma la puoi riacquistare con la Santa Confessione o con un atto di Dolore perfetto. (CONTINUA)
Da A. Albani, M. Astrua, LA VITA CRISTIANA SPIEGATA AI GIOVANI
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3 0
CONSOLATIO
«Fui condotto in Irlanda in cattività con tante migliaia di altri uomini», racconta in una delle due opere che ha lasciato, la Confessio, in cui offre un breve
resoconto della sua vita e della sua missione (l‘altra è l'Epistula, una lettera
rivolta ai soldati di Coroticus). «Dopo essere giunto in Irlanda, tutti i giorni
custodivo le mandrie e spesso pregavo. Sempre più cresceva in me l'amore di
Dio, e anche il timore del Suo Nome. La mia fede aumentava... Nelle foreste,
sulle montagne, mi svegliavo prima dell'alba per pregare, sotto la neve, col gelo
e la pioggia. Non badavo alle fatiche. Nessuna pigrizia mi incatenava». Nato nella Britannia Romana (si è
17 Marza
San
Patrizio
sempre considerato romano e questa sua affinità spirituale con la città del Papa sarà fondamentale
nella sua missione di evangelizzazione), San Patrizio, patrono dell'Irlanda (viene festeggiato da tutta la
comunità irlandese del mondo il 17 marzo, data della sua morte), dopo una giovinezza passata nello
svago, fu rapito da pirati irlandesi e fu venduto come schiavo. Dopo sei anni fuggì e si imbarcò avventurosamente su una nave in partenza. Dopo un primo approdo in Gallia, finalmente Patrizio ritornò in
Bretagna dai suoi genitori (verso il 415, a 24 anni). Ma «una notte vidi venire da me, dall‘Irlanda, un
uomo chiamato Vittorizio. Mi portava una quantità innumerevole di lettere, e in cima a una di esse lessi
le parole: "Voci degli irlandesi". E mentre leggevo ad alta voce l'inizio di quella lettera, mi pareva di
sentire delle voci... che dicevano: "Ti preghiamo, santo giovane, di venire e di vivere ancora in mezzo a
noi"; e io ne fui estremamente commosso, e non potei leggere oltre. E mi destai. Grazie a Dio, in capo a
molti anni i loro desideri furono esauditi». Tanto che, nonostante gli sforzi dei suoi genitori per trat-
tenerlo, Patrizio ripartì. Nel 432 sbarcato di nuovo in Irlanda, da vescovo itinerante, cercò di insegnare
ai celti le scritture (quella comune e quella Sacra). Patrizio percorse infaticabilmente le contrade e il
suo apostolato, legato alla terra, sarà straordinariamente fecondo. A più riprese Patrizio ebbe con i
druidi conflitti che non furono soltanto verbali (parecchie
volte fu gettato in prigione).
«Attraverso il mio ministero
il Signore ha avuto pietà di
migliaia e migliaia di uomini».
– scrive ancora - «I figli degli
scoti e le figlie dei re sono
ora, agli occhi di tutti, monaci
e vergini di Cristo».
I monasteri fiorirono, l'apostolato di san Patrizio fu caratterizzato dalla preghiera
e dalla penitenza (recitava
ogni giorno l'intero salterio).
L‘infaticabile divulgatore del
cristianesimo irlandese concluse la sua vita nel 461 a
Down, nell‘Ulster, che prenderà poi, in suo onore, il nome
di Downpatrick.
CONSOLATIO - MARZO 2012
Per Christum abundat consolatio nostra
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3 1
Francesco Palau nacque (settimo di 9 figli) il 29.12.1811 ad
Aytona (Spagna), da genitori contadini, molto fedeli alla
religione e alla monarchia. A 21 anni, al termine di una
novena fatta in onore di San Elia, Francesco vide misticamente il profeta che lo ricoprì con il mantello dei Carmelitani. Nonostante l'opposizione dei genitori e dei superiori del seminario, che vedevano in lui un soggetto di
grande utilità per la diocesi, rinunciò alla borsa di studio e
si fece carmelitano, nel carmelo di Barcellona (dove fece
la solenne professione il 15.11.1833, con il nome di Fra Francesco di Gesù, Maria e
Giuseppe). Due anni dopo il convento fu incendiato dai rivoluzionari liberali. Cominciò così per lui una serie innumerevole di peregrinazioni forzate tra Francia e
Spagna. Ordinato sacerdote il 2.4.1836 dal vescovo di Barbastro, rimase 2 anni
vivendo in una grotta vicino Aytona. In seguito uscì dal suo isolamento per predicare le missioni popolari nelle diocesi della Catalogna, diffondendo ovunque la
devozione mariana e contrastando la piaga della bestemmia. A Barcellona fondò,
con successo, una scuola di catechismo per adulti (la ―Scuola delle Virtù‖), ma,
dopo 3 anni, accusato di ―idee sovversive‖, fu confinato a Ibiza. Da lì continuò a
dirigere le sue figlie spirituali residenti a Lérida, Aytona e Balaguer. Ottenuta la
libertà solo il 1.5.1860, dal 1864 fino alla morte (chiamato da una forza interna
irresistibile e sconvolgente) si dedicò a liberare gli ossessi e a contrastare l'azione del demonio nella società. Numerosi
malati, di loro iniziativa, accorrevano a lui per essere curati ed eventualmente anche esorcizzati (teatro degli esorcismi da lui praticati fu la cappella Els Penitens della casa di Santa Cruz di Vallcarca, presso Barcellona, dove leggeva loro
brani del Vangelo e li aspergeva con l'acqua benedetta). Inspiegabilmente fu molto avversato dal clero. Andò allora a
Roma due volte: nel 1866 per parlare di queste cose con Pio IX; nel 1870 per chiedere ai Padri Conciliari spagnoli che il
concilio Vaticano I ristabilisse nella Chiesa l'esorcistato come ministero permanente. Dal 1860 al 1872 il beato fondò 6
comunità di Fratelli (che cessarono di esistere con la guerra civile spagnola del 1936) e 6 di Sorelle (ancor oggi esistenti in 2 rami: le Carmelitane Missionarie Teresiane di Tarragona e le Carmelitane Missionarie di Barcellona). Morì il
20.3.1872 a causa di una polmonite. Giovanni Paolo II lo beatificò il 24-4-1988.
20 Marzo
Beato
Francesco
Palau
Pietro Regalado nacque a Valladolid (Spagna) nel 1390. Rimasto orfano di
padre, a 13 anni fu accettato dai Francescani della città. Dopo il noviziato
- seppur non ancora quattordicenne - la professione solenne (dal
San Pietro fece
Concilio di Trento verranno richiesti 16 anni). Passò un po’ di tempo e
Regalado Pietro si mise alla sequela di fra’ Pietro Villacreces, per stabilire, ad Aguilera (diocesi di Osma), la stretta osservanza (dei francescani Recolletti).
Ad Aguilera si dedicò ad un’intesa vita spirituale (11 ore di preghiera e
meditazione al giorno), studio e penitenza. Dopo 11 anni, fondò un ulteriore convento a Abrojo,
dove visse, come nell’altro, nella più ferrea povertà (vietato l'uso della carne e del vino; legumi
cotti senza sale da mangiare con una certa frequenza; olio e pesce solo nei giorni di festa; riposo d'estate - sulla nuda terra, d'inverno sul fieno). Alla morte del Villacreces (1422), Pietro Regalado fu chiamato a succedergli nella direzione dei 2 conventi. Si propose di predicare ai suoi
religiosi più con l'esempio che con le ammonizioni (camminava a piedi scalzi anche nei lunghi
viaggi; portava il cilicio sotto l'unica veste usata; digiunava spesso a pane e acqua; si flagellava
fino al sangue). Il santo fu favorito del dono mistico delle lacrime che versava specialmente
durante la Messa, sacrificio incruento di Cristo. Più volte i frati lo videro circondato da una
nuvola splendente, sollevato da terra e coronato di fiamme. Nella sua vita si registrarono anche
fenomeni di trasporto mistico (dal convento di Abrojos a quello di Aguilera), per impedire che i
suoi religiosi cadessero nel rilassamento. L'arcivescovo di Sigùenza e il vescovo di Plasencia
testimoniarono che quando il Santo andava alla questua nelle parrocchie vicine, dovendo passare
il fiume Duero, stendeva il mantello sull'acqua, vi saliva sopra con l'asino carico di cibarie e lo passava. Una volta, a Valladolid, mentre
si svolgeva una corrida, un toro ferito fuggì per le strade. Pietro mise il suo bastone sul muso del toro e l'animale si ammansì (per questo
fatto è patrono dei toreri). Durante la quaresima del 1456 cadde malato, prostrato dai digiuni e dalle penitenze. Si fece collocare per terra,
sopra un povero vestito e ricevette il Viatico. Spirò il 30-3-1456 dopo aver esclamato: “Nelle tue mani, o Signore, raccomando il mio
spirito”. Nei primi sei mesi dopo la morte, sulla tomba si verificarono 128 miracoli, a beneficio specialmente dei più bisognosi. Dopo la
cacciata dei mori da Granada (1492), Ferdinando il Cattolico e la sua sposa Isabella di Castiglia fecero esumare il corpo del Santo. Le sue
membra avevano conservato la loro duttilità ed esalavano un gradevole profumo. La regina espresse il desiderio di avere alcune dita di lui
da conservare come reliquie. Quando furono tagliate alla presenza dei vescovi accorsi e dei religiosi, dalla ferita sgorgò sangue come da
una persona viva. Pietro Regalado fu canonizzato da Benedetto XIV il 29-6-1746.
30 Marzo
CONSOLATIO - MARZO 2012
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CONSOLATIO
Miracoli Eucaristici
Raccontati da don Giuseppe Tomaselli
Impronta Eucaristica
Messaggi a Medjugorje
della Regina della pace
Messaggio del 2 febbraio 2012 a Mirjana
Cari figli, da così tanto tempo io sono con voi e
già da così tanto tempo vi sto mostrando la
presenza di Dio ed il suo sconfinato amore, che
desidero tutti voi conosciate. Ma voi, figli miei?
Voi siete ancora sordi e ciechi; mentre guardate il mondo attorno a voi non volete vedere dove sta andando senza mio Figlio. State rinunciando a Lui, ma Egli è la fonte di tutte le grazie. Mi ascoltate mentre vi parlo, ma i vostri
cuori sono chiusi e non mi sentite. Non state
pregando lo Spirito Santo affinché vi illumini.
Figli miei, la superbia sta regnando. Io vi indico
l‘umiltà. Figli miei, ricordate: solo un‘anima umile
brilla di purezza e di bellezza, perché ha conosciuto l‘amore di Dio. Solo un‘anima umile diviene un paradiso, perché in essa c‘è mio Figlio. Vi
ringrazio. Di nuovo vi prego: pregate per coloro
che mio Figlio ha scelto, cioè i vostri pastori.
Messaggio del 25.2.2012
Cari figli, in questo tempo in modo particolare
vi invito: pregate col cuore. Figlioli, voi parlate
tanto ma pregate poco. Leggete, meditate la
Sacra Scrittura e le parole scritte in essa siano
per voi vita. Io vi esorto e vi amo perchè in Dio
troviate la vostra pace e la gioia di vivere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
Messaggio del 2 marzo 2012 a Mirjana
Cari figli, per mezzo dell‘immenso amore di Dio
io vengo tra voi e vi invito con perseveranza tra
le braccia di mio Figlio. Vi prego con Cuore materno ma vi ammonisco anche, figli miei, affinché la sollecitudine per coloro che non hanno
conosciuto mio Figlio sia per voi al primo posto.
Non fate sì che essi, guardando voi e la vostra
vita, non desiderino conoscerlo. Pregate lo Spirito Santo affinché mio Figlio sia impresso in
voi. Pregate affinché possiate essere apostoli
della luce di Dio in questo tempo di tenebra e di
disperazione. Questo è il tempo della vostra
messa alla prova. Col Rosario in mano e l‘amore
nel cuore venite con me. Io vi conduco alla Pasqua in mio Figlio. Pregate per coloro che mio
Figlio ha scelto, affinché possano sempre vivere
secondo Lui ed in Lui. Vi ringrazio.
Santa Giuliana De' Falconieri è chiamata la Santa
dell'Eucaristia, per un fatto prodigioso avvenuto a lei sul
letto di morte. Era Suora, anzi Fondatrice di un Ordine
Religioso, ed inculcava alle Consorelle il grande amore a
Gesù Sacramentato. Si trovava gravemente ammalata e
desiderava con grande ardore di riceve-re la S. Comunione come Viatico; i disturbi gastrici con il continuo vomito
erano un ostacolo insormontabile a comunicarsi. Chiese al
suo Confessore di portarle il Santissimo Sacramento nella
cella, almeno per adorarlo; il Sacerdote l'accontentò. La
Santa sentì avvampare in cuore l'amore verso Gesù e domandò con insistenza che le si ponesse Gesù Sacramentato sul petto. Il Ministro di Dio estrasse dalla Pisside una Particola, la pose sul Corporale e collocò questo
sul petto dell'inferma. Gesù fece sentire alla Santa la
sua reale presenza e, senza bisogno del suo Ministro, entrò nel corpo di Lei. Quando il Sacerdote volle riprendere
l'Ostia per riporla nella Pisside, non la trovò più. Rimase
interdetto e non sapeva spiegarsi il fatto. La Santa subito dopo moriva. Le
Suore, mentre disponevano il cadavere, si accorsero che
sul petto della loro
Fondatrice,
sulla
carne,
corrispondente al posto ove il
Sacerdote
aveva
posato il Corporale,
c'era impressa l'immagine
dell'Ostia
con
l'effigie
del
Crocifisso. Compresero allora che essa
si era comunicata
prodigiosamente.
Santa Giuliana De'
Falconieri è rappresentata sempre
nelle immagini con
l'Ostia sul petto.
CONSOLATIO - MARZO 2012
Per Christum abundat consolatio nostra
P a g i n a
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BENEFATTORI - FEBBRAIO 2012
MASSIMO SCAVO (AG), GIUSEPPE GALLO
(CANICATTÌ), ANNAMARIA FRISCIA (SCIACCA),
GABRIELLA VACCARO (RIBERA), CARMELA RICEVUTO (SCIACCA), MARIA CASA’ (LICATA), VINCENZA CUSUMANO (PARTANNA), MICHELE DI
CATALDO (CALTANISSETTA), MELINA INTORRE
(CAMPOBELLO DI LICATA), MARIANGELA SCLAFANI (SCIACCA), TERESA E GIANCARLO FANARA (FAVARA)- ROSITA SPINELLI GATTO
(MILANO), GIOVANNA CALDARELLA (SICULIANA), SILVANA FIORENTINO (SICULIANA),
ROSETTA LA BELLA (SCIACCA), GIUSEPPINA VACANTE (RIBERA), ELENA BALANO
(CASTELVETRANO), CROCETTA GIAMBALVO (S. MARGHERITA).
Ogni giorno viene celebrata una Santa Messa per voi tutti.
Dio vi benedica e ricompensi la vostra generosità.
Notizie dell’Opera
Padre Giuseppe Tagliareni, fondatore dell’Opera della Divina Consolazione, vive presso la “Casa S. Giorgio” in Contrada S. Giorgio (Sciacca,
S.S. 115 al km. 129,8). Riceve per appuntamento il martedì pomeriggio e il sabato.
Tel. 0925 997015 - www.odc.altervista.org
Cell. 3398896068 (TIM), 3931409912 (WIND)
[email protected]
ORARI: Colloqui e Benedizioni: Martedì pomeriggio (ore 16-18); Sabato
mattino (ore 9,30) e pomeriggio (ore 16-18); S. Messa feriale: ore
10; S. Messa festiva: ore 19 (18 ora solare). Per prendere appuntamento, telefonare in anticipo.
Per fare delle offerte: - CCP. n. 88905179 intestato a: Associazione della Divina Consolazione–Onlus Sciacca. -Per
il 5 per mille: mettere il C.F.92016580844 nella casella apposita del modulo della Dichiarazione dei redditi. Dio ricompensi i nostri benefattori in terra e in Cielo.
"Padre, benedici i tuoi figli, santifica
il tuo Nome e liberaci dal male!"
O Dio nostro Padre, che hai promesso la tua Benedizione ad Abramo e alla sua discendenza e l’hai
realizzata in Cristo tuo figlio e nella discendenza della Donna destinata a calpestare la testa al
Serpente infernale, umilmente Ti preghiamo di attuare la tua promessa anche per noi, che
T’invochiamo nel Nome di Gesù e per l’intercessione di Maria, sua e nostra Madre, da Te benedetta con ogni benedizione. Padre santo, allontana da noi lo spirito del male: ritorci su di lui e sui
suoi servi tutte le maledizioni che egli riversa con diabolica ferocia ed ostinazione su di noi tuoi
figli. Liberaci dal male! Donaci quella libertà dei figli di Dio che Gesù ci acquistò col suo Sangue e
annulla tutte le trame malefiche che il Maligno tesse su di noi e sulle nostre iniziative. Spezza le
sue catene, libera gli oppressi, vanifica le sue trappole e punisci in modo esemplare i suoi servi,
perché lasciato il male tornino pentiti a Te, Padre di misericordia, che non vuoi la morte del peccatore ma che si converta e viva. Santifica il Tuo Nome, Padre buono, e mostrati grande e potente anche su coloro che maledicono il Cielo e la terra e disprezzano il Sangue di Cristo redentore. Favorisci la nostra vita che solo in Te crediamo e speriamo, e difendi l’Opera delle Tue mani
che hai messo nelle nostre mani. E noi Ti renderemo lode e benedizione in eterno, Dio amante
della vita e del bene, Dio che rendi giustizia ai tuoi servi che T’implorano giorno e notte. Per
Cristo nostro Signore. Amen!
CONSOLATIO - MARZO 2012
P a g i n a
CONSOLATIO
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CONSOLARE DIO E IL PROSSIMO
Continuiamo la pubblicazione della Regola di vita per Consolatori, proposta a coloro che
vogliono far parte attiva dell’Opera della Divina Consolazione, nata a Sciacca nel 1983,
allo scopo di conoscerla, di studiarne la spiritualità e attuarne l’apostolato specifico.
Risposta divina
13. Dio ascolta il lamento degli afflitti e li vuole consolare sia addolcendo le pene, sia
promettendo una più felice condizione (cf. Is 40,1; 66,13; Ger 31,13; Gv 16,20; Ap 2122). Gesù ha promesso una Beatitudine per gli afflitti (cf. Mt 5,4). Lo Spirito Santo
mette in comunione col Padre autore di ogni bene e col Figlio, che ogni bene ha meritato
col suo Sangue. La grazia della divina consolazione scaturisce dalla Divina Misericordia
verso gli afflitti e peccatori. La preghiera a Dio dunque, è la fonte principale di questa
grazia e il cibo principale dei Consolatori. L'Opera deve mostrare che il nostro Dio è "Dio di ogni consolazione" (2 Cor
1,3).
Il carisma specifico
14. I Consolatori ottengono il carisma della consolazione dallo Spirito Santo Consolatore Autore dei doni e lo alimentano
con la preghiera incessante, con la meditazione della Parola di Dio, con la contemplazione del Crocifisso e soprattutto con
l'adorazione di Gesù Sacramentato, fonte e culmine della pietà e della vita cristiana. Egli viene a noi col suo Cuore trafitto: chiede e offre consolazione.
Il richiamo di Gesù abbandonato
15. Gesù nel Sacramento dell'Eucaristia è spesso abbandonato dai cristiani nella desolazione più grande, che lo fa lamentare: "Ho atteso compassione ma invano, consolatori ma non ne ho trovati" (Sal 69,21). Egli dunque desidera essere
"consolato" dall'amore dei suoi fedeli, che a loro volta vengono da Lui accolti e consolati con grazie preclare di misericordia e di apostolato verso gli afflitti. E' da Gesù che scaturisce ogni grazia. Consolati da Gesù, essi vanno a consolare i fratelli. 16. Gesù ha bisogno di consolatori, ma pochi ne trova. Il fedele che Lo ama, percepisce il lamento di Gesù e gli si fa
vicino. Consolare Gesù è il modo più raffinato di amarlo. In Gesù si uniscono l'amore di Dio e l'amore del prossimo. Egli ne è
la Fonte inesauribile: perciò i Consolatori devono sviluppare una grande pietà eucaristica, che s'incentra sulla S. Messa e
sull'adorazione del SS. Sacramento e del Sacro Cuore di Gesù.
CONTINUA SUL PROSSIMO NUMERO
Sintesi del Catechismo di San Pio X - A cura di Matteo Orlando
Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in
questa vita, e per goderlo poi nell'altra, in paradiso
Ci ha creato Dio. Dio é l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra. Perfettissimo significa che in Dio è ogni perfezione, senza difetto e senza limiti, ossia che Egli é potenza, sapienza e bontà infinita.
Creatore significa che Dio ha fatto dal nulla tutte le cose. Signore significa che Dio é padrone assoluto di tutte le cose. Dio non ha corpo, ma è purissimo spirito. Dio é in cielo, in terra e in ogni luogo: Egli é l'Immenso. Dio
è sempre stato e sempre sarà: Egli è l'Eterno. Dio sa tutto, anche i nostri pensieri: Egli é l'Onnisciente Dio può
far tutto ciò che vuole: Egli é l'Onnipotente. Dio non può fare il male, perché non può volerlo, essendo bontà
infinita; ma lo tollera per lasciar libere le creature, sapendo poi ricavare il bene anche dal male. Dio ha cura e
provvidenza delle cose create, e le conserva e dirige tutte al proprio fine, con sapienza, bontà e giustizia infinita. Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra, in paradiso. Il
paradiso è il godimento eterno di Dio, nostra felicità, e, in Lui, di ogni altro bene, senza alcun male. Merita il
paradiso chi è buono, ossia chi ama e serve fedelmente, Dio, e muore nella sua grazia. I cattivi che non servono
Dio, e muoiono in peccato mortale, meritano l'inferno. L'inferno è il patimento eterno della privazione di Dio,
nostra felicità, e del fuoco, con ogni altro male senza alcun bene. Dio premia i buoni e castiga i cattivi, perché è
la giustizia infinita. Dio è uno solo, ma in tre Persone uguali e distinte, che sono la santissima Trinità. Le tre
Persone della santissima Trinità si chiamano Padre, Figlio e Spirito Santo. Delle tre Persone della santissima
Trinità si è incarnata e fatta uomo la seconda, cioè il Figlio. Il Figlio di Dio fatto uomo si chiama Gesù Cristo.
Gesù Cristo è la seconda Persona della santissima Trinità, cioè il Figlio di Dio fatto uomo. Sì, Gesù Cristo è vero
Dio e vero uomo. Il Figlio di Dio si fece, uomo per salvarci, cioè per redimerci dal peccato e riacquistarci il paradiso. Gesù Cristo per salvarci soddisfece per i nostri peccati patendo sacrificando se stesso sulla Croce, e
c'insegnò a vivere secondo Dio. Per vivere secondo Dio, dobbiamo CREDERE LE VERITA RIVELATE da Lui e
OSSERVARE I SUOI COMANDAMENTI, con l'aiuto della sua GRAZIA, che si ottiene mediante I SACRAMENTI e L'ORAZIONE.
CONSOLATIO - MARZO 2012
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Per Christum abundat consolatio nostra
Chi siamo?
Questa Newsletter è curata dai membri dell'Opera della divina Consolazione, come organo di
informazione, formazione e collegamento tra di
loro e con tutti gli Amici e simpatizzanti sparsi
per il mondo. Vogliamo tenerci uniti e camminare insieme nelle vie della fede e dell'amore, secondo il Vangelo di Gesù nostro Signore e gli
insegnamenti della Chiesa Cattolica nostra Madre.
Cos'è
l'Opera
della
divina
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Quali sono le consolazioni di Dio?
Sono soprattutto amore, gioia e pa-
Consolazione?
ce che vengono da Lui, dal dono del
E' un'associazione di fedeli cattolici che
vogliono da una parte consolare Dio nel
mistero del suo dolore per le offese e gli
abbandoni degli uomini e dall'altra parte
consolare gli afflitti con le consolazioni di
Dio.
suo Spirito Santo e che chiunque può
ricevere, se si accosta a Dio. Il ponte
per avvicinarci a Dio è fatto da due
persone uniche ed eccellenti: il Sacro
Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato
(e Addolorato) di Maria.
Chi sono gli afflitti da consolare?
Sono Dio e tutti coloro che soffrono.
Dove e quando è
Cosa fa in parti-
Dio può soffrire?
nata l'Opera?
colare
l'Opera
Sì, perché Egli ama. La sua sofferenza è relativa a noi: Egli soffre se noi pecchiamo e ci allon- A Sciacca (AG) il
della divina Con-
taniamo da Lui, perché ci vuole con Sé per beneficarci e il peccato glielo impedisce. Inoltre 27
solazione?
agosto
Egli soffre per compartecipazione alle nostre pene e tribolazioni, fino a quando non ce le 1983,
del
giorno
Consola Dio por-
alleggerisce o toglie del tutto. Chi ama, se vede soffrire le persone amate, soffre e fa di tutto della memoria di
per liberarle o risanarle. Così Dio.
tando le nostre
S. Monica, ma-
anime davanti a
dre di Sant'Ago-
Gesù Sacramen-
stino.
tato e ai Sacri
Cuori di Gesù e
Come è nata?
di Maria; conso-
Per un'ispirazio-
la gli afflitti cer-
ne nel cuore del
cando di portarli
padre fondatore,
a Dio per riceve-
il sac. Giuseppe
re "amore, gioia
Tagliareni,
e pace", tramite
ha
che
operato
a
Gesù e Maria.
Sciacca, a Calamonaci
(come
Come lo fa?
parroco) ed ha
Con gli incontri
predicato
col
per
sacerdote;
anni in numerosi
con le preghiere
paesi
dell'Agri-
di adorazione e
gentino (Ribera,
la S. Messa ben
Burgio, Villafran-
partecipata; con
ca,
S.,
le Benedizioni e
Caltabellotta, S.
l'uso dei Sacra-
Margherita, Sam-
mentali; col san-
buca, Menfi, Si-
to Rosario e i
culiana,
Porto
Cenacoli Maria-
Fa-
ni; coi pellegri-
Lucca
Empedocle,
vara, etc.).
naggi; etc.
P a g i n a
3 6
CONSOLATIO
Fly UP