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I parassiti nei prodotti della pesca
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE S.C. IGIENE DEGLI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE I parassiti nei prodotti della pesca Gualtiero Fazio I parassiti Cosa è un parassita? E’ un essere vivente che vive sopra o dentro un altro organismo di specie diversa, chiamato ospite, con il quale stringe legame stretto. In pratica il parassita vive sfruttando un altro animale che lo ospita e da cui ottiene nutrimento e protezione, causando però danni o malattie più o meno gravi. I parassiti I parassiti possono essere distinti in due grandi gruppi: 1) gli ectoparassiti, come le pulci di mare, che vivono all'esterno del corpo dell'ospite, al quale sono comunque strettamente legati. 2) gli endoparassiti, come i vermi, che vivono invece all'interno del corpo dell‘ospite. Saragoparassitato daunectoparassita – Pulcedimare Tutti i parassiti di cui tratteremo in queste pagine appartengono a questo gruppo. Endoparassitisulfegatodiunmerluzzo I parassiti Non è sempre facile comprendere e studiare il ciclo di vita dei parassiti di cui parleremo. Infatti i vermi durante la loro vita si trasformano più volte e questi cambiamenti spesso avvengono in animali diversi. ospite definitivo In generale possiamo dire che tutti i parassiti si formano da uova prodotte da un verme adulto. Dalle uova si sviluppano larve che, attraverso una serie di trasformazioni, danno origine ad un parassita adulto. Gli animali dove si formano e vivono le larve si chiamano “ospiti intermedi”, mentre gli animali dove si forma o vive il verme adulto si chiamano “ospiti definitivi”. verme adulto Uova ospiti intermedi Larve ospiti intermedi I parassiti Quando un animale ospite presenta dei parassiti, sulla sua superficie o all’interno del corpo, si dice che quell’animale è parassitato o infestato. Se i parassiti presenti sono molto numerosi si dice che il pesce è massivamente parassitato oppure che l’infestazione è massiva. Se i parassiti sono visibili ad occhio nudo si dice che l’infestazione o la parassitosi è manifesta. I parassiti nei prodotti della pesca Per prime considereremo le malattie dell’uomo trasmesse da parassiti dei pesci. L’uomo si ammala dopo aver consumato le carni di pesci che contengono parassiti vivi. Queste malattie sono conosciute con il nome di “Zoonosi parassitarie di origine ittica” ed i parassiti che le provocano vengono chiamati “parassiti ittici zoonosici”. Fortunatamente si tratta di malattie non molto frequenti nell’uomo, anche se i pesci molto spesso presentano parassiti nella loro carne. Parassiti nei prodotti della pesca: malattie nell’uomo Le malattie dell’uomo causate da parassiti dei prodotti ittici possono essere causate in qualche caso dal verme adulto, ma molto più spesso dalle sue larve. In quest’ultimo caso le larve devono essere comunque “vive”. Inoltre i parassiti sono più aggressivi e pericolosi per l’uomo, se sono “vitali” ovvero se presentano propri movimenti, evidenti anche ad occhio nudo. Larvediparassitaviveevitali Parassiti nei prodotti della pesca: malattie nell’uomo Esistono dei trattamenti che vengono fatti nel pesce che possono uccidere le larve dei parassiti. Ad esempio il congelamento dei prodotti della pesca condotto a temperatura di – 20 °C per almeno 24 ore, è riconosciuto come un modo efficace per uccidere la maggior parte dei parassiti ittici. In questi casi le larve morte dei parassiti sono chiamate anche “larve devitalizzate”. Parassiti nei prodotti della pesca: malattie nell’uomo I parassiti dei prodotti ittici, soprattutto quando sono vivi, possono essere anche causa di forme allergiche in alcune persone sensibili. Questi parassiti pertanto sono considerati fra le principali cause di allergia umana. Parassiti nei prodotti della pesca: qualità del prodotto ittico Esistono poi molti parassiti dei pesci che non causano malattie nell’uomo. Questi parassiti vengono chiamati “parassiti ittici non zoonosici”. La presenza di un numero elevato di parassiti nella carne del pesce provoca gravi ed evidenti alterazioni dei caratteri organolettici (consistenza, colore, odore, ecc.). In questi casi il prodotto ittico spesso diventa non idoneo al consumo umano in quanto assume un aspetto ripugnante. Parassiti nei prodotti della pesca: malattie nell’uomo e qualità del prodotto ittico Riassumendo, possiamo dire che i parassiti nei prodotti della pesca possono creare questi tipi di problemi: Larve vive (non devitalizzate) di parassiti zoonosici Malattie nell’uomo a carico dell’apparato gastro-enterico e degli organi interni (es. fegato). Forme allergiche nell’uomo (orticaria, congiuntivite, gonfiore al volto o agli arti, artrite reumatica, asma, shock anafilattico). Larve morte (devitalizzate) di alcuni parassiti zoonosici (es. Anisakis) Forme allergiche nell’uomo (orticaria, congiuntivite, gonfiore al volto o agli arti, artrite reumatica, asma, shock anafilattico). Presenza massiva di parassiti non zoonosici nei tessuti del pesce Modificazioni del tessuto muscolare, alterazione dei caratteri organolettici, aspetto ripugnante del prodotto ittico. Parassiti nei prodotti della pesca: malattie nell’uomo Le malattie dell’uomo provocate da parassiti dei prodotti ittici possono essere poi divise in due gruppi: quelle che sono causate da parassiti di pesci di acqua dolce e quelle causate da parassiti di pesci di acqua salata. DA PESCI DI ACQUA SALATA Anisakiasi DA PESCI DI ACQUA DOLCE Difillobotriasi Opistorchiasi o Clonorchiasi Heterophidosi Clinostomosi Parassiti nei prodotti della pesca: malattie nell’uomo Per ogni malattia causata nell’uomo da parassiti dei prodotti ittici considereremo: le caratteristiche del parassita la diffusione della malattia il ciclo di vita del parassita le specie di pesci interessate come si infesta l’uomo i sintomi della malattia nell’uomo come cercare il parassita come prevenire la malattia Le zoonosi parassitarie di origine ittica OPISTORCHIDOSI OPISTORCHIDOSI L’Opistorchidosi è una malattia trasmessa all’uomo da parassiti che colpiscono i pesci di acqua dolce. Questi parassiti un tempo erano chiamati Clonorchis , oggi sono chiamati Opistorchis. Opisthorchis da adulto è un verme che vive nel fegato dell’uomo. E’ di colore arancione, piatto, con la forma di una piccola punta di lancia, lungo circa 1 cm. e largo 2,5 mm. Opisthorchis viverrini verme adulto Opisthorchis felineus Larve OPISTORCHIDOSI Diffusione della malattia L’Opistorchidosi è una malattia diffusa in Cina e nel Sud Est asiatico (Laos,Thailandia, Vietnam e Cambogia). In queste zone le persone ammalate di Opistorchidosi sono diverse decine di milioni. In Europa è ben conosciuta soprattutto nei paesi ricchi di laghi e fiumi come la Germania, la Polonia, i Paesi Baltici, la Russia e la Siberia. Un piccolo focolaio di Opistorchidosi è stato segnalato in Ecuador. OPISTORCHIDOSI Diffusione della malattia In Asia il pesce d’acqua dolce viene consumato crudo, da solo o misto a riso od avena, ma spesso, soprattutto i bambini, lo consumano, per gioco, appena pescato. Questo spiega perché, in questa regione, la maggior parte delle infezioni da Opistorchis avviene nell’infanzia. OPISTORCHIDOSI CASIUMANIINITALIADAOPISTORCHISFELINEUS 2003 2005 2006 2007 2008 Luogo di consumo Ristorante Ristorante casa Ristorante casa Pesce consumato Tinca Tinca Tinca Tinca Tinca Origine del pesce Lago Trasimeno Lago Trasimeno Lago Bolsena Lago Bolsena Lago Bolsena Numero di persone ospidalizzate 2 8 20 2 2 Numero di persone non ospidalizzate 0 0 0 1 1 Anno Fra il 2003 ed il 2008 l’Opistorchidosi è stata segnalata più volte soprattutto nelle regioni del centro Italia (Umbria e Lazio). Tutte le persone ammalate hanno dichiarato di aver consumato piatti a base di Tinche crude pescate nel Lago di Bolsena o nel Lago Trasimeno. Le preparazioni di pesce sono state generalmente consumate al ristorante e più raramente in casa. In molti casi la malattia ha richiesto il ricovero all’ospedale. OPISTORCHIDOSI Molto recente è un episodio di Opistorchidosi che ha interessato 80 persone. La malattia è comparsa dopo il consumo, in un ristorante della Valle d’Aosta, di piatti a base di carpa marinata probabilmente di provenienza cinese. OPISTORCHIDOSI Come si infesta l’uomo ? L’uomo si infesta consumando piatti a base di Tinche o Carpe crude o praticamente crude (pesci marinati o affumicati a freddo), contenenti larve di Opistorchis. Tinca Carpa OPISTORCHIDOSI Il ciclo del parassita Il verme adulto vive nel fegato dell’uomo. Le uova prodotte dal parassita sono trasportate con la bile fino all’intestino e da qui sono eliminate con le feci. Larvanelpesce L’uomosi ammala mangiando pescecrudoo pococotto Larvaliberanell’acqua Le uova di Opistorchis, che con le feci raggiungono l’acqua di laghi o fiumi, vengono ingerite da lumache acquatiche. Nella lumaca le uova si trasformano in larve. Queste vengono poi liberate dalla lumaca nell’acqua. Le larve rimangono sul fondo di laghi o fiumi finché non riescono a penetrare nella pelle di pesci di acqua dolce localizzandosi nei muscoli. Il parassita si trasmette all'uomo tramite il consumo di pesce crudo o poco cotto. Larvanellalumaca Uovadelparassita Parassitaadulto OPISTORCHIDOSI La malattia nell’uomo I parassiti adulti vivono nei canali biliari del fegato dove possono sopravvivere per oltre 15 anni. I parassiti provocano epatiti e colecistiti cioè gravi infiammazioni del fegato. In molti casi il fegato aumenta di volume e la malattia può dare origine a tumori maligni. I casi mortali di questa parassitosi sono il 16 %. Fegatoconevidentidanni provocatidaOpistorchis OPISTORCHIDOSI La malattia nell’uomo All’inizio della malattia i sintomi sono spesso lievi e poco caratteristici. Talvolta si ha mancanza di appetito, febbre, dolore addominale e disturbi allo stomaco ed all’intestino con diarrea. Nel caso in cui il vermi rimangano per molto tempo nel fegato compare l’ittero e gli altri sintomi tipici delle gravi infiammazioni del fegato. In alcuni casi i danni al fegato possono dare origine a tumori maligni. OPISTORCHIDOSI Come si può trovare il parassita ? Nell’uomo il parassita adulto può essere scoperto cercando le uova con l’esame delle feci oppure attraverso l’esame del sangue. O.sinensis uovo Nei pesci le larve del parassita non sono visibili ad occhio nudo. E’ quindi necessario osservare al microscopio piccole parti di muscolo del pesce oppure effettuare alcuni esami di laboratorio più complessi. O.viverrini Larva OPISTORCHIDOSI La prevenzione Per uccidere le larve del parassita è necessario cuocere o congelare il pesce. La cottura deve avvenire ad almeno 65 °C, a cuore dell’alimento, per almeno 1 minuto. Per consumare il pesce crudo o praticamente crudo è invece necessario congelarlo a – 20 °C, a cuore dell’alimento, per almeno 1 settimana. Il Ministero della Salute in una Circolare del febbraio 2008 raccomanda: - Il divieto di vendita/consumo di pesce e prodotti ittici crudi o poco cotti; - l’informazione adeguata e l’educazione sanitaria del personale addetto ai controlli, degli operatori e dei consumatori; - la commercializzazione dei pesci a rischio con indicazione “da consumarsi previa cottura o congelamento a – 20 °C per una settimana”; - il controllo dei pesci come la Tinca e la Carpa pescati in Italia. Le zoonosi parassitarie di origine ittica DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI La Difillobotriasi o Plerocercosi è la più conosciuta delle zoonosi parassitarie, legata al consumo di prodotti ittici di acqua dolce es. laghi, fiumi. E’ causata da un cestode, cioè da un parassita di forma piatta ed allungata denominato Diphillobotrium latum. D.latum (parassitaadulto) DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI Come tutti i cestodi, questo parassita, da adulto, si presenta con un corpo costituito da tre parti ben distinte: - la testa o scolice; - il collo; - lo strobilo ovvero la parte allungata e piatta del parassita costituita da una serie di piccoli segmenti, detti proglottidi. D.latum (scolice) D.latum (proglottidi) DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI Questo parassita è considerato il più lungo verme esistente, potendo raggiungere, nell’intestino dell’uomo, i 14 metri di lunghezza con oltre 4000 proglottidi. Diphillobotrium latum - da adulto è parassita dell’intestino dell’ uomo, il cane, il gatto e il maiale. - sottoforma di larva è parassita di un piccolo crostaceo e di pesci di acqua dolce. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI Ciclo del parassita L’uomo si infesta attraverso il consumo di pesce crudo o poco cotto contenente larve di Difillobotrium. Larvanelpesce Le uova, contenute nelle proglottidi, sono eliminate con le feci dalle persone infette. Larvanelcrostaceo Attraverso gli scarichi fognari, le uova passano nell’acqua di laghi o fiumi e qui vengono ingerite da piccoli crostacei, nell'intestino dei quali si sviluppa una larva. Quando il crostaceo viene mangiato da un pesce, la larva migra nel nuovo ospite, e da lì si trasmette all'uomo tramite il consumo di pesce crudo o poco cotto. Uovadelparassita Parassitaadulto DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI Come si infesta l’uomo ? L’uomo si infesta attraverso il consumo di pesce crudo o poco cotto contenente larve di Difillobotrium. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI Uovo di Diphillobotrium latum eliminato con le feci dall’uomo. Il piccolo crostaceo, che rappresenta il primo ospite del parassita. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI I pesci che, se consumati crudi o poco cotti, trasmettono la malattia all’uomo : Pesce persico Trota Bottatrice Coregone o Lavarello DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI La larva di Diphillobotrium latum si localizza nei muscoli di alcune specie di pesci di acqua dolce. Questa larva viene anche chiamata “Spargano”. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI La larva di Diphillobotrium latum, responsabile della malattia nell’uomo è ben visibile nei muscoli del pesce. La sua ricerca può essere facilitata mettendo controluce il filetto di pesce: speratura. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI Diffusione della malattia La Difillobotriasi è malattia diffusa nei pesci presenti in alcuni fiumi e laghi soprattutto del Canada, Stati dell’ex Unione Sovietica, Siberia, Paesi Scandinavi, Grandi Laghi, Giappone, Cile ed Europa centrale. Casi umani di difillobotriosi: Distribuzione della malattia nell’uomo in Europa (dal 1980) 30 anni fa: 5 milioni in Europa, 4 milioni in Asia, 100.000 in America. Casi sporadici in aumento negli ultimi anni. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI Diffusione della malattia In Italia la malattia nell’uomo è segnalata in alcune regioni del nord, in aree sub alpine e dei laghi al confine con la Svizzera e la Francia. In base ad indagini recenti nei laghi al confine italosvizzero, il Pesce persico (Perca fluviatilis) risulta infestato in percentuali comprese fra il 8 e 33%. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI Diffusione della malattia Nella zona dei laghi al confine italo-svizzero la malattia nell’uomo era scomparsa dal 1970. Dagli anni ’80, in queste zone, la malattia è ricomparsa sporadicamente. Dal 2001 al 2007 si sono registrati oltre 330 casi. Di questi casi 8 sono stati segnalati presso l’Ospedale Valduce di Como nel 2001 e 23 presso l’Ospedale Manzoni di Lecco dal 2002 al 2007. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI La malattia nell’uomo La malattia nell’uomo si presenta con sintomi di scarso rilievo. Il parassita nell’intestino dell’uomo causa una infiammazione che provoca dolori addominali, diarrea e stitichezza, vomito e perdita dell’appetito. Talvolta si ha anemia per carenza di vit. B12. I sintomi sono più evidenti soprattutto nelle persone di età superiore a 30 anni e tendono a scomparire rapidamente dopo la cura con farmaci specifici. DIFILLOBOTRIASI - PLEROCERCOSI La prevenzione Per la prevenzione di questa malattia nell’uomo sono importanti: - Il congelamento del pesce per almeno 24 ore a – 20 °C per i pesci da consumarsi crudi, marinati o affumicati; - la cottura a 56 °C per almeno 5 minuti a cuore del prodotto; - l’informazione adeguata e l’educazione sanitaria del personale addetto ai controlli, degli operatori e dei consumatori; - Il controllo visivo della muscolatura dei pesci a rischio; - la cura ed il controllo delle persone ammalate; - il trattamento, la depurazione e la canalizzazione delle acque di scarico. Le zoonosi parassitarie di origine ittica LA CLINOSTOMOSI CLINOSTOMOSI La Clinostomosi è una zoonosi parassitaria di origine ittica causata da Clinostomum complanatum. La malattia nell’uomo è stata segnalata per la prima volta nel 1938, ma finora sono stati accertati solo 16 casi in Giappone, Corea ed Israele. C.Complanatum vermeadultonell’esofagodiunuccello CistidalarvediC.Complanatum nelmuscolodiunpesce CLINOSTOMOSI Ciclo del parassita GualtieroFazio CLINOSTOMOSI Ciclo del parassita Il parassita adulto vive nella bocca di alcune specie di uccelli che si alimentano con pesci come gli aironi, le garzette e le nitticore. CLINOSTOMOSI Ciclo del parassita Quando uno di questi uccelli mette il becco nell’acqua di un fiume o di un lago per alimentarsi, libera le uova del parassita. Dalle uova libere nell’acqua si forma la larva che penetra in una piccola lumaca acquatica. CLINOSTOMOSI Ciclo del parassita La larva, dopo essersi trasformata, ben presto lascia la lumaca, nuotando nell’acqua fino a che non penetra nella pelle e nel muscolo del pesce. Il pesce rappresenta la fonte di trasmissione della malattia sia negli uccelli che nell’uomo. CLINOSTOMOSI L’uomo può contrarre la malattia da più di 30 specie di pesci di acqua dolce ad esempio la Trota, la Carpa, il Carassio . In questi pesci sono visibili le cisti formate dalle larve del parassita. Tali cisti, di alcuni millimetri di diametro, sono di colore giallo e per questo vengono chiamate “yellow grubs” ovvero “larve gialle” CistidalarvediC.Complanatum Yellowgrub CLINOSTOMOSI La malattia e i sintomi nell’uomo L’uomo quando è colpito da questa malattia presenta sintomi a carico della gola dove il parassita si può localizzare. Manifesta tosse con eliminazione di sangue, dolore alla gola, faringiti e laringiti con ulcere. LarvadiC.Complanatum nellagoladiunuomo Le zoonosi parassitarie di origine ittica HETEROPHIDOSI HETEROPHIDOSI E’ una malattia trasmessa all’uomo da Heterophyes heterophyes un parassita di piccole dimensioni (max. 2,5 mm) che da adulto si presenta come una goccia appiattita. Heterophyes heterophyes verme adulto Nella parte anteriore del corpo, il parassita presenta una ventosa con la quale si attacca all’intestino dell’uomo o dell’animale che lo ospita. HETEROPHIDOSI Diffusione della malattia L’Heterophidosi è una malattia dell’uomo non molto diffusa, trasmessa da parassiti dei pesci. E’ stata segnalata in Estremo Oriente e Medio Oriente ed in particolare nella zona della foce del Nilo in Egitto, in Korea, Giappone, Cina, Taiwan e Filippine. In queste zone il parassita ha la possibilità di diffondersi più facilmente perché i pescatori di queste popolazioni hanno l’abitudine di defecare direttamente dalla barca mentre pescano. In Europa: casi sporadici in Grecia, Spagna e Francia. Italia: parassita adulto è stato osservato in cani in Sicilia e le larve in Cefali in Sardegna. Nessun caso umano. HETEROPHIDOSI Come si infesta l’uomo ? L’uomo si infesta consumando pesce crudo o poco cotto contenente larve di Heterophyes. Cefali HETEROPHIDOSI Il ciclo del parassita L’uomo,ilcane,ilgattoegli uccellichesialimentanocon pescisiammalanomangiando pescecrudoopococotto Le uova sono eliminate con le feci dalle persone infette, ma anche da cani, gatti ed uccelli che si alimentano con pesci. Larvanelpesce Nell’acqua di laghi o fiumi, vengono ingerite da lumache acquatiche, nell'intestino delle quali si sviluppano e si trasformano in larve. Queste vengono poi eliminate dalla lumaca nell’acqua. Le larve nuotano libere finché non penetrano nella pelle di un pesce di acqua dolce localizzandosi nei muscoli. Il parassita si trasmette all'uomo tramite il consumo di pesce crudo o poco cotto. Larvaliberanell’acqua Larvanellalumaca Parassitaadulto Uovadelparassita HETEROPHIDOSI Il ciclo del parassita Lalumacaacquaticaaformadiconocheospita lelarvedelparassita. Il Cefalo è un pesce che vive in mare vicino alla costa, ma spesso, penetra anche nelle acque salmastre e dolci di lagune e fiumi e nei porti. HETEROPHIDOSI La malattia nell’uomo Spesso la malattia decorre senza sintomi o con diarrea e dolori addominali. Il parassita nell’uomo può provocare gravi infiammazioni dell’intestino. Talvolta le uova liberate dal parassita possono entrare nel circolo sanguigno causando danni al cervello ed la cuore. HETEROPHIDOSI Come si può trovare il parassita ? Nell’uomo il parassita adulto può essere scoperto cercando le uova con l’esame delle feci oppure attraverso l’esame del sangue. M.yokogawai (uova) Nei pesci le larve del parassita non sono visibili ad occhio nudo. E’ quindi necessario osservare al microscopio piccole parti di muscolo del pesce oppure effettuare alcuni esami di laboratorio più complessi. H. heterophyes (larva) HETEROPHIDOSI La prevenzione Il parassita è molto resistente alla cottura. E’ necessario cuocere il pesce: - a 50 °C per almeno 180 minuti; - a 100 °C per almeno 10 minuti. Le zoonosi parassitarie di origine ittica ANISAKIDOSI ANISAKIDOSI L’Anisakidosi è una malattia trasmessa all’uomo da vermi tondi che colpiscono soprattutto i pesci di acqua salata. Con il termine di Anisakis in realtà si considera un gruppo di parassiti molto diversi fra loro. I più importanti da ricordare sono: 1) Anisakis 2) Pseudoterranova 3) Contracaecum 4) Hysterothylacium Larva di Anisakis Larve diPseudoterranova ANISAKIDOSI Storia della malattia Il parassita è ben conosciuto fin dal 1845, ma la prima segnalazione di malattia nell’uomo si ha nel 1960, quando in Olanda vengono descritti alcuni casi mortali in persone che avevano all’abitudine di consumare aringhe giovani marinate (“aringhe verdi”). Da allora sono stati descritti nel mondo moltissimi casi. Learingheverdi(maatjes) sonountipicopiatto olandeseabasediaringhe giovanimarinate leggermentesalate CorradoParona, unodeiprimi studiosidel parassitaAnisakis ANISAKIDOSI Diffusione della malattia La malattia nell’uomo è diffusa in Asia, (dove sono state riscontrate decine di migliaia di casi), ed in particolare in Giappone per l’abitudine di consumare preparazioni a base di pesci crudi. Sushi sashimi: preparazioni giapponesi a base di pesce crudo Gravlax e Cebiche: piatti a base di pesce marinato, tipici rispettivamente del Nord Europa e del Sud America In alcuni paesi Europei (Olanda, Germania, Spagna, Francia Italia, ecc.) e nel sud America ogni anno si segnalano casi sporadici di malattia, legati per lo più a consumo di prodotti ittici marinati. ANISAKIDOSI Le larve delle quattro specie di parassiti che appartengono al gruppo degli Anisakidi hanno un aspetto molto diverso fra di loro: Larve di Anisakis Le larve sono lunghe da 1 cm. e mezzo a 3 cm., con diametro di 0,5 cm. Sono di colore chiaro bianco o bianco-giallastro, ed appaiono generalmente arrotolate formando un spirale, simile alla “molla di un orologio” Una volta srotolate appaiono estremamente attive, agitate con movimenti come quelli di un serpente. Larve di Anisakis ANISAKIDOSI Le larve delle quattro specie di parassiti che appartengono al gruppo degli Anisakidi hanno un aspetto molto diverso fra di loro: Pseudoterranova le larve sono facile da vedere perché sono di colore bianco-giallastro intenso, talvolta bruno o brunoarancio, generalmente, di lunghezza compresa fra i 2,5 cm. ed i 4 cm. e 2 mm. di diametro. Normalmente si osservano arrotolate su stesse, come quelle di Anisakis, ma la con spirale piuttosto larga e meno compatta. Se le larve vive, presentano movimenti molto evidenti. Larve di Pseudoterranova ANISAKIDOSI Le larve delle quattro specie di parassiti che appartengono al gruppo degli Anisakidi hanno un aspetto molto diverso fra di loro: Contracaecum Le larve hanno una forma caratteristica “ad uncino”, piuttosto affusolate alle due estremità. Sono di colore bianco-verdastro e misurano circa 1 cm. di lunghezza. LarvediContracaecum Histerothylacium Le larve sono biancastre, generalmente più piccole di Anisakis di aspetto slanciato e fine, generalmente non sono arrotolate. Larve di Hysterothylacium ANISAKIDOSI Dei quattro parassiti che sono stati descritti il più diffuso e conosciuto è Anisakis, e la malattia dell’uomo è chiamata Anisakidosi o Anisakiasi. Hysterothylacium è l’unico considerato non pericoloso per l’uomo perché poco resistente al calore. Hysterothylacium infatti muore a 30 °C, temperatura ben al di sotto di quella del nostro corpo (37 °C). Larve di Anisakis ANISAKIDOSI Il ciclo del parassita Gli adulti, di dimensioni notevoli (3 – 15 cm. di lunghezza), vivono nello stomaco di mammiferi marini (delfini, balene) di pinnipedi (leoni marini, foche) o di uccelli che si nutrono di pesci. Questi ospiti definitivi, eliminano le uova con le feci. Nell’acqua, se la temperatura è piuttosto fredda (5-7 °C) maturano le larve che sono ben presto ingerite dal primo ospite rappresentato da un piccoli crostacei (detti comunemente “Krill”). Questi crostacei costituiscono il nutrimento per molte specie di pesci e di alcuni cefalopodi e quindi rappresentano anche la via di trasmissione e di diffusione del parassita. Il ciclo si conclude quando gli ospiti definitivi si infestano ingerendo pesci o cefalopodi che contengono le larve. L’uomo si inserisce nel ciclo del parassita, attraverso l’ingestione di pesci crudi o di cefalopodi poco cotti infestati da larve. L’uomosiammalamangiando pesceomolluschicefalopodi crudiopococotti Uovaliberenell’acqua Uovaliberenell’acqua Imammiferimarini ingerisconoipesciinfestati Dalleuovasiformanolelarve Ilpescesinutredi crostaceicontenenti lalarvadelparassita Larvanelpiccolocrostaceo detto“Krill” ANISAKIDOSI Il ciclo del parassita Vermi adulti di Anisakis nello stomaco di un mammifero marino ANISAKIDOSI Il ciclo del parassita Ilpiccolocrostaceodetto“Krill” cherappresentail primoospitedellelarvedelparassita Pinnipedi marini,uccelliittiofagiecetaceisonogli animalicheospitanoilparassitaadulto(ospiti definitivi) ANISAKIDOSI Il ciclo del parassita Pescesciabola AcciugaoAlice RospooRanapescatrice Merluzzonordico Alcunedellespecieittichechesonomaggiormentecolpitedall’infestazionedalarvediAnisakis ANISAKIDOSI Diffusione del parassita Il parassita può essere presente in pesci e molluschi di tutti i mari e gli Oceani. Dunque è possibile affermare che nessuna area adibita alla pesca può essere ritenuta priva o indenne da larve di Anisakis. Distribuzione del parassita Anisakis nei mari ed Oceani ANISAKIDOSI Diffusione del parassita Ad eccezione di alcune specie di pesci, come il Salmone atlantico, allevati in gabbie galleggianti o vasche a terra e nutriti con mangimi, anche le specie ittiche allevate in mare possono essere infestate da Anisakis. E’ noto che alcune specie ittiche allevate, come i Branzini e le Ricciole, sono molto spesso infestate da Anisakis ANISAKIDOSI Come si infesta l’uomo ? L’uomo si infesta consumando preparazioni gastronomiche a base pesci o molluschi cefalopodi crudi praticamente crudi (pesci marinati o affumicati a freddo), contenenti larve di Anisakis. GualtieroFazio ANISAKIDOSI Come si infesta l’uomo ? Le preparazioni gastronomiche a rischio Pesce affumicato a freddo Giappone) Cebiche – Pesci ed ovai marinati (Sud America) Aringhe giovani marinate o aringhe verdi o maatje (Paese nord europei) Gravad lax - Salmone marinato (Paese nord europei) Boquerones en vinagre (Spagna - Portogallo) Aringhe leggermente salate Lomi-lomi - Salmone marinato (Hawaii) Merluzzo fermentato (Paese nord europei) Uova di salmone Poisson cru: pesce marinato (Francia) Acciughe marinate o all’ammiraglia (Italia) Piattodicebiche ANISAKIDOSI La malattia nell’uomo Una volta ingerita, la larva spesso muore nel giro di pochi giorni o di qualche settimana o senza dare sintomi. Pseudoterranova generalmente è eliminato con le feci o vomitato per “risalita” dell’esofago. In alcuni casi, soprattutto se vengono ingerite più larve, queste possono invadere la mucosa dello stomaco e dell’intestino e causare dolori addominali, nausea, vomito ed occasionalmente febbre. ANISAKIDOSI La malattia nell’uomo La prima infestazione procede in genere in modo piuttosto lieve, ma se si verifica una successiva infestazione, si può avere grave infiammazione con costrizione del lume dello stomaco o dell’intestino. (Teoria del doppio colpo) ANISAKIDOSI La malattia nell’uomo La forma acuta inizia con interessare lo stomaco: è caratterizzata da forti dolori, nausea, vomito, diarrea e compare poche ore dopo l’ingestione del pesce parassitato. Quella intestinale invece si manifesta dopo 6-7 giorni con sintomi simili a quelli dell’appendicite . La forma cronica, è caratterizzata da sintomi poco tipici a carico dello stomaco e dell’intestino, difficili da differenziare da altre malattie croniche. Questa forma ha una durata che può superare i sei mesi ed è caratterizzata dalla formazione di ascessi e/o granulomi. ANISAKIDOSI La malattia nell’uomo Parla la donna pescarese salvata dall'équipe di Gidaro dopo un pranzo con alici marinate «Stavo morendo per l'anisakis» Sotto i ferri del chirurgo per una larva nell'intestino di Fabio Casmirro Ecco cosa racconta una donna colpita da Anisakis PESCARA. «Vittima dell'anisakis e con venti centimetri di intestino in meno, secondo voi, come si può stare?» Sdrammatizza la paziente che, qualche mese fa, ha vissuto la disavventura di ritrovarsi una larva del pesce crudo nello stomaco. E' una giovane donna pescarese. Della quale, naturalmente, manteniamo riservata l'identità per evidenti ragioni di privacy. Anche perché è lei la "proprietaria" del pezzo di intestino che rischia di diventare il più famoso del mondo. Un caso di studio. Il professor Giacomo Gidaro ha concesso il filmato in cui per la prima volta viene ripreso il passaggio di una larva di pesce crudo in un intestino umano. Ma lei ha avuto il coraggio di vedere l'anisakis che entra nel suo stomaco? «Sì, l'ho visto. Scioccante. E penso che lo sarebbe per chiunque: vedere in un video quali potrebbero essere le conseguenze di un pranzo a base di pesce crudo. Esperienza terribile». E' per questo che vuole parlarne? «Sì, ritengo importante dare un contributo alla conoscenza. C'è tanta gente inconsapevole, come lo ero io fino a qualche tempo fa». Ce la racconti questa esperienza. «Semplice. Avevo mangiato alici marinate in un ristorante a Riccione: dopo 4-5 giorni ne ho subìto gli effetti. Devastanti». Cosa è accaduto? «Dolori lancinanti allo stomaco, pancia gonfia. Stavo talmente male che ho dovuto ricoverarmi d'urgenza». Salvata dai chirurghi? «Non c'è dubbio. Dopo l'ecografia hanno visto che avevo del liquido nell'intestino, mi stavo avvelenando. E qui, devo dire, nella sfortuna sono stata molto fortunata». Si spieghi meglio. «Prima dell'intervento mi hanno chiesto se avevo mangiato pesce, l'équipe di Gidaro, che aveva già avuto in passato casi simili, ha pensato che potessi essere intossicata da anisakis». Un vantaggio in termini chirurgici? «Sicuramente. Sono una donna giovane e non sarebbe stato bello ritrovarsi segnata da un enorme squarcio sulla pancia. E' bastata una laparoscopia, che ha ridotto al minimo l'effetto invasivo del bisturi. Sono grata ai medici che mi hanno operata, Fiorello Tarone e Stefano Gidaro, se oggi ho solo una piccola cicatrice. Poi penso pure che avrei potuto evitare tanti guai, se soltanto fossi stata informata». ANISAKIDOSI Come si può trovare il parassita ? Il parassita può essere individuato nel vomito, ma generalmente sono necessari alcuni esami da condursi in ospedale: - Raggi - Endoscopia (gastroscopia – colonscopia) - Esame istologico post-operatorio - Ecografia - Esami del sangue (Test sierologici) ANISAKIDOSI Come si può curare la malattia ? - rimozione del parassita con fibre ottiche equipaggiate con pinze - farmaci antiparassitari - intervento chirurgico con asportazione della parte dell’intestino dove è presente il granuloma ANISAKIDOSI La prevenzione La malattia si può evitare attraverso: - l’educazione sanitaria; - l’eviscerazione dopo la pesca per evitare la migrazione delle larve nel muscolo; - il controllo visivo; - i trattamenti del prodotto ittico idonei ed efficaci a devitalizzare le larve: Alte temperature: 70°C (1”) 50°C (15’) 45°C (78’) Basse temperature: -35°C (15 ore) -20°C (24 ore) -10°C (oltre 7 giorni) Salagione forte: 3 settimane I parassiti ittici non zoonosici Altri parassiti che infestano i pesci non causano malattie nell’uomo e per questo vengono chiamati “Parassiti ittici non zoonosici” . La loro presenza nelle carni, spesso rende queste di aspetto ripugnante e quindi inadatte al consumo umano. Fra questi parassiti considereremo brevemente: - Triaenophorus - Pennella - I Tripanorinchi - I Microsporidi ed i Mixosporidi I parassiti ittici non zoonosici TRIAENOPHORUS TRIAENOPHORUS SPP. Si tratta di cestodi, cioè di vermi piatti ed allungati, che utilizzano solo alcune specie di pesci di acqua dolce come ospiti. I vermi adulti si trovano soprattutto nel Luccio; in questi pesci il parassita provoca molti danni all’intestino del pesce. Le larve di Triaenophorus, invece, si trovano soprattutto nelle Trote e nei Coregoni. In questi pesci la presenza del parassita nel muscolo sottoforma di cisti piuttosto grandi, rende il prodotto non commercializzabile per l’aspetto ripugnante. TRIAENOPHORUS SPP. Cistinelmuscoloda Trianophorus crassus I parassiti ittici non zoonosici PENNELLA PENNELLA SPP. I parassiti del genere Pennella sono ben conosciuti sia dai pescatori sia da chi commercia prodotti ittici, infatti sono facilmente visibili sulla pelle di alcune specie di pesci come il Tonno, la Lampuga, il Pesce luna, ma soprattutto del Pesce spada e della Ricciola. Sono conosciute più di 30 specie diverse di questo parassita il cui ciclo vitale è ancora poco conosciuto. PartevisibilediPennella sullasuperficiediunPescespada PartevisibilediPennellasullasuperficiediunaRicciola PENNELLA SPP. Nel corpo del pesce ospite, Pennella penetra profondamente con la testa, dapprima nel muscolo e poi negli organi interni dove succhia sangue per alimentarsi. Muscoloconuna grossacistecreatada Pennella Nei visceri forma ascessi e nei muscoli noduli più o meno grandi, molto spesso ben visibili dall’esterno o al taglio dei tranci. DannicreatidaPennellanell’addomediunpesce PENNELLA SPP. Nel pesce ospite, Pennella penetra in vari punti del corpo, ma è facile trovarlo sul dorso, sulle superfici laterali e ventrali del corpo, e mai sulla testa. Puntid’ingressodiPennellainunPescespada Pennellaspp. I parassiti ittici non zoonosici TRIPANORINCHI TRYPANORHYNCHA I Tripanorhinchi sono un gruppo di parassiti molto numeroso. Il loro nome deriva dal greco “muso che trapana” e descrive molto bene come il verme penetra all’interno del corpo dei pesci . LarvediTripanorinchi TRYPANORHYNCHA Le larve di Tripanorinchi parassitano molto frequentemente il Pesce spada, il Pesce Vela ed il Marlin. LarvediTripanorinchi TRYPANORHYNCHA In questi pesci il parassita si presenta spesso come uno spaghetto lungo ed appiattito di colore bianco o bianco-giallastro ben visibile sulla superficie del trancio. Per questo motivo i Tripanorinchi, in lingua inglese, vengono chiamati “Spaghetti worms” ovvero “Vermi spaghetto”. LarvediTripanorinchi I parassiti ittici non zoonosici MICROSPORIDI E MIXOSPORIDI MIXOSPORIDI I Mixosporidi ed i Microsporidi sono protozoi, cioè sono parassiti formati da una sola cellula e quindi di dimensioni molto piccole. Per questo motivo sono visibili solo al microscopio. Mixosporidi (Kudoa) vistialmicroscopio Microsporidi (Spraguea) vistialmicrosopio MIXOSPORIDI Fra i diversi Mixosporidi quello più conosciuto è Kudoa. Questo protozoo colpisce molte specie di pesci, ma soprattutto il merluzzo, il salmone e lo sgombro. Salmone Merluzzonordico Sgombro MIXOSPORIDI Nel muscolo dei pesci, i Mixosporidi formano numerosi piccoli noduli rotondi generalmente bianchi e qualche volta marrone scuro, con un diametro massimo di mezzo centimetro. NodulidiMixosporidi (Kudoa) MIXOSPORIDI I Mixosporidi hanno la caratteristica di distruggere il muscolo del pesce producendo una sostanza capace di sciogliere la carne, che diventa rammollita e di aspetto lattiginoso. NodulidiMixosporidi Nei casi più gravi la preparazione del pesce in cucina è molto difficoltosa, se non impossibile in quanto i muscoli si disfano o si liquefano al taglio. NodulidiMixosporidi MICROSPORIDI I Microsporidi sono piccoli parassiti che possono essere osservati nella sia in pesci pescati in mare (Rana pescatrice) sia in pesci allevati (Orate e Branzini). Ranapescatrice Microsporidi vistialmicroscopio Orata MICROSPORIDI Questi parassiti, nei pesci, si accumulano nelle cellule del sistema nervoso. Le cellule ben presto si ingrossano e si trasformano in piccoli noduli di colore bianco di alcuni millimetri di diametro chiamati “xenomi”. Celluladelsistema nervosodelpesce ingrossataperla presenzadimolti Microsporidi MICROSPORIDI Nel muscolo del pesce è facile osservare gli “xenomi” soprattutto vicino alla colonna vertebrale. Noduli(xenomi)formatidaMicrosporidi inuna Ranapescatriceinprossimità dellacolonna vertebrale MICROSPORIDI I Microsporidi, pur non essendo pericolosi per la salute umana, rendono i pesci non adatti al consumo umano per l’aspetto ripugnante delle loro carni. Noduli(xenomi)formatidaMicrosporidi inuna Ranapescatrice