Comments
Description
Transcript
Mammolito condannato
4 > CRONACA Territorio 5 MAGGIO 2010 Il tribunale infligge sette mesi al sindaco di Cambiano Buche sull’asfalto e smottamenti in collina Mammolito condannato Disagi sul territorio Illegale l’area per il conferimento dei rifiuti per le piogge torrenziali CAMBIANO - Con grande sorpresa di tutti, lunedì pomeriggio, il giudice Silvana Podda del tribunale di Moncalieri ha emesso una pesante condanna nei confronti del sindaco di Cambiano, Michele Mammolito. Al primo cittadino, che doveva rispondere di alcune irregolarità amministrative relative all’area conferimento rifiuti del paese, sono stati inflitti sette mesi di reclusione, una multa da 3mila euro e il pagamento delle spese processuali. Un verdetto che, come dicevamo, ha lasciato tutti a bocca aperta, soprattutto se teniamo conto che lo stesso pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione, in quanto «non era stato ravvisato nessun dolo nel comportamento del primo cittadino». Il giudice, però, l’ha pensata in modo diverso. Ovviamente il legale che assiste il sindaco ha già annunciato il ricorso in appello. Tutto il caso ruotava intorno all’ecocentro di via dei Prati, una zona periferica di Cambiano nei pressi del vecchio autoporto militare. La struttura era risultata priva delle autorizzazioni regionali che, dal 2006, le aree di questo tipo dovevano possedere per rimanere aperte. Lo spazio cambianese per la raccolta degli scarti risultava infatti L’area di via dei Prati; in alto Mammolito esistente già negli anni Settanta e, proprio per questo, avrebbe dovuto munirsi di tutta la documentazione per proseguire l’attività. La mancanza venne alla luce nel 2007, quando la Procura aprì un fascicolo in seguito alla scoperta di un presunto traffico di rifiuti che, in base agli elementi raccolti dai carabinieri di Cambiano, avveniva proprio davanti all’ingresso dell’impianto di via dei Prati. Due fratelli cambianesi, Andrea e Antonio T., finirono nei guai perchè, a detta degli inquirenti, «intercettavano» la merce in arrivo appropriandosi di tutto quello che poteva avere ancora un valore. Entrambi patteggiarono una sanzione di 900 euro per «gestione, raccolta e Settimanale di Informazione Locale Direttore Responsabile Melchiorre Menzio Editrice il Mercoledì Società Cooperativa Giornalistica a r.l. Direzione, redazione, amministrazione: Via Cavour, 70 - 10024 Moncalieri (To) Tel. 011.644542-011.644173 - Fax 011.6423670 e-mail: [email protected] In Redazione Luca Carisio, Gianluca Beccaria, Roberta Zava, Luca Mazzardis Collaboratori Luciana Aime, Manuela Aime, Giulia Avataneo, Oreste Barruero, Giacomo Bottaro, Enrico Cairo, Oscar Camporeale, Paola Canavero, Enrico Capello, Marcello Ferrara, Alice Furlan, Sergio Gentile, Marilena Limoncelli, Marco Mincotti, Cristina Nebbia, Silvana Nota, Fabrizio Scarpa, Massimiliano Sina, Vittoria Sincero, Igor Stasi, Lara Stasi, Filippo Tesio, Ferruccio Zanetti Progetto e controllo grafico: Enrico Bonfigli trasporto non autorizzato di rifiuti speciali». Il sindaco naturalmente era estraneo a tutta questa vicenda, tuttavia ne rimase coinvolto indirettamente perchè, durante l’inchiesta, la magistratura chiese di visionare tutta la documentazione dell’ecocentro, scoprendo la lacuna nei permessi. Il primo cittadino, quale responsabile dell’impianto di proprietà del Comune, dovette così rispondere della cosa in tribunale. Nel corso del dibattimento Mammolito ha ribadito più volte di opporsi alla chiusura dell’impianto, per evitare ai cambianesi di dover portare rifiuti ingombranti fino a Chieri. Inoltre ha sempre temuto che, in caso di chiusura dei battenti di via dei Prati, il territorio comunale rischierebbe di essere invaso da abbandoni indiscriminati di spazzatura. Però, per dimostrare le sue buone intenzioni, fin dall’inizio del processo si è impegnato, insieme alla sua amministrazione, nella ricerca di un punto adatto per trasferire l’impianto di conferimento. Un’operazione per la quale sono stati già messi a bilancio ben 90mila euro. Mammolito ha inoltre spiegato che “la richiesta dell’autorizzazione regionale era stata regolarmente inoltrata dalla mia amministrazione, a dimostrazione che avevamo tutto l’interesse che l’ecocentro continuasse a funzionare. Purtroppo, però, ci venne negata per la vicinanza del sito al rio Tepice”. Mammolito è molto amareggiato per la sentenza, soprattutto conoscendo le reali condizioni dell’ecocentro, recintato, videosorvegliato e contenente solo materiali inerti che vengono subito smaltiti. A questo punto il suo legale dovrà aspettare le motivazioni della sentenza per poi preparare il ricorso. MONCALIERI - Assolto per non aver commesso il fatto. Si è conclusa così la disavventura giudiziaria di Michele L., il 30enne moncalierese inizialmente accusato di essere uno dei responsabili dei blitz anarchici, avvenuti lo scorso maggio, ai danni delle sedi torinesi della Lega Nord. Il giovane è stato scagionato insieme ai suoi presunti complici in seguito ad un «confronto all’americana». Solo quest’operazione, infatti, ha convinto il magistrato della sua innocenza. Quindi, per riavere la completa libertà, il moncalierese ha dovuto posizionarsi davanti ad un vetro, ovviamente insieme ad altre persone, per essere attentamente osservato dai testimoni. Nessuno di questi lo ha riconosciuto, dimostrando agli inquirenti la sua totale estraneità ai fatti. Una grande sod- L’incidente a Trofarello Abbonamento annuo 39,00 - c.c.p. 34887109 intestato a Iniziative Editoriali, causale “Abbonamento il Mercoledì” 2,00 Reg. Trib. di Torino n. 4775 del 24-03-1995 Aderente alla F.I.P.E.G. Federazione Italiana Piccoli Editori Giornali disfazione per il legale che lo ha assistito insieme agli altri tre ragazzi finiti nei guai con lui (Elisa L., Monica N. e Francesco S., tutti di Torino), il quale ha sempre sostenuto che all’impianto accusatorio mancava un collegamento fra gli imputati e i fatti contestati. Questo perchè gli episodi presi in esame erano due. Il primo si era concretizzato con il lancio di una bomba carta. Il secondo, invece, con una semplice manifestazione del tutto pacifica. E il quartetto venne fermato nei pressi del luogo in cui si verificò quest’ultimo. Difficile, quindi, dimostrare la loro eventuale presenza sul luogo del primo evento, quello considerato veramente grave. Alla luce di queste assoluzioni, gli investigatori dovranno adesso guardare altrove per sperare di rintracciare i responsabili del piccolo attentato. Il fatto accadde il 26 maggio 2009. Ignoti lanciarono una bomba carta negli uffici del carroccio di via Cenischia. Mezz’ora più tardi un gruppo di presunti anarchici sbeffeggiarono un po’ i leghisti che si trovavano nella sede di via Saluzzo. Ovviamente l’ordigno esplosivo provocò danni e tanta paura. In via Saluzzo, invece, vennero solamente lanciati dei volantini e intonati degli slogan ironici nei confronti del ministro dell’interno. Pochi minuti dopo questa goliardata, e a poca distanza dalla sede leghista, gli agenti della Digos bloccarono i quattro ragazzi accusandoli di violenza aggravata e violazione di domicilio. Il gip convalidò il fermo anche se, due giorni dopo, lo tramutò in un obbligo di firma. Nuova udienza del processo Thyssenkrupp Auto esce di strada L’esperto ascoltato in aula, e si ribalta nel prato «la linea era in sicurezza» I prezzi indicati sono IVA esclusa Occasionali 16,00 1 modulo Commerciali 14,00 1 modulo Necrologie 30,00 annuncio Economici 5,00 annuncio normale Economici 10,00 annuncio riquadrato Elettorali 14,00 1 modulo Finanziari e Legali 16,00 1 modulo Impresa beneficiaria, per questa testata, dei contributi di cui alla legge n. 250/90 e successive modifiche ed integrazioni che si sono venute a creare sull’asfalto. Le strade si sono ridotte a veri e propri colabrodi, con buche pericolose per i veicoli, rese ancora più insidiose dalle pozzanghere che ne limitano la visibilità. Purtroppo le previsioni del tempo sono pessime. Pare che continuerà a piovere ancora per tutta la settimana, con brevi parentesi di tregua, e che le temperature scenderanno ulteriormente. Il confronto all’americana scagiona il presunto anarchico moncalierese Tariffe Pubblicitarie Modulo mm. 37,5 x 33,3 Copie Arretrate si è registrata nessuna situazione a rischio, ma questo non vuol dire che la città sia stata risparmiata da problemi e disagi. Un esempio? Il solito parziale allagamento del sottopasso di strada Brandina, un evento che si ripresenta puntuale ogni qualvolta si verificano piogge insistenti e di fronte al quale molti automobilisti hanno preferito fermarsi e cambiare strada. Ma soprattutto le voragini Prosciolto dall’accusa di aver danneggiato la sede della Lega Stampa: SARNUB srl - Cavaglià (Biella) Ai sensi dell’art. 10 della legge 675/96 si comunica agli abbonati che i dati forniti alla sottoscrizione dell’abbonamento sono contenuti in un archivio informatizzato atto a garantire sicurezza e riservatezza MONCALIERI - Il maltempo continua a flagellare mezza Italia, con precipitazioni di forte intensità. E nemmeno il nostro territorio è stato risparmiato dalle piogge torrenziali, che hanno messo a dura prova diverse zone della pr ovincia di Torino, soprattutto quelle collinari. Non smette di piovere da domenica, ed è allerta per i fiumi e i torrenti ingrossati, che non riescono più a contenere l’acqua e si presentano sempre più minacciosi. Alcuni scantinati sono già finiti a mollo, mentre in collina si sono verificati i primi, lievi smottamenti. E in montagna è ricomparsa la neve. Alla faccia della primavera. Nell’intera area moncalierese inizia ad esserci un po’ di preoccupazione per l’innalzamento del Po e dei piccoli torrenti e rii che solcano il territorio. Ogni corso d’acqua è comunque monitorato dalle autorità, in allerta insieme a protezione civile e vigili urbani. Per il momento non La Focus ribaltata nelle vicinanze del Carrefour TROFARELLO - Spettacolare incidente, nella notte tra lunedì e martedì scorsi, a Trofarello. Una Ford Focus è sfuggita al controllo del conducente, per cause ancora in fase di accertamento, ed è finita fuori strada nei pressi del supermercato Carrefour di via Torino, ribaltandosi nel prato adiacente la carreggiata. Per fortuna la carambola non ha avuto conseguenze gravi, a parte i danni alla carrozzeria dell’auto. La vettura incidentata è stata poi recuperata dai mezzi di soccorso. TORINO - Proseguono i colpi di scena nel processo a carico della Thyssenkrupp, l’azienda dove il 6 dicembre 2007 scoppiò il rogo costato la vita a sette persone, fra cui il nichelinese 26enne Bruno Santino. Nell’ultima udienza è stato ascoltato Uwe Weber, esperto di rischi sulla sicurezza che, come dipendente di una società assicurativa, lavorò per conto del gruppo tedesco fra il 2006 e il 2007. Durante la sua deposizione, durata ben sette ore, il professionista ha spiegato il motivo per cui non raccomandò alla Thyssen di effettuare migliorie sulla linea «5», quella dove poi scoppiò l’incendio. In pratica lui e il suo staff non riscontrarono situazioni a rischio, notandone invece sulla linea «4». Due settimane prima i giudici hanno ascoltato Frank Kruse, un dirigente del gruppo non- chè collaboratore di uno degli imputati, il consigliere delegato Gerald Priegnitz. Lo scopo dell’interrogatorio, durato due ore e gestito dal procuratore vicario Raffaele Guariniello, era di capire come venivano gestite le decisioni in merito agli investimenti all’interno della società, in modo particolare quelli relativi alla sicurezza. E’ infatti risaputo che la Thyssen avrebbe dovuto effettuare delle migliorie allo stabilimento di corso Regina. Ma da quanto è emerso fino ad ora non fece nulla, perchè i vertici societari avevano ormai stabilito la chiusura dell’impianto piemontese. Ecco così che la pubblica accusa ha puntato il dito sui verbali del consiglio di amministrazione nei quali si parlava proprio di investimenti. Kruse ha spiegato che le sigle trovate accanto ad alcune diciture non significavano necessariamente che un certa spesa fosse già stata decisa, ma semplicemente che i dirigenti si erano trovati d’accordo sull’argomento. Questo perchè, come ha ribadito il testimone, le decisioni definitive spettavano a Herald Espenhahn, l’amministratore delegato della Thyssenkrupp in Italia, nonché l’imputato con la situazione più gravosa. L’uomo, infatti, è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale in quanto, secondo la Procura, avrebbe dovuto mettere a norma lo stabilimento torinese, ma non lo fece perchè, nel giro di poco, tutto sarebbe stato trasferito a Terni. E pensare che, nel corso dell’ultima puntata del dibattimento, alcuni dirigenti Thyssen lo hanno definito molto severo in materia di sicurezza. Il caso tornerà in aula mercoledì prossimo, 12 maggio.