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Katzeye, per vederci chiaro

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Katzeye, per vederci chiaro
Katzeye, per vederci chiaro
Nell'era dell'autofocus dotarsi di uno schermo di messa a fuoco vecchio stile, con tanto di stigmometro ad immagine spezzata
e corona di microprismi, può sembrare quanto meno folcloristico, ma proprio per la possibilità dei corpi Nikon di utilizzare le
classiche ottiche Nikkor manual focus, può trasformarsi in un prezioso ed insostituibile aiuto per il fotografo esigente
A cura di Valerio Pardi
Maggio 2007
Katzeye, per vederci chiaro
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INTRODUZIONE
Nikon ha sempre aiutato i fotografi con sistemi di messa a fuoco precisi ed affidabili, essenziali per poter raggiungere i
risultati voluti con facilità e precisione. Già dalla prima reflex prodotta nel lontano 1959, Nikon ha reso disponibili una
serie di vetrini di messa a fuoco studiati appositamente per offrire le migliori prestazioni in questo senso. Ai tempi,
ovviamente, non esistevano ancor sistemi automatici di messa a fuoco e tutto veniva fatto scrupolosamente a mano,
seguendo le indicazioni che l'occhio del fotografo poteva percepire traguardando attraverso l'oculare della fotocamera.
Era quindi essenziale poter contare su un vetro di messa a fuoco quanto più specifico possibile per la situazione di
ripresa in cui ci si trovava.
La Nikon F, al momento del lancio sul mercato, disponeva già di 15 diversi schermi di messa a fuoco, ognuno
studiato per offrire le migliori prestazioni in determinate circostanze. C'erano i modelli A, J e B indicati un po' per tutte
le circostanze di ripresa, una sorta di schermo universale, poi c'erano quelli studiati per l'utilizzo con i teleobiettivi
come i modelli D e C ed infine quelli ottimizzati per gli obiettivi luminosi e per le scene meno illuminate come la
gamma dei modelli H (H1, H2, H3 e H4). Ogni schermo di messa a fuoco aveva specifiche tecniche che lo rendeva più
o meno idoneo per certi impieghi.
In pratica erano comunque sempre tre gli aspetti principali che potevano variare da modello a modello: il tipo di
smerigliatura, la presenza di uno stigmometro ad immagine spezzata e una serie di microprismi. La combinazione
mirata di questi tre elementi permetteva di specializzare uno schermo di messa a fuoco per uno specifico campo
d'impiego.
Le reflex successive ampliarono ancor di più il numero di schermi di messa a fuoco che rimasero disponibili anche per
le reflex non strettamente professionali, come ad esempio, la serie FM e FE anche se in numero minore (da 2 a 3
modelli). A fine anni ‘80 arrivò l'autofocus, e le cose iniziarono a cambiare.
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Nikon ha sempre fornito un valido aiuto ai fotografi per quanto concerne la messa a fuoco.
Già dalla prima reflex, la celebre Nikon F del 1959, l'azienda giapponese
oltre a consentire l'intercambiabilità dei mirini, consentiva anche la sostituzione
dello schermo di messa a fuoco tra 15 modelli diversi
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La tabella presente nelle istruzioni originali della Nikon F permetteva di scegliere
lo schermo di messa a fuoco più adatto per ogni obiettivo.
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L’ERA MODERNA
Oggi il fotografo è praticamente dispensato dal dover controllare nel mirino la messa a fuoco; infatti i sistemi di messa
a fuoco delle reflex attuali, anche i modelli entry level, sono talmente evoluti e perfezionati da offrire prestazioni
mediamente migliori di quanto può fare un fotografo anche esperto. Velocità e precisione sono infatti due aspetti
che le nuove reflex ci hanno abituati.
Nikon a così iniziato ad ottimizzare i propri schermi di messa a fuoco affinché siano più gradevoli da utilizzare,
aumentandone di molto la luminosità ed eliminando la fastidiosa granulosità della smerigliatura avvertibile nei
modelli di qualche anno fa.
Se da un lato questa scelta ha permesso al fotografo di concentrarsi meglio sull'inquadratura, delegando al sistema AF,
la noia della corretta messa a fuoco, ha però complicato un poco le cose quando si vuole mettere a fuoco
manualmente, utilizzando le vecchie ottiche Nikkor manual focus. Ovviamente questo è un caso limite, ma chi ha
provato a farlo, ha lamentato un certa difficoltà nella percezione immediata delle zone di fuoco e fuori fuoco, rendendo
così l'azione di messa a fuoco più complessa da realizzare. Lo schermo è infatti molto luminoso ma oltre a non esserci
ausili particolari per aiutare la ricerca del fuoco corretto (gli schermi attuali dispongono solamente di una smerigliatura
uniforme), può frenare i fotografi che hanno qualche limite fisico nella qualità della propria vista.
Chi possiede dieci decimi dall'occhio che utilizza per inquadrare non incontrerà particolarità difficoltà nella messa a
fuoco manuale anche con lo schermo standard, ma per tutti coloro che non hanno la fortuna di avere una vista tanto
perfetta, ecco che la possibilità di avere qualche valido ausilio alla messa a fuoco può consentire un utilizzo
maggiormente proficuo anche in questa particolare condizione, decisamente poco standard, di utilizzo di una moderna
reflex digitale.
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Gli schermi di messa a fuoco negli anni.
Da sinistra a destra: un modello per le Nikon F e F2, uno per le reflex
della serie FE/FM/FA ed infine il modello Katzeye per la Nikon D200
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ARRIVA IL KATZEYE
Katzeye è un'azienda americana specializzata nella produzione di vetrini di messa a fuoco per le fotocamere reflex
digitali. La particolarità dei prodotti Katzeye è quella di essere compatibili anche con fotocamere che, inizialmente,
non offrivano la possibilità di sostituire lo schermo di messa a fuoco. La produzione attuale dell'azienda comprende
modelli disponibili per l'intera gamma delle reflex digitali Nikon, con l'unica esclusione del primo modello D1 e le sue
dirette evoluzioni D1H e D1X.
Dal modello entry level Nikon D40 alla reflex ammiraglia D2X, possono dotarsi di uno schermo di messa a fuoco
appositamente studiato per facilitare l'operazione di focheggiatura manuale.
I modelli di schermi Katzeye disponibili per le reflex digitali Nikon
D40/D40X
D50
D70/D70S
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D80
D2H/D2Hs
D100
D2X/D2Xs
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D200
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COSA CAMBIA
I moderni schermi di messa a fuoco montati nelle reflex digitali mostrano livelli di luminosità molto elevati per
facilitare la visione anche quando si impiegano zoom dalla luminosità non esasperata. Tuttavia tali livelli di trasparenza
sono stati raggiunti sacrificando la percezione tra zone a fuoco e fuori fuoco, che nelle reflex autofocus non è più così
marcata come nelle precedenti reflex sprovviste di sistemi di messa a fuoco automatizzati.
Questa scelta, non solo ha permesso di rendere più fruibile la reflex, ma non ha portato a nessun inconveniente di
sorta poiché i sistemi autofocus di cui sono dotate le reflex moderne sono talmente precisi e veloci da non farne sentire
il bisogno di esclusione in nessun caso. Tuttavia, in alcuni campi specifici o per sfruttare vecchie ottiche AI manuale
focus o, ancora, per avere un maggior controllo sulla realizzazione di ogni scatto, può essere d'aiuto un sistema di
visualizzazione delle immagini nel mirino che porti qualche vantaggio nella messa a fuoco manuale.
Qui entra in gioco Katzeye con i propri prodotti. Si tratta di accessori progettati e sviluppati per sostituire alla
perfezione il pezzo originale, introducendo però alcuni benefici in questi specifici campi d'applicazione. La luminosità
generale dello schermo è leggermente inferiore a quella, per esempio, del vetrino originale della Nikon D200, ma il
fotografo si avvantaggia di una più facile percezione tra zone a fuoco e fuori fuoco. Inoltre, nell'area centrale, uno
stigmometro ad immagine spezzata e una corona di microprismi aiutano ulteriormente il fotografo nella messa a fuoco
manuale; esattamente come si era soliti fare una decina di anni fa.
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Lo schermo di messa a fuoco Katzeye viene inviato in una busta sigillata a prova di polvere
Sul retro della confezione ci sono alcune avvertenze su come manipolare
lo schermo e sulla procedura di installazione
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Sul sito del produttore è possibile
recuperare sia le istruzioni di
installazione in formato Pdf, sia
verificare la presenza di nuove
versioni
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COME FUNZIONA
Attualmente i prodotti Katzeye non sono ancora disponibili nei negozi italiani, ma è possibile ordinarne uno
direttamente dagli USA. Il sito del produttore offre tutti gli aiuti possibili per la scelta e l'acquisto del prodotto più
indicato alle proprie esigenze.
Come abbiamo già visto, l'azienda americana produce modelli compatibili con tutte le attuali reflex digitali Nikon,
con esclusione solo della vecchia serie D1. Per ogni modello viene inoltre indicata la possibilità di aggiungere
caratteristiche aggiuntive come il trattamento OptiBrite che aumenta la luminosità dello schermo di messa a fuoco
o la stampigliatura di griglie particolari sull'area dello schermo per facilitare l'inquadratura.
Sono disponibili 9 differenti versioni, con le indicazioni per la "regola dei terzi" o le classiche indicazioni utili per la
foto d'architettura. Ovviamente, per le reflex come La Nikon D200, rimane possibile continuare ad utilizzare la
griglia disponibile attivandola dal menù della fotocamera.
Ogni schermo di messa a fuoco si può personalizzare con una griglia specifica:
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Panorama 2,35:1
Regola dei terzi, ideale per
la composizione
Reticolo quadrato
Panorama 2,35:1
Griglia per archietettura
High Speed Crop
(solo per D2X/D2Xs)
Griglia a croce
Linee di riferimento per la stampa
formato 5x7 pollici
Linee di riferimento per la stampa
formato 8x10 pollici
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Ogni schermo inoltre può essere personalizzato con un trattamento ad alta luminosità definito OptiBrite e con
una speciale tecnologia definita "Plus" che limita l'effetto di oscuramento dello stigmometro ad immagine spezzata e
dei microprismi anche con aperture piuttosto chiuse. Lo schermo per la Nikon D200 viene fornito solo in quest'ultima
variante.
Spedizione
Katzeye propone due diverse possibilità di spedizione internazionale basate sul servizio di posta nazionale e
tramite corriere. Nel primo caso la spedizione viene indicata come "Global Express Mail" e ha un costo
approssimativo compreso tra i 15 e i 30 dollari americani in base alla destinazione. Nel caso specifico dell'Italia
occorrono circa 25 dollari. Il tempo stimato per la spedizione è di circa 6 giorni lavorativi e nel prezzo è compresa
un'assicurazione fino a 100 dollari. Ovviamente ai giorni effettivi per raggiungere la destinazione occorre aggiungere i
tempi tecnici per lo sdoganamento, una volta che il pacco raggiunge l'Italia, e questo può portare l'aggiunta di altri
giorni d'attesa.
Un'alternativa più veloce è offerta dalla spedizione tramite corriere FedEx, più costosa, circa 35 dollari, ma anche
più efficiente, in quanto è il corriere stesso ad occuparsi delle procedure di sdoganamento una volta che il pacco
raggiunge l'Italia; procedura invece riservata agli impiegati statali nel caso si opti per la spedizione "Global Express
Mail". In entrambi i casi occorrerà pagare al corriere la somma necessaria alle procedure di sdoganamento e l'Iva.
Con l'attuale cambio Euro/Dollaro estremamente favorevole, la cifra complessiva che si andrà a pagare è
paragonabile alla cifra iniziale espressa nella moneta del paese d'origine, ovvero se il prezzo da pagare per l'acquisto
e la spedizione del vetrino di messa a fuoco è pari a 130 dollari, la cifra totale, una volta sdoganato il pacco arrivato
nel nostro Paese, sarà approssimativamente di 130 euro.
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"Global Express Mail"
4-6 giorni lavorativi + tempi tecnici
per lo sdoganamento
prezzo di circa 25 dollari
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FedEx International
Circa 4 giorni
Prezzo di circa 35 dollari
Katzeye, una volta spedito il pacco, manda via mail un codice con cui monitorare, via Internet, la
spedizione. Da qualche mese, a causa della crescente richiesta di tali accessori, la produzione di vetrini di
messa a fuoco ha subito dei ritardi e la disponibilità di un vetrino di messa a fuoco avviene dopo circa 3-4
settimane dall'ordine, a cui si sommano i tempi per la spedizione. Lo schermo infatti viene prodotto solo al
momento dell'ordine.
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IL MONTAGGIO
Arrivato il pacco con il prezioso contenuto, non resta che
montarlo sulla fotocamera. A qualcuno potrà sembrare
complesso dover mettere mano alla propria reflex, ma
assicuro fin da ora che la procedura è di estrema
semplicità, almeno per il modello Nikon D200 che ho
testato. Tuttavia, se qualcuno non se la sentisse di farlo lo
stesso, Katzeye offre un servizio di montaggio per 50
dollari aggiuntivi, più il costo della spedizione della
fotocamera. Questo servizio comprende, oltre il
montaggio, anche l'allineamento del vetrino di messa a
fuoco con i riferimenti nel mirino, il controllo della
calibrazione della messa a fuoco manuale e la completa
pulizia del box specchio e dell'area dello schermo di messa
a fuoco. Non viene invece pulito il sensore, il pentaprisma
o modificata la calibrazione del sistema di messa a fuoco
automatica.
In caso di scelta del servizio di montaggio in contemporanea con l'ordine di uno schermo di messa a fuoco, Katzeye
offre uno sconto sul totale pari al 5%, calcolato automaticamente al momento del checkout. Nel caso si proceda da
soli, invece, Katzeye, al momento dell'acquisto, invia per mail un link da cui scaricare un documento in formato Pdf
con le indicazioni e i passaggi da eseguire per un corretto montaggio dello schermo.
La procedura è semplice e richiede solo un minimo di attenzione e di delicatezza durante le fasi clou dell'operazione.
Le istruzioni guidano passo passo fino al termine del montaggio, spiegano chiaramente le procedure da compiere.
L'operazione richiede all'incirca 15 minuti, che possono anche dimezzarsi se si prende la mano con i vari passaggi.
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Si parte con la fotocamera senza obiettivo.
Non è necessario rimuovere la batteria ma può essere consigliabile:
in questo modo si evita di accendere la fotocamera accidentalmente
e far scattare l'otturatore, con conseguente
danno per lo specchio nel caso si stia lavorando in prossimità
dello schermo di messa a fuoco. Occorre disporre di un ambiente ben
illuminato e un po' di pazienza. Non sono richieste abilità particolari.
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Gli strumenti utilizzati per il montaggio sono:
una pinzetta, un cacciavite e uno stuzzicadente
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La prima procedura risiede nell'individuare lo sblocco del telaio che tiene
nella sua sede lo schermo di messa a fuoco. Per iniziare può essere
indicato prendere confidenza con lo stuzzicadenti di legno, più delicato
rispetto alla lama del cacciavite in metallo.
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Lo sblocco è di facile individuazione nella fessura lasciata
dalle spugnette del box specchio
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Per sganciare il telaio occorre uno strumento più robusto dello stuzzicadenti:
un cacciavite o una punta di biro metallica sottile può andare bene
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Lo sgancio si effettua turando verso l'esterno e successivamente verso
il basso la parte di telaio visibile
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Effettuata l'operazione di sgancio, il telaio rimane abbassato e lo schermo
di messa a fuoco si abbassa automaticamente.
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Durante questa operazione può succedere che un altro sottile telaio di ottone
scenda assieme allo schermo di messa a fuoco originale
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Prima di procedere con l'estrazione dello schermo è quindi necessario
riportare nella propria sede questo telaio
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Quando lo schermo di messa a fuoco rimane libero si può procedere
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Con una pinzetta si aggancia lo schermo e lo si estrae delicatamente
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L'estrazione è compiuta!
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Sopra: I due schermi a confronto: evidente la presenza dello stigmometro
centrale e della corona di microprismi nel modello Katzeye
A destra: Con la stessa pinza si prende lo schermo Katzeye e si inizia
la procedura inversa
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Per evitare che il telaio di ottone ricada verso il basso,
può essere utile tenere la fotocamera con il pentaprisma leggermente
inclinato verso il basso
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Ora occorre posizionare lo schermo correttamente
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Lo schermo di messa a fuoco deve rimanere nella posizione in cui lo si lascia,
esattamente con la stessa inclinazione che aveva lo schermo originale
dopo averlo sganciato dal telaietto di ritenzione
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Spinto lo schermo nella propria sede, occorre bloccarlo con il telaio
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Per questa operazione è necessario uno strumento piuttosto sottile e rigido
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Il movimento da effettuare questa volta è più semplice: basta spingere
verso il basso (o verso l'alto in base a come si tiene la fotocamera)
un lato del telaio fino ad udire un leggero "click".
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Se l'operazione è andata a buon fine, capovolgendo la fotocamera il
nuovo schermo resterà in posizione e si potrà passare alla fase di collaudo
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CAMPI D’UTILIZZO
Come ho già anticipato, gli schermi Katzeye trovano il miglior campo d'impiego con le ottiche manual focus. La
differenza dallo schermo standard è subito avvertibile. La prima impressione tuttavia è quella di uno schermo molto
meno luminoso, ma poi ci si fa l'abitudine e si inizia ad apprezzarne le altre qualità. Il passaggio tra zone a fuoco e
fuori fuoco, come promesso, diventano molto più evidenti e dopo pochi minuti si apprezza anche lo stigmometro ad
immagine spezzata centrale e la corona dei microprismi.
Grazie a queste due particolarità la messa a fuoco manuale acquista subito precisione e sicurezza. La capacità di
selezione è talmente elevata che ci si rende immediatamente conto di quanto sia complesso ottenere il fuoco perfetto;
basta sfiorare la ghiera di messa a fuoco dell'obiettivo per osservare variazioni significative del fuoco nel mirino,
quando, in precedenza, la stessa azione non portava a nulla di tanto rilevante ad occhio nudo.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la differente resa in base alle ottiche utilizzate. Chi ha utilizzato negli
anni passati corpi reflex a pellicola con schermi di messa a fuoco simili a questo, ricorderà senz'altro come, con
obiettivi poco luminosi, lo stigmometro ad immagine spezzata e i microprismi tendono ad oscurarsi, diventando
inservibili. Lo schermo Katzeye, tuttavia, si avvantaggia di un progetto più recente e moderno, e questo limite è stato
spostato molto più avanti, dove prima già a f/5.6 l'immagine centrale nel mirino si oscurava, ora anche a f/8 lo
schermo è ancora pienamente utilizzabile e addirittura a f/11, posizionando ben in asse l'occhio all'oculare, si può
continuare ad utilizzare sia lo stigmometro che l'area dei microprismi.
Malgrado ciò, le migliori prestazioni, con lo schermo Katzeye, si ottengono con le ottiche più luminose. Alla focale di
135mm, l'obiettivo Nikon AF DC 135mm f/2 mostrava una zona di fuoco chiara ed evidente mente lo zoom Nikkor AF-S
G VR IF ED 18-200mm f/3.5-5.6, alla medesima focale, quindi a circa f/5, non mostrava con altrettanta evidenza la
differenza tra zona a fuoco e fuori fuoco.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la precisione di fuoco con le ottiche grandangolari; con questi obiettivi
infatti non è mai ben evidente la zona di messa a fuoco, e anche se spesso si opera in iperfocale sfruttando l'estesa
profondità di campo di cui sono dotate queste ottiche, la selettività dei sensori digitali possono comunque mettere in
evidenza una messa a fuoco non perfetta sul soggetto. Anche in questa situazione lo schermo di messa a fuoco
Katzeye si è rivelato estremamente utile, consentendo rapide ed accurate messe a fuoco sul soggetto prescelto.
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In macro si sono dimostrati indispensabili i microprismi centrali con cui è possibile avere la reale certezza che
l'immagine che si sta eseguendo è perfettamente a fuoco, mentre lo stigmometro a immagine spezzata si è
dimostrato utile nella riproduzioni di documenti e nella fotografia d'architettura oltre che nei ritratti, consentendo
di mettere a fuoco con precisione certosina esattamente sugli occhi del soggetto ritratto.
Analizzando con maggior attenzione gli aspetti di una corretta messa a fuoco, ho avuto la conferma che spesso,
immagini che definiamo poco nitide perchè riprese con diaframmi aperti e quindi in condizioni non ottimali per la resa
ottica di un dato obiettivo, in realtà sono talvolta solamente leggermente sfuocate, altre volte micromosse. E' davvero
difficile immaginare quanto la qualità di un obiettivo possa esplodere letteralmente, se la messa a fuoco è eseguita con
la dovuta precisione. Con la Nikon D200 ho avuto un ulteriore aiuto utilizzando l'oculare ingranditore DK-21M che
aumenta la percezione delle dimensioni dello schermo attraverso il mirino di circa 1,17X, sufficienti a facilitare
ulteriormente la messa a fuoco manuale. In casi specifici è sempre possibile utilizzare l'oculare ingranditore DG-2
applicabile alla D200 tramite l'adattatore DK-22
Ecco ciò che si vede nel mirino.
Il soggetto (il Duomo di Milano)
appare completamente sfocato
e risulta evidente anche la
separazione della guglia centrale,
proprio in prossimità dello
stigmometro ad immagine spezzata
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Spostando la ghiera di messa a fuoco si apprezza immediatamente
l'aumentare della nitidezza…
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…Fino al raggiungimento del fuoco corretto
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Un altro esempio di come appare lo schermo Katzeye durante le fasi di messa
a fuoco. Per facilitare la messa a fuoco manuale nella zona centrale
ho volutamente spostato il punto AF di lato a sinistra per non interferire con
la visione dello stigmometro ad immagine spezzata centrale
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La macro è uno dei campi applicativi in cui lo schermo Katzeye da un valido ed evidente aiuto
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In macro la messa a fuoco automatica può essere difficoltosa da gestire.
Meglio passare a quella manuale controllando visivamente sullo schermo
di messa a fuoco i particolari effettivamente a fuoco
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Particolare DK-21M su D200
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Un altro valido aiuto per la messa a fuoco manuale viene fornito dal mirino
ingranditore 2x DG-2 utilizzabile sulla Nikon D200 tramite l'adattatore DK-22
Sia in archietettura (con gli obiettivi Shift) che con i teleobiettivi,
lo schermo Katzeye offre un valido ed insostituibile aiuto. In tutte le situazioni
di ripresa provate, non ho rilevato particolari da segnalare per quanto concerne l'esposizione.
Sia Matrix che Semi-spot hanno fornito risultati nella norma.
Anche la modalità spot, seppur sconsigliata dalla stessa Katzeye,
non ha fornito letture esposimetriche falsate, anche se è ammissibile,
che in talune circostanze possa fornire misurazioni poco attendibili
per via dello stigmometro centrale.
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Sia in architettura che con i teleobiettivi, poter contare sui microprismi
e sullo stigmometro ad immagine spezzata significa poter raggiungere la corretta messa a fuoco,
senza errrori, in breve tempo anche in modalità manuale
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DAVVERO INDISPENSABILE?
Niente è indispensabile, ma gli schermi Katzeye si sono rivelati davvero utili. La versione standard, quella senza
trattamento OptiBrite, è decisamente meno luminosa del vetrino standard della Nikon D200, tuttavia, a mio avviso, i
miglioramenti che apporta sono estremamente utili se si utilizzano spesso obiettivi manual focus.
Lo sconsiglierei invece ai fotografi che dispongono di un corredo costituito da sole ottiche autofocus: in questo
caso la presenza dello stigmometro ad immagine spezzata e i microprismi, uniti alle indicazioni dei punti di messa a
fuoco, possono essere addirittura d'intralcio nella composizione e alla leggibilità, in genere, del mirino.
Sinceramente non opterei per la versione con OptiBrite poiché questa perde parte delle caratteristiche di
fuoco/sfuocato proprie di questo schermo di messa a fuoco. La procedura di installazione, inoltre, pur non essendo
complessa richiede attenzione e tempo; per cui non è preventivabile poter montare lo schermo Katzeye o quello
standard in base alle diverse situazioni di ripresa.
Infine, se il prezzo, in relazione al valore di una reflex come può essere la D200 o la serie D2, è ancora proporzionato,
non lo è molto con modelli di fascia di prezzo inferiore come D40 o D50. In questi casi è opportuno valutare bene i
reali benefici che si possono ottenere con un accessorio, che alla fine, ha un prezzo di circa un quarto del valore
dell'intera fotocamera. Lo schermo Katzeye è un prodotto di indubbia utilità ma da acquistare solamente nel caso se ne
senta realmente la necessità, poiché, diversamente, quello che potrebbe essere un plus, nella pratica si
trasformerebbe solamente in una maggior difficoltà d'utilizzo della propria fotocamera.
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Caratteristiche
Marca: Katzeye
Modello: D200
OptiBrite: no
Linee aggiuntive: no
Prezzo: 95 Dollari
Spedizione: 35 Dollari
Sdoganamento e tasse: 29 Euro
Tempo calcolato di consegna: circa 3 settimane
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