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bentornato - La Città Quotidiano
18.000 BENTORNATO Numero 40 Maggio 2016 40 Maggio 2016 800210002, si chiama screening e salva la vita in questo numero 37 L’Abruzzo si racconta 38 in mille modi Simone Gambacorta Quando ci si mastica poco a poco 40 Simone Gambacorta 26 Un’autostrada da Basciano fino a Roseto Pietro Colantoni Speciale Bentornato Giacinto Marco Pannella 5 Dal Gran Sasso all’Etna in sella alla passione 6 Ivan Di Marcello Renzi firma il patto con L’Abruzzo Adiconsum in prima linea assieme al Corecom 22 Veronica Marcattili 43 Marco Santarelli Luoghi Santa Maria di Ronzano 44 Domenico Di Baldassarre 30 33 Grande sfida a Villa Petto per il primo Torneo della Rinascita 14 Patrizia Lombardi L’isola pedonale alla teramana è senza senso 29 Pietro Colantoni Alessandro Misson Franca Scagliarini Marcello Martelli Patrizia Lombardi La vignetta di KE T’IMMATTIT’! Appena tre bandiere per sette sorelle La Scienza in Valigia A Bisenti 34 Sono solo animali? Tu chiamale se vuoi emozioni 45 Francesca Alcinii Diritto di Replica Via Capuani e via Irelli 46 Manuel Ciardelli Patrizia Lombardi 3 Grazie di tutto Alessandro Misson L a notte prima del rientro della salma, sognavo di andare in giro per Teramo a chiamare i bambini per portarli a vedere Marco Pannella esposto alla sala consiliare del Municipio. Nel sogno mi sembrava una cosa importante da fare. In piazza c’era una gran festa, ma in Comune era appena rientrato da Roma il feretro del più grande teramano della storia, internazionale e cittadina, fresco di celebrazione da parte delle massime autorità in Parlamento, e poi, in piazza Navona, dal popolo dei diritti, della libertà e degli ultimi: i radicali, insomma. Caspita, è proprio un teramano - mi dicevo nel sogno e la preoccupazione era che una cosa del genere potesse sfuggire proprio ai bambini che giocavano in piazza Martiri. Quelli che non l’avevano mai visto in televisione. Quelli che non avevano mai sentito mamma e papà teramani dargli del pazzo o del visionario. Quelli che come tanti altri pensavano “bravo Pannella l’idealista”. Io una volta Pannella l’ho votato: mi pare fossero le europee del ’99, ma a dire il vero mi sono anche pentito. La notte del ritorno della bara tra gli applausi, però, Pannella ha fatto un grande regalo a tutti i teramani. Anche a me. Il riavvicinamento a Teramo è stato lungo e sofferto, e forse per molti non è stato ancora risolto. Ma Giacinto Marco Pannella, l’alieno, il lupo, l’orso, mulo o leone abruzzese, ha voluto ricambiare questo affetto regalando alla sua città il momento sommo della sua esistenza. Quello della sepoltura. Giacinto Marco Pannella riposa al cimitero di Cartecchio. A Teramo, dove tutto è iniziato. Non conta se nei giorni del lutto l’hanno chiamato “pescarese” o ci hanno definito “teramesi”. Conta invece che il mondo creato da Marco Pannella sia tornato a Teramo, attraverso il suo stesso corpo. Per ricordare a tutti i teramani che è stato un radicale, socialista, liberale, federalista-europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, non violento. Un gran rompicoglioni. Sì, proprio di Teramo, bambini. 5 La Vignetta di Ivan Di Marcello 6 Gigante di statura Franca Scagliarini È stato il mondo della libertà, della cultura, degli intellettuali. Ed è partito da Teramo. Incredibile: Marco Pannella è teramano. Come la torre del Duomo, i portici, come Fumo, i due leoni e il Tordino. Contro i bigotti e gli ipocriti e gli sfruttatori e i prepotenti c’era sempre lui. In Italia, in Burkina Faso, incatenato alla ruspa del lotto 0. Lui era in Abruzzo al consiglio regionale, all’Aquila e a Teramo al consiglio comunale e riempiva le porte quando passava per la stazza e riempiva l’aula, quando parlava, per la statura. Nelle assise che l’hanno visto protagonista riecheggiano ancora le citazioni di Ignazio Silone, il richiamo al senso delle Isituzioni. E il suo profumo, l’eleganza delle giacche romane, lo sfizio delle pochette di “quel negozietto che sai... ne ha di tutti i tipi”. Con la provocazione dei capelli lunghi e la sfida delle Celtic non aspirate, divorate, come la vita, la politica, la parola, i nemici. Ne ebbi paura a lungo: troppo alto, troppo grosso, troppo “altro” per me. Poi lui mi considerò e io gli volli bene. Imparai, facevo la giornalista per l’Ansa, a registrare ogni sua parola perché ne diceva di tutti i colori e con tali acrobazie verbali che alla fine la colpa era sempre dei giornalisti, che avevano capito poco (se non vedeva i titoli sparati) o male (quando il titolone gli scatenava contro le ire di qualcuno). Ma era sempre lui a fare andare la giostra e poi rideva e ti ricordava che era il gioco delle parti e che lui ti rispettava. Poi lasciava Teramo, lo Sporting, dove convocava conferenze stampa alle 3 del sabato pomeriggio, per chiedere l’impeachment per Cossiga e mettere in difficoltà me (gli dicevo così) che sbobinavo, sbobinavo, sbobinavo, prima di scriverlo. Lui intanto era ripartito, salutando divertito, raccontando che Mirella lo aspettava. E Teramo tornava più piccola e respirava di meno. Come adesso, come me in questo momento. Tutto è torna al suo posto, però. Giacinto Pannella, detto Marco (come hanno recitato per anni i manifesti elettorali affissi sui muri di tutt’Italia, là dove ce n’era bisogno) è tornato a Teramo. Si porta dietro il mondo e rimane qui, a soffiare per farci respirare tutti un po’ di più. 9 Il grande nemico delle ingiustizie C onoscerlo e averlo seguito per una vita, non significa che sia facile tracciarne il ritratto. Come non è semplice ricordare la figura di Marco Pannella in tutta la sua complessa unicità. Non credo sia possibile accostarlo ai politici e agli statisti del passato e del presente. Marco era se stesso con la sua coerenza, originalità, testardaggine tutta abruzzese e se ne vantava. Ultimo grande liberale ancora sulla scena, giovanissimo aveva frequentato a Napoli la casa e la scuola di Benedetto Croce, amico dell’omonimo congiunto don Giacinto Pannella. Il leader radicale non era solo “aborto e divorzio”, come molti semplificano, ricordando le sue battaglie civili che, con tutti noi, hanno fatto crescere l’Italia. Un Paese decisamente peggiore senza chi si è speso, con coraggio e determinazione, contro tutte le ingiustizie in difesa dei più deboli e di chi non ha voce. Partecipazione, cambiamento, innovazione, democrazia, non violenza: parole che non avrebbero senso e significato nella politica nazionale e nella vita civile, senza il protagonista visionario di tante iniziative coinvolgenti. Per affermare i diritti negati e le libertà conculcate, come ha fatto fino all’ultimo anche per umanizzare il car- cere e la pena per i detenuti. Il vecchio leader radicale ha insegnato a essere diversi con i suoi digiuni, le sue battaglie ripetitive e insistenti. Sempre attento ai diritti degli altri, mai ai suoi, da maestro di politica e antipolitica allo stesso tempo. Certamente, l’unico vero grande riformista che sia apparso sulla scena, come un politico a lui vicino ha riconosciuto. Con il rammarico che, ai tempi di Tangentopoli e con l’uscita di Bettino Craxi dalla scena, non abbia voluto accettare di assumere la guida del Psi. “Con lui a capo dell’area socialista - ha aggiunto il suo estimatore - la storia d’Italia sarebbe stata tutta diversa, anche se Pannella l’ha cambiata lo stesso in tanti altri modi”. Come sottoscrive anche l’ex presidente della Camera, Bertinotti, affermando: “Pannella ci ha resi tutti meno stupidi”. Non è riuscito tuttavia a vincere alcune battaglie importanti, che restano sempre aperte, come quella per una “giustizia giusta”, avviata con il “caso Tortora” e adesso, con l’assenza del carismatico leader radicale, tutto sarà più difficile. Non era semplice essere sempre d’accordo con l’uomo che amava la politica più di se stes- Marcello Martelli so, di cui si serviva per le sue battaglie civili, senza mai servirsene per fini personali. Tant’è che non aveva mai badato alla carriera. Né ai posti di sottosegretario o ministro, coerente com’era nel suo accanito antipartitismo. Da paladino dei più deboli che, con il suo carisma, sapeva parlare ai potenti. “Un grande uomo -ha telefonato a radio radicale un ammiratore in lacrime - che ha dato tanto, ricevendo poco. Che ha trasformato milioni di italiani in liberali e credenti a loro insaputa”. Marco Pannella, infatti, ha ricevuto poco dagli elettori (che non lo hanno mai votato abbastanza); dalle istituzioni (che non hanno mai preso in considerazione la nomina a senatore a vita); amato poco persino dalla sua città (dove è tornato per l’ultimo approdo), che solo a pochi giorni dalla morte gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Marco, da gentiluomo qual era, accettava tutto. Anche davanti ai potenti che lo andavano a trovare per l’ultimo saluto ha affermato la sua teramanità, parlando in dialetto e bevendo il caffè, fra una sigaretta e l’altra, con una tazzina di ceramica castellana cara a sua madre. Semplice fino all’ultimo nella sua grandezza. 11 Lo scherzo di Pannella Patrizia Lombardi C ’è un qualcosa che ricorda certe vecchie foto di famiglia scattate in un interno, nelle immagini che hanno fissato la consegna della chiave della città di Teramo a Marco Pannella, teramano eccellente e protagonista graffiante delle più belle battaglie civili. Una chiave per il riconoscimento più alto, la cittadinanza onoraria. Quella stessa chiave recapitata “a domicilio” il 13 maggio, pochi giorni prima della morte, nella casa romana del leader dei Radicali da una ristretta ma significativa delegazione cittadina: il sindaco Maurizio Brucchi con addosso la fascia tricolore accompagnato dal segretario Vinicio Ciarroni; un pezzo del cuore radicale teramano che batte con Vincenzo Di Nanna e Laura De Berardinis; l’onorevole Paolo Tancredi; l’amico Piero Chiarini di “Teramo Nostra”, la consigliera comunale di opposizione Maria Cristina Marroni. Scatti fotografici che hanno siglato, proprio come accade nel ritrovarsi delle famiglie, quell’affetto che riesce a saldare sempre, anche al di là di antiche e profonde incomprensioni, distinguo, differenze. Che, nel caso di Pannella e Teramo, per anni, avevano portato il nome 12 del Lotto zero. Il tempo poi ha spiegato e chiarito, restituendo un amore antico e reciproco, sin da quel novembre del 2011, quando alla Banca di Teramo si strinsero pubblicamente la mano il Radicale Marco Pannella e il Democristiano Antonio Tancredi. Marco che ha sempre amato la sua Teramo, il dialetto, le facce e i nomi familiari del vivere in provincia, il vissuto e anche il solo ricordalo. Marco che di Teramo è un figlio eccellente e a sua volta molto amato e un po’ dispiace che a dirglielo, quanto la città lo senta patrimonio di intelligenza ed energia, ci sia voluto così tanto tempo. La consegna della chiave che brilla nella custodia rossa avviene tra le tazzine e le mattonelle di Castelli, un ironico Tapiro d’oro, un barattolo di Coca Cola light e la scatola degli immancabili sigari sul tavolo. Là dove il vecchio leone, anzi solo il leone perché chi conosce l’arte del ruggito più nobile ruggirà per sempre giovane, è stato costretto da precarie condizioni di salute. E non è un caso se Pannella con i teramani che sono andati a trovarlo, ha ri- vendicato l’uso di quel dialetto che sentiva suo, quello dei Marco e dei Giacinto e di un casato tutto che ha attraversato la vita della città aprutina. L’allegria gli attraversa lo sguardo bambino: “Ssà chijv è fazz… e sacc’ pure chi l’ha fatt!” (Questa chiave è falsa e so anche chi l’ha fatta), scherza. A commuoverlo sono invece le parole che, dalla pergamena, gli legge il tesoriere del Partito Radicale, Maurizio Turco, le stesse che incidono un prezioso cammeo della vita di Marco. Intenso l’omaggio della consigliera Marroni passando per le parole che a Pannella dedicò nel ‘74 Pier Paolo Pasolini: «Nessuno dei rappresentanti del potere parlamentare (quindi sia del governo che dell’opposizione) sembra, neanche minimamente, disposto a “compromettersi” con Pannella e i suoi compagni. La volgarità del realismo politico sembra non poter trovare alcun punto di connessione col candore di Pannella, e quindi la possibilità di esorcizzare e inglobare il suo scandalo. Il disprezzo teologico lo circonda. Da una parte Berlinguer e il Cc del Pci; dall’altra i vecchi potenti democristiani. Quanto al Vaticano, è molto tempo ormai che lì i cattolici si sono dimenticati di essere cristiani». Roba autentica, suonata ancor più potente nei giorni dell’omaggio a Pannella sdoganato da Renzi e visitato dalle celebrità, in una lunga serie di selfie dalla quale non siamo sfuggiti nemmeno noi teramani. A Roma è stata celebrata una pagina bella della storia di tutta la politica che Marco, nel tempo, ha attraversato: da quella locale di piazza Orsini in cui era tornato per parlare un linguaggio alto a quella internazionale vissuta, come recita Wikipedia, da radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano. Ma anche una pagina bella per Teramo, in un momento delicato. Per tutto questo, e altro ancora, non può esserci che un “grazie, Marco”. E l’eco di un applauso infinito. R I S T O R A N T E Specialità Baccalà & Pesce A MONTORIO AL VOMANO TUTTI I GIORNI! Seguici su Facebook Ristorante “LU MMASCARONE” Piazzetta della Conserva, 12 - Montorio al Vomano (Te) Tel. 0861.591863 Mail: [email protected] CHIUSO IL LUNEDI 13 News Patrizia Lombardi Renzi firma il patto con l’Abruzzo S erve la tenacia abruzzese. «La stessa tenacia di cui ha bisogno il nostro Paese». Ha parlato così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il 17 maggio scorso all’Aquila per la firma del MasterPlan per l’Abruzzo: 77 interventi per 1,5 miliardi di euro. La sua è la terza volta in Abruzzo in nove mesi. Sul palco a incorniciare il tavolo della firma, i sindaci dell’Abruzzo, con il colpo d’occhio delle fasce tricolori. Al centro del palco dell’ Auditorium Renzo Piano, voluto per la città nel post-sisma, il tavolo con il premier, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso. Entrando Renzi ha rivolto un applauso ai sindaci. «Abbiamo messo molte risorse per voi, buon lavoro» ha detto 14 Masterplan. D’Alfonso incassa il placet su 1,5 miliardi di euro per 77 opere pubbliche prioritarie. Ecco tutti gli interventi teramani il premier parlando agli amministratori cui ha rivolto anche un lieve inchino. «Io mi metto a sinistra» ha poi detto con una battuta prima di sedersi al centro del tavolo. «Il Masterplan per l’Abruzzo mi piace molto, perché ci sono 77 progetti concreti. D’Alfonso ha utilizzato la sua tecnica da sindaco, insieme ai tanti sindaci. I progetti sono cantierabili e verificabili e quindi è un fatto molto positivo - ha affermato sottolineando che - i 15 patti per il Sud sono pronti» e il piano abruzzese ha una visione organica e «non è una lista della spesa». Tra i 77 interventi, la diga di Chiauci, al confine tra Abruzzo e Molise, da 40 anni in attesa di completamento. Poi, la banda larga, le piste ciclabili e “Abruzzo regione della vista”, 18 milioni per i dottorati di ricerca, 140milioni di euro per i depuratori a servizio dell’economia turistica. Tra le priorità anche l’ex manicomio di Teramo con 35 milioni di euro per fare in modo che diventi un attrattore culturale per l’Università e la città di Teramo. Così come per lo Zooprofilattico ed il nuovo Polo AgroBioServ che dovrebbe integrare UniTe e Izs. Poi 190 milioni di euro per la Fondo Valle Sangro e 85 per il quarto lotto della Teramo mare, da Mosciano fino a Giulianova/ News Cologna Spiaggia. E ancora: velocizzazione del collegamento ferroviario L’Aquila - Pescara; prima fase del progetto di velocizzazione linea ferroviaria Pescara - Roma: raddoppio della tratta Chieti-Pescara. Quindi L’Aquila, che Renzi ha visitato lo scorso 25 agosto annunciando proprio dal capoluogo abruzzese i Patti per il Sud, ma allora accolto da un corteo di contestatori. Stavolta atmosfera più tranquilla, anche se non sono mancati i presidi di lavoratori in protesta ed i fischi, con i sindacati ricevuti da De Vincenti. Proprio sulla città dell’Aquila scambio di battute benevole di Renzi nei confronti del sindaco Massimo Cialente: «Ho visto che Cialente e De Vincenti hanno discusso a lungo, quindi troveranno la soluzione». E poi: «Non entro nel merito dei progetti del MasterPlan altrimenti Cialente porta via altri soldi a De Vincenti: già fatto!». «La città che ti ospita è una città ferita che si è rimessa in cammino. Da quando ci sei tu - ha detto D’Alfonso al premier- abbiamo avuto una dotazione aggiuntiva di risorse economiche. Abbiamo 6 miliardi di euro e 92 gru in funzione». Infine i saluti e i ringraziamenti di D’Alfonso: «Sosterrò tutto il tuo processo di riforma. Grazie al tuo incoraggiamento oggi siamo qui». . Il discorso del premier. L’Italia negli ultimi anni ha visto la sua economia “crollare”, piegata dal “danno pazzesco” prodotto dal fiscal compact: «Spendevamo quaranta miliardi all’anno di investimenti, siamo passati a venti». Anche per questo, per ridare slancio alle regioni più sofferenti del Paese, Matteo Renzi spiega l’urgenza di firmare due nuovi Patti per il Sud. «Per porre fine, con progetti concreti, alla stagione dei fondi a pioggia, dei soldi europei non spesi e delle mance elettorali», promette il premier a L’Aquila. E rivendica un cambio di impostazione, nel giorno in cui festeggia l’accordo con l’Ue su nuovi margini di flessibilità: «Meno di quanto avrei voluto ma un riconoscimento al Paese». Sono sedici i “patti” che il governo sta firmando con Regioni e città metropolitane del Sud. Per l’Abruzzo, con il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, Renzi sigla un elenco di 77 interventi da circa 1,5 miliardi. Nello stesso giorno, per l’area di Bari con il sindaco Antonio Decaro c’è l’impegno per 230 milioni a 41 Comuni. Ma in compenso Renzi suggella la “pace” con Michele Emiliano, che aveva minacciato di dire no al patto per la Regione Puglia. «Impegni concreti e verificabili”, rivendica a più riprese Renzi. A L’Aquila lo accolgono i fischi di un gruppo di un centinaio di lavoratori delle aziende Brioni, Vesuvius e Globe Networks: il sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti si ferma a parlare con loro e si impegna a seguire le loro vertenze. Dentro l’auditorium del capoluogo abruzzese, il presidente del Consiglio si sofferma sui tre pilastri dell’azione del governo che hanno prodotto, rivendica, “risultati innegabili” e avviato una “fase meravigliosa” per il nostro Paese. “Dal 2014 abbiamo combattuto per la flessibilità in Europa, dopo l’errore del fiscal compact che ha piegato gli amministratori locali. Poi abbiamo detto basta alla paura dell’immigrazione, in un tempo in cui si sta affermando la paura e non il coraggio. Ora potremo fare cose importanti sulla cultura” e “tornare a formare classe dirigente partendo dal Sud”. Ma, sottolinea Renzi, “non servirà a niente se non riusciamo a riformare la cosa pubblica: è inutile fare discorsi se poi un imprenditore ci mette quattro anni ad aprire un’azienda”. Ai sindaci presenti in sala, ha lanciato un messaggio rassicurante: “Siamo sempre preoccupati quando si tratta di firmare, perché pensiamo: ‘chissà se questo è da Corte dei Conti’, ‘chissà cosa succede...’. La firma fa paura. Ma la firma è qualcosa di meraviglioso. Consente 15 News a ciascuno di noi di assumersi un pezzo di responsabilità». Il Masterplan teramano. «Oggi è una giornata storica per l’Abruzzo e per la provincia di Teramo. La firma del “Masterplan Abruzzo” da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sancito l’impegno del Governo ad investire risorse per oltre un miliardo e mezzo di euro in una serie di interventi per i prossimi anni che seguono una chiara strategia di crescita economica sociale e culturale della nostra regione ed in particolare per la nostra provincia». All’assessore regionale Dino Pepe, rappresentante teramano nell’esecutivo regionale, il compito di illustrare nel dettaglio gli interventi per la provincia di Teramo, sottolineando che “tutto questo conferma l’attenzione condivisa dalla Giunta Regionale per la provincia di Teramo e si traduce in una sinergia di interventi per valorizzare la ricchezza del suo territorio e la sua posizione strategica nella direttiva Nord-sud del versante adriatico e la sua grande vocazione turistica e produttiva. Ringrazio per la preziosa collaborazione il Capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale Sandro Mariani ed il Presidente della IV Commissione Politiche europee - Consigliere Regionale Luciano Monticelli”. Gli interventi programmati riguardano tutta la provincia: ad esempio “per la città di Teramo è prevista la realizzazione della funicolare che collegherà l’Università al centro (10 milioni di euro): l’ateneo teramano, inoltre, insieme all’Istituto Zooprofilattico, vedrà finanziato i nuovi laboratori del centro “Bioserv” (43 milioni); arriveranno risorse anche per la riqualificazione dell’ex manicomio (30 milioni) 16 e per il IV Lotto della Teramo-Mare. Importanti interventi riguarderanno l’ambiente e la depurazione delle acque con la realizzazione di nuovi impianti ed il potenziamento di quelli esistenti. Il porto di Roseto verrà ampliato e messo in sicurezza (1,7 milioni di euro) mentre 8 milioni di euro verranno investiti sulla struttura viaria della Val Fino. In Val Vibrata arriveranno investimenti per oltre 10 milioni di euro, nel dettaglio: “4.000.000,00 euro per interventi di valorizzazione e restauro della Fortezza di Civitella del Tronto, (la roccaforte borbonica è uno dei monumenti simbolo d’Abruzzo e conta circa 50 mila visitatori all’anno) e 300.000,00 euro per la Chiesa della Madonna della Carità di Ancarano. Inoltre – spiega l’Assessore - sono inclusi nel Masterplan 450.000,00 euro per interventi di manutenzione sul complesso monumentale di Santa Maria a Vico, a Sant’Omero. Nell’agenda del Governo Regionale sono inclusi anche 250.000,00 euro per il “Centro museale e culturale -Palazzo Comunale” di Tortoreto e 400.000,00 euro per il centro culturale polivalente di Nereto. “Altri 5 milioni – continua l’Assessore - saranno destinati alla realizzazione del nuovo depuratore di Tortoreto che servirà anche Giulianova ed altre risorse per il depuratore a servizio dei comuni di Corropoli, Alba, Colonnella e Martinsicuro, già in fase di realizzazione. A questi vanno ad aggiungersi interventi in tutta la provincia per l’installazione della fibra ottica, che permetterà collegamenti in banda ultra larga nelle aree industriali e grazie al Programma di Sviluppo Rurale, nelle aree interne. Ma il Masterplan guarda anche alla mobilità sostenibile, infatti - conferma Pepe - ulteriori investimenti nel biennio consentiranno il completamento definitivo della pista cicla- bile Bike To Coast lungo tutta la costa abruzzese che fanno il paio con il finanziamento di 1.350.000,00 euro già ottenuto dall’Unione di Comuni Val Vibrata per la realizzazione della pista ciclabile lungo le sponde del torrente. “La viabilità rimane al centro dell’agenda politica della Giunta Regionale: oltre ai 7.535.000,00 euro già trasferiti dalla Regione alla Provincia di Teramo per interventi su tutto il territorio provinciale. Nei 77 interventi previsti dal Masterplan massima attenzione, infine, è ne. Con la schietta pragmaticità stata riservata alle aree interne teramana, il sindaco ha puntato e montane. il premier davanti a D’Alfonso: «Dacci una mano per il teatro Teatro romano. Niente più romano». Il premier ha garantito fondi a pioggia. Niente più fondi il suo interessamento all’iter di senza motivo». Il premier Renzi riqualificazione. Al rientro dalla non ha fatto in tempo ad espri- kermesse aquilana, si è scatemere il concetto, che dalla pla- nata però una gara nella politica tea dei sindaci si è mosso il pri- teramana per prendersi i meriti mo cittadino di Teramo Maurizio del finanziamento del teatro otBrucchi, per chiedere una mano tenuti tramite l’interessamento sul finanziamento per il teatro del premier. Solo che i fondi che romano. Finanziamento bloc- non c’erano prima continuano a cato dal Ministro Franceschini non esserci. Visto che Renzi ha perché carente di progettazio- garantito impegno, non i fondi. 17 Si chiama screening e salva la vita ! Se hai dubbi, se vuoi informazioni, se vuoi cambiare l’appuntamento, se non hai ricevuto la lettera per l’esame, se vuoi saperne di più, chiama l’Help Desk tutti i giorni dal lunedì al sabato compreso, dalle ore 9.00 alle 17.00 n. 20 100 112006126 Gli esami sono GRATUITI Miglioriamo insieme la tua salute e i nostri s CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE DELLA ASL DI TERAMO PER L’ADESIONE AGLI SCREENING DI MAMMELLA, COLON, UTERO AUSL Teramo il meglio è nel tuo territorio colon mammella utero 50-69 anni 50-69 anni 25-64 anni 800-21 00 02 servizio gratuito o scrivi a [email protected] e abbattono servizi utero colon le liste di ATTESA utero colon seno seno utero colon Il fumetto È donna & THE GUINNES WORLD RECORD N Publiredazionale el mese di Giugno (1011-12 alla Villa Comunale e alla Pinacoteca Civica di Teramo, l’associazione “Teramo Heroes” ha in programma la realizzazione dell’evento: “Il Fumetto è donna”, con ospiti autrici ed autori internazionali di settore. In contemporanea, l’evento ospiterà il tentativo di aggiudicarsi un Guinness World Record. A misurarsi nella prova, l’autore-artista internazionale Carmine Di Giandomenico, nato, cresciuto e residente a Teramo, disegnatore per Sergio Bonelli Editore, Marvel Comics, DC Comics. La sfida: realizzare, in solitaria, una striscia a fumetto di n°56 Tavole, cm70x100, in 48 ore, che rappresenterà il finale del romanzo per Immagini “Oudeis”, firmato sempre da Carmine di Giandomenico; già edito in due volumi dalla casa editrice Saldapress. A termine della prova Guinness World Record, i dialoghi della trama saranno recitati dal giornalista Antonio D’Amore, con accompagnamento musicale realizzato dal Maestro internazionale Luca D’Alberto. Successivamente all’evento, su desidero dell’autore, l’intera opera sarà esposta gratuitamente al pubblico presso le sale ipogee di Piazza Garibaldi a Teramo, per un anno intero a scopo attrattivo turistico. Nei tre giorni dell’evento, nella Pinacoteca Civica, sita all’interno della Villa Comunale, sarà 20 possibile visitare: una mostra interamente dedicata a “Rodolfo Valentino” dal titolo “La Banda dei Valentino”(circa 100 illustrazioni realizzate da autori nazionali ed internazionali), una esposizione dello stilista Filippo Flocco dal titolo “I disegni dell’Eleganza”, un’ anteprima di tavole tratte dal volume “Viva Valentina!” edito dalla casa editrice BD che omaggia il personaggio immortale del maestro Guido Crepax. Ed infine, torna a Teramo, con un’esposizione di alcune sue opere, un’ eccellenza del nostro territorio! L’artista internazionale Adriano De Vincentiis dal titolo “Anime Prospettiche”. Sempre all’interno della Villa Comunale, sarà possibile partecipare alle sessioni disegni-incontri con ben oltre dieci autori nazionali ed internazionali: Sara Pichelli, Elena Casagrande, Barbara Baraldi, Lola Airaghi, Emiliano Mammucari, Alessio Fortunato, Giuseppe Palumbo, Adriano de Vincentiis, Alessandro Scacchia, Rossano Piccioni, Leo Colapietro, Walter Trono, Bruno Letizia e tanti altri che si stanno aggiungendo . Sempre all’interno della Villa si potrà soffermarsi a guardare scultori che realizzano dal vivo un’opera rappresentante una sirena. I bambini ed adulti potranno anche partecipare gratuitamente, ad incontri dedicati alla lettura dei libri illustrati; ammirare l’e- Publiredazionale sposizione del fumettista e illustratore Emiliano Mammucari “Guardami… sotto voce…” che arrederà una porzione della Villa stessa. Assistere alla sfilata di moda dello stilista Guido Iezzi, in arte “Sirdavid”. Ad ogni fine serata ci saranno i concerti musicali, con la possibilità (su prenotazione presso il Caffè des Artistes) di seguirli degustando una cena romantica sul lago. Venerdi 10 giugno suoneranno il gruppo emergente I Voragine. Sabato 11 giugno, suonerà per noi il maestro internazionale Paolo Di Sabatino che ci delizierà con le sue note di piano Jazz. Domenica 12 giugno, avremo ospite Giovanni Baglioni, figlio d’arte, è diventato con gli anni uno dei nomi più interessanti ed originali nel panorama della chitarra acustica solista contemporanea. Ovviamente vi saranno anche espositori per i collezionisti ed amanti del fumetto, dove poter reperire le opere degli autori ospiti per farseli autografare. Vi Aspettiamo dalle 16:00 del 10 giugno 2016 per passare insieme tre giorni indimenticabili. Su internet www.teramoheroes.it, è possibile seguire tutte le news sull’ evento. News Patrizia Lombardi L’isola pedonale alla teramana è senza senso D omenica di maggio a spasso in centro storico, con un’incredibile folla di cittadini in giro a riempire piazze, bar e negozi, tutti aperti. Niente autovetture in Ztl. Niente vasi, pilomat, catenelle, palle e cubi d’ogni foggia, ma solidi cippi in travertino ben piantati nel terreno a proteggere l’isola pedonale. Niente auto di residenti in sosta, visto che chi ne ha la possibilità parcheggia nelle corti interne dei palazzi, altrimenti negli ampi parcheggi ricavati nelle “zone di risulta”. Tutti a spasso in centro, insomma, senza doversi costantemente preoccupare di auto e scooter che sfrecciano e incalzano, lasciando liberi di circolare bambini, animali, mamme con passeggino, anziani, disabili. Gazebo tutti uguali per i bar (stessi colori e stesse dimensioni), dove dalle 18 scatta l’aperitivo con un incredibile movimento di giovani. 22 Pasticci da antologia in via Capuani: l’amministrazione scontenta tutti e crea una nuova categoria di “privilegiati” In un angolo il mercatino con furgoni, in un altro stand leggeri per la vendita di cibo di strada. Nessun problema, lamentela o difficoltà per i lavori di rifacimento della pavimentazione in centro (betonelle color ardesia chiara, semplici ed eleganti) nonostante gli scavi abbiano portato alla luce fondazioni di edifici in travertino bianco. Infine tutti i musei cittadini aperti, con agenti della Polizia Municipale appiedati e tanti turisti della domenica a godersi la città. Non è Teramo, ma Ascoli Piceno, in una qualsiasi domenica di maggio. Basta spostarsi di 40 chilometri da Teramo, poco più di 50 minuti di viaggio, per godersi appieno il bello di vivere in città senza gli annosi e mai risolti problemi del centro storico teramano. Mentre infatti ad Ascoli hanno capito da un decennio che mezzi a motore e qualità della vita non sono com- patibili in un centro storico, a Teramo è partita la “sperimentazione” dell’isola pedonale di via Capuani. Da lunedì 16 maggio la via della Ztl sarà un’isola pedonale pomeridiana a partire dalle 17. Mentre dalle 8 alle 17 nella via potranno liberamente circolare le auto di residenti, commercianti e dimoranti dotati di permesso d’accesso alla Ztl (circa 400) per spartirsi la bellezza di appena 15 stalli di sosta a tempo. Di tentativi simili ed ugualmente confusionari in un decennio l’amministrazione comunale ne ha messi a segno decine, tra rivoluzioni, sanatorie, soste a tempo, aperture durante le feste, con l’unico risultato di fare un passo avanti e due indietro. Il sindaco Maurizio Brucchi si è detto comunque fiducioso sul nuovo assetto di via Capuani. In contemporanea all’isola pedonale è stata attivata anche la sosta riservata ai residenti del quartiere News San Giorgio. Lunedì 16 maggio in via Capuani c’era la ditta installatrice, la Polizia Municipale, i funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune, l’assessore Marco Tancredi in bicicletta, e anche l’ex assessore al Traffico Giorgio Di Giovangiacomo, visto che si tratta pur sempre di una sua “creatura”. Poco prima delle 17 si è radunata una piccola folla di fronte alle fioriere appena riposizionate, per assistere al primo storico sollevamento del pilomat, l’oggetto misterioso installato assieme ai nuovi varchi elettronici nel dicembre del 2013 e rimasto accuratamente sotto terra per due anni e mezzo perché senza uno scopo. Il sollevamento monolitico, accompagnato da effetti speciali a led a luce rossa e colonna sonora fatta di cicalini d’allarme, ha sancito l’inizio ufficiale dell’isola pedonale di via Capuani. Per ora sarà dalle 17 alle 2 del mattino. Con l’ora solare (d’inverno) sarà invece fino a mezzanotte. Dalle 2 del mattino (o dalla mezzanotte fino alle 8 d’inverno) coloro che sono dotati di permesso d’accesso alla Ztl potranno anche accedere e sostare per 30 minuti nei quindici stalli riservati a circa 400 residenti del quartiere San Giorgio. Dalle 8 del mattino fino alle 17, stando ai cartelli, si potrà invece entrare in via Capuani col pilomat abbassato, ma non è prevista sosta. Durante la fase di isola pedonale dalle 17 alle 2 (per ora, visto che d’inverno il limite è mezzanotte), i residenti dotati di telecomando potranno anche entrare per casi di emergenza. Emergenza che invece garantisce l’accesso a tutti i mezzi delle forze dell’ordine e di soccorso dotati di sirena bitonale. Tutto troppo difficile? Certamente, e anche assurdo, illogico e senza senso alcuno, perfettamente in linea con la maggior parte dei provvedimenti in materia di traffico varati dall’amministrazione Brucchi per il centro storico. Il pasticciaccio di traffico e urbanistica fatto di cartelli enciclopedici, fasce orarie di libero accesso, fasce di chiusura, fasce di riapertura, telecomandi, fioriere, telecamere, permessi d’accesso, permessi di sosta, gazebo dei bar, sirene, ma anche sosta a tempo per i residenti e chi più ne ha più ne metta, è stato dunque servito. In una città perennemente indecisa se chiudere o meno il centro storico alle auto, l’amministrazione ha scelto l’ennesimo sistema “sperimentale”, destinato a fallire perché confuso già nelle intenzioni. Il problema infatti è capire cosa sia davvero la Ztl di Teramo. Un’idea misteriosa e capace di scontentare tutti. L’accensione del pilomat, nel tentativo di concicliare tre/quattro istanze inconciliabili (sosta per residenti, isola pedonale per il passeggio e la movida, parcheggio a tempo chiesto dai negozianti) sta producendo il caos che era facilmente prevedibile, perché frutto di una non scelta ettata dalla scarsa o confusa visione dell’amministrazione su cosa debba essere il centro storico. I vigili urbani per la prima settimana hanno comunque vigilato attentamente e spiegato agli automobilisti le nuove confusionarie misure istituite dal Comune. Ma non appena sono scomparsi i vigili e con la diffusione dei telecomandi, timidamente in via Capuani sono tornate a sostare le autovetture anche nel bel mezzo dell’isola pedonale. Con la discrezionalità di poter abbassare il pilomat affidata a coloro che detengono il telecomando (residenti e dimoranti, già dotati di permesso di accesso alla Ztl e permersso di sosta), qualche furbetto ha cominciato ad entrare e sostare sugli stalli col privilegio del telecomando. Come volevasi dimostrare. Peggio ancora sta andando per i commercianti della zona, soprattutto coloro che in via Capuani hanno un locale e che chiedevano una via per la movida: è bastata una settimana per comprendere che le nuove misure oltre a complicare la vita con il carico/scarico merci, hanno penalizzato ancor di più i commercianti che vivono fuori dal centro. Che non solo hanno un accesso limitato a Ztl e isola pedonale, ma hanno anche perso la possibilità di sostare laddove prima potevano. Ad esempio in via Irelli, trasformata in via per la sosta riservata, ma a metà (e anche lì con cartelli incomprensibili ai comuni mortali), mentre magari sono costretti a sorbirsi le auto che transitano e parcheggiano vicino ai locali proprio durante l’isola pedonale che avrebbe dovuto agevolare i loro affari. Il centro di Teramo si conferma insomma quello che è: né carne, né pesce. 23 News Pietro Colantoni Un’autostrada da Basciano fino a Roseto S edersi al tavolo per parlare del quarto lotto della Teramo Mare (per capire una volta per tutte se sarà o meno a pagamento) e ritrovarsi invece a discutere del progetto per un collegamento autostradale alternativo lungo la Val Vomano, tra A24 e A14, che andrà a rivoluzionare la viabilità provinciale e regionale, con tutta probabilità incidendo in maniera positiva sullo sviluppo socioeconomico della provincia di Teramo. È più o meno quanto accaduto al consigliere delegato alla viabilità della Provincia, Mauro Scarpantonio e al capo di gabinetto, Lunella Cerquoni, all’incontro di lavoro che si è svolto a Roma, nella sede della Regione, per discutere del progetto di messa in sicurezza delle autostrade A/24 e A/25; progetto presentato dalla società Strada dei Parchi che fa riferimento al gruppo abruzzese leader nelle costruzioni di infrastrutture Toto. La riunione, convocata dal 26 Toto propone un progetto alternativo alla Teramo Mare per collegare A24 e A14. Sarà a pagamento e correrà lungo il Vomano presidente Luciano D’Alfonso, è stata l’occasione per fare il punto sia sul 4° lotto della TeramoMare. Alla fine, si è scoperto però che di carne al fuoco in tema di viabilità ce n’era molta di più. Progetti ed idee alternative, in parte già emersi, ma mai in un quadro d’insieme. L’occasione è servita per prendere visione del progetto della “bretella veloce” tra la barriera autostradale di Basciano e il casello di Roseto sulla A14, lungo la Val Vomano, ipotizzata dalla società Strada dei Parchi per migliorare e velocizzare il collegamento fra Roma e la direttrice adriatica. IL PROGETTO. Si tratta di un’opera che rivoluzionerà la viabilità non solo nel teramano ma un po’ in tutto l’Abruzzo. Un collegamento che, dallo svincolo di Basciano prolungherà la A/24 fino al casello della A/14 di Roseto degli Abruzzi. Il percorso, secon- do le prime notizie che trapelano del progetto di massima, dovrebbe seguire il corso del fiume Vomano ma, a differenza della statale 150 che passa sulla sponda Nord del fiume, si svilupperà oltre la sponda Sud, attraversando i Comuni di Basciano, Penna Sant’Andrea, Cellino Attanasio, Atri e Roseto, fino a ricollegarsi alla Statale 150 all’altezza di contrada San Giovanni. Ovviamente si tratta ancora di un progetto embrionale ma, se dovesse andare in porto, si verrebbe a creare un nuovo e importantissimo asse viario in direzione Roma che collegherebbe in maniera più rapida la Capitale con la costa adriatica e con Pescara. Un’infrastruttura che potrebbe spostare i flussi di traffico autostradale dalla vallata del Tordino, contribuendo al potenziamento dell’intera Valle del Vomano e delle sue aree industriali. Uno svincolo sulla carta è previsto proprio in contrada Stampalone di Cellino, laddove dovrebbe sorgere il nuovo ponte sul Vomano di collegamento all’area industriale di Castelnuovo Vomano. La bretella potrebbe avere analogo impatto eanche sulla A25 Roma-Pescara, come alternativa Adriatico-Tirrenica al traffico commerciale che da Sud è diretto a Roma via Marsica/ Avezzano. Insomma, se realizzata, la bretella veloce potrebbe portare un grosso aumento del traffico veicolare lungo la vallata del Vomano, rendendola uno dei punti cardine del trasporto su gomma. Allo stesso tempo, lo svincolo di Roseto degli Abruzzi si trasformerebbe in uno snodo logistico di valenza nazionale. Almeno così la vede Strada dei Parchi, che sul progetto è disposta ad investire perché evidentemente convinta di averne un ritorno. PEDAGGI. Unico aspetto da considerare della nuova opera sarebbe il pedaggio che, a differenza della Teramo-Mare (che è una superstrada e non può essere trasformata in strada a pedaggio), sarebbe dovuto lungo tutto il percorso della Val Vomano. Esattamente come un normale tratto autostradale. Al momento, infatti, per chi arriva da Roma o L’Aquila il pagamento avviene alla barriera di Basciano e, per completare il resto del percorso fino ai caselli di Mosciano Sant’Angelo o Roseto degli Abruzzi, non è necessario mettere mano al portafogli perché si passa sulla viabilità ordinaria. La nuova “bretella” autostradale, invece, sarà totalmente a pagamento, come confermato dallo stesso delegato provinciale Scarpantonio. TERAMO MARE. Con questa ipotesi in atto non ci sarebbe nemmeno più ragione di discutere di Teramo Mare a pagamento. Come avvenuto di recente in Regione con l’ennesima polemica tra maggioranza e opposizione. Scarpantonio ha rassicurato: la Teramo Mare continuerà ad essere una strada a scorrimento veloce a doppia corsia, gratuita. Compreso il completamento del Quarto Lotto, da Mosciano fino a Giulianova/Roseto, inserito nel Masterplan, ma a quanto pare da riprogettare. «Abbiamo avuto la conferma che il quarto lotto della Teramo-mare sarà percorribile gratuitamente – ha affermato il consigliere delegato alla viabilità – la bretella da Basciano verso Roseto, invece, sarebbe soggetta al pedaggio autostradale. È una proposta di Strada dei Parchi che vaglieremo attentamente e proprio per avere la possibilità di un approfondimento abbiamo invitato i rappresentanti della società a venire a Teramo per una riunione che ci consentirà di valutare nel merito il progetto». L’occasione servirà per approfondire i dettagli della nuova opera e capire, ad esempio, se e dove saranno sistemati nuovi caselli autostradali e come sarà smistato il traffico verso Roseto (a pagamento) e quello verso Teramo e Giulianova (gratuito). I NODI. Bellissimo il progetto, funzionale l’idea. Anche se due domande al momento restano. La prima: il quarto lotto resterà comunque prioritario rispetto alla bretella? La seconda: la barriera autostradale di pagamento della A24 resterà a Basciano oppure sarà “anticipata” a Val Vomano? 27 APPENA TRE BANDIERE PER SETTE SORELLE L a costa teramana mantiene appena tre Bandiere blu su sette. Come per l’estate del 2015, con la differenza che dal club Fee esce Roseto e rientra Silvi. Lontani i tempi delle sette bandiere blu per le “sette sorelle” della costa teramana. Il mare d’Abruzzo nella stagione 2016 perde in totale altri tre vessilli, finendo a quota 6 (erano 8 nel 2015, 10 nel 2014 e ben 14 nel 2013) e tre località nella prestigiosa mappa che può fregiarsi del titolo capace di orientare nelle scelte delle vacanze. Va ricordato che il riconoscimento viene assegnato dalla Fondazione per l’educazione ambientale (Fee) Italia a quelle località che hanno superato gli esami, sia delle acque pulite che dei servizi turistici. La bandiera blu non ha nulla a che fare con la Comunità Europea, tantomeno con la pulizia delle acque di balneazione (che vengono invece monitorate dall’agenzia regionale Arta), ma più in generale nel mercato turistico è un indicatore utile per farsi un giudizio sulla qualità complessiva delle spiagge e dei servizi turistici offerti dalle località turistiche. Che richiedono il giudizio, basato su parametri standard e anche su questionari, autocertificazioni e controlli periodici. La situazione teramana. Silvi, dopo i problemi al confine Sud e la discarica in spiaggia bonificata, riagguanta la sua bandiera, come aveva promesso lo scorso anno il sindaco Francesco Comignani. Problemi invece per Roseto degli Abruzzi, che perde il suo vessillo anche a causa dei problemi degli scarichi a mare delle ultime stagioni. Già nel 2015 la bandiera blu sventolava infatti solo su parte del lungomare, ma per il 2016 sembra che la Fee abbia deciso di eliminare questo tipo di riconoscimenti “parizali”. Tortoreto si conferma invece bandiera blu per il 20° anno consecutivo e località regina della costa teramana (che da sola fa il 70% dell’indotto turistico regionale). Confermata anche la bandiera blu pinetese. Pineto è da tempo ormai località rinomata per il suo essere un gioiellino della costa teramana, con la sua bella pineta, il parco del Cerrano a Sud e nonostante i problemi degli anni passati con la foce del Vomano per Scerne a Nord. Niente da fare per Giulianova, dove la bandiera blu, anche “parziale” è diventata un caso politico, visto che l’am- ministrazione si era detta certa di poterla riconquistare. Ancora male Martinsicuro, che del turismo ambientale e sostenibile nel recente passato menava vanto, e anche per Alba Adriatica, che nonostante l’impegno dell’amministrazione per ripulire la foce del Vibrata, non raggiunge l’obiettivo. Giulianova, Roseto si consolano almeno con la bandiera verde dei pediatri per le spiagge a misura di bambino (assieme a Tortoreto, Pineto e Silvi) In regione. Perdite secche nel Chietino che da cinque bandiere passa a due: fuori Francavilla al Mare-Lido Alcyone e San Vito Chietino-Molo sud, Calata Turchino/Rocco Mancini. Ecco le bandiere blu nel dettaglio; Provincia di Teramo: Tortoreto-Spiaggia del Sole; SilviLungomare Centrale/Arenile sud; Pineto-Lungomare dei Pini/Pineta Catucci; Provincia di Chieti Fossacesia-Fossacesia Marina; Vasto-Punta Penna, Vignola; San Salvo-San Salvo Marina/zona Fosso Molino. I fiumi. Ancora una volta i nemici principali delle spiagge abruzzesi sono i fiumi e la carenza di impianti di depurazione. 29 Persone Dal Gran Sasso all’Etna in sella alla passione L’ impresa l’ha fatta già l’anno scorso. Quando è partito in bici per Riccione e invece è arrivato fino all’Expo di Milano in tre giorni. Quest’anno la piacevole sfida personale ha contagiato altri due amici, con una destinazione differente e un sapore da “iron man” o “ultraciclisti”: dal Gran Sasso all’Etna in quattro tappe. Duecentoquaranta chilometri al giorno “on the road”, senza assistenza tecnica, niente auto al seguito, per un percorso complessivo di circa 950 chilometri con 5mila metri di dislivello, attraverso l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia, via traghetto. Roberto Di Paolo, assieme ad Enzo Mancini e Luisito Di Battista, sono partiti il 26 aprile dal casello autostradale di Roseto degli Abruzzi, con la 30 L’impresa di tre ultraciclisti teramani partiti per sfidare se stessi in un’avventura avvincente: quattro tappe, 950 chilometri, nessun aiuto coda dell’ultima perturbazione invernale e sono arrivati a destinazione sul vulcano più alto d’Europa il 29 aprile. L’idea dell’avventura in bicicletta per raggiungere la Sicilia è nata dall’esperienza vissuta l’anno scorso da Roberto Di Paolo, molto conosciuto a Bellante, che vive la bicicletta come qualcosa di diverso dalla semplice fissazione per l’agonismo estremo. Un aspetto che in molti casi contagia anche il mondo amatoriale del bellissimo sport che è il ciclismo. Loro tre, gli “iron man”, più che all’aspetto agonistico hanno guardato invece all’esperienza personale e collettiva, al senso di sfida e di libertà che la bicicletta concede nel muoversi con calma lungo strade e paesaggi, permettendo per un attimo di trascurare la vita frenetica di ogni giorno. Senza contare il gusto di assaporare ed ammirare le bellezze della natura strada facendo. L’anno scorso Roberto si è recato in solitaria fino all’Expo di Milano in bicicletta con sole tre tappe, senza auto al seguito, percorrendo circa 600 chilometri. Letteralmente improvvisando, visto che l’obiettivo era Riccione. Quest’anno Roberto Di Paolo aveva in mente di ripetere l’impresa, stavolta verso la Sicilia, ma la sua avventura ha contagiato e coinvolto altri due amici che condividono la stessa passione per i pedali, Enzo Mancini e Luisito Di Battista. La pedalata con destinazione il Rifugio Sapienza alle pendici dell’Etna, 1900 metri sul livello del mare, è stata seguita giorno per giorno dal quotidiano “La Città” grazie a Persone smartphone e telefonini. «I miei amici mi hanno sbalordito per l’ottima prova - racconta Roberto Di Paolo, il più esperto dei tre -Sono partito con la febbre, ma sono stati loro, con i miei consigli, a trascinarmi e a darmi la forza nei momenti più difficili. È la prova che chiunque, con un po’ di allenamento e tanta buona volontà, può rendersi protagonista di imprese cicloturistiche long distance. Arrivati al rifugio, in noi si è fatta largo una soddisfazione enorme Grande stanchezza, pari alla soddisfazione di aver fatto l’impresa, fortunatamente senza inconvenienti tecnici. Solo chi va in bicicletta può percepire le emozioni di un’avventura fantastica e unica come questa. Nonostante fossimo stanchissimi per le tappe precedenti, siamo arrivati con il cuore fino alla sommità del vulcano. Sui social i nostri amici ci hanno incitato e sostenuto dalla partenza fino all’arrivo. Dicono che abbiamo aperto una nuova pagina del ciclotururismo, su come vivere la bicicletta coniugando sforzo sportivo e piacere del viaggio. In cuor nostro sentiamo di aver fatto la storia, la nostra storia». E visto che l’animo di chi affronta l’impresa non è mai domo, in cima al Vulcano i tre ultraciclisti non hanno avuto di meglio da fare che programmare le pressime “gite” della stagione 2016: un coast to coast tra Adriatico e Tirreno, e tanto per gradire, una bella ascesa al Passo dello Stelvio (2578), leggendaria “Cima Coppi” del Giro d’Italia. (nelle foto la partenza da Roseto e l’arrivo sull’Etna al rifugio Sapienza) 31 GRANDE SFIDA A VILLA PETTO PER IL PRIMO TORNEO DELLA RINASCITA U n mese di calcio amatoriale con sfide di altissimo livello, sana competizione agonistica e tanta voglia di stare assieme, a Villa Petto di Colledara, grazie all’attivissima Pro Loco presieduta da Luciano Di Filippo (nella foto). Per celebrare il primo anniversario dell’inaugurazione del nuovo impianto sportivo “La Rinascita” (con campo da gioco di calcetto in erba, un vero e proprio gioiellino realizzato dalla comunità locale con i fondi della Regione Abruzzo), all’inizio di maggio c’è stato il taglio del nastro del primo “Torneo di Calcio a 5 Villa Petto 2016”, un evento che andrà avanti nella varie fasi fino alla finalissima del 10 giugno. Nel luglio dello scorso anno, in occasione dell’inaugurazione della superficie di gioco, sul campetto si disputò il triangolare di calcio con le rappresentative dell’Unione dei Comuni del Gran Sasso, della Provincia di Teramo e dell’Unione delle Proloco teramane. Stavolta invece al Torneo di Villa Petto partecipano le rap- presentative sportive di imprese di costruzioni, aziende ed Enti pubblici. A sfidarsi sul rettangolo verde in un’accesa e sentita competizione sportiva ci sono nomi e marchi notissimi del panorama provinciale e re- gionale: la Iervelli Costruzioni Srl, la Savini Group, la Cioci Srl, la Plastica Vomano, la Fratelli Bucci, Porcinari Group, Polisini Group, la Is Metal, la Mar Appalti srl, la Di Filippo Costruzioni srl, la LG Restauri, la Ht Horizon Telecom, ma anche il Comune di Colledara ed una rappresentativa della Persone Provincia di Teramo. Con grande soddisfazione per l’organizzazione dell’evento, il presidente della Pro Loco Luciano Di Filippo ha voluto ringraziare “le aziende e le istituzioni che hanno deciso di prendere parte all’iniziativa sportiva. Ancora una volta lo sport dimostra di essere uno strumento importante, capace di creare momenti di svago, di aggregazione e di competizione, soprattutto quando la disputa è tra aziende che operano nello stesso settore, fianco a fianco con gli enti pubblici». Per lo più le squadre sono infatti composte da aziende con appartenenza a due diverse associazioni di settore, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili ANCE e l’Associazione Piccole e medie Imprese API. Una differenza che sul campo di gioco non pesa, ma che al contrario dà ulteriore “pepe” alla sfida. E anche una simpatica importanza alla piccola ma operosa comunità di Villa Petto, che fino al 10 giugno godrà di un valore aggiunto con tutti i riflettori puntati. 33 Persone Veronica Marcattili Adiconsum in prima linea con il Corecom S empre al servizio dei consumatori: con questo slogan si possono sintetizzare i risultati, lusinghieri al di là di ogni aspettativa, ottenuti in questi primi mesi del 2016 dall’Adiconsum Teramo, sempre più protagonista a tutela dei diritti dei cittadini. La conferma del successo crescente arriva direttamente dal presidente di Adiconsum provincia di Teramo Giuseppe Iodice, il quale si mostra visibilmente soddisfatto ed elogia l’attività professionale svolta dagli avvocati dislocati nelle sedi Cisl del territorio provinciale. «In questi primi mesi dell’anno 2016 – afferma Iodice - l’Adiconsum Teramo ha registrato una tangibile crescita di adesioni e di tesseramenti. Posso dire che quasi tutte le pratiche avviate a tutela dei consumatori vengono definite positiva- 34 Cresce il numero di assistiti dell’associazione di tutela del consumatore, soprattutto nel settore delle conciliazioni per la telefonia mente, determinando notevole giovamento per i cittadini, che a volte si rivolgono a noi quasi come ultima spiaggia in quanto non riescono ad ottenere risposte concrete ed adeguate tese alla risoluzione dei problemi. L’Adiconsum con il passare del tempo ha assunto il ruolo di punto di riferimento nel tessuto sociale e civile, divenendo punto di raccordo imprescindibile tra gli enti (intesi come società di gestione telefonica e di luce e gas, banche, etc.) ed i cittadini». Ovviamente i casi trattati toccano variegati ambiti della società e riguardano diverse problematiche che vanno ad incidere sul tessuto sociale. «Nel corso dell’ultimo semestre- continua Iodice - si è avuto un notevole incremento delle controversie con i gestori telefonici, sfociate nelle udienze di conciliazione presso il Corecom Abruzzo. In tale senso mi preme raccontare un caso, curato dall’avvocato Vincenzo Luca Salini che si occupa del territorio di Bisenti e della Valfino, alquanto singolare di un marito che stipulava con Telecom un nuovo contratto di abbonamento, ricevendo nuovo numero di telefono e della moglie che voleva recedere dal precedente contratto telefonico in essere, sempre con stesso gestore. L’operatore rassicurava la signora e le diceva che avrebbe provveduto egli stesso a trasmettere formalmente il modulo di disdetta al gestore. Ciò non avveniva e paradossalmente nell’ambito della medesima abitazione si registrava l’esistenza di due linee telefoniche diverse, con medesimo gestore, con i coniugi che addirittura si vedevano Persone recapitare due diverse fatturazioni. La problematica veniva portata dall’avvocato Salini dinanzi al Corecom Abruzzo e all’udienza di conciliazione il gestore dava atto dell’avvenuta cessazione del contratto, la cui disdetta non era stata resa operativa nonostante l’intenzione della signora, e stornava il totale delle somme non pagate dalla signora e annullava tutta la posizione debitoria in capo alla medesima. Per merito degli avvocati – conclude Iodice -, che ringrazio per il loro entusiasmo e per il loro lavoro, riusciamo ad assicurare la nostra presenza sul territorio provinciale: il nostro obiettivo è quello di soddisfare i cittadini e cerchiamo di operare sempre con serietà e competenza. Certo, ad oggi ci sono sedi che riescono ad intercettare più agevolmente i consumatori, ma sono convinto che con una capillare e costante informazione e con il passaparola tra i cittadini consumatori, che recandosi presso gli sportelli Adiconsum hanno risolto rapidamente le loro problematiche, in futuro tutte le sedi provinciali raggiungeranno alti standard in termini di risultati e di adesioni». 35 800210002, SI CHIAMA SCREENING E SALVA LA VITA S i chiama screening e salva la vita. Anche su Facebook e su Twitter, perché ogni canale di comunicazione è fondamentale per informare e ricevere informazioni preziose, per raggiungere e farsi raggiungere dalla popolazione, e soprattutto per contribuire ad abbattere le liste d’attesa. «Si chiama screening e salva la vita» è il motto attorno a cui è stato costruito l’help desk per gli screening della Asl di Teramo, dedicati a seno (50-69 anni), collo dell’utero (25-64 anni) e colon retto (50-69 anni). Il principio ispiratore del servizio della Asl è che la salute della popolazione non si raggiunge con le sole cure al momento della malattia. Ma soprattutto attraverso una campagna preventiva, pianificata, capillare e capace di adattarsi alle “emergenze” della campagna. Lo stare bene della popolazione è altro, ci insegnano gli screening: è scovare l’insorgenza delle malattie, del cancro, prima che da minaccia si trasformi in condanna e questo ha un valore sociale impagabile. Gli screening oggi, nella volontà della Regione Abruzzo, sono così importanti che sulla loro attività si consolida l’idea di sanità pubblica. E Teramo è all’avanguardia in questo nuovo sistema Servizi & Salute di Sanità pubblica. L’help desk, che ha la certificazione di qualità, è stato inventato e fortemente voluto dalla Asl di Teramo. C’è un numero verde: 800210002, a cui rivolgersi ogni giorno, dal lunedì al sabato compreso, dalle 9 alle 17. Al numero verde rispondono operatori formati sulle attività di screening. Oltre al numero verde da poco il servizio è stato implementato anche attraverso i principali social network, Facebook e Twitter, con il profilo “Screening Asl Teramo Numero Verde”. Agli operatori dell’help desk si può chiedere qualsiasi cosa: di spostare un appuntamento, di essere inseriti nelle liste, di avere spiegazioni da un medico. Gli operatori dell’help desk chiamano e danno appuntamenti per gli eventuali secondi livelli di screening. Gli operatori dell’help desk trovano le date per ogni tipo di esigenza, segnalano le farmacie in cui ritirare il kit per lo screening del colon retto, combinano le esigenze delle ostetriche con quelle delle donne chiamate a sottoporsi al Pap test e al Test Hpv. L’help desk si è presto trasformato nel raccordo tra la Asl e il territorio. ll numero verde riceve in media 30-35 telefonate al giorno, anche dalle altre province abruzzesi e dalle Marche. In molti chiedono di potere accedere agli screening a Teramo. L’help desk si è infatti rivelato un sistema di ascolto che piace molto alla popolazione. Quasi ogni giorno iriceve richieste e appunti che esulano dagli screening ma che comunque vengono segnalati alla direzione sanitaria della Asl di Teramo che elabora e fornisce un feedback capace di offrire risposte sanitarie sempre attraverso l’help desk. Gli operatori richiamano i cittadini e forniscono indicazioni. Questo rapporto che si instaura cambia rapidamente, nell’interlocutore, l’idea del “servizio pubblico: nessuno ti ascolta”. Inoltre gli operatori sollecitano i cittadini, contattano la popolazione (in media per trovare una persona ci vogliono dalle 2 alle 4 telefonate) per perfezionare l’anagrafica in possesso della Asl e rendere finalmente efficace ogni chiamata, sistemando anche per la Asl, contatto dopo contatto, i dati e i riferimenti dei cittadini. Gli operatori fanno opera di divulgazione, spiegando l’importanza degli screening, quanto è facile accedervi, come si fa a seguirli, come non siano invasivi gli esami, la loro gratuità, l’effetto positivo sulle liste d’attesa e sulla diffusione delle malattie, aiutando le persone a vivere meglio, senza paure e con la consapevolezza di tenere la propria salute sotto controllo. Oltre al servizio degli esami, viene offerto dunque anche il sostegno informativo e conoscitivo. Gli screening oggi, nella volontà della Regione Abruzzo, sono così importanti che sulla loro attività si consolida l’idea di sanità pubblica. 37 Cultura Simone Gambacorta L’Abruzzo si racconta in mille modi L uisa Gasbarri ha presentato il suo libro 101 perché sulla storia dell’Abruzzo che non puoi non sapere a Roseto, in piazza della Repubblica. Il volume (pp. 335, 12.90 euro) è pubblicato da Newton Compton e nasce sulla scia di 101 cose da fare in Abruzzo almeno una volta nella vita, anch’esso firmato dalla scrittrice per la casa editrice romana. Autrice del romanzo L’istinto innaturale, Luisa Gasbarri in questa intervista non dimentica Vines, Wines and other Crimes, la traduzione inglese dell’antologia noir Delitti DiVino, cui ha partecipato con un racconto di ambientazione abruzzese. Luisa Gasbarri ripercorre nel suo libro la storia della regione in 101 perché contare. L’Abruzzo si racconta in mille modi diversi: attraverso mito e folclore, arte e gastronomia, indomiti patrioti e donne fortissime, attraverso una natura favolosa, in parte ancora incontaminata… La caratteristica della regione è la sua rara versatilità: per esempio poco si riflette sulle notevoli differenze antropologiche tra le nostre province, o ancora sulla posizione strategica che l’Abruzzo rappresentò nei secoli. Sito a poca distanza da Roma, al centro dell’Italia, collante ideale tra il Nord e il Sud di una penisola estremamente combattiva e faziosa, era continuamente a rischio invasione, continuamente in guerra, attraversato dagli stranieri più diversi: longobardi, turchi, aragonesi, angioini, spagnoli, francesi, austriaci, tedeschi… Un contagio di etnie che produsse una cultura affascinante». Chi pensa che l’Abruzzo sia una terra che ha poco da dire è destinato a ricevere una clamorosa smentita dal tuo libro. Ma nelle tue pagine, più ancora che da dire, l’Abruzzo si rivela una terra che ha molto da raccontare... Come ti sei orientata per sele«Sì, hai scelto il termine giusto: rac- zionare le 101 voci fra le moltis- 38 sime che immagino avrai censito in una prima ricognizione? «Per spaziare dalla preistoria al postmoderno ho privilegiato l’equilibrio, armonizzando la grande storia, i personaggi che non potevano eludersi - come Cesare, Carlo Magno, Mazzini - con la microstoria silenziosa meno pubblicizzata, quella delle donne audaci, dei lavoratori misconosciuti, degli artisti irrequieti. Ho inseguito le loro tracce con serietà, evitando l’erudizione tediosa: non sono una storica o una giornalista, bensì una scrittrice. A guidarmi è sempre l’immaginazione, l’emozione del lettore, questo è il motivo per cui aggancio spesso la storia ai suoi luoghi, ai resti visibili e concreti del passato ancora presenti intorno. La memoria è nelle cose che ci circondano. Bisogna darle ascolto, oltre che voce». In questo ti è stato di qualche aiuto il tuo precedente Cultura volume, “101 cose da fare in Abruzzo almeno una volta nella vita”? «Quando ho concluso il precedente 101, nonostante le trecento pagine e più, rimanevano ancora tante cose da raccontare. Allora si è pensato di recuperarle e allargare il raggio d’investigazione stavolta in chiave più storica. Il successo di un libro non solo può invogliare alla realizzazione del successivo, ma l’entusiasmo dei suoi lettori può attivare un circuito interattivo di proficua riscoperta del territorio, che passa per tanti canali. Molte agenzie turistiche e perfino il Comune di Chieti hanno per esempio adottato il mio 101 come strumento per far conoscere a trecentosessanta gradi l’Abruzzo a turisti e stranieri. E sono contenta di averne fornito un’immagine rinnovata e più al passo coi tempi». I testi rivelano sempre un piglio molto narrativo, e una freschezza certamente sostenuta dalla tua attività di scrittrice. Che tipo di lavoro ha richiesto, in termini di scrittura, ciascun testo? «La sfida è presentare l’Abruzzo agli abruzzesi, che lo conoscono spesso assai bene, e al tempo stesso a tutti gli altri lettori, italiani e non. Vanno coniugate originalità, completezza, chiarezza. Bisogna compiere delle scelte, privilegiare alcune storie, determinati temi, perché tutto non si può raccontare, ma i dettagli che scegliamo di raccontare devono contenere in sé l’essenza di un mondo». Prima della scrittura c’è stata però la documentazione: sarà stato un impegno gigantesco, orientarsi tra libri e altre fonti... «I manuali alternativi pubblicati dalla Newton Compton hanno una gestazione piuttosto lunga infatti. Personalmente mi piace anche un po’ provocare il pubblico, mettere in discussione le sue certezze, per cui adoro ricevere ispirazione dai materiali più differenti, dalle fonti demonizzate, o marginali. Chi si volesse dunque divertire a sfogliare la bibliografia del 101 perché si accorgerà che accanto ai manuali degli storici insigni, la cui capacità di penetrazione critica anche nel Medioevo o nel Cinquecento sapeva essere arguta e lungimirante, ho tenuto conto di tanti libri non accademici, di tanti sguardi alternativi, si pensi a quello di Ivan Graziani rivolto alla città di Chieti, o a quello spurio di Sor Paolo che da secoli vigila irremovibile sulla città di Teramo». Quanto nuocciono, quanto agiscono da anestetici, quelle forme di sazietà che spesso traiamo da certe mitologie dette e ridette e da certe oleografie tramandate al punto da comporre un’aneddotica del sentito dire? «Ho sempre trovato decisamente riduttivo che si continuasse anche oggi ad associare a noi solo pecore e montagne, considerata la ricchezza storica che ci contraddistingue. Non è solo l’ignoranza ad alimentare gli stereotipi, purtroppo contribuisce parecchio la pigrizia. Gli stessi abruzzesi perciò si sorprendono di scoprire che le bellezze archeologiche dei nostri siti sono uniche al mondo, si meravigliano di verificare quanti guinness ci appartengano, si rammaricano di non aver cominciato a esplorare prima un territorio la cui flora e fauna sono speciali, la cui storia parla attraverso monasteri, obelischi, mosaici, stele votive, campi di battaglia, ricette nostrane, nascondigli, concerti, rocca- forti, castelli, romanze, battaglie sindacali… Per fortuna dall’anestesia con un po’ di buona volontà ci si risveglia. E oggi dobbiamo avere particolarmente a cuore il territorio intorno a noi: il turismo sarà una grande risorsa del futuro e dei nostri giovani, naturalmente se gestito con cura e opportunamente promosso». Nel mondo anglosassone la divulgazione non è una parolaccia, in Italia invece se ne parla spesso come se fosse qualcosa di secondario... «I grandi numeri creano sempre sospetto in un Paese tradizionalista. Divulgare una nuova idea delle cose può aiutare a cambiarle, quindi l’innovazione è spesso avvertita come un pericolo. Non avere il coraggio di cambiare è però uno dei sintomi peggiori della provincialità, il nostro incubo perenne. Noi italiani ci sentiamo sempre un po’ provinciali perché in fondo ci terrorizza essere alternativi e rivoluzionari davvero. Significherebbe rinunciare alla nostra consueta diplomazia». A proposito di Abruzzo e di mondo anglosassone, c’è un libro che è un’altra novità, “Vines, Wines and other Crimes: The Italian Taste for Short Crime Stories... «Sono molto contenta” di questa recente traduzione in inglese dell’antologia noir Delitti DiVino, una proposta che è piaciuta all’editoria americana. Nel libro compare il mio racconto Piccole inconfessabili vergogne, ambientato in Abruzzo. Il vino e il delitto hanno molto in comune. Entrambi possiedono infinite sfumature, entrambi tradiscono. E, per la gioia di noi scrittori, imprevedibilmente». 39 Cultura Simone Gambacorta Quando ci si mastica poco a poco C aterina Falconi scrive le sue storie come uno scoiattolo che si intrufola nel buio. Il buio dove le sue pagine - specie i racconti - vanno a ficcare il naso non è quello dell’orrore né quello del noir: è il buio delle cose che solitamente le persone cosiddette normali preferiscono tenere lontane dalla luce: faccende ad alta muschiosità psicologica e che spessissimo hanno a che fare con gli aggrovigliati incastri di liaison più o meno pericolose, clandestine e conflittuali. Il buio dove la Falconi scorrazza non è però moralisticamente colpevole o negativo, è il buio delle cose che per una ragione o per un’altra stanno ben chiuse in un cassetto (dall’amorazzo clandestino alla passione puramente erotica). In questo la sua è una narrativa che ir- 40 “Cattiva cucina e sesso catastrofico”, in libreria il nuovo romanzo della scrittrice Caterina Falconi ride qualsivoglia perbenismo e che non fa altro che raccontare il backstage dove si nasconde il lato b di millanta recite quotidiane con protagonisti impeccabili quando non consacrati al più inquietante e forzato lindore. Dello scoiattolo la scrittura della Falconi ha l’andamento agile e quell’apparente levità che nasconde invece un’assolu- ta padronanza di movimento. Può esserci anche molta ironia nelle sue pagine ed è un’ironia che scorre su una gamma vasta di tonalità, il che rende ancor più letali le sue storie per quanto riguarda il coccodè di bacchettonismi gagliardi, inappagabili appetiti giustizialisti (quello che non si fa e quello che si fa) e muscolarissime prontezze di giudizio (Hawthorne, La lettera scarlatta e via dicendo). Dopo un certo e sano silenzio (vedi astensione da presenzialismo compulsivo), con alle spalle due romanzi (Sulla breccia e Sotto falsa identità) e dopo tutta una serie di cose (ivi incluso lo smagliante Non avremmo mai dovuto. Le frasi che gli uomini sposati dicono alle amanti, scritto con la collega Francesca Bonafini), Caterina Falconi torna in Cultura questi giorni nelle librerie con Cattiva cucina e sesso catastrofico (Echos Edizioni, pp. 97, 10 euro), un romanzo breve presentato al Salone del Libro di Torino. Si tratta di un libro «comico-erotico» (così lo definisce l’autrice) dove tutto è giocato sul rapporto tra sesso e cibo. Che di mezzo ci sia il cibo lo si capisce già dai nomi dei protagonisti, Francesco Lauto (lauto come un pasto) e Teresa Mondina (come le mondine delle risaie). Ambedue scrittori, Francesco e Teresa sono programmaticamente dei non promessi sposi e diversamente da quanto accade con Renzo e Lucia (Mondina, Mondella) il loro idillio poggia su una complicità insolita, il cui senso sta anzitutto in due sensi: il gusto e l’udito. I due si danno infatti mensilmente convegno in un buen retiro, e la meccanica della cosa funziona seconda una regola da rispettarsi come un dogma narratologico: il primo che arriva nel pied-à-terre si mette ai fornelli a cucinare, il secondo si denuda e si stende sul letto. Il desnudo supino diventa poi un tavolo dove lo chef pone il cibo e lo mangia (ma provvedendo anche a imboccare il partner). Allo chef spetta lo ius di decidere come fare l’amore. Conclusa quindi l’operazione ammazzacaffè, i due si raccontano (udito) sia un aneddoto su un piatto che faceva decisamente schifo sia una storiella di perversione sessuale (ma nulla di cruento, violento o crudele). «Caterina Falconi, col suo modo leggero e scanzonato di raccontare - scrive Valerio Varesi nella prefazione - ci illustra un buon catalogo di perversioni, stranezze, eccentricità, devianze con un tono grottesco tale da farci contemporaneamente sorridere e riflettere». Verissimo. E del resto già dalle prime pagine (quelle che precedono la narrazione in sé, come in una nota sulle dramatis personae) si capisce quale sia il tenore generale del libro: «Se i matrimoni tra scrittori funzionano malissimo, non si può dire lo stesso dei loro amori clandestini. Lo scrittore maschio è notoriamente competitivo e narcisista. Autoreferenziale, vagamente paranoico. Una moglie che pubblichi più e meglio di lui, si trasforma subito nella peggiore rivale. Ma un’amante scrittrice, meglio se di piccola o media editoria, diventa una protetta, una pupilla, una stellina da rimirare nelle notti quiete. Per questo, forse, tra i regali che i due innamorati si scambiano sono annoverati caleidoscopi e binocoli. Francesco Lauto e Teresa Mondina sono amanti. Lui, romanziere della grande editoria, è troppo colto e sofisticato per essere uno scrittore commerciale. Lei è talentuosa ed eclettica, e pubblica con la piccola editoria di qualità». 41 Tomosin, NUOVO centro diagnostico per immagini N Publiredazionale asce una nuova struttura sanitaria al servizio della comunità teramana, e non solo. Finalmente dopo quasi un anno di impegno da parte del dottor Roberto Petrella (nella foto) , apre il tanto atteso “Centro diagnostico per immagini Tomosin”. Esso si chiamerà “Tomosin” centro diagnostico per immagini alla memoria di Pierluigi Mantini. La data di apertura è fissata per il 21 maggio ore 16 a Mosciano stazione, all’interno della struttura Blu Palace, realizzato dall’ingegner Vittorio Beccaceci. Perché Tomosin? Perché la parola deriva dall’apparecchio Tomosintesi. È una nuova tecnologia avanzatissima che studia il seno a strati a partire dai 25 anni. Perché Pierluigi Mantini? In memoria del figlio di un caro amico deceduto all’età di 14 anni per un tumore. In questo centro lavoreranno dodici figure mediche (ginecologo, internista, radiologo, endocrinologo, chirurgo, nutrizionista, fisioterapista, cardiologo, urologo, otorinolaringoiatra, oncologo ematologo, citologo). Doveroso precisare che l’utilizzo di apparecchiature all’avanguardia (eco color-doppler), dotate di nuove metodiche (software) che permettono di studiare tutti gli organi e, in modo esclusivo, la possibilità di eseguire, con le sonde volumetriche 4D, lo studio di endoscopia virtuale, che consente di andare ad indagare all’interno di vasi e cavità. Inoltre un’al- 42 tra nuova metodica esclusiva di questo strumento (MICROPURE) consentirà di rilevare micro-calcificazioni in tempo reale sulle parti molli (seno, tiroide ecc..). L’attrezzatura del centro permette inoltre di eseguire altri esami con tecnologia di ultima generazione, come la “elastosonografia”, che serve a studiare la densità del tessuto nei vari organi. Il dottor Petrella, proprietario del centro, lavora al Consultorio di Teramo e da 35 anni è al servizio delle donne del territorio. Tra gli altri specialisti, operanti nel nuovo centro di Mosciano Sant’Angelo, spiccano i nomi del dottor Bagatella, uno dei migliori otorinolaringoiatri d’Italia, proveniente da Ferrara; la dottoressa Petrella, oncologa pres- Publiredazionale so lo IEO di Milano; la dottoressa D’Alfonso, medico ecografista; il dottor Pandoli di Pescara; il fisioterapista Marcolongo da Verona e molti altri. La novità assoluta del Centro è che i pazienti otterranno una diagnosi d’equipe, e non dal singolo medico. Equipe composta anche da altre figure sanitarie, altamente specializzate, tra le quali: fisioterapista oncologico, infermiere oncologico, ostetrica oncologica e psicologo oncologico. Per quanto riguarda i servizi: il Centro Tomosin offrirà prevenzione primaria e diagnosi precoce dei tumori sulle persone a rischio, cura definitiva, senza recidiva, delle lesioni del collo dell’utero (in tutte le donne che presentano lesioni premaligne). La novità assoluta, unica in Abruzzo, è la riabilitazione del pavimento pelvico per l’incontinenza urinaria. Tra gli altri servizi saranno disponibili anche la “telemedicina oncologica”, che permetterà al paziente di essere collegato in remoto alla struttura e ai professionisti attraverso Skype, tutti i giorni, anche nel weekend; saranno disponibili anche delle agevolazioni per chi ha difficoltà economiche, con un finanziamento bancario, che permetterà di rateizzare i pagamenti senza interessi. Inoltre, per tutti i pazienti iscritti al centro, sarà disponibile un servizio di trasporto gratuito. L’obiettivo è quello di colpire il nemico, “il male del secolo”, sul nascere, fin dagli stadi iniziali. SCIENZA IN VALIGIA A BISENTI L a scienza continua il suo viaggio. Da altre regioni torna di nuovo in Abruzzo. Nello specifico a Bisenti. Sembra quasi un caso, ma la scienza si confronta con la piazza. Di nuovo con la piazza. L’agorà in greco. Il luogo in cui tutti prima o poi si incontrano. Reale o virtuale. E noi siamo contenti che la scienza condivida con la piazza la sua valenza. Un doppio appuntamento tra laboratorio e spettacolo in stile “taranta” per raccontare e narrare la scienza ai più. Il giorno 4 giugno alle 18 e alle 21.30. Ma insieme a “La Scienza in Valigia”, tanti appuntamenti in ordine sparso. Diversi tra loro per l’evento Coloriamoci Sopra. Un evento dell’associazione “Quasi Adatti”. Un urlo di coraggio di un’associazione che svolge attività culturali no-profit all’interno del territorio bisentino, quindi teramano. L’obiettivo è sempre quello di divertirsi con sacrificio, creando alternative positive alla vita da bar o se vogliamo al disagio sociale in cui La Scienza in Valigia Marco Santarelli K. purtroppo si vive. Il ‘’non porsi limiti’’, la forza del gruppo ed ovviamente le emozioni che questi ragazzi ricevono dalla creazione degli eventi rende sempre vogliosi di continuare a diffondere la rivoluzione culturale. Le istruzioni per il #confuso di questo mese sono: i ragazzi di Bisenti vi aspettano il 3 e 4 giugno. In piazza... Per domande e suggerire temi e interventi potete scrivere a: [email protected] 43 Luoghi Domenico Di Baldassarre A valle di Ronzano, sul pianoro presso il fiume Mavone e al cospetto del paretone del Gran Sasso, emerge il monastero di S. Maria di Ronzano. La chiesa si conserva in buone condizioni mentre del monastero non permangono resti murari e forse solamente lacerti di fondazioni presso l’attuale cimitero. Nella chiesa e nell’edificio vicino si rinvengono fregi di fattura altomedievale come un piedritto floreale, un animale fantastico e un piccolo fregio con intagli a quadrati risegati diagonalmente riproducente una transenna rimessa in opera nella chiesa di S. Giovanni ad Insulam ed è identico al blocco d’imposta della chiesa della SS. Annunziata di S. Omero. Solamente uno scavo archeologico potrebbe rintracciare un’eventuale presenza di un edificio più antico. Con l’avvento dei Normanni avviene una grande trasformazione del territorio e delle tipologie dei beni culturali. Con la ripresa della transumanza tornano i rapporti economici e 44 culturali con la Puglia. Dall’analisi delle murature della chiesa di S. Maria è possibile evidenziare una sola fase costruttiva in stile romanico con influenza pugliese a tre navate e a tre absidi racchiusi da una parete per creare spazi di sacrestia. La chiesa s’ispira a quella di S. Nicola di Bari soprattutto SANTA MARIA DI RONZANO nella configurazione planimetrica. Caratteristica della chiesa è la presenza di archi falcati di derivazione benedettina con alcuni a sesto acuto annuncianti il gotico imminente. Altra caratteristica, la presenza di pregevoli affreschi del 1181 nell’abside maggiore ove viene rappresentata la vita di Cristo in uno stile bizantineggiante ragionato con buona resa pittorica e alquanto fantasioso. Nella calotta troviamo il Cristo Pantocratore inserito in una mandorla mistica ottenuta sovrapponendo due cerchi rappresentanti il mondo materiale col mondo spirituale. Sotto la calotta si sovrappongono tre registri. Nel primo troviamo l’annunciazione ove tra la Madonna incoronata e l’Angelo spicca la ricca finestra che emana la luce divina e ai lati si riconoscono gli apostoli e gli evangelisti. Nel secondo registro troviamo la Natività, l’Adorazione dei magi, la Fuga in Egitto e la strage degli Innocenti. Nel terzo registro troviamo il Bacio di Giuda, Cristo dinanzi a Pilato, la Flagellazione, la Crocifissione, la richiesta del corpo di Cristo a Pilato, la Sepoltura e il Lamento delle pie donne. Interessante la raffigurazione nell’absidiola di sinistra di S. Nicola di Bari insieme a Norberto di Xanten il fondatore del movimento religioso dei Premostratensi. E veniamo a qualche documento. Alla base della calotta dell’abside esiste ancora un’iscrizione che c’informa che gli affreschi furono realizzati nel 1181 quando era preposto don Pietro Sestunico. Da una bolla emessa da papa Lucio III nel 1183 si evince che S. Maria di Ronzano, S. Giovanni ad Insulam e S. Salvatore di Fano a Corno dipendevano dall’abate di S. Quirico d’Antrodoco dell’ordine dei Premostratensi. Nello stesso anno un incendio distruggeva completamente l’annesso monastero. Nel 1309, 1324, e 1326 la chiesa di S. Maria, posta nella diocesi di Penne ed Atri, pagava la decima. La chiesa di S. Maria di Ronzano, per la qualità architettonica e per il ciclo di affreschi, rappresenta una delle mete turistiche più importanti della provincia di Teramo. Sono solo animali? TU CHIAMALE SE VUOI EMOZIONI L a presenza di un animale e la relazione con esso hanno diversi effetti positivi sul benessere psicofisico dell’uomo. Il veterinario Allen Schoen ne ha individuati quattordici tra cui: riduzione della pressione sanguigna, aumento dell’autostima nei bambini e adolescenti, aumento della percentuale di sopravvivenza post infartuale, miglioramento della qualità di vita negli anziani, sviluppo dell’intelligenza sociale e molti altri. I ricercatori dell’università della California hanno osservato una diminuzione del 24% dell’indice di ansietà di settantasei pazienti cardiopatici ai quali era stato richiesto di accarezzare un cane per dodici minuti. Hanno dimostrato così che il contatto con un cane apporta, per chi lo trova piacevole, un maggior benessere psicofisico. Storie analoghe di relazione tra specie diverse ribadiscono i risultati degli studi dei ricercatori della California. Le detenute del riformatorio femminile del Colorado, si prendono cura dei cani del canile che altrimenti sarebbero abbattuti, apportando in questo modo benefici e gratificazione non solo alle detenute, ma anche ai cani e Francesca Alcinii Io sono Lella, una Springer Spaniel di 3 anni. Sono in Canile dal mese di ottobre del 2015. Alcune volontarie mi hanno trovata sul bordo della strada nei pressi di Teramo. Ero magrissima e sporca. Da giorni non mangiavo e non riuscivo nemmeno a tenermi sulle mie zampe. Poi piano piano in canile, con tutta l’attenzione che ho ricevuto, ho ripreso peso. Poi ho iniziato a camminare, poi a correre. Mi hanno vaccinata, chippata e sterilizzata. Il mio sogno? Trovare una casa con tanto amore e poi correre come il vento. Sono molto dolce e affettuosa, ma correre è veramente la mia passione. Info al 347 2499793 allo staff del carcere. Sempre più studi lo affermano: l’uomo ha bisogno degli animali. Non solo ci apportano dei benefici psicofisici, ma ci salvano persino la vita, com’è accaduto ad un gruppo di bagnanti della Nuova Zelanda. Questi riuscirono a fuggire da un grande squalo bianco grazie ad un branco di delfini che li radunò nuotando in cerchio attorno a loro e li allontanò dallo squalo scortandoli fino a trarli in salvo. La condivisione delle stesse emozioni, probabilmente, è ciò che muove l’interazione tra specie diverse che non comunicano con il medesimo linguaggio. Condividendo le stesse emozioni e comunicando attraverso i sentimenti, si riescono a stringere legami profondi e duraturi con altri esseri viventi. Le emozioni, quindi, oltre ad essere il mezzo di comunicazione più efficace, sono dei catalizzatori che regolano le interazioni sociali. L’uomo, forse, non riuscirà mai ad attribuire la giusta importanza che gli animali hanno verso l’umanità, ma personalmente credo che mentre l’uomo ha bisogno di loro, molti animali vivrebbero molto meglio senza l’uomo. [email protected] 45 40 Numero 40 - NUOVA SERIE Maggio 2016 diritto di Q replica uesta lettera la scrivo non solo come commerciante, come cittadino, ma anche come curioso, come uno studente di vent’anni ; ma si è mai vista una città il cui quartiere appena delimitato impedisce il parcheggio dei cittadini cui è riservato, escludendo anche tutti gli altri? Chi abita o lavora fuori dal quartiere San Giorgio fa parte di una Teramo meno nobile? Con meno diritti? Oppure questa è una prova utopistica per chiudere tutto il centro? A proposito di utopia, nelle aule di architettura l’ho studiata l’utopia, la moderna Vienna proviene da quelle ricerche, ma fondate e funzionali, incentrate sul benessere delle persone, proprio perché pensate da e per loro. Invece a Teramo penalizziamo chi lavora, chi ha più di due auto, chiudendo le persone in un’interminabile trafila, costringendole ad elemosinare parcheggi lontanissimi, o meglio, costringendo implicitamente a pagare per un posto auto (che sono comunque lontani, eh). I permessi addirittura sono validi per due auto e fino alle ore 20 (h24 per i residenti). Signor sindaco, ma lei interromperebbe mai una riunione comunale o una conferenza stampa con la scusa di dover uscire a cercare parcheggio? No, vero? E perché un barista dovrebbe farlo quando a quell’ora si ha l’attività piena? Perché qualcuno che non abita in centro, ma magari viene da fuori o anche semplicemente da San Nicolò, deve avere voglia di ritornare a casa? La città è di tutti, e non di alcuni, abbiamo tutti gli stessi doveri, le stesse tasse e quindi anche gli stessi diritti. Invece chi abita dal lato del ‘’genio civile’’ ha i posti auto per mezz’ora mentre il lato dirimpettaio della stessa strada ha posti auto riservati. Non le ricorda un po’ il muro di Berlino? Sa, anche quella fu un’idea fallimentare. Per questo motivo un giorno (e potrei continuare per due giorni se dovessi soffermarmi sui risentimenti per determinate scelte e disservizi) le chiedo di passeggiare per la sua città, per la nostra città, come un cittadino senza privilegi, pechè noi non ne abbiamo, e sicuramente si renderà conto che le idee messe in pratica sono un po’ diverse. La prego, ascolti di più i suoi cittadini e chi cerca di lavorare e vivere tra le vie di Teramo, perché la città, a conti fatti, siamo noi che la viviamo ogni giorno. Se gira per Lisbona, Amsterdam, ma anche Firenze o Verona, vedrebbe una realtà messa in pratica con lo scopo di invitare le persone in centro, e non il contrario, se vuole la accompagno in giro per queste realtà a nome di tutti i teramani, non perché lo merito più di loro, ma perché sono stanco di stare zitto e ci metto la mia faccia ed mio il nome su queste parole. Manuel Ciardelli, osteria “L’Assenzio” - Teramo 46 DIRETTORE RESPONSABILE Alessandro Misson Registrazione al Tribunale di Teramo n. 656 del 04/04/2012 REDAZIONE Piazza Martiri della Libertà, 7 - Teramo tel. 0861.246063 fax 0861.1867201 [email protected] PROGETTO GRAFICO ccdstudio.eu STAMPA Fast Edit Srl via Gramsci, 13 Acquaviva Picena (AP) DISTRIBUZIONE Alfa Recapiti viale Cavour, 87/A Teramo DIFFUSIONE - 18.000 copie EDITORE New Editor srl Piazza Martiri della Libertà, 7 - Teramo tel. 0861.246063 fax 0861.1867201 [email protected] Presidente: Raffaele Falone Vicepresidente: Pasqualino Marano Consigliere: Vincenzo Tini D’Ignazio PUBBLICITÀ tel. 0861.246063 fax 0861.1867201