Comments
Transcript
Lavoriamo per non perdere la nostra risorsa più
ISSN 2284-0354 aprile - maggio periodico di cultura dell’Università del Salento periodico di cultura dell’Università del Salento ISSN 2284-0354 aprile - maggio www.ilbollettino.unisalento.it www.ilbollettino.unisalento.it “Lavoriamo per non perdere la nostra risorsa più importante: le capacità dei nostri giovani” Antonio Leacia Ordinario di Analisi Matematica, Direttore della Scuola di Dottorato a S i è svolta il 26 maggio 2015 la cerimonia di consegna dei diplomi di dottorato conseguiti presso la nostra Università negli anni solari 2012 e 2013. In quegli anni (prima dell’ultima riforma) hanno conseguito il titolo di dottore di ricerca 293 dottoresse e dottori, e alla cerimonia hanno partecipato in 100. Molti hanno scritto, esprimendo il rammarico per non poter essere presenti e questo è il segnale di un grave problema per il nostro Paese, e in particolare per il Sud: tanti nostri giovani, altamente qualificati, trovano occasioni per un lavoro adeguato in parte al Nord, più spesso all’estero, in Europa o anche oltre. Non possiamo permetterci di perdere la nostra risorsa più importante: le capacità dei nostri giovani. Da molti anni l’Università e la Ricerca subiscono pesanti tagli nei finanziamenti e un grave blocco del turn-over, che ci impedisce di assumere i giovani più meritevoli. L’Università italiana dal 2008 ad oggi ha subito una riduzione di personale docente e di ricercatori passando da 62mila a 51mila unità: una riduzione pari quasi al 20% (uno su cinque). Nella nostra Università, in particolare, siamo passati da 746 a 651 docenti (di cui 22 ricercatori a tempo determinato, che non erano previsti nella normativa precedente il 2010) e nei prossimi quattro anni, per motivi anagrafici, dovremo rinunciare alle competenze e alle attività di più di 70 colleghi. Speriamo vivamente che questa drastica diminuzione si arresti al più presto, per poter inserire nuove forze, per mantenere, e possibilmente ampliare, l’offerta formativa e le competenze nel campo della ricerca per i nostri giovani e per la società ionicosalentina. Il Dottorato di Ricerca è il terzo e più elevato livello di formazione dell’Università Italiana, ma anche l’avvio ad una autonoma attività di ricerca. Ad esso si accede esclusivamente mediante un concorso pubblico per titoli ed esami. In Italia il Dottorato di Ricerca è stato introdotto con notevole ritardo rispetto agli altri paesi avanzati, dalla Legge 382 del 1980, ma il primo ciclo è partito esattamente 30 anni fa. Forse questo ritardo spiega un’insufficiente comprensione dell’importanza del Dottorato, in quanto esso viene visto quasi esclusivamente come primo passo verso la carriera accademica. In altri paesi non è così, e i Ph.D. trovano adeguata collocazione nelle attività produttive, finanziarie, nella Pubblica Amministrazione e così via. In questi trent’anni possiamo chiaramente individuare tre fasi nell’evoluzione dei corsi di dottorato (se vogliamo, tre tipologie differenti), naturalmente collegate a variazioni della legislazione. La prima fase va dal 1984 al 1999, con i Corsi di Dottorato prevalentemente in convenzione tra più università e sede amministrativa nelle Università di grandi dimensioni. Per il conseguimento del titolo era prevista una discussione finale di fronte a una commissione nazionale di nomina ministeriale, che esaminava tutti 11 i dottorandi di un determinato settore scientificodisciplinare. In questa fase l’Università di Lecce era sede di pochi dottorati. Solo nel 13° e 14° ciclo abbiamo raggiunto la quota di 10 dottorati. Ma l’esistenza dei corsi di dottorato è essenziale in un’università. Essi offrono agli studenti più motivati e capaci una grande opportunità di crescita culturale e quindi sociale. Stimolano i docenti ad un grande impegno per erogare corsi avanzati, per sviluppare contatti internazionali, per incrementare l’attività di ricerca da proporre anche ai dottorandi. Così, a partire dal 2000 e fino al 2013, abbiamo avuto una seconda fase, quella durante la quale si è svolta l’attività, tra gli altri, di tutti i Dottori a cui il 26 maggio è stato consegnato il Diploma. In questa fase è stata data maggiore autonomia alle Università, sempre rispettando ben determinati requisiti di idoneità della sede. Le modalità di ammissione sono state sempre le medesime, ma la commissione giudicatrice era nominata dal Rettore, ed era formata da almeno tre componenti scelti tra i professori e ricercatori universitari di ruolo, di cui almeno due provenienti da altra sede. Ringrazio i coordinatori e i docenti che in questi anni hanno insegnato a fare ricerca a tanti dottori, tra cui quelli che il 26 maggio abbiamo festeggiato. Ed arriviamo infine al D.M.45 del 2013, attuativo della cosiddetta Legge Gelmini. Il D.M. 45 ha introdotto vincoli molto stringenti per i corsi di dottorato, che vorrei brevemente descrivere. 1) I nuovi Corsi devono ricevere l’accreditamento presso il Ministero, previa valutazione della sede, in termini di biblioteche, laboratori, attrezzature, e della qualificazione scientifica dei Collegi dei Docenti da parte dell’ANVUR. Su questo punto la nostra Università non ha avuto problemi a garantire uno standard di alta qualità, superando le medie nazionali. 2) L’esame finale avrà le stesse modalità locali, ma il percorso dei dottorandi dovrà concludersi necessariamente entro i tre anni, senza avere più la possibilità dell’anno di proroga. 3) È stato introdotto un vincolo sul numero di posti e di borse, che naturalmente si traduce in un vincolo di carattere finanziario. Non è possibile attivare un Corso di Dottorato con meno di quattro posti coperti da borsa di studio e nell’ambito dell’Ateneo occorre avere una media di almeno sei borse di studio. Quindi se un dipartimento ha risorse finanziarie per garantire quattro borse di dottorato, ci deve essere nell’Ateneo un altro dottorato con almeno otto borse di studio. Questo è il vero punto critico dei nuovi dottorati, a partire dal 29° ciclo. La scelta dell’Ateneo Salentino è stata di effettuare il massimo sforzo economico compatibile con le risorse disponibili e, per così dire, di agire con grande “spirito di squadra”. I Dipartimenti, che per loro natura disciplinare hanno maggiore accesso a risorse esterne, si sono impegnati fortemente per permettere agli altri 12 dipartimenti di attivare i propri dottorati con minori risorse finanziarie. A partire dal 29°, 30° e per il prossimo 31° ciclo, tra Fondo Unico per la Ricerca e Dotazione Ordinaria, l’Università ha destinato il 65% delle risorse per le borse di Dottorato, e quasi il 15% per le borse Post-doc. Insomma l’Università del Salento punta principalmente sui giovani. Ma tutto questo non sarebbe stato sufficiente senza il sostegno degli Enti esterni, che vorrei qui ringraziare: l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, la Scuola Superiore ISUFI, che è incardinata nell’Università del Salento ma ha una propria autonomia amministrativa e gestionale, i fondi di progetto di singoli docenti e l’ISBEM (Istituto Biomedico Euro Mediterraneo). Desidero ringraziare inoltre tutto il personale tecnicoamministrativo impegnato nelle attività connesse al dottorato che ha assicurato, con grande competenza e dedizione, l’indispensabile supporto per l’adeguamento alle novità amministrative e per il rispetto della tempistica, a volte veramente pressante, imposta da Ministero e ANVUR. I nuovi Corsi di Dottorato, accreditati per il 30° ciclo e anche per il 31° e 32°, sono: “Scienze del patrimonio culturale”, coordinatore professor Massimiliano Rossi; “Ingegneria dei materiali e delle strutture e nanotecnologie”, coordinatore professor Alfonso Maffezzoli; “Ingegneria dei sistemi complessi”, coordinatore professor Giulio Avanzini; “Matematica e informatica”, in convenzione con l’Università della Basilicata, coordinatore professor Carlo Sempi; “Fisica e nanoscienze”, coordinatrice professoressa Rosaria Rinaldi; “Human and social sciences”, coordinatore professor Fabio Pollice; “Filosofia: forme e storia dei saperi filosofici” (internazionale), in convenzione con Université Paris Sorbonne / Universität Zu Köln, coordinatore professor Loris Sturlese; “Lingue, letterature e culture moderne e classiche” (internazionale), in convenzione con l’università di Vienna, coordinatrice professoressa Maria Grazia Guido; “Scienze e tecnologie biologiche ed ambientali”, coordinatore professor Santo Marsigliante; “Diritto dei beni privati, pubblici e comuni. Tradizione e innovazione nei modelli di appartenenza e fruizione”, coordinatore professor Giancarlo Vallone; “Economia, management e metodi quantitativi ”, coordinatrice professoressa Gisella Facchinetti. La cerimonia del 26 maggio è stata il frutto di anni di lavoro. Dei docenti che hanno insegnato a fare ricerca, del personale tecnico-amministrativo che ha dato il necessario supporto, soprattutto dei nuovi dottori che abbiamo festeggiato. Alcuni di essi saranno al nostro posto domani, altri avranno modo di far valere le loro competenze nel mondo del lavoro, altri ancora terranno alto il nome del nostro Ateneo all’estero. Spero che molti fra questi ultimi avranno l’occasione di tornare in questa terra che ha bisogno delle sue menti migliori.