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MENTRE LA CLASSE POLITICA LITIGA LE IMPRESE MUOIONO
Pubblicazione mensile Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma Mensile di informazione dell’AGCI Associazione Generale delle Cooperative Italiane Aprile 2013 MENTRE LA POLITICA CLASSE LITIGA LE IMPRE SE MUO IONO www.agci.it alla tutela ed alla promozione delle società cooperative nei diversi ambiti territoriali e settoriali. Attualmente aderiscono all’Associazione 7.832 cooperative, con 442.358 soci, 66.397 soci lavoratori, 25.648 dipendenti ed un fatturato di 8.084 milioni di euro. ★★★ Compiti istituzionali e servizi per gli associati Capitale e Lavoro nelle stesse mani Giuseppe Mazzini A.G.C.I. ASSOCIAZIONE GENERALE DELLE COOPERATIVE ITALIANE L’A.G.C.I. (Associazione Generale delle Cooperative Italiane) nasce a Roma nell’ottobre 1952, ottiene ufficiale riconoscimento giuridico con Decreto del Ministro per il Lavoro e la Previdenza sociale del 14/12/1961 e costituisce una delle tre maggiori Associazioni Nazionali di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del Movimento cooperativo. Presieduta oggi da Rosario Altieri, l’A.G.C.I. opera senza fini di lucro per la diffusione, il consolidamento, l’integrazione e lo sviluppo della Cooperazione, nel rispetto dei princìpi di democrazia e di mutualità: ha la propria sede centrale in Roma ed una organizzazione articolata, sull’intero territorio nazionale, in rappresentanze regionali/provinciali/interprovinciali ed in Associazioni settoriali di categoria (Abitazione, Agrital, Credito e Finanza, Culturalia, Editoria, Produzione e Lavoro, Servizi di Lavoro, Solidarietà). Oltre che in ambito nazionale - dove è presente con un proprio delegato anche presso il CNEL - l’Associazione aderisce ad importanti Organismi europei ed internazionali di rappresentanza della Cooperazione, quali l’ICA, Cooperatives Europe, Cecop, Cecodhas, Cogeca, Cicopa: in essi, l’A.G.C.I. contribuisce Nell’ambito delle sue finalità generali e dei suoi compiti istituzionali, l’Associazione si occupa della gestione di attività di informazione, di consulenza sulle problematiche fiscali, legislative e del lavoro, di tutela e di scambio, di collegamento strategico tra le imprese, di servizio, di coordinamento politico/organizzativo, di diffusione della coscienza e della conoscenza cooperative, di formazione tecnica e professionale dei cooperatori. Al fine dell’approfondimento delle tematiche di maggior interesse ed attualità per il mondo della Cooperazione, l’A.G.C.I. ha costituito l’Istituto di Studi per l’Impresa Cooperativa (Isicoop), da cui è edita una collana di volumi che si arricchisce periodicamente di nuovi contributi. L’Associazione è inoltre competente ad espletare, per conto del Ministero dello Sviluppo Economico, la vigilanza sulle cooperative aderenti, finalizzata a verificare, attraverso la revisione, annuale o biennale, il possesso dei requisiti mutualistici. Nel 2010, l’A.G.C.I. ha ottenuto l’iscrizione alla prima classe dell’Albo Nazionale degli Enti di Servizio Civile, con la conseguente abilitazione a presentare, in corrispondenza della pubblicazione degli appositi bandi da parte dell’UNSC, progetti da realizzare presso le proprie sedi di attuazione accreditate, distribuite sull’intero territorio del Paese. ★★★ Le strutture collegate L’A.G.C.I. Nazionale dispone di specifiche strutture collegate, costituite al fine di fornire alle imprese associate un supporto qualificato e professionalmente valido negli ambiti di particolare rilevanza per lo sviluppo di una sana ed efficiente imprenditorialità cooperativa. Tra queste ricordiamo: BANCA A.G.C.I. S.p.A. Autorizzata all’esercizio dell’attività creditizia con provvedimento dell’Autorità di vigilanza del 28 marzo 2007, Banca A.G.C.I. SpA è un Istituto di credito che opera prevalentemente con le piccole e medie imprese, quale strumento per il supporto, il consolidamento e lo sviluppo delle cooperative aderenti all’Associazione, nonché dei soci e dipendenti delle stesse. CONSEF Costituito nel 2009, il Consorzio Nazionale Servizi Finanziari si propone di mettere in rete e far funzionare in modo sinergico le strutture, operanti nel settore del credito, di cui A.G.C.I. dispone, al fine di: offrire servizi finanziari efficienti, efficaci e di qualità alle cooperative aderenti all’Associazione; indirizzare le stesse verso la capitalizzazione e la costruzione di idonei strumenti di finanza di sistema; consentire il superamento delle difficoltà di accesso al mercato del credito, l’accelerazione dei processi di concentrazione ed integrazione, il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e manageriali. GENERAL FOND S.p.A. Costituita nel 1993, la società gestisce, senza scopo di lucro, il Fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, alimentato dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti all’Associazione e dai patrimoni residui di quelle poste in liquidazione. La Società opera nella promozione e nel finanziamento di nuove imprese ed iniziative di sviluppo della cooperazione, con preferenza per i programmi diretti all’innovazione tecnologica, all’incremento dell’occupazione ed allo sviluppo del Mezzogiorno. FIN.COOP.RA. S.r.l. Costituita nel 1980 per l’erogazione del credito alle cooperative dell’A.G.C.I., Fin.Coop.Ra. S.r.l. opera a livello nazionale e svolge attività finanziaria sia nei confronti della cooperazione, sia delle Piccole e Medie Imprese (PMI). CONSORZIO NAZIONALE MEUCCIO RUINI Costituito in forma di società cooperativa consortile nel 2009, quale Ente di emanazione dell’A.G.C.I., doverosamente intitolato al primo Presidente dell’Associazione, vero e proprio Padre della Patria, il Consorzio Nazionale Meuccio Ruini per la formazione, i servizi al lavoro e l’innovazione tecnologica si propone, in via prioritaria, di: partecipare, direttamente o attraverso le imprese associate, alle opportunità di finanziamento, in tema di formazione, provenienti da risorse pubbliche regionali, nazionali, comunitarie ed internazionali; promuovere forme innovative di progettazione della formazione e dei servizi al lavoro; favorire la crescita qualitativa, professionale e delle competenze, per l’adeguamento strutturale e la modernizzazione del tessuto delle imprese aderenti all’Associazione. CAAGCI S.r.l. Costituito nel 2009 da AGCI Nazionale e dal settore agro-ittico-alimentare della stessa (AGCI Agrital) insieme all’A.N.P.A. (Associazione Nazionale Produttori Agricoli), il CAAGCI svolge funzioni di assistenza ad ampio raggio in favore degli operatori del settore agricolo, soprattutto con riferimento agli adempimenti di obblighi comunitari ed alle richieste di benefici a livello europeo, nazionale e regionale. Via Angelo Bargoni, 78 - 00153 Roma Tel. 06/58327.1 Fax 06/58327.210 [email protected] www.agci.it Mensile di informazione dell’AGCI Associazione Generale delle Cooperative Italiane Aprile 2013 Libera Cooperazione Anno XV - Nuova serie N. 112 Aprile 2013 Editoriale ❖ Un Paese allo stremo di Rosario Altieri Registrazione n. 227/1997 del 24.04.1997 Pubblicazione mensile Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 comma 1 DCB - Roma Associazione ❖ Servizio civile: prosegue l’impegno di AGCI di Silvia Rimondi ❖ Revisori di Cooperative: concluso il Corso nazionale di Alessandro Riccioni Editore Associazione Generale Cooperative Italiane Via Angelo Bargoni 78 00153 Roma Direttore Rosario Altieri Credito Direttore responsabile Raffaella De Rosa Concept grafico Michele Spera Collaboratori Raffaella De Rosa, Filippo Turi Hanno collaborato a questo numero Giorgio Brunelli, Gian Luigi De Gregorio, Gabriele Nardini, Alessandro Riccioni, Silvia Rimondi, Gabriella Urbani, Consuelo Vecchio Segreteria di redazione Stefano Pasqualini Tel. 06.58327214 Stampa I.F. Chitarrini Sas Centro Stampa - Roma Redazione e Amministrazione Via Angelo Bargoni 78 00153 Roma Tel. 06.58328347 - Fax 06.58328350 [email protected] www.agci.it Finito di stampare Aprile 2013 In copertina: Mentre la classe polica litiga le imprese muoiono ❖ Banca AGCI: Bilancio in utile di Giorgio Brunelli Attualità ❖ Imprenditoria femminile, Istituita una sezione speciale del Fondo Centrale di Garanzia ❖ Opportunità lavorative all’interno delle carceri Formazione ❖ Progetto Val.Chi.Ria: il Rapporto Finale di Consuelo Vecchio ❖ Fon.Coop: novità sul Conto formativo di Gabriella Urbani Dalle Regioni ❖ Nasce la Cooperativa “Liguria Centro Servizi” ❖ AGCI Campania: Cooperazione e sviluppo Pari Opportunità ❖ Un nuovo impulso all’imprenditorialità femminile di Silvia Rimondi ❖ AGCI Lazio e CCIA Roma per le imprese “rosa“ di Gabriele Nardini Cooperative ❖ Il ristorno Prima parte di Gian Luigi De Gregorio Pesca ❖ Un Presidente italiano per il RAC Mediterraneo di Raffaella De Rosa UN PAESE ALLO STREMO L’Italia non può più aspettare che il teatrino della politica continui i suoi giochi Rosario Altieri Editoriale È HO PAVENTATO CHE I RISULTATI ELETTORALI POTESSERO NON ESSERE RISOLUTIVI PER GARANTIRE UN GOVERNO STABILE E CAPACE DI AVVIARE A SOLUZIONE TUTTE LE CRITICITÀ CHE L’ESECUTIVO TECNICO NON AVEVA POTUTO AFFRONTARE CON LA NECESSARIA RISOLUTEZZA NEMMENO DI FRONTE AD UN TALE PERICOLO, LA CLASSE POLITICA ITALIANA MOSTRA con qualche riluttanza che mi accingo ad affrontare, anche nell’editoriale di questo numero di Libera Cooperazione, le questioni legate alla difficile congiuntura politica che continua ad impedire la formazione di un Governo in grado di assicurare, con competenza e determinazione, risposte concrete ai molteplici problemi che da anni affliggono la nostra economia e che stanno devastando il tessuto economico, così come quello sociale. Il rischio che si corre è quello di dare l’impressione che la nostra rivista sia più incline a ragionare di politica che delle problematiche economiche, delle difficoltà delle imprese e della scarsa competitività dell’intero nostro sistema: rischio al quale non è possibile sottrarsi in quanto la tenuta del quadro politico e la capacità che esso riesce a mettere in campo per affrontare i punti di crisi del sistema stesso sono propedeutiche a qualsiasi altra questione. Da questo bisogna partire per sperare che da una assunzione di responsabilità della nostra classe dirigente, da un suo comportamento più coerente con le prospettive della Nazione e dall’efficacia dei provvedimenti economici e sociali che essa saprà proporre dipenderà il futuro del Paese, delle sue imprese e dei suoi cittadini. Nei numeri precedenti, ho paventato che i risultati elettorali potessero non essere risolutivi per garantire un Governo stabile e capace di avviare a soluzione, con la massima decisione, tutte le criticità che l’Esecutivo tecnico, non potendo contare su una maggioranza coesa e su una condivisione programmatica, non aveva potuto affrontare con la necessaria risolutezza. Per questa ragione ho accolto, e con me la maggioranza degli italiani, il responso delle urne senza alcuna sorpresa, ma con l’augurio che una situazione di stallo come quella che stiamo vivendo potesse suggerire alle forze politiche, a prescindere dalla loro collocazione e dalle rispettive posizioni, un atteggiamento meno rissoso, inducendole a ricercare, con minore determinazione, gli interessi di bottega per privilegiare quelli di un Paese ormai allo stremo: è, questo, l’auspicio che ho reiterato tantissime volte nel corso dell’ultimo anno. Ebbene, il corpo elettorale, con il suo voto, ha prodotto una situazione che impedisce la formazione di qualsiasi Governo sostenuto da una maggioranza programmatica certa ed omogenea: nessuno degli schieramenti possiede, infatti, i numeri necessari nei due rami del Parlamento. In una delle Camere, quella dei Deputati, il centrosinistra può contare sulla maggioranza assoluta dei componenti, e ciò unicamente in ragione dell’elevato premio di maggioranza che la legge elettorale assegna alla coalizione o al partito che riceve anche un solo voto in più rispetto agli altri. Al Senato è stallo puro, con l’aggiunta di una forte presenza di senatori espressione di una lista, quella del Movimento 5 Stelle, la quale non nasconde il suo obiettivo di destabilizzazione dell’attuale equilibrio per rivoluzionare l’intero sistema. AGCI / Aprile 2013 / 4 QUANDO POTREMO CONTARE SU UNA CLASSE POLITICA E SU ISTITUZIONI CAPACI DI ASSOLVERE, CON COMPETENZA E DIGNITÀ, QUESTO ARDUO MA NON IMPOSSIBILE COMPITO? Tutto ciò mentre le imprese muoiono, i cittadini soffrono, le famiglie stentano sempre di più a racimolare quanto necessario per una vita di privazioni e di sofferenze; si aggiunga che l’aggressione della speculazione compromette ogni giorno di più le stesse possibilità di frenare il declino e tentare di invertire le dinamiche in atto. Nemmeno di fronte ad un tale pericolo, la classe politica italiana mostra responsabilità e decoro; nemmeno di fronte ad un simile rischio, essa presta attenzione al richiamo al dovere civico e ad atteggiamenti consequenziali che, ripetutamente, il Capo dello Stato le ha rivolto nel tentativo di indurla a riporre, almeno temporaneamente, ogni egoismo di parte ed a lavorare insieme per il tempo necessario a fare quelle poche ma indispensabili cose in grado di ridare fiato all’economia e pervenire a quel cambiamento delle regole che consenta di rendere meno impraticabile l’esercizio del Governo e quello dell’attività di opposizione. Il tutto nel pieno rispetto dei valori della Democrazia sanciti nella prima parte della Costituzione Repubblicana. I giochi sono ancora bloccati per via degli arroccamenti di ciascuna delle parti in campo ed il necessario coraggio, che ognuno dovrebbe avere, di giungere a sacrificare sull’altare degli interessi della Nazione i consensi che può rischiare di compromettere (imboccando la strada della collaborazione con le forze politiche fino ad ora demonizzate a scopi elettorali), appare sempre meno alla portata. Intanto le borse, ed in particolare quella italiana, continuano la loro navigazione in acque sempre più tempestose e con risultati sempre più preoccupanti; manca ogni possibilità di avvalersi di una politica di sviluppo, che le Istituzioni sarebbero in grado di mettere a disposizione solo potendo contare sull’azione decisa di un Governo nel pieno delle sue funzioni e dotato di una maggioranza tale da affrancarlo dai rischi di imboscate parlamentari nel corso della legislatura. In queste condizioni, è difficile immaginare che si possa recuperare il ritardo accumulato nella ricerca, nell’introduzione di tecnologie avanzate nei processi produttivi, in una politica di internazionalizzazione che consenta alle numerose piccole e medie imprese del Paese di occupare spazi vitali sui mercati esteri e di frenare l’occupazione crescente di quello interno da parte dei sistemi economici europei e mondiali. Eppure l’Italia non può aspettare che il teatrino della politica, quella con la “p” minuscola, continui i suoi giochi, che saprebbero di infantilismo in momenti meno drammatici, ma che assumono i connotati della cialtroneria in una situazione di tale gravità. Negli ultimi giorni, grazie soprattutto agli stimoli provenienti dal Quirinale, sembra che il Governo in carica per l’ordinaria amministrazione voglia affrontare il problema dei ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese fornitrici di beni e servizi. Sarebbe già qualcosa in un Paese nel quale i corrispettivi delle prestazioni erogate alla P.A. vengono saldati con mesi e, sempre più spesso, con anni di ritardo, al punto che, fra le cause più frequenti di morte delle aziende, vi è proprio quella di lavorare prevalentemente con gli enti pubblici: nulla di paragonabile accade negli altri Stati. Sarebbe già qualcosa, ma non basta. Occorre aggredire, con immediatezza e con forza, tutti i fattori di crisi; occorre liberare le imprese dalla spirale mortale di una burocrazia lenta, pesante ed inefficiente; occorre promuovere e facilitare le reti d’impresa ed ogni altra forma di aggregazione imprenditoriale per favorire il posizionamento delle nostre PMI sui mercati internazionali; occorre sviluppare la ricerca e sostenere l’introduzione delle nuove tecnologie nei processi produttivi; occorre modernizzare e ramificare le infrastrutture e, soprattutto, potenziarle nelle aree meno dotate; occorre valorizzare il turismo, che potrebbe rappresentare un significativo volano di sviluppo, in particolare nei territori nei quali questa opportunità viene colta solo marginalmente; occorre ridare impulso al Made in Italy, salvaguardandone la qualità ed imponendo misure rigorose per combattere le contraffazioni. Sarebbe necessario tutto questo. Quando potremo contare su una classe politica e su Istituzioni capaci di assolvere, con competenza e dignità, questo arduo ma non impossibile compito? AGCI / Aprile 2013 / 5 Editoriale RESPONSABILITÀ E DECORO; NEMMENO DI FRONTE AD UN SIMILE RISCHIO, ESSA PRESTA ATTENZIONE AL RICHIAMO AL DOVERE CIVICO E AD ATTEGGIAMENTI CONSEQUENZIALI CHE IL CAPO DELLO STATO LE HA RIVOLTO NEL TENTATIVO DI INDURLA A RIPORRE OGNI EGOISMO DI PARTE ED A LAVORARE INSIEME PER IL TEMPO NECESSARIO A FARE QUELLE POCHE MA INDISPENSABILI COSE IN GRADO DI RIDARE FIATO ALL’ECONOMIA E PERVENIRE A QUEL CAMBIAMENTO DELLE REGOLE CHE CONSENTA DI RENDERE MENO IMPRATICABILE L’ESERCIZIO DEL GOVERNO E QUELLO DELL’ATTIVITÀ DI OPPOSIZIONE. CIÒ NEL PIENO RISPETTO DEI VALORI DELLA DEMOCRAZIA SANCITI NELLA PRIMA PARTE DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA SERVIZIO CIVILE PROSEGUE L’IMPEGNO DI AGCI L’Associazione ammessa anche al Forum Nazionale Associazione Silvia Rimondi L’ Associazione Generale delle Cooperative Italiane ha formulato domanda di adesione al Forum Nazionale per il Servizio Civile ed è stata ammessa nella compagine sociale dello stesso in occasione dell’ultima Assemblea tenutasi a Roma lo scorso 5 aprile. Il Forum riunisce diversi soggetti interessati, a vario titolo, alla promozione del Servizio Civile quale punto di riferimento fondamentale, oltre che opportunità insopprimibile, per la Nazione e per i giovani. L’AGCI intende così consolidare il proprio impegno per il rilancio di tale strumento, che ad oggi paga un progressivo, ma costante e significativo, assottigliamento dei fondi annualmente stanziati e forse anche una inadeguata attenzione da parte delle Istituzioni. La stessa scelta dell’attuale Governo di accorpare il Servizio Civile ad un ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per quanto prestigioso, ovvero il Dipartimento Gioventù, seppure motivata dalla condivisibile necessità di ridurre la spesa pubblica, nonché da una sorta di affinità delle relative politiche in quanto rivolte sostanzialmente alla medesima fascia di età, denota una percezione distorta di tale risorsa. Il Servizio Civile è giunto più volte negli ultimi anni vicino al collasso e tutt’ora vive una situazione di generale incertezza, tanto più intollerabile se si considera che esso rappresenta una istituzione della nostra Repubblica deputata alla difesa non armata della Patria, all’educazione alla pace ed all’impegno dei giovani per lo sviluppo del Paese. Si tratta, in altre parole, di uno strumento in grado di rafforzare la coesione sociale, veicolando i valori fondanti della democrazia, quali la solidarietà, la partecipazione, la tutela del bene comune e AGCI / Aprile 2013 / 6 la salvaguardia dei più deboli, con forti ricadute positive sulla comunità complessivamente intesa e sui volontari, in termini di crescita personale ed anche professionale. Alla luce di tutto ciò, la già denunciata riduzione degli stanziamenti – il cui ammontare è drasticamente precipitato dai 296 milioni di euro del 2007 agli attuali 68,8 – non può che generare delusione in rapporto alle potenzialità, destinate purtroppo a rimanere inespresse, del servizio civile stesso e timori circa la sua sorte futura. Peraltro, occorrerà attendere la ripartizione dei sopra richiamati fondi disponibili per verificare se i tre progetti presentati da AGCI nel 2012 per il settore dell’animazione culturale verso i giovani ed i minori, inseriti con valutazione positiva nella graduatoria provvisoria pubblicata il 25 marzo scorso sul sito www.serviziocivile.gov.it, rientreranno nel novero di quelli finanziati e potranno quindi prendere avvio. Le sedi interessate sono, in ordine decrescente di punteggio: le articolazioni dell’Associazione nella Regione Sicilia e, precisamente, a Caltanissetta, Sciacca, Siracusa, Trapani e Palermo, con riferimento al progetto “La Cooperazione migliora la nostra società”; la cooperativa Ludus di Roma, con l’iniziativa “Crescere insieme nel territorio”; la cooperativa Ascaretto di Pordenone, proponente il progetto “Gioca con noi”. Concluso il Corso di AGCI nazionale Alessandro Riccioni AGCI / Aprile 2013 / 7 S i è concluso il 18 marzo scorso il corso per revisori di cooperative promosso ed organizzato da AGCI nazionale, volto alla creazione di figure interne alle strutture territoriali (dipendenti o collaboratori organici) funzionali all’organizzazione dell’attività di vigilanza dell’Associazione. Il corso ha abilitato 36 nuovi revisori, i quali saranno impiegati nell’attività revisionale che AGCI nazionale sta predisponendo per il nuovo biennio 2013/14 appena iniziato. Avviato il 4 febbraio, il corso ha registrato la partecipazione di circa 40 iscritti, provenienti per la maggior parte dalle strutture territoriali di AGCI. Il programma didattico è stato organizzato con frequenza di due sedute a settimana per un totale di 13 incontri e 90 ore di formazione teorica in aula ed è terminato il giorno 18 marzo con un esame di idoneità scritto e orale. La Commissione esaminatrice, costituita dal Dott. Gian Luigi De Gregorio, dal Dott. Massimo Rosati, dal responsabile Ufficio Revisioni nazionale Dott. Alessandro Riccioni, dal Dott. Marco Patanè, dal Direttore AGCI Dott. Filippo Turi, ha provveduto a concludere il corso con singoli colloqui orali. Ai partecipanti abilitati sono stati consegnati l’attestato di partecipazione al suddetto corso e la targa commemorativa del sessantesimo anniversario di AGCI. L’iniziativa, autorizzata dal competente Ministero dello Sviluppo Economico, è stata idonea a fornire le specifiche conoscenze tecniche necessarie per l’espletamento delle revisioni cooperative in generale, con una Commissione esaminatrice nominata dall’Associazione e composta da esperti in materia cooperativistica e di vigilanza, dei quali almeno uno indicato dal Ministero. Ricordiamo, infatti, che i revisori possono conseguire l’abilitazione all’attività di vigilanza esclusivamente attraverso i corsi organizzati dalle Associazioni Nazionali di Rappresentanza o dal Ministero. Associazione REVISORI DI COOPERATIVE In questa pagina, Giorgio Brunelli e Bruno Chiecchio, rispettivamente Presidente e Direttore di Banca AGCI Spa BANCA AGCI L’ASSEMBLEA DEI SOCI APPROVA IL BILANCIO IN UTILE Credito Giorgio Brunelli L o scorso venerdì 12 aprile, presso l’Hotel Green Palace di Bologna, l’Assemblea dei Soci ha approvato, all’unanimità, il bilancio di Banca AGCI Spa chiuso al 31/12/2012 che, pur in un contesto di persistente crisi economica e finanziaria, presenta tutti gli indicatori positivi. Per la prima volta in quattro anni, il bilancio si chiude con un utile netto, ancorché modesto, di 14.000 Euro, che rappresenta un risultato altamente positivo, tenuto conto degli effetti devastanti della crisi, prevalentemente finanziaria, in atto dal 2008, anno di apertura della Banca. La solidità patrimoniale della Banca, dopo la positiva conclusione dell’aumento del capitale sociale da 12 a 15 milioni nel corso del mese di dicembre 2012, si è ulteriormente rafforzata e si è attestata su livelli ben superiori a quanto richiesto da Basilea III. Un buon patrimonio è, comunque, una garanzia per il futuro ed aiuterà a supportare meglio lo sviluppo dei prossimi anni. La raccolta del risparmio è cresciuta, nel corso del 2012, del 18,7%. Gli impieghi economici (tutti a favore delle PMI, delle famiglie e dei clienti privati) sono cresciuti nell’ultimo anno del 37,2% in netta controtendenza con le restrizioni creditizie (credit crunch) adottate dal sistema bancario italiano nel suo complesso. Pur mantenendo molto elevata AGCI / Aprile 2013 / 8 AGCI / Aprile 2013 / 9 Credito la qualità del credito erogato, la Banca ha alzato l’indice di copertura delle sofferenze che rappresentano lo 0,84 % dei crediti lordi contro una media nazionale pari al 6,4 % a fine 2012. La Banca, nella sua operatività, continua ad attenersi rigorosamente al principio della sana e prudente gestione, escludendo ogni operazione di tipo speculativo, così come l’uso dei derivati e delle obbligazioni ad alto rischio finanziario. Pur perseguendo sempre l’obiettivo della minimizzazione dei costi di gestione, nel corso del 2012 l’organico è stato ulteriormente potenziato con l’assunzione di due giovani neo-laureati segnalati dall’Università di Bologna. Infine, vogliamo ricordare ancora una volta che nel 2012 a Banca AGCI Spa è stato conferito il prestigioso Premio “Donato Menichella”. Banca AGCI Spa rappresenta dunque, sempre più, un punto di riferimento per tutto il sistema associativo e svolge un ruolo fondamentale a sostegno delle cooperative aderenti. Chiusa positivamente la fase di start-up, è in corso la programmazione dello sviluppo della Banca che, com’è naturale, farà riferimento alle strutture territoriali dell’Associazione: presso gli uffici di AGCI Piemonte, a Torino, è già attivo uno Sportello promotori e presto verranno avviate le procedure per ottenere l’autorizzazione all’apertura di una Filiale entro il 2013; analogo percorso è previsto a Roma nel prossimo futuro. AGCI CAMPANIA LA COOPERAZIONE PER LO SVILUPPO DI TERRA DI LAVORO: LA PROPOSTA AGCI Dalle Regioni Caserta, 25 marzo 2013 ’’L a cooperazione per lo sviluppo di Terra di Lavoro. La proposta AGCI” questo, il tema del convegno che si è svolto lo scorso 25 marzo, a Caserta, presso la Sala Consiliare della Camera di Commercio. I lavori sono stati introdotti da Tommaso Corvino dell’Associazione provinciale AGCI Caserta che, nel ringraziare i presenti in sala e le autorità, ha ricordato i suoi esordi in AGCI avvenuti più di trent’anni fa. Al suo intervento sono seguiti i saluti del sindaco della città, Pio Del Gaudio, e del presidente della Camera di Commercio, Tommaso De Simone. Del Gaudio ha auspicato che il Comune possa fare da intermediario delle istanze del mondo del lavoro con il mondo produttivo di cui le cooperative rappresentano un elemento essenziale, soprattutto dal punto di vista sociale. Il presidente della Camera di Commercio invece, nel ringraziare l’AGCI per aver organizzato un convegno di notevole spessore, ha evidenziato come l’unica occasione di sviluppo e di lavoro si trovi attualmente nella cooperazione visto che gli altri settori produttivi del territorio vivono momenti di crisi. A seguire vi è stata la relazione di Mattia Corvino dell’Associazione regionale AGCI, sullo stato di salute del territorio casertano. Corvino ha affermato che i settori del turismo e dell’agricoltura, sono quelli con la più alta dinamicità e potenzialità di svilup- po sottolineando che, l’aumento negli ultimi anni della superficie coltivata nella Terra di Lavoro, è indice di una ritrovata imprenditorialità agricola che non sfrutta più solo i prodotti tipici del territorio. La parte centrale dell’evento è stata dedicata alla Tavola Rotonda dal tema “Cooperazione e sviluppo” moderata da Alfonso Ruffo direttore de “Il Denaro” e alla quale hanno partecipato: Severino Nappi Assessore regionale al Lavoro e Formazione della Campania, Giorgio Brunelli Presidente Banca AGCI, Raffaele Marcello Presidente Unagraco (Unione Nazionale Giovani Ragionieri Commercialisti), Nicola Rocco dell’Istat, Rosario Altieri Presidente Nazionale AGCI. Durante l’intervento nella Tavola Rotonda, l’assessore Nappi, ha portato a conoscenza della platea, che da poco è stata approvata ed è in corso di pubblicazione, una legge regionale sulla cooperazione ribadendo il bisogno di valorizzare al massimo il ruolo della cooperazione perché è da essa che viene lo stimolo allo sviluppo e alla crescita tenendo altresì presente che le risorse sono scarse e che bisogna saperle utilizzare in modo oculato. Il Presidente di Banca AGCI, dopo aver fatto una breve storia della Banca, dalla nascita al suo periodo di start- AGCI / Aprile 2013 / 10 up fino al raggiungimento del pareggio di bilancio dopo appena tre anni di vita, ha affrontato le problematiche del credito che incontrano in particolar modo le aziende del Sud e spesso sono discriminate dai giudizi di rating del sistema bancario in quanto essi sono tarati sulle aziende che perseguono finalità di lucro. Raffaele Marcello ha invece sottolineato come le funzioni del prestito sociale siano ancora limitate dalla normativa vigente sia in termini di remunerazione che di limite individuale ma, nonostante ciò, le cooperative sociali hanno un ruolo predominante nel mercato del lavoro nella provincia di Caserta. Nicola Rocco ha posto l’accento su un dato positivo, da indagini svolte dall’Istat, nel 2012 vi è stato nonostante la crisi, un aumento del tasso di occupazione nel territorio casertano. Infine, il Presidente Altieri nel suo intervento al dibattito della Tavola Rotonda, ha focalizzato l’attenzione sulle cooperative che possono dare un contributo chiave nei settori dei servizi domiciliari, asili nido, agricoltura, trasporto pubblico locale e turismo chiarendo che non si tratta di privatizzazioni, ma di tornare alle origini, a quando i cittadini erano protagonisti e non vittime dei servizi pubblici. Le conclusioni sono state affidate a Gian Luigi De Gregorio, Presidente regionale AGCI Campania, che ha evidenziato gli sforzi e il grande lavoro svolto dall’AGCI in Campania negli ultimi anni e la possibilità di coniugare la tipicità dei prodotti del territorio con una struttura concorrenziale efficiente portando l’esempio delle cooperative artigiane. Infine ha auspicato che l’Ente regione affronti in maniera costruttiva la crisi, non abbandonando il territorio, ma operando per la costruzione di un modello di sviluppo compatibile con la vocazione dello stesso. I l 15 marzo 2013, alla presenza del Ministro della Giustizia Paola Severino, è stato firmato dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tamburino e dai Presidenti di AGCI Solidarietà, Federsolidarietà – Confcooperative e Legacoopsociali, un Protocollo d’Intesa volto a sostenere lo sviluppo di opportunità lavorative all’interno delle carceri con il coinvolgimento dei detenuti nelle attività che vi verranno realizzate in collaborazione con le imprese interessate. L’intesa potrà rappresentare un tassello fondamentale nell’azione finalizzata ad arginare il noto problema del sovraffollamento carcerario tramite la promozione di progetti imprenditoriali incentrati sull’inserimento lavorativo intra ed extra murario dei detenuti stessi, nonché sul loro recupero sociale, alla luce del dato - che emerge dalle ultime rilevazioni - secondo cui il rischio di recidiva si riduce drasticamente nei casi di partecipazione a percorsi di riqualificazione già durante il periodo di reclusione: il 98% non torna a delinquere una volta scontata la pena. Le Associazioni firmatarie, riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore sociale, si impegnano quindi a predisporre progetti coerenti con i contenuti e gli intenti del citato accordo, attraverso le rispettive Organizzazioni nazionali e regionali, le imprese ad esse aderenti ed i loro consorzi, allo scopo, da un lato, di cogliere tutte le opportunità di collaborazione esistenti per il mondo della Cooperazione e, dall’altro, di assicurare, nell’interesse generale, un contributo quanto più possibile significativo sia in rapporto alla necessità di risollevare la situazione, a dir poco critica, degli istituti penitenziari, sia in relazione all’esigenza di offrire agli ex detenuti concrete prospettive di reinserimento sociale. Il protocollo d’intesa può essere consultato sul sito www.agci.it AGCI / Aprile 2013 / 11 IMPRENDITORIA FEMMINILE: ISTITUITA UNA SEZIONE SPECIALE DEL FONDO CENTRALE DI GARANZIA Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ed il Ministro dello Sviluppo Economico hanno sottoscritto, il 14 marzo 2013, un accordo per la costituzione di una Sezione speciale del Fondo Centrale di Garanzia dedicata espressamente all’imprenditoria femminile. L’intesa nasce dalla constatazione che l’imprenditoria femminile rappresenta una delle componenti più dinamiche del nostro sistema produttivo: nel 2012 le “imprese in rosa” sono aumentate di 7.298 unità, con un incremento della base imprenditoriale dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Essa permetterà alle PMI guidate da donne di accedere in maniera più diretta ed a condizioni agevolate a 300 milioni di euro di credito garantito. Le caratteristiche principali della suddetta Sezione speciale sono: – utilizzo delle risorse per interventi di garanzia diretta, cogaranzia e controgaranzia del Fondo, a copertura di operazioni finanziarie finalizzate all’attività di impresa; – ripartizione del rischio al 50% tra le risorse a valere sul Fondo e quelle della sezione speciale; – condizioni più favorevoli per la concessione della garanzia; – riserva di una percentuale della dotazione ad interventi in favore di imprese start up (inizialmente la metà, in seguito secondo la valutazione del Dipartimento per le Pari Opportunità). Il Comitato di Gestione del Fondo Centrale di Garanzia è impegnato a rendere quanto prima operativa la sezione e ad organizzare il monitoraggio dei risultati. Attualità OPPORTUNITÀ LAVORATIVE ALL’INTERNO DELLE CARCERI: LE ASSOCIAZIONI FIRMANO UN PROTOCOLLO D’INTESA PROGETTO VAL.CHI.RIA CONVEGNO CONCLUSIVO Il Consorzio Meuccio Ruini presenta il Rapporto Finale Formazione Consuelo Vecchio I l 26 marzo 2013 presso la Sala Rossini della sede Nazionale dell’AGCI si è svolto l’evento conclusivo del Progetto Val.Chi.Ria., valorizzare, chiarire, riaffermare l’identità cooperativa, che già nell’acronimo evidenzia il suo intento e che ha consentito, attraverso l’osservazione del modello cooperativo alla lente della crisi economica e finanziaria attuale, di individuare quegli elementi del sistema che ne fanno una valida alternativa di sviluppo socio-economico sostenibile. I lavori sono stati aperti dal Presidente del Consorzio Nazionale Meuccio Ruini, Maria Ruini, la quale dopo aver rivolto un caloroso ringraziamento a tutti i collaboratori e partners, ha presentato il “Rapporto Finale” del Progetto. Il quadro emerso dalla ricerca, anche se meritevole di ulteriori approfondimenti, traccia in modo chiaro quelle che sono le principali criticità emerse: la comunicazione ed i servizi. Temi che sono stati ampiamente dibattuti durante i diversi laboratori e seminari realizzati e che sono stati confermati dai risultati di una ricerca statistica. L’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, quale rappresentante di istanze territoriali diverse, ha il dovere di potenziare i canali della comunicazione e al contempo di rafforzare i servizi offerti in cui si declina la sua stessa organizzazione. Valorizzare il senso di appartenenza nel mondo cooperativo è un tema strettamente correlato all’importanza che il territorio assume, interpretato come chiave per uno sviluppo compatibile con il contesto contemporaneo e che genera un legame con l’impresa stessa, rafforzando il significato della dimensione umana e sociale dell’impresa cooperativa, essendone una componente fondamentale. Senso di appartenenza, identità e valore della comunicazione, secondo il Presidente Ruini, sono elementi deboli che vanno potenziati per la costruzione di un lavoro comune in grado di promuovere una nuova interpretazione del mondo cooperativo, che si muove oggi fra “acque ferme e tsunami violenti, che vive le contraddizioni di una utopia e di una quotidiana necessaria presa di coscienza, che ancora subisce di una affermazione condivisa che rischia di non percepire il valore e l’imponenza di ciò che non è più, fenomeno, AGCI / Aprile 2013 / 12 ma, fatto sociale”. E questo fatto sociale, è pronto a divenire quel fatto sociale totale di cui Marcel Maus fu portavoce e che rappresenta un elemento utile per la comprensione di aspetti complessi della vita sociale. Il modello cooperativo, a differenza di altri sistemi di impresa, da sempre riveste un duplice aspetto che lo rende, in modo diretto e indiretto, soggetto alle ripercussioni della vita sociale. Il Progetto Val.Chi.Ria. è, secondo il Presidente di Fon.Coop Carlo Scarzanella, un’azione di sistema che ha permesso di studiare quali innovazioni apportare nel sistema di formazione delle cooperative. Capire cosa succede nella realtà sociale e imprenditoriale totale, anticiparne gli interventi “di cura” e adeguare le proposte alle nuove esigenze delle aziende è l’obiettivo del Fondo Interprofessionale che rappresenta. La crisi sociale ed economica re la tenuta occupazionale ma di continuare a costituire un bacino prezioso e per certi versi unico di nuove opportunità di lavoro: dal 2007 al 2011 l’occupazione creata dalle cooperative italiane è aumentata dell’8% facendo lievitare il numero degli occupati tra soci e non soci da 1 milione 213 mila agli attuali 1 milione 310 mila. Tale andamento trova spiegazione nella solidità del modello cooperativo e nella sua logica di crescita incrementale che, se da un lato è più rigida nello sfruttare le accelerazioni di mercato, dall’altro lato riesce a difendersi meglio di fronte alle dinamiche negative proprio attraverso i suoi meccanismi compensativi interni. Questi risultati occupazionali raggiunti dalla cooperazione nell’ultimo quadriennio sono spiegabili attraverso la capacità della cooperazione di dare risposta a quegli spazi emergenti di domanda, sociale e non, inevasi dal pubblico finendo, proprio nei momenti di maggiore difficoltà, per trovare nel proprio ruolo nuove ed impensabili opportunità di crescita. Per quanto riguarda le rilevazioni effettuate presso le sedi territoriali dell’Associazione, è emer- AGCI / Aprile 2013 / 13 so un forte senso di appartenenza per i valori promossi dall’AGCI; altrettanto alta la percentuale della disponibilità degli uffici ad accogliere le istanze, ma un dato negativo è stato riscontrato nella scarsa efficienza delle soluzioni offerte. Una criticità che si ricollega direttamente alla mancanza di una “trasmissione operata del sapere”. Lavorare sulla comunicazione, anche attraverso le risorse del Fondo è stata la proposta di Simone Piperno, rappresentante legale di Kairòs Solution, una delle cooperative partner del progetto. Quanto emerso dalla ricerca offre molte opportunità di sviluppo, diverse risorse su cui concentrare il lavoro del Consorzio e per promuovere nuovi percorsi di sostegno. Continuare a rilanciare i valori e le strutture della cooperazione, ha concluso il Presidente Ruini, attraverso l’approfondita conoscenza dei servizi alle imprese, sempre più modulari e adeguabili alle esigenze quotidiane di chi lavora nei vari settori, rappresenterà così per l’Associazione e per il Consorzio l’inizio di un nuovo capitolo. Formazione che coinvolge il Paese, una situazione di emergenza dalla quale non pare facile uscire immuni, rappresenta un grave disagio che accomuna tutti gli operatori economici, e in particolare coloro che rappresentano le piccole e medie imprese, i cooperatori. La necessità di scrivere nuove pagine di vita comune si riflette nell’alta frequenza con la quale le aziende ricorrono al Fondo, presentando innumerevoli progetti. Il contributo di Fon.Coop a Val.Chi.Ria. è stato accuratamente presentato ed illustrato dal Responsabile Assistenza Tecnica, Giancarlo Cortazzo, che è intervenuto anche in merito al ruolo e alle funzioni del Fondo, dal punto di vista associativo. La ricerca articolata e l’indagine base, come spiegato da Gabriele Fasano, Presidente di STAMPAConsulting e Vice Presidente del Consorzio Ruini, ha fatto emergere e conoscere anzitutto quelle buone prassi utili a migliorare nel tempo l’efficacia del modello cooperativo. È apparsa, infatti, distintiva e di grande importanza la capacità della cooperazione italiana di questi ultimi anni non solo di garanti- FON.COOP NOVITÀ SUL CONTO FORMATIVO Formazione Gabriella Urbani F on.Coop, il Fondo Interprofessionale che finanzia la formazione delle imprese cooperative, ha introdotto importanti novità sul Conto Formativo, il canale di offerta dedicato alle grandi imprese. Queste novità si inseriscono in un processo di revisione graduale dell’offerta di finanziamenti cominciato a gennaio scorso nel Fondo di Rotazione per le PMI e microimprese. Il Fondo utilizza sistematicamente le risorse versate per piani formativi, oltre 25 milioni di euro all’anno, ed è costantemente impegnato a soddisfare il fabbisogno di formazione delle aderenti anche offrendo servizi di assistenza dedicati. Le innovazioni introdotte nell’offerta hanno l’obiettivo di accogliere esigenze che si fanno sempre più complesse, anche per la difficile crisi economica in atto. Fon.Coop riflette le principali caratteristiche del movimento cooperativo: la compresenza di una platea rilevante di PMI e microimprese insieme a cooperative di grande e grandissima dimensione, il cui organico costituisce circa la metà dei lavoratori associati al Fondo. Tutti i comparti economici sono presenti, sia pure con pesi differenti: agricoltura, industria, grande distribuzione, finanza, servizi alle imprese ed alle persone. Le cooperative sociali sono circa il 35% ed è significativa la presenza di oltre un 5% di organismi del Terzo set- tore e del non-profit. Quali sono e che valore hanno, in questo contesto le innovazioni sul Conto Formativo? Quest’anno sarà istituito il Conto Formativo unitario di Gruppo, che consente sopratutto ai consorzi, ai gruppi cooperativi paritetici e alle società capogruppo di aggregare le disponibilità delle associate in una posizione unica e gestirla in un’ottica di fabbisogno e crescita comune. Inoltre le piccole imprese avranno la possibilità di aggregare le proprie risorse in Conto Formativo per tutto l’arco dell’anno. “Con l’introduzione del Conto Formativo di Gruppo abbiamo voluto rendere stabili forme di aggregazione molto praticate dai beneficiari di questo canale di finanziamento e facilitare la gestione autonoma delle risorse versate, anche se di piccola entità, insieme a quelle di altre imprese – spiega Carlo Scarzanella, Presidente di Fon.Coop - Se è vero che è il Fondo di Rotazione il canale di finanziamento d’elezione per le piccole imprese, è tuttavia significativa la scelta di molte piccole ad utilizzare il Conto Formativo insieme ad altre imprese. Ritengo AGCI / Aprile 2013 / 14 che abbiamo il dovere di ‘censire’ questi comportamenti e codificarli all’interno dell’offerta, anche perché portano con sé vantaggi oggettivi, come l’aggregazione spontanea della domanda di crescita, la riduzione dei costi di gestione e soprattutto la valorizzazione dei legami associativi, che nel nostro mondo sono fondamentali. Aggiungo che le innovazioni già introdotte sul Fondo di Rotazione, dove si prevedono anche modalità di finanziamento veloci e formazione in tempi brevi, stanno ottenendo molto successo, con un numero rilevante di neoaderenti”. Va inoltre segnalato che il Consiglio di Amministrazione di Fon.Coop ha recentemente approvato un’iniziativa speciale di un milione per la formazione dei lavoratori delle imprese colpite dal terremoto del maggio 2012 ed ha portato a 4 milioni la dotazione finanziaria dell’Avviso 18 del 2012, dedicato alla formazione dei lavoratori in ammortizzatori sociali. Dal 2009 ad oggi il Fondo ha stanziato per la formazione e l’occupabilità dei lavoratori delle imprese in crisi oltre 12 milioni di euro. SERVIZI SUL TERRITORIO A GENOVA NASCE LA COOPERATIVA “LIGURIA CENTRO SERVIZI” e piattaforme acquisti di hardware e software. Anche nel campo della sostenibilità e dell’energia, la nuova cooperativa, sarà in grado di seguire e consigliare le aziende che intendono abbracciare questa filosofia. I sistemi di gestione aziendale e di processo sono sempre più visti come lo strumento migliore per massimizzare l’efficacia e l’efficienza delle attività aziendali, LCS svolgerà anche attività di auditing per sistemi di gestione aziendale e di processo in particolare per le seguenti norme internazionali: qualità ISO 9001, ambiente ISO Dalle Regioni L o scorso 23 marzo, presso lo Starhotel President di Genova, è stata presentata la nuova cooperativa ligure “Liguria Centro Servizi” quale cooperativa di servizi sul territorio. All’evento sono intervenuti: il presidente di AGCI Liguria Pietro Civello, il direttore del carcere di Marassi Salvatore Mazzeo, il direttore di Confcooperative Valerio Balzini, il presidente di Confcooperative Stefano Marastoni, il funzionario dell’ufficio Giudice di Pace Sergio Pastorelli, Giovanni Nicosia in rappresentanza della cooperativa LCS e il vice presidente di AGCI Nazionale Carlo Scarzanella. La neocooperativa offre servizi in vari settori tra i quali ricordiamo quello amministrativo, assicurativo finanziario, sostenibilità e energetico, formazione e sicurezza, informatico, legale, certificazioni e qualità, edilizia e sociale. Nello specifico, in campo amministrativo la cooperativa si occuperà di: consulenza di start up per le cooperative, gestione della contabilità ordinaria completa, predisposizione del Business Plan per eventuali interventi richiesti a fronte di piani di sviluppo aziendale o interventi finanziari con particolare riguardo agli strumenti offerti da AGCI Nazionale, coordinamento con gli studi di consulenza per approfondire tematiche fiscali e relative alla consulenza sul lavoro. Nel settore della formazione e sicu- rezza sul lavoro, LCS, supporterà le cooperative in tutte le fasi di organizzazione e gestione della sicurezza sul lavoro attraverso: l’elaborazione DVR, servizio di RSPP esterno, formazione del RSPP, formazione del RLS, formazione degli addetti, formazione del personale, sorveglianza sanitaria, elaborazione manuale HACCP e formazione del responsabile industria alimentare. Molteplici sono i servizi assicurativi e finanziari offerti con l’obiettivo di supportare e favorire le migliori soluzioni sia alle imprese che ai singoli come: contributi a fondo perduto e finanza agevolata, operazioni di leasing, finanziamenti per investimenti, rilascio fideiussioni e cauzioni, factoring, mutui, prestiti personali, carte di credito e apertura di conti correnti e servizi bancari. La LCS si avvarrà anche di società con una elevata competenza nel settore informatico per essere in grado di fornire consulenza aziendale relativamente a: sicurezza informatica, sviluppo di software, testing software ed hardware, integrazione di sistemi informativi AGCI / Aprile 2013 / 15 14001, sicurezza sul lavoro OHSAS 18001, sicurezza delle informazioni ISO 27001, responsabilità sociale SA 8000, energetica ISO 50001. Nel campo dell’edilizia è dotata di un ufficio tecnico dove il socio può rivolgersi per ottenere permessi come: D.I.A., S.C.I.A., occupazione suolo pubblico, inquinamento acustico, catasto, coordinamento sicurezza. Altresì il suo impegno sarà rivolto anche al settore sociale, all’agricoltura, al turismo, al commercio eco solidale, alla creazione di eventi museali, di eventi musicali, allo sviluppo di iniziative di carattere enogastronomiche utilizzando per la loro promozione piattaforme e portali web dedicati ad attività di Network Solution. Infine presso gli uffici di Genova sarà disponibile, su appuntamento, un servizio di consulenza legale con professionisti di fiducia e comprovata esperienza. Tale servizio, atto a fornire un orientamento nel corso del primo appuntamento sarà libero, mentre eventuali successive e specifiche consulenze o servizi legali godranno di tariffe agevolate per gli associati. UN NUOVO IMPULSO ALL’IMPRENDITORIALITÀ FEMMINILE Il nuovo Protocollo d’Intesa tra MISE, Dipartimento Pari Opportunità e Unioncamere Pari Opportunità Silvia Rimondi I l 20 febbraio 2013 è stato sottoscritto tra il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed Unioncamere, il nuovo Protocollo d’Intesa per la promozione dell’imprenditoria femminile, che rafforza quello del 2003 con cui era stato rinnovato il primo accordo risalente al 1999. Si tratta quindi del terzo documento, a conferma dell’impegno dei soggetti firmatari a sostenere le iniziative imprenditoriali già avviate da donne ed a promuoverne di nuove, principalmente tramite il potenziamento dei necessari servizi di supporto tecnico, formativo e progettuale. Il Protocollo, presentato anche alla Cabina di Regia attiva presso Unioncamere, della quale l’AGCI fa parte da tempo, punta a consolidare la qualificazione delle donne in modo da recuperare contestualmente il gap italiano di partecipazione femminile al mondo del lavoro rispetto alla media Ocse. Nel nostro Paese, infatti, la riduzione del divario di genere in campo economico, sociale e politico, ha conosciuto negli ultimi anni percorsi alterni, ma il ritardo è sempre rimasto significativo: nel terzo trimestre del 2012, il tasso di occupazione femminile è risultato di undici punti inferiore rispetto a quello dell’area euro, di 13.4 punti rispetto alla Francia e di oltre 21 rispetto alla Germania. Ciò fa sì che l’Italia si attesti all’ottantesima posizione nella graduatoria del World Economic Forum relativa al miglioramento di alcuni indicatori concernenti le differenze di genere sotto il profilo della partecipazione al mercato del lavoro, del livello di istruzione, salute e presenza nelle Istituzioni. Siamo, invece, al trentaduesimo posto se si considera lo Women’s Economic Opportunity Index, che valuta la condizione delle donne imprenditrici e lavoratrici. Dati più incoraggianti provengono, in verità, dall’analisi delle fasce più istruite della popolazione: il nostro Paese può vantare una percentuale di donne laureate in discipline matematiche, scientifiche e tecniche superiore alla media della UE, che peraltro fanno registrare un tasso di occupazione molto apprezzabile. Si aggiunga che, nella prima fase della crisi, la componente femminile non ha sofferto in maniera molto evidente perché sono stati colpiti soprattutto settori a netta prevalenza maschile (commercio, manifatturiero e costruzioni); successivamente, però, i tagli alla spesa pubblica operati nella maggior parte dei Paesi - ed anche nel nostro – hanno penalizzato duramente le attività ad alto impiego per le donne, ridimensionandone in misura sempre più considerevole i livelli di occupazione. Con le suddette precisazioni, occorre in ultima analisi riconoscere che al significativo peso AGCI / Aprile 2013 / 16 demografico delle donne non corrisponde oggi un analogo peso economico, il che rende necessarie azioni di sistema volte alla promozione ed alla valorizzazione della componente femminile all’interno della società in tutte le sue diverse articolazioni. L’intesa, di durata triennale, siglata appunto lo scorso 20 febbraio, si inserisce proprio in questa logica, puntando a rafforzare l’impegno a favorire l’ingresso e l’affermazione delle donne nel mondo del lavoro, soprattutto con riferimento alle piccole e medie realtà che costituiscono il cuore pulsante dell’economia italiana, attraverso l’avvio di nuovi e concreti progetti per la diffusione di una cultura imprenditoriale tra le stesse, la promozione di politiche di genere, la programmazione di iniziative di studio e di formazione, ovvero di servizi ed interventi diffusi sul territorio in modo da essere più vicini alle esigenze delle persone, nonché il rilancio dell’attività dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile (CIF). A quest’ultimo proposito, più che mai opportuna appare la scelta di valorizzare detti Organismi, che negli anni sono stati promotori di attività costruttive e coronate da successo, quali il tavolo di coordinamento, presso il MISE, a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese femminili, ovvero il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, giunto alla sua quinta edizione, con il coinvolgimento di 35 città, o ancora la predisposizione del portale www.imprenditoriafemminile.ca mcom.it, con annessa newsletter. L’intento del protocollo è, in sostanza, quello di sostenere il cammino intrapreso faticosamente dalle donne, che nel campo dell’imprenditoria stanno iniziando ad affermarsi come energie preziose per la ripresa del Paese ed a costruirsi uno spazio di evidente importanza, manifestando un dinamismo in molti casi maggiore di quello degli uomini, in grado di arricchire il nostro sistema economico e di rappresentare per esso un volano di sviluppo più che mai auspicabile nella difficile congiuntura che stiamo attraversando. Al via il Progetto “Donna Imprende” Gabriele Nardini P artirà in aprile “Donna Imprende”, il nuovo progetto messo in campo dall’AGCI Lazio e dalla Camera di Commercio di Roma a favore della creazione di imprese al femminile. Il progetto, rivolto alle sole donne, ha infatti l’obiettivo di promuovere la cultura d’impresa nei confronti di donne che vogliano conoscere le regole per costituire un’impresa, disoccupate e lavoratrici, neodiplomate e neolaureate, socie lavoratrici e operatrici delle società cooperative, alla luce delle novità introdotte dai recenti testi normativi in materia di impresa in genere e di società cooperativa in particolare. L’obiettivo principale è quello di sviluppare il livello di managerialità femminile attraverso l’accompagnamento e il coaching delle donne aspiranti imprenditrici e/o che operino in imprese già attive sul mercato e facendo loro acquisire una nuova “attitudine innovativa” insieme a tutti gli strumenti indispensabili per il corretto sviluppo e gestione di un’attività d’impresa con particolare riferimento alle imprese cooperative. Il progetto è rivolto anche a tutte quelle donne che abbiano in animo di intraprendere un cammino autoimprenditoriale ed abbiano bisogno di una corretta ed esaustiva informazione in proposito. Sono quindi previste attività di coaching e di assistenza a favore delle donne che intendano usu- fruirne. Tali attività verranno svolte presso il “Laboratorio d’Impresa” di AGCI Lazio e supportate dalla presenza di consulenti aziendali esperti. Le attività messe in campo da AGCI Lazio saranno le seguenti: – attività di orientamento all’impresa nei riguardi delle donne che aspirino ad intraprendere un’attività economica in proprio; – attività seminariali per la condivisione e analisi di idee imprenditoriali da parte delle partecipanti e per l’impostazione di percorsi di start up d’impresa a partire dalle idee più rilevanti e concretamente realizzabili; – attività di incubatore/laboratorio di impresa attraverso dei “coach” esperti che accompagneranno individualmente e/o a piccoli gruppi, le aspiranti imprenditrici nel loro percorso di creazione dell’impresa (informazioni legislative societarie, fiscali, tributarie, contrattualistiche, ricerche di mercato, ricerca di eventuali fonti di finanziamento, analisi di mercato, business plan, ecc.). Le attività suddette saranno rivolte a donne operatrici del movimento cooperativo ed aspiranti imprenditrici e l’assistenza alla creazione di impresa riguarderà gli adempimenti burocratici amministrativi per la costituzione di un’impresa, le pari opportunità nei luoghi di lavoro, il diritto societario, le possibilità di accesso ai finanziamenti pubblici, la con- AGCI / Aprile 2013 / 17 trattualistica ed i rapporti di lavoro, la sicurezza e salute dei lavoratori, i sistemi di qualità ISO, il bilancio e la contabilità, il marketing e la comunicazione di impresa, lo start up e il business plan. Il coaching a favore delle aspiranti imprenditrici si concretizzerà nell’affiancamento delle stesse con consulenti aziendali esperti. Saranno aiutate a predisporre al meglio il proprio progetto di impresa, utilizzando tutti i mezzi informativi a disposizione (leggi e regolamenti, fac simile di statuti, bandi pubblici, possibilità di finanziamento da ricerDONNE: UNA DIVERSA ESPERIENZA ASSEMBLEA DEI CIRCOLI DEL MOVIMENTO FEMMINILE REPUBBLICANO LUCCA, 8/10 APRILE 1988 SALA DELLA ADEMOLLO Donne, una diversa esperienza: manifesto politico del 1988 affisso in favore delle donne care attraverso internet nei siti istituzionali e in quelli degli organismi intermediari, associazioni di categoria, ecc.). L’attività verrà realizzata in un locale adibito a “Incubatore/Laboratorio di Impresa”, munito di una linea telefonica, wi-fi, collegamento internet e 8 postazioni multimediali in rete, presso la sede di AGCI Lazio, dal lunedì al venerdì, per 4 ore giornaliere durante tutta la durata del progetto. Per tutte le informazioni contattare AGCI Lazio: 06/40500200 – [email protected] www.agcilazio.it Pari Opportunità AGCI LAZIO E CCIAA DI ROMA PER LA CREAZIONE DI IMPRESE “ROSA” IL RISTORNO PRIMA PARTE Cooperative Gian Luigi De Gregorio I l ristorno, peculiare tecnica di attribuzione dei vantaggi derivanti dallo svolgimento in forma associata dell’attività di impresa, solo con la riforma introdotta dal D. Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 ottiene adeguata cittadinanza e disciplina nel codice civile. Fino ad allora infatti, non è dato trovare una definizione di “ristorno” essendo necessario, a tal fine, fare riferimento a dottrina e giurisprudenza che lo identificano come lo strumento tecnico diretto ad attribuire ai soci il vantaggio mutualistico derivante dai rapporti di scambio intrattenuti con la cooperativa. Il ristorno, quale elemento distintivo dell’impresa cooperativa, rappresenta una delle modalità tipiche con cui la cooperativa riconosce ai soci cooperatori i benefici del vantaggio mutualistico che si realizza “nel fornire beni o servizi o occasioni di lavoro direttamente ai membri dell’organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero sul mercato”1. Il vantaggio mutualistico si consegue attraverso la razionalizzazione delle varie fasi del processo produttivo e l’eliminazione dell’intermediazione di terzi nell’acquisizione dei fattori necessari alla produzione. E’ quindi un vantaggio differenziale misurabile attraverso: – un risparmio di spesa > nelle cooperative di consumo; – una maggiore retribuzione per il lavoro prestato > nelle cooperative di lavoro; – una maggiore remunerazione del prodotto fornito > nelle cooperative di produzione. VANTAGGIO MUTUALISTICO Cooperativa di consumo Cooperativa di lavoro Cooperativa di produzione Risparmio di spesa Maggiore retribuzione per il lavoro prestato Maggiore remunerazione prodotto fornito L’attribuzione del vantaggio mutualistico può avvenire nel momento dello scambio tra socio e cooperativa (attribuzione diretta) ovvero in una fase successiva, appunto attraverso la tecnica dei ristorni (attribuzione indiretta) e quest’ultima è sicuramente quella più praticata. VANTAGGIO MUTUALISTICO Attribuzione diretta (al momento dello scambio mutualistico) Cooperativa di consumo si praticano ai soci i prezzi pari ai costi di acquisto Cooperativa di lavoro si corrispondono ai soci lavoratori delle retribuzioni pari al provento netto conseguito dalla cooperativa Attribuzione indiretta (successivamente allo scambio mutualistico) Cooperativa di consumo Cooperativa di lavoro si praticano ai soci i prezzi correnti e successivamente si corrispondono (ristornano) le differenze tra i prezzi praticati ed i costi realmente sostenuti si corrispondono ai soci lavoratori delle retribuzioni pari a quelle correnti per gli altri lavoratori e solo successivamente si corrispondono (ristornano) le differenze tra le retribuzioni corrisposte e i ricavi conseguiti AGCI / Aprile 2013 / 18 Le principali norme codicistiche dedicate al ristorno, che ricordiamo applicabile sia dalle cooperative a mutualità prevalente (CMP) che da quelle a mutualità non prevalente (CMNP), dispongono che: – l’atto costitutivo debba indicare i criteri per la ripartizione dei ristorni > art. 2521, comma 2, n. 8, c.c.; – tali criteri di ripartizione dei ristorni ai soci debbano essere determinati proporzionalmente alla quantità e qualità degli scambi mutualistici > art. 2545-sexies, comma 1, c.c.; – le cooperative debbano riportare separatamente nel bilancio i dati relativi all’attività svolta con i soci, distinguendo eventualmente le diverse gestioni mutualistiche > art. 2545-sexies, comma 2, c.c.; Il legislatore, inserendo la previsione dei ristorni tra gli elementi essenziali dell’atto costitutivo, ha difatti disposto che gli stessi debbano essere necessariamente previsti nella carte sociali e da qui deriva l’inammissibilità di una clausola statutaria che espressamente escluda la configurabilità dei ristorni o che vieti a priori l’assegnazione del ristorno3. Ciò non si traduce in un diritto soggettivo o in una pretesa assoluta del socio al ristorno, ma solo che lo stesso debba essere obbligatoriamente previsto negli statuti come elemento per assicurare, almeno tendenzialmente e in modo indiretto, il vantaggio mutualistico; tenendo presente che l’erogazione del ristorno è sempre rimessa alla volontà dell’assemblea, sia ai fini della determinazione della misura, sia ai fini delle possibili modalità di attribuzione e, non già alla volontà del singolo socio. Se la regola generale è che l’istituto del ristorno non può non essere previsto nelle carte sociali va però detto che per alcune categorie di cooperative sussiste la possibilità di adottare clausole statutarie che deroghino a tale regola, ma alla sola condizione che la mancata attribuzione del ristorno sia giustificata dalla dimostrazione di aver già dato la prestazione mutualistica al costo o comunque anticipatamente, come ad esempio può avvenire per una cooperativa edilizia di abitazione ove è ammissibile una clausola che escluda la ripartizione di ristorni tutte le volte che: – sia previsto il conseguimento da parte del socio di un vantaggio mutualistico adeguato al momento del perfezionamento dello scambio mutualistico; – la valutazione dell’adeguatezza del vantaggio mutualistico sia rimessa: – alla decisione dei soci in sede di approvazione dell’operazione se la cooperativa opera con richiamo residuale della disciplina delle s.r.l.; – all’assemblea che approva il bilancio se la cooperativa opera con richiamo residuale della disciplina delle s.p.a.. Inoltre, va ricordato che alcuni provvedimenti legislativi vietano a particolari tipologie di cooperative la possibilità di distribuire utili ai soci in qualsiasi forma e quindi erogare ristorni. E’ il caso delle cooperative in forma consortile nel settore dell’autotrasporto, i confidi e le cooperative fra giornalisti. Il divieto di distribuire utili ai soci in qualsiasi forma e, quindi anche sotto forma di ristorni, è condizione essenziale per beneficiare di particolari contributi pubblici o incentivi di varia natura ovvero è condizione per svolgere attività specifiche, come nel caso dei confidi. L’attribuzione del ristorno non va confuso con la distribuzione degli utili, in quanto sebbene si tratti in entrambi i casi di somme di denaro distribuite fra i soci esse hanno però finalità differenti; gli utili distribuiti vanno a remunerare il capitale e questo in proporzione a quanto conferito da ciascun socio4; i ristorni vanno a rimborsare il socio del maggior prezzo pagato per i beni acquistati come avviene nelle cooperative di consumo, o per il minore salario percepito come avviene nelle cooperative di lavoro. Pertanto, il ristorno non ha alcun legame con il valore del capitale versato dai soci alla cooperativa in quanto, indipendentemente da questo, esso si consegue in proporzione alla quantità di lavoro prestata, agli acquisti effettuati, alla quantità ed al valore dei beni conferiti nelle cooperative distinguendo secondo lo scopo mutualistico perseguito. AGCI / Aprile 2013 / 19 Cooperative – l’assemblea può deliberare la distribuzione dei ristorni a ciascun socio anche mediante aumento proporzionale delle rispettive quote o con l’emissione di nuove azioni, in deroga a quanto previsto dall’articolo 2525 del c.c.2, ovvero mediante l’emissione di strumenti finanziari > art. 2545-sexies, comma 3, c.c.. DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI < > ATTRIBUZIONE DEI RISTORNI UTILE RISTORNO Finalità remunerare il capitale conferito dal socio rimborsare il socio del maggior prezzo pagato per i beni acquistati o del minore salario percepito rispetto ai ricavi della cooperativa modalità di determinazione Cooperative in proporzione al capitale conferito in proporzione alla quantità di lavoro prestata, agli acquisti effettuati, alla quantità ed al valore dei beni conferiti nelle cooperative distinguendo secondo lo scopo mutualistico perseguito L’attribuzione del ristorno5 presuppone il rispetto di due principi cardini e cioè del principio della proporzionalità e del principio della parità di trattamento. Il principio della proporzionalità impone che il ristorno sia attribuito ai soli soci che abbiano avuto scambi mutualistici con la cooperativa e quindi esclusivamente fra coloro che abbiano approfittato dei servizi della cooperativa6, ma non indistintamente e in modo eguale. Naturalmente, a seconda della tipologia dello scambio mutualistico la cooperativa potrà ricorrere a criteri qualitativi e quantitativi diversi dando maggiore rilievo all’uno o all’altro e, quindi, arrivare anche ad erogare un ristorno più o meno omogeneo tra i soci, ma in tal caso sarà necessario verificare che la preminenza di un criterio, qualitativo o quantitativo, non vanifichi l’uno a scapito dell’altro, il che sarebbe in netto contrasto con quanto poi sancito dall’articolo 2545-sexies del c.c.. Il principio della parità di trattamento, contenuto nell’articolo 2516 del c.c., comporta che a parità di condizioni qualitative e quantitative della prestazione mutualistica, non è possibile erogare un trattamento diverso. Naturalmente, i criteri di ripartizione dei ristorni avranno un contenuto diverso7 a seconda della tipologia dello scambio mutualistico. Peraltro, non è necessario che lo statuto sociale contenga una disciplina puntuale dei criteri stessi essendo sufficiente un richiamo di carattere generale ed un rinvio alla successiva approvazione di apposito regolamento interno che disciplini l’istituto del ristorno, quest’ultimo approvato in ossequio alle disposizioni di cui all’art. 2521 del c.c.8. Di seguito rimettiamo alcuni esempi, senza pretese esaustive ma meramente indicative, di alcuni criteri adottabili per la determinazione degli importi pro-quota da attribuirsi ai soci. AGCI / Aprile 2013 / 20 Ore lavorate complessive = 1.000 Importo complessivo del ristorno determinato dall’organo amministrativo ed approvato dall’assemblea € 15.000 Valore ore lavorate a titolo di ristorno Attribuzione individuale della quota parte del ristorno al singolo socio 15.000/1.000 = € 15,00 Socio A = € 15 x 300 ore = € 4.500 Socio B = € 15 x 100 ore = € 1.500 Socio C = € 15 x 200 ore = € 3.000 Socio D = € 15 x 300 ore = € 4.500 Socio E = € 15 x 100 ore = € 1.500 Totale 1.000 ore = € 15.000 Altro criterio potrebbe essere quello di considerare la qualità/professionalità del singolo socio e parametrare l’entità individuale del ristorno avendo riguardo ad esempio alla funzione aziendale effettivamente esercitata, al ruolo ricoperto, al livello di inquadramento secondo il CCNL ed applicare un coefficiente moltiplicatore crescente man mano che si sale a livelli più alti. Naturalmente è possibile immaginare l’applicazione di criteri misti che tengano conto di più aspetti, l’importante è che come si è già avuto modo di dire che la preminenza di uno criterio rispetto all’altro non vada in contrasto con il criterio della proporzionalità e della parità di trattamento nei termini trattati precedentemente. Affinché la cooperativa possa distribuire ristorni è necessario che la gestione mutualistica abbia generato risorse distribuibili. NOTE 1 definizione contenuta nel testo della Relazione al Codice Civile. 2 Art. 2525 Quote e azioni Il valore nominale di ciascuna azione o quota non può essere inferiore a venticinque euro per le azioni né superiore a cinquecento euro. Ove la legge non preveda diversamente, nelle società cooperative nessun socio può avere una quota superiore a centomila euro, né tante azioni il cui valore nominale superi tale somma ….. 3 A conferma di tale orientamento, il Consiglio Nazionale del Notariato ha affermato che l’atto costitutivo debba contenere una disciplina il cui contenuto minimo può essere individuato: – nella previsione di criteri generali di ripartizione dei ristorni tra i soci cooperatori; – nell’inderogabilità del criterio di proporzionalità tra ristorno spettante al singolo socio e singoli scambi mutualistici realizzati con la cooperativa; – nella determinazione di ulteriori criteri rivolti a determinare un rapporto tra qualità e quantità degli scambi mutualistici e misura del ristorno (ciò nello statuto o nel regolamento redatto ed approvato ai sensi dell’art. 2521 c.c.). 4 Art. 2263 c.c. Ripartizione dei guadagni e delle perdite Le parti spettanti ai soci nei guadagni e nelle perdite si presumono proporzionali ai conferimenti. Se il valore dei conferimenti non è determinato dal contratto, esse si presumono eguali. La parte spettante al socio che ha conferito la propria opera, se non è determinata dal contratto, e fissata dal giudice secondo equità. Se il contratto determina soltanto la parte di ciascun socio nei guadagni, nella stessa misura si presume che debba determinarsi la partecipazione alle perdite. Art. 2350 c.c. Diritto agli utili e alla quota di liquidazione Ogni azione attribuisce il diritto a una parte proporzionale degli utili netti e del patrimonio netto risultante dalla liquidazione, salvi i diritti stabiliti a favore di speciali categorie di azioni. Fuori dai casi di cui all’ articolo 2447-bis , la società può emettere azioni fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati dell’attività sociale in un determinato settore. Lo statuto stabilisce i criteri di individuazione dei costi e ricavi imputabili al settore, le modalità di rendicontazione, i diritti attribuiti a tali azioni, nonché le eventuali condizioni e modalità di conversione in azioni di altra categoria. Non possono essere pagati dividendi ai possessori delle azioni previste dal precedente comma se non nei limiti degli utili risultanti dal bilan- AGCI / Aprile 2013 / 21 cio della società. 5 Il socio che non opera con la società avrà eventualmente diritto ai dividendi ma non ai ristorni. 6 Bonfante, Il nuovo diritto societario, Commentario diretto da Cottino e Bonfante, Bologna, 2004. 7 Circolare n. 37/E del 9luglio 2003 Agenzia delle Entrate … ai fini della determinazione dell’avanzo di gestione è necessario utilizzare parametri diversificati in relazione al modello cooperativo utilizzato, capaci di riflettere le diverse tipologie di scambio mutualistico. 8 Art. 2521 c.c. Atto costitutivo comma 5 - I rapporti tra la società e i soci possono essere disciplinati da regolamenti che determinano i criteri e le regole inerenti allo svolgimento dell’attività mutualistica tra la società e i soci. I regolamenti, quando non costituiscono parte integrante dell’atto costitutivo, sono predisposti dagli amministratori e approvati dall’assemblea con le maggioranze previste per le assemblee straordinarie. 9 Si potrebbe altresì utilizzare il parametro delle settimane e di mesi di lavoro. Continua nel prossima numero Cooperative Ore lavorate e/o ore retribuite durante l’anno a cui si riferisce l’attribuzione del ristorno9 Pesca GIAMPAOLO BUONFIGLIO È IL NUOVO PRESIDENTE DEL RAC MEDITERRANEO, CONSIGLIO CONSULTIVO REGIONALE PER IL MEDITERRANEO L o scorso 21 marzo a Roma si è svolta l’Assemblea Generale del RAC MED, associazione di cui fanno parte le organizzazioni europee e nazionali rappresentanti il settore della pesca del Mediterraneo, per il rinnovo delle cariche della Presidenza e dei componenti del Comitato Esecutivo. Una larga maggioranza dei membri presenti e votanti ha eletto a scrutinio segreto Giampaolo Buonfiglio, Presidente del Consiglio Consultivo del Mediterraneo. I 3 vice-presidenti invece eletti per consenso sono lo spagnolo Genaro Amigo Chouciño della FNCP (Federación Nacional de Cofradias de Pescadores) e la slovena SneÏana Levstik della KGZS (Kmetijsko Gozdarska Zbornica Slovenie) in rappresentanza dei 2/3 ovvero le associazioni di pesca professionale e sindacali, e la spagnola Susana SainzTrapaga del WWF in rappresentanza dell’un terzo, ovvero le associazioni di pesca sportiva, le associazioni ambientaliste e dei consumatori. Il nuovo ufficio di Presidenza sarà in carica per i prossimi 4 anni dal 2013 al 2017. È stato rinnovato inoltre il Comitato Esecutivo, i 24 membri attuali per i 2/3 sono: 4 associazioni nazionali italiane di pesca professionale, AGCI Agrital, Legapesca, Federcoopesca, Federpesca, 3 associazioni francesi, CNPMEM, CRPMEM PACA, CRPMEM LR, 2 associazioni greche PASEGES e PEPMA, 3 associazioni spagnole FNCP, CEPESCA, UNACOMAR, 1 associazione slovena KGZS , 1 associazione maltese la Ghaqda Kooperativa ed un’associazione europea sindacale, l’ETF, un seggio ancora vacante è di diritto attribuito alla Croazia. Le associazioni elette per rappresentare l’un terzo nel Comitato Esecutivo sono il WWF, OCEANA e Legambiente Onlus come ONG, l’ IVEA EMPA come altri gruppi mentre per la pesca ricreativa la FIPS –Mer , l’EAA e BIGGAME Italia come membri titolari e CEPRR, IFSUA e FIPSAS come membri supplenti. Anche per l’un terzo un seggio vacante è assegnato di diritto ad una associazione di consumatori. Vale la pena ricordare che dalla AGCI / Aprile 2013 / 22 sua costituzione ad oggi, il RAC MED ha registrato una crescente partecipazione e coinvolgimenti di tutti gli stakeholder del settore, giungendo oggi a rappresentare un totale di 40 associazioni membri di Italia, Spagna, Francia, Grecia, Malta e Slovenia e presto anche la Croazia. Le sfide che il RAC MED, con la sua rinnovata dirigenza dovrà affrontare sono molteplici, prima fra tutte la riforma della PCP, in particolar modo la questione del divieto dei rigetti, il Piano di Gestione per l’Adriatico in discussione nella CGPM, tutte tematiche che saranno affrontate nel corso dei 5 Gruppi di Lavoro previsti per il 2013, i prossimi si terranno ad Atene il 22 e 23 Aprile. L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha accordato una ulteriore proroga dell’intesa contenente la moratoria dei debiti delle PMI, sottoscritta nel febbraio dello scorso anno e già prolungata fino al 31 marzo 2013 rispetto alla data inizialmente fissata del 31 dicembre 2012. Si ricorda che l’accordo prevede un pacchetto di azioni volte a sostenere, con la disponibilità di adeguate risorse finanziarie, le imprese che, pur evidenziando tensioni e difficoltà, presentino prospettive economiche positive. In particolare, la nuova scadenza del 30 giugno p.v. riguarda la trasmissione delle domande per l’attivazione degli interventi di: – sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui e dei canoni di leasing; – allungamento della durata dei finanziamenti a medio-lungo termine, ovvero delle scadenze del credito a breve termine per sostenere le esigenze di cassa, con riferimento alle operazioni di anticipazione su crediti certi e esigibili; – promozione della ripresa e dello sviluppo delle attività, in connessione con un incremento di mezzi propri da parte dell’impresa. Questo slittamento di altri tre mesi si è reso opportuno principalmente per via del prolungarsi della crisi che il nostro Paese sta attraversando, con conseguenze sempre più pesanti per l’intero sistema produttivo, ma anche in vista del varo di nuove iniziative a sostegno delle PMI, per le quali è stato già avviato il confronto con le Associazioni imprenditoriali al fine di individuare le linee guida sulla cui base perfezionare in tempi brevi un nuovo accordo. CLAUSOLE SOCIALI NEGLI APPALTI: DA AGCI ALTO ADIGE SÜDTIROL LE INFORMAZIONI PER L’ATTUAZIONE “Le clausole sociali negli appalti come strumento di social innovation e di promozione di politiche attive del lavoro”, questo il tema del convegno svoltosi lo scorso 18 aprile preso la Libera Università di Bolzano. Obiettivo dell’evento, organizzato da AGCI Alto Adige Südtirol, Federsolidarietà-Confcooperative e Legacoopbund con il patrocinio dell’Assessorato provinciale alla Cooperazione della provincia autonoma di Bolzano e l’Assessorato alle politiche sociali del comune di Bolzano, è stato quello di fornire informazioni e strumenti giuridici e operativi per attuare le clausole sociali negli appalti. Destinatari sono stati invece cooperative sociali, imprese, organizzazioni sindacali, operatori del servizio sanitario, sociale e della formazione professionale, enti locali e aziende pubbliche. Al convegno sono intervenuti gli assessori Bizzo e Randi, G. Guerini portavoce ACI sociali, S. Hofer della Federazione per il sociale e la sanità, A. Serafini di UIL-SGK, T. Mathà presidente ACP, M. Carlini del Collegio costruttori edili Bolzano, L. Gallo e S. Depedri, di Euricse. COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA TRA ITALIA E SLOVENIA “Cooperazione transfrontaliera tra Italia e Slovenia”, questo il tema del seminario organizzato da AGCI Veneto e Federclaai Veneto, lo scorso 9 aprile, presso la cooperativa C.I.T.S. di Padova. Grazie alla sua posizione geografica la Slovenia è sempre stata un nodo importante per gli scambi commerciali tra Oriente e Occidente, consentendole di diventare uno dei Paesi più sviluppati dell’Europa centro-orientale. Riduzione dei costi, pressione fiscale minima, programmi di incentivazione allettanti uniti alla posizione strategica e alle ottime vie di comunicazione, sono alcuni degli elementi che fanno di questo Paese una meta interessante per gli investitori italiani. Nel corso del convegno è stata fornita un’ampia panoramica sulla situazione sociale, politica ed economica della Slovenia in modo da fornire tutti gli strumenti necessari agli imprenditori per valutare eventuali opportunità di investimento o sbocchi commerciali. Inoltre è prevista una missione commerciale dal 20 al 22 maggio, allo scopo di relazionare con le istituzioni locali preposte allo sviluppo economico, conoscere delle imprese interessate a delle collaborazioni e toccare con mano la realtà produttiva e sociale del Paese. All’incontro, presieduto da Katiuska Cemin, sono intervenuti: David Kavcic consulente per il commercio internazionale che si è soffermato, nel suo intervento, sulle prospettive economiche della Slovenia, Grana Japelj consulente contabile e finanza aziendale che ha illustrato l’attuale sistema fiscale sloveno, il AGCI / Aprile 2013 / 23 AGCI Attualità AGCI Iniziative AGCI Notizie AGCI Appuntamenti PROROGA MORATORIA DEBITI PMI AL 30 GIUGNO 2013 commercialista Giovanni Fante che ha presentato un caso di investimento d’impresa. I lavori sono stati chiusi da Olga Pegoraro presidente di AGCI Veneto. A SASSARI VA IN SCENA “TEATRABILITÀ”, IL FESTIVAL DELLE ABILITÀ DIFFERENTI La cooperativa Theatre en Vol e l’associazione GE.NA. presentano a Sassari, dal 16 al 25 aprile “TeatrAbilità”, il Festival delle abilità differenti. Si tratta di un progetto che vuole offrire degli elementi concreti per evolvere le percezioni dei soggetti svantaggiati, mostrandone il talento, le capacità, e la loro straordinaria umanità. Per la prima volta il Theatre en Vol organizza un festival non solo per la strada ma anche all’interno di una sala teatrale, per garantire agli ospiti uno spazio che dia la possibilità di concentrare l’attenzione dello spettatore senza distrazioni e dispersioni. Durante i dieci giorni si alterneranno spettacoli teatrali, incontri, dibattiti, proiezioni video dove i protagonisti sono i diversamente abili. Tra le azioni in strada, degna di nota è la “passeggiata critica”, una passeggiata che si svolgerà nel pomeriggio del 20 aprile per il centro storico di Sassari e alla quale sono invitate le persone svantaggiate e le realtà che si occupano delle loro problematiche affinché la città sia veramente di tutti, che tutti abbiano la possibilità e la voglia di viverla e che le barriere architettoniche e mentali non condizionino la voglia di uscire, di mostrarsi, di incontrarsi e confrontarsi.