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Indiana Line “Puro + Tesi”

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Indiana Line “Puro + Tesi”
SPENDIBENE
Indiana Line “Puro + Tesi”
900 euro per portarsi a casa un lettore CD, un amplificatore integrato
e una coppia di diffusori a 3 vie da pavimento.
Un terzetto di prodotti ben costruiti, dalle prestazioni più che oneste e,
con l’aggiunta di 100 euro, il plus di un design dei diffusori da... ricchi.
M
ille e non se ne parli più! A
Torino, zona Coral, il marketing “innovativo” ha attecchito poco, quel marketing che gioca sui
prezzi e ti spara un 899,99 euro che devi
rileggere un paio di volte per capire di cosa si tratta. Un marketing frutto di tecniche e di sistemi per far credere al cliente
che non sta spendendo 900 euro ma 800
e spicci, bah... A Torino, zona Coral, i
prezzi sono cose serie e si trattano come
tali al momento di metterli nero su bianco. È sempre stato così, volete che non lo
sia ancora adesso che le vacche sono...
anoressiche? Ed è proprio in considerazione di questi tempi duri che Coral ha
lanciato una promozione, o meglio, due
promozioni “Puro+Tesi”, da cogliere al
volo. Nella sostanza sono molto simili, an-
zi, da un punto di vista tecnico sono la
stessa cosa: la differenza è nella finitura
dei diffusori, che nella promozione base è
semplicemente vinilica ad effetto legno,
anziché in elegante laccatura a spessore
bianca o nera. In pratica viene offerta la
tripletta lettore CD Puro CDP, amplificatore integrato Puro 500 e diffusori Tesi
540, ossia un vero impianto a componenti
separati all’incredibile prezzo di 900,00
euro. Un prezzo che equivale ad un forte
sconto rispetto all’acquisto degli stessi
componenti presi singolarmente. Facciamo due conti partendo dai prezzi di listino (già molto concorrenziali): 520 euro per
l'amplificatore, 440 per il lettore e 439 per
i diffusori. Totale 1.399 euro contro i 900
dell'offerta: senza parole! Ma ancora più
conveniente è la nuova promozione, con i
INDIANA LINE PURO CDP
INDIANA LINE PURO 500
TESI 542
Lettore CD
Amplificatore finale stereo in classe A
Diffusore da pavimento
Costruttore e distributore per l’Italia:
Coral Electronic, Corso Allamano 74,
10090 Rivoli (TO). Tel. 011 9594455
Fax 011 9572355 - www.indianaline.it
Prezzo di listino: Euro 440,00
Costruttore e distributore per l’Italia:
Coral Electronic, Corso Allamano 74,
10090 Rivoli (TO). Tel. 011 9594455
Fax 011 9572355 - www.indianaline.it
Prezzo di listino: Euro 520,00
Costruttore e distributore per l’Italia:
Coral Electronic, Corso Allamano 74,
10090 Rivoli (TO). Tel. 011 9594455
Fax 011 9572355 - www.indianaline.it
Prezzo di listino: Euro 573,40 la coppia
CARATTERISTICHE DICHIARATE
DAL COSTRUTTORE
CARATTERISTICHE DICHIARATE
DAL COSTRUTTORE
CARATTERISTICHE DICHIARATE
DAL COSTRUTTORE
Risposta in frequenza: 20-20.000 Hz ±0,5
dB. Distorsione armonica totale: 0,002%
@ 1 kHz. Rapporto segnale/rumore: 110
dB A pesato. Separazione tra i canali:
>102 dB @ 1 kHz. Gamma dinamica: >95
dB. Uscita analogica: 2,2 Vrms/100 ohm.
Uscita digitale coassiale: 500 mVpp/75
ohm. Dimensioni: 430x88x325 mm. Peso:
5,6 kg
Potenza: 2x50 watt @ 8 ohm, 2x75 watt @
4 ohm. Risposta in frequenza: 10-80.000
Hz ±0,5 dB. Distorsione armonica totale:
0,01% @ 1 kHz. Rapporto
segnale/rumore: 90 dB A pesato.
Ingressi: Phono MM, CD, Aux 1, Aux 2,
By-pass, Front In. Uscite: Speakers,
Phones, Pre out, Pre-output 750 mV/600
ohm. Sensibilità d'ingresso: 400 mV/47
kohm, 1,2 mV MM Phono. Dimensioni:
430x88x325 mm. Peso: 7,2 kg
Tipo: 3 vie. Carico: bass reflex.
Amplificatore consigliato: 30-120 watt.
Risposta in frequenza: 38-22.000 Hz.
Altoparlanti: woofer da 120 mm,
midrange da 120 mm, tweeter da 26 mm.
Sensibilità: 91 dB. Crossover: 180/2.700
Hz. Dimensioni: 135x825x240 mm. Peso:
9,4 kg
AUDIOREVIEW n. 347 ottobre 2013
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SPENDIBENE Indiana Line Puro CDP, Puro 500, Tesi 542
L'ampio spazio
libero a
disposizione lo
permette, per
cui i progettisti
del lettore Puro
CDP hanno
potuto
allontanare
adeguatamente
la sezione di
alimentazione
da quella del
segnale. Per
questa in
evidenza la
presenza del
processore BB
PCM1796,
accreditato
della
compatibilità
con il formato
24 bit/192 kHz.
Tesi 542 in versione laccata (bianca o
nera), che costano 573 euro la coppia,
quindi abbiamo un totale di 1.533 euro
contro i 1.000 tondi del loro prezzo speciale. Dov’è il trucco? Sarà davvero un
buon affare?
Sostanza oltre la promozione
Tutto questo parlare di soldi e di risparmio rischia, però, di spostare l'attenzione dai tre prodotti e accentrare il focus
sul basso prezzo d’acquisto e sugli euro
risparmiati. E sarebbe un errore, perché
ancor più del prezzo conta il valore di
ciò che si acquista. Eccoci allora ad esaminare da vicino i componenti del sistema. Diciamo subito che i “magnifici tre”
sono prodotti di tutto rispetto e meritano di essere presi in seria considerazione per un buon impianto entry level dal
rapporto qualità/prezzo mai visto prima.
Prodotti solidi, efficaci, concreti e di
buona qualità in relazione alla loro fascia
di mercato. Di quelli che non cercano di
ammaliare gonfiando l’apparenza ma
concentrano gli investimenti in circuiti,
materiali e altoparlanti che, seppur semplici nella loro struttura, sono ottimizzati
per suonare al meglio, senza strafare e
senza promettere più di quello che realmente sono in grado di fare. In questo i
tre componenti in prova si confermano
in linea con la tradizione dell’azienda torinese che li ha progettati, anche se non
possono definirsi propriamente “made
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in Italy” poiché, proprio per offrire la più
alta qualità al minor prezzo e per essere
concorrenziali sul mercato internazionale, essi arrivano da una fabbrica lontana
migliaia di chilometri dal nostro Vecchio
Continente. Ma la loro “anima” è torinese al cento per cento, lo è perché quei
prodotti nascono prima da un progetto
valido e solo dopo diventano metallo,
legno e materie plastiche. In maniera indiretta abbiamo assistito alla lunga gestazione delle elettroniche della serie
Puro, quelle che sulla carta erano pronte
da tempo ma non riuscivano a trovare
un degno partner tecnologico che potesse far diventare calcoli e idee qualcosa che potesse suonare musica ad un
certo livello qualitativo. Ma alla fine, dopo una lunga attesa, i “Puro” sono sotto
i nostri occhi. Dei due amplificatori in listino il 500, che fa parte della promozione, è il modello inferiore, mentre l'800
appartiene ad una categoria di maggiori
pretese, sia come potenza (80 watt contro 50) ma soprattutto con le sue connessioni digitali che lasciano correre la
fantasia su altre elettroniche che si potranno aggiungere in future evoluzioni
dell’impianto. Stesso design, stesso numero e disposizione dei comandi sul
frontale, stesse dimensioni per i due amplificatori; anche il retro identico per le
connessioni analogiche, il plus di quelle
digitali per il top di gamma. Questo per
sottolineare che il 500 è un integrato
“basic” ma non troppo: non è basic ad
esempio l'uscita pre-out, così come non
lo è l'ingresso fono MM e l'input in formato mini-jack sul frontale. Concentra
tutta la sua essenzialità in un telaio semplicemente “normale”, con un guizzo di
moderata creatività per il frontale in alluminio che presenta una piccola rientranza a metà circa dell'altezza, giusto per
non lasciarlo nella sua “divisa” scura di
stile monastico. Un leggero tocco di colore arriva dal piccolo display a toni di
azzurro e da un telecomando che (finalmente!) non dobbiamo andare a nascondere per la sua bruttezza come succede anche per macchine dal prezzo di
un ordine superiore al Puro 500. Sul resto del frontale pochi elementi: accensione, volume, selezione ingressi, uscita
cuffia e ingresso aux entrambi in formato mini-jack. Frugalità simile anche per il
lettore CD Puro CDP: qui spariscono le
due grandi manopole per lasciare spazio ai cinque piccoli tasti che comandano la meccanica di lettura, opportunamente replicati sul comando a distanza.
Spicca la quasi invisibilità del cassetto di
caricamento del disco: primo motivo
perché è ben celato nella rientranza orizzontale del pannello frontale, secondo
motivo perché... non c'è. Al posto del
classico cassetto il Puro CDP utilizza la
meccanica slot-load, quella a piccola
fessura che provvede a “tirarti via” il CD
dalle mani non appena provi ad inserirlo. Ci saranno sicuramente partiti a favore e contro questa soluzione: personalmente la trovo, da un punto di vista
estetico e funzionale, molto “moderna”,
AUDIOREVIEW n. 347 ottobre 2013
Indiana Line Puro CDP, Puro 500, Tesi 542 SPENDIBENE
mentre per la parte tecnica mi viene in
mente la famosa teoria di Henry Ford
(mica uno qualsiasi!) secondo la quale
“quello che non c'è non si rompe”. Essenziale anche il retro del CDP, con la
coppia di uscite RCA e la tradizionale
(quanto inutile a mio avviso) coppia di
uscite digitali in formato ottico e coassiale. Preferisco non trovare nessuna
uscita, la prendo come una estrema
scelta per contenere i costi piuttosto che
queste due che nel 99% dei casi nessuno utilizzerà... È logico cercare di spendere poco per un lettore CD e poi abbinargli una sezione di decodifica esterna?
Non sarebbe più logico che queste due
uscite fossero invece due ingressi? Sarebbe così diverso da un punto di vista
della realizzazione e quindi del costo industriale? Con ingressi digitali si avrebbe la possibilità di utilizzare altre sorgenti prive di una conversione interna, magari per provare in versione low-cost l'emozione della musica liquida, considerando che la decodifica interna è gestita
da un BB PCM1796, un prodotto che
senza essere “la verità assoluta” è sicuramente un buon processore che può
fare molto di più del compito assegna-
togli in questo caso. (Facile comunque
intuire il motivo di questa scelta: l’ingresso digitale è presente nel Puro 800
e in coppia con il CDP risulterebbe ridondante, allora varrebbe la stessa osservazione ma in senso opposto). Una
serie ancora con pochi prodotti la Puro,
ancora giovane per poter ambire a raggiungere in quantità e diversificazione la
gamma degli altoparlanti Indiana Line
che al momento comprende oltre 30
modelli, senza contare le diversificazioni
per finitura. Tra questi i Tesi 542 (versione laccata dei Tesi 540) del sistema in
prova rappresentano la classica via di
mezzo tra i top di gamma Diva 655 e gli
entry level Nota 550. In realtà nella linea
Tesi c'è un altro tower superiore che è il
560: doppio woofer da 160 mm per questo, doppio da 120 mm per l'altro. La
Tesi 542 ha il pregio di un ingombro ridotto, è ridotto l'ingombro a terra, lo è
quello in assoluto. In alcuni casi addirittura potrebbe apparire fin troppo ridotto: l'altezza del diffusore (825 mm), infatti, non è tale da allineare il tweeter alle
orecchie di un ascoltatore seduto su un
divano; ed è giusto che sia così, dal momento che il progetto prevede una resa
ottimale in quella posizione (per questo
rimandiamo alla lettura della prova completa di misure pubblicata su AR n.330,
febbraio 2012, dove si nota che il tweeter ha una risposta più regolare fuori asse). La versione laccata (in bianco quella
del diffusore in prova, ma esiste anche
in nero) è di buona qualità e ben applicata. Stona un po' il fatto che le viti che
fissano gli altoparlanti, il plinto e il gruppo connettori/crossover siano del tipo
autofilettante, e quindi avvitate direttamente nel legno, senza alcuna madrevite corrispondente. È vero anche che un
utilizzatore normale non dovrebbe avere
l'esigenza di andare a togliere tutte queste viti, se poi volete proprio togliervi la
curiosità di vedere come sono fatti gli altoparlanti ed il crossover potete affidarvi
alle nostre foto, infatti per noi è un compito quotidiano quello di smontare i diffusori... Invece un elemento di valore
che la Tesi 542 e la sua gemella 540 presentano è il rinforzo interno: un profilo in
legno, adeguatamente forato, piazzato
giusto al centro del diffusore nel senso
dell'altezza così da ridurre le possibili vibrazioni e risonanza dei lunghi pannelli
laterali. Allora la domanda scatta imme-
Abbastanza da manuale l'interno dell'amplificatore Puro 500. Cablaggio ridotto e quando è presente i cavi sono ben ordinati e fascettati;
sezione di alimentazione dalle dimensioni e componentistica rassicuranti; Sanken 2SC2837 per la sezione di potenza; Texas Instruments
NE5532 per la sezione pre tra vari elementi da citare.
AUDIOREVIEW n. 347 ottobre 2013
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SPENDIBENE Indiana Line Puro CDP, Puro 500, Tesi 542
Un mobile che in proporzione ha un'altezza molto sviluppata, soprattutto in relazione alle altre dimensioni. Per prevenire vibrazioni
e risonanze è stato collocato un rinforzo in legno che lega tra di loro tutti i lati del mobile stesso. La struttura degli altoparlanti montati
nelle Tesi 542 è sostanzialmente semplice: il loro punto di forza sono le caratteristiche tecniche, ottimizzate per questa configurazione.
diata: meglio una madrevite in più e un
rinforzo in meno? La mia personale risposta non può che essere che un deciso NO. La madrevite cercatela in diffusori che costano molto più di questo,
qui risulta ottimizzato ogni elemento per
il suono in rapporto al prezzo, e non è
questo un elemento che, nel caso in
esame, può incidere sulla resa sonora.
Configurazione a tre vie, con il doppio
woofer da 120 mm che viene utilizzato
come midbasso quello superiore e quasi
da subwoofer quello inferiore: il taglio
tra i due avviene a 180 Hz e con il tweeter a 2.700 Hz, più vicino ad un due vie
con subwoofer integrato piuttosto che
ad un tre vie classico. Polipropilene per i
due woofer, seta per il tweeter da un
pollice. Da notare che il manuale dei Tesi 540 (un po' come avviene per tutti i
diffusori Indiana Line) riporta non solo
meri dati tecnici ma anche una utile guida al loro posizionamento in ambiente,
il rodaggio e soprattutto come configu-
rare il bi-wiring e il bi-amping, argomenti sempre interessanti e mai adeguatamente approfonditi. Un altro elemento
che il manuale sottolinea è la presenza e
l'uso dei tappi di spugna forniti con il
diffusore: inseriti o meno nel condotto
reflex, vanno a modificare la risposta in
ambiente. Altri elementi che mandano
definitivamente a benedire l'assenza di
madreviti in cambio di tanti e importanti
particolari che alla fine pesano realmente sulle prestazioni.
Vincenzo Maragoni
L’ascolto
P
artiamo proprio dall'uso di questi tappi di spugna.
L'ambiente di ascolto, come sappiamo bene tutti, influenza in maniera decisiva la riproduzione delle basse frequenze. I progettisti di diffusori mettono in campo tecniche e tecnologie per diluire il più possibile questo elemento, ma una volta portato in ambiente un diffusore
reagisce in maniera quasi univoca e assolutamente personale. Così, ovviamente, anche le snelle Tesi 542, che ad
un primo ascolto hanno evidenziato una gamma bassa un
po' dura e poco armoniosa. Sospensioni ancora da rodare
e una installazione frettolosa non sono stati i migliori elementi per un giudizio definitivo. È bastato già cercare una
posizione migliore e soprattutto inserire nel condotto i
due tappi di spugna forniti per far cambiare la situazione
in maniera sensibile. Facendo la tara ad un rodaggio tutto
meno che completo, posso segnare alcuni elementi positivi in merito alla tripletta Indiana Line. Colpisce in prima
battuta l'elevato livello indistorto dell'ascolto, una pressione sonora elevata pur ottenuta in una stanza d'ascolto
(la più grande della redazione) assolutamente spropositata rispetto a quella di una normale abitazione, non solo
per la pianta ma anche e soprattutto per l'altezza, che
tocca i 5 metri. Una volumetria che è sicuramente di diverse unità maggiore della classica stanza che andrà ad
accogliere, nella maggior parte dei casi, l'impianto. Pressione elevata e senza apparente fatica di ascolto, con la
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manopola del volume che ancora ha voglia e possibilità di
spostarsi verso destra. Un impatto dinamico prepotente,
con la (nuova) gamma bassa che dimostra velocità e definizione, magari a scapito di qualche Hertz verso il basso
più basso. Gamma media aperta e definita, con Rachelle
Ferrell che sale di tono e di livello con un coinvolgimento
elevato, elevatissimo. Le altissime sono “solamente” buone: fanno il loro dovere in gamma udibile, mentre l'estremo più alto è ancora ben riproposto ma con un pizzico di
energia in meno. Un impianto che va considerato in blocco, senza stare a valutare i singoli: il risultato è quello che
è per l'ottima sinergia tra i componenti. Se ci pensate è
quello che succedeva, qualche anno fa, con gli impianti
monomarca che le aziende proponevano. Di questi la tripletta Indiana Line riesce a conservare un prezzo a dir poco strepitoso ma con un salto in avanti sulla resa sonora e
la qualità generale ancora più mozzafiato. Indiana Line,
con questa proposta, riesce a reinterpretare il concetto di
“impianto base” o di “secondo impianto”, portandolo ad
un livello elevatissimo rispetto al suo costo: questi tre vanno nel salotto buono o nella seconda casa? Qualche dubbio mi viene...
Attenzione, dimenticavo di segnalare che l’offerta del sistema con le Tesi 540 è limitata a 200 pezzi, e c’è da credere che andranno esauriti in breve tempo.
V. Maragoni
AUDIOREVIEW n. 347 ottobre 2013
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