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MENTRE LA CLASSE POLITICA LITIGA LE IMPRESE MUOIONO

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MENTRE LA CLASSE POLITICA LITIGA LE IMPRESE MUOIONO
Pubblicazione mensile
Poste Italiane SpA
Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003
(conv. in L. 27.02.2004 n. 46)
art. 1 comma 1 DCB - Roma
Mensile di informazione dell’AGCI
Associazione Generale delle Cooperative Italiane
Aprile 2013
MENTRE
LA
POLITICA CLASSE
LITIGA
LE IMPRE
SE MUO
IONO
www.agci.it
alla tutela ed alla promozione delle
società cooperative nei diversi ambiti
territoriali e settoriali.
Attualmente aderiscono all’Associazione 7.832 cooperative, con 442.358
soci, 66.397 soci lavoratori, 25.648
dipendenti ed un fatturato di 8.084
milioni di euro.
★★★
Compiti istituzionali
e servizi per gli associati
Capitale e Lavoro
nelle stesse mani
Giuseppe Mazzini
A.G.C.I.
ASSOCIAZIONE GENERALE
DELLE COOPERATIVE ITALIANE
L’A.G.C.I. (Associazione Generale
delle Cooperative Italiane) nasce a
Roma nell’ottobre 1952, ottiene ufficiale riconoscimento giuridico con Decreto
del Ministro per il Lavoro e la Previdenza sociale del 14/12/1961 e costituisce
una delle tre maggiori Associazioni
Nazionali di rappresentanza, assistenza,
tutela e revisione del Movimento cooperativo.
Presieduta oggi da Rosario Altieri,
l’A.G.C.I. opera senza fini di lucro per la
diffusione, il consolidamento, l’integrazione e lo sviluppo della Cooperazione,
nel rispetto dei princìpi di democrazia e di
mutualità: ha la propria sede centrale in
Roma ed una organizzazione articolata,
sull’intero territorio nazionale, in rappresentanze regionali/provinciali/interprovinciali ed in Associazioni settoriali di categoria (Abitazione, Agrital, Credito e Finanza,
Culturalia, Editoria, Produzione e Lavoro,
Servizi di Lavoro, Solidarietà).
Oltre che in ambito nazionale - dove
è presente con un proprio delegato
anche presso il CNEL - l’Associazione
aderisce ad importanti Organismi europei ed internazionali di rappresentanza
della Cooperazione, quali l’ICA, Cooperatives Europe, Cecop, Cecodhas, Cogeca, Cicopa: in essi, l’A.G.C.I. contribuisce
Nell’ambito delle sue finalità generali e dei suoi compiti istituzionali, l’Associazione si occupa della gestione di attività
di informazione, di consulenza sulle problematiche fiscali, legislative e del lavoro,
di tutela e di scambio, di collegamento
strategico tra le imprese, di servizio, di
coordinamento politico/organizzativo, di
diffusione della coscienza e della conoscenza cooperative, di formazione tecnica e professionale dei cooperatori.
Al fine dell’approfondimento delle
tematiche di maggior interesse ed
attualità per il mondo della Cooperazione, l’A.G.C.I. ha costituito l’Istituto di
Studi per l’Impresa Cooperativa (Isicoop), da cui è edita una collana di volumi
che si arricchisce periodicamente di
nuovi contributi.
L’Associazione è inoltre competente
ad espletare, per conto del Ministero
dello Sviluppo Economico, la vigilanza
sulle cooperative aderenti, finalizzata a
verificare, attraverso la revisione,
annuale o biennale, il possesso dei
requisiti mutualistici.
Nel 2010, l’A.G.C.I. ha ottenuto
l’iscrizione alla prima classe dell’Albo
Nazionale degli Enti di Servizio Civile,
con la conseguente abilitazione a presentare, in corrispondenza della pubblicazione degli appositi bandi da parte
dell’UNSC, progetti da realizzare presso
le proprie sedi di attuazione accreditate, distribuite sull’intero territorio del
Paese.
★★★
Le strutture collegate
L’A.G.C.I. Nazionale dispone di specifiche strutture collegate, costituite al
fine di fornire alle imprese associate un
supporto qualificato e professionalmente valido negli ambiti di particolare rilevanza per lo sviluppo di una sana ed efficiente imprenditorialità cooperativa. Tra
queste ricordiamo:
BANCA A.G.C.I. S.p.A.
Autorizzata all’esercizio dell’attività
creditizia con provvedimento dell’Autorità di vigilanza del 28 marzo 2007,
Banca A.G.C.I. SpA è un Istituto di credito che opera prevalentemente con le
piccole e medie imprese, quale strumento per il supporto, il consolidamento e
lo sviluppo delle cooperative aderenti
all’Associazione, nonché dei soci e
dipendenti delle stesse.
CONSEF
Costituito nel 2009, il Consorzio
Nazionale Servizi Finanziari si propone
di mettere in rete e far funzionare in
modo sinergico le strutture, operanti
nel settore del credito, di cui A.G.C.I.
dispone, al fine di: offrire servizi finanziari efficienti, efficaci e di qualità alle
cooperative aderenti all’Associazione;
indirizzare le stesse verso la capitalizzazione e la costruzione di idonei strumenti di finanza di sistema; consentire il
superamento delle difficoltà di accesso
al mercato del credito, l’accelerazione
dei processi di concentrazione ed integrazione, il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e manageriali.
GENERAL FOND S.p.A.
Costituita nel 1993, la società gestisce, senza scopo di lucro, il Fondo
mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, alimentato
dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti all’Associazione e dai
patrimoni residui di quelle poste in
liquidazione.
La Società opera nella promozione e
nel finanziamento di nuove imprese ed
iniziative di sviluppo della cooperazione,
con preferenza per i programmi diretti
all’innovazione tecnologica, all’incremento dell’occupazione ed allo sviluppo
del Mezzogiorno.
FIN.COOP.RA. S.r.l.
Costituita nel 1980 per l’erogazione
del credito alle cooperative dell’A.G.C.I.,
Fin.Coop.Ra. S.r.l. opera a livello nazionale e svolge attività finanziaria sia nei
confronti della cooperazione, sia delle
Piccole e Medie Imprese (PMI).
CONSORZIO NAZIONALE
MEUCCIO RUINI
Costituito in forma di società cooperativa consortile nel 2009, quale Ente di
emanazione dell’A.G.C.I., doverosamente intitolato al primo Presidente dell’Associazione, vero e proprio Padre della
Patria, il Consorzio Nazionale Meuccio
Ruini per la formazione, i servizi al lavoro e l’innovazione tecnologica si propone, in via prioritaria, di: partecipare,
direttamente o attraverso le imprese
associate, alle opportunità di finanziamento, in tema di formazione, provenienti da risorse pubbliche regionali,
nazionali, comunitarie ed internazionali; promuovere forme innovative di progettazione della formazione e dei servizi al lavoro; favorire la crescita qualitativa, professionale e delle competenze,
per l’adeguamento strutturale e la
modernizzazione del tessuto delle
imprese aderenti all’Associazione.
CAAGCI S.r.l.
Costituito nel 2009 da AGCI Nazionale e dal settore agro-ittico-alimentare
della stessa (AGCI Agrital) insieme
all’A.N.P.A. (Associazione Nazionale Produttori Agricoli), il CAAGCI svolge funzioni di assistenza ad ampio raggio in
favore degli operatori del settore agricolo, soprattutto con riferimento agli
adempimenti di obblighi comunitari ed
alle richieste di benefici a livello europeo, nazionale e regionale.
Via Angelo Bargoni, 78 - 00153 Roma
Tel. 06/58327.1 Fax 06/58327.210
[email protected]
www.agci.it
Mensile di informazione dell’AGCI
Associazione Generale delle Cooperative Italiane
Aprile 2013
Libera Cooperazione
Anno XV - Nuova serie N. 112
Aprile 2013
Editoriale
❖ Un Paese allo stremo
di Rosario Altieri
Registrazione n. 227/1997
del 24.04.1997
Pubblicazione mensile
Poste Italiane SpA
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27.02.2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 DCB - Roma
Associazione
❖ Servizio civile: prosegue l’impegno di AGCI
di Silvia Rimondi
❖ Revisori di Cooperative:
concluso il Corso nazionale
di Alessandro Riccioni
Editore
Associazione Generale
Cooperative Italiane
Via Angelo Bargoni 78
00153 Roma
Direttore
Rosario Altieri
Credito
Direttore responsabile
Raffaella De Rosa
Concept grafico
Michele Spera
Collaboratori
Raffaella De Rosa, Filippo Turi
Hanno collaborato
a questo numero
Giorgio Brunelli,
Gian Luigi De Gregorio,
Gabriele Nardini, Alessandro Riccioni,
Silvia Rimondi, Gabriella Urbani,
Consuelo Vecchio
Segreteria di redazione
Stefano Pasqualini
Tel. 06.58327214
Stampa
I.F. Chitarrini Sas
Centro Stampa - Roma
Redazione e Amministrazione
Via Angelo Bargoni 78
00153 Roma
Tel. 06.58328347 - Fax 06.58328350
[email protected]
www.agci.it
Finito di stampare
Aprile 2013
In copertina:
Mentre la classe polica litiga
le imprese muoiono
❖ Banca AGCI: Bilancio in utile
di Giorgio Brunelli
Attualità
❖ Imprenditoria femminile, Istituita una sezione
speciale del Fondo Centrale di Garanzia
❖ Opportunità lavorative all’interno delle carceri
Formazione
❖ Progetto Val.Chi.Ria: il Rapporto Finale
di Consuelo Vecchio
❖ Fon.Coop: novità sul Conto formativo
di Gabriella Urbani
Dalle Regioni
❖ Nasce la Cooperativa “Liguria Centro Servizi”
❖ AGCI Campania: Cooperazione e sviluppo
Pari Opportunità
❖ Un nuovo impulso all’imprenditorialità
femminile
di Silvia Rimondi
❖ AGCI Lazio e CCIA Roma
per le imprese “rosa“
di Gabriele Nardini
Cooperative
❖ Il ristorno Prima parte
di Gian Luigi De Gregorio
Pesca
❖ Un Presidente italiano per il RAC Mediterraneo
di Raffaella De Rosa
UN PAESE
ALLO STREMO
L’Italia non può più aspettare
che il teatrino della politica
continui i suoi giochi
Rosario Altieri
Editoriale
È
HO PAVENTATO
CHE I RISULTATI
ELETTORALI
POTESSERO NON
ESSERE RISOLUTIVI
PER GARANTIRE UN
GOVERNO STABILE
E CAPACE DI
AVVIARE A
SOLUZIONE TUTTE
LE CRITICITÀ CHE
L’ESECUTIVO
TECNICO NON
AVEVA POTUTO
AFFRONTARE CON
LA NECESSARIA
RISOLUTEZZA
NEMMENO
DI FRONTE AD UN
TALE PERICOLO, LA
CLASSE POLITICA
ITALIANA MOSTRA
con qualche riluttanza che mi accingo ad affrontare, anche nell’editoriale di questo numero di Libera Cooperazione, le questioni legate alla difficile congiuntura politica che continua ad impedire la formazione di un Governo in grado di assicurare, con competenza e determinazione, risposte concrete ai molteplici problemi
che da anni affliggono la nostra economia e che stanno devastando il tessuto economico, così come quello sociale.
Il rischio che si corre è quello di dare l’impressione che la
nostra rivista sia più incline a ragionare di politica che delle problematiche economiche, delle difficoltà delle imprese e della scarsa competitività dell’intero nostro sistema: rischio al quale non è possibile sottrarsi in quanto la tenuta del quadro politico e la capacità che esso riesce a mettere in campo
per affrontare i punti di crisi del sistema stesso sono propedeutiche a qualsiasi
altra questione.
Da questo bisogna partire per sperare che da una assunzione di responsabilità della nostra classe dirigente, da un suo comportamento più coerente con le
prospettive della Nazione e dall’efficacia dei provvedimenti economici e sociali che essa saprà proporre dipenderà il futuro del Paese, delle sue imprese e dei
suoi cittadini.
Nei numeri precedenti, ho paventato che i risultati elettorali potessero non
essere risolutivi per garantire un Governo stabile e capace di avviare a soluzione, con la massima decisione, tutte le criticità che l’Esecutivo tecnico, non
potendo contare su una maggioranza coesa e su una condivisione programmatica, non aveva potuto affrontare con la necessaria risolutezza.
Per questa ragione ho accolto, e con me la maggioranza degli italiani, il
responso delle urne senza alcuna sorpresa, ma con l’augurio che una situazione
di stallo come quella che stiamo vivendo potesse suggerire alle forze politiche,
a prescindere dalla loro collocazione e dalle rispettive posizioni, un atteggiamento meno rissoso, inducendole a ricercare, con minore determinazione, gli
interessi di bottega per privilegiare quelli di un Paese ormai allo stremo: è, questo, l’auspicio che ho reiterato tantissime volte nel corso dell’ultimo anno.
Ebbene, il corpo elettorale, con il suo voto, ha prodotto una situazione che
impedisce la formazione di qualsiasi Governo sostenuto da una maggioranza
programmatica certa ed omogenea: nessuno degli schieramenti possiede, infatti,
i numeri necessari nei due rami del Parlamento.
In una delle Camere, quella dei Deputati, il centrosinistra può contare sulla
maggioranza assoluta dei componenti, e ciò unicamente in ragione dell’elevato
premio di maggioranza che la legge elettorale assegna alla coalizione o al partito che riceve anche un solo voto in più rispetto agli altri.
Al Senato è stallo puro, con l’aggiunta di una forte presenza di senatori
espressione di una lista, quella del Movimento 5 Stelle, la quale non nasconde il
suo obiettivo di destabilizzazione dell’attuale equilibrio per rivoluzionare l’intero sistema.
AGCI / Aprile 2013 / 4
QUANDO POTREMO
CONTARE SU UNA
CLASSE POLITICA E
SU ISTITUZIONI
CAPACI DI
ASSOLVERE, CON
COMPETENZA E
DIGNITÀ, QUESTO
ARDUO MA NON
IMPOSSIBILE
COMPITO?
Tutto ciò mentre le imprese muoiono, i cittadini soffrono, le famiglie stentano sempre di più a racimolare quanto necessario per una vita di privazioni e di
sofferenze; si aggiunga che l’aggressione della speculazione compromette ogni
giorno di più le stesse possibilità di frenare il declino e tentare di invertire le
dinamiche in atto.
Nemmeno di fronte ad un tale pericolo, la classe politica italiana mostra
responsabilità e decoro; nemmeno di fronte ad un simile rischio, essa presta
attenzione al richiamo al dovere civico e ad atteggiamenti consequenziali che,
ripetutamente, il Capo dello Stato le ha rivolto nel tentativo di indurla a riporre,
almeno temporaneamente, ogni egoismo di parte ed a lavorare insieme per il
tempo necessario a fare quelle poche ma indispensabili cose in grado di ridare
fiato all’economia e pervenire a quel cambiamento delle regole che consenta di
rendere meno impraticabile l’esercizio del Governo e quello dell’attività di
opposizione. Il tutto nel pieno rispetto dei valori della Democrazia sanciti nella
prima parte della Costituzione Repubblicana.
I giochi sono ancora bloccati per via degli arroccamenti di ciascuna delle
parti in campo ed il necessario coraggio, che ognuno dovrebbe avere, di giungere a sacrificare sull’altare degli interessi della Nazione i consensi che può
rischiare di compromettere (imboccando la strada della collaborazione con le
forze politiche fino ad ora demonizzate a scopi elettorali), appare sempre meno
alla portata.
Intanto le borse, ed in particolare quella italiana, continuano la loro navigazione in acque sempre più tempestose e con risultati sempre più preoccupanti;
manca ogni possibilità di avvalersi di una politica di sviluppo, che le Istituzioni
sarebbero in grado di mettere a disposizione solo potendo contare sull’azione decisa di un Governo nel pieno delle sue funzioni e dotato di una maggioranza tale da
affrancarlo dai rischi di imboscate parlamentari nel corso della legislatura.
In queste condizioni, è difficile immaginare che si possa recuperare il ritardo
accumulato nella ricerca, nell’introduzione di tecnologie avanzate nei processi
produttivi, in una politica di internazionalizzazione che consenta alle numerose
piccole e medie imprese del Paese di occupare spazi vitali sui mercati esteri e di
frenare l’occupazione crescente di quello interno da parte dei sistemi economici europei e mondiali.
Eppure l’Italia non può aspettare che il teatrino della politica, quella con la
“p” minuscola, continui i suoi giochi, che saprebbero di infantilismo in momenti meno drammatici, ma che assumono i connotati della cialtroneria in una situazione di tale gravità.
Negli ultimi giorni, grazie soprattutto agli stimoli provenienti dal Quirinale,
sembra che il Governo in carica per l’ordinaria amministrazione voglia affrontare il problema dei ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese fornitrici di beni e servizi.
Sarebbe già qualcosa in un Paese nel quale i corrispettivi delle prestazioni
erogate alla P.A. vengono saldati con mesi e, sempre più spesso, con anni di
ritardo, al punto che, fra le cause più frequenti di morte delle aziende, vi è proprio quella di lavorare prevalentemente con gli enti pubblici: nulla di paragonabile accade negli altri Stati.
Sarebbe già qualcosa, ma non basta. Occorre aggredire, con immediatezza e
con forza, tutti i fattori di crisi; occorre liberare le imprese dalla spirale mortale
di una burocrazia lenta, pesante ed inefficiente; occorre promuovere e facilitare
le reti d’impresa ed ogni altra forma di aggregazione imprenditoriale per favorire il posizionamento delle nostre PMI sui mercati internazionali; occorre sviluppare la ricerca e sostenere l’introduzione delle nuove tecnologie nei processi
produttivi; occorre modernizzare e ramificare le infrastrutture e, soprattutto,
potenziarle nelle aree meno dotate; occorre valorizzare il turismo, che potrebbe
rappresentare un significativo volano di sviluppo, in particolare nei territori nei
quali questa opportunità viene colta solo marginalmente; occorre ridare impulso
al Made in Italy, salvaguardandone la qualità ed imponendo misure rigorose per
combattere le contraffazioni.
Sarebbe necessario tutto questo. Quando potremo contare su una classe politica e su Istituzioni capaci di assolvere, con competenza e dignità, questo arduo
ma non impossibile compito?
AGCI / Aprile 2013 / 5
Editoriale
RESPONSABILITÀ
E DECORO;
NEMMENO
DI FRONTE AD
UN SIMILE RISCHIO,
ESSA PRESTA
ATTENZIONE AL
RICHIAMO AL
DOVERE CIVICO E
AD ATTEGGIAMENTI
CONSEQUENZIALI
CHE IL CAPO
DELLO STATO
LE HA RIVOLTO
NEL TENTATIVO
DI INDURLA
A RIPORRE OGNI
EGOISMO DI PARTE
ED A LAVORARE
INSIEME
PER IL TEMPO
NECESSARIO
A FARE QUELLE
POCHE MA
INDISPENSABILI
COSE IN GRADO
DI RIDARE FIATO
ALL’ECONOMIA E
PERVENIRE A QUEL
CAMBIAMENTO
DELLE REGOLE
CHE CONSENTA
DI RENDERE MENO
IMPRATICABILE
L’ESERCIZIO
DEL GOVERNO
E QUELLO
DELL’ATTIVITÀ
DI OPPOSIZIONE.
CIÒ NEL PIENO
RISPETTO DEI
VALORI DELLA
DEMOCRAZIA
SANCITI NELLA
PRIMA PARTE
DELLA
COSTITUZIONE
REPUBBLICANA
SERVIZIO CIVILE
PROSEGUE L’IMPEGNO
DI AGCI
L’Associazione ammessa anche
al Forum Nazionale
Associazione
Silvia Rimondi
L’
Associazione Generale delle Cooperative Italiane ha formulato domanda di
adesione al Forum
Nazionale per il
Servizio Civile ed è
stata ammessa nella
compagine sociale
dello stesso in occasione dell’ultima Assemblea tenutasi a Roma lo
scorso 5 aprile.
Il Forum riunisce diversi soggetti interessati, a vario titolo, alla
promozione del Servizio Civile
quale punto di riferimento fondamentale, oltre che opportunità
insopprimibile, per la Nazione e
per i giovani.
L’AGCI intende così consolidare il proprio impegno per il
rilancio di tale strumento, che ad
oggi paga un progressivo, ma
costante e significativo, assottigliamento dei fondi annualmente
stanziati e forse anche una inadeguata attenzione da parte delle
Istituzioni.
La stessa scelta dell’attuale
Governo di accorpare il Servizio
Civile ad un ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
per quanto prestigioso, ovvero il
Dipartimento Gioventù, seppure
motivata dalla condivisibile
necessità di ridurre la spesa pubblica, nonché da una sorta di affinità delle relative politiche in
quanto rivolte sostanzialmente
alla medesima fascia di età, denota una percezione distorta di tale
risorsa.
Il Servizio Civile è giunto più
volte negli ultimi anni vicino al
collasso e tutt’ora vive una situazione di generale incertezza, tanto
più intollerabile se si considera
che esso rappresenta una istituzione della nostra Repubblica deputata alla difesa non armata della
Patria, all’educazione alla pace
ed all’impegno dei giovani per lo
sviluppo del Paese.
Si tratta, in altre parole, di uno
strumento in grado di rafforzare la
coesione sociale, veicolando i
valori fondanti della democrazia,
quali la solidarietà, la partecipazione, la tutela del bene comune e
AGCI / Aprile 2013 / 6
la salvaguardia dei più deboli, con
forti ricadute positive sulla comunità complessivamente intesa e sui
volontari, in termini di crescita
personale ed anche professionale.
Alla luce di tutto ciò, la già
denunciata riduzione degli stanziamenti – il cui ammontare è drasticamente precipitato dai 296
milioni di euro del 2007 agli attuali 68,8 – non può che generare
delusione in rapporto alle potenzialità, destinate purtroppo a rimanere inespresse, del servizio civile
stesso e timori circa la sua sorte
futura.
Peraltro, occorrerà attendere la
ripartizione dei sopra richiamati
fondi disponibili per verificare se i
tre progetti presentati da AGCI nel
2012 per il settore dell’animazione culturale verso i giovani ed i
minori, inseriti con valutazione
positiva nella graduatoria provvisoria pubblicata il 25 marzo scorso sul sito
www.serviziocivile.gov.it,
rientreranno nel novero di quelli
finanziati e potranno quindi prendere avvio.
Le sedi interessate sono, in
ordine decrescente di punteggio:
le articolazioni dell’Associazione
nella Regione Sicilia e, precisamente, a Caltanissetta, Sciacca,
Siracusa, Trapani e Palermo, con
riferimento al progetto “La Cooperazione migliora la nostra
società”; la cooperativa Ludus di
Roma, con l’iniziativa “Crescere
insieme nel territorio”; la cooperativa Ascaretto di Pordenone,
proponente il progetto “Gioca
con noi”.
Concluso il Corso di AGCI nazionale
Alessandro Riccioni
AGCI / Aprile 2013 / 7
S
i è concluso il 18
marzo scorso il corso
per revisori di cooperative promosso ed
organizzato da AGCI
nazionale, volto alla
creazione di figure
interne alle strutture
territoriali (dipendenti
o collaboratori organici) funzionali all’organizzazione dell’attività
di vigilanza dell’Associazione.
Il corso ha abilitato 36 nuovi revisori, i quali saranno impiegati nell’attività revisionale che AGCI
nazionale sta predisponendo per il
nuovo biennio 2013/14 appena
iniziato.
Avviato il 4 febbraio, il corso
ha registrato la partecipazione di
circa 40 iscritti, provenienti per la
maggior parte dalle strutture territoriali di AGCI.
Il programma didattico è stato
organizzato con frequenza di due
sedute a settimana per un totale di
13 incontri e 90 ore di formazione teorica in aula ed è terminato il
giorno 18 marzo con un esame di
idoneità scritto e orale.
La Commissione esaminatrice,
costituita dal Dott. Gian Luigi De
Gregorio, dal Dott. Massimo
Rosati, dal responsabile Ufficio
Revisioni nazionale Dott. Alessandro Riccioni, dal Dott. Marco
Patanè, dal Direttore AGCI Dott.
Filippo Turi, ha provveduto a concludere il corso con singoli colloqui orali. Ai partecipanti abilitati
sono stati consegnati l’attestato di
partecipazione al suddetto corso e
la targa commemorativa del sessantesimo anniversario di AGCI.
L’iniziativa, autorizzata dal
competente Ministero dello Sviluppo Economico, è stata idonea a
fornire le specifiche conoscenze
tecniche necessarie per l’espletamento delle revisioni cooperative
in generale, con una Commissione
esaminatrice nominata dall’Associazione e composta da esperti in
materia cooperativistica e di vigilanza, dei quali almeno uno indicato dal Ministero. Ricordiamo,
infatti, che i revisori possono conseguire l’abilitazione all’attività di
vigilanza esclusivamente attraverso i corsi organizzati dalle Associazioni Nazionali di Rappresentanza o dal Ministero.
Associazione
REVISORI
DI COOPERATIVE
In questa pagina,
Giorgio Brunelli e Bruno Chiecchio,
rispettivamente Presidente
e Direttore di Banca AGCI Spa
BANCA AGCI
L’ASSEMBLEA DEI SOCI
APPROVA IL BILANCIO
IN UTILE
Credito
Giorgio Brunelli
L
o scorso venerdì 12
aprile, presso l’Hotel
Green Palace di
Bologna, l’Assemblea dei Soci ha
approvato, all’unanimità, il bilancio di
Banca AGCI Spa
chiuso al 31/12/2012
che, pur in un contesto di persistente crisi economica e finanziaria,
presenta tutti gli indicatori positivi.
Per la prima volta in quattro
anni, il bilancio si chiude con un
utile netto, ancorché modesto, di
14.000 Euro, che rappresenta un
risultato altamente positivo, tenuto
conto degli effetti devastanti della
crisi, prevalentemente finanziaria,
in atto dal 2008, anno di apertura
della Banca.
La solidità patrimoniale della
Banca, dopo la positiva conclusione dell’aumento del capitale sociale da 12 a 15 milioni nel corso del
mese di dicembre 2012, si è ulteriormente rafforzata e si è attestata
su livelli ben superiori a quanto
richiesto da Basilea III.
Un buon patrimonio è, comunque, una garanzia per il futuro ed
aiuterà a supportare meglio lo sviluppo dei prossimi anni.
La raccolta del risparmio è
cresciuta, nel corso del 2012, del
18,7%.
Gli impieghi economici (tutti a
favore delle PMI, delle famiglie e
dei clienti privati) sono cresciuti
nell’ultimo anno del 37,2% in netta
controtendenza con le restrizioni
creditizie (credit crunch) adottate
dal sistema bancario italiano nel
suo complesso.
Pur mantenendo molto elevata
AGCI / Aprile 2013 / 8
AGCI / Aprile 2013 / 9
Credito
la qualità del credito erogato, la
Banca ha alzato l’indice di copertura delle sofferenze che rappresentano lo 0,84 % dei crediti lordi
contro una media nazionale pari al
6,4 % a fine 2012.
La Banca, nella sua operatività,
continua ad attenersi rigorosamente
al principio della sana e prudente
gestione, escludendo ogni operazione di tipo speculativo, così come
l’uso dei derivati e delle obbligazioni ad alto rischio finanziario.
Pur
perseguendo
sempre
l’obiettivo della minimizzazione
dei costi di gestione, nel corso del
2012 l’organico è stato ulteriormente potenziato con l’assunzione
di due giovani neo-laureati segnalati dall’Università di Bologna.
Infine, vogliamo ricordare
ancora una volta che nel 2012 a
Banca AGCI Spa è stato conferito
il prestigioso Premio “Donato
Menichella”.
Banca AGCI Spa rappresenta
dunque, sempre più, un punto di
riferimento per tutto il sistema
associativo e svolge un ruolo fondamentale a sostegno delle cooperative aderenti.
Chiusa positivamente la fase di
start-up, è in corso la programmazione dello sviluppo della Banca
che, com’è naturale, farà riferimento alle strutture territoriali dell’Associazione: presso gli uffici di
AGCI Piemonte, a Torino, è già
attivo uno Sportello promotori e
presto verranno avviate le procedure per ottenere l’autorizzazione
all’apertura di una Filiale entro il
2013; analogo percorso è previsto
a Roma nel prossimo futuro.
AGCI CAMPANIA
LA COOPERAZIONE
PER LO SVILUPPO DI
TERRA DI LAVORO:
LA PROPOSTA AGCI
Dalle Regioni
Caserta, 25 marzo 2013
’’L
a cooperazione
per lo sviluppo
di Terra di
Lavoro. La proposta AGCI”
questo, il tema
del convegno
che si è svolto lo
scorso 25 marzo, a Caserta, presso
la Sala Consiliare della Camera di
Commercio.
I lavori sono stati introdotti da
Tommaso Corvino dell’Associazione provinciale AGCI Caserta
che, nel ringraziare i presenti in
sala e le autorità, ha ricordato i
suoi esordi in AGCI avvenuti più
di trent’anni fa. Al suo intervento
sono seguiti i saluti del sindaco
della città, Pio Del Gaudio, e del
presidente della Camera di Commercio, Tommaso De Simone. Del
Gaudio ha auspicato che il Comune possa fare da intermediario
delle istanze del mondo del lavoro
con il mondo produttivo di cui le
cooperative rappresentano un elemento essenziale, soprattutto dal
punto di vista sociale. Il presidente
della Camera di Commercio invece, nel ringraziare l’AGCI per aver
organizzato un convegno di notevole spessore, ha evidenziato come
l’unica occasione di sviluppo e di
lavoro si trovi attualmente nella
cooperazione visto che gli altri settori produttivi del territorio vivono
momenti di crisi. A seguire vi è
stata la relazione di Mattia Corvino
dell’Associazione regionale AGCI,
sullo stato di salute del territorio
casertano. Corvino ha affermato
che i settori del turismo e dell’agricoltura, sono quelli con la più alta
dinamicità e potenzialità di svilup-
po sottolineando che, l’aumento
negli ultimi anni della superficie
coltivata nella Terra di Lavoro, è
indice di una ritrovata imprenditorialità agricola che non sfrutta più
solo i prodotti tipici del territorio.
La parte centrale dell’evento è
stata dedicata alla Tavola Rotonda
dal tema “Cooperazione e sviluppo” moderata da Alfonso Ruffo
direttore de “Il Denaro” e alla
quale hanno partecipato: Severino
Nappi Assessore regionale al
Lavoro e Formazione della Campania, Giorgio Brunelli Presidente
Banca AGCI, Raffaele Marcello
Presidente Unagraco (Unione
Nazionale Giovani Ragionieri
Commercialisti), Nicola Rocco
dell’Istat, Rosario Altieri Presidente Nazionale AGCI. Durante l’intervento nella Tavola Rotonda,
l’assessore Nappi, ha portato a
conoscenza della platea, che da
poco è stata approvata ed è in corso
di pubblicazione, una legge regionale sulla cooperazione ribadendo
il bisogno di valorizzare al massimo il ruolo della cooperazione perché è da essa che viene lo stimolo
allo sviluppo e alla crescita tenendo altresì presente che le risorse
sono scarse e che bisogna saperle
utilizzare in modo oculato. Il Presidente di Banca AGCI, dopo aver
fatto una breve storia della Banca,
dalla nascita al suo periodo di start-
AGCI / Aprile 2013 / 10
up fino al raggiungimento del
pareggio di bilancio dopo appena
tre anni di vita, ha affrontato le
problematiche del credito che
incontrano in particolar modo le
aziende del Sud e spesso sono
discriminate dai giudizi di rating
del sistema bancario in quanto essi
sono tarati sulle aziende che perseguono finalità di lucro. Raffaele
Marcello ha invece sottolineato
come le funzioni del prestito
sociale siano ancora limitate dalla
normativa vigente sia in termini
di remunerazione che di limite
individuale ma, nonostante ciò, le
cooperative sociali hanno un ruolo
predominante nel mercato del
lavoro nella provincia di Caserta.
Nicola Rocco ha posto l’accento
su un dato positivo, da indagini
svolte dall’Istat, nel 2012 vi è stato
nonostante la crisi, un aumento del
tasso di occupazione nel territorio
casertano. Infine, il Presidente
Altieri nel suo intervento al dibattito della Tavola Rotonda, ha focalizzato l’attenzione sulle cooperative che possono dare un contributo chiave nei settori dei servizi
domiciliari, asili nido, agricoltura,
trasporto pubblico locale e turismo
chiarendo che non si tratta di privatizzazioni, ma di tornare alle
origini, a quando i cittadini erano
protagonisti e non vittime dei servizi pubblici.
Le conclusioni sono state affidate a Gian Luigi De Gregorio,
Presidente regionale AGCI Campania, che ha evidenziato gli sforzi
e il grande lavoro svolto dall’AGCI in Campania negli ultimi anni e
la possibilità di coniugare la tipicità dei prodotti del territorio con
una struttura concorrenziale efficiente portando l’esempio delle
cooperative artigiane. Infine ha
auspicato che l’Ente regione
affronti in maniera costruttiva la
crisi, non abbandonando il territorio, ma operando per la costruzione
di un modello di sviluppo compatibile con la vocazione dello stesso.
I
l 15 marzo 2013, alla presenza del Ministro della
Giustizia Paola Severino,
è stato firmato dal Capo
del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tamburino e dai Presidenti di
AGCI Solidarietà, Federsolidarietà – Confcooperative e
Legacoopsociali, un Protocollo
d’Intesa volto a sostenere lo sviluppo di opportunità lavorative
all’interno delle carceri con il
coinvolgimento dei detenuti nelle
attività che vi verranno realizzate
in collaborazione con le imprese
interessate.
L’intesa potrà rappresentare un
tassello fondamentale nell’azione
finalizzata ad arginare il noto problema del sovraffollamento carcerario tramite la promozione di progetti imprenditoriali incentrati sull’inserimento lavorativo intra ed
extra murario dei detenuti stessi,
nonché sul loro recupero sociale,
alla luce del dato - che emerge
dalle ultime rilevazioni - secondo
cui il rischio di recidiva si riduce
drasticamente nei casi di partecipazione a percorsi di riqualificazione già durante il periodo di
reclusione: il 98% non torna a
delinquere una volta scontata la
pena.
Le Associazioni firmatarie, riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore sociale, si
impegnano quindi a predisporre
progetti coerenti con i contenuti e
gli intenti del citato accordo, attraverso le rispettive Organizzazioni
nazionali e regionali, le imprese
ad esse aderenti ed i loro consorzi,
allo scopo, da un lato, di cogliere
tutte le opportunità di collaborazione esistenti per il mondo della
Cooperazione e, dall’altro, di assicurare, nell’interesse generale, un
contributo quanto più possibile
significativo sia in rapporto alla
necessità di risollevare la situazione, a dir poco critica, degli istituti
penitenziari, sia in relazione
all’esigenza di offrire agli ex detenuti concrete prospettive di reinserimento sociale.
Il protocollo d’intesa può essere consultato sul sito www.agci.it
AGCI / Aprile 2013 / 11
IMPRENDITORIA
FEMMINILE:
ISTITUITA UNA
SEZIONE SPECIALE
DEL FONDO
CENTRALE DI
GARANZIA
Il Ministro del Lavoro e delle
Politiche Sociali ed il Ministro
dello Sviluppo Economico hanno
sottoscritto, il 14 marzo 2013, un
accordo per la costituzione di una
Sezione speciale del Fondo Centrale di Garanzia dedicata espressamente all’imprenditoria femminile.
L’intesa nasce dalla constatazione che l’imprenditoria femminile rappresenta una delle componenti più dinamiche del nostro
sistema produttivo: nel 2012 le
“imprese in rosa” sono aumentate
di 7.298 unità, con un incremento
della base imprenditoriale dello
0,5% rispetto all’anno precedente.
Essa permetterà alle PMI guidate da donne di accedere in
maniera più diretta ed a condizioni agevolate a 300 milioni di euro
di credito garantito.
Le caratteristiche principali
della suddetta Sezione speciale
sono:
– utilizzo delle risorse per
interventi di garanzia diretta,
cogaranzia e controgaranzia del
Fondo, a copertura di operazioni
finanziarie finalizzate all’attività
di impresa;
– ripartizione del rischio al
50% tra le risorse a valere sul
Fondo e quelle della sezione speciale;
– condizioni più favorevoli per
la concessione della garanzia;
– riserva di una percentuale
della dotazione ad interventi in
favore di imprese start up (inizialmente la metà, in seguito secondo
la valutazione del Dipartimento
per le Pari Opportunità).
Il Comitato di Gestione del
Fondo Centrale di Garanzia è
impegnato a rendere quanto prima
operativa la sezione e ad organizzare il monitoraggio dei risultati.
Attualità
OPPORTUNITÀ
LAVORATIVE ALL’INTERNO
DELLE CARCERI:
LE ASSOCIAZIONI
FIRMANO UN
PROTOCOLLO D’INTESA
PROGETTO VAL.CHI.RIA
CONVEGNO CONCLUSIVO
Il Consorzio Meuccio Ruini
presenta il Rapporto Finale
Formazione
Consuelo Vecchio
I
l 26 marzo 2013 presso la
Sala Rossini della sede
Nazionale dell’AGCI si è
svolto l’evento conclusivo
del Progetto Val.Chi.Ria.,
valorizzare, chiarire, riaffermare l’identità cooperativa, che già nell’acronimo evidenzia il suo intento e che ha consentito, attraverso
l’osservazione del modello cooperativo alla lente della crisi economica e finanziaria attuale, di individuare quegli elementi del sistema che ne fanno una valida alternativa di sviluppo socio-economico sostenibile.
I lavori sono stati aperti dal
Presidente del Consorzio Nazionale Meuccio Ruini, Maria Ruini, la
quale dopo aver rivolto un caloroso ringraziamento a tutti i collaboratori e partners, ha presentato il
“Rapporto Finale” del Progetto.
Il quadro emerso dalla ricerca,
anche se meritevole di ulteriori
approfondimenti, traccia in modo
chiaro quelle che sono le principali criticità emerse: la comunicazione ed i servizi. Temi che sono stati
ampiamente dibattuti durante i
diversi laboratori e seminari realizzati e che sono stati confermati
dai risultati di una ricerca statistica.
L’Associazione Generale delle
Cooperative Italiane, quale rappresentante di istanze territoriali
diverse, ha il dovere di potenziare
i canali della comunicazione e al
contempo di rafforzare i servizi
offerti in cui si declina la sua stessa organizzazione. Valorizzare il
senso di appartenenza nel mondo
cooperativo è un tema strettamente correlato all’importanza che il
territorio assume, interpretato
come chiave per uno sviluppo
compatibile con il contesto contemporaneo e che genera un legame con l’impresa stessa, rafforzando il significato della dimensione umana e sociale dell’impresa cooperativa, essendone una
componente fondamentale.
Senso di appartenenza, identità
e valore della comunicazione,
secondo il Presidente Ruini, sono
elementi deboli che vanno potenziati per la costruzione di un lavoro comune in grado di promuovere una nuova interpretazione del
mondo cooperativo, che si muove
oggi fra “acque ferme e tsunami
violenti, che vive le contraddizioni di una utopia e di una quotidiana necessaria presa di coscienza,
che ancora subisce di una affermazione condivisa che rischia di non
percepire il valore e l’imponenza
di ciò che non è più, fenomeno,
AGCI / Aprile 2013 / 12
ma, fatto sociale”. E questo fatto
sociale, è pronto a divenire quel
fatto sociale totale di cui Marcel
Maus fu portavoce e che rappresenta un elemento utile per la
comprensione di aspetti complessi
della vita sociale.
Il modello cooperativo, a differenza di altri sistemi di impresa,
da sempre riveste un duplice
aspetto che lo rende, in modo
diretto e indiretto, soggetto alle
ripercussioni della vita sociale. Il
Progetto Val.Chi.Ria. è, secondo il
Presidente di Fon.Coop Carlo
Scarzanella, un’azione di sistema
che ha permesso di studiare quali
innovazioni apportare nel sistema
di formazione delle cooperative.
Capire cosa succede nella realtà
sociale e imprenditoriale totale,
anticiparne gli interventi “di cura”
e adeguare le proposte alle nuove
esigenze delle aziende è l’obiettivo del Fondo Interprofessionale
che rappresenta.
La crisi sociale ed economica
re la tenuta occupazionale ma di
continuare a costituire un bacino
prezioso e per certi versi unico di
nuove opportunità di lavoro: dal
2007 al 2011 l’occupazione creata
dalle cooperative italiane è
aumentata dell’8% facendo lievitare il numero degli occupati tra
soci e non soci da 1 milione 213
mila agli attuali 1 milione 310
mila. Tale andamento trova spiegazione nella solidità del modello
cooperativo e nella sua logica di
crescita incrementale che, se da un
lato è più rigida nello sfruttare le
accelerazioni di mercato, dall’altro lato riesce a difendersi meglio
di fronte alle dinamiche negative
proprio attraverso i suoi meccanismi compensativi interni.
Questi risultati occupazionali
raggiunti dalla cooperazione nell’ultimo quadriennio sono spiegabili attraverso la capacità della cooperazione di dare risposta a quegli
spazi emergenti di domanda, sociale e non, inevasi dal pubblico
finendo, proprio nei momenti di
maggiore difficoltà, per trovare nel
proprio ruolo nuove ed impensabili opportunità di crescita.
Per quanto riguarda le rilevazioni effettuate presso le sedi territoriali dell’Associazione, è emer-
AGCI / Aprile 2013 / 13
so un forte senso di appartenenza
per i valori promossi dall’AGCI;
altrettanto alta la percentuale della
disponibilità degli uffici ad accogliere le istanze, ma un dato negativo è stato riscontrato nella scarsa
efficienza delle soluzioni offerte.
Una criticità che si ricollega direttamente alla mancanza di una “trasmissione operata del sapere”.
Lavorare sulla comunicazione, anche attraverso le risorse del
Fondo è stata la proposta di
Simone Piperno, rappresentante
legale di Kairòs Solution, una
delle cooperative partner del progetto. Quanto emerso dalla ricerca offre molte opportunità di sviluppo, diverse risorse su cui concentrare il lavoro del Consorzio e
per promuovere nuovi percorsi di
sostegno.
Continuare a rilanciare i valori
e le strutture della cooperazione,
ha concluso il Presidente Ruini,
attraverso l’approfondita conoscenza dei servizi alle imprese,
sempre più modulari e adeguabili
alle esigenze quotidiane di chi
lavora nei vari settori, rappresenterà così per l’Associazione e per
il Consorzio l’inizio di un nuovo
capitolo.
Formazione
che coinvolge il Paese, una situazione di emergenza dalla quale
non pare facile uscire immuni,
rappresenta un grave disagio che
accomuna tutti gli operatori economici, e in particolare coloro che
rappresentano le piccole e medie
imprese, i cooperatori. La necessità di scrivere nuove pagine di vita
comune si riflette nell’alta frequenza con la quale le aziende
ricorrono al Fondo, presentando
innumerevoli progetti.
Il contributo di Fon.Coop a
Val.Chi.Ria. è stato accuratamente
presentato ed illustrato dal
Responsabile Assistenza Tecnica,
Giancarlo Cortazzo, che è intervenuto anche in merito al ruolo e alle
funzioni del Fondo, dal punto di
vista associativo.
La ricerca articolata e l’indagine base, come spiegato da Gabriele Fasano, Presidente di STAMPAConsulting e Vice Presidente
del Consorzio Ruini, ha fatto
emergere e conoscere anzitutto
quelle buone prassi utili a migliorare nel tempo l’efficacia del
modello cooperativo.
È apparsa, infatti, distintiva e
di grande importanza la capacità
della cooperazione italiana di questi ultimi anni non solo di garanti-
FON.COOP
NOVITÀ SUL CONTO
FORMATIVO
Formazione
Gabriella Urbani
F
on.Coop, il Fondo
Interprofessionale che
finanzia la formazione delle imprese cooperative, ha introdotto
importanti novità sul
Conto Formativo, il
canale di offerta dedicato alle grandi
imprese. Queste novità si inseriscono in un processo di revisione
graduale dell’offerta di finanziamenti cominciato a gennaio scorso
nel Fondo di Rotazione per le PMI
e microimprese.
Il Fondo utilizza sistematicamente le risorse versate per piani
formativi, oltre 25 milioni di euro
all’anno, ed è costantemente
impegnato a soddisfare il fabbisogno di formazione delle aderenti
anche offrendo servizi di assistenza dedicati. Le innovazioni introdotte nell’offerta hanno l’obiettivo
di accogliere esigenze che si fanno
sempre più complesse, anche per
la difficile crisi economica in atto.
Fon.Coop riflette le principali
caratteristiche del movimento
cooperativo: la compresenza di
una platea rilevante di PMI e
microimprese insieme a cooperative di grande e grandissima dimensione, il cui organico costituisce
circa la metà dei lavoratori associati al Fondo. Tutti i comparti
economici sono presenti, sia pure
con pesi differenti: agricoltura,
industria, grande distribuzione,
finanza, servizi alle imprese ed
alle persone. Le cooperative
sociali sono circa il 35% ed è
significativa la presenza di oltre
un 5% di organismi del Terzo set-
tore e del non-profit.
Quali sono e che valore hanno,
in questo contesto le innovazioni
sul Conto Formativo? Quest’anno
sarà istituito il Conto Formativo
unitario di Gruppo, che consente
sopratutto ai consorzi, ai gruppi
cooperativi paritetici e alle società
capogruppo di aggregare le disponibilità delle associate in una posizione unica e gestirla in un’ottica
di fabbisogno e crescita comune.
Inoltre le piccole imprese avranno
la possibilità di aggregare le proprie risorse in Conto Formativo
per tutto l’arco dell’anno.
“Con l’introduzione del Conto
Formativo di Gruppo abbiamo
voluto rendere stabili forme di
aggregazione molto praticate dai
beneficiari di questo canale di
finanziamento e facilitare la
gestione autonoma delle risorse
versate, anche se di piccola entità,
insieme a quelle di altre imprese –
spiega Carlo Scarzanella, Presidente di Fon.Coop - Se è vero che
è il Fondo di Rotazione il canale
di finanziamento d’elezione per le
piccole imprese, è tuttavia significativa la scelta di molte piccole ad
utilizzare il Conto Formativo
insieme ad altre imprese. Ritengo
AGCI / Aprile 2013 / 14
che abbiamo il dovere di ‘censire’
questi comportamenti e codificarli
all’interno dell’offerta, anche perché portano con sé vantaggi
oggettivi, come l’aggregazione
spontanea della domanda di crescita, la riduzione dei costi di
gestione e soprattutto la valorizzazione dei legami associativi, che
nel nostro mondo sono fondamentali. Aggiungo che le innovazioni
già introdotte sul Fondo di Rotazione, dove si prevedono anche
modalità di finanziamento veloci e
formazione in tempi brevi, stanno
ottenendo molto successo, con un
numero rilevante di neoaderenti”.
Va inoltre segnalato che il
Consiglio di Amministrazione di
Fon.Coop ha recentemente
approvato un’iniziativa speciale
di un milione per la formazione
dei lavoratori delle imprese colpite dal terremoto del maggio 2012
ed ha portato a 4 milioni la dotazione finanziaria dell’Avviso 18
del 2012, dedicato alla formazione dei lavoratori in ammortizzatori sociali. Dal 2009 ad oggi il
Fondo ha stanziato per la formazione e l’occupabilità dei lavoratori delle imprese in crisi oltre 12
milioni di euro.
SERVIZI SUL TERRITORIO
A GENOVA NASCE
LA COOPERATIVA
“LIGURIA CENTRO SERVIZI”
e piattaforme acquisti di hardware
e software.
Anche nel campo della sostenibilità e dell’energia, la nuova cooperativa, sarà in grado di seguire e
consigliare le aziende che intendono abbracciare questa filosofia.
I sistemi di gestione aziendale e
di processo sono sempre più visti
come lo strumento migliore per
massimizzare l’efficacia e l’efficienza delle attività aziendali, LCS
svolgerà anche attività di auditing
per sistemi di gestione aziendale e
di processo in particolare per le
seguenti norme internazionali: qualità ISO 9001, ambiente ISO
Dalle Regioni
L
o scorso 23 marzo,
presso lo Starhotel
President di Genova, è stata presentata
la nuova cooperativa
ligure “Liguria Centro Servizi” quale
cooperativa di servizi sul territorio.
All’evento sono intervenuti: il
presidente di AGCI Liguria Pietro
Civello, il direttore del carcere di
Marassi Salvatore Mazzeo, il direttore di Confcooperative Valerio
Balzini, il presidente di Confcooperative Stefano Marastoni, il funzionario dell’ufficio Giudice di Pace
Sergio Pastorelli, Giovanni Nicosia
in rappresentanza della cooperativa
LCS e il vice presidente di AGCI
Nazionale Carlo Scarzanella.
La neocooperativa offre servizi
in vari settori tra i quali ricordiamo quello amministrativo, assicurativo finanziario, sostenibilità e
energetico, formazione e sicurezza, informatico, legale, certificazioni e qualità, edilizia e sociale.
Nello specifico, in campo
amministrativo la cooperativa si
occuperà di: consulenza di start
up per le cooperative, gestione
della contabilità ordinaria completa, predisposizione del Business Plan per eventuali interventi
richiesti a fronte di piani di sviluppo aziendale o interventi
finanziari con particolare riguardo
agli strumenti offerti da AGCI
Nazionale, coordinamento con gli
studi di consulenza per approfondire tematiche fiscali e relative
alla consulenza sul lavoro. Nel
settore della formazione e sicu-
rezza sul lavoro, LCS, supporterà
le cooperative in tutte le fasi di
organizzazione e gestione della
sicurezza sul lavoro attraverso:
l’elaborazione DVR, servizio di
RSPP esterno, formazione del
RSPP, formazione del RLS, formazione degli addetti, formazione
del personale, sorveglianza sanitaria, elaborazione manuale
HACCP e formazione del responsabile industria alimentare.
Molteplici sono i servizi assicurativi e finanziari offerti con
l’obiettivo di supportare e favorire
le migliori soluzioni sia alle
imprese che ai singoli come: contributi a fondo perduto e finanza
agevolata, operazioni di leasing,
finanziamenti per investimenti,
rilascio fideiussioni e cauzioni,
factoring, mutui, prestiti personali, carte di credito e apertura di
conti correnti e servizi bancari.
La LCS si avvarrà anche di
società con una elevata competenza nel settore informatico per essere in grado di fornire consulenza
aziendale relativamente a: sicurezza informatica, sviluppo di software, testing software ed hardware,
integrazione di sistemi informativi
AGCI / Aprile 2013 / 15
14001, sicurezza sul lavoro
OHSAS 18001, sicurezza delle
informazioni ISO 27001, responsabilità sociale SA 8000, energetica
ISO 50001. Nel campo dell’edilizia è dotata di un ufficio tecnico
dove il socio può rivolgersi per
ottenere permessi come: D.I.A.,
S.C.I.A., occupazione suolo pubblico, inquinamento acustico, catasto, coordinamento sicurezza.
Altresì il suo impegno sarà
rivolto anche al settore sociale,
all’agricoltura, al turismo, al commercio eco solidale, alla creazione
di eventi museali, di eventi musicali, allo sviluppo di iniziative di
carattere enogastronomiche utilizzando per la loro promozione piattaforme e portali web dedicati ad
attività di Network Solution. Infine presso gli uffici di Genova sarà
disponibile, su appuntamento, un
servizio di consulenza legale con
professionisti di fiducia e comprovata esperienza.
Tale servizio, atto a fornire un
orientamento nel corso del primo
appuntamento sarà libero, mentre
eventuali successive e specifiche
consulenze o servizi legali godranno
di tariffe agevolate per gli associati.
UN NUOVO IMPULSO
ALL’IMPRENDITORIALITÀ
FEMMINILE
Il nuovo Protocollo d’Intesa tra MISE,
Dipartimento Pari Opportunità
e Unioncamere
Pari Opportunità
Silvia Rimondi
I
l 20 febbraio 2013 è
stato sottoscritto tra il
Ministero dello Sviluppo Economico (MISE),
il Dipartimento per le
Pari Opportunità della
Presidenza del Consiglio
dei Ministri ed Unioncamere, il nuovo Protocollo d’Intesa per la promozione dell’imprenditoria femminile, che
rafforza quello del 2003 con cui
era stato rinnovato il primo accordo risalente al 1999.
Si tratta quindi del terzo documento, a conferma dell’impegno
dei soggetti firmatari a sostenere
le iniziative imprenditoriali già
avviate da donne ed a promuoverne di nuove, principalmente tramite il potenziamento dei necessari
servizi di supporto tecnico, formativo e progettuale.
Il Protocollo, presentato anche
alla Cabina di Regia attiva presso
Unioncamere, della quale l’AGCI
fa parte da tempo, punta a consolidare la qualificazione delle donne
in modo da recuperare contestualmente il gap italiano di partecipazione femminile al mondo del
lavoro rispetto alla media Ocse.
Nel nostro Paese, infatti, la
riduzione del divario di genere in
campo economico, sociale e politico, ha conosciuto negli ultimi
anni percorsi alterni, ma il ritardo
è sempre rimasto significativo: nel
terzo trimestre del 2012, il tasso di
occupazione femminile è risultato
di undici punti inferiore rispetto a
quello dell’area euro, di 13.4 punti
rispetto alla Francia e di oltre 21
rispetto alla Germania.
Ciò fa sì che l’Italia si attesti
all’ottantesima posizione nella
graduatoria del World Economic
Forum relativa al miglioramento
di alcuni indicatori concernenti le
differenze di genere sotto il profilo della partecipazione al mercato
del lavoro, del livello di istruzione, salute e presenza nelle Istituzioni.
Siamo, invece, al trentaduesimo posto se si considera lo Women’s Economic Opportunity Index,
che valuta la condizione delle
donne imprenditrici e lavoratrici.
Dati più incoraggianti provengono, in verità, dall’analisi delle
fasce più istruite della popolazione: il nostro Paese può vantare una
percentuale di donne laureate in
discipline matematiche, scientifiche e tecniche superiore alla
media della UE, che peraltro
fanno registrare un tasso di occupazione molto apprezzabile.
Si aggiunga che, nella prima
fase della crisi, la componente
femminile non ha sofferto in
maniera molto evidente perché
sono stati colpiti soprattutto settori a netta prevalenza maschile
(commercio, manifatturiero e
costruzioni); successivamente,
però, i tagli alla spesa pubblica
operati nella maggior parte dei
Paesi - ed anche nel nostro –
hanno penalizzato duramente le
attività ad alto impiego per le
donne, ridimensionandone in
misura sempre più considerevole i
livelli di occupazione.
Con le suddette precisazioni,
occorre in ultima analisi riconoscere che al significativo peso
AGCI / Aprile 2013 / 16
demografico delle donne non corrisponde oggi un analogo peso
economico, il che rende necessarie azioni di sistema volte alla promozione ed alla valorizzazione
della componente femminile
all’interno della società in tutte le
sue diverse articolazioni.
L’intesa, di durata triennale,
siglata appunto lo scorso 20 febbraio, si inserisce proprio in questa logica, puntando a rafforzare
l’impegno a favorire l’ingresso e
l’affermazione delle donne nel
mondo del lavoro, soprattutto con
riferimento alle piccole e medie
realtà che costituiscono il cuore
pulsante dell’economia italiana,
attraverso l’avvio di nuovi e concreti progetti per la diffusione di
una cultura imprenditoriale tra le
stesse, la promozione di politiche
di genere, la programmazione di
iniziative di studio e di formazione, ovvero di servizi ed interventi
diffusi sul territorio in modo da
essere più vicini alle esigenze
delle persone, nonché il rilancio
dell’attività dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile (CIF).
A quest’ultimo proposito, più
che mai opportuna appare la scelta di valorizzare detti Organismi,
che negli anni sono stati promotori di attività costruttive e coronate
da successo, quali il tavolo di
coordinamento, presso il MISE, a
supporto dell’internazionalizzazione delle imprese femminili,
ovvero il Giro d’Italia delle donne
che fanno impresa, giunto alla sua
quinta edizione, con il coinvolgimento di 35 città, o ancora la predisposizione
del
portale
www.imprenditoriafemminile.ca
mcom.it, con annessa newsletter.
L’intento del protocollo è, in
sostanza, quello di sostenere il
cammino intrapreso faticosamente
dalle donne, che nel campo dell’imprenditoria stanno iniziando
ad affermarsi come energie preziose per la ripresa del Paese ed a
costruirsi uno spazio di evidente
importanza, manifestando un
dinamismo in molti casi maggiore
di quello degli uomini, in grado di
arricchire il nostro sistema economico e di rappresentare per esso
un volano di sviluppo più che mai
auspicabile nella difficile congiuntura che stiamo attraversando.
Al via il Progetto “Donna Imprende”
Gabriele Nardini
P
artirà
in
aprile
“Donna Imprende”,
il nuovo progetto
messo in campo dall’AGCI Lazio e dalla
Camera di Commercio di Roma a favore
della creazione di
imprese al femminile.
Il progetto, rivolto alle sole
donne, ha infatti l’obiettivo di promuovere la cultura d’impresa nei
confronti di donne che vogliano
conoscere le regole per costituire
un’impresa, disoccupate e lavoratrici, neodiplomate e neolaureate,
socie lavoratrici e operatrici delle
società cooperative, alla luce delle
novità introdotte dai recenti testi
normativi in materia di impresa in
genere e di società cooperativa in
particolare. L’obiettivo principale
è quello di sviluppare il livello di
managerialità femminile attraverso l’accompagnamento e il coaching delle donne aspiranti
imprenditrici e/o che operino in
imprese già attive sul mercato e
facendo loro acquisire una nuova
“attitudine innovativa” insieme a
tutti gli strumenti indispensabili
per il corretto sviluppo e gestione
di un’attività d’impresa con particolare riferimento alle imprese
cooperative. Il progetto è rivolto
anche a tutte quelle donne che
abbiano in animo di intraprendere
un cammino autoimprenditoriale
ed abbiano bisogno di una corretta
ed esaustiva informazione in proposito.
Sono quindi previste attività di
coaching e di assistenza a favore
delle donne che intendano usu-
fruirne. Tali attività verranno svolte presso il “Laboratorio d’Impresa” di AGCI Lazio e supportate
dalla presenza di consulenti aziendali esperti. Le attività messe in
campo da AGCI Lazio saranno le
seguenti:
– attività di orientamento
all’impresa nei riguardi delle
donne che aspirino ad intraprendere un’attività economica in proprio;
– attività seminariali per la
condivisione e analisi di idee
imprenditoriali da parte delle partecipanti e per l’impostazione di
percorsi di start up d’impresa a
partire dalle idee più rilevanti e
concretamente realizzabili;
– attività di incubatore/laboratorio di impresa attraverso dei
“coach” esperti che accompagneranno individualmente e/o a piccoli gruppi, le aspiranti imprenditrici nel loro percorso di creazione
dell’impresa (informazioni legislative societarie, fiscali, tributarie, contrattualistiche, ricerche di
mercato, ricerca di eventuali fonti
di finanziamento, analisi di mercato, business plan, ecc.).
Le attività suddette saranno
rivolte a donne operatrici del
movimento cooperativo ed aspiranti imprenditrici e l’assistenza
alla creazione di impresa riguarderà gli adempimenti burocratici
amministrativi per la costituzione
di un’impresa, le pari opportunità
nei luoghi di lavoro, il diritto
societario, le possibilità di accesso
ai finanziamenti pubblici, la con-
AGCI / Aprile 2013 / 17
trattualistica ed i rapporti di lavoro, la sicurezza e salute dei lavoratori, i sistemi di qualità ISO, il
bilancio e la contabilità, il marketing e la comunicazione di impresa, lo start up e il business plan.
Il coaching a favore delle
aspiranti imprenditrici si concretizzerà nell’affiancamento delle
stesse con consulenti aziendali
esperti. Saranno aiutate a predisporre al meglio il proprio progetto di impresa, utilizzando tutti
i mezzi informativi a disposizione (leggi e regolamenti, fac simile di statuti, bandi pubblici, possibilità di finanziamento da ricerDONNE:
UNA DIVERSA ESPERIENZA
ASSEMBLEA DEI CIRCOLI DEL
MOVIMENTO FEMMINILE REPUBBLICANO
LUCCA, 8/10 APRILE 1988
SALA DELLA ADEMOLLO
Donne, una diversa esperienza:
manifesto politico del 1988
affisso in favore delle donne
care attraverso internet nei siti
istituzionali e in quelli degli organismi intermediari, associazioni
di categoria, ecc.).
L’attività verrà realizzata in un
locale adibito a “Incubatore/Laboratorio di Impresa”, munito di una
linea telefonica, wi-fi, collegamento internet e 8 postazioni multimediali in rete, presso la sede di
AGCI Lazio, dal lunedì al venerdì,
per 4 ore giornaliere durante tutta
la durata del progetto.
Per tutte le informazioni contattare AGCI Lazio: 06/40500200
– [email protected] www.agcilazio.it
Pari Opportunità
AGCI LAZIO
E CCIAA DI ROMA
PER LA CREAZIONE
DI IMPRESE “ROSA”
IL RISTORNO
PRIMA PARTE
Cooperative
Gian Luigi De Gregorio
I
l ristorno, peculiare tecnica di attribuzione dei vantaggi derivanti dallo svolgimento in forma associata dell’attività di impresa, solo con la riforma introdotta dal D. Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 ottiene adeguata cittadinanza e disciplina nel codice civile.
Fino ad allora infatti, non è dato trovare una definizione di “ristorno” essendo necessario, a tal
fine, fare riferimento a dottrina e giurisprudenza che lo identificano come lo strumento tecnico
diretto ad attribuire ai soci il vantaggio mutualistico derivante dai rapporti di scambio intrattenuti con la cooperativa.
Il ristorno, quale elemento distintivo dell’impresa cooperativa, rappresenta una delle modalità
tipiche con cui la cooperativa riconosce ai soci cooperatori i benefici del vantaggio mutualistico che
si realizza “nel fornire beni o servizi o occasioni di lavoro direttamente ai membri dell’organizzazione a
condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero sul mercato”1.
Il vantaggio mutualistico si consegue attraverso la razionalizzazione delle varie fasi del processo produttivo e l’eliminazione dell’intermediazione di terzi nell’acquisizione dei fattori necessari alla produzione. E’
quindi un vantaggio differenziale misurabile attraverso:
– un risparmio di spesa > nelle cooperative di consumo;
– una maggiore retribuzione per il lavoro prestato > nelle cooperative di lavoro;
– una maggiore remunerazione del prodotto fornito > nelle cooperative di produzione.
VANTAGGIO MUTUALISTICO
Cooperativa di consumo
Cooperativa di lavoro
Cooperativa di produzione
Risparmio di spesa
Maggiore retribuzione
per il lavoro prestato
Maggiore remunerazione
prodotto fornito
L’attribuzione del vantaggio mutualistico può avvenire nel momento dello scambio tra socio e cooperativa
(attribuzione diretta) ovvero in una fase successiva, appunto attraverso la tecnica dei ristorni (attribuzione
indiretta) e quest’ultima è sicuramente quella più praticata.
VANTAGGIO MUTUALISTICO
Attribuzione diretta
(al momento dello scambio mutualistico)
Cooperativa di consumo
si praticano ai soci
i prezzi pari ai costi di acquisto
Cooperativa di lavoro
si corrispondono ai soci lavoratori delle retribuzioni pari al
provento netto conseguito
dalla cooperativa
Attribuzione indiretta
(successivamente allo scambio mutualistico)
Cooperativa di consumo
Cooperativa di lavoro
si praticano ai soci i prezzi
correnti e successivamente si
corrispondono (ristornano) le
differenze tra i prezzi praticati
ed i costi realmente sostenuti
si corrispondono ai soci lavoratori delle retribuzioni pari a
quelle correnti per gli altri
lavoratori e solo successivamente si corrispondono
(ristornano) le differenze tra le
retribuzioni corrisposte e i
ricavi conseguiti
AGCI / Aprile 2013 / 18
Le principali norme codicistiche dedicate al ristorno, che ricordiamo applicabile sia dalle cooperative a
mutualità prevalente (CMP) che da quelle a mutualità non prevalente (CMNP), dispongono che:
– l’atto costitutivo debba indicare i criteri per la ripartizione dei ristorni > art. 2521, comma 2, n. 8, c.c.;
– tali criteri di ripartizione dei ristorni ai soci debbano essere determinati proporzionalmente alla quantità
e qualità degli scambi mutualistici > art. 2545-sexies, comma 1, c.c.;
– le cooperative debbano riportare separatamente nel bilancio i dati relativi all’attività svolta con i soci,
distinguendo eventualmente le diverse gestioni mutualistiche > art. 2545-sexies, comma 2, c.c.;
Il legislatore, inserendo la previsione dei ristorni tra gli elementi essenziali dell’atto costitutivo, ha difatti disposto che gli stessi debbano essere necessariamente previsti nella carte sociali e da qui deriva l’inammissibilità di una clausola statutaria che espressamente escluda la configurabilità dei ristorni o che vieti a priori
l’assegnazione del ristorno3.
Ciò non si traduce in un diritto soggettivo o in una pretesa assoluta del socio al ristorno, ma solo che lo
stesso debba essere obbligatoriamente previsto negli statuti come elemento per assicurare, almeno tendenzialmente e in modo indiretto, il vantaggio mutualistico; tenendo presente che l’erogazione del ristorno è sempre rimessa alla volontà dell’assemblea, sia ai fini della determinazione della misura, sia ai fini delle possibili modalità di attribuzione e, non già alla volontà del singolo socio.
Se la regola generale è che l’istituto del ristorno non può non essere previsto nelle carte sociali va però
detto che per alcune categorie di cooperative sussiste la possibilità di adottare clausole statutarie che deroghino a tale regola, ma alla sola condizione che la mancata attribuzione del ristorno sia giustificata dalla
dimostrazione di aver già dato la prestazione mutualistica al costo o comunque anticipatamente, come ad
esempio può avvenire per una cooperativa edilizia di abitazione ove è ammissibile una clausola che escluda
la ripartizione di ristorni tutte le volte che:
– sia previsto il conseguimento da parte del socio di un vantaggio mutualistico adeguato al momento del
perfezionamento dello scambio mutualistico;
– la valutazione dell’adeguatezza del vantaggio mutualistico sia rimessa:
– alla decisione dei soci in sede di approvazione dell’operazione se la cooperativa opera con richiamo residuale della disciplina delle s.r.l.;
– all’assemblea che approva il bilancio se la cooperativa opera con richiamo residuale della disciplina delle
s.p.a..
Inoltre, va ricordato che alcuni provvedimenti legislativi vietano a particolari tipologie di cooperative la
possibilità di distribuire utili ai soci in qualsiasi forma e quindi erogare ristorni. E’ il caso delle cooperative in forma consortile nel settore dell’autotrasporto, i confidi e le cooperative fra giornalisti. Il divieto di
distribuire utili ai soci in qualsiasi forma e, quindi anche sotto forma di ristorni, è condizione essenziale per
beneficiare di particolari contributi pubblici o incentivi di varia natura ovvero è condizione per svolgere attività specifiche, come nel caso dei confidi.
L’attribuzione del ristorno non va confuso con la distribuzione degli utili, in quanto sebbene si tratti
in entrambi i casi di somme di denaro distribuite fra i soci esse hanno però finalità differenti; gli utili distribuiti vanno a remunerare il capitale e questo in proporzione a quanto conferito da ciascun socio4; i ristorni
vanno a rimborsare il socio del maggior prezzo pagato per i beni acquistati come avviene nelle cooperative di
consumo, o per il minore salario percepito come avviene nelle cooperative di lavoro.
Pertanto, il ristorno non ha alcun legame con il valore del capitale versato dai soci alla cooperativa in
quanto, indipendentemente da questo, esso si consegue in proporzione alla quantità di lavoro prestata, agli
acquisti effettuati, alla quantità ed al valore dei beni conferiti nelle cooperative distinguendo secondo lo scopo
mutualistico perseguito.
AGCI / Aprile 2013 / 19
Cooperative
– l’assemblea può deliberare la distribuzione dei ristorni a ciascun socio anche mediante aumento proporzionale delle rispettive quote o con l’emissione di nuove azioni, in deroga a quanto previsto dall’articolo 2525
del c.c.2, ovvero mediante l’emissione di strumenti finanziari > art. 2545-sexies, comma 3, c.c..
DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI < > ATTRIBUZIONE DEI RISTORNI
UTILE
RISTORNO
Finalità
remunerare il capitale
conferito dal socio
rimborsare il socio del maggior prezzo pagato
per i beni acquistati o del minore salario percepito
rispetto ai ricavi della cooperativa
modalità di determinazione
Cooperative
in proporzione
al capitale conferito
in proporzione alla quantità di lavoro prestata,
agli acquisti effettuati, alla quantità ed al valore
dei beni conferiti nelle cooperative distinguendo
secondo lo scopo mutualistico perseguito
L’attribuzione del ristorno5 presuppone il rispetto di due principi cardini e cioè del principio della proporzionalità e del principio della parità di trattamento.
Il principio della proporzionalità impone che il ristorno sia attribuito ai soli soci che abbiano avuto scambi mutualistici con la cooperativa e quindi esclusivamente fra coloro che abbiano approfittato dei servizi della
cooperativa6, ma non indistintamente e in modo eguale. Naturalmente, a seconda della tipologia dello scambio mutualistico la cooperativa potrà ricorrere a criteri qualitativi e quantitativi diversi dando maggiore rilievo all’uno o all’altro e, quindi, arrivare anche ad erogare un ristorno più o meno omogeneo tra i soci, ma in
tal caso sarà necessario verificare che la preminenza di un criterio, qualitativo o quantitativo, non vanifichi
l’uno a scapito dell’altro, il che sarebbe in netto contrasto con quanto poi sancito dall’articolo 2545-sexies del
c.c..
Il principio della parità di trattamento, contenuto nell’articolo 2516 del c.c., comporta che a parità di
condizioni qualitative e quantitative della prestazione mutualistica, non è possibile erogare un trattamento
diverso.
Naturalmente, i criteri di ripartizione dei ristorni avranno un contenuto diverso7 a seconda della tipologia dello scambio mutualistico. Peraltro, non è necessario che lo statuto sociale contenga una disciplina puntuale dei criteri stessi essendo sufficiente un richiamo di carattere generale ed un rinvio alla successiva approvazione di apposito regolamento interno che disciplini l’istituto del ristorno, quest’ultimo approvato in ossequio alle disposizioni di cui all’art. 2521 del c.c.8.
Di seguito rimettiamo alcuni esempi, senza pretese esaustive ma meramente indicative, di alcuni criteri
adottabili per la determinazione degli importi pro-quota da attribuirsi ai soci.
AGCI / Aprile 2013 / 20
Ore lavorate
complessive
= 1.000
Importo complessivo
del ristorno
determinato
dall’organo
amministrativo
ed approvato
dall’assemblea
€ 15.000
Valore ore lavorate
a titolo di ristorno
Attribuzione individuale
della quota parte del ristorno
al singolo socio
15.000/1.000 =
€ 15,00
Socio A = € 15 x 300 ore = € 4.500
Socio B = € 15 x 100 ore = € 1.500
Socio C = € 15 x 200 ore = € 3.000
Socio D = € 15 x 300 ore = € 4.500
Socio E = € 15 x 100 ore = € 1.500
Totale
1.000 ore = € 15.000
Altro criterio potrebbe essere quello di considerare la qualità/professionalità del singolo socio e parametrare l’entità individuale del ristorno avendo riguardo ad esempio alla funzione aziendale effettivamente esercitata, al ruolo ricoperto, al livello di inquadramento secondo il CCNL ed applicare un coefficiente moltiplicatore crescente man mano che si sale a livelli più alti.
Naturalmente è possibile immaginare l’applicazione di criteri misti che tengano conto di più aspetti, l’importante è che come si è già avuto modo di dire che la preminenza di uno criterio rispetto all’altro non vada in
contrasto con il criterio della proporzionalità e della parità di trattamento nei termini trattati precedentemente.
Affinché la cooperativa possa distribuire ristorni è necessario che la gestione mutualistica abbia generato
risorse distribuibili.
NOTE
1 definizione contenuta nel testo della
Relazione al Codice Civile.
2 Art. 2525 Quote e azioni
Il valore nominale di ciascuna azione o
quota non può essere inferiore a venticinque
euro per le azioni né superiore a cinquecento
euro. Ove la legge non preveda diversamente,
nelle società cooperative nessun socio può
avere una quota superiore a centomila euro, né
tante azioni il cui valore nominale superi tale
somma …..
3 A conferma di tale orientamento, il Consiglio Nazionale del Notariato ha affermato
che l’atto costitutivo debba contenere una
disciplina il cui contenuto minimo può essere
individuato:
– nella previsione di criteri generali di
ripartizione dei ristorni tra i soci cooperatori;
– nell’inderogabilità del criterio di proporzionalità tra ristorno spettante al singolo
socio e singoli scambi mutualistici realizzati
con la cooperativa;
– nella determinazione di ulteriori criteri
rivolti a determinare un rapporto tra qualità e
quantità degli scambi mutualistici e misura del
ristorno (ciò nello statuto o nel regolamento
redatto ed approvato ai sensi dell’art. 2521
c.c.).
4 Art. 2263 c.c. Ripartizione dei guadagni e delle perdite
Le parti spettanti ai soci nei guadagni e
nelle perdite si presumono proporzionali ai
conferimenti. Se il valore dei conferimenti non
è determinato dal contratto, esse si presumono
eguali. La parte spettante al socio che ha conferito la propria opera, se non è determinata
dal contratto, e fissata dal giudice secondo
equità. Se il contratto determina soltanto la
parte di ciascun socio nei guadagni, nella stessa misura si presume che debba determinarsi la
partecipazione alle perdite.
Art. 2350 c.c. Diritto agli utili e alla quota
di liquidazione
Ogni azione attribuisce il diritto a una
parte proporzionale degli utili netti e del patrimonio netto risultante dalla liquidazione, salvi
i diritti stabiliti a favore di speciali categorie di
azioni. Fuori dai casi di cui all’ articolo
2447-bis , la società può emettere azioni fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati
dell’attività sociale in un determinato settore.
Lo statuto stabilisce i criteri di individuazione
dei costi e ricavi imputabili al settore, le modalità di rendicontazione, i diritti attribuiti a tali
azioni, nonché le eventuali condizioni e modalità di conversione in azioni di altra categoria.
Non possono essere pagati dividendi ai possessori delle azioni previste dal precedente comma
se non nei limiti degli utili risultanti dal bilan-
AGCI / Aprile 2013 / 21
cio della società.
5 Il socio che non opera con la società
avrà eventualmente diritto ai dividendi ma non
ai ristorni.
6 Bonfante, Il nuovo diritto societario,
Commentario diretto da Cottino e Bonfante,
Bologna, 2004.
7 Circolare n. 37/E del 9luglio 2003 Agenzia delle Entrate
… ai fini della determinazione dell’avanzo
di gestione è necessario utilizzare parametri
diversificati in relazione al modello cooperativo utilizzato, capaci di riflettere le diverse tipologie di scambio mutualistico.
8 Art. 2521 c.c. Atto costitutivo
comma 5 - I rapporti tra la società e i soci
possono essere disciplinati da regolamenti che
determinano i criteri e le regole inerenti allo
svolgimento dell’attività mutualistica tra la
società e i soci. I regolamenti, quando non
costituiscono parte integrante dell’atto costitutivo, sono predisposti dagli amministratori e
approvati dall’assemblea con le maggioranze
previste per le assemblee straordinarie.
9 Si potrebbe altresì utilizzare il parametro
delle settimane e di mesi di lavoro.
Continua nel prossima numero
Cooperative
Ore lavorate e/o ore
retribuite durante
l’anno a cui
si riferisce
l’attribuzione
del ristorno9
Pesca
GIAMPAOLO BUONFIGLIO
È IL NUOVO PRESIDENTE
DEL RAC MEDITERRANEO,
CONSIGLIO CONSULTIVO
REGIONALE PER IL
MEDITERRANEO
L
o scorso 21 marzo a
Roma si è svolta
l’Assemblea Generale del RAC MED,
associazione di cui
fanno parte le organizzazioni europee e
nazionali rappresentanti il settore della
pesca del Mediterraneo, per il rinnovo delle cariche della Presidenza e dei componenti del Comitato
Esecutivo. Una larga maggioranza dei membri presenti e votanti
ha eletto a scrutinio segreto Giampaolo Buonfiglio, Presidente del
Consiglio Consultivo del Mediterraneo. I 3 vice-presidenti invece
eletti per consenso sono lo spagnolo Genaro Amigo Chouciño
della FNCP (Federación Nacional
de Cofradias de Pescadores) e la
slovena SneÏana Levstik della
KGZS (Kmetijsko Gozdarska
Zbornica Slovenie) in rappresentanza dei 2/3 ovvero le associazioni di pesca professionale e sindacali, e la spagnola Susana SainzTrapaga del WWF in rappresentanza dell’un terzo, ovvero le
associazioni di pesca sportiva, le
associazioni ambientaliste e dei
consumatori. Il nuovo ufficio di
Presidenza sarà in carica per i
prossimi 4 anni dal 2013 al 2017.
È stato rinnovato inoltre il
Comitato Esecutivo, i 24 membri
attuali per i 2/3 sono: 4 associazioni nazionali italiane di pesca professionale, AGCI Agrital, Legapesca, Federcoopesca, Federpesca, 3
associazioni francesi, CNPMEM,
CRPMEM PACA, CRPMEM LR,
2 associazioni greche PASEGES e
PEPMA, 3 associazioni spagnole
FNCP, CEPESCA, UNACOMAR, 1 associazione slovena
KGZS , 1 associazione maltese la
Ghaqda Kooperativa ed un’associazione europea sindacale, l’ETF,
un seggio ancora vacante è di
diritto attribuito alla Croazia. Le
associazioni elette per rappresentare l’un terzo nel Comitato Esecutivo sono il WWF, OCEANA e
Legambiente Onlus come ONG, l’
IVEA EMPA come altri gruppi
mentre per la pesca ricreativa la
FIPS –Mer , l’EAA e BIGGAME
Italia come membri titolari e
CEPRR, IFSUA e FIPSAS come
membri supplenti. Anche per l’un
terzo un seggio vacante è assegnato di diritto ad una associazione di
consumatori.
Vale la pena ricordare che dalla
AGCI / Aprile 2013 / 22
sua costituzione ad oggi, il RAC
MED ha registrato una crescente
partecipazione e coinvolgimenti di
tutti gli stakeholder del settore,
giungendo oggi a rappresentare un
totale di 40 associazioni membri
di Italia, Spagna, Francia, Grecia,
Malta e Slovenia e presto anche la
Croazia.
Le sfide che il RAC MED, con
la sua rinnovata dirigenza dovrà
affrontare sono molteplici, prima
fra tutte la riforma della PCP, in
particolar modo la questione del
divieto dei rigetti, il Piano di
Gestione per l’Adriatico in discussione nella CGPM, tutte tematiche
che saranno affrontate nel corso
dei 5 Gruppi di Lavoro previsti
per il 2013, i prossimi si terranno
ad Atene il 22 e 23 Aprile.
L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha accordato
una ulteriore proroga dell’intesa
contenente
la
moratoria dei debiti delle
PMI, sottoscritta nel febbraio dello scorso anno e
già prolungata fino al 31
marzo 2013 rispetto alla
data inizialmente fissata
del 31 dicembre 2012.
Si ricorda che l’accordo prevede un pacchetto di azioni
volte a sostenere, con la
disponibilità di adeguate
risorse
finanziarie,
le
imprese che, pur evidenziando tensioni e difficoltà,
presentino prospettive economiche positive.
In particolare, la nuova scadenza del 30 giugno p.v.
riguarda la trasmissione
delle domande per l’attivazione degli interventi di:
– sospensione del pagamento della quota capitale
delle rate dei mutui e dei
canoni di leasing;
– allungamento della durata dei finanziamenti a
medio-lungo
termine,
ovvero delle scadenze del
credito a breve termine per
sostenere le esigenze di
cassa, con riferimento alle
operazioni di anticipazione
su crediti certi e esigibili;
– promozione della ripresa
e dello sviluppo delle attività, in connessione con un
incremento di mezzi propri
da parte dell’impresa.
Questo slittamento di altri
tre mesi si è reso opportuno principalmente per via
del prolungarsi della crisi
che il nostro Paese sta
attraversando, con conseguenze sempre più pesanti
per l’intero sistema produttivo, ma anche in vista del
varo di nuove iniziative a
sostegno delle PMI, per le
quali è stato già avviato il
confronto con le Associazioni imprenditoriali al fine
di individuare le linee
guida sulla cui base perfezionare in tempi brevi un
nuovo accordo.
CLAUSOLE SOCIALI
NEGLI APPALTI:
DA AGCI ALTO ADIGE
SÜDTIROL
LE INFORMAZIONI
PER L’ATTUAZIONE
“Le clausole sociali negli
appalti come strumento di
social innovation e di promozione di politiche attive
del lavoro”, questo il tema
del convegno svoltosi lo
scorso 18 aprile preso la
Libera Università di Bolzano. Obiettivo dell’evento,
organizzato da AGCI Alto
Adige Südtirol, Federsolidarietà-Confcooperative e
Legacoopbund
con
il
patrocinio dell’Assessorato
provinciale alla Cooperazione della provincia autonoma di Bolzano e l’Assessorato alle politiche sociali
del comune di Bolzano, è
stato quello di fornire
informazioni e strumenti
giuridici e operativi per
attuare le clausole sociali
negli appalti. Destinatari
sono stati invece cooperative sociali, imprese, organizzazioni sindacali, operatori del servizio sanitario, sociale e della formazione professionale, enti
locali e aziende pubbliche.
Al convegno sono intervenuti gli assessori Bizzo e
Randi, G. Guerini portavoce ACI sociali, S. Hofer
della Federazione per il
sociale e la sanità, A. Serafini di UIL-SGK, T. Mathà
presidente ACP, M. Carlini
del Collegio costruttori
edili Bolzano, L. Gallo e S.
Depedri, di Euricse.
COOPERAZIONE
TRANSFRONTALIERA TRA
ITALIA E SLOVENIA
“Cooperazione transfrontaliera tra Italia e Slovenia”,
questo il tema del seminario
organizzato da AGCI Veneto
e Federclaai Veneto, lo scorso
9 aprile, presso la cooperativa
C.I.T.S. di Padova.
Grazie alla sua posizione geografica la Slovenia è sempre
stata un nodo importante
per gli scambi commerciali
tra Oriente e Occidente, consentendole di diventare uno
dei Paesi più sviluppati dell’Europa centro-orientale.
Riduzione dei costi, pressione
fiscale minima, programmi di
incentivazione allettanti uniti
alla posizione strategica e
alle ottime vie di comunicazione, sono alcuni degli elementi che fanno di questo
Paese una meta interessante
per gli investitori italiani.
Nel corso del convegno è
stata fornita un’ampia panoramica sulla situazione sociale, politica ed economica
della Slovenia in modo da
fornire tutti gli strumenti
necessari agli imprenditori
per valutare eventuali opportunità di investimento o sbocchi commerciali. Inoltre è prevista una missione commerciale dal 20 al 22 maggio, allo
scopo di relazionare con le
istituzioni locali preposte allo
sviluppo economico, conoscere delle imprese interessate a
delle collaborazioni e toccare
con mano la realtà produttiva e sociale del Paese. All’incontro, presieduto da Katiuska Cemin, sono intervenuti:
David Kavcic consulente per il
commercio internazionale
che si è soffermato, nel suo
intervento, sulle prospettive
economiche della Slovenia,
Grana Japelj consulente contabile e finanza aziendale
che ha illustrato l’attuale
sistema fiscale sloveno, il
AGCI / Aprile 2013 / 23
AGCI
Attualità
AGCI
Iniziative
AGCI
Notizie
AGCI
Appuntamenti
PROROGA MORATORIA
DEBITI PMI AL 30
GIUGNO 2013
commercialista
Giovanni
Fante che ha presentato un
caso di investimento d’impresa. I lavori sono stati chiusi da
Olga Pegoraro presidente di
AGCI Veneto.
A SASSARI VA IN SCENA
“TEATRABILITÀ”,
IL FESTIVAL DELLE
ABILITÀ DIFFERENTI
La cooperativa Theatre en
Vol e l’associazione GE.NA.
presentano a Sassari, dal 16
al 25 aprile “TeatrAbilità”, il
Festival delle abilità differenti. Si tratta di un progetto che vuole offrire degli
elementi concreti per evolvere le percezioni dei soggetti svantaggiati, mostrandone il talento, le capacità,
e la loro straordinaria umanità.
Per la prima volta il Theatre
en Vol organizza un festival
non solo per la strada ma
anche all’interno di una sala
teatrale, per garantire agli
ospiti uno spazio che dia la
possibilità di concentrare
l’attenzione dello spettatore senza distrazioni e dispersioni. Durante i dieci giorni
si alterneranno spettacoli
teatrali, incontri, dibattiti,
proiezioni video dove i protagonisti sono i diversamente abili. Tra le azioni in strada, degna di nota è la “passeggiata critica”, una passeggiata che si svolgerà nel
pomeriggio del 20 aprile
per il centro storico di Sassari e alla quale sono invitate
le persone svantaggiate e le
realtà che si occupano delle
loro problematiche affinché
la città sia veramente di
tutti, che tutti abbiano la
possibilità e la voglia di
viverla e che le barriere
architettoniche e mentali
non condizionino la voglia
di uscire, di mostrarsi, di
incontrarsi e confrontarsi.
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