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Gestione delle scorte - Corsi di Laurea a Distanza

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Gestione delle scorte - Corsi di Laurea a Distanza
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Magazzini
Gestione delle scorte
1
Gestione delle scorte
Introduzione
Sistemi di gestione delle scorte
gestione a fabbisogno dei materiali
gestione a scorta dei materiali
sistemi a PERIODO MULTIPLO
modello a Quantità Fissa
modello a Tempo Fisso
ulteriori modelli
Affidabilità dei dati di magazzino
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© 2005 Politecnico di Torino
1
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Obiettivi
Fornire gli elementi per la determinazione
economica delle quantità di materiale da
immagazzinare
Fornire le conoscenze base per l’ottimizzazione
del costo di immagazzinamento
3
Gestione delle scorte
Introduzione
Introduzione
4
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2
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Definizioni
Con il termine scorta (stock, giacenza) si indica
qualsiasi prodotto che una impresa conserva a
magazzino per un impiego futuro
5
Definizioni
Con il termine scorta (stock, giacenza) si indica
qualsiasi prodotto che una impresa conserva a
magazzino per un impiego futuro
Un sistema di gestione delle scorte è l’insieme
delle politiche e dei controlli che consentono di
monitorare le quantità a magazzino, stabilire
quale livello mantenere, quando reintegrarle e in
quale quantità
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3
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Motivazioni per le scorte
Tutte le aziende (comprese quelle che operano in
ottica JIT) dispongono di giacenze di magazzino
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Motivazioni per le scorte
Tutte le aziende (comprese quelle che operano in
ottica JIT) dispongono di giacenze di magazzino
Il loro scopo è quello di:
garantire indipendenza fra le fasi successive della
catena produttiva o distributiva
sopperire a variazioni nella domanda del prodotto
garantire flessibilità al piano di produzione
cautelarsi contro le variazioni nei tempi di
consegna delle materie prime o dei componenti in
arrivo
sfruttare la dimensione ottimale dell’ordine di
acquisto
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4
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione delle scorte
Sistemi
Sistemi di
di gestione
gestione delle
delle scorte
scorte
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Sistemi di gestione delle scorte
Esistono essenzialmente due classi:
la gestione a fabbisogno dei materiali
la gestione a scorta dei materiali
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5
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a fabbisogno
La gestione a fabbisogno dei materiali indica
una procedura di gestione dei materiali la cui
domanda deriva dalla esplosione di un piano di
produzione, ad esempio tramite procedura MRP
(Material Requirement Planning)
11
Gestione a fabbisogno
La gestione a fabbisogno dei materiali indica
una procedura di gestione dei materiali la cui
domanda deriva dalla esplosione di un piano di
produzione, ad esempio tramite procedura MRP
(Material Requirement Planning)
La procedura MRP viene utilizzata generalmente
per gestire il rifornimento di materiali o di parti
componenti con un alto consumo annuo in
valore, per i quali, a fronte dell’alta incidenza
economica, occorre ridurre il più possibile, se non
annullare, il livello di scorta a magazzino
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6
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a fabbisogno
Si riduce la giacenza delle scorte, e
conseguentemente i relativi costi associati, che
risulteranno direttamente proporzionali all’area
sottostante la curva delle giacenze in magazzino
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Gestione a fabbisogno
Si riduce la giacenza delle scorte, e
conseguentemente i relativi costi associati, che
risulteranno direttamente proporzionali all’area
sottostante la curva delle giacenze in magazzino
Il materiale entra in magazzino secondo intervalli
regolari, scanditi dal Piano Principale di
produzione (Master Plan)
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a fabbisogno
Si riduce la giacenza delle scorte, e
conseguentemente i relativi costi associati, che
risulteranno direttamente proporzionali all’area
sottostante la curva delle giacenze in magazzino
Il materiale entra in magazzino secondo intervalli
regolari, scanditi dal Piano Principale di
produzione (Master Plan)
La giacenza del magazzino è molto ridotta e in
linea teorica tendente allo zero
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Gestione a fabbisogno
H = istante in cui viene eseguito l’ordine
L = lead time di consegna
Qi = quantità che viene richiesta ad ogni ordine
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a Scorta
La gestione a scorta dei materiali indica una
procedura di gestione dei materiali la cui
domanda deriva da stime previsionali e non dalla
esplosione di un piano di produzione
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Gestione a Scorta
La gestione a scorta dei materiali indica una
procedura di gestione dei materiali la cui
domanda deriva da stime previsionali e non dalla
esplosione di un piano di produzione
Generano un livello di scorte più alto e vengono
pertanto utilizzati per articoli a basso consumo
annuo in valore o in tutti quei casi in cui risulta
molto difficile associare ad un programma di
produzione di prodotti finiti i fabbisogni delle
relative parti componenti
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a Scorta
Secondo questo approccio, si tende ad evitare
situazioni con mancanza di materiale (rotture di
stock) per la produzione
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Gestione a Scorta
Secondo questo approccio, si tende ad evitare
situazioni con mancanza di materiale (rotture di
stock) per la produzione
Contemporaneamente viene limitato il consumo
di risorse per il rilascio degli ordini
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a Scorta
Secondo questo approccio, si tende ad evitare
situazioni con mancanza di materiale (rotture di
stock) per la produzione
Contemporaneamente viene limitato il consumo
di risorse per il rilascio degli ordini
Si genera tendenzialmente un livello di scorte di
prodotto a magazzino superiore a quello
strettamente necessario
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Gestione a Scorta
H =
istante in cui viene eseguito
l’ordine
L = lead time di consegna
LR= livello di riordino
Q = quantità che viene ordinata
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Costi di immagazzinamento
Il mantenimento a magazzino di materiali a scorta
determina dei costi che si compongono delle
seguenti voci principali:
costo per l’approvvigionamento
costi dell’ufficio acquisti (impiegati, spese generali,
ecc.)
costi dei trasporti
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Costi di immagazzinamento
costo di immagazzinamento
interesse sul capitale immobilizzato sul magazzino
costo della manodopera necessaria per tutte le
operazioni connesse all’immagazzinamento
ammortamento del fabbricato
ammortamento delle attrezzature e dei mezzi di
trasporto relativi al magazzino
spese di riscaldamento, illuminazione, assicurazione,
protezione antincendio, manutenzione, ecc.
perdite dovute a deterioramento, deprezzamento, cali
dei prodotti immagazzinati
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Costi di immagazzinamento
Si può affermare in prima approssimazione che il
costo di immagazzinamento può variare dal 5 al
10% del valore della merce a magazzino
Il valore della merce a magazzino viene calcolato
moltiplicando i quantitativi medi immagazzinati
per il loro prezzo unitario
A seconda dei casi, come prezzo unitario si
assume il prezzo medio, il prezzo standard o il
prezzo attuale di acquisto dei materiali a
magazzino
25
Analisi ABC
È molto importante esaminare in modo analitico
quali sono gli articoli sui quali esercitare un
maggiore controllo. In tal senso, uno strumento
utile è l’analisi di Pareto, comunemente
denominata analisi ABC:
si analizzano i consumi annui di ciascun articolo
classificandoli in modo decrescente in base alla
quantità stoccata o al valore immobilizzato
si procede quindi alla creazione di una funzione
cumulativa del valore di ogni voce in funzione del
numero di voci
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Valore calcolato (% del totale)
Analisi ABC: esempio
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Analisi ABC
Materiali di classe A
pochi articoli (10-15%) corrispondono ad una larga
parte del valore presente (70 – 80%)
la gestione deve risultare particolarmente
“rigorosa”
Materiali di classe C
molti articoli corrispondono ad una minima parte
del valore presente (5 – 10%)
si adotta una politica di controllo meno “rigorosa”
Materiali di classe B
a seconda dei casi vengono associati alla classe A
oppure C
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistemi di gestione delle scorte
Gestione a fabbisogno dei materiali
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Gestione a fabbisogno dei materiali
Dimensionamento dei flussi dei materiali in base
a fabbisogni futuri certi (tecnica del look-ahead)
con ausilio dell’MRP
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a fabbisogno dei materiali
Dimensionamento dei flussi dei materiali in base
a fabbisogni futuri certi (tecnica del look-ahead)
con ausilio dell’MRP
Gli approvvigionamenti dei materiali vengono
emessi solo a fronte di ordini clienti già acquisiti
31
Gestione a fabbisogno dei materiali
Dimensionamento dei flussi dei materiali in base
a fabbisogni futuri certi (tecnica del look-ahead)
con ausilio dell’MRP
Gli approvvigionamenti dei materiali vengono
emessi solo a fronte di ordini clienti già acquisiti
Rende possibile una drastica riduzione degli stock
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a fabbisogno dei materiali
Dimensionamento dei flussi dei materiali in base
a fabbisogni futuri certi (tecnica del look-ahead)
con ausilio dell’MRP
Gli approvvigionamenti dei materiali vengono
emessi solo a fronte di ordini clienti già acquisiti
Rende possibile una drastica riduzione degli stock
Ogni fase produttiva deve essere programmata in
funzione della fase successiva
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Pianificazione dei fabbisogni
Selezionare per
ingrandire lo
schema
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Pianificazione dei fabbisogni
L’attività di pianificazione ha come obiettivo
fondamentale il coordinamento e
l’armonizzazione delle richieste del mercato con le
esigenze dell’azienda
Il Piano della domanda muove dalle previsioni di
vendita (nel caso di produzione per il magazzino)
o direttamente dal portafoglio ordini (se la
produzione è su commessa)
35
Pianificazione dei fabbisogni
Il Piano aggregato di produzione (o Production
Plan – PP) formalizza a livello aggregato il piano
delle risorse necessarie; a questo livello il piano è
di massima poiché è determinato con un certo
grado di semplificazione sul mix produttivo
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Pianificazione dei fabbisogni
La capacità produttiva necessaria, desunta dal
piano delle vendite, viene confrontata con la
capacità produttiva disponibile, si può effettuare
una prima verifica di fattibilità (o di carico)
Caso negativo: si procede alla ripianificazione
attraverso la revisione del piano aggregato
Caso positivo: si sviluppa il Piano Principale di
produzione (o Master Production Schedule –
MPS) attraverso una fase di analisi dettagliata
che arriva fino al singolo prodotto del mix
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Pianificazione dei fabbisogni
Autorizzato il Piano Principale di Produzione, si
procede, sulla base dell’esplosione dei fabbisogni
dei materiali e dei componenti (Material
Requirement Planning – MRP) a definire gli ordini
pianificati di approvvigionamento
Gli ordini pianificati di approvvigionamento,
vengono inoltrati ai fornitori, tenendo in
considerazione i rispettivi “lead time” e le
disponibilità a magazzino
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Fasi principali
A fianco sono riassunte le principali fasi della
programmazione e controllo della produzione
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Piano aggregato di produzione
Processo di formazione del piano di produzione
aggregato
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Piano principale di produzione
Processo di formazione del piano principale di
produzione
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Sviluppo dell’MRP
Si parte dalla data di consegna del prodotto e si
determinano le date ed i momenti di inizio delle
attività (siano esse di lavorazione o
approvvigionamento)
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sviluppo dell’MRP
Si parte dalla data di consegna del prodotto e si
determinano le date ed i momenti di inizio delle
attività (siano esse di lavorazione o
approvvigionamento)
Questo sistema richiede un’elevata accuratezza
dei dati che vengono utilizzati
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Sviluppo dell’MRP
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sviluppo dell’MRP
Per una corretta applicazione dell’MRP occorrono
i seguenti dati:
inventario aggiornato delle giacenze di magazzino
conoscenza dei tempi di approvvigionamento
entità delle scorte di sicurezza
% di parti difettose consegnate dal fornitore
dimensione del lotto economico
dimensioni di un lotto standard
sconti del fornitore
tempi di fabbricazione e di montaggio
tempi di consegna dei prodotti finiti
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Sviluppo dell’MRP
Selezionare per
ingrandire lo
schema
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di MRP
L’MRP trova la sua migliore applicazione in
presenza di strutture di prodotto complesse per
le quali sia possibile beneficiare della potenza di
calcolo dei computer
Consideriamo la distinta parziale di una bicicletta
che include in media globalmente oltre 300 parti
La distinta base completa risulta divisa in tanti
livelli, quanti sono necessari a mostrare anche
tutte le parti acquistate
47
Esempio di MRP
Per semplicità consideriamo la ruota anteriore e
quella posteriore
Ogni ruota è composta da:
un pneumatico
un perno di assemblaggio
un cerchione
28 raggi
28 nippli
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di MRP
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Esempio di MRP
Ogni raggio è fabbricato (tagliato, curvato e
filettato) a partire da bacchette da 11 pollici di
lunghezza di metallo grezzo, tenute a magazzino
Il nipplo è un articolo acquistato di secondo livello,
mentre la bacchetta è di terzo livello
I nippli per i raggi e le bacchette appaiono in due
posizioni diverse nella distinta base; inoltre
entrambi questi componenti appaiono anche nella
distinta base di altre misure
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di MRP
In questo esempio verrà mostrato come l’MRP
tratti tutti i prodotti “figli” (cioè relativi al livello
immediatamente superiore) e i calcoli degli scarti
Il calcolo del fabbisogno netto (netting)
comprensivo della tolleranza di scarto viene
condotto con la seguente formula
fabbisogno netto =
ammontare delle necessità
1 - indice di scarto
51
Esempio di MRP
Ipotizziamo che l’emissione pianificata degli ordini
per le ruote anteriori e posteriori riguardi tre tipi
di biciclette:
20 pollici
24 pollici
26 pollici
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di MRP
Ipotizziamo che l’emissione pianificata degli ordini
per le ruote anteriori e posteriori riguardi tre tipi
di biciclette:
20 pollici
24 pollici
26 pollici
Il fabbisogno di ruote dovrebbe derivare dal
piano principale di produzione (livello 0) per tutti i
modelli di bicicletta
53
Esempio di MRP
Ipotizziamo che l’emissione pianificata degli ordini
per le ruote anteriori e posteriori riguardi tre tipi
di biciclette:
20 pollici
24 pollici
26 pollici
Il fabbisogno di ruote dovrebbe derivare dal
piano principale di produzione (livello 0) per tutti i
modelli di bicicletta
L’emissione pianificata degli ordini si ha solo a
seguito del completamento dell’elaborazione MRP
dei dati dei livelli più alti
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di MRP
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Esempio di MRP
Gli ordini per i prodotti padri divengono un
fabbisogno lordo per il componente al livello
successivo più basso
Il fabbisogno nella settimana 5 è basato su
84 + 60 +24 + 24 = 192 ruote
Con 28 nippli per ciascuna ruota, il fabbisogno
risulta di 192 x 28 = 5376
Per la settimana 6, la richiesta di ruote è pari a
36 + 36 + 72 + 84 = 228
Il fabbisogno lordo diventa 228 x 28 = 6384
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di MRP
Gli ordini pianificati per le ruote anteriori e posteriori
possono risultare differenti se si verifica una
domanda extra, ad es. per coprire perdite dovute a
scarti, per produrre pezzi di ricambio, ecc.
57
Esempio di MRP
I 2500 nippli disponibili alla settimana 0, si prevede
che rimangano disponibili a magazzino per quattro
settimane
Nella settimana 5 si presenta un fabbisogno di 5376
unità contro un una disponibilità effettiva di 2500
Si prevede quindi una mancanza di 2876 unità
Il rischio che si possa verificare una mancanza di
nippli, fa sì che l’MRP effettui in automatico le
seguenti azioni:
sottrae il lead time di approvvigionamento (LT) di tre
settimane dalla settimana 5
assegna un ordine pianificato alla settimana 2
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di MRP
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Esempio di MRP
La dimensione del lotto è lot–for-lot, cioè con un
lotto pari al fabbisogno netto
Successivamente attraverso la formula per il
calcolo del fabbisogno netto il computer calcola la
dimensione dell’ordine pianificato di 2935 unità,
in grado di coprire il fabbisogno previsto di 2876
unità che tiene conto di uno scarto del 2%
Analogamente il fabbisogno di 6384 unità
previsto per la settimana 6 viene coperto da un
ordine pianificato per la settimana 3
Anche in questo caso la quantità ordinata di 6515
unità tiene conto di un 2% di scarti
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di MRP
Va sottolineato che l’emissione pianificata
dell’ordine comprende il 2% in più, così da
includere nell’ordine la quantità extra, mentre ciò
non vale per la disponibilità da ordini programmati
poiché i suppone che il 2% sia già stato scartato
61
Limiti della pianificazione a fabbisogno (MRP)
Le principali criticità sono:
affidabilità dei dati
calcolo dei fabbisogni in condizioni di capacità
infinita, generando, di conseguenza, ordini di
acquisto talvolta non compatibili con la capacità in
essere
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sequenze temporali
I piani di produzione
vengono predisposti
in relazione a
differenti orizzonti
temporali
La tecnica di
programmazione è
quella “rolling” o a
“scorrimento”
63
Sequenze temporali
Il Piano aggregato (PP) ha orizzonte temporale in
genere annuale; è finalizzato alla programmazione
per gruppi di famiglie o linee di prodotto poiché in
sede previsionale è difficile ipotizzare dettagli
ulteriori con sufficienza affidabilità
Il Piano principale (MPS) ha un orizzonte temporale
più contenuto, legato al “lead time” del componente
critico o al “lead time” degli articoli interessati dalla
pianificazione
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sequenze temporali
Il Piano operativo
(PO) ha orizzonte
temporale di giorno
o settimane. È
definita in modo
completo la
sequenza dei lotti e
dei rispettivi cicli di
lavorazione.
Consentono di
programmare le
lavorazioni per
codice-prodotto
65
Il JIT
Oltre all’utilizzo dell’MRP, si è diffusa una tecnica di
gestione di origine giapponese denominata JIT (Just
In Time), che consiste nel “fare un’attività
solamente quando serve”:
approccio basato sul concetto di eliminare gli stock
dei materiali e dei prodotti rispettivamente a monte e
a valle della produzione, grazie anche all’impiego di
sistemi informatici
si può attuare solo in certe situazioni, adeguatamente
programmate nella fase progettuale di un nuovo
stabilimento
alcune cause quali ad esempio, imprevisti, scioperi,
alluvioni ed altro ancora possono impedire che l’arrivo
dei materiali avvenga sempre in tempo reale
66
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33
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Il JIT
alimentazione con
ricorso alla tecnica
kanban
l’applicazione ad ogni
contenitore di un
cartellino con le
informazioni essenziali
sul prodotto contenuto
il ripristino avviene solo
se il cartellino del
contenitore terminato è
stato riportato a ritroso
verso il fornitore
Selezionare per ingrandire
lo schema
67
Il JIT
Azienda produttrice di
prodotti finiti attraverso
prodotti finiti provenienti
da più fornitori:
fornitori in prossimità
dell’azienda
alimentazione con
tragitti di lunghezza
limitata
68
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di
approvvigionamento dei materiali occorrenti agli
stabilimenti produttivi
69
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di
approvvigionamento dei materiali occorrenti agli
stabilimenti produttivi
Immagazzinamento dei componenti
70
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35
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di
approvvigionamento dei materiali occorrenti agli
stabilimenti produttivi
Immagazzinamento dei componenti
Trasporto dei componenti
71
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di
approvvigionamento dei materiali occorrenti agli
stabilimenti produttivi
Immagazzinamento dei componenti
Trasporto dei componenti
Alimentazione dei componenti fino ai posti di
lavoro
72
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36
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Il JIT e la terziarizzazione
73
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di distribuzione
dei prodotti finiti ai clienti
74
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37
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di distribuzione
dei prodotti finiti ai clienti
Prelievo di prodotti di più aziende
75
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di distribuzione
dei prodotti finiti ai clienti
Prelievo di prodotti di più aziende
Immagazzinamento di prodotti di più aziende
76
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38
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di distribuzione
dei prodotti finiti ai clienti
Prelievo di prodotti di più aziende
Immagazzinamento di prodotti di più aziende
Ricevimento diretto degli ordini
77
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di distribuzione
dei prodotti finiti ai clienti
Prelievo di prodotti di più aziende
Immagazzinamento di prodotti di più aziende
Ricevimento diretto degli ordini
Preparazione di spedizioni multiprodotto
78
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39
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Il JIT e la terziarizzazione
Affidamento a terzi delle attività di distribuzione
dei prodotti finiti ai clienti
Prelievo di prodotti di più aziende
Immagazzinamento di prodotti di più aziende
Ricevimento diretto degli ordini
Preparazione di spedizioni multiprodotto
Consegne ai clienti in tempi ristretti
79
Il JIT e la terziarizzazione
80
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40
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
La terziarizzazione (o outsourcing)
Consente di ridurre il numero dei magazzini dei
produttori
81
La terziarizzazione (o outsourcing)
Consente di ridurre il numero dei magazzini dei
produttori
Razionalizzare il trasporto delle merci
82
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41
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
La terziarizzazione (o outsourcing)
Consente di ridurre il numero dei magazzini dei
produttori
Razionalizzare il trasporto delle merci
Ottimizzare la supply chain in termini di tempi e costi
83
La terziarizzazione (o outsourcing)
Consente di ridurre il numero dei magazzini dei
produttori
Razionalizzare il trasporto delle merci
Ottimizzare la supply chain in termini di tempi e costi
Per attuare ciò serve:
84
© 2005 Politecnico di Torino
42
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
La terziarizzazione (o outsourcing)
Consente di ridurre il numero dei magazzini dei
produttori
Razionalizzare il trasporto delle merci
Ottimizzare la supply chain in termini di tempi e costi
Per attuare ciò serve:
Il corretto funzionamento del flusso delle merci
85
La terziarizzazione (o outsourcing)
Consente di ridurre il numero dei magazzini dei
produttori
Razionalizzare il trasporto delle merci
Ottimizzare la supply chain in termini di tempi e costi
Per attuare ciò serve:
Il corretto funzionamento del flusso delle merci
Un puntuale e tempestivo scambio di informazioni
far clienti, terzisti e produttori
86
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
La terziarizzazione (o outsourcing)
Consente di ridurre il numero dei magazzini dei
produttori
Razionalizzare il trasporto delle merci
Ottimizzare la supply chain in termini di tempi e costi
Per attuare ciò serve:
Il corretto funzionamento del flusso delle merci
Un puntuale e tempestivo scambio di informazioni
far clienti, terzisti e produttori
Sistemi informatici denominati Enterprise Resource
Planning (ERP) che informano e controllano in
tempo reale tutte le aziende coinvolte nel medesimo
flusso logistico
87
Sistemi di gestione delle scorte
Gestione a scorta dei
materiali
88
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a scorta dei materiali
Dimensionamento dei flussi dei materiali in base
ai consumi registrati nel passato (tecnica del
look-back)
89
Gestione a scorta dei materiali
Dimensionamento dei flussi dei materiali in base
ai consumi registrati nel passato (tecnica del
look-back)
È adatta per la produzione di beni in serie e da
rendersi disponibili con brevi tempi di consegna
90
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Gestione a scorta dei materiali
Dimensionamento dei flussi dei materiali in base
ai consumi registrati nel passato (tecnica del
look-back)
È adatta per la produzione di beni in serie e da
rendersi disponibili con brevi tempi di consegna
Non rende possibile una drastica riduzione degli
stock
91
Previsioni sui consumi delle scorte
Le aziende che operano in questo modo devono
garantire due esigenze opposte:
garantire livelli di scorta adeguati alle esigenze
limitare il più possibile l’immobilizzo di capitale
investito
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Previsioni sui consumi delle scorte
Le aziende che operano in questo modo devono
garantire due esigenze opposte:
garantire livelli di scorta adeguati alle esigenze
limitare il più possibile l’immobilizzo di capitale
investito
Per affinare la previsione dei consumi delle scorte,
sono state sviluppate delle tecniche di analisi
previsionale. Fra le più comuni, vanno ricordate:
tecniche di proiezione a base multiperiodica
tecniche di proiezione aperiodiche
tecniche di proiezione associativa
93
Previsioni sui consumi delle scorte
Tecniche di proiezione a base
multiperiodica si basano sui dati storici:
media aritmetica (quando la serie dei dati storici
non presenta un trend)
metodo dei minimi quadrati (quando la serie dei
dati storici presenta un trend)
metodo dell’indice di stagionalità (quando la serie
dei dati storici presenta un trend con
caratteristiche di stagionalità)
94
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47
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Previsioni sui consumi delle scorte
Tecniche di proiezione aperiodiche si
limitano a considerare la domanda più recente;
prendono anche il nome di tecniche
autoadattative:
media mobile
smorzamento esponenziale (Exponential
smoothing)
smorzamento adattativo (considera il tracking
signal)
95
Previsioni sui consumi delle scorte
Tecniche di proiezione associativa non
coinvolgono le serie temporali, ma prevedono la
domanda in base a variabili diverse dal tempo.
Prendono anche il nome di tecniche regressive
indice guida
correlazione
96
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48
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Previsioni sui consumi delle scorte
Nonostante tutte le tecniche di previsione sviluppate
fino ad oggi siano potenzialmente utili, la previsione
della domanda è per sua stessa natura imprecisa
97
Previsioni sui consumi delle scorte
Nonostante tutte le tecniche di previsione sviluppate
fino ad oggi siano potenzialmente utili, la previsione
della domanda è per sua stessa natura imprecisa
Gli orientamenti attuali fanno preferire le tecniche
semplici
98
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49
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Previsioni sui consumi delle scorte
Nonostante tutte le tecniche di previsione sviluppate
fino ad oggi siano potenzialmente utili, la previsione
della domanda è per sua stessa natura imprecisa
Gli orientamenti attuali fanno preferire le tecniche
semplici
Il secondo problema che si pone alle aziende nella
gestione delle scorte si articola su due quesiti:
quando ordinare?
quanto ordinare?
99
Previsioni sui consumi delle scorte
Nonostante tutte le tecniche di previsione sviluppate
fino ad oggi siano potenzialmente utili, la previsione
della domanda è per sua stessa natura imprecisa
Gli orientamenti attuali fanno preferire le tecniche
semplici
Il secondo problema che si pone alle aziende nella
gestione delle scorte si articola su due quesiti:
quando ordinare?
quanto ordinare?
Tutto ciò presuppone la messa a punto di un vero e
proprio sistema di gestione delle scorte
100
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50
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistemi di gestione delle scorte
Un sistema di gestione delle scorte comprende le
soluzioni organizzative e politiche per gestire e
controllare i beni stoccati. Le attività controllate e
regolate sono:
emissione degli ordini
ricevimento delle merci
definizione dei tempi di emissioni degli ordini
registrazioni degli ordini
controllo e monitoraggio dei fornitori
101
Tipologie di sistemi
Le tipologie di sistemi di gestione delle scorte sono
molteplici. Di seguito si propone una possibile
suddivisione:
A) periodo singolo sono caratterizzati da una
decisione d’acquisto attraverso una soluzione unica;
sono particolarmente indicati per la distribuzione nel
fashion
B) periodo multiplo la decisione d’acquisto
coinvolge un articolo che verrà riacquistato
periodicamente, mantenuto a magazzino e impiegato
su domanda
102
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51
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Tipologie di sistemi
Nel campo del fashion si rende necessario il primo
approccio perché i lead time di consegna sono
spesso lunghi, mentre il ciclo di vita dei prodotti è
ridotto
Il costo della domanda sottostimata è costituito dai
mancati introiti per le mancate vendite
Il costo della domanda sovrastimata è costituito dai
futuri sconti applicati agli articoli in eccesso
103
Gestione a scorta dei materiali
Sistemi a Periodo Multiplo
104
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52
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistemi a Periodo Multiplo
Modello a Quantità Fissa
Modello a Tempo Fisso
Ulteriori modelli
105
Sistemi a Periodo Multiplo
Assicurano la costante disponibilità di un articolo nel
corso di periodi lunghi, ad esempio l’anno
In genere, l’articolo viene riordinato più volte l’anno,
con tempi e quantità, dettate dalla logica del
sistema adottato. Si suddividono in due modelli:
A) Quantità Fissa sono detti anche modelli a
quantità d’ordine fissa, modelli EOQ, oppure modello
Q, basati sul lotto economico d’acquisto
B) Tempo Fisso sono detti anche modelli periodici,
modelli di riordino a intervallo fisso, modelli EOT
oppure modello P
C) Ulteriori modelli per situazioni specifiche
106
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53
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistemi a Periodo Multiplo
L’elemento di distinzione fra i due primi modelli è
che i primi sono “attivati dall’evento” legato alla
variazione della scorta, mentre i secondi sono
“attivati dal tempo” trascorso tra un riordino e il
successivo
107
Sistemi a Periodo Multiplo
Modello
Modello aa Quantità
Quantità Fissa
Fissa
108
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54
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Caratteristiche
Questo modello segnala la necessità di lanciare un
ordine di approvvigionamento al raggiungimento di
un predefinito punto di riordino
109
Caratteristiche
Questo modello segnala la necessità di lanciare un
ordine di approvvigionamento al raggiungimento di
un predefinito punto di riordino
Tale evento, poiché dipende dalla domanda
dell’articolo considerato, può verificarsi in qualsiasi
momento
110
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55
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Caratteristiche
Questo modello segnala la necessità di lanciare un
ordine di approvvigionamento al raggiungimento di
un predefinito punto di riordino
Tale evento, poiché dipende dalla domanda
dell’articolo considerato, può verificarsi in qualsiasi
momento
Pertanto le giacenze devono essere monitorate
assiduamente
111
Caratteristiche
Questo modello segnala la necessità di lanciare un
ordine di approvvigionamento al raggiungimento di
un predefinito punto di riordino
Tale evento, poiché dipende dalla domanda
dell’articolo considerato, può verificarsi in qualsiasi
momento
Pertanto le giacenze devono essere monitorate
assiduamente
È un sistema di revisione continua dell’inventario,
che esige l’aggiornamento degli archivi ogni volta
che si manifesta un prelievo o un carico di
magazzino, con lo scopo di verificare se è stato
raggiunto il livello di riordino
112
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56
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Caratteristiche
Si addice agli articoli più costosi e comunque ai
prodotti di classe A, perché la quantità media di
scorte è inferiore
113
Caratteristiche
Si addice agli articoli più costosi e comunque ai
prodotti di classe A, perché la quantità media di
scorte è inferiore
È più indicato per articoli importanti, come i pezzi
di ricambio critici, dato che esiste una più rapida
reazione al potenziale stockout
114
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57
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Caratteristiche
Si addice agli articoli più costosi e comunque ai
prodotti di classe A, perché la quantità media di
scorte è inferiore
È più indicato per articoli importanti, come i pezzi
di ricambio critici, dato che esiste una più rapida
reazione al potenziale stockout
Richiede un maggiore dispendio di tempo, poiché
vengono contabilizzati ogni prelievo e carico
115
Caratteristiche
Si addice agli articoli più costosi e comunque ai
prodotti di classe A, perché la quantità media di
scorte è inferiore
È più indicato per articoli importanti, come i pezzi
di ricambio critici, dato che esiste una più rapida
reazione al potenziale stockout
Richiede un maggiore dispendio di tempo, poiché
vengono contabilizzati ogni prelievo e carico
Le scorte disponibili sono definite come le
quantità in giacenza fisica, più le quantità
ordinate, meno le quantità in backorder
(impegnate)
116
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58
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Caratteristiche
Q = quantità da ordinare
L = lead time
117
Costi di gestione
La definizione della quantità Q ottimale (EOQ
Economic Order Quantity) da riordinare deve essere
tale da rendere minimi i costi complessivi legati sia
alla gestione dei riordini, sia al mantenimento a
stock del materiale approvvigionato
118
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59
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Costi di gestione
La definizione della quantità Q ottimale (EOQ
Economic Order Quantity) da riordinare deve essere
tale da rendere minimi i costi complessivi legati sia
alla gestione dei riordini, sia la mantenimento a
stock del materiale approvvigionato
I costi presi in considerazione sono i seguenti (per
convenzione si considera un periodo di calcolo pari
a un anno):
119
Costi di gestione
La definizione della quantità Q ottimale (EOQ
Economic Order Quantity) da riordinare deve essere
tale da rendere minimi i costi complessivi legati sia
alla gestione dei riordini, sia la mantenimento a
stock del materiale approvvigionato
I costi presi in considerazione sono i seguenti (per
convenzione si considera un periodo di calcolo pari
a un anno):
Costo annuo
totale di
gestione
scorte
=
Costo annuo
degli acquisti
+
Costo annuo
di emissione degli ordini
+
Costo annuo
di giacenza
120
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60
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo di EOQ
Pertanto vale la seguente equazione
D
Q
TC = DC + S + H
Q
2
121
Calcolo di EOQ
Pertanto vale la seguente equazione
dove:
TC = DC +
D
Q
S+ H
Q
2
TC = Costo annuo totale
D = Domanda (annua) considerata nota e costante
C = Costo unitario
Q = Quantità da ordinare. Il valore ideale è denominato
lotto economico d’acquisto (EOQ) o quantità ottimale
(QOPT)
S = Costo di set-up unitario o costo di emissione ordine
R = Punto di riordino
L = Lead time
H = Costo annuo di mantenimento per unità di scorta
media
122
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61
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo di EOQ
Va precisato che sovente il costo di
mantenimento equivale a una percentuale sul
costo dell’articolo, tale che H = iC, dove i è il
costo percentuale di mantenimento a scorta
123
Calcolo di EOQ
Nell’equazione appena esaminata abbiamo che:
DC è il costo annuale per acquistare le unità
(D/Q)S è il costo annuale di emissione degli ordini
o di set up (il numero reale di ordini emessi, D/Q,
per il costo di ciascun ordine, S)
(Q/2)H è il costo annuale di mantenimento a
scorta (la scorta media, Q/2, per il costo unitario di
mantenimento, H)
124
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62
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo di EOQ
Nell’equazione appena esaminata abbiamo che:
DC è il costo annuale per acquistare le unità
(D/Q)S è il costo annuale di emissione degli ordini
o di set up (il numero reale di ordini emessi, D/Q,
per il costo di ciascun ordine, S)
(Q/2)H è il costo annuale di mantenimento a
scorta (la scorta media, Q/2, per il costo unitario di
mantenimento, H)
Le relazioni di costo sono riportate sul grafico
riportato di seguito
125
Calcolo di EOQ
126
© 2005 Politecnico di Torino
63
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo di EOQ
Il secondo passo nell’elaborazione consiste nello
stabilire qual è la quantità da ordinare, per la quale
il costo totale risulta minimo
127
Calcolo di EOQ
Il secondo passo nell’elaborazione consiste nello
stabilire qual è la quantità da ordinare, per la quale
il costo totale risulta minimo
Con riferimento al grafico della pagina precedente,
il costo risulta minimizzato in corrispondenza del
punto in cui la pendenza della curva complessiva di
TC è nulla, ovvero nel suo punto di minimo
128
© 2005 Politecnico di Torino
64
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo di EOQ
Il secondo passo nell’elaborazione consiste nello
stabilire qual è la quantità da ordinare, per la quale
il costo totale risulta minimo
Con riferimento al grafico della pagina precedente,
il costo risulta minimizzato in corrispondenza del
punto in cui la pendenza della curva complessiva di
TC è nulla, ovvero nel suo punto di minimo
Si procede pertanto a calcolare la derivata del costo
totale rispetto a Q e ad annullarla
129
Calcolo di EOQ
TC = DC +
D
Q
S+ H
Q
2
⎛ − DS ⎞ Q
dTC
= 0+⎜ 2 ⎟+ H = 0
dQ
⎝ Q ⎠ 2
130
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65
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo di EOQ
Da cui deriva che
LOTTO
ECONOMICO
Qopt =
2 DS
H
131
Calcolo di EOQ
Da cui deriva che
LOTTO
ECONOMICO
Qopt =
2 DS
H
Dal momento che questo modello semplice
assume domanda e lead time costanti, non si
rende necessaria alcuna scorta di sicurezza
(safety stock), il punto di riordino è dato da
R = dL
Dove d è la domanda media unitaria nel periodo
132
© 2005 Politecnico di Torino
66
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo scorte di sicurezza
Il modello appena analizzato ha considerato la
domanda come costante e nota
Tale ipotesi, benchè poco realistica ci ha permesso
di stabilire un punto di inizio nella trattazione della
gestione delle scorte
Nella maggioranza dei casi, tuttavia, la domanda
non è costante, ma varia di giorno in giorno
(si parla di domanda incerta o variabile)
Per questo motivo occorre predisporre le scorte
di sicurezza che garantiscono un certo livello di
protezione contro lo stockout
133
Calcolo scorte di sicurezza
Le scorte di sicurezza possono essere definite
come “l’ammontare di scorte detenute a
magazzino, in eccesso rispetto alla domanda
attesa che, in caso di distribuzione normale,
equivarrebbe alla domanda media”
Nella definizione delle scorte di sicurezza un
approccio diffuso e molto semplice
nell’applicazione è quello di tipo probabilistico
134
© 2005 Politecnico di Torino
67
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo scorte di sicurezza
Nell’approccio probabilistico che analizzeremo ora,
si assume che la domanda, osservata in un definito
periodo di tempo, sia normalmente distribuita, con
una media ed una deviazione standard
135
Calcolo scorte di sicurezza
Nell’approccio probabilistico che analizzeremo ora,
si assume che la domanda, osservata in un definito
periodo di tempo, sia normalmente distribuita, con
una media ed una deviazione standard
Ciò significa che si considera solo la possibilità di
andare in stockout (esaurimento delle scorte), non
il numero di unità mancanti
136
© 2005 Politecnico di Torino
68
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo scorte di sicurezza
137
Calcolo scorte di sicurezza
L’entità della scorta di sicurezza dipende dal
livello di servizio desiderato
Poiché il modello a quantità fissa opera un
controllo costante del livello di scorte ed emette
un nuovo ordine solo al raggiungimento di un
certo livello R, il pericolo di sottoscorta si
manifesta soltanto nel lead time, che va
dall’emissione dell’ordine al ricevimento del
prodotto
Per il calcolo di Q si può utilizzare un modello a
quantità fissa, come il modello semplice Qopt
138
© 2005 Politecnico di Torino
69
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo scorte di sicurezza
Il passo successivo consiste nel ricercare il punto
di riordino, necessario per coprire la domanda
attesa nel lead time, più una scorta di sicurezza
imposta dal livello di servizio desiderato
Pertanto, la differenza fondamentale tra un
modello a quantità fissa con domanda nota e un
modello a quantità fissa con domanda incerta
risiede nella modalità di calcolo del punto di
riordino
La quantità dell’ordine è invece uguale nei due
casi
139
Calcolo scorte di sicurezza
Il punto di riordino in unità è pertanto:
R = dL + zσ D L
140
© 2005 Politecnico di Torino
70
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo scorte di sicurezza
Il punto di riordino in unità è pertanto:
R = dL + zσ D L
Dove i termini sono rispettivamente:
domanda giornaliera media, o consumo, in unità
lead time in giorni (tempo intercorrente fra
l’emissione dell’ordine e il ricevimento dell’articolo)
z = numero di deviazione standard associato ad
una specificata probabilità di servizio
σD = deviazione standard del consumo
141
Calcolo scorte di sicurezza
La domanda durante il lead time di reintegro è in
realtà una stima o previsione del consumo atteso
delle scorte
142
© 2005 Politecnico di Torino
71
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo scorte di sicurezza
La domanda durante il lead time di reintegro è in
realtà una stima o previsione del consumo atteso
delle scorte
La determinazione di tale valore può essere
condotta ad esempio ricorrendo a modelli di
analisi previsionale
143
Calcolo scorte di sicurezza
La domanda durante il lead time di reintegro è in
realtà una stima o previsione del consumo atteso
delle scorte
La determinazione di tale valore può essere
condotta ad esempio ricorrendo a modelli di
analisi previsionale
Ipotizzando di calcolare la domanda d in base ad
un periodo di n = 30 giorni, la media semplice
sarebbe:
n
30
d=
∑
d
i =1 i
n
=
∑
d
i =1 i
30
144
© 2005 Politecnico di Torino
72
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo scorte di sicurezza
La deviazione standard della domanda giornaliera
è:
2
2
30
n
d
−
d
d
−
d
∑i=1 i
∑i=1 i
σd =
=
30
n
(
)
(
)
145
Calcolo scorte di sicurezza
La deviazione standard della domanda giornaliera
è:
2
2
30
n
d
−
d
d
−
d
∑
∑
i
i
i =1
i =1
σd =
=
30
n
Nel caso che il lead time si estenda per un arco di
più giornate, allora la deviazione standard di una
serie di eventi indipendenti è uguale alla radice
quadrata della somma delle varianze:
(
)
(
)
σ L = σ 12 + σ 22 + ⋅⋅⋅ + σ i2
146
© 2005 Politecnico di Torino
73
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo scorte di sicurezza
Il primo passo consiste nel decidere quale sia il
livello di servizio desiderato. A tal proposito si
definiscono:
il tasso di evasione (fill rate) = percentuale di
ordini evasi utilizzando le scorte disponibili
il livello di disservizio = percentuale di ordini
non evasi (i due valori sono complementari e
insieme devono dare un totale del 100%)
la scorta di sicurezza si calcola partendo dal
livello di servizio secondo la formula precedente
(valida nel caso di domanda indipendente,
normalmente distribuita)
147
Calcolo scorte di sicurezza
Nota bene
il lead time medio di approvvigionamento e la
deviazione standard della domanda vanno espressi
riferendoli alla stessa unità di tempo. Pertanto se
la deviazione standard della domanda viene
calcolata secondo la variabilità della domanda su
periodi temporali di un mese, anche il lead time
deve essere espresso in mesi
148
© 2005 Politecnico di Torino
74
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di calcolo
Esempio 1
Per il calcolo del numero di deviazione standard
associato alla probabilità di servizio, occorre fare
riferimento alla tavola per la distribuzione
normale standard (vedi slide successiva)
149
Esempio di calcolo
Segue Esempio 1
Per il calcolo del numero di deviazione standard
associato alla probabilità di servizio, occorre fare
riferimento alla tavola per la distribuzione
normale standard (vedi slide successiva)
Il valore z associato a tale probabilità è pari a
1,64
150
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75
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di calcolo
Segue Esempio 1
Per il calcolo del numero di deviazione standard
associato alla probabilità di servizio, occorre fare
riferimento alla tavola per la distribuzione
normale standard (vedi slide successiva)
Il valore z associato a tale probabilità è pari a
1,64
Pertanto la scorta di sicurezza è pari a:
SS = zσ D L
151
Esempio di calcolo
Il valore z associato ad
una probabilità di non
andare in stockout
durante il lead-time è
pari a 1,64
Selezionare per
ingrandire lo
schema
152
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76
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di calcolo
Esempio 2
si ipotizzi che:
la domanda media di un certo articolo sia pari a 1000
kg alla settimana
che la domanda vari con deviazione standard di 400
kg alla settimana
153
Esempio di calcolo
Esempio 2
si ipotizzi che:
la domanda media di un certo articolo sia pari a 1000
kg alla settimana
che la domanda vari con deviazione standard di 400
kg alla settimana
se il livello di servizio è pari al 97,72% ed inoltre
risulta necessario un solo giorno di rifornimento,
proviamo a determinare il valore della scorta di
sicurezza e quello del livello di riordino
SS = z ⋅ LT (σ ) 2
SS = 2 ⋅ 1/ 7(400) 2 = 302kg
© 2005 Politecnico di Torino
154
77
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Esempio di calcolo
Segue Esempio 2
Il livello di riordino vale pertanto:
R = ( D)( LD) + SS
Cioè
R = (1000)(1/ 7 ) + 302 = 445kg
155
Sistemi a Periodo Multiplo
Modello
Modello aa Tempo
Tempo Fisso
Fisso
156
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78
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Modello a Tempo Fisso
Questo modello segnala la necessità di lanciare un
ordine di approvvigionamento al raggiungimento
di un predefinito tempo di riordino
157
Modello a Tempo Fisso
Questo modello segnala la necessità di lanciare un
ordine di approvvigionamento al raggiungimento
di un predefinito tempo di riordino
Tale evento, poiché dipende da un tempo
prefissato non deriva direttamente dalla domanda
dell’articolo considerato
158
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79
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Modello a Tempo Fisso
Questo modello segnala la necessità di lanciare un
ordine di approvvigionamento al raggiungimento
di un predefinito tempo di riordino
Tale evento, poiché dipende da un tempo
prefissato non deriva direttamente dalla domanda
dell’articolo considerato
Pertanto le giacenze non devono essere
monitorate assiduamente
159
Modello a Tempo Fisso
Questo modello segnala la necessità di lanciare un
ordine di approvvigionamento al raggiungimento
di un predefinito tempo di riordino
Tale evento, poiché dipende da un tempo
prefissato non deriva direttamente dalla domanda
dell’articolo considerato
Pertanto le giacenze non devono essere
monitorate assiduamente
È un sistema di revisione ad intervalli
dell’inventario, che esige l’aggiornamento degli
archivi dopo ogni periodo di controllo. È adatto per
prodotti di classe C
160
© 2005 Politecnico di Torino
80
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Caratteristiche
Questo modello prevede una maggiore quantità
media di scorta, poiché la scorta di sicurezza
deve anche cautelare dal pericolo di sottoscorta
durante l’intervallo di reintegro T
161
Caratteristiche
Questo modello prevede una maggiore quantità
media di scorta, poiché la scorta di sicurezza
deve anche cautelare dal pericolo di sottoscorta
durante l’intervallo di reintegro T
Il calcolo delle quantità avviene soltanto
nell’istante di reintegro
162
© 2005 Politecnico di Torino
81
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Caratteristiche
Questo modello prevede una maggiore quantità
media di scorta, poiché la scorta di sicurezza
deve anche cautelare dal pericolo di sottoscorta
durante l’intervallo di reintegro T
Il calcolo delle quantità avviene soltanto
nell’istante di reintegro
In pratica il controllo delle scorte avviene solo ad
intervalli predefiniti, per esempio una volta al
mese o alla settimana
163
Caratteristiche
Quantità
da ordinare
Domanda media
nel lead-time di
= approvvigionament
o
+
Scorte di
sicurezza
+
Scorte attualmente disponibili
(più l’eventuale scorta ordinata)
164
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82
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Calcolo di EOT
Pertanto vale la seguente equazione:
q = dm (T + L) + zσ D L + T
165
Calcolo di EOT
Pertanto vale la seguente equazione:
Dove:
q = dm (T + L) + zσ D L + T
q = Quantità da ordinare
T = Numero dei giorni fra due controlli successivi
(intervallo di reintegro)
L = Lead time in giorni (tempo intercorrente fra
l’emissione di un ordine e il ricevimento della merce)
dm = Domanda giornaliera media prevista
z = Numero di deviazioni standard associato a una
specifica probabilità di servizio
σD = Deviazione standard della domanda
166
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83
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Differenze fra i due modelli
Selezionare per
ingrandire lo
schema
167
Sistemi a Periodo Multiplo
Ulteriori
Ulteriori modelli
modelli
168
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84
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Modelli price-break
In questi modelli, detti anche sconto-quantità,
il prezzo di vendita di un articolo varia al variare
delle dimensioni dell’ordine
169
Modelli price-break
Nel modello price-break più comune le variazioni
non sono marginali, ma di tipo discreto o a
gradini
170
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85
Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Modelli price-break
Nel modello price-break più comune le variazioni
non sono marginali, ma di tipo discreto o a
gradini
I lotti economici vengono calcolati da destra a
sinistra (cioè dal prezzo unitario minore a quello
maggiore)
171
Modelli price-break
Nel modello price-break più comune le variazioni
non sono marginali, ma di tipo discreto o a
gradini
I lotti economici vengono calcolati da destra a
sinistra (cioè dal prezzo unitario minore a quello
maggiore)
Quando si applica il modello “price-break” occorre
fare una attenta valutazione del tasso di
obsolescenza e dei costi di mantenimento della
quantità di prodotto acquistato
172
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistemi misti
Talvolta la quantificazione dei costi di emissione
dell’ordine, di mantenimento della scorta, di
mancanza dei prodotti è impossibile
Le difficoltà principali sono infatti le seguenti:
costi di emissione degli ordini non lineari, ma a
gradino
controllo adeguato su ciascun articolo a magazzino
garantire che le scorte presenti vengano registrate
con precisione
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Sistemi misti
Per questo motivo esistono tre sistemi semplici di
gestione delle scorte:
sistema di reintegro opzionale
sistema a doppio contenitore
sistema a contenitore singolo
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Gestione delle scorte
Sistema di reintegro opzionale
Si tratta di un modello a tempi fissi (modello P)
Forza il controllo delle scorte a scadenze fisse
(per esempio settimanali) e richiede l’emissione
di un ordine di reintegro se il livello cala sotto un
certo valore
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Sistema di reintegro opzionale
Chiameremo:
M = livello massimo delle scorte (è calcolabile in base
alla domanda, al costo di emissione ordine e al costo
di mancanza)
Q = è la dimensione di un ordine minimo (che tenga
conto del fatto che emettere un ordine richiede tempo
e denaro)
l = livello di scorta disponibile
q = differenza fra M e l
Cioè, q = M - l
Se q ≥ Q occorre ordinare, altrimenti non si ordina
nulla
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistema a doppio contenitore
Si tratta di un modello a quantità fissa (modello Q)
Viene richiesta la presenza di due contenitori
Dal primo si prelevano gli articoli da impiegare,
mentre il secondo fornisce una riserva sufficiente
fino al reintegro della scorta
Il secondo contenitore dovrebbe contenere,
idealmente, una quantità uguale a quella del punto
di riordino (precedentemente calcolato)
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Sistema a doppio contenitore
Non appena il secondo contenitore sostituisce il
primo, viene emesso un ordine di rifornimento
Questo sistema risulta efficace se la quantità di
riserva copre il fabbisogno nel tempo di reintegro
Nella pratica, al posto dei due contenitori ne può
esistere solo uno, separato all’interno da un divisorio
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistema a contenitore singolo
Si utilizza un solo contenitore
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Sistema a contenitore singolo
Si utilizza un solo contenitore
È previsto il rifornimento periodico anche quando
sono necessari pochi articoli
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistema a contenitore singolo
Si utilizza un solo contenitore
È previsto il rifornimento periodico anche quando
sono necessari pochi articoli
A intervalli fissi la giacenza viene riportata al suo
livello massimo (tale valore è predefinito)
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Sistema a contenitore singolo
Si utilizza un solo contenitore
È previsto il rifornimento periodico anche quando
sono necessari pochi articoli
A intervalli fissi la giacenza viene riportata al suo
livello massimo (tale valore è predefinito)
Gli intervalli fissi possono avere ad esempio
durata settimanale
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Sistema a contenitore singolo
Si utilizza un solo contenitore
È previsto il rifornimento periodico anche quando
sono necessari pochi articoli
A intervalli fissi la giacenza viene riportata al suo
livello massimo (tale valore è predefinito)
Gli intervalli fissi possono avere ad esempio
durata settimanale
Si differenzia dal sistema di reintegro opzionale
perché l’unico contenitore viene sempre riempito,
anche se le scorte prelevate non superano un
certo quantitativo minimo
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Gestione delle scorte
Affidabilità
Affidabilità dei
dei dati
dati di
di magazzino
magazzino
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Gestione delle scorte
Generalità
In generale, il magazzino contabile diverge da quello
reale e fisico. Si parla infatti di scostamento fisicocontabile
Al fine di ridurre tale scostamento, occorre far
rispettare le seguenti regole:
“chiudere a chiave il magazzino”: l’accesso è
consentito solo al personale addetto
ogni area di stoccaggio (sia essa in un magazzino
chiuso oppure in un reparto) deve essere organizzata
con un sistema di registrazione carichi e prelievi
185
Generalità
nessun prelievo può essere effettuato senza un
documento di transazione autorizzato e registrato
conteggio frequente delle giacenze fisiche e confronto
con quelle contabili
controllo adeguato su ciascun articolo a magazzino
garantire che le scorte presenti vengano registrate
con precisione ad esempio con il ricorso all’
inventario ciclico
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Inventario ciclico
È una tecnica per facilitare la verifica fisica delle
giacenze, che prevede il conteggio ripetuto degli
articoli e non solo una o due volte all’anno
Poiché quasi tutti i sistemi di gestione delle
scorte sono informatizzati, la scelta degli articoli
da contare può essere condotta secondo le
seguenti regole:
187
Inventario ciclico
ogni volta che le registrazioni segnalano una
presenza di scorte nulla o insufficiente
(meno articoli risultano più facili da contare)
quando le registrazioni indicano una disponibilità
sufficiente, ma accompagnata da backorder
(ordine in sospeso) (indica una discrepanza)
dopo aver raggiunto un determinato livello di attività
suggerito in base alla criticità dell’articolo
(definibile sulla base di una analisi ABC);
i periodi di revisione hanno durate diverse in
relazione alla classe dell’articolo
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Impianti Industriali
Gestione delle scorte
Inventario ciclico
Il momento migliore per il conteggio fisico è
quello in cui l’attività del magazzino o della
fabbrica è ferma (durante i fine settimana, nel
secondo o terzo turno di produzione oppure
quando la struttura è meno sotto pressione)
Il conteggio ciclico è preferibile al conteggio
annuale delle scorte, eseguito generalmente
nelle settimane di blocco totale per ferie dello
stabilimento
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Inventario ciclico
Per quanto riguarda i limiti d’errore tollerabili fra
le scorte fisiche e i dati, alcune imprese puntano
al 100% di precisione, mentre altre tollerano
variazioni da 1 – 3 %
Gli esperti consigliano, in relazione alla
classificazione ABC i seguenti valori max di
errore:
± 0,2% per gli articoli di classe A
± 1% per gli articoli di classe B
± 5% per gli articoli di classe C
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