Comments
Transcript
E` una grande amicizia ma può diventare pericolosa
4 S in alute E’ una grande amicizia ma può diventare pericolosa Chi tiene in casa un animale domestico sa bene quanto può essere piacevole la sua compagnia e quanto sia ricambiato l’affetto che gli si dimostra. Gli animali meritano le nostre attenzioni: non basta però limitarsi alle coccole, ma occorre anche assumersi la responsabilità della loro salute. Se si ammalano, infatti, possono diventare fonte di infezione anche per l’uomo e in qualche caso le malattie che trasmettono sono di una certa gravità. Con pochi accorgimenti siamo però in grado di difenderci efficacemente da questo rischio. ZOONOSI N ostro figlio è felice da quando ha un cucciolo con cui giocare. Il nonno è affezionatissimo al suo boxer, che da tanti anni gli tiene compagnia. La zia Cecilia non farebbe un passo senza il suo beniamino a quattro zampe, un grosso micio dal pelo fulvo. Gli animali da compagnia sono partner fedeli ed affettuosi; in Italia, la loro presenza porta una nota di simpatia e di buonumore nella casa di oltre otto milioni di famiglie. La gratitudine nei loro confronti è quindi doverosa, ma non deve farci dimenticare che possono trasmettere all’uomo alcune malattie, in qualche caso anche gravi, chiamate zoonosi. Vaiolo e tubercolosi, per esempio, sono grandi epidemie del passato che hanno preso origine dalla trasmissione degli agenti patogeni dall’animale all’uomo. Oggi il pericolo più comune è rappresentato dai parassiti esterni ed interni che spesso infestano cani, gatti e uccelli e li fanno ammalare. Pulci, zecche, filaria e vermi intestinali sono i più diffusi nel cane e nel gatto. Le pulci hanno una vita breve (1-2 settimane), ma la femmina arriva a deporre oltre 50 uova al giorno. Le uova cadono dal pelo dell’animale e si trasformano in larve che si annidano poi sotto i mobili, nei tappeti, nelle fessure del parquet. Oltre a provocare irritazioni cutanee, dermatiti allergiche e anemia il morso della pulce può trasmettere l’infestazione da tenia sia nell’animale che nell’uomo. Il morso delle zecche può provocare un’infezione conosciuta come “malattia di Lyme”, dal nome del- la città americana in cui fu riconosciuta per la prima volta trent’anni fa. Mentre nel cane l’infezione provoca sintomi generici (debolezza, inappetenza, febbre e dolori articolari) nell’uomo può avere un decorso molto più grave. In una prima fase (da 3 a 30 giorni) si manifesta solo un arrossamento della cute, con dolore e prurito, intorno al punto del morso. Successivamente compaiono debolezza, febbre e mal di testa. In molti casi la malattia guarisce da sola a questo stadio, ma in alcuni soggetti progredisce provocando nel giro di alc u n i m e s i danni alle articolazioni, al cuore, ai reni, al fegato e al sistema nervoso. La diagnosi si basa su esami del sangue e deve essere tempestiva per poter iniziare subito la terapia antibiotica specifica. La filaria è un parassita che viene trasmesso al cane dalla puntura di zanzara e provoca gravi danni al cuore e ai polmoni, portando spesso a morte l’animale. La trasmissione di questo parassita all’uomo è, per fortuna, un’evenienza molto rara. I vermi intestinali (ascaridi, anchilostomi) provocano nel cane e nel gatto una gastroenterite con vomito, gonfiore intestinale e diarrea sanguinolenta; nell’uomo si localizzano invece in altri organi e soprattutto negli occhi. La più grave infestazione da parassiti intestinali è quella da echino- cocco. Si tratta di una piccola tenia che si sviluppa allo stadio larvale negli erbivori e allo stadio adulto nel cane. La trasmissione all’uomo avviene per contatto con le feci del cane infestato; il parassita si localizza poi negli organi interni (soprattutto fegato e polmoni) dove produce cisti ripiene di liquido (cisti idatidee). La rottura delle cisti provoca una reazione anafilattica molto grave, non di rado mortale. Tra le zoonosi trasmesse dal gatto merita di essere ricordata l’infezione da toxoplasma gondii. Questo parassita produce nell’intestino del gatto ammalato cellule uovo che si diffondono nell’ambiente con le feci dell’animale e possono essere accidentalmente ingerite. La toxoplasmosi si può contrarre anche mangiando carne cruda, perché il parassita produce, negli altri animali, piccole cisti che si insediano nei muscoli. La toxoplasmosi generalmente guarisce nell’uomo senza dare particolari sintomi e lascia un’immunità. Se però l’infezione viene contratta per la prima volta durante la gravidanza può provocare l’aborto o gravi malformazioni del feto. Altre zoonosi comuni sono quelle causate da funghi e da acari, che provocano nell’uomo dermatiti micotiche e scabbia. Infine ricordiamo le allergie che, a volte, costringono ad allontanare l’animale domestico. Quella conosciuta come allergia al pelo del cane o del gatto è invece, spesso, un’allergia alla saliva che l’animale sparge sul pelo leccandosi: da qualche anno esiste però un prodotto che neutralizza le proteine salivari responsabili della reazione allergica. Gli uccelli, soprattutto i pappagal- li, possono essere veicoli di un’infezione virale chiamata psittacosi o ornitosi. I volatili nati in cattività ne sono indenni, mentre per quelli provenienti dall’estero è necessario il periodo di quarantena per accertare che siano sani. La malattia si manifesta nell’uomo dopo un’incubazione silente di 3-15 giorni, con sintomi a carico del sistema nervoso, febbre, malessere intenso, cefalea, insonnia. In alcuni casi il decorso si aggrava e compaiono febbre altissima, diarrea, emorragie nasali, broncopolmonite. Per la diagnosi occorre cercare gli anticorpi specifici nel siero; la cura consiste nella somministrazione di antibiotici per due settimane. Per evitare le zoonosi non è certo necessario privarsi della presenza degli animali: è sufficiente invece mettere in atto alcuni accorgimenti igienici e misure di prevenzione. La prima regola è quella di curare lo stato di salute dell’animale domestico, sottoponendolo regolarmente alle vaccinazioni consigliate e facendolo periodicamente controllare dal veterinario, che prescriverà il prodotto farmaceutico da usare per proteggere il nostro amico a quattro zampe da pulci, filaria e vermi intestinali con un’unica somministrazione mensile. I parassiti esterni si combattono anche con gli appositi prodotti liquidi o spray in commercio, che vanno utilizzati sia sull’animale che su tappeti e moquette. Per eliminare i parassiti interni occorre lavare ogni giorno con acqua molto calda le ciotole del cibo e dell’acqua, sostituire spesso la sabbia delle lettiere e pulire accuratamente cucce e canili. Evitare di baciare gli animali o di farsi leccare, soprattutto sulle mani o sul viso, è un’elementare norma igienica per non rischiare di ingerire materiale infetto. Con questi semplici provvedimenti possiamo goderci la compagnia del nostro animale domestico senza preoccupazioni per la salute di chi vive in famiglia. Mario Nascimbene