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Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed

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Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed
ACCADEMIA DELLA CLEPSIDRA
LATINORUM
Pillole di saggezza della romanità antica. Espressioni usate ed abusate da giuristi e
burocrati di ogni tempo ed ancora oggi molto frequenti
anche nel conversare
quotidiano
Alberto Bordi
COLLANA EDITORIALE I GRANI DI SABBIA
GENNAIO 2008
INDEX
Praefatio……………………………………..
Quanto latino nel linguaggio del terzo millennio………………..
Il fascino del Lexicon recentis latinitatis e del diarium latinum
Allo stadio di calcio a vedere la partitissima Roma Carthago: commenti su un arbitro
di duemila anni fa………………………………
La saggezza del mondo romano dalla A alla Z…………………….
Tempus fugit, il latino nelle meridiane………………………………………………..
PRAEFATIO
Quante volte è capitato di non poter capire a pieno il filo di un discorso o il contenuto
di uno scritto a causa di un brocardo, di una citazione, di una frase latina che, letta e
riletta, pensata e ripensata, non sembra in alcun modo riconducibile al senso del
discorso o dello scritto. Renzo Tramaglino “nei Promessi Sposi” manzoniani non
doveva trovarsi in una situazione molto dissimile, quando, esasperato dalle citazioni
latineggianti di Don Abbondio, gli urla che non sa che farsene del suo Latinorum.
Un genitivo plurale, questo, che appare privo di spiegazione ed usato fuor di luogo,
come spesso accade a chi, in presenza della lingua dei Cesari, non sa che pesci
prendere, sprofondando in un mutismo che, quantomeno, evita figure peggiori.
Questo “Latinorum” del terzo millennio è un piccolo elenco di saggezza latina, per
lo più giuridica, che potrà essere di un certo aiuto per chi non vuole rimanere
spiazzato davanti ad un giurista, un leguleio, che vuole a tutti i costi fare sfoggio
della sua cultura classica.
In questo “Latinorum” sono riportate vere e proprie pillole di latino, espressioni e
citazioni usate ed abusate soprattutto da avvocati, giuristi e burocrati di ogni tempo
ma ancora oggi molto frequenti anche nel conversare spicciolo del nostro quotidiano.
E’ comunque innegabile che il latino nelle pubbliche amministrazioni italiane non è
mai morto definitivamente ed ha continuato a vivere, grazie alla terminologia
utilizzata nell’attività giuridico-amministrativa dal personale, soprattutto dirigenziale,
al servizio dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali.
Perché tanto amore per questo latino? Probabilmente nella storia del pianeta non
esiste una lingua più precisa del latino, che declina in modo chirurgico ogni termine,
ogni caso, rapportandolo alla situazione che si vuol rappresentare. Citiamo al
riguardo un piccolo esempio che ha per oggetto una domanda semplice semplice:
“verrai domani?”
Nel caso in cui l’interrogativo risulti finalizzato a sapere se l’interlocutore sia
intenzionato a venire o meno, la corretta traduzione sarà “veniesne cras ?”; ma se
invece, la domanda “verrai domani?” mira a sapere se l’interlocutore sia intenzionato
a venire domani o un altro giorno, il ne enclitico, particella che si doveva per regola
appoggiare alla parola più importante, si dovrà appoggiare al cras (domani) e la
frase diventa di conseguenza “crasne venies?”.
Due modi differenti per tradurre una piccola frase, di sole due parole, nella quale
l’individuazione della parola più importante dipende dal mero tono della domanda.
Quanto latino nel linguaggio del terzo millennio
Sono oramai lontani i tempi della grande polemica circa l’uso obbligatorio della
lingua latina nella scuola media italiana, ma a rilanciare prepotentemente il tema sul
valore del latino nella società odierna è la proposta vaticana di ripristinare la messa in
latino, in luogo del meno solenne ma più comprensibile italiano. A ben vedere la
conflittualità tra chi la ritiene una lingua morta e quanti la indicano come
l’insostituibile palestra dell’intelletto, non può dirsi certamente sopita, anzi rischia di
riemergere con toni accesi ogniqualvolta un citazionista incallito, come ad esempio il
presidente della Lazio calcio, Claudio Lotito, sfoggia la sua conoscenza urbi et orbi.
Soprattutto negli ambienti giuridici la forma latina è quasi d’obbligo per cui è
frequente ascoltare interlocutori che sostengono le loro tesi contrapposte a colpi di
“res iudicata”, di reformatio in pejus”, di “falsus procurator”, di “ne bis in idem” e di
un più complicato “nemo locupletari ipotest cum aliena iactura”. Ma l’uso, o meglio
l’abuso, di latino, rappresenta talvolta anche un vizio di ostentazione di una certa
cultura classica che fa decisamente indispettire chi deve subire, spesso senza capire o
poter replicare, scampoli di saggezza di millenaria memoria, condensata in celebri
brocardi come “melius abundare quam deficere”, “in medio stat virus”, “festina
lente”, “repetita iuvant”, “verba volant scripta manent”, et cetera et cetera.
Una situazione, insomma, che ci riporta al povero Renzo dei Promessi Sposi, che,
esasperato, dall’atteggiamento sfuggente di Don Abbondio, condito da una sequela di
impedimenti al matrimonio, tutti esternati rigorosamente in latino (error, conditio,
votum , cognatio, crimen…), lo interrompe esclamando “che vuol ch’io faccia del suo
latinorum?”, un genitivo plurale sintatticamente di certo fuor di luogo ma
significativo al punto giusto per sottolineare il carattere ostico di tale linguaggio.
Eppure, volenti o nolenti, il mondo che ci circonda, detto inter nos, così incline alla
ipermodernità ed alla cibernetica, pulsa ancora con i battiti della latinità. “Par
condicio”, “alibi”, “sponsor”, “referendum”, “agenda”, “medium”, “virus”,”album”,
“bonus-malus”, “ambo”, “audio-video”, “bis”, “deficit”, “una tantum”, “duplex”,
“habitat”, “humus”, “gratis”, “solarium”, “lavabo”, “rebus”, “proloco”, “monitor”,
“idem”, “libido”,”curriculum”, tanto per citare solo alcuni termini frequenti nel
nostro lessico quotidiano e senza tirare in ballo i tantissimi termini usati in medicina,
come “ictus”, “herpes”, “delirium tremens”, “claudicatio”, per indicare il variegato
panorama delle patologie. E’ decisamente innegabile che dietro ogni parola latina
sembra ci sia sempre un aneddoto, un grande personaggio, un aneddoto, un
messaggio etico, un principio giuridico, un evento della storia, un qualche mistero,
qualcosa comunque di importante, che dall’antica civiltà romana riverbera il suo
fascino verso di noi, uomini del terzo millennio, e che ci emoziona e ci attira come
una qualsiasi scritta o incisione che leggiamo su una pietra o su un monumento. Ed è
tutto questo che rende magicamente interessante anche una semplicissima curiosità
come quella che accomuna le città di Orvieto e Viterbo, derivate etimologicamente
dalle medesime parole latine “urbs” e “vetus” (città e antica) anche se invertite,
oppure che giustifica la pessima fama attribuita ancora oggi al numero 17, che i
romani scrivevano XVII, ma che anagrammavano con un nefasto VIXI, ossia sono
vissuto e quindi deceduto.
Il fascino del Lexicon recentis latinitatis e del diarium latinum
Sono in molti a non accontentarsi delle tante e significative presenze di latino nello
scrivere e nel conversare moderno ed hanno voluto realizzare una pubblicazione per
certi aspetti straordinaria, in quanto capace di attraversare il tempo e di tradurre in
latino personaggi, oggetti e situazioni appartenenti all’era moderna. Parliamo del
“Lexicon recentis latinitatis” contenente oltre ventimila nuovi lemmi in grado di
indicare, nella lingua di Cicerone, oggetti e concetti del nostro quotidiano. Così
l’astronave è detta “navis sideralis”, la bomba atomica è il “pyrobolus atomicus”, la
sigaretta è il “nicotianum bacillum” mentre lo shampoo è la “spumifera lotio”, il
casinò è la taverna aleatoria, e così via. Ma non è tutto: mentre alcuni studenti hanno
portato sulle scene teatrali Pinocchio nella versione latina di “Pinocolus”, altri hanno
tradotto le storie di Paperino “Donaldus anas” e di Topolino “Michael Musculus”.
Pochi sanno inoltre che la fondazione Latinitas pubblica il “diarium latinum” ove si
redige, nella lingua di Livio e di Tacito, la cronaca degli avvenimenti di maggior
rilevanza mondiale.
Il fascino di dedicarsi a neologismi latini attraversa il mondo intero ed attrae in
particolare i cultori della lingua dei “Cesari” che si cimentano a tradurre in latino
soprattutto macchinari e strumenti di nuova generazione. In Finlandia alcuni studiosi
hanno coniato un lessico per l’ascensore (anabathrum), per il frigorifero (armarium
frigidarium), per il grattacielo (caeliscalpium), per il bulldozer (chamulcus
automataius), per la bomba fumogena (globus fumificus), per la metropolitana
(hamaxosticus subterraneus), per il condizionatore (instrumentum aeri temperando),
per la lampada tascabile (manuale lampadium electricum), per il rompighiaccio
(navis glacifraga), per l’oleodotto (olei ductus) e perfino per il poliziotto (biocolyta) e
per i terroristi (tromocrates).
Insomma il latino è ancora presente intorno a noi, esercita un indubbio fascino, ma va
usato “cum grano salis”, nelle giuste occasioni e senza eccessi. “Est modus in rebus”
diceva Orazio, anche qui ci vuole la giusta misura; quindi usarlo una tantum è
piacevole, ma esagerare può risultare fastidioso. In ogni caso, per chi non lo ha
studiato, che questo non costituisca un cruccio, perchè c’è sempre l’inglese come
nuova lingua universale ed un “no problems” vale sempre un “nulla quaestio”. Ad
maiora.
Allo stadio di calcio a vedere la partitissima Roma Carthago: commenti su un
arbitro di duemila anni fa
In camera caritatis mi avevano confidato che quello era davvero un arbitro sui
generis, un dittatore ante litteram in campo e fuori, anche se, detto incidenter
tantum, non ne conoscevamo il curriculum vitae. Sugli spalti soliti striscioni Roma
caput mundi e ubi maior minor cessat. Dopo appena tre minuti dall’incipit si era
gia capito che quella giacchetta nera, chiamata Carognina, non era super partes ed
arbitrava pro domo sua, ed infatti, al primo contrasto tra un nostro giocatore ed un
avversario, fu preso da un raptus incontenibile e tirò fuori il cartellino giallo nei
confronti del centravanti Colossum, il non plus ultra dei bomber sudpontini.
Sull’episodio il guardialinee a latere, ignaro del qui pro quo accaduto, non volle
assumersi l’onere di un’ errata corrige e, rivolto erga omnes con un sibillino dubito
ergo sum, percorse sua sponte addirittura la strada di una reformatio in peius
dell’accaduto, ottenendo per il gladiatorio attaccante romano la sospensione a divinis
dai campi di gioco, come fosse una res nullius.
Forse la ratio di quel gesto severo era quella di prevenire il gioco duro ma quando il
nostro centrocampista factotum era sul punto di mettere la palla nella rete, dopo aver
fatto tabula rasa della difesa avversaria, sempre lui decretò coram populo un fallo
inesistente contro di noi. Si capiva ictu oculi che voleva il de profundis per la
compagine capitolina. Alla mezz’ora del primo tempo indicò, per una parva res, la
via degli spogliatoi ai nostri due terzini Orazio e Curiazio che, obtorto collo,
obbedirono. Ma il repulisti non era finito e, dulcis in fundo, assegnò un rigore
inesistente alla squadra del Carthago.
Mutatis mutandis sembrava di rivivere la finale della coppa degli imperatori, persa
in extremis contro l’Hispaniola, allorché l’arbitro decretò motu proprio che un gol
degli avversari dovesse valere il doppio ope legis.
All’inizio del secondo tempo i nostri giocatori erano oramai rari nantes in gurgite
vasto ma ugualmente volevano tentare l’extrema ratio del contropiede. La nostra ala
destra, un quisque de populo, homo novus del campionato imperiale, al decimo
della ripresa, dopo una strabiliante serpentina, si trovò solo, incredibile dictu,
davanti al portiere del Carthago. Serviva solo un piccolo tocco per fare gol, quando
sentì l’urlo dell’arbitro che, pollice verso, gli si rivolse ex cathedra con un
impietoso: “quo vadis?”. La frase impietrì il giovane atleta al punto tale da
impedirgli di calciare a porta praticamente vuota, scatenando le ire dell’ allenatore
trasteverino che, dopo aver attraversato di corsa il terreno di gioco, lo affrontò a
brutto muso dicendogli “quo usque abuteris patientia nostra, Carognina?”
Oramai la partita era compromessa né si poteva sperare nei minuti di prorogatio, ma
l’arbitro prima del triplice fischio finale riuscì perfino a dare una ammonizione procapite ai nostri giocatori in campo ed uscendo dal terreno di gioco, ore rotundo
sentenziò con un emblematico sorriso “semel in anno licet insanire”.
La saggezza del mondo romano dalla A alla Z
A
Ab absurdo: “per assurdo” introduce una forma di argomentazione finalizzata a
dimostrare una tesi opposta.
Aberratio: l’aberrazione è una deviazione che nel diritto romano conosceva due
fattispecie differenti, la aberratio ictus e l’aberratio delicti. Nel primo caso la
deviazione riguarda il colpo, diretto ad una persona piuttosto che ad un’altra, nel
secondo caso invece riguarda la fattispecie delittuale, che è differente da quella che il
soggetto attivo intendeva porre in essere.
Abigeatus: il furto di bestiame; è considerato un’aggravante del reato di furto
Ab inizio: dall’inizio, dal principio
Ab intestato: colui che muore senza aver fatto testamento
Abortio: l’interruzione della gravidanza non era ritenuta un reato nella romana
repubblicana; in epoca successiva, in coincidenza con la crisi demografica nei
territori dell’impero, fu considerata crimine contro la prosecuzione della stirpe e
punita severamente.
Ab ovo: dall’origine. Pare tragga spunto dalla narrazione omerica della guerra di
Troia, che parte dall’uovo di Leda, dal quale ebbe origine la bella Elena.
Ab ovo usque ad mala: dall’uovo fino alle mele. Chiamato in causa, con malcelato
accento critico, è chi si dilunga esageratamente nelle descrizioni.
Abrogatio: fino al periodo giustinianeo ogni legge era destinata ad avere valenza ad
infinitum e quindi non esisteva l’abrogazione espressa; bastava disciplinare la stessa
materia con una nuova legge e questa avrebbe implicitamente sostituito la precedente.
Proprio la conseguente proliferazione normativa portò a ricorrere agli esperti di
diritto, i iuris periti, antesignani dei moderni avvocati.
Absit iniuria verbo: “che le parole non vengano interpretate come ingiuriose” da
parte del destinatario delle stesse
Ab urbe condita: dalla fondazione della città, termine spesso preso come riferimento
nella realizzazione di edifici, monumenti, che riportano per l’appunto questa
datazione parametrata.
Abusus non tollit usum: l’abuso non esclude l’uso.
Acceptilatio: era uno dei modi di estinzione della obbligazione nel diritto romano. In
pratica una sorta di remissione del debito mediante una ricevuta o una liberatoria
fittizia.
Accessorium sequitur principale: l’accessorio segue il principale. Il principio, che
si applica ad esempio al regime delle pertinenze, è vigente anche nel diritto italiano.
Accipiens: colui che riceve una cosa da colui che la consegna, o tradens.
Acta est fabula: la rappresentazione è finita. La formula di chiusura delle
rappresentazioni teatrali pare sia stata pronunciata da Augusto in persona in punto di
morte.
Actio: il diritto di agire in giudizio.
Actioni nondum natae non praescribitur: la prescrizione decorre da quando il
diritto avrebbe potuto essere esercitato
Actor forum rei sequitur: l’attore deve seguire il foro del convenuto
Actore non probante, reus absolvitur: l’onere di provare la colpevolezza
dell’imputato spetta all’attore, e se la colpevolezza non è dimostrata, ne consegue
l’assoluzione. Si ricollega al principio penalistico italiano “in dubio pro reo”.
Actori incumbit onus probandi: l’onere della prova incombe su colui che agisce in
tribunale
Actus legittimi: sono i negozi che non tollerano l’apposizione della condizione
Ad abundantiam: in abbondanza, che si abbina al “melius abundare quam deficere”,
meglio essere eccessivi piuttosto che carenti.
Ad bestias: formula con la quale i Romani condannavano i colpevoli ad essere
sbranati dalle bestie nel circo.
Ad acta: per gestire quelle determinate cose. Si parla di commissario ad acta nel
caso di affidamento a tale figura della gestione di una specifica procedura o
problematica
Ad audiendum verbum: per avere istruzione dal superiore, in attesa di precise
indicazioni su una certa cosa.
Adfines inter se non sunt adfines: gli affini tra di loro non sono affini.
Ad hoc: finalizzato a questo, ad una specifica questione, a proposito. Oggi si parla di
provvedimenti adhocati, mirati ad un particolare fine.
Ad horas: a momenti, nelle prossime ore. Significa che il provvedimento o la
questione in trattazione si definirà, giungerà a maturazione nel giro di qualche ora,
insomma come a dire che ogni momento e quello buono per la conclusione della cosa
della quale si e in attesa.
Ad kalendas graecas: le calende erano il primo giorno di ogni mese, nel calendario
romano, ma non esistevano in quello greco. Oggi l’espressione, per la sua
contraddittorietà, equivale a “mai”.
Ad impossibilia nemo tenetur: nessuno è tenuto a fare cose impossibili, i miracoli
non sono di questa terra. E’ l’espressione tipica di chi è destinatario di una richiesta
superiore alle proprie capacità.
Ad interim: provvisoriamente. Gli incarichi interinali, conferiti anche a ministri,
hanno il carattere della provvisorietà. Molto diffusi sono oggi i lavori interinali, il cui
rapporto si intende a tempo determinato.
A divinis: la sospensione dagli affari divini, ossia dalle funzioni sacerdotali
rappresenta un provvedimento sanzionatorio nei confronti degli ecclesiastici ritenuti
eretici.
Alias: altrimenti, detto con altro nome (Ad esempio… parlando del grande Antonio
De Curtis, alias Totò)
Ad libitum: a piacere, a volontà, a scelta.
Ad limina: alle soglie, richiama l’uso dei cristiani di soffermarsi sulle soglie delle
basiliche.
Ad maiora: a cosa più grandi, più importanti, augurio per successi futuri.
Ad nutum: nel diritto del lavoro italiano è oggetto di particolare attenzione il
licenziamento ad nutum, senza obbligo di motivazione specifica da parte del datore di
lavoro (ossia ad un solo cenno). Nel diritto romano il solo gesto era sufficiente a
risolvere un contratto.
Adoptio naturam imitatur: l’adozione, “che imita la natura”, esisteva anche nel
diritto romano e fu Giustiniano ad introdurre , tra adottante ed adottato, una
differenza di età di almeno 18 anni.
Ad personam: destinato ad una specifica persona. Nell’ambito amministrativo si usa
tale termine in caso di qualifiche o benefici conferiti ad una singola persona in
ragione della sua peculiare posizione giuridica.
Ad probationem: quando la forma rileva solo al fine della prova
Ad substantiam: atti nei quali la forma è elemento essenziale, come il matrimonio
Adulterium: come nel diritto romano, anche l’ordinamento italiano lo ha considerato
per molto tempo un reato riferibile al solo adulterio femminile. E’ stato finalmente
depenalizzato, nel 1975, con il nuovo diritto di famiglia (legge 151).
Ad usum delphini: l’espressione indicava la preventiva censura dei testi destinati al
delfino di Francia in modo che questi non potesse essere turbato o fuorviato dalle
letture intraprese. Delfino era definito Luigi figlio di Luigi XIV
perché
di
corporatura molto robusta. Si intende pure in riferimento ad una decisione presa per
favorire chi è vicino ai potenti.
Advocatus: la figura nasce in epoca romano con il proliferare di leggi e di litigiosità
in base alle stesse. Di fronte ai giudici era necessario che comparissero e venissero
chiamati in causa (advocati) gli esperti della disciplina giuridica.
Advocatus diaboli: si contrapponeva con le sue argomentazioni all’advocatus dei
nei processi di beatificazione.
Aequitas: principio cardine del diritto romano, è la giustizia del caso concreto,
necessaria per raccordare la norma astratta al caso specifico valutato dal giudice.
Affermanti incumbit probatio: spetta a chi afferma l’onere della prova
Affidavit: “Certificò”. Nella tradizione medievale del diritto anglosassone indica la
dichiarazione asseverata, resa più forte con giuramento e valida come perizia in
quanto “confidata” all’autorità.
A fortiori (ratione): a maggior ragione.
A latere: oggi riferito al giudice che affianca, durante il processo, il presidente del
tribunale. In origine la locuzione si riferiva ai cardinali che affiancavano il pontefice
e che avevano ricoperto incarichi di particolare rilevanza.
Alea iacta est: il rischio è assunto, ossia il dado è tratto, come pare abbia detto
Cesare oltrepassando il Rubicone sfidando il senato romano.
Alibi: altrove. Nel gergo delle indagini collegate ad un delitto l’alibi rappresenta la
situazione che mette al riparo da attacchi o imputazioni di colpevolezza, proprio
perché l’essere altrove consente di dimostrare in modo evidente l’estraneità al
crimine
Alinea: a linea. E’ il secondo comma di un articolo di legge costituito da soli due
commi.
Alligans: colui che dà denaro per corrompere un pubblico ufficiale; sicuramente
esisteva anche ai tempi della Roma imperiale..
Alter ego: promotore generale; gli effetti degli atti posti in essere dall’alter ego
producono effetti immediatamente nella sfera del rappresentato.
Amantes amentes: gli amanti sono fuori di mente. Nel passo di Terenzio un aspetto
quasi fisiologico della condizione di chi ama “da pazzi”.
Ambitus: i reati elettorali Nel mondo romano antico era il reato di accaparramento di
voti, posto in essere sia con una propaganda scorretta che con brogli elettorali, oppure
corrompendo gli elettori o realizzando il voto di scambio. In questo l’antica Pompei,
nota anche per le frequenti consultazioni elettorali, non era cosi dissimile dalle
odierne metropoli. I reati elettorali trovano espressa previsione nel nostro
ordinamento nei DD.P.R. 351 del 1957 e 570 del 1960.
Amicus certus in re incerta cernitur: l’amico vero si riconosce nell’incerta fortuna.
Amicus ollaris: amico della pentola; chi si mostra tale per convenienza, per
opportunismo.
Amicus Plato, sed magis amica veritas: frase attribuita ad Aristotele, per cui la
verità va privilegiata rispetto all’amicizia.
Analogia iuris: si determina quando una norma è ricavata dall’ordinamento vigente,
in sostanza avviene con l’applicazione di un principio fondamentale dell’ordinamento
a situazioni analoghe, costantemente utilizzata nei Paesi anglosassoni, trova in Italia ,
ove vige il diritto scritto, notevoli limitazioni.
Analogia legis: si determina quando una norma è ricavata da altra disposizione
legislativa. Secondo l’articolo 12 delle Preleggi o disposizioni preliminari al codice
civile (Disposizioni sulla legge in generale) se una controversia non può essere decisa
in base ad una norma precisa, si ha riguardo a disposizioni che regolano casi simili: in
tal modo l’analogia si colloca nell’interpretazione della legge.
Anatocismus: anatocismo ossia interessi sugli interessi. Per non penalizzare
oltremodo la posizione fisiologicamente debole del debitore in un’obbligazione,
l’articolo 1283 del nostro codice civile, coerentemente con il diritto romano, vieta
l’anatocismo, ossia gli interessi che si vengono a maturare su un debito scaduto.
Angulus ridet: l’angolo mi sorride; è richiamato il piacere dell’intimità domestica,
dei luoghi cari alle proprie abitudini familiari.
Animus: l’animo, l’intima volontà di un soggetto giuridico, cosi il possessore si
qualifica per l’animus possidendi, ossia per l’intendimento di trattenere a se la cosa
mentre colui che pone in essere attività contro il proprio avversario per la tutela dei
propri diritti si caratterizza per l’animus aemulandi.
An sit et ubi sit: per la dichiarazione di scomparsa di una persona, uno dei
presupposti è che non si abbiano notizie se il soggetto sia in vita e dove si trovi
Ante litteram: anticipatore di correnti o mode future, in un certo qual modo prima
“che si scriva” di questo nuovo orientamento.
Apertis verbis: a chiare lettere, a parole aperte.
Apocha: la ricevuta, la quietanza che il creditore rilasciava al debitore attestante
l’avvenuto pagamento del dovuto.
A priori: “da ciò che è prima”. Valutazioni aprioristiche sono quelle sprovviste da
adeguata cognizione dei fatti .
Aquila non captat muscas: i grandi uomini non si occupano di piccole cose, un
po’come gli animali.
A quo – ad quem: dal quale – al quale. Dies a quo e quello a partire dal quale inizia
il conteggio di un certo periodo oppure il termine iniziale per gli effetti di un
determinato atto. Dies ad quem e il termine opposto, quello finale, entro il quale e
possibile svolgere una determinata attività giuridica (Ex: presentazione di una
domanda ). Giudice a quo è il magistrato da cui e stato adottato un provvedimento. Il
caso più frequente in cui e utilizzata tale formula riguarda la remissione di una
questione, sulla valutazione di legittimità di una norma, alla Corte Costituzionale.
Arbiter elegantiarum: arbitro di eleganza. L’espressione usata da Tacito si riferisce
a Caio Petronio, forse l’autore del Satyricon.
Arcana imperii: i segreti dello Stato
Argumentum a contrario: in sede interpretativa non si considera quanto non detto
espressamente da una norma; è correlato a ubi lex voluit, dixit, ubi noluit, tacuit
Argumentum a simili: in sede interpretativa si estende il contenuto di una
disposizione a casi simili a quelli espressamente indicati dalla norma
Arrha: la caparra. Confirmatoria è quella versata a titolo di garanzia ed anticipazione
dall’acquirente al venditore. Poenitentialis quella che il venditore pagava in caso di
recesso, doppia della confirmatoria.
Ars longa, vita brevis: la vita è breve, soltanto l’arte può renderla lunga.
Asino asinum fricat: l’asino si strofina all’asino, come a dire che ognuno tende
inevitabilmente a frequentare chi gli è simile
Audaces fortuna iuvat: il soggetto è la fortuna, che aiuta gli audaci. E’implicito un
certo sprezzo per i prudenti, i troppo cauti, i calcolatori.
Audiatur et altera pars: cardine del principio del contraddittorio “venga ascoltata
anche l’altra parte”.
Aurea mediocritas: esaltazione per chi rifugge dagli estremi, per chi si colloca su
posizioni e comportamenti discreti, lontani dagli eccessi.
Aut Aut: alternativa obbligata, o l’uno o l’altro, la scelta risulta imposta. Aut Aut è
anche il titolo di una celebre opera di Soren Kirkegaard, uno dei padri
dell’esistenzialismo moderno.
Ave, imperator, morituri te salutant: il saluto (estremo) dei gladiatori
all’imperatore prima di un combattimento nelle arene o negli anfiteatri della romanità
B
Barba non facit philosophum: le fattezze fisiche non mostrano la vera personalità di
un uomo: sembra trapelare una certa sfiducia nella fisiognomica, la conoscenza
attraverso i tratti somatici, descritta mirabilmente in musica dal maestro Franco
Battiato.
Bona ex eo dicuntur quod beant, hoc est beatos faciunt: beare est prodesse:
secondo Ulpiano bene è qualunque cosa può essere fonte di utilità.
Bona fides: la buona fede rivestiva in passato e riveste tuttora, una importanza
notevole in taluni istituti giuridici, dal possesso alla usucapione, ma anche in materia
matrimoniale, contrattuale e successoria.
Bona fides praesumitur: la buona fede si presume sempre
Bonus pater familias: il buon padre di famiglia. Nel nostro ordinamento, la diligenza
del buon padre di famiglia è richiesta nell’adempimento delle obbligazioni (art.1176
c.c.). In mancanza di questa “soglia minima della modalità della prestazione”
contenuta in un’obbligazione, il soggetto passivo del rapporto obbligatorio incappa
nella colpa, che secondo il nostro codice penale (art.43) consiste nella mancanza do
osservanza di leggi o regolamenti, nell’imprudenza, imperizia o mancanza di
diligenza.
Brevi manu: per le vie brevi: espressione in uso tra gli amministratori dell’antica
Roma come pure tra i burocrati delle amministrazioni moderne.
Brocardica: nel Medio Evo erano le compilazioni delle massime giurisprudenziali in
lingua latina. Il termine deriva da Burckhardo da Worms, noto glossatore del IX
secolo d.C.
Busillis: il termine, che indica una problematica o qualcosa che va risolta, nasce da
un’errata lettura di Diebus illis (in quei giorni) da cui il concetto di incomprensibilità
legato a tale parola
C
Capitis deminutio: diminuzione di uno dei tre elementi cardine per il cittadino
romano, la libertà, la famiglia e i diritti civili. Indica la perdita di un diritto, di una
prerogativa, di uno status, in precedenza posseduti, con sottolineatura del
declassamento subìto. Nella romanità la massima perdita era quella della libertà, la
minima quella di appartenere ad una certa famiglia.
Captatio benevolentiae: la conquista del favore del pubblico da parte dell’oratore,
che non risparmia mezzi verbali di ogni tipo per persuadere i suoi ascoltatori.
Carmina non dant panem: le poesie non danno pane, un invito ad essere anche
pratici e concreti, punti fermi della romanità.
Carpe diem: vivi ogni giorno, prendi quello che ti offre ogni giornata di vita, del
domani non c’è certezza. Messaggio e fondamento dell’epicureismo, ripreso anche da
Lorenzo il Magnifico.
Casus belli: motivo, occasione di guerra.
Causae pretendi: sono le motivazioni di una richiesta, in particolare di un ricorso
mentre il petitum è l’oggetto della richiesta, è quanto si chiede al giudice, che non
deve giudicare oltre (ultra petita) quanto richiesto nella domanda giudiziale .
Causa simulandi: costituisce il motivo per cui si ricorre alla simulazione, ad esempio
il fine di evitare il diritto di prelazione di un altro soggetto.
Causam dans: il dante causa è la persona o la cosa che dà origine al negozio
giuridico, mentre il causam habens è la persona o la cosa che è destinataria degli
effetti del negozio giuridico.
Cave ab nomine unius libri: l’ignoranza è la fonte di tutti i mali, ieri come oggi.
Meglio stare alla larga da chi non legge.
Caveat emptor: “il compratore faccia attenzione”, il monito valeva ai tempi
dell’antica Roma e vale ancora oggi; esso si riferisce in particolare ai vizi evidenti
che il compratore deve saper rilevare all’atto della compravendita per non dover
subire le conseguenze per aver acquistato un oggetto fallato.
Cave canem: fai attenzione al cane. Il monito, in uso presso i cancelli e le entrate
delle case di mezzo mondo, proviene da Pompei
Chirografario:il concetto si abbina di solito ad un credito, un mutuo, un
finanziamento non assistito da garanzia reale o personale (pegno, anticresi, ipoteca).
La radice etimologica è greca (scritto a mano: keir e grafo)
Cicero pro domo sua: orazione a difesa dei propri interessi, come quella per
l’appunto pronunciata da Cicerone per la ricostruzione della propria casa a spese
dello Stato.
Civis romanus sum: formula affermativa della cittadinanza romana, grazie alla quale
si potevano evitare provvedimenti sanzionatori. La frase è presente nelle orazioni di
Cicerone contro Verre che violò i diritti dei cittadini romani, condannati a morte dove
Verre governava.
Cogito ergo sum: attribuita a Renè Descartes, Cartesio, quale riprova inconfutabile
della esistenza. Pensiero uguale esistenza.
Coactus tamen volui: volontà è viziata ma non manca completamente, nel senso che
pur essendo presente una costrizione, questa poteva essere contrastata.”Coactus” si
traduce con “costretto”.
Cogitationis poenam nemo patitur: nessuno può essere punito per i suoi pensieri
Comma: in greco significava “breve frase” ma nel linguaggio giuridico consolidato
esso indica la frase o la disposizione dopo un “a capo”. E’ di fatto una suddivisione
dell’articolo di una disposizione di legge. Capoverso è invece il primo andare a capo,
ossia il secondo comma. Il secondo capoverso sarà il terzo comma.
Commodatum: il comodato è la forma di contratto con la quale una parte, il
comodante, presta una cosa ad un altro, il comodatario, affinchè se ne serva per un
determinato uso. Si presume come locazione gratuita di un bene.
Compos sui: pienamente padrone di sé.
Concussio: la concussione è il reato posto in essere dal funzionario pubblico che
chiede soldi ad un privato in cambio di “favori” correlati all’esercizio della sua
funzione pubblica.
Condicio facti: apposta in relazione al verificarsi o al venir meno di determinati
eventi.
Condicio iuris: non è derogabile dalle parti perché prevista dalla legge. Nel
testamento essa è rappresentata dalla morte del testatore.
Contemplatio domini: quando non si dichiara di agire in nome altrui come è in
realtà.
Contra legem: ciò che contrasta con la legge.
Facet qui id facit quod lex prohibet; il risultato di quanto posto in essere è vietato.
Contra non valentem agere, non currit praescriptio: l’eccezione di prescrizione
non può essere sollevata nei confronti di chi non è nelle condizioni di svolgere una
qualche attività.
Conventio ad excludendum: intesa finalizzata ad escludere qualcuno. In politica con
essa si tende ad escludere un partito, una fazione, una componente
Coram populo: di fronte al popolo, ossia pubblicamente
Corpora ex cohaerentibus o universitates rerum cohaerentium: definizione di
cose composte.
Corpus mechanicum: bene materiale o componente materiale di un’opera..
Corpus mysticum: è il bene immateriale, l’opera intellettuale. Tale elemento rileva
spesso, in contrapposizione alla componente materiale, ai fini della attribuzione di un
diritto d’autore
Corruptio ottimi pessima: è la peggiore, in assoluto, la corruzione di chi è sempre
stata un’ottima persona. E’ il motto dell’Alto Commissario istituito contro la
corruzione.
Corruptissima repubblica plurimae leges: un eccessivo prolificare di leggi
caratterizza spesso i periodi di massima corruzione pubblica. La massima preoccupa
particolarmente se valutata in rapporto alla ipertrofia che caratterizza da anni il
legislatore nazionale italiano.
Cui prodest?: letteralmente “ a chi giova”, l’interrogativo è utilizzato in diritto per
comprendere a chi produca vantaggio un determinato comportamento oppure un certo
atto criminoso.
Cum grano salis: con discernimento. Il termine, riportato da Plinio, si riferisce ad un
granello di sale che doveva aggiungersi ad un antidoto al veleno per poterlo renderlo
efficace.
Curriculum vitae: indica i momenti più significativi di una vita lavorativa. Di norma
in italiano non si coniuga al plurale, come anche per molti altri termini latini
(memorandum, referendum etc.), mentre per agenda il plurale neutro è giustificato in
quanto indica “le cose da fare”.
Cum quibus. Nel gergo popolare si intendono i denari, nello specifico ci si riferisce
ai progetti impossibili da realizzare se mancano i mezzi “con i quali” procedere
Cum voluero et cum potuero: quando vorrò e quando potrò; il termine potestativo
rientra nella sfera del debitore, mentre la posizione del creditore risulta di chiara
soggezione
D
Damnum emergens: il danno emergente è preso in considerazione in caso di
inadempienza contrattuale, allorché, per valutare l’entità del danno da risarcire, si fa
riferimento alla perdita patrimoniale subita (damnum emergens) ed al lucrum
cessans, ossia al profitto mancato.
De auditu: per sentito dire, senza alcuna certezza, riportando le voci circolanti
De cuius: il defunto. L’espressione integrale è is de cuius hereditate agitur
De facto: in termini di fatto.
Defensor civitatis : il difensore dei cittadini contro la cattiva amministrazione
pubblica. Il Difensore Civico esisteva già nell’ordinamento romano ed oggi trova
spazio in quello italiano sia a livello regionale che a livello comunale, previsto dalla
legge 142 del 1990 (Riforma delle autonomie). La massima espressione di questa
figura tutoria si ha in Scandinavia, dove l’ombudsman dispone di ampi poteri,
compreso quello di rimuovere i funzionari responsabili di maladministration.
De gustibus non est disputandum. Non è da discutere sui gusti dell’umanità tanto
essi sono vari ed opinabili, questo vale per la cucina, per l’abbigliamento e per ogni
altra cosa.
De iure: in termini di diritto oppure secondo l’ordinamento giuridico vigente
De iure condito – De iure condendo: di diritto fondato – di diritto da fondare. E’ in
pratica la differenza tra il diritto esistente, quello delle leggi gia facenti parte
dell’ordinamento, e il diritto futuro, possibile ma ancora non parte integrante
dell’ordinamento giuridico. I termini si utilizzano con frequenza quando si affrontano
questioni relative alla introduzione di nuovi istituti giuridici oppure alla modifica di
leggi e regolamenti.
Delenda Carthago: Marco Porcio Catone non si fidava di una città come Cartagine
capace di produrre una frutta tanto rigogliosa ed allora espresse la convinzione che
l’acerrima nemica di Roma dovesse essere distrutta.
De plano: “pianamente, in maniera evidente”. Si usa per le verità oggettive che non
possono essere contraddette in alcun modo.
De rustica progenie sempre villana fuit: chi proviene da una famiglia rozza,
difficilmente riesce a mascherare le sue origini e queste saranno rese prima o poi
palesi da comportamenti di chiara villania.
Deus ex machina: la divinità che nella tragedie greche, sospesa con un meccanismo
a carrucola, risolveva l’intreccio della vicenda. In pratica un espediente
drammaturgico che poneva fine alla vicenda teatrale terrena con l’intervento di un
dio.
De visu: per diretta visione.
Dies a quo non computatur in termino: il giorno iniziale dal quale decorre un
termine non è computato ai fini della scadenza.
Dies ad quem computatur in termino: il giorno finale di un termine è computato ai
fini della scadenza.
Dies certus an et incertus quando: formula per indicare un termine indeterminato
nel quando (ad esempio la morte di mio padre).
Dies incertus an et certus quando: la formula si riferisce sostanzialmente ad una
condizione, in cui il termine è incerto se si verificherà ma è certo nella sua
connotazione cronologica (ad esempio il giorno dei miei sessant’anni).
Dies incertus an et incertus quando: qui l’incertezza del termine è completa (ad
esempio quando diventerò avvocato, se lo diventerò)
Dies incertus an et quando: formula per indicare il termine determinato sia nel suo
verificarsi che nella precisa connotazione temporale
Dies irae: i giorni dell’ira, del giudizio, della resa dei conti.
Divide et impera: strategia vincente in qualunque campo è quella di dividere per poi
poter comandare più agevolmente sulle compagini frammentate
Dolus futurus non potest relitti: il dolo futuro non può essere perdonato
Dolo petis quod mox restiturus es: se c’è un adempimento dell’obbligazione
durante la pendenza, non si può ripetere la prestazione, perché questa è comunque
dovuta, anche se in un momento successivo.
Dolus bonus: è rappresentato icasticamente dalla finta esaltazione della bontà
straordinaria della propria merce da parte del venditore ambulante.
Dolus causam dans: è il dolo determinante, quello efficace ad incidere sulla
volizione altrui (a stipulare un contratto per esempio).
Dolus incidens: è quello che non è determinante al punto di risultare fondamentale
per la stipula di un contratto.
Domi leones, foris vulpes: uno spaccato della duplicità umana, leoni in casa, volpi
che fuggono, fuori.
Do ut des: la formula dell’opportunismo più manifesto. Dare con l’intento di
ricevere. Si allude alla permuta ossia ad uno scambio reciproco con vantaggio di
entrambi le parti.
Duabus sedere sellis: sedere su due sedie. Oggi l’ambiguità si indica dicendo di stare
con i piedi in due staffe
Dubia in meliorem partem interpretari debent: i casi dubbi debbono essere
interpretati nel modo meno gravoso
Dulcis in fundo: adagio medievale a significare una sorpresa finale, in senso ironico.
Ad esempio, una
pessima cena al ristorante con, dulcis in fundo, un conto
particolarmente salato.
Dum spiro, spero: finchè respiro, spero, ossia la speranza è l’ultima a morire.
Dura lex sed lex: il brocardo esalta il valore ed il ruolo della legge nella società,
anche se la sua applicazione può risultare severa ed onerosa. La legge, come è scritto
in molte aule dei nostri tribunali, e' uguale per tutti e pertanto deve essere osservata
dall’intera collettività anche se il rispetto di essa dovesse risultare particolarmente
duro per il singolo.
E
Eius nulla colpa est, cui parere necesse sit: non incorre in una colpa chi è obbligato
ad obbedire
Eius est tollere legem, cuius est condere: il legislatore ha il potere di creare la legge
come anche di rimuoverla
Emptio rei natae: vendita dei frutti, se questi sono prodotti, venuti in essere
E pluribus unum: “uno tra i tanti”, a sottolineare un forte legame di solidarietà. La
frase compare nello stemma degli Stati Uniti d’America ed in alcune monete quale
simbolo del patto federativo.
Erga omnes: verso tutti. Soprattutto nel diritto del lavoro si e soliti parlare di
contratti erga omnes ossia che producono od estendono i loro effetti verso l’intera
categoria di lavoratori di quel comparto, a differenza ed in contrapposizione con i
contratti individuali oppure riferibili a determinate categorie di lavoratori o a specifici
livelli.
Errare humanum est, perseverare (autem) diabolicum: errare e umano,
perseverare e diabolico. Brocardo attribuito a S.Agostino; in campo giuridico
evidenzia la pericolosità sociale dei comportamenti recidivanti, reiterati, disciplinati
dall’articolo 99 del nostro codice penale. Gli inglesi dicono “to err is human to
forgive divine”, ossia errare è umano, perdonare è divino.
Error in persona: errore sulla identità o qualità di una persona (Ex: ho pagato la
parcella a quello che pensavo fosse il primario invece era un infermiere!).
Error in quantitate: errore posto in essere sulla quantità della prestazione;
(consegnare cento litri di vino anziché i mille pattuiti).
Error in substantia: è l’errore che incide sulla qualità di una cosa (consegnare aceto
anziché vino, come concordato).
Error iuris: errore di diritto. L’ordinamento vigente lo rende scusabile solo se e
l’elemento unico o determinante di una certa attività giuridica. Esso è annoverato
come una delle cause che rendono praticabile la revocazione straordinaria di una
sentenza (confronta articolo 395 C.p.c.).
Espressis verbis: con parole espresse, chiare
Est modus in rebus: è necessaria una certa misura nelle cose. Gli eccessi nel diritto
vengono spesso sanzionati, come ad esempio nella legittima difesa allorché questa
risulta sproporzionata alla offesa o alla minaccia ricevuta.
Et cetera: e le rimanenti cose. Utile locuzione per chiudere, in modo indefinito, una
elencazione di cose.
Ex abrupto: all’improvviso, inaspettatamente. Nel lessico giuridico la locuzione si
utilizza per sottolineare anche discorsi o interventi imprevisti.
Ex aequo: indica situazione di parità, come in occasione di conferimento di premi
Ex cathedra: l’atteggiamento di chi si sente professore. Parlare ex cathedra significa
porsi dall’alto in basso nei confronti degli interlocutori. Nell’ambiente ecclesiastico
sottolinea l’infallibilità del pontefice.
Ex factu oritur ius: il diritto nasce dalle circostanze di fatto
Excursus: il termine viene generalmente utilizzato come sinonimo di digressione, per
illustrare le fasi o l’evoluzione di una determinata situazione, della quale si tracciano
le linee fondamentali.
Excusatio non petita, accusatio manifesta: adagio di origine medievale. Chi si
scusa senza essere stato accusato, manifesta il proprio senso di colpevolezza. Una
scusa non richiesta equivale ad una accusa manifesta, questo il nocciolo di un motto
latino che risulta valido ancora oggi nelle sue componenti comportamentali e
psicologiche. In effetti chi tende a giustificarsi prima ancora di essere accusato,
spesso tradisce il proprio disagio interiore, rasentando o anticipando una confessione.
Ex nominatione: riguarda il termine, va conteggiato in questo caso a mese e non a
giorni.
Ex numeratione dierum: il termine scade nel giorno corrispondente del mese
iniziale
Ex nunc, “da ora”, ossia con efficacia da questo momento.
Extrema ratio: la soluzione estrema per un problema.
Ex tunc: “da allora” ossia con efficacia retroattiva; in contrapposizione a Ex nunc,
“da ora”, ossia con efficacia da questo momento
Evictio: evizione. Nel contratto di compravendita il venditore deve garantire
l’acquirente, oltre che dai vizi della cosa, anche dai rischi dell’evizione, ossia dalle
pretese di un terzo sul possesso della cosa venduta.
F
Faber est suae quisque fortunae: ciascuno è artefice della propria fortuna.
Fac simile: “fai la cosa in modo similare”; indica un modulo, un esempio, simili al
vero. Ai tempi del liceo si studiavano fac, dic, duc e fer , come i quattro imperativi
monchi. La dicitura compare sulle schede elettorali distribuite nella fase di
propaganda prima del voto.
Facta probantur, iura deducuntur: i fatti si provano, il diritto si applica e si deduce
Facultativis non datur praescriptio: alle facoltà non si applica la prescrizione, ossia
la perdita di un diritto a seguito di inerzia continuata per un certo periodi tempo.
Falsus procurator: il negozio posto in essere da chi non possiede una valida procura
è inefficace ma può essere ratificato.
Fas est et ab hoste doceri: è possibile imparare anche dal nemico. Roma è diventata
grande anche per aver saputo cogliere e far proprie le attività virtuose dei propri
nemici.
Favor testamenti: rispettare quanto più possibile, in sede interpretativa di atti e
documenti, la volontà del testatore.
Festina lente: un ossimoro che andrebbe sempre considerato, vista la vita accelerata
che si tende a condurre in questo terzo millennio. Dallo storico Svetonio è attribuita
all’imperatore Augusto.
Forma mentis: modo di vedere, impostazione mentale
Frangar non flectar: sarò spezzato, non sarò piegato.
Fructus non intelliguntur nisi deductis impensis: nella restituzione dei frutti vanno
dedotte le spese sostenute per la loro raccolta.
G
Gaudeamus igitur iuvenes dum sumus: canto goliardico inneggiante alla bellezza
della gioventù, “godiamo finchè siamo giovani” perché nel prosieguo della vita i
piaceri non saranno vissuti con la stessa intensità.
Genius loci: il genio, il lume che protegge un certo luogo.
Genus numquam perit: aforisma giuridico che afferma che l’obbligazione di cose
fungibili è sempre possibile. Il denaro, bene generico per eccellenza, può essere
sempre restituito. Contrariamente ad un quadro di un determinato pittore, che, se
danneggiato o distrutto, non può essere restituito in forma specifica ma solo per
equivalente
Graecia capta cepit Romam: la Grecia conquistata conquistò Roma. Questo il più
grande merito di Roma: aver preso il meglio dalle popolazioni sottomesse, e la Grecia
conquistata portò a Roma le forme più alte della civiltà.
Gratis et amore dei: sottolineatura di una attività per la quale non si è visto alcun
compenso, solo un rapido ringraziamento.
Gutta cavat lapidem: Lucrezio nel De rerum natura sembra sottolineare la preziosa
forza della tenacia, quella stessa che permette ad una piccola goccia di scavare anche
la pietra più dura.
H
Habeas corpus: é l’abbreviazione di habeas corpus ad subiciendum (che tu abbia la
piena potestà del tuo corpo). La locuzione viene dal diritto anglosassone e si riferisce
ai diritti fondamentali della libertà personale, spesso ignorati o calpestati nei periodi
oscuri del medioevo.
Habemus papam: la formula che saluta l’elezione di un papa, accanto alla fumata
bianca. Si usa spesso anche per sottolineare l’individuazione di una soluzione, spesso
sofferta.
Hic et nunc: qui e ora, ossia immediatamente.
Hic manebimus optime: qui rimarremo ottimamente, questo avrebbe affermato un
soldato romano, in prossimità della curia, dopo l’incendio dei Galli del 390 a.C.
Hic sunt leones: qui ci sono i leoni, sono quindi terre non civilizzate dove l’uomo
non ha ancora messo piede. Il termine veniva utilizzato nelle carte geografiche
antiche per indicare territori inesplorati.
Hoc erat in votis: la realizzazione di un sogno, di un desiderio, quasi voluta dal
destino. Orazio così manifesta il piacere di poter dimorare in una villa nella Sabina
donatagli da un amico.
Homo homini lupus: fulcro della filosofia di Hobbes sulla necessità che i rapporti tra
gli individui siano regolati da una autorità sovrana. La menzione originaria si trova
nell’Asinaria di Plauto ed equipara sostanzialmente le relazioni tra gli uomini a quelle
tra i lupi.
Homo nascitur ad laborem: l’uomo è destinato a lavorare
Homo novus: così era definito colui che percorreva il cursus honorum, che ricopriva
cariche pubbliche senza avere alle spalle parenti che avevano amministrato la res
publica.
Homo proponit, Deus disponit: l’uomo prepara gli eventi, ma è la divinità a
deciderli.
Honòris causa/ad honòrem: motivata dall’onore, dal valore dell’attività svolta. Il
termine si abbina prevalentemente alla concessione di una laurea giustificata dai
meriti speciali del destinatario. Ad esempio un attore come Benigni, grande
conoscitore di Dante, è risultato meritevole, per qualche ateneo, di una laurea ad
honorem in lettere.
Honos habet onus: onori ed oneri vanno di pari passo e così ogni carica comporto il
suo peso
Horresco referens: l’inorridire, di sdegno o di altro sentimento negativo,
raccontare un episodio particolarmente duro.
nel
I
Ibis redibis non morieris in bello: esempio dell’ambiguità dei brocardi; infatti a
seconda del posizionamento della virgola il senso della frase cambia completamente
passando dal positivo “andrai tornerai, non morirai in guerra” al negativo “andrai,
non tornerai, morirai in guerra”.
Ictus: termine usato in medicina. Un tempo si diceva “il colpo”; oggi ci si riferisce ad
una occlusione di una arteria dovuta ad embolo o ad altra causa.
Ignorantia legis non excusat: L’ ignoranza della legge non scusa. E’ uno dei
principi fondamentali del nostro ordinamento, in base al quale nessun cittadino può
invocare, con particolare riferimento al diritto penale, la non conoscenza di una legge
o di una prescrizione, per eluderne l’applicazione. Il rigore di tale principio e' stato
temperato dalla storica sentenza della Corte Costituzionale n.364 del 1988, che ha
considerato tale ignoranza scusabile in presenza di un difetto di adeguata
pubblicizzazione della legge, che risulterebbe pertanto non applicata perché non
conosciuta. Questo antico brocardo si ricollega al dibattito circa la validità degli
strumenti posti a disposizione del cittadino per conoscere adeguatamente la
legislazione vigente.
Illic et immediate: subito ed immediatamente
Imprimatur: si stampi, questo il sigillo dell’autorizzazione ecclesiatica alla stampa
di un libro..
In articolo mortis: in punto di morte
In dubio pro reo: fondamento del diritto penale italiano; è il principio di massima
garanzia per i cittadini: non si può essere condannati fin tanto che esista un dubbio
sulla colpevolezza dell’imputato.
In camera caritatis: lontano da occhi indiscreti. Nella stanza dove si gestiva il potere
e la carità ad esso correlata. In forma privata.
In cauda venenum: il veleno è nella coda, meglio gioire a cose finite.
Incohatio delicti: l’inizio dell’esecuzione dell’attività criminosa
Index animi sermo: le parole rivelano le intenzioni più intime di una persona
In extrèmis: negli ultimi attimi di una data situazione. Oggi molto usato nel
linguaggio calcistico, per indicare il fine partita.
In fìeri: in divenire, in potenza, detto di un progetto o di una cosa ancora non
delineata o realizzata ma che sta prendendo forma.
Infra: "sotto", usato in citazioni e rimandi, indicati nella parte inferiore della pagina
In fraudem vero qui salvis legis verbis sententiam eius circumvenit: indica chi
agisce per eludere la legge.
Iniuria non excusat iniuriam: l’ingiustizia non giustifica l’ingiustizia e nessuno può
farsi giustizia da sé; si tratterebbe di un pericoloso “esercizio arbitrario delle proprie
ragioni”.
In incertam personam: rappresentanza innominata
Incidenter tantum: detto per inciso.
Incivile est, nisi tota lege perspecta, una aliqua particula eius proposita indicare
vel rispondere: l’interpretazione di una norma non può essere avulsa dal quadro
complessivo vigente rappresentato dall’ordinamento giuridico.
Indigno aufertur hereditas: l’eredità viene tolta all’indegno
In hoc signo vinces: “sotto questo segno (la croce) vincerai”; questa la scritta che
sarebbe apparsa in sogno a Costantino la notte precedente alla vittoriosa battaglia di
Ponte Milvio contro Massenzio
In limine: sul limite, sul confine iniziale. Il termine introduce una prima valutazione
che precede l’esame più ampio e profondo di una questione. Equivale a dire “in via
preliminare”.
In medio stat virus: Aristotele diceva che nella via di mezzo si ritrova la virtù.
In pectore: il termine nasce in ambito ecclesiastico e si riferisce alla possibilità che il
pontefice nomini un cardinale senza correlata attribuzione di funzioni. Nel linguaggio
politico amministrativo la locuzione è usata per dare per sicura una nomina riferita ad
una certa persona “papabile”.
In re ipsa: il significato, il valore, di una cosa è insito (inest) nella cosa stessa.
Insalutato ospite: senza salutare l’ospite, a sottolineare una conflittualità o una
avversità palpabile
In subiecta materia: nella materia trattata
Intelligenti pauca: alla persona intelligente servono poche parole per comprendere;
oggi si dice “ a buon intenditor poche parole”
Inter nos: tra di noi, a ribadire la confidenza in un gruppo ristretto ed affidabile.
Inter proximos fraus facile praesumitur: negli atti tra parenti è facile presumere la
frode
Interpretatio contra stipulantem: nel dubbio le clausole contrattuali sono
interpretate contro chi le ha predisposte.
Interusurium: il vantaggio di chi riceve la prestazione prima del dovuto
Intuitu personae: sono i negozi nei quali ha particolare rilevanza la persona, con le
sue doti umane e professionali (intuitus).
In vino veritas: i poteri disinibitori del vino erano certamente conosciuti anche nel
mondo romano ove non mancavano simposii e pranzi luculliani, nel corso dei quali
spesso potevano fuoriuscire verità di ogni tipo.
Ioci causa: dichiarazione “per ischerzo”, per motivo di gioco.
Ipse dixit: in forma lapidaria si enfatizza l’autorevole intervento di una persona.
Iura in re: i diritti reali, ossia diritti sulla cosa. Proprietà, uso, usufrutto etc.
Iura in re aliena: diritti su cosa altrui (Superficie, enfiteusi, uso, locazione). In
contrapposizione alla proprietà, diritto sulla cosa propria.
Iura novit curia: “la curia conosce il diritto”. L’ordinamento giudiziario italiano si
basa sul presupposto che il giudice, il tribunale, la magistratura tutta, conoscano, in
via generale, la normativa vigente, e nello specifico, il diritto da applicare al caso in
trattazione. In altri ordinamenti e' invece cura ed onere delle parti indicare alla curia
le disposizioni da applicare alla questione posta all’attenzione di chi giudica. I giudici
conoscono le leggi, per cui non è necessario indicare ad essi il contenuto di talune
disposizioni ed allegarne i testi.
Iurisdictio: insieme alla legislatio (potere legislativo) ed alla administratio (potere
amministrativo), la iurisdictio (potere giudiziario), esercitata dai magistrati,
costituisce una delle funzioni cardine dell’ordinamento. La separazione delle tre
funzioni sarà considerata dagli illuministi un fondamento ineludibile per il
mantenimento della democrazia.
Iuris effectus in executione consistit: una verità di cui i giuristi spesso si
dimenticano è quella che riguarda il valore e l’efficacia di una legge che si misura
con la sua esecuzione in concreto
Iuris et de iure: il termine è riferito alla presunzione che non ammette la prova
contraria.
Iuris ignorantia nocet, facti ignorantia non nocet: quella che nuoce è la ignoranza
di diritto, non quella di fatto
Iuris tantum: il termine è riferito alla presunzione che ammette la prova contraria
Ius: il diritto, correlato al significato di iustitia, nel mondo latino rappresentava un
concetto etico religioso ed i primi esperti di diritto non a caso erano sacerdoti.
Ius disponendi: diritto di disporre.
Ius excludendi alios: l’esclusività sulla cosa, legittima il titolare della proprietà ad
escludere gli altri da qualunque diritto sulla stessa.
Ius poenitendi: diritto di recesso
Ius primae noctis: diritto della prima notte, “droit du seigneur” in francese. Pare
spettasse al feudatario in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba.
Ius publicum est quod ad statum rei romane spectat, privatum, quod ad
singulorum utilitatem: millenaria, ma concisa ed efficace questa distinzione tra i
concetti di diritto pubblico e diritto privato.
Ius sanguinis: criterio adottato in Italia con la legge 91 del 1992 in tema di
cittadinanza; si è cittadino italiano se si è figli di madre italiana.
Ius soli: criterio in uso in alcuni Paesi latini, per cui si è cittadini se si è nati nel
territorio dello Stato.
Ius superveniens: il diritto sopravveniente è applicabile, con efficacia retroattiva,
alle controversie ancora pendenti al momento della sua entrata in vigore.
Iuxta alligata et provata partium: decisione del giudice basata su prove proposte
dalle parti.
L
Lapsus calami: errore di penna non voluto dall’autore dello scritto; lapsus linguae è
invece l’errore della parola; tra non molto forse si palerà di lapsus tastierae, ossia di
un errore di digitazione della tastiera del computer, oppure di un “lapsus mousei”,
riferendoci ad un movimento errato con il mouse del Pc.
Latinorum: il latino usato erroneamente, fuor di luogo e alterato nella forma. Un
genitivo plurale che appare privo di spiegazione. Renzo Tramaglino “nei Promessi
Sposi” manzoniano urla a Don Abbondio che non sa che farsene del suo Latinorum.
Lato sensu: “in senso lato”, sottende l’interpretazione ampia, estensiva di una norma.
Leges ab omnibus intellegi debent: le leggi debbono essere comprese da tutti
Legibus solutus: al di sopra delle legge, indipendente dalle leggi. Nessuno può
essere considerato tale. Qualcuno oggi, come i monarchi assoluti del passato,
vorrebbe non sottostare alle regole comuni.
Lex loci contractus: la legge del luogo in cui il contratto è concluso
Lex posterior derogat priori: la legge successiva deroga alla precedente. Già nella
Legge delle XII Tavole il contrasto tra due leggi vigenti si risolveva a vantaggio della
legge posteriore che espressamente o implicitamente derogava alla precedente.
Lex rei sita: criterio che applica la disciplina del luogo ove la cosa è oggetto di
possesso o di proprietà.
Lex specialis posterior derogat generali: una legge speciale posteriore può derogare
ad una legge generale precedente.
Locus regit actum: criterio per cui si applica il principio di territorialità, la disciplina
del luogo ove l’atto è compiuto.
Longa manus: "lunga mano", si dice di
persona che agisce più o meno
nascostamente per incarico di altri.
Lucrum cessans: lucro cessante. Nel caso di un’ azione di risarcimento si richiede
all’inadempiente dell’obbligazione non solo il danno emergente ma anche il lucro
cessante, ossia il mancato profitto che il danneggiato avrebbe invece messo a frutto in
assenza dell’inadempimento.
Lucrum radicatum est quasi damnum: un guadagno mancato è quasi un danno
Lupus i fabula: l’arrivo della persona di cui si sta parlando
M
Magna negligentia culpa, magna culpa dolo: una grande negligenza equivale a
colpa mentre una grande colpa equivale a dolo
Maiora premunt: “incalzano cose di maggiore importanza”; un modo come un altro
per scantonare da un impegno invocando una problematica più seria.
Mala fides superveniens non nocet: la malafede va valutata all’atto dell’acquisto e
non in un momento successivo.
Mala tempora currunt: viviamo brutti tempi. Cambiano i tempi ma non l’abitudine
di lamentarsi del periodo e dei giorni nei quali si vive
Manus manum lavat:una mano lava l’altra, proverbio ripreso da Seneca e Petronio
che inneggia alla solidarietà ed alla collaborazione
Magister officiorum: il maestro degli uffici. Rappresentava il più alto funzionario, il
vertice dell’apparato burocratico dell’impero romano.
Mare magnum: soprattutto nella terminologia burocratica allude alla vastità delle
cose da fare….arretrato compreso.
Margaritas…. ante porcos: non date perle ai porci, questa l’esortazione del vangelo,
mettendo in guardia dalle reazioni di chi non sa apprezzare i doni ricevuti.
Mater certa est, pater numquam: l’adagio, di origine ignota, illustra con poche
parole la diversità dei genitori rispetto alla prole, relegando il padre ad una presenza
neanche certa rispetto all’atto di concepimento.
Medice cura te ipsum: “medico cura te stesso”; come dire che la bravura di un
medico si vede da come egli sa provvedere al suo stato di salute.
Melius abundare quam deficere: è preferibile abbondare piuttosto che essere
risicati. Questo non vale sempre: da evitare nella salatura delle pietanze in cucina.
Melius est ius deficiens quan ius incertum: la saggezza latina diceva che è
preferibile non avere alcun diritto che averne uno incerto.
Melius est non solvere quam solutum ripetere: un suggerimento che attraverso i
secoli è quello chè “è meglio non pagare piuttosto che richiedere quanto pagato”
Memento Audere Semper: l’audacia come modus vivendi. Era l’acrostico di
Gabriele D’Annunzio usato anche per i MAS, missili anti sommergibile.
Memento mori: ricordiamoci che non siamo immortali e dobbiamo morire.
Metus ab estrinseco: timore che nasce dalle minacce altrui
Metus ab intrinseco: timore di minaccia da parte delle forze naturali che spinge al
negozio
Metus reverentialis: timore reverenziale che trova fondamento nel prestigio,
nell’autorevolezza o nella carica dell’interlocutore.
Miles gloriosus: il soldato vanitoso prototipo di millanteria senza fondo. Il
Pirgopolinice (in greco “vincitore di molte città”) della omonima commedia plautina.
Minus habens: un incapace, poco sveglio e poco dotato di testa
Miscere sacra profanis: “gioca coi fanti ma lascia stare i santi” era il detto popolare
romano che esortava a non fare commistione tra cose sacre e cose profane o
comunque di poca rilevanza
Miser contribuens plebs: povero il popolo, nella veste di contribuente, costretto a
pagare le tasse
Modus vivendi: stile di vita
More solito: secondo l’uso consolidato
More uxorio: espressione che indica la condizione di due persone, che vivono come
se fossero marito e moglie. Anche il legislatore italiano ha preso in considerazione i
rapporti giuridici correlabili a questa condizione (Pacs, Dico).
Mors tua vita mea: morte tua salvezza mia…nei casi in cui c’è spazio per uno solo e
l’altro deve soccombere. E’ sinonimo di una lotta al coltello.
Mortis causa: sono i negozi, come le istituzioni di erede o di legato, correlati
imprescindibilmente all’evento morte. Il contrario è rappresentato dagli atti inter
vivos.
Motu proprio: di propria iniziativa. Formula usata prevalentemente in riferimento ai
decreti emanati dal Presidente della Repubblica destinati a conferire onorificenze.
Mutatis mutandis: mutato tutto ciò che va cambiato; si usa quando si vuole
rapportare due situazioni che hanno aspetti in comune ma anche dimensioni o ambiti
che li differenziano.
N
Ne bis in idem: non due volte sulla stessa cosa. Il diritto processuale italiano
richiama il principio del diritto romano che sottolineava la illiceità, per i giudici, di
pronunciarsi due volte sulla medesima questione. Tali pronunce, in ipotesi diverse
sullo stesso oggetto, andrebbero ad intaccare il principio supremo della certezza del
diritto. Il divieto del “bis in idem” non contraddice invece col sistema del doppio
grado di giudizio, essendo interessati giudici di diverso rango istituzionale.
Nec audio nec video: concetti base dei comportamenti omertosi do ogni tempo
Nec vi nec clam: né con la violenza né in modo clandestino. Nella prescrizione
acquisitiva o usucapione, il requisito del possesso continuato della cosa deve essere
accompagnato dalla assenza di violenza e di clandestinità.
Negotiorum gestio: gestione degli affari altrui. Si tratta di una obbligazione senza
preventivo mandato, in base alla quale un soggetto inizia una attività utile (utiliter
coeptum) per gli affari altrui.
Negotium :é la negazione dell’ozio (nec otium) ed in tal senso giustifica il significato
moderno del termine riferito ai locali adibiti ad attività commerciale. Riferito al
mondo del diritto, il negozio giuridico, secondo la impostazione di un insegnamento
universitario costante, è da intendersi qualunque manifestazione di volontà alla quale
l’ordinamento giuridico ricollega effetti giuridici.
Negotium mixtum cum donatione: vendere per liberalità ad un prezzo irrisorio
equivale ad abbinare al sinallagma tipico della compravendita una componente di
liberalità
Neminem laedit qui suo iure utitur: non danneggia nessuno chi esercita un proprio
diritto
Nemini res sua servit: nessuno può avere un diritto di servitù sulla cosa propria.
Nella disciplina delle servitù prediali, fondo dominante e fondo servente non possono
appartenere alla stessa persona; in tal caso si verifica l’istituto della confusione, con
identità di titolarità dei fondi e conseguente venir meno della servitù.
Nemo ad factum cogi potest: è un generico divieto all’esercizio arbitrario delle
proprie ragioni. Il brocardo, riferito alla indipendenza di un’obbligazione, sottolinea
come ci si debba rivolgere al giudice per il risarcimento del danno e non si possa
costringere il debitore ad una determinata attività.
Nemo invitus donat: nessuno dona senza volerlo
Nemo plus iuris quam se ipse habet transferre potest: nessuno può trasferire di più
di quanto egli stesso possiede.
Nemo potest alicui laedere: “nessuno può recar danno al prossimo”. principio
cardine del nostro ordinamento civilistico. La responsabilità Aquiliana o
extracontrattuale determina la responsabilità di chi ha cagionato il danno rispetto al
danneggiato e l’obbligo di risarcimento del danno (Art.2043 c.c.)
Nemo testis in causa propria: nessuno può essere testimone in una causa in cui è
parte
Ne ullus: nullo; a significare che un negozio giuridico affetto da nullità è insanabile
ed è come se non fosse mai stato posto in essere.
Nihil obstat quominus imprimatur, questa la frase latina che indica nella sua
interezza che “non ci sono ostacoli alla pubblicazione”. E’ la formula autorizzatoria
alla stampa di un testo, sorta in ambito canonico e riferita agli scritti firmati da
religiosi.
Noli me tangere: non voglio che tu mi tocchi, non mi toccare; questa le parole rivolte
da Cristo dopo la resurrezione a Maddalena perché ancora non era salito al cielo.
Molti pittori hanno dedicato la loro opera alla rappresentazione di questo episodio
delle sacre scritture.
Nomen iuris: la categoria giuridica dalla quale si evince la disciplina da applicare.
Nomen omen: nel nome c’è già il destino di una persona; questa la convinzione degli
antichi romani e questo il motivo che spinge ancora oggi a dare ai propri figli nomi
beneauguranti, come Felice, Fortunato etc. Si trova anche in forma plurale: nomina
sunt omina.
Non olet: non ha odore (il denaro), questa la risposta dell’imperatore Vespasiano a
chi gli rimproverava di aver messo una tassa sull’orina.
Non omnis moriar: non morirò del tutto, questa la convinzione di Orazio riferita agli
artisti che meriteranno il dono dell’immortalità.
Non plus ultra: non più oltre. La scritta che segnava il limite geografico dei territori
conosciuti, le famose colonne d’Ercole coincidenti con l’attuale stretto di Gibilterra.
Il termine si usa anche per indicare il meglio del meglio, ossia qualcosa rispetto alla
quale non c’e più nulla di ulteriore.
Nosce te ipsum: versione latina del conosci te stesso socratico, inciso nel greco
originario anche sul tempio di Delfi.
Noxa caput sequitur: il danno segue il capo(famiglia). Si riferisce al “principio di
nossalità” per cui, in epoca arcaica, la responsabilità penale per i fatti commessi da un
figlio o da un liberto, ricadevano automaticamente nella sfera del capofamiglia. Nel
nostro ordinamento la responsabilità penale è personale. Il principio di nossalità si
ricollega in un certo qual modo al principio della responsabilità oggettiva, applicabile
nel diritto civile ed in misura sicuramente meno rigorosa.
Nulla poena sine lege: quintessenza del principio di legalità che ispira il nostro
ordinamento penale. Nessuna pena può essere inflitta se non prevista dalla legge.
Nullum crimen, nulla poena sine lege: nessun crimine, nessuna pena senza che lo
preveda la legge. Il principio di legalità previsto dall’articolo 25 della nostra
Costituzione e dall’articolo 1 del codice penale, nel prevedere che nessuno possa
essere punito se non in base ad una specifica norma di legge, costituisce una delle
massime garanzie per i cittadini
Numerus clausus: il numero chiuso indica un insieme di elementi ai quali, in modo
categorico, non ne possono essere aggiunti degli altri. Il numero chiuso non consente,
in definitiva, ulteriori accessi ad un elenco, che risulta tassativo e tipizzato.
Nunc et numquam: ora o mai. Invito all’estremo tentativo
Nunc et semper: ora e sempre
Nuncius: colui che trasmette materialmente la dichiarazione altrui. Non c’è
rappresentanza.
O
Obtemperandum est consuetudini rationabili tamquam legi: si devono osservare
nello stesso modo tanto le leggi che le consuetudini ragionevoli
Obtorto collo: con il collo ritorto; espressione presente in numerose opere letterarie
latine che indica un’azione sopportata o posta in essere controvoglia. Questo ablativo
di modo mostra fisicamente l’atto di subire (o mal sopportare) cose imposte e non
condivise né apprezzate.
Occasio facit furem: l’occasione fa l’uomo ladro.
Omissis: “tralasciati, omessi volutamente” alcuni passi o alcune parti di un testo, per
lo più normativo
Omisso medio: saltato un grado intermedio
Omnia munda mundis: tutto è puro per i puri; le parole di S.Paolo sono messe da
Manzoni in bocca a Padre Cristoforo alla presenza di Fra Fazio.
Omnia probant quod non singola: tutte le circostanze provano ciò che non prova la
singola
Onus probandi incumbit ei qui dicit, non ei qui negat: l’onere della prova grava su
chi agisce (attore) non su chi si difende (convenuto). Il principio ispira ancora oggi il
nostro diritto processuale.
Ope legis: per opera della legge. Indica in maniera generalizzata, chiara, sintetica ed
evidente tutti gli effetti riconducibili alla forza della legge.
Optimum odor in corpore est nullus: il miglior odore del corpo è quello naturale, lo
diceva Seneca duemila anni fa.
Optio unico actu consumitur: l’opzione, la scelta tra due possibilità, si consuma in
unico atto
Orribile dictu, visu: orribile a dirsi, a vedersi, esclamazione particolarmente incisiva
allora come oggi.
Ostracismus: ostracismo. Era l’esilio decennale al quale venivano condannati i rei di
attentato alla costituzione. La radice “ostracon” (coccio) e giustificata dal fatto che i
voti per tale pena venivano solitamente scritti su cocci.
O tempora o mores: locuzione ciceroniana con la quale oratore arpinate, attaccando
la congiura di Catilina, stigmatizza la decadenza dei costumi.
P
Pacta semper servanda sunt: i patti, gli accordi, devono sempre essere rispettati, sia
che riguardino gli individui e sia che si riferiscano alle relazioni tra Paesi diversi. Il
principio, nel sottolineare la rilevanza della parola data e del consenso manifestato tra
le parti, rappresenta altresì un sostegno fondamentale alla certezza dei rapporti
giuridici quale bene di prima grandezza nella vita di una comunità. Si tratta di una
norma di carattere generale, che riguarda tanto i rapporti tra individui che quelli tra
nazioni, è attribuita ad Ulpiano.
Pactum de colpa lata non praestanda: il patto di non rispondere per colpa grave
Pactum de non alienando: il patto di non vendere.
Pactum disciplicentiae : anche nel mondo romano esisteva la clausola “soddisfatti o
rimborsati”. Infatti, nel caso di non gradimento della merce da parte dell’acquirente,
grazie al pactum disciplicentiae era possibile restituire al venditore l’oggetto
comprato ed ottenere indietro il prezzo pagato. Tale formula di garanzia non e'
dissimile da quella utilizzata oggi nelle vendite per corrispondenza e nelle vendite
televisive, regolate dall’apposita legge 50 del 15 gennaio 1992.
Panem et circenses: Giovenale inquadra le esigenze fondamentali del popolo
romano, pane e divertimenti. E’ cambiato qualcosa da allora? Anche oggi si parla e si
segue molto di calcio, si pensa alla propria economia familiare, ma non si va oltre.
Peccato!
Parva res: piccola cosa. Con tale terminologia si vuole sottolineare la pochezza, la
irrilevanza della cosa trattata, talora anche ai fini dell’impegno per essa richiesto.
Piccola problematica, tema di poco conto.
Par condicio: condizione di parità che significa anche pari opportunità
Pater familias: nel diritto romano era colui che, non avendo ascendenti maschili,
esercitava il diritto di proprietà sulla casa. L’espressione risente del genitivo greco.
Pauper ubique iacet: il povero soccombe ovunque e comunque; amara
considerazione socio-esistenziale di Ovidio.
Pax Romana: la pace e la civiltà che i Romani riuscirono a portare tra i barbari…
Per aspera ad astra: alle grandi conquiste da sempre si arriva attraverso
impegni faticosi
Periculum in mora: è il “pericolo nel ritardo”, che sussiste nel tempo intercorrente
fra la presentazione di un ricorso e la decisione sullo stesso. Sulla base di questo
pericolo si può chiedere al giudice un provvedimento di urgenza (esempio art.700
cpc), affinché la sentenza finale non sia vanificata dall’avverarsi del pericolo
ventilato.
Pessima tempora, plurimae leges: l’ipertrofia normativa, le troppe leggi sono un
segno di un pessimo ordinamento che penalizza i cittadini
Plagium: secondo il diritto romano era il reato commesso da chi rendeva un soggetto
in schiavitù e per il quale era prevista la pena di morte. Oggi il plagio è inteso come
stato di schiavitù psicologica. La Corte Costituzionale, con sentenza 96 del 1981 ha
dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma penale che lo disciplinava
(art.603).
Plus dat qui cito dat: il valore del denaro, anche presso gli antichi, si accresce se il
pagamento viene effettuato più tempestivamente. I pagamenti differiti depauperano il
valore del denaro.
Plus dixit quam voluti: siamo nel campo dell’interpretazione di una legge, nella
quale il legislatore sembra aver detto più di quello che voleva dire.
Plus valet quod agitur quam quod simulate concipitur: l’ordinamento attribuisce
maggior valenza al negozio dissimulato che non a quello simulato.
Poena maior absorbet minorem: la pena maggiore assorbe quella più leggera
Pollice verso: gli spettatori delle cruente esibizioni negli anfiteatri dell’antica Roma
spesso con il pollice verso il basso manifestavano il diniego della grazia o della
sopravvivenza al gladiatore perdente, ma il pollice che contava era ovviamente quello
dell’imperatore.
Pondere, numero, mensura consistunt: definizione delle cose fungibili, come il
denaro.
Post coitum omne animal triste est: considerazione attribuita ad Aristotele, in base
alla quale dopo il rapporto sessuale ogni essere animale, uomo compreso, è triste.
Prima digestio fit in ore: la prima digestione avviene nella bocca, un precetto
medico particolarmente indicato per quanti mangiano in fretta e trangugiano i cibi
senza la debita masticazione.
Prima facie: prima vista. La lettura di un testo giuridico prima facie può consentire
alcune riflessioni ma una valutazione compiuta dello stesso non può che aversi dopo
un’analisi approfondita del documento.
Primus inter pares: primo tra persone di pari dignità, come il presidente del
consiglio italiano rispetto agli altri ministri che compongono il governo.
Prius tempore potior iure: letteralmente “primo nel tempo, più forte nel diritto”. La
frase esalta il valore del tempo nei rapporti giuridici, abbinando un diritto più solido
ad una priorità temporale. E’ la situazione giuridica che si viene a determinare
ogniqualvolta si forma una coda di persone, nell’ambito della quale colui che e'
arrivato per primo, o che comunque precede, ha diritto al servizio per il quale si e' in
fila, prima degli altri che seguono, che potrebbero non arrivare ad ottenere il servizio
erogato.
Pro captu lectoris habent sua fata libelli: il successo di un libretto, di un testo, è
proporzionale alla capacità di comprendere del lettore. Attribuita a Terenziano.
Procurator in rem suam: tale figura si caratterizza per la procura che è conferita
anche nell’interesse del rappresentante.
Pro domo sua: solo per il vantaggio della sua casa. Titolo di un’orazione
ciceroniana, evidenza lo spirito utilitaristico che sottende.
Producta sceleris: i proventi del reato, la refurtiva del “colpo”
Pro forma: per la forma. Si usa ormai anche in italiano per indicare una pura
formalità. Un esame pro forma e quello in cui non c’e una vera selezione ma
costituisce una mera formalità per promuovere tutti.
Promoveatur ut amoveatur: “si promuova perché venga allontanato”.
Nelle
amministrazioni pubbliche e private tale tecnica di allontanamento “per merito” è
molto in uso ancora oggi
Propter necessitatem illicitum efficitur licitum: lo stato di necessità può rendere
lecito ciò che di norma è illecito
Prorogatio: proroga, differimento della scadenza di un termine.
Pro solvendo – pro soluto: Clausole tipiche della cessione del credito, a seconda che
il creditore cedente garantisca (pro solvendo) oppure no (pro soluto) il debito al
nuovo creditore.
Q
Quae tangi possunt: le cose corporali sono quelle che possono essere toccate
Quae temporalia ad agendum perpetua ad excipendum: l’eccezione di
prescrizione può essere proposta in ogni tempo
Quaestio facti: questione di fatto e non di diritto e pertanto non suscettibile di
controllo giurisprudenziale da parte della Corte di Cassazione.
Impone una
valutazione fatta caso per caso
Qui possidet, dominus esse praesumitur: si presume che il possessore sia il
proprietario.
Qui(d) pro quo: al posto di altra cosa. Indica equivoco o malinteso.
Quis custodies ipsos custodies?: chi custodisce i custodi; chi controlla i controllori?
Quisque (oppure quivis) de populo: uno qualsiasi del popolo. Indica una persona,
qualunque cittadino del popolo, della collettività, senza nessuna prerogativa; un
soggetto indefinito in grado oppure legittimato a svolgere una certa attività
Qui tacet consentire videtur, si loqui debuisset ac potuisset: la mancanza di un
dissenso espresso, lascia intendere un consenso, come nel caso dell’approvazione
silenziosa del mandante rispetto all’operato del mandatario. Una delle valutazione del
silenzio in campo giuridico (silenzio assenso, silenzio rifiuto).
Quod non est in actis non est in mondo: come a dire che la perdita di una prova ne
esclude l’esistenza
Quod principi placuit legis habet vigorem: letteralmente “ciò che è gradito al
principe ha forza di legge”. La storia ci insegna che questo è il rischio che corre un
popolo di fronte alla estrema arbitrarietà da parte di chi detiene il potere.
Quo utimur: “del quale facciamo uso”
Quo vadis?: questo l’interrogativo rivolto da Pietro, in fuga da Roma, al fantasma di
Cristo. Le parole dell’apostolo sono diventate poi il titolo dell’omonimo libro del
polacco Henryk Sienkievicz (1895).
R
Ratio legis : l’ intento, lo spirito della legge. Termine usato, spesso abusato; sta ad
indicare la causa socio-economica di una legge, il suo principio ispiratore, l’intento
del legislatore. E’ il principio che ha regolato una norma, la finalità ecnomico-sociale
da questa perseguita
Rebus sic stantibus: essendo le cose cosi. La frase, un ablativo assoluto, fotografa la
situazione giuridica esistente oppure, in senso più ampio la stato attuale delle cose.
Rectius: più correttamente.
Redde rationem: nel Vangelo di Luca, la richiesta di un rendiconto figura nella
parabola dell’economo infedele. Indica il momento della verifica.
Reformatio in peius: “riforma in peggio”. L’art. 597 del codice di procedura penale
prevede il divieto, per il giudice di appello, di riformare in peggio, quindi con una
pena più severa, quanto già deciso dal giudice di primo grado nei confronti
dell’imputato
Relata refero: “Riporto le cose (a me) riferite”. Nella pratica forense questo motto
medievale sta a precisare come le affermazioni riportate in aula siano state riferite da
altri. La formula risulta di una certa utilità per prendere una certa distanza e nel
declinare ogni responsabilità in ordine a cose che potrebbero non essere conformi alla
verità, ma comunque hanno un loro peso nella questione dibattuta.
Rem tene, verba sequentur: tieni la cosa (a mente), le parole seguiranno. Il brocardo
andrebbe ripetuto a quanti sono in procinto di sostenere un esame, a ricordare che chi
ha studiato non ha nulla da temere, le parole verranno fuori.
Repetitio indebiti: è la restituzione di quanto percepito indebitamente e costituisce
fonte di obbligazione.
Repetita iuvant: le cose ripetute giovano, sono utili. Già in epoca classica era
conosciuto anche l’analogo “bis reperita placent” …le cose ripetute due volte
piacciono.
Rerum suarum quilibet moderator et arbiter: ognuno è arbitro e controllore dei
propri beni
Res derelictae: le cose abbandonate, sono oggetto di occupazione, uno dei mezzi di
acquisto della proprietà a titolo originario.
Res distantes: nell’universalità di cose mobili non c’è coesione tra le cose.
Res inter alios acta tertio neque prodest neque nocet: di norma un rapporto
giuridico produce effetti solo tra le parti e non deve né avvantaggiare né nuocere ai
terzi.
Res iudicata: quando il contenuto di una sentenza non può più essere modificato da
altro giudice
Res iudicata facit de albo nigrum, originem creat, aequat quadrata rotundis,
naturalia sanguinis vincula et falsum in verum mutat: il brocardo indica la valenza
della cosa giudicata, che può addirittura equiparare le cose quadrate a quelle rotonde.
Res iudicata pro veritate habetur: va considerata come verità la cosa giudicata
definitivamente, ossia che non può essere modificata da altro giudice
Res nullius: la cosa di nessuno; è oggetto di acquisto a titolo originario come i pesci
del pescatore o la cosa rinvenuta per strada.
Res propria nemini servit: la cosa propria non può essere assoggettata a servitù; il
brocardo si applica alla disciplina delle servitù prediali
Resoluto iure dantis, resolvitur et ius accipientis: risolto il diritto di chi dà, si
risolve di conseguenza anche il diritto di chi riceve.
S
Salvis iuribus: é la formula d’uso che si utilizza di norma in calce ad una lettera
quando si vuole manifestare l’intendimento di avvalersi di ogni mezzo e procedura
per tutelare i propri diritti. La postilla latina corrispondente a “fatti salvi i diritti” che
solitamente i legali accompagnano ad un invito o ad un atto di significazione dai toni
moderati, spesso viene trascritta, anche da avvocati blasonati, erroneamente “salvis
Juribus”, dimenticando che il diritto, la giustizia e la norma, erano indicati nell’antica
Roma con il termine ius, dal quale derivano i termini di giurisprudenza, giurisperito
ed altro ancora.
Sed quis custodiet ipsos custodies? Chi sorveglia i sorveglianti, chi controlla i
controllori? Due interrogativi sempre validi nella sfera pubblica come in quella
privata.
Semel in anno licet insanire: una volta all’anno è lecito fare pazzie.(Seneca)
Semiplena probatio: il giudice può chiedere di perfezionare la prova addotta
Servitus altius non tollendi: una delle servitù prediali, attinenti cioè al fondo
(praedium); nello specifico si indica il divieto di elevare (una costruzione) oltre una
certa altezza.
Servitus civiliter exercenda est: la servitù deve essere esercitata con moderazione
Sesquipedalia verba: parole sesquipedali, ossia lunghe un piede e mezzo e quindi
troppo lunghe. Orazio usa questa locuzione riferendosi a quelli che usano parole
troppo auliche ed ampollose.
Sic stantibus rebus: in diritto indica la situazione esistente
Si quid universitati debetur singuli non debetur, nec quod debet universitas
singuli debent: i singoli sono irresponsabili per le obbligazioni assunte dalla persona
giuridica. Questo uno dei vantaggi collegati alla creazione delle società.
Simul stabunt, simul cadent: “insieme stanno, insieme cadono”. Esempio di latino
applicato ad una vicenda istituzionale moderna. Dopo la modifica dell’articolo 126
della Costituzione, si intende evidenziare che nel caso in cui il consiglio regionale
approvi una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Regione, ovvero
quest’ultimo si dimetta o venga rimosso, entrambi gli organi vengono
contestualmente a cessare dalle loro funzioni.
Si vis pacem para bellum: se vuoi la pace prepara la guerra; amara condizione sul
rapporto dell’uomo con i suoi simili.
Soluti retentio: il trattenimento di quanto ricevuto quale pagamento
Stabat mater: titolo del testo elaborato da Jacopone da Todi ispirandosi allo stare
della Vergine Maria presso la croce del figlio.
Status: qualità generica ricollegabile alla posizione dell’individuo nella collettività.
Lo status di cittadino comporta, ad esempio, tutta una serie di diritti e di doveri.
Status quo (ante): indica la situazione originaria, preesistente. Ritornare allo status
quo, o usare la formula statu quo, significa ripristinare la situazione giuridica o di
fatto che preesiteva rispetto ad un dato evento.
Stipulatio sorti et usurarium: la stipula del capitale e degli interessi. Era l’unica
pattuizione consentita nel diritto romano che comportasse la corresponsione degli
interessi passivi, sempre considerati al limite della legalità e della correttezza morale.
Stricto sensu: “In senso stretto”. Si tende ad usare questa locuzione quando si vuole
fare riferimento ad una interpretazione in senso rigoroso e restrittivo di un concetto o
di una norma di legge. Ad essa si contrappone l’altra locuzione “lato sensu”,
caratterizzata da un’interpretazione più ampia ed estensiva.
Sub iudice: sottoposta al giudizio del magistrato; dicesi di situazione pendente che
sarà resa definitiva solo dalla relativa sentenza.
Sui generis: “del tutto particolare” ovvero non inquadrabile in una categoria
considerata. Spesso si attribuisce all’espressione un significato negativo, nel senso di
sottolinearne la particolarità di rango inferiore rispetto ad una categoria.
Summum ius summa iniuria: l’applicazione rigorosa del diritto può portare
all’ingiustizia; aforisma attribuito a Cicerone.
Superiorem non recognoscet: non riconoscere un superiore equivale ad affermare la
propria autonomia ed indipendenza. Si dice di ordinamento originario quello non
soggetto a controlli o imposizioni da parte di un ordinamento superiore. Il tema si è
riproposto per l’Italia nel momento dell’ingresso in un ordinamento sopranazionale
come l’Unione Europea
Sursum corda: in alto i cuori! L’invito vale per tutti, soprattutto per i depressi e gli
indecisi,
ma
l’incoraggiamento
principalmente ai fedeli.
T
ha
radici
ecclesiastiche
essendo
rivolto
Tamquam non esset: come se una cosa, una circostanza, non esistesse
Tandundem eiusdem generis: l’obbligo del debitore a restituite la stessa quantità del
medesimo genere
Tantum iudicatum quantum litigatum. Tanto deve essere giudicato quanto è in
contestazione. Il giudice non deve decudere ultra petitum ma in base a quanto chiesto
(petitum)
Tempus regit actum: il tempo regola l’atto. Principio della massima importanza che
sottolinea come un atto, un provvedimento, una situazione giuridica, sia regolata
dalla normativa, dall’ordinamento, vigenti nel tempo in cui l’atto o la situazione sono
stati posti in essere
Tentare non nocet: tentare non nuoce.
Tertium non datur: terza possibilità non è data. Nei casi in cui vige il principio
dell’alternatività, per cui e possibile scegliere una sola delle due opzioni previste, non
è dato ricorrere ad un’altra via (ad alteram viam recursus non datur). Nei ricorsi
contro un provvedimento illegittimo della pubblica amministrazione, ad esempio, è
data la possibilità di rivolgersi al TAR competente (legge 1034 del 1971), oppure, in
alternativa, al Presidente della Repubblica (DPR 1199 del 1971), terze soluzioni non
sono prospettabili.
Testis unus testis nullus: un solo testimone equivale a nessun teste.
Transeat: “si vada oltre”, oggi prevale il significato di sopportazione di un
comportamento , come a dire “passi pure”…per questa volta
Tres faciunt collegium: tre persone costituiscono un collegio, una società valida
U
Ubi maior minor cessat: in presenza di chi vale di più o ha maggior potere, chi vale
di meno deve farsi da parte. Dove c’e il superiore l’inferiore deve cedere. Brocardo
rigoroso e fondamentale negli ordinamenti, come quelli militari oppure nella Pubblica
Amministrazione, ove vige la gerarchia, un principio ritenuto funzionale alla buona
organizzazione degli apparati istituzionali.
Ubi societas ibi ius: ogni aggregazione umana deve essere necessariamente regolata
da una serie di norme finalizzate a rendere pacifica la convivenza degli associati
Ultra vires: a differenza dell’erede, non risponde oltre le proprie “forze”, ossia i
propri beni, l’avente diritto per i debiti delle persone di cui si è dichiarata la morte
presunta. (Ricordarsi che Vis roboris = forza; vir viri = uomo)
Unicuique suum: a ciascuno il suo. Il motto, presente fin nel diritto Giustinianeo e
titolo di un famoso libro di Leonardo Sciascia, sottolinea la cosiddetta giustizia dei
beni ripartiti, in modo che ognuno possa avere quanto gli spetta.
Universitas facti: l’università di fatto, ossia più beni unificati dal proprietario, ad
esempio una biblioteca, o una pinacoteca.
Universitas iuris: l’università di diritto, ossia beni unificati in base al diritto, come
l’eredità.
Uno spiritu continentur: definizione delle cose semplici.
Urbi et orbi: alla città (di Roma) ed al mondo, ricorre nella benedizione papale
rivolta a tutti i fedeli.
Usque ad siderea usque ad inferos: la proprietà si intendeva in passato estendersi
dalle stelle agli inferi; ora tale concezione ha subito notevoli limitazioni.
Utile per inutile non vitiatur: le clausole nulle non sono valide, ma la restante parte
valida del negozio produce i suoi effetti, in base al principio della conservazione
degli atti.
Utiliter coeptum: attività iniziata utilmente, in particolare riferita alla negotiorum
gestio.
Utrumque ius: l’uno e l’altro diritto; ci si riferisce al diritto civile ed al diritto
canonico
V
Vacatio legis: si tratta del lasso temporale compreso tra la data della pubblicazione di
una legge sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e la data della entrata in
vigore della legge stessa. Questa “vacanza della legge” ai sensi dell’articolo 73 della
Costituzione e dell’articolo 10 delle Preleggi al codice civile, consta di norma in 15
giorni, ma è facoltà del legislatore determinare un periodo più breve, per questioni di
urgenza, oppure più lungo, imposto dalla esigenza di una migliore comprensione di
una legge che presenta contenuti particolarmente ampi.
Vendere fumum: vendere fumo, i millantatori esistevano ai tempi di Nerone ed
esistono anche oggi!
Venia aetatis: l’abbassamento dell’età. Istituto gia conosciuto nel diritto romano,
esistente ancora oggi nel nostro codice civile laddove si prevede l’abbassamento della
maggiore età (18 anni) ai fini coniugali.
Verbatim: letteralmente
Verba volant scripta manent: altro tassello della saggezza latina che sottolinea
l’indiscussa superiorità del valore delle cose scritte rispetto a quanto comunicato in
via orale, destinato a non lasciare traccia.
Versus: letteralmente “contro”, per lo più abbreviato in Vs; si usa ancora oggi per
indicare le parti di una causa. Esempio: Caio vs/ Sempronio.
Vexata quaestio: dibattuta questione. In sede di ricorso o di relazioni di carattere
giuridico si definisce vexata quaestio la tematica, la questione oggetto di conflittualità
o di intenso, e perlopiù controverso, dibattito.
Vim vi repelle licet: “è lecito respingere la violenza con la violenza” principio a
fondamento della legittima difesa, che deve essere peraltro proporzionata all’offesa
subita.
Vis absoluta: indica la violenza fisica che determina la non riconducibilità degli atti
compiuti alla persona oggetto di tale violenza.
Vis compulsiva: secondo il giurista romano Paolo essa consiste nella violenza
psichica, ossia nella minaccia di subire un male ingiusto.
Vitiatur et vitiat: se la clausola che contempla una condizione è viziata, l’intero
negozio è viziato.
Vitiatur sed non vitiat: si considera non apposta la condizione illecita.
Volenti non fit iniuria: non viene a determinarsi l’offesa se c’è il consenso
dell’offeso
Vox clamantis in deserto: voce nel deserto, ossia parole e consigli inascoltati.
Vox populi vox dei: voce del popolo voce di Dio. La voce, l’opinione, del popolo,
pur non avendo, a stretto rigore, una valenza giuridica, devono essere prese in
considerazione dal legislatore, dalle istituzioni e dai giudici.
Il latino nelle meridiane
Il termine non è certamente di grande uso ma la gnomonica è molto più vicina a noi
di quanto si possa pensare e può essere definita la tecnica di costruzione di quadranti
solari correlata all’uso di uno gnomone, ossia dello stilo che con la sua ombra è in
grado di fornirci con esattezza l’ora solare. In questa tecnica o scienza che dir si
voglia rientrano varie discipline tra le quali l’astronomia e la geometria, (combinate
nell’astrometria), la trigonometria e la sciografia, ossia la scienza che studia le
ombre.
L’intento di misurare il tempo rapportandolo alla posizione del sole fa parte
integrante dell’esistenza umana: lo perseguivano le popolazioni della Mesopotamia,
lo hanno inseguito con buoni risultati gli studiosi celtici, può considerarsi una
piacevole attività dell’uomo moderno ancora oggi, in cui sembra tornato a nuova vita
l’interesse per quei meravigliosi oggetti che sono le meridiane, spesso annoverabili
come veri capolavori artistici.
La prima meridiana o quadrante solare sembra essere stata progettata intorno al 600
a.C. dal greco Anassimandro di Mileto e nella latinità è Vitruvio Pollione, nel I
secolo a.C, a tracciarne
la fisionomia e l’utilizzo compiuto nel trattato De
Architectura.
Siamo nell’anno 9 a.C. quando l’imperatore Ottaviano Augusto decide di far
costruire in Campo Marzio un gigantesco quadrante solare orizzontale, utilizzando
come gnomone un obelisco egizio depredato ad Eliopoli che oggi si può ammirare
piantato in piazza Montecitorio a Roma.
Meridiane di grande pregio e di grande interesse storico-scientifico sono visibili in
tutta Italia ed in tutto il mondo, soprattutto nelle piazze delle città d’arte: esemplari di
particolare attrattiva sono presenti nel
Duomo di Milano, nella Cattedrale di
Palermo, nella Basilica di San Petronio a Bologna e nella Basilica di Santa Maria
degli Angeli a Roma.
Costante di quasi tutte le
meridiane (etimologicamente: metà del giorno-
mezzogiorno) è la presenza di frasi in latino legate al trascorrere del tempo oppure ad
un auspicio di vita felice o migliore. Citiamone alcune.
Afflictis lentæ: le ore passano lente per quanti soffrono; afflictis longæ, celeres
gaudentibus horæ : lunghe sono le ore per chi soffre, veloci per chi gode; a solis
ortu usque ad occasum: dal sorgere del sole fino al tramonto indico l'ora;
carpe
diem : prendi il giorno, profitta dell'oggi (Orazio);
brevis hora est: breve è il tempo (Ovidio);
da mihi solem, dabo tibi horam:
dammi il sole, ti darò l'ora; discipulus est prioris posterior dies: il giorno che
segue impara dal precedente (Publilio Siro); dum fugit umbra, simul fugit
irreparabile tempus: mentre l'ombra fugge, irreparabilmente fugge il tempo; dum
loquor, hora fugit: mentre parlo, l'ora fugge (Ovidio); ex oriente lux: la luce viene
da oriente; festina lente: affrettati lentamente; fugit irreparabile tempus: fugge
irreparabile il tempo; fugit hora,ora: l'ora fugge, prega; gaudium et luctum fero:
porto la gioia ed il dolore; horas tibi serenas: ti siano serene le ore che tu trascorri; .
horas doceo: indico le ore; in horas: d'ora in ora (Orazio Flacco); lente hora,
celeriter anni: passa lentamente un'ora, velocemente gli anni; lucem demonstrat
umbra: l’ombra evidenzia la luce; meam vide umbram, tuam videbis vitam:
guarda la mia ombra, vedrai la tua vita; nec quæ præterit hora redire potest: l'ora
passata non torna più; nemo mortalium omnibus horis sapit : nessun uomo è
saggio a tutte le ore; sicut umbra dies nostri: come ombra passano i nostri giorni;
silenter loquor: parlo in modo silenzioso; sine lumine pereo: senza luce scompaio;
sol rex regum: sole re dei re;
tempo;
tempora tempore tempera: mitiga le sventure col
tempus breve est: il tempo è breve ; tempus edax rerum: il tempo
divoratore delle cose (Ovidio); tempus fugit ; tempus omnia dabit ; tempus
vincit omnia: il tempo vince ogni cosa ; ultima forsan - forse [questa è] l'ultima
[ora]; ultimam time: abbi paura dell'ultima [ora] ; utere, non numera: metti le ore
a profitto non le contare; utere, non reditura: approfitta[ne], [queste ore] non
torneranno;
velut umbra præterit vita hominis: come ombra passa la vita
dell'uomo; veni, vidi, vale; vita fugit sicut umbra; vita in motu: la vita [è] nel
movimento; vulnerant omnes, ultima necat: tutte [le ore] feriscono, l'ultima uccide;
vitae laudem fons canit murmure suo (riferito ad una fontana, come quella presente
in Villa Borghese a Roma); nescit occasum lumen ecclesiae; transit umbra lux
permanet; auspice coelum ut agricola.
Pro captu lectoris habent sua fata libelli............................
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