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ANTICHI CUORI URBANI DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI
Comune di
Adelfia
Comune di
Bitetto
Comune di
Bitritto
Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI
RIGENERAZIONE TERRITORIALE
(Lr 21/2008
Del.G.R. n.743/19.04.2011)
Giugno 2011
Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
INDICE
1. PREMESSE
1.1 La nuova stagione della pianificazione in Puglia: la rigenerazione urbana e territoriale, il Piano
Paesaggistico Territoriale Regionale
1.2 Coerenza con gli indirizzi del DSR e con la programmazione FESR 2007-13
1.3 Indirizzi per l
1.4 Metodo e articolazione del Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
1.5 I processi partecipativi
2. IL SISTEMA DELLE CONOSCENZE
2.1 Nota sulle fonti cartografiche e sulle banche dati p
2.2 Il quadro strutturale e strategico del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale
2.4 Bozza del PTCP di Bari: sistema insediativo della provincia di bari quadro conoscitivo e interpretazioni
2.4.1 Peculiarità del sistema insediativo provinciale
2.4.3 I1 sistema delle funzioni sovralocali
2.5 Le analisi di cont
2.5.1 Gli abitanti: dinamiche demografiche locali
2.5.2 Gli abitanti: dinamiche socio-economiche locali (dati tratti dal PS MTB)
2.5.3 Territorio e paesaggio
2.5.4 La città storica
2.5.5 Il walfare
3. LE PROSPETTIVE PROGRAMMATICHE: VISION E INDIRIZZI PER IL PIST
3.1 Quadro di coerenza e continuità strategica del PIST
3.2 Descrizione degli ambiti di intervento
3.3 I macro obiettivi generali del PIST
3.4 Gli obiettivi strategici e gli obiettivi specifici del PIST
3.5 Linee di intervento
3.6 Il quadro logico programmatico
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
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Rigenerazione degli insediamenti umani
4. CRITERI PER LA VALUTAZIONE DELLA FATTIBILITÀ DEL PROGRAMMA
4.1 Caratteristiche del modello valutativo adottato
4.1.1 Valutazione della rispondenza della strategia ai bisogni identificati
4.1.2 Quadro di coerenza interna
4.1.3 Quadro di coerenza esterna
4.2 Criteri ed indicatori per la valutazione degli interventi del PIST
5. COINVOLGIMENTO DEL PARTENARIATO PUBBLICO E PRIVATO
6. INIZIATIVE PER LA PARTECIPAZIONE CIVICA E DELLE PARTI INTERESSATE
ALLEGATI
Allegato 1
PROTOCOLLO DI INTESA DEI COMUNI DI ADELFIA, BITETTO E BITRITTO DENOMINATO
Allegato 2
REGESTO FOTOGRAFICO
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
1. PREMESSE
1.1 La nuova stagione della pianificazione in Puglia: la rigenerazione urbana e territoriale, il Piano
Paesaggistico Territoriale Regionale
Dal 2004 La Regione Puglia ha intrapreso un intenso percorso di aggiornamento e di rifondazione
degli strumenti di governo del territorio, a partire dalla approvazione nel 2007 del Documento
Regionale di Assetto Generale (DRAG). È stata così avviata una nuova stagione per la pianificazione
e il governo del territorio, che ha come primo obiettivo generale quello di colmare i ritardi e i vuoti
accumulatisi negli ultimi decenni.
Oltre agli indirizzi e ai criteri per la formazione dei Piani Urbanistici comunali di nuova generazione
esperienza dei Programmi Integrati di Riqualificazione delle Periferie (PIRP) è scaturita
comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socioeconomiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani e mediante strumenti di intervento
strumento di intervento i Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana (PIRU), volti a promuovere
la riqualificazione di parti significative di città e di sistemi urbani mediante interventi organici di
interesse pubblico.
a-guida di rigenerazione legata ai caratteri ambientali e storico-
di affrontare in modo
integrato problemi di degrado fisico e disagio socio-economico che, in relazione alle specificità del
contesto interessato, potranno includere:
a.
lizio e
degli spazi pubblici, garantendo la tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio storicoculturale, paesaggistico, ambientale;
b.
urbanizzazioni, spazi verdi e servizi e la previsione delle relative modalità di gestione;
c. il contrasto dell'esclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una molteplicità di
funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali nel campo abitativo, sociod.
seali,
percorsi per la mobilità ciclabile e aree pedonali, spazi aperti a elevato grado di permeabilità,
risparmio energetico nella realizzazione delle opere edilizie.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
A supporto della realizzazione dei Programmi Integrati, la Programmazione Operativa Regionale dei
Fondi Strutturali Europei 2007o a sostegno dei Programmi di Rigenerazione urbana e
territoriale, in particolare specificando alla linea di intervento 7.2.1 i caratteri e gli obiettivi dei Piani
Integrati di Sviluppo territoriale (PIST), volti , in analogia con i PIRU, alla rigenerazione di sistemi
urbani minori, mediante il rafforzamento e la riqualificazione delle reti funzionali e delle trame di
connessi (o con elevato potenziale di connessione) dal punta di vista naturalistico e storicoIn questa stagione di rilancio della pianificazione e della programmazione territoriale in Puglia si
inscrive anche la redazione del nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), in fase di
adozione.
riconoscimento partecipato dei caratteri paesaggistici del territorio regionale (Atlante del Patrimonio
Ambientale, Paesaggistico e Territoriale, Carta dei Beni Culturali della Puglia), per giungere ad
approntare tanto una aggiornata carta dei vincoli e delle norme di tutela e trasformazione dei
paesaggi, quanto una visione programmatica (Scenario strategico) declinata in cinque progetti
intersettoriali, a loro volta esemplificati in specifiche esperienze pilota che possono fungere da guida
nella gestione, tutela e progettazione del territorio con particolare riferimento alle
criticità/potenzialità sistemiche e paesaggistiche.
I Comuni di Adelfia e di Bitetto hanno da poco licenziato il proprio Piano Urbanistico Generale
I suddetti PUG sono ispirati ai criteri fondativi del DRAG/Documento Regionale di Assetto Generale
e, di conseguenza, hanno come linea strategica, tra le altre, la rigenerazione urbana; già richiamata
nei rispettivi Documenti Programmatici Preliminari (DPP) e di conseguenza formalizzata nei Piani.
In questo quadro normativo e di programmazione s inserisce anche il processo partecipato di
copianificazione che i Comuni di Adelfia, Bitetto e Bitritto hanno inteso intraprendere con la
elaborazione del presente Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale alla redazione del
Antichi Cuori Urbani Rigenerazione
degli insediamenti umani
1.2 Coerenza con gli indirizzi del DSR e con la programmazione FESR 2007-13
Il Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale (DPRT) al Piano Integrato di Sviluppo
Antichi Cuori Urbani Rigenerazione degli insediamenti umani
comunitari di programmazione dello sviluppo locale. È, infatti, possibile evidenziare una forte
sviluppo del DPRT; la coerenza programmatica del DPRT si manifesta in particolare con la prima
delle linee guida degli OSC, finalizzata a rendere più attrattivi gli stati membri, le regioni e le città
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Rigenerazione degli insediamenti umani
rafforzando le si
Il DPRT
FESR 2007-13 della Regione Puglia, a sua volta coerente con gli OSC.
Gli obiettivi generali del DPRT
urbane, valorizzando le risorse storico-culturali e ambien
RT ha come tema centrale
della sua strategia la rigenerazione del territorio attraverso la definizione di un programma integrato
di interv
culturale e paesaggistico, e il miglioramento della qualità della vita e del benessere dei cittadini.
Il DPRT è, pertanto, finalizzato a indirizzare le attivit
-culturali e ambientali e
rigenerazione
delle trame di relazione che connettono i centri urbani minori con elevato potenziale di connessione
dal punto di vista storicoNella definizione del DPRT, la consapevolezza della centralità di questo obiettivo operativo per la
rigenerazione e lo sviluppo del territorio ha messo in luce la necessità di creare un sistema di
erritorio e di contrastare la
marginalità geografica ed economica dei centri urbani interessati. IL DPRT ha pertanto definito linee
programmatiche di intervento che presentano un elevato profilo di coerenza con il quadro strategico
della programmazione regionale, e che pertanto risultano pienamente compatibili con la linea di
intervento 7.2.1 del Programma Pluriennale di Attuazione del PO FESR.
È importante sottolineare, inoltre, la conformità del DPRT alle linee di indirizzo e agli obiettivi
strategici d
sviluppo urbano sostenibile e sulla
creazione di circuiti integrati policentrici.
rticolare per
mediante la promozione del sistema produttivo agroalimentare locale, azioni di marketing territoriale,
il consolidamento e lo sviluppo dei sistemi turistici locali attraverso la destagionalizzazione della
domanda, e la riqualificazione delle infrastrutture turistiche esistenti con lo sviluppo di iniziative di
rete.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Infine il DPRT è coerente con il regolamento comunitario sul sostegno allo sviluppo rurale (come
riportato nel DSR) per quanto riguarda:
la salvaguardia del patrimonio naturalistico;
sviluppo di attività complementari a quelle agricole (per esempio agriturismo), alla tutela e al
rinnovamento dei borghi ru
del turismo rurale;
realizzazione di progetti di cooperazione (nazionale, comunitaria e transnazionale), lo
svolgimento di azioni di acquisizione di competenze e di animazione del territorio, con il
diretto coinvolgimento dei Gruppi di Azione Locale (GAL), in questo ambito fornito dal
rovato con Del.G.R.
n.1224/25.05.2010.
Con la stipula del Protocollo di Intesa sottoscritto tra i Comuni di Adelfia, Bitetto e Bitritto in data 20
giugno 2011, le Amministrazioni aderenti
gli indirizzi e gli obiettivi generali per il processo di pianificazione.
la rigenerazione
di parti di città e sistemi urbani in coerenza con le strategie comunali ed intercomunali finalizzate al
miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali
degli insediamenti umani mediante strumenti di intervento elaborati con il coinvolgimento degli
abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati
Individuato il Comune di Adelfia quale ente capofila, gli enti sottoscrittori hanno stabilito la
interventi che da esso saranno previsti per la sua esecuzione materiale ed immateriale.
Tale processo pianificatorio, sebbene di recente avvio, si incardina su più consolidate esperienze
individuali e collettive riguardanti i Comuni interessati.
I Comuni di Adelfia, Bitetto e Bitritto, infatti, da circa tredici mesi sono coinvolti in progetti di
Piano di Sviluppo Locale (PSL), approvato con Del.G.R. n.1224/25.05.2010.
comprende nove comuni (Adelfia, Bitetto, Bitritto, Binetto, Cassano delle Murge, Grumo Appula,
Palo d
3 del PSR:
311 - Diversificazione in attività non agricole;
312 - Sostegno allo sviluppo e alla creazione delle imprese;
313 - Incentivazione di attività turistiche;
321 ;
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323 - Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale;
331 - Formazione e informazione.
Lo schema rappresentato di seguito illustra la strategia di sviluppo adottata dal Piano di Sviluppo
di Bitett
Generali redatti secondo la L.r.20/2001 ed il DRAG regionale.
visione strategica già delineata, con la messa a fuoco delle risorse e delle criticità economiche,
anti strutturanti il territorio, nonché con un
dialogo tra enti e cittadini già aperto.
Pertanto, riconosciuta la sussistenza di comuni caratteri storico-culturali e di paesaggio, oltre che di
potenzialità/criticità sociole sovra comunale; in coerenza con
quale gli Enti operare sinergicamente) e nei rispettivi Piani Sociali di Zona relativi agli ambiti
Bitetto-Bitritto-Modugno e Adelfia-Capurso-Triggiano-Cellamare-Valenzano; considerate le
opportunità progettuali delineate dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) in via di
approvazione, e in particolare i Progetti Pilota per la diversificazione e la valorizzazione dei caratteri
storici, rurali e ambientali ivi contenuti; i Comuni di Adelfia, Bitetto e Bitritto hanno inteso avviare
un processo congiunto di rigenerazione territoriale che fosse coerente con gli indirizzi contenuti nella
L.r. n.21/2008 sulla rigenerazione urbana e territoriale nonché con gli indirizzi e i criteri operativi
contenuti nel Programma Pluriennale di Attuazione (PPA) 2007-10 del P.O. FESR, in particolare per
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La consistenza demografica
rilevata al 31.12.2010 secondo i dati ISTAT consultabili sul
sito web ufficiale dello stesso Istituto Nazionale di Statistica, è coerente con i criteri di ammissibilità
stabiliti per la citata linea di intervento 7.2.1, come illustrato nella seguente tabella.
COMUNE
POPOLAZIONE RESIDENTE
Adelfia
Bitetto
Bitritto
17.306
11.717
10.881
39.904
Totale
% POPOLAZIONE/
POPOLAZIONE COMPLESSIVA
43,3 %
29,4 %
27,3 %
100,00 %
Ciò premesso, le Amministrazioni hanno ritenuto strategico dotarsi di un PIST quale strumento più
la rigenerazione di città e sistemi urbani attraverso la valorizzazione delle risorse storico-culturali ed
ambiental
Tale processo di co-pianificazione, avviatosi con le attività per la redazione del Documento
Programmatico di Rigenerazione Territoriale, è stato indirizzato a perseguire i seguenti obiettivi
generali:
ridurre le distanze spazio-temporali tra città e territori;
superare la condizione di perifericità;
costituire una rete di città motivate da strategie di sviluppo comuni, praticabili e accessibili;
tervenendo sui centri storici
urbani, sulle aree rurali, sulle connessioni ambientali e paesaggistiche, sulle infrastrutture
materiali e immateriali di accessibilità;
rafforzare e diversificare
lle culture
produzioni tipiche;
coinvolgere i molteplici attori sociali (pubblici e privati) in un processo di rigenerazione
territoriale mirato al miglioramento della sostenibilità socio-economica dello sviluppo in
integrare e coordinare le azioni già programmate dai tre Comuni nei vari settori (recupero
urbano, welfare, cultura, turismo e promozione del territorio, mobilità sostenibile, etc.), così da
costituire un quadro programmatico integrato per il recupero e la valorizzazione dello specifico
sistema territoriale.
1.4 Metodo e articolazione del Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
Coerentemente con quanto definito nella Legge Regionale n.21/2208 e specificatamente ribadito nel
PPA del PO FESR 2007-13, Asse VII, il Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale è
-guida di rigenerazione territoriale legata
ai caratteri ambientali e storico, ai
bisogni ed alle istanze degli abitanti, da cui far scaturire un insieme coordinato di azioni in grado di
affrontare in modo integrato i problemi di degrado fisico e di disagio socio-economico riscontrabili.
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La metodologia seguita per la definizione del DPRT è stata dunque così articolata:
1.
percorso e in particolare delle attività di comunicazione e partecipazione attiva, anche tramite
web;
2.
cittadinanze, i caratteri del sistema territoriale (paesaggio, ambiente, economia, società e cultura,
mobilità), analizzarne e valutarne i fabbisogni, le criticità e le opportunità presenti, a partire da
quanto già sistematizzato nelle specifiche analisi di contesto contenute soprattutto nei recenti
strumenti di pianificazione e di programmazione alla scala comunale (in particolare i PUG di
Adelfia e Bitetto), alla scala intercomunale (Piano Sociale di Zona, Gruppo di Azione Locale) e
di Area Vasta (Piano S
(in
particolare, Piano Paesaggistico Territoriale Regionale);
3. definizione partecipata della idea-guida (visione) di rigenerazione territoriale, a partire dal
den
da processi partecipativi affini recentemente attivati alla scala comunale e intercomunale;
4. definizione di un quadro programmatico integrato (obiettivi-linee di intervento-azioni) per il
recupero e la valorizzazione del paesaggio storico (urbano e rurale) e della rete ambientale, a
partire dalla ricognizione di quanto già definito negli strumenti sovracomunali (PPTR, Piano
S
2015, Metropoli Terra di Ba , PSZ, GAL) e negli specifici strumenti di
pianificazione urbana di ciascun Comune;
5. individuazione di indirizzi per la sostenibilità e durabilità del redigendo PIST, attraverso la
definizione di interventi pilota di start-up e per la definizione di un modello di gestione.
rcorso proposto nel presente DPRT
QUADRO CONOSCITIVO
FORUM
TERRITORIALE
VISIONE/OBIETTIVI
LINEE DI INTERVENTO
AZIONI
GRUPPO
TECNICO
AMMINISTRAZIONI
FORUM
TERRITORIALE
PROGETTI
VAS E MONITORAGGIO
AMMINISTRAZIONI
PIANO INTEGRATO DI
SVILUPPO TERRITORIALE
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GRUPPO
TECNICO
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1.5 I processi partecipativi
Le possibilità di successo di uno strumento di pianificazione territoriale come il PIST sono
strettamente legate al grado di condivisione dei bisogni delle finalità generali e di concertazione degli
obiettivi tra i soggetti proponenti (le Amministrazioni Pubbliche) e la più ampia e plurale dimensione
della cittadinanza.
destinatari degli interventi e dunque a coinvolgerli attivamente nella loro realizzazione.
Allo scopo di evitare la possibile discrasia tra gli indirizzi alla pianificazione e le esigenze reali dalla
cittadinanza, la redazione del Documento di Programmazione di Rigenerazione Territoriale (DPRT) è
stata intesa come risultato di un processo di condivisione tra gli abitanti di questo ambito territoriale.
Allo scopo di comprendere quali bisogni fossero maggiormente sentiti dalla popolazione, sia di
produrre una visio
e delle strategie di azione contenute nel DPRT è stata effettuata attraverso una attività di
consultazione dei cittadini, utilizzando le metodologie della progettazione partecipata.
Sulla base di un approccio che prevede una diffusa attività di condivisione di obiettivi e modalità di
azione, preliminarmente alla redazione del DPRT sono state avviate iniziative di comunicazione che
ntenzione delle amministrazioni di sviluppare il Piano Integrato
permanente, riunitosi la prima volta il 23 giugno 2011 presso la Sala Consiliare del Comune di
Adelfia.
A prendere parte al Forum Territoriale sono stati invitati esponenti delle Amministrazioni, degli
operatori tecnici (Architetti, Ingegneri, Geometri, etc.),
culturali e più in generale i cittadini interessati ai processi di trasformazione edilizia del territorio.
Il processo partecipativo è stato attivato anche attraverso le risorse del web, in maniera tale da aprire
target
i intervenire agli
incontri.
A tale scopo è stato attivato un form sul sito internet istituzionale del Comune Capofila (Adelfia) nel
quale è stato possibile inoltrare le proprie proposte, idee e commenti entro il 29 giugno.
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2. IL SISTEMA DELLE CONOSCENZE
La definizione dei quadri conoscitivi strutturali, parte integrante del presente Documento, si è basata
sulla elaborazione di dati geospaziali derivanti dalle ricognizioni e dalle successive elaborazioni di
iniziativa regionale, pubblicati in gran parte nel 2009 e per la maggioranza disponibili attraverso il
Sistema Informativo Territoriale (SIT) della Regione Puglia.
Oltre alla Carta Tecnica Regionale in scala 1:5000, elabo
Geografico Militare (IGM), sono stati utilizzati come basi cartografiche per la georeferenziazione dei
topogra
della Puglia.
La cartografia e il database del P.U.T.T./P (Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio),
insieme alla nuova Carta dei Beni Culturali d
consentito di evidenziare vincoli e segnalazioni puntuali, tanto architettonici che archeologici,
ividuazione degli
ai dati e ai quadri conoscitivi e strategici contenuti:
nella Proposta di Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR, gennaio 2010), con
allo Scenario Strategico;
nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Bari, in corso di
adeguamento;
nei Piani Sociali di Zona (secondo triennio, 2010-12) dei Comuni coinvolti;
negli strumenti urbanistici vigenti e in corso di redazione, tra cui in particolare i Piani
Urbanistici Generali dei Comuni di Adelfia e Bitetto ed il PRG del Comune di Bitritto.
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2.2 Il quadro strutturale e strategico del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale
La Giunta Regionale, con Delibera 1842, del 13 novembre 2007, ha approvato il Documento
Programmatico di Piano paesaggistico territoriale della Regione Puglia, che stabilisce i principali
obiettivi del Piano: uno sviluppo locale autosostenibile, fondato sul riconoscimento e la
valoriz
La coscienza di luogo è intesa come la consapevolezza, acquisita attraverso un percorso di
trasformazione culturale degli abitanti e dei produttori, del valore patrimoniale dei beni comuni
territoriali (materiali e relazionali), in quanto elementi essenziali per la riproduzione della vita
individuale e collettiva, biologica e culturale.
al
continuo sviluppo del settore edilizio e al perdurare di una crescita incontrollata della superficie
edificata, che investe periferie urbane, campagne e zone costiere, è necessario dettare regole di
trasformazione che permettano:
di programmare gli interventi in armonia con il carattere identitario dei luoghi;
di qualificare i progetti di trasformazione;
di indirizzare le politiche e gli investimenti.
Si tratta dunque di definire regole di trasformazione del territorio che consentano di mantenerne e
valore aggiunto territoriale.
Dalla conservazione alla valorizzazione: questo percorso metodologico consente di sviluppare
che, superando il carattere vincolistico applicato ad alcune aree di
paesaggistico, coniugando identità di lunga durata ed innovazione di breve periodo, paesaggio ed
Ai fini di costituire corredo conoscitivo del descritto processo di Piano, la Giunta, con Delibera 1787
del 28.11.2006, ha poi deciso di redigere una Carta dei beni culturali della Regione Puglia,
della Puglia (AdB), con Delibera 1792
idrogeomorfologica della Regione Puglia.
consentano la riorganizzazione dei tanti studi che si sono sedimentati sul territorio insieme al
perfezionamento di alcuni aspetti conoscitivi finalizzati alla realizzazione del Piano e dei suoi
Progetti Pilota, per consentire una chiara e condivisa interpretazione del paesaggio pugliese, dei suoi
caratteri identitari e dei principali processi di trasformazione che lo attraversano. A tale scopo, il
processo di Piano opererà in stretta sinergia con il Progetto SIT regionale, facendo tesoro degli strati
i quadri di conoscenze che si produrranno attraverso il Piano.
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della Regione
zione ed attuazione del Piano Paesaggistico sarà accompagnato da
a IUAV Studi e Progetti ISP srl. Tale procedura guarderà con particolare attenzione ai Progetti Pilota
integrati previsti dal Piano per le aree di particolare criticità, e mirerà alla individuazione e
sperimentazione di criteri di integrazione delle componenti paesaggistiche in piani e programmi
importanza che la valutazione venga incorporata nella
valutazione ex ante, con funzione di supporto alle decisioni, ossia come strumento che aiuta la
costruzione delle strategie in un assetto di rapporti negoziali. La valutazione, così, assumerà la
complessità del processo di Piano e diverrà dispositivo per la definizione degli obiettivi.
Relativamente allo specifico ambito territoriale del PIST qui presentato, la sua individuazione si
beni culturali riconducibili alla stratificazione insediativa, che si rispecchia anche nei caratteri di
continuità insediativa dei centri abitati, consolidatasi nei noccioli urbani antichi (dalle origini, luoghi
di accentramento, governo e controllo delle campagne produttive).
Si desume perciò un tratto comune prevalente: quello di un paesaggio agricolo tipico delle propaggini
murgiane della Puglia centrale capace ancora oggi di mantenere una cospicua forza produttiva
(ciliegie, vino, allevamento zootecnico e trasformazione lattiero casearia), e di rappresentare il segno
profondo delle radici storiche e culturali, materiali e immateriali, delle comunità insediate.
La diffusa presenza di masserie di elevato valore storico e/o architettonico è carattere comune al
territorio aperto: chiese, castelli e musei della cultura materiale e contadina rappresentano beni
ntera area considerata, oltre ai segni archeologici e insediativi di una comune
origine insediativa.
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-
-
Suddivisione del territorio regionale in Ambiti Paesaggistici e relative Unità di Paesaggio.
Le strategie progettuali più rilevanti previste dal PPTR che interessano la strategia ed il territorio del
PIST sono quelle denominate rispettivamente:
-
relazione alle forme insediative urbane, una strategia per costruire un progetto solidale tra città e
campagna, capace ad esempio di rigenerare le parti urbane periferiche mediante la progettazione
spazio rurale circostante utilizzando progetti di riqualificazione ecologica richiamandosi a forme e
grammatiche e materiali dello spazio rurale.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Lo scenario strategico assume i valori patrimoniali del paesaggio pugliese e li traduce in obiettivi di
trasformazione per contrastarne le tendenze di degrado e costruire le precondizioni di forme di
sviluppo locale socio-economico auto sostenibile. Tutti gli obiettivi generali del PPTR concorrono
alla costruzione del Patto Città Campagna. (Titolo IV, capo I, art. 27 delle NTA del PPTR). In
particolare, quelli maggiormente implicati sono di seguito evidenziati:
1.
2. sviluppare la qualità ambientale del territorio;
3. valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata;
4. valorizzare i paesaggi rurali storici: economie e paesaggi;
5. valorizzare il patrimonio identitario culturale-insediativo;
6. riqualificare i paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee;
7. valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi della Puglia;
8. valorizzare la fruizione lenta dei paesaggi;
9. riqualificare, valorizzare e riprogettare i paesaggi costieri della Puglia;
10. definire standard di qualità territoriale e paesaggistica nello sviluppo delle energie rinnovabili;
11.
riqualificazione e
riuso delle attività produttive e delle infrastrutture;
12. definire standard di qualità edilizia, urbana e territoriale per gli insediamenti residenziali urbani
e rurali.
una rete costituita da cinque
progetti multimodali (gomma-ferro-bicicletta-mare), corrispondenti a cinque circuiti.
mura), collegato ad esso attraverso una serie di nodi secondari di
interconnessione ed accesso ai percorsi ciclo-pedonali, agli assi multimodali interno-costa, ed alle
penetranti naturalistiche.
di rendere fruibili non solo i singoli beni del patrimonio culturale che la Carta dei beni culturali ha
censito, ma di trattare i beni culturali (puntuali e areali) in quanto sistemi territoriali integrati nelle
figure territoriali e paesistiche di appartenenza, per la loro valorizzazione complessiva.
sia dei Contesti topografici stratificati, in quanto progetti territoriali, ambientali e paesistici dei
sistemi territoriali che ospitano una forte concentrazione di beni, sia aree di grande pregio, sia di aree
a forte densità beni culturali e ambientali a carattere monotematico (sistemi di ville, di masserie, di
uliveti monumentali, ecc).
culturali, integrando questi ultimi nelle invarianti strutturali delle figure territoriali e paesistiche e
negli altri progetti territoriali per il paesaggio regionale; contribuendo in questo modo a sviluppare il
concetto di territorilizzazione dei beni culturali, già fortemente presente in Puglia con le esperienze di
archeologia attiva e di formazione degli ecomusei.
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2.3 Il qua
Metropoli Terra di
Il Piano Strategico MTB
una programmazione integrata di ampio respiro che riuscisse a realizzare una sintesi equilibrata tra
obiettivi di scala metropolitana/regionale/nazionale e aspirazioni territoriali di scala
sovracomunale/comunale.
za
assunta dal processo partecipato di redazione del documento di Visione, che ha di fatto ispirato
sua formula evocativa e al contempo analitica, indica gli elementi necessari a definire le questioni
strategiche da affrontare nel prossimo futuro per MTB.
Una linea di sviluppo organica e ambiziosa, racchiusa in una Mission articolata su tre
definizioni/aspirazioni:
a.
ettata verso il Mediterraneo che integra città,
b.
c.
Le diverse componenti del milieu m
scaturiscono i venti programmi strategici (contenuti nei 5 Assi o Vettori della Pianificazione
Strategica secondo cui è stato studiato il contesto di riferimento Ambiente/Territorio, Economia,
Cultura, Società, Trasporti; Trasversali: Governance e Comunicazione) e le oltre ottocento azioni
confluite nel Parco progetti metropolitano da implementare con la compartecipazione di tutte le forze
economiche, politiche e sociali che hanno contribuito alla loro stessa redazione.
che concorrono al raggiungimento della mission.
Dei veri e propri documenti di programmazione che, ispirati agli orientamenti settoriali maturati su
scala europea, nazionale, regionale e infine metropolitana, contengono al proprio interno visioni,
strategie di breve-medio-periodo, progettazioni puntuali utili a realizzarle, nonché fonti di
finanziamento che è possibile attivare su queste, il tutto inserito in un quadro logico di coerenza
temporale e finanziaria.
- la terra e il mare - si fondono attraverso un insieme di
azioni volte ad arricchire il territorio rendendolo attrattivo a livello internazionale. Rinnovare il
ambientali, collegate e rese accessibili, acquistano nuova immagine recuperando appieno consistenza
e identità originarie.
riqualificazione a quelli di difesa del patrimonio naturalistico, il Piano ha previsto di connettere e
valorizzare i centri storici e la costa della Metropoli. Ambiente e territorio, le sue risorse strategiche
ibili, che nella
fusione tra tradizione e innovazione trovano la loro perfezione.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Il Piano Strategico prevede così di impreziosire le risorse del territorio in una prospettiva di sviluppo
economico e culturale che la Metropoli persegue anche attraverso la capacità dei cittadini di
manutenere e promuovere le proprie città.
PSMTB:
.
Per arrivare alla candidatura della Metropoli Terra di Bari a Capitale europea della Cultura nel 2019
(obiet
culturale metropolitana.
accompagnare lo sviluppo, restituendo la centralità al settore culturale e creativo nei percorsi di
riqualificazione e rigenerazione economica e sociale.
processi di cambiamento positivi, in un contesto economico e sociale concentrato a ripensare se
stesso, stretto tra antichi problemi e nuove sfide.
Il Piano Strategico individua un percorso articolato per realizzare lo sviluppo della cultura in tutte le
sue forme, mettendo a sistema il patrimonio di castelli, musei e teatri, costituendo una rete per la
gestione e la promozione integrata delle ricchezze storico-architettoniche e procedendo alla
digitalizzazione delle biblioteche e del patrimonio archivistico della Metropoli.
Il Piano prevede anche la riqualificazione di aree urbane da destinare a contenitori culturali e creativi
collettiva.
o da:
realizzazione di due aree sportive, una nel centro abitato di Bitetto ed una tra Bitritto e
Valenzano, e di un centro polivalente integrato per lo sport sito tra Adelfia e Cellamare;
completamento della biblioteca comunale di Adelfia;
definizione di una rete museale, che attraversando le città di Bitetto e Bitritto ed il territorio di
Adelfia connettono il futuro Museo della Città di Sannicandro con il Museo del Mare ed il
Centro delle Arti Contemporanee di Bari, e con il Museo Diocesano di Bitonto;
messa a sistema di Teatri da Recuperare, tra i quali il Teatro Margherita di Bari ed il Teatro
Comunale di Acquaviva delle Fonti.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Il Piano Strategico considera la conoscenza uno degli assi prioritari per lo sviluppo economico e
sociale della Metropoli Terra di Bari, per una Metropoli migliore e più attrattiva per studenti,
ricercatori, lavoratori e imprenditori.
Le connessioni tra sistemi di innovazione, ricerca e conoscenza si moltiplicano con la creazione di
e il sistema imprenditoriale non solo per la crescita degli individui ma anche per la definizione di un
mercato del lavoro vivace, che veda soddisfatte le esigenze delle imprese e le aspettative dei
lavoratori.
Il Piano promuove l'innovazione nel rispetto della tradizione, puntando sulla ricerca per incrementare
la competitività delle filiere tradizionali e facilitare l'esportazione delle competenze e delle nostre
produzioni nel Bacino euro-mediterraneo.
Ne sono prova i progetti per la realizzazione del primo Centro per la prevenzione e gestione dei rischi
naturali e antropici e del modello di Casa ecosostenibile mediterranea.
Un circuito virtuoso che, attraverso gli investimenti in formazione, promuove la nascita di
competenze e servizi nei settori ad alto valore aggiunto e nella Pubblica Amministrazione.
Potenziamento delle infrastrutture universitarie, promozione di aree produttive sostenibili, che
coniughino tutela dell'ambiente e competitività economica, e di luoghi volti allo sviluppo
socioeconomico del territorio, in cui si moltiplicano servizi per la nascita di imprese in settori ad alta
intensità di conoscenza. Come il Novus Campus, un centro di formazione e di ricerca di eccellenza
conoscenza e del
per la
competitività
delle attrezzature nella città di Bari (residenza per studenti, rete delle biblioteche, poli industriali ecosostenibili, etc.), interventi su scuole ed aree produttive a Sannicandro di Bari.
PSMTB: mappa Lame (a sinistra) e Mobilità (a destra).
quindi importante valorizzare e ottimizzare quanto costituisce il patrimonio naturale. Una dote di
partenza che rende unica quest'area, che si caratterizza per una biodiversità diffusa da salvaguardare e
potenziare con i progressi della tecnologia. Dalla costa alle campagne, il territorio metropolitano è
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Complesse e articolate le azioni previste dal Piano Strategico per recuperare dal degrado e
orio metropolitano. Restituire ai cittadini della Metropoli
della vita che ne deriva, ma anche perché un ambiente non corrotto crea nuove risorse. La
valorizzazione e la conservazione delle ricchezze naturali e la salvaguardia e il recupero di quelle in
degrado potenziano la forza attrattiva della Metropoli Terra di Bari, che vuole rappresentare un
esempio internazionale di salvaguardia ambientale. Le sue strategie relative alle risorse idriche, alla
gestione dei rifiuti, ai servizi energetici e alla bonifica di aree ora inaccessibili sono il suo punto di
problemi trae spunto per reinventare se stesso.
Il contesto territoriale del PIST è coinvolto in tale strategia provinciale per il risanamento e la
bonifica delle lame caratterizzanti il paesaggio (lama Lamasinata, lama Badessa, lama Baronali e
lama Montrone).
So
nella Metropoli Terra di Bari la potenzialità di
"ponte e cerniera" culturale e commerciale tra il Mediterraneo e l'Est Europa.
Punto di partenza per favorire questo nuovo ruolo internazionale è il potenziamento dei sistemi di
attraverso gli scambi col resto del mon
persone e merci, sia in senso telematico, potenziando lo sviluppo dell'ICT (tecnologie per
l'informazione e la comunicazione), nel rispetto dei criteri di rapidità e convenienza, ma anche
dell'ecologia e della salvaguardia ambientale.
Il punto di forza del sistema di mobilità sostenibile della Metropoli Terra di Bari è il trasporto
pubblico quale valida alternativa a quello automobilistico. Una rete di trasporto collettivo,
interconnessa e multimodale, che integra le ferrovie, le linee di autobus, le piste ciclabili e i percorsi
pedonali. Un sistema unico di collegamenti accessibili, rapidi, continui, convenienti, sicuri ed
ecologici tra tutti i 31 Comuni metropolitani.
Un sistema che valor
riqualificazione urbana.
ontesto del PIST è coinvolto da:
realizzazione della camionale passante tra Bitritto e Loseto prima e tra Adelfia e Sannicandro
poi entro il progetto di collegamento dei porti;
definizione di una rete di itinerari ciclabili verdi, tra i quali uno che connette Bari a Bitetto ed
un secondo tra Bari ed Adelfia;
realizzazione di una rete ciclabile urbana, intesa come connessione tra più centri urbani, come
nel caso di Rutigliano-Adelfia Sannicandro-Grumo;
adeguamento delle stazioni ferroviarie di Adelfia e Bitetto per renderle multimodali, anche
rispetto alla prevista linea metropolitana su ferro.
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
PSMTB:
Turismo
Welfare
Il Piano Strategico Metropoli Terra di Bari ha progettato azioni sinergiche per promuovere e
sostenere il turismo. La Metropoli Terra di Bari è, infatti, terra di approdo e accoglienza con un
grande patrimonio archeologico, architettonico e storico. Terra dai suggestivi paesaggi, profili
collinari interrotti da verdi distese, fenditure nel terreno a tracciare solchi che dirigono verso il mare
che leviga la costa. Terra da visitare. Meta turistica da promuovere.
racco una fitta rete di trasporti consente ai turisti di
muoversi velocemente in tutto il territorio e per i più appassionati basteranno due ruote per percorrere
la Metropoli respirando storia e tradizioni. I prodotti si possono scoprire attraverso un viaggio dei
per turisti "business". Per chi ama la campagna, la tranquillità e le storiche masserie, il Piano ha
mouse: un semplice click per entrare in una realtà virtuale ricca di informazioni sulla meta scelta.
storia e di cultura.
Il progetto strategico provinciale per il turismo investe il contesto del PIST indirettamente attraverso
business, accademia del gusto, modelli turistici sostenibili), lo sviluppo della portualità turistica sulla
Acquaviva delle Fonti e Conversano.
Il Piano Strategico ha, inoltre, individuato interventi progettuali legati al welfare, per restituire al
cittadino un senso di appartenenza e sicurezza: un piano di infrastrutturazione sociale e sociosanitaria territoriale, la riqualificazione e il riuso dei beni confiscati, un sistema di mappatura e
prevenzione del crimine, un sistema integrato di cooperazione e sicurezza, lo sportello antiracket e
antiusura e numerose azioni di educazione alla legalità e prevenzione destinate alle scuole.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Il Piano Strategico non trascura i bisogni di base della società, dalla casa, con il rafforzamento
-universitario.
ore coesione e
stranieri sono tra gli obiettivi prioritari del Piano, che prevede la valorizzazione dei centri
interculturali diffusi sul territorio e attività educative in rete con le scuole.
Il Piano territoriale dei tempi e degli spazi della Metropoli Terra di Bari, un percorso di
programmazione e gestione integrata dei tempi, che promuove la mobilità sostenibile, la
degli spazi pubblici, garantirà il coordinamento dei 31 Comuni su questi obiettivi.
realizzazione di telecenter a Bitetto e nelle limitrofe Sannicandro, Valenzano e Binetto;
attivazione di un intervento pilota a sostegno della conciliazione e del benessere collettivo, sito
tra Bitetto e Bitritto.
i
Bari.
Tale collocazione geo-economica dei Comuni ha una forte influenza sulle condizioni
socioeconomiche della zona, che risulta fortemente legata alle dinamiche di sviluppo tipiche di
ericità, se da un lato ha
il paesaggio agricolo e la cultura rurale, rappresentando così il contesto
accezione rurale più vicino fisicamente al capoluogo di Regione.
21
con forte
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Rigenerazione degli insediamenti umani
2.4 Bozza del PTCP di Bari: sistema insediativo della provincia di bari quadro conoscitivo e
interpretazioni
2.4.1 Peculiarità del sistema insediativo provinciale
Per cogliere in modo sintetico ma incisivo le specificità che contraddistinguono il sistema
insediativo della provincia di Bari appare utile una comparazione dei principali fenomeni rilevabili
fenomeno urbano
Italia1.
Bari, tredicesima delle province italiane per estensione (513.830 ha) ma quinta per numero di abitanti
dopo Milano, Roma, Napoli e Torino (con 1.559.821 abitanti al 1998 e 1.595.359 al 2005), a
differenza di molte province che tuttora appaiono fortemente polarizzate sul capoluogo e
caratterizzate da un rapporto di netta inferiorità demografica degli altri comuni (con rapporti che
toccano anche 10:1 tra il primo e il secondo comune) si caratterizza per un peso relativamente
le quote derivanti dai comuni di prima e seconda corona, notoriamente coinvolti in processi di
metropolizzazione); ma il dato più significativo è indubbiamente costituito dalla larghissima
prevalenza di centri di dimensioni medio-grandi, che pongono la provincia in posizione peculiare.
Infatti la provincia di Bari al 1998 è terza in Italia a pari merito con Roma, dopo Napoli e Milano, per
numero di comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti, seconda (dopo Napoli) per numero di
comuni con popolazione oltre i 40.000 abitanti (11) e per numero di comuni con popolazione
superiore 50000 abitanti (8); tale caratteristica si evidenzia non solo in ambito regionale, ma anche
(32.734,02) e prima per incidenza dei comuni con dimensione superiore ai 15.000 abitanti (con 32
comuni su 48), mentre è irrisoria la quota dei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti.
polverizzazione nella dimensione comunale, che caratterizzano invece molte province del centro nord
Incidenza dei comuni con popolazione superiore, rispettivamente, a 30000, 40000, 50000 abitanti. Elaborazione CAIRE.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Dimensione demografica media
dei Comuni
Incidenza percentuale dei Comuni
con popolazione superiore a
15.000 abitanti
Incidenza percentuale della
popolazioneresidente nei sistemi
urbani
tali dati caratteristici della provincia di Bari sono strutturati da tempo e solo confermati dalle ultime
rilevazioni ISTAT datate al 2005.
2
E
la cui popolazione somma circa il 60% di quella
provinciale, a caratterizzare gli aspetti dominanti della struttura insediativa, allineando la provincia di
iscono uno dei temi
centrali per le politiche insediative del Piano Territoriale di Coordinamento.
Anche la condizione morfologica rivela una situazione peculiare: la provincia di Bari è una delle
dieci in Italia a presentare il 90% del territorio con pendenze inferiori al 10% (insieme alle province
salentine e a quelle padane), mentre la giacitura geografica invita a una osservazione ravvicinata del
fenomeno della pressione insediativa costiera: i comuni costieri contano circa il 45% della
popolazione provinciale (50% se si considerano costieri anche quelli il cui territorio è a meno di 5
chilometri dalla costa).
CAIRE, 1999; che contiene informazioni
aggiornate al 1998; per le principali quantità si è ritenuto utile aggiungere un aggiornamento al 2005, basato su fonte
ISTAT.
2
ambiti di norma sovracomunali caratterizzati dalla presenza di
un comune sede di offerta di servizi di rango urbano cui possono essere associati comuni contermini caratterizzati da
integrazione relazionale con il polo urbano e da elevati livelli di densità dinamica e demografica che ne qualificano la
partecipazione al sistema urbano
- Progetto Atlante Nazionale del Territorio Rurale; SOMEA - Atlante
Economico e Commerciale d'Italia.
1
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Classi demografiche dei Comuni della Provincia di Bari
Le singolarità della struttura insediativa della provincia di Bari, finora valutate in forma aggregata e
in funzione di un raffronto con le province italiane, ad uno sguardo più ravvicinato acquistano
proprie forme e declinazioni territoriali. La apparente omogeneità derivante da un quadro aggregato,
confermata peraltro dalla uniformità della struttura geomorfologica degradante dolcemente verso la
linea di costa, in realtà è articolata in strutture territoriali diverse per dimensione, forma e dinamiche
A partire dalle tradizionali letture geografiche, fino a quelle più recenti di matrice territorialista,
emerge come dato comune il riconoscimento della stabilità e della permanenza della struttura
insediativa storica della Puglia centrale anche attraverso le trasformazioni più recenti (almeno fino
decennio); le rilevanti dinamiche di urbanizzazione degli ultimi 50 anni, guidate o meno dai piani,
non hanno dissolto né contraddetto quella armatura, quanto piuttosto, appoggiandosi ad essa, ne
hanno rafforzato alcuni elementi e trascurato altri, mutandone il ruolo e il peso, ma mai
cancellandone la riconoscibilità. Un secondo elemento comune a tali studi è la asserzione di una
assenza di corrispondenza tra perimetrazioni amministrative e specificità territoriali, che spesso
risultano essere transfrontaliere, siano esse provinciali che regionali: emergono così le aree di
dinamiche economiche e istituzionali degli ultimi anni.
sistematici sul territorio della Puglia centrale nei suoi aspetti spaziali, con una particolare attenzione
alla interazione tra dinamiche insediative e paesaggio-ambiente, infrastrutture, economie. Nel corso
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Rigenerazione degli insediamenti umani
di queste ricerche si consolida una descrizione del territorio della Puglia centrale che individua
partizioni ricorrenti, ambiti territoriali tendenzialmente omogenei in cui articolare la provincia per
non fornire una visione banalizzata e superficiale dei suoi aspetti distintivi; qualunque sia la chiave di
lettura dei fenomeni territoriali presente in queste ricerche, è ricorrente la macroarticolazione in
quattro contesti territoriali.
territoriali caratterizzati da dinamiche insediative diverse:
, al confine con la Basilicata,
con pochi centri di media dimensione, popolazione accentrata e in notevole decremento, eccezion
-Matera; la fascia costiera barese, di pianura e bassa Murgia barese,
caratterizzata da grossi centri a distanza ridotta, incremento demografico più accentuato nei comuni
costieri e notevole influenza del capoluogo sui comuni contermini; la bassa Murgia
trulli e delle grotte, caratterizzata da centri di media dimensione con incremento demografico
modesto dei comuni costieri e tendenziale decremento dei centri interni3.
definito nel PRS dei primi an
la ricerca giunge alla individuazione di quattro subaree, riconosciute in base agli assetti urbani e alle
valenze agroambientali: il polo barese, il nord barese alta Murgia, il sudest barese 4.
onto di traiettorie e forme di sviluppo sempre più
contestualizzate e specifiche, nonché connesse alle strutture ambientali. La definizione degli ambienti
insediativi è così il frutto della lettura incrociata di caratteri e processi emergenti in campo
socioeconomico e luoghi e dominanti fisico-formali. Ancora una volta alla apparente uniformità
geomorfologica del territorio provinciale si oppone la articolazione della struttura insediativa:
del nord barese, costituito dal sistema dei centri costieri e interni lungo le direttrici
infrastrutturali longitudinali e le principali aste trasversali; la saturazione della raggiera del
capoluogo, caratterizzata dal decentramento della residenza e delle funzioni produttive e
commerciali; la nebulosa insediativa
la frammentazione insediativa
5
della valle dei trulli .
Questa articolazione attraversa le ricerche e le stesse discipline che le hanno descritte. Ricorrerà
come una permanenza anche nelle aggregazioni sovralocali finalizzate alla programmazione, in parte
darà vita a nuove forme istituzionali. A partire da questa permanenza, a distanza di ulteriori dieci
evoluzione, i caratteri di persistenza e le discontinuità con il recente passato.
3
cci (a cura di),
Urbanistica Quaderni, n. 8/1988.
4
Un
approccio metodologico alla pianificazione di area vasta. Il Caso del Sistema urbano della Puglia Centrale,
FrancoAngeli, 1996.
5
Le
forme del territorio italiano. II. Ambienti insediativi e contesti locali, Laterza,1996
25
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Rigenerazione degli insediamenti umani
2.4.2 E
Osservazioni sulle quantità di suolo urbanizzato
Un primo dato macroscopico che ci consente di valutare le rilevanza delle trasformazioni del sistema
nella provincia di Bari una
sale al 181%,
il quinquennio 2000complessivi 22.406 ha.
Esempi di perimetrazione e di restituzione grafica della evoluzione del territorio urbanizzato
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Modugno, per effetto della realizzazione del nucleo ASI e del massiccio decentramento residenziale
è decisamente maggiore e maggiormente diffuso, segnando le quote maggiori nelle città
del nord-barese, nella seconda cintura intorno a Bari e in corrispondenza di particolari politiche
urbanistiche.
Si rilevano inoltre alcuni territori contraddistinti da c
barese, denunciando crescite proporzionali alle singole dimensioni urbane e quindi incrementi più
contenuti nei centri più vicini a Bari; i piccoli comuni a sud di Bari, della prima e seconda cintura,
dalle dimensioni similari; i cinque comuni più a sud della provincia, allineati in direzione est-ovest
lungo la Murgia (Gravina, Altamura, Santeramo, Gioia del Colle, Noci) che, nonostante le
dimensioni urbane diverse, denunciano analoghe modalità di crescita percentuale; i comuni costieri,
che nel secondo intervallo quasi triplicano la dimensione urbana; i comuni interni della Murgia sud
orientale, con incrementi più contenuti rispetto ai precedenti.
Incrementi di suolo urbanizzato negli intervalli
1949-1973 e 1974-1999 in valore assoluto, per classi
dimensionali e per valori reali comparati.
Incrementi di suolo urbanizzato negli
intervalli 1949-1973 e 1974-1999 in percentuale,
per classi dimensionali e per valori reali comparati
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Occorre solo notare come molte di queste massicce espansioni siano state guidate da Programmi di
Fabbricazione, come si evincerà dalla lettura dello stato della pianificazione, che vede una prima
consistente generazione di piani regolatori entrare in vigore solo a partire dagl
dalle forme forse non dissimili dalle precedenti.
Non vi è dubbio che la crescita più rilevante sia avvenuta negli ultimi 25 anni: essa comporta, tranne
poche eccezioni, almeno il raddoppio del territorio urbanizzato; in 16 casi supera il 200% e in 4
supera il 300%.
Incrementi i suolo urbanizzato negli intervalli 1949-1973 e 1974-1999 in funzione della distanza dal capoluogo
Incrementi percentuali di suolo urbanizzato negli intervalli 1949-1973 e 1974-1999
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Rigenerazione degli insediamenti umani
evidenziato
come
non
sia
rilevabile
una
corrispondenza
proporzionale
tra
dinamiche
valori, a conferma della trasformazione del modello insediativo accentrato in favore di forme di
urbanizzazione con densità inferiori, incrementando nel tempo la tendenza al consumo di suolo.
Ulteriori osservazioni possono essere effettuate valutando le crescite urbane in funzione della
distanza dal capoluogo. Come è facile notare, esiste in linea generale una proporzionalità inversa tra
distanza e inc
crescita in ambedue gli intervalli di tempo considerati. Ciò implica con chiarezza
centro e di una periferia nelle dinamiche insediative della provincia, ma anzi la presenza di pesi
equilibratori rispetto alla polarizzazione del capoluogo. Uniche eccezioni sono da un lato la città di
Modugno, che partecipa solidalmente della crescita del capoluogo, essendo investita dai medesimi
processi di espansione e industria
crescite evidenziano la condizione di estreme periferie provinciali.
Evoluzione del territorio urbanizzato al 1949, 1973, 1999, 2005; valori assoluti, incrementi in valore assoluto e
percentuale
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Il rapporto con la variazione di popolazione
Gli intervalli censuari 1971- - ragioni dei fenomeni di urbanizzazione e, in particolare, quanto questi siano dovuti a crescite di
popolazione e quanto a fenomeni di altra natura (industrializzazione, differenti politiche urbanistiche,
grandi
a una necessaria premessa alle considerazioni che
popolazione residente a rappresentare i caratteri del fenomeni insediativo nella sua complessità, vista
la
crescite maggiori, rafforzate al decrescere della popolazi
continua a perdere quote consistenti di popolazione residente, a fronte di un incremento contenuto ma
costante del suolo urbanizzato.
I comuni costieri del nord-barese, a fronte di una variazione demografica sempre contenuta anche se
positiva, vedono il suolo urbano crescere di quote rilevanti.
Il decennio 81-91 sembra segnalare, più degli altri, fenomeni acuti di redistribuzione della residenza,
rementi sono più netti che altrove e
negli altri intervalli. Intervengono inoltre a determinare situazioni di particolare incremento o
decremento le politiche urbanistiche locali, in taluni casi particolarmente generose nei confronti del
mercato abitativo.
Variazione di popolazione 2000-2005
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Incrementi di popolazione nei periodi 1971-81, 81-91 e 91-01
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Il rapporto con patrimonio abitativo
Il numero totale delle abitazioni fornisce una ulteriore visione delal geografia insediativa provinciale,
n
La distribuzione delle abitazioni per intervalli temporali, desunta dal censimento 2001, evidenzia le
di
abitativo, indicata in percentuale alle date censuarie rispetto al totale e ordinata in sequenza
decrescente per dimensione comunale, evidenzia comportamenti diversi. Alcuni comuni hanno un
patrimonio storico consistente, oltre il 40% dei quello complessivo: si tratta soprattutto dei comuni
murgiani minori, che, come già notato, hanno avuto tassi di crescita molto contenuti. Alcune crescite
rilevanti sono circoscritte ad un unico decennio, cui corrispondono fenomeni di particolare intensità
demografica e, analogamente a quanto rilevato anche per la crescita di popolazione e per
sivo.
Infine il dato sulla percentuale delle abitazioni vuote può essere un utile indicatore per segnale
situazioni di consistente sottoutilizzazione del patrimonio abitativo o della presenza di seconde case.
Numero totale delle abitazioni per comune, 2001
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Distribuzione percentuale del patrimonio
abitativo per periodo di costruzione: fino al 1919,
1920-45, 46-61, 62-71, 72-81, 82-91, 92-01
Distribuzione percentuale degli alloggi
vuoti e occupati, 2001
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Una lettura delle forme insediative
Oltre i dati quantitativi, di per sé significativi del fenomeno urbano, la descrizione dei caratteri
spaziali e formali del sistema insediativo pone temi di riflessione rilevanti.
Dalla osservazione del territorio risulta evidente come, in funzione delle caratteristiche geografiche e
degli intervalli temporali, le forme insediative tendano a declinarsi e ad assumere caratteri specifici e
ricorrenti, in grado di raccontare le trasformazioni della società che le abita e le relative interrelazioni
insediativi utilizzati sono il luogo in cui si deposita la nostra memoria e identità collettiva.
La città di Adelfia
La città di Bitetto
La città di Bitritto
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Rigenerazione degli insediamenti umani
tuttora riconoscibile nel territorio della Puglia centrale, le forme insediative più recenti risultano, oltre
territorio nella sua complessità e di sensibilità ai valori ambientali e alle culture dei luoghi. Pertanto a
tali forme insediative è spesso associata una valutazione complessivamente negativa, frutto di una
ggiamento privo di nostalgia e osservare il territorio percorso
nella sua consistente possibilità di miglioramento in direzione di una maggiore sostenibilità e qualità
ambientale. Anche per questo motivo una conoscenza profonda delle forme insediative e la
individuazione delle regole che ne sono matrice costituiscono un fondamentale tassello del quadro
conoscitivo del PTC; la finalità è porre questa conoscenza alla base della costruzione di ipotesi
che possano costituire modelli sostenibili e identitari per le trasformazioni future: modelli quindi che
da un
territoriali, prima fra tutti la risorsa suolo.
appaiano esiti della integrazione o, più spesso, della giustapposizione di differenti modelli insediativi
riconoscibili (modelli accentrati storici, isolati regolari di matrice ottocentesca, maglie diversamente
intasate, impianti autonomi di edilizia residenziale pubblica e privata, filamenti lineari, addensamenti
degli spazi, evidenziando ampi ritagli e porzioni di territorio ormai sottratto ad usi rurali, ma
residuale e inutilizzato a fini urbani.
A determinare questa tendenza ad un uso crescente di suolo ai fini insediativi concorrono due
modalità di trasformazione: anzitutto quelle legate alla grande infrastrutturazione del territorio, nei
campi della mobilità e della logistica, delle attività produttive, dei servizi rari e dei poli specializzati,
delle funzioni di rango sovralocale; in secondo luogo, ma analogamente rilevanti, quelle legate allo
sviluppo urbano con modalità inedite rispetto al passato.
Di ce
considerare
che molto di questo territorio urbanizzato negli ultimi 25 anni è esito di scelte di pianificazione
compiute negli anni della crescita demografica e della espansione urbana, mai contraddette anche nei
territoriali.
Peraltro il fenomeno della sottrazione di suolo rurale per destinarlo a fini insediativi appare legato a
doppio filo alla debolezza di un territorio rurale non tutelato né valorizzato.
o del territorio, sembra
opportuno osservarne alcune con uno sguardo più ravvicinato, con particolare attenzione alle
dinamiche più recenti.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
La città compatta e le sua evoluzione
La città conclusa e distinta con nettezza dal suo esterno è stata largamente riconoscibile fino alla
carattere distintivo della Puglia centrale: la riconoscibilità dei centri urbani, la loro compattezza e
enti lineari, congiunta a densità edilizie notevoli, da un lato hanno comportato un
blici; spesso le città sono
mostrando una continuità morfologica contraddetta solo dalla componente edilizia. Uniche eccezioni
a questa condizione sono state le
hanno comportato espulsioni massicce e pianificate di attività produttive e di residenze popolari:
o scarso indice di
compattezza, bensì una articolazione spaziale complessa, frutto da un lato dalle condizioni
della forza attrattiva delle frazion
pr
urbanizzato che talvolta superano il 300%.
Adelfia: centro storico di Canneto e Montrone
Centro storico di Bitritto
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Centro storico di Bitetto
Tuttavia il fenomeno non è solo rilevante quantitativamente: è la natura delle nuove forme
insediative a segnare una discontinuità con
utilizzando forme in continuità e in aggiunta rispetto alle preesistenze; i materiali dei questa crescita
cominciano a differenziarsi per dimensione, grana,
notare come le grandi quantità di suolo urbanizzato rilevate siano qualitativamente estremamente
eterogenee: il racconto di questa eterogeneità
o nuove declinazioni di usi già presenti (edilizia popolare, strade commerciali).
Questi fenomeni più recenti disegnano un nuovo territorio, tuttora in trasformazione, non ancora
stabilizzato, spesso di bassa qualità ambientale.
Gli approfondimenti che seguono sono finalizzati a segnalarne le principali tipologie. Esse sono state
mplarità e
tipicità, senza tuttavia la pretesa di una catalogazione univoca e onnicomprensiva della complessità
dei fenomeni.
Come è facile notare, sembra che le città costiere debbano la loro forma attuale alla compressione
infrastrutturale operata dal fascio ferroviario prima, dalla SS 16 bis più di recente. La linea
orta della Basilicata, e lo
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sviluppo economico e urbano dei centri costieri6, aveva comportato una morfologia insediativa
contraddistinta da caratteri costanti (quartiere a scacchiera, sistema viale/piazza di connessione tra
stazione e centro antico), cui
agganciate per inerzia o producendo le prime espulsioni periferiche residenziali e industriali,
immediatamente al di là della ferrovia o nella ristretta fascia tra infrastrutture e costa.
A queste morfologie, diversamente declinate dallo spessore del territorio costiero, si è sommato il
più di ogni altro il paradigma della evoluzione della domanda insediativa al mutare delle domande e
balneazione ha in Puglia una tradizione storica notevole; essa però usufruiva di spazi urbani o
suburbani immediatamente vicini alla città e raggiungibili con i mezzi di trasporto collettivi. A partire
i piccoli potenziali urbani dei borghi marinari. In un crescendo di intensità e diffusività, da allora e
abusivo, in continuità o lontano dalle città, in recinti o per addensamenti progressivi, mostrando
peculiarità differenti nelle coste a nord e a sud di Bari
della provincia sono aree produttive, in particolare aree per la lavorazione della pietra; molte di
queste aree produttive, sono attualmente dismesse, assomando così ai problemi ambientali dello
sfruttamento della fascia costiera ai fini produttivi il degrado attuale dovuto alla dismissione in
assenza di alcuna bonifica.
a cartografia IGM del 1949, al 2005 e nello schema
insediativa sulla costa: è molto più ampio il territorio che gravita sulla fascia costiera, ad esempio
riversando le acque reflue, depurate e non.
6
La Pug
oggi. Einaudi, 1989
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peculiari del territorio costiero: basti pensare alla fragilità ambientale della costa, come già
evidenziato dalla indagine sul sistema ambientale, e la sua peculiarità ecosistemica, sottolineata
anche dalla presenza di pSIC marine per lunghi tratti della costa provinciale.
Le grandi periferie pubbliche
periferie PEEP, alcune delle quali si
innestano su precedenti insediamenti di edilizia popolare (come nel caso del quartiere CEP a Bari).
Moltissimi elementi di riflessione sono stati già affrontati nelle numerose ricerche che hanno avuto
per oggetto le pe
non adeguatamente valutato.
ri nel 1973 (quartiere
CEP), nel 2005 e nello schema. Il quartiere, già in origine
isolato e morfologicamente autonomo, è progressivamente
accerchiato da aree produttive e infrastrutture.
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1973, nel 2005 e nello schema. Nonostante il progressivo
isolato eautonomo morfologicamente.
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In questa sede, rimandando alla letteratura che in ambito nazionale e locale ha ampiamente descritto
il fenomeno, si vuole solo sottolineare la presenza, sul territorio, di una grande serie di forme
alla città consolidata, ponendo serissimi
problemi di accessibilità, segregazione, disagio; sia per la loro conformazione morfologica, del tutto
priva di relazioni con i contesti e i tessuti locali e quindi con il sistema di relazioni che essi erano in
gra
scarsissima dotazione di servizi pubblici che tali periferie soffrono, al punto che esse, ultimi grandi
interventi edilizi unitari, sono i primi ad aver bisogno estremo di interventi di riqualificazione,
complessificazione, rivitalizzazione.
In misura diversa, il problema della riqualificazione delle periferie pubbliche, investe quasi tutti i
centri della provincia. Tuttavia i temi da affrontare sono differenti e sovrapposti (accessibilità,
coordinamento anche di carattere sovralocale.
Dalle piattaforme produttive ai recinti specializzati
Le aree produttive per lungo tempo sono state le uniche a configurarsi funzionalmente e
morfologicamente in modo unitario e separato dalla complessità e plurifunzionalità della città. I
caratteri distintivi, e quindi la loro riconoscibilità nel territorio, sono dovuti a modelli morfologici
basati su ampie maglie regolari, di solito del tutto prive di relazioni di misura e di giacitura con i
soprattutto stradale. Anche quando di rango comunale (aree PIP), si tratta di insediamenti non solo
autonomi, ma spesso fuori scala rispetto ai contesti locali.
Nella provincia di Bari negli anni più recenti due fenomeni costituiscono evoluzioni diverse della
specializzazione funzionale e autonomia morfologica prima esclusivamente delle aree produttive.
Da un lato le piattaforme pianificate per usi produttivi tendono a non assumere più i caratteri propri
ve
accolgono nuove funzioni e assumono una fisionomia più mista. Ad esempio, le aree ASI di Bari e
Molfetta, la zona PIP di Casamassima, in misura diversa costruiscono il paesaggio del commercio
revalenza delle attività
artigianali/commerciali e della grande distribuzione.
sima costituisce
residenziali, distributivi, centri commerciali integrati ad attrezzature per il tempo libero. Ne deriva
una semplificazione estrema del sistema insediativo basata sulle funzioni: abitare, produrre,
queste morfologie sono nettamente separate.
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Le zone industriali e le aree per il commercio a Molfetta
nel 1999, nel 2005 e nello schema. Oltre alle dimensioni
del suolo impegnato e edificato (peraltro in pochi anni),
abitato di Molfetta, la scelta localizzativa privilegia la
connessione con le infrastrutture stradali e portuali.
schema; sono visibili, autonome e giustapposte, la città, il
quello al dettaglio e per il tempo libero.
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Le strade mercato
agricolo, lentamente hanno preso forma insediamenti lineari a carattere produttivo, di artigianato di
servizio, di d
Gli insediamenti lineari sono localizzati lungo le strade di collegamento territoriale, provinciali e
statali, indipendentemente dalla presenza di infrastrutture di servizio alla viabilità (complanari,
di insediamento, con evidenti ricadute sul piano della efficienza e della sicurezza.
Il potere attrattivo di talune strade, intensamente utilizzate, garantisce accessibilità e visibilità alle
attrezzature che vi si insediano, spesso in alternativa alle localizzazioni nelle aree pianificate per le
attività produttive. Inoltre il fenomeno è leggibile anche come segno della permanenza e della
continua risignificazione di taluni tracciati storici di collegamento intercomunale.
La osservazione di queste forme insediative può suggerire nuovi modelli insediativi per le attività
produttive e commerciali come quelle descritte, che utilizzino il radicamento nel territorio dei
ulteriore consumo di suolo nel territorio aperto.
La strada mercato tra Modugno e Bitonto nel 1973, nel
2005 e nello schema; gli insediamenti lineari
definiscono la saldatura tra i due centri, talvolta
impegnando anche gli spazi delle lame.
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È possibile sovrapporre alla carta del territorio urbanizzato una prima individuazione della diffusione
estremamente diffuso in Europa e in Italia, analizzate nei suoi aspetti sociali, economici, ambientali,
paesaggistici, nella provincia di Bari comincia ad acquistare consistenza, anche se i territori agrari, e
Tuttavia il fenomeno della diffusione si presenta come variegato in provincia di Bari, in quanto
storico e recente, areale e lineare, pianificato e non. Una diffusione che trova le sue origini storiche
nella progressiva trasformazione del paesaggio rurale in direzione della frammentazione e della
residualità degli aspetti produttivi, per dare spazio ad un uso misto del fondo, trasformato in giardino
produttivo (la Murgia sud barese è in gran parte trasformata in questo senso).
Ma vi è anche una diffusione recente, dovuta alla ricerca di modelli abitativi caratterizzati da
maggiore comfort e isolamento, ai margini delle città o lungo le direttrici di collegamento territoriale,
ma anche alla diffusione delle seconde case, legate a doppio filo allo sfruttamento delle risorse
ambientali, costiere, collinari, ai margini dei boschi.
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Un territorio della diffusione, tra Castellana e Putignano, nel 1973, 2005 e nello schema; in questi territori,
caratterizzati da una storica consuetudine alla dimora rurale stagionale, avviene una progressiva erosione del territorio
agricolo, sempre più insediato
Una descrizione di sintesi
La sommatoria dei fenomeni insediativi recenti appena descritti, se letta insieme alla struttura
insediativa storica e agli aspetti fondamentali del sistema paesistico-ambientale, produce un quadro
che, rispetto alle precedenti descrizioni, denuncia una ulteriore evoluzione e coglie le nuove qualità
della trasformazione. Sono così ricostruibili le linee di tendenza, i nodi critici e le problematiche
emergenti, su cui costruire le scelte di piano.
Ad una visione di assieme quantità e qualità del sistema insediativo rendono tuttora riconoscibile la
tradizionale quadri partizione consolidata, anche se con alcune rimarchevoli differenze, dovute al
consolidar
turale.
Lo spazio provinciale, spesso descritto come formato da una piattaforma calcarea che degrada
dolcemente verso la costa, mantenendo una direzione parallela ad essa, è in realtà ben più articolato,
potendosi notare, anche attraverso la semplice lettu
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la testata ovest della parete murgiana; una seconda, di minore entità, costituita dalla discontinuità tra
infine un sistema di trasversalità minori, costituita dalle lame, conformate dal deflusso delle acque
dalla Murgia al mare.
Il sistema insediativo d
e quantificato al 2005, integrato con le superfici artificiali estratte dal CORINE 1999
Vi è infine il versante bradanico, oltre lo spartiacque murgiano. Il sistema insediativo rappresentato
crinale, disposto lungo le aree pedecollinali e lungo le direttrici principali, prima fra tutte le costa; in
posizione nodale, come nel caso di Bari, tra strutture territoriali differenti.
Eppure, il sistema insediativo rappresentato e quantificato non esaurisce il fenomeno
abile,
che, come una nuvola, copre ampie porzioni di territorio apparentemente rurale, in particolare nelle
aree a sud est della provincia, ma più di recente anche in alcuni territori del nord barese e al di là
ella fossa bradanica.
Occorre dunque avvicinare lo sguardo e tornare a osservare i contesti già definiti in precedenza per
tendenze in atto.
Il contesto
nord barese
interni pedecollinari, relazionati tra loro storicamente attraverso una trama di tracciati dal passo
costante (10- 12km), denuncia la complessificazione della antica corrispondenza binaria tra centro
interno e centro costiero, evidenziando veri e propri reticoli territoriali. Il reticolo territoriale del nord
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barese ha assunto la forma di un anello allungato, appoggiato sulle due strade di grande
comunicazione (la SS 16 e la ex SS 98) parallele alla costa, attraversato longitudinalmente dal fascio
essere i più densi: a nord verso il triangolo Andria-Barletta-Trani, nel nocciolo della futura sesta
provincia, verso sud Bitontoindustriale. Le due arterie di collegamento territoriale parallele alla costa sono divenute matrici di
insediamenti a carattere produttivo, commerciale, per il tempo libero, residenziale in special modo
versali di collegamento intercomunale
carattere residenziale a bassa densità, la seconda a nuclei di servizi per il commercio e la mobilità.
Ciononostante,
oliveti.
Il contesto territoriale del nord-barese
conca barese
caratterizzata in direzione sud e sud-est da una diversa armatura urbana, costruita da un reticolo
ientate secondo le
direttrici n-s e edalle strade radiali di collegamento territoriale tra questi centri e il capoluogo e dagli assi trasversali
che, insieme ai primi costituiscono una trama di isoacessibilità locale scarsamente gerarchizzata, la
cui efficienza è stata rafforzata dalla realizzazione nel corso degli ultimi decenni delle
circonvallazioni ai centri abitati. I comuni appartenenti a questo reticolo, di prima e seconda cintura
intorno a Bari, sono investiti dalle dinamiche insediative legate al decentramento residenziale, già a
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Spazialmente, il ruolo primaziale del capoluogo è definito, oltre che dalla dimensione urbana, anche
dalla sua giacitura quale snodo territoriale di rilevo, demarcando il passaggio tra sistemi insediativi
diversi6. Infatti Bari è solo apparentemente omologa alle altre città lungo la costa adriatica
meridionale; il suo ruolo di snodo te
iungere
-sud; tale direttrice sembra essere lo specchio
fisico delle politiche di sviluppo e accessibilità, che nei decenni scorsi hanno privilegiato il
collegamento con il grande polo industriale, guardano invece alla Puglia meridionale e al Salento
7
.
per la
grande accessibilità che per il successo di quelle politiche industriali, negli ultimi decenni ha
6
A questa condizione di snodo territoriale corrisponde anche, da punto di vista geomorfologico, una analoga condizione
Bari costituisca il terminale al mare del complesso
giacitura degli insediamenti storici mostra una relazione non casuale con il regime delle acque, essendo essi in prossimità,
ma sempre in condizione di sicurezza rispetto al tracciato delle lame.
7
Cfr. Relazione del PTCP Lecce, pubblicata in P. Viganò, Territori della nuova modernità, Electa 2001
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catalizzato una specifica forma di sviluppo insediativo, offrendo sostegno a una ricca varietà di
insediamenti costruiti per quantità discrete e riconoscibili: produttivi, commerciali, per lo svago, per
residenza a bassa densità, come ad esempio nel caso di Casamassima.
Diverso è il caso della direttrice murgiana verso Altamura e Matera. Qui, nelle aree più vicine al
capoluogo e a partire dalla grande area ASI incuneata nei territori di Bari e Modugno, gli
insediamenti produttivi e commerciali tendono a costruire strade mercato, caratterizzate da spessore e
continuità propri degli insediamenti lineari; anche in questo caso i comuni disposti lungo questa
direttrice hanno costituito, in fasi successive, serbatoi residenziali del capoluogo, prima a Modugno,
ora in fase di decremento, e successivamente a Palo. Il tracciato della SS 96, ancor prima di
raggiungere il gradone murgiano, perde il ruolo di matrice di insediamento e acquista un ruolo di
pura connessione territoriale, per poi tornare a supportare le dinamiche insediative in prossimità di
comportamenti insediativi profondamente diversi, che evidenziano una strutturale asimmetria del
ne hanno rafforzato le differenze, la stessa forma della città di Bari riproduce in ambito locale le
articolazioni spaziali del territorio in cui essa è inserita: ad ovest il sistema dei luoghi della
produzione e le grandi infrastrutture e impianti per la mobilità; ad est e sud est, il sistema dei luoghi
one con i
continuum della città, altro non sono se non le ultime appendici, ormai urbane, dei grandi territori
aperti della provincia.
Il territorio della costa e della Murgia sud-est della provincia si caratterizza per diversa articolazione
comunale, per cui al centro capoluogo si affiancano frazioni, contrade, insedianti periurbani e rurali
dispersi, la cui origine storica è riconducibile per la maggior parte dei casi alla tradizione e necessità
di presidiare una agricoltura più frammentata.
Mentre gli insediamenti costieri mostrano ancora una volta la tendenza alla saturazione per via della
pressione turistica, le aree interne, a monte della falesia che costituisce il primo gradone della
Murgia, vedono un progressivo manifestarsi del fenomeno della dispersione, che raggiunge la sua
configurazione più evi
Brindisi e Taranto.
Gli anni più recenti vedono un incremento ulteriore del fenomeno, sempre più riconvertito ad un uso
turistico, ormai quasi del tutto svincolato dal legame con la produzione agricola e su proprietà
sempre più parcellizzate8.
La grande valenza paesaggistica mostra segni di degrado dovuti da un uso sempre più intensivo della
campagna insediata.
8
New territories,
Officina, 2004. La ricerca individua in5.000 mq la dimensione media fondiaria.
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Il contesto territoriale della costa e della Murgia sud-est
Il sistema insediativo nelle aree interne murgiane e in particolare nella c.d alta Murgia, mostra una
rarefazione notevole rispetto ai contesti già descritti, ad eccezione del sistema Altamura-Gravina; gli
ema
declino di popolazione.
In sintesi, le trasformazioni descritte registrano la tendenza alla saldatura tra centri legati da comuni
dinamiche insediative, siano esse di carattere produttivo/infrastrutturale e residenziale che finalizzate
allo sfruttamento delle risorse ambientali, in particolare quelle costiere. Si rilevano anche i primi
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mosaico negli spazi aperti dei sistemi urbani, se privi di un coordinamento, minacciano da un lato
orio rurale.
La tendenza alla congestione dei sistemi urbani è speculare al declino di quelli interni e scarsamente
policentrismo che caratterizza il sistema insediativo provinciale. Nelle aree del sud-est i fenomeni di
progressiva trasformazione del paesaggio rurale verso forme di diffusione insediativa andrebbe
comparato alla capacità del sistema ambientale di sopportarne il carico.
Il contesto territoriale del
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2.4.3 I1 sistema delle funzioni sovralocali
Obiettivi e metodo di lavoro
Uno dei contenuti specifici del piano territoriale di coordinamento è, in campo insediativo, il governo
delle sovracomunalità, ovvero delle funzioni che per loro natura, prestazioni erogate e bacino di
utenza, sono di evidente carattere sovralocale e pertanto da organizzare come prodotto di un
coordinamento territoriale, in applicazione del principio della sussidiarietà. Il quadro conoscitivo,
pertanto, muove da una ricognizione delle funzioni di rango elevato e delle sovracomunalità, con
particolare riferimento alle attrezzature erogatrici di servizi, soprattutto di interesse pubblico; esse
nferisce ai comuni che le ospitano un rilievo
di natura sovralocale diversamente graduato in funzione del loro numero e articolazione. La
rilevazione delle sovracomunalità è stata articolata in due macro-temi: il primo riferito alla dotazione
di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico, nelle relative articolazioni funzionali; il secondo al
complesso delle funzioni di carattere produttivo, nella molteplice accezione in cui le attività
produttive sono ad oggi intese. Eppure è facile rilevare come spesso alcune categorie della prima area
avanzati), sia a causa della attuale labilità di confine che contraddistingue ormai il sistema delle
attrezzature produttive di servizi, che, ancorché non pubbliche, erogano servizi di interesse pubblico;
famiglie di atività molto diverse e rivolte a famiglie e imprese. Le distinzioni utilizzate sono
strumentali a una prima classificazione delle attività, ma sucettibili di letture trasversali e integrate. In
questa sede sono state utilizzate anche per facilitare il confronto con gli strumenti di pianificazione
comunale, visto che la normativa urbanistica ha storicamente comportato una distinzione tra funzioni
e tra servizi pubblici e privati, distinzione ormai in via di superamento.
oggetto le seguenti categorie:
Sistema delle attrezzature di interesse sovralocale
Sistema scolastico e formativo: in questo caso si è fatto particolare riferimento alle tipologie
scuole, distinguendo istituti professionali, tecnici, licei (sebbene ciascuna di queste categorie sia
enza se
rilevato almeno un istituto per ciascuna categoria, e rappresentando in modo differenziato le sedi
succursali (fonte: dati Provveditorato agli Studi, 2006);
Sistema sanitario: è stata classificata e localizzata la presenza delle strutture sanitarie, per
tipologie di presidi e per caratteristiche costitutive: poliambulatori (articolati per numero di
specializzazioni) ospedali pubblici e case di cura private (per numero di posti letto), istituti di
ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS); è stata inoltre indicato il perimetro delle AUSL,
sebbene in fase di totale riordino (fonti: siti Ministero della Salute e AUSL, 2005);
Sistema socio/assistenziale, sono stati individuati e localizzati le Case di riposo, i Ser.T, i Centri
di salute mentale e i Consultori (fonte: siti Ministero degli Interni, AUSL, anno 2005);
Sistema culturale e sportivo: sono stati considerati i musei, i cinema (articolati in base al numero
delle sale), i teatri pubblici e privati, le biblioteche di rango sovralocale (escludendo quindi dal
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federate CONI, sempre in omaggio al principio della selezione delle dotazioni di rango
sovralocale (fonti: siti internet, CONI, 2006);
Sistema universitario e della ricerca: sono state rilevate le sedi universitarie, articolate per
numero di studenti e per ateneo di appartenenza, gli istituti per la formazione superiore
(Accademie e Conservatori) e gli Istituti di Ricerca pubblici e privati riconosciuti dal Ministero
della Pubblica Istruzione, dell'Università e della Ricerca (fonti: MIUR, Portale della Ricerca
Italiana);
Pubblica amministrazione: sono state localizzate le sedi delle amministrazioni decentrate dello
Stato, della Regione, della Provincia, distinguendo il rango degli uffici (se di bacino regionale,
provinciale o locale) (fonti: siti internet dei Ministeri e degli Enti territoriali e locali);
Centri congressi, espositivi, fieristici: le strutture congressuali, quasi sempre annesse a quelle
alberghiere, sono state segnalate laddove superano i 500 posti; quelle espositive e fieristiche se
permanentemente adibite a tale scopo (fonti: Assessorato regionale al turismo, Annuario
regionale 2005, siti Internet, 2006).
Sistema produttivo
Aree produttive: sono state articolate nelle categorie dei Consorzi Industriali, così come esistenti
e programmate, delle zone produttive di interesse comunale, rivenienti dalla mappatura delle
zone D dei piani regolatori in vigore, con la indicazione del censimento delle aree a rischio di
mappatura dei PRG, 2005);
Media e grande distribuzione commerciale, articolata nelle categorie dei grandi magazzini,
ipermercati, medie e grandi strutture di vendita no food, cash and carry, centri commerciali
spiccatamente locale; sono stati inoltre aggiunte, sulla base della conoscenza diretta, le grandi
strutture annonarie del mercato ortofrutticolo e floristico presenti nella provincia (fonti: Banca
dati Infocommercio, dicembre 2006, rilevazione diretta);
Ricettività turistica: le singole strutture afferenti alle numerose tipologie di ricettività sono state
georiferite e articolate in: alberghi, distinti in base alla categorie e al numero dei posti letto;
appartamenti per vacanze, agriturismo e bed and breakfast (per i quali le norme regionali
individuano la dimensione massima), villaggi e camping, suddivisi per capienza; infine sono stati
analizzati i dati dei flussi, italiani e stranieri e della permanenza media, della ricettività totale per
comune (fonti: Assessorato regionale al turismo, Annuario regionale 2005).
Osservazioni sulle attrezzature sovra comunali.
univocità delle classificazioni, è necessario effettuare alcune precisazioni. Anzitutto occorre precisare
che, per evidenti impossibilità nel reperimento informazioni mirate e verificabili, le rilevazioni
ture e non sulla natura e la
qualità dei servizi prestati (ad esempio, è stata registrata la presenza di una linea ferroviaria, che
dalla infrastruttura; analogamente la presenza di un presidio sanitario prescinde dalla efficienza e
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qualità dei servizi offerti). Tale livello di analisi, che potrebbe essere approfondita nel corso del
tempo incrociando i dati infrastrutturali con quelli gestionali, però fornisce utili elementi sul
patrimonio potenziale della provincia, la cui esistenza è una prima condizione necessaria per
qualsiasi politica di gestione.
Osservando analiticamente il sistema delle attrezzature emergono alcuni dati caratteristici:
- nel caso de
omogeneamente diffusa non solo in tutti i comuni, ma anche in tutte le frazioni (sia pur in forma
di succursali), la dotazione di scuole medie superiori è completa di tutte le categorie
(professionali, tecniche, licei) nei comuni del nord barese, e nei centri di Acquaviva, Altamura,
Monopoli; appare buona nel sud est barese e in alcuni comuni della cintura barese (Bitetto,
ea della periferia barese (comuni della prima e
seconda cintura), privi di dotazioni superiori; considerata la crescita demografica e fisica di
questi comuni, questi centri appaiono periferie residenziali, abitate spesso da famiglie giovani
espulse dal capoluogo per le condizioni del mercato abitativo e/o per la ricerca di standard
- il sistema sanitario appare decisamente più polarizzato su Bari (godendo della presenza
a ospedaliera del Policlinico, oltre che delle rilevanti strutture ospedaliere AUSL) e
sul polo di Acquaviva; analoga polarizzazione è rilevabile per le strutture riabilitative,
coinvolgendo anche il comune di Cassano; è diffusa la presenza di ospedali di dimensione
minore nel nord barese e nei centri di media dimensione del sud e de l sud est; i presidi sanitari
di base sono distribuiti in tutti i centri; - il sistema socio-assistenziale appare in sostanza diffuso
e sostanzialmente dipendente dalla dimensione comunale, a meno di alcune specifiche situazioni
di offerta di strutture assistenziali dovute alle caratteristiche locali;
frammentazione delle informazioni e alla conseguente scelta di selezionarne le fonti), allo stato
ta del
capoluogo, ricca per numero e assortimento di tipologie di servizi; ancora una volta si evidenzia
la ricchezza complessiva del patrimonio di attrezzature del nord barese; quella del sud est,
caratterizzata per ciascun comune dalla compresenza di varie tipologie di strutture,;i potenziali
poli museali di Gravina, Altamura e Gioia;
- il sistema universitario e della ricerca è decisamente polarizzato sul capoluogo, con la presenza
dei due atenei e di numerosi centri di ricerca pubblici e privati; è rilevabile però con chiarezza un
addensamento di luoghi della ricerca lungo la SS.100, nei pressi di Valenzano, che ospita
strutture eterogenee, suscettibili però di processi di integrazione e consolidamento;
- nel caso della pubblica amministrazione, dandone per scontata la cospicua presenza nel
capoluogo regionale, appare utile segnalare i processi di decentramento in ambito provinciale; in
questo caso i centri di bordo provinciale erogano accolgono ed erogano servizi della pubblica
amministrazione, costituendo vere e proprie polarità nei casi di Altamura, Gioia, Monopoli,
sistemi di polarità nel caso del triangolo Barletta, Andria Trani, cui partecipano, in misura
minore, gli altri comuni del nord barese;
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- nel caso dei centri congressi, espositivi, fieristici, oltre la consolidata presenza della Fiera del
Levante, la rilevazione denuncia la carenza di rilevanti strutture espositive e di centri congressi;
quelli censiti sono infatti soprattutto delle sale congressi, e non sedi autonome e attrezzate; tali
strutture costituiscono delle dotazioni dei servizi alberghieri, qui selezionate e classificate sulla
base della capienza e del numero di sale.
Trasversalmente è stata effettuata una ricognizione delle dotazioni della mobilità e logistica, in
particolare dei nodi infrastrutturali, necessaria per valutare la dotazione infrastrutturale e la
accessibilità dei centri urbani. Inoltre, alla lettura per categorie funzionali di sovracomunalità si è
ritenuto utile affiancarne una seconda, finalizzata a rappresentare in sintesi i nodi specializzati: essi,
in coerenza con quanto definito nella bozza del DRAG-Indirizzi, criteri e orientamenti per la
formazione dei PUG, sono stati
numero elevato di persone e di merci e da un bacino d'utenza di carattere sovracomunale, tali da
comportare un forte impatto sui sistemi territoriali della mobilità e conseguentemente sul sistema
e ai fini delle
scelte del PTCP in campo ambientale, infrastrutturale e insediativo.
Osservazioni sui sistemi produttivi
In merito al sistema delle aree produttive si evidenzia una concentrazione delle aree industriali ASI
in due poli territoriali (Bari-Modugno, per una superficie di c.a 1500, e Molfetta, di c.a 400 ha),
contrapposta alla diffusività delle aree produttive di carattere comunale, spesso localizzate in
condizione di buona accessibilità, tra le periferie urbane e le strade di grande comunicazione, anche
se talvolta indipendentemente dal grado di attrezzamento di tali infrastrutture. Giova notare che sia
per i consorzi industriali che per le aree produttive comunali appare del tutto secondaria
infrastrutture portuali in realizzazione a Molfetta. Come evidenziato dalla Banca Dati SIFLI, è già
approvata una terza area produttiva di rilevanti dimensione (c.a 800 ha) mentre sono allo studio altre
tre aree, nella cintura barese e a Monopoli.
Dati significativi sullo stato di attuazione dei Piani per Insediamenti Produttivi (PIP) potranno
provenire a dai risultati della ricerca Finpuglia, di prossima pubblicazione, che consentiranno di poter
ricostruire un quadro attendibile della disponibilità di superfici per attività produttive pianificate nelle
provincia. Tuttavia, come già notato a proposito delle forme insediative, il sistema produttivo
rappresentato non è tutto il sistema produttivo presente nella provincia di Bari: esiste, al pari di quello
residenziale, un sistema produttivo diffuso , che ha preso forma e consistenza nel corso degli anni
la localizzazione di attività produttive al di fuori delle aree pianificate a tale scopo. Infine, la
mappatura delle 19 aree a rischio di incidente rilevante, evidenzia come quasi tutte queste aree siano
nei centri urbani, con una particolare concentrazione a
-ovest del
capoluogo.
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Rigenerazione degli insediamenti umani
La grande distribuzione commerciale è un fenomeno relativamente recente, ma dalle dinamiche di
sviluppo velocissime e dense di ricadute territoriali. La mappatura delle medie e grandi superfici di
vendita, effettuata sulla base della Banca Dati Infocommercio, potrà essere integrata con dati
dimensionali ancora non raccolti, attraverso il coinvolgimento degli uffici regionali e comunali. La
distribuzione nella provincia evidenzia, oltre i principali centri commerciali fuori provincia (a Fasano
distribuzione delle grandi strutture di vendita nei centri maggiori del nord barese. Le tipologie
casi di Bari e Barletta), suburbane (ovvero ai margini della città, tra il tessuto consolidato e le
direttrici della grande accessibilità, come a Bari, Andria), del tutto estranee ai contesti urbani, in aree
produttive e comunque in prossimità dei grandi nodi infrastrutturali (Casamassima, Molfetta). La
presenza di molte strutt
riconversione in atto delle aree industriali, che progressivamente si trasformano da luoghi della
produzione a luoghi del commercio, e spesso anche del tempo libero; ciò pone la necessità di
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Rigenerazione degli insediamenti umani
Media e grande distribuzione commerciale in Provincia di Bari (fonte dati: Infocommercio, 2006).
Il sistema della ricettività turistica è particolarmente significativo delle tendenze in atto in un campo
ritenuto strategico per le politiche di sviluppo: oltre al nodo di Bari, su cui si concentra un elevato
numero di strutture ricettive di livello medio/alto e che, viste le permanenze medie, sono ascrivibili al
turismo
specificità territoriali emergenti. Giova segnalare che in questo particolare caso si è ritenuto
opportuno georeferenziare con precisione ogni singola attrezzatura (piuttosto che collocarla
paesaggistiche, fatta non
anche dai bed & breakfast (in particolare nella Murgia sud orientale, quasi tutti fuori dai centri
urbani). Emerge inoltre il turismo balneare costiero, comprovato anche dalla permanenza media nei
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dal culto nicolaiano nel capoluogo.
Flussi turistici, arrivi italiani e stranieri (fonte: PTCP Bari).
Flussi turistici, permanenza media e ricettività totale (fonte: PTCP Bari).
Gerarchie urbane
Le osservazioni specifiche emergenti dalle singole dotazioni territoriali non sono apparse sufficienti a
effettuare una lettura di
sintesi delle sovracomunalità, basata sulla applicazione di una relazione binaria (1=presenza,
0=assenza) delle singole classi di attrezzature. Con il medesimo criterio si è aggiunta la presenza di
riale (stazioni e caselli autostradali). In tale modo ne deriva una
gerarchia tra centri nella erogazione dei servizi di rango sovracomunale, che, sebbene basata su un
criterio elementare, fornisce una prima lettura di ordine dei comuni della provincia; i cui risultati
emergono con chiarezza alcuni centri erogatori di sovracomunalità con caratteristiche di giacitura
analoghe: nel nord barese il consolidato triangolo dei capoluoghi della provincia BAT e la città di
Molfetta; lungo la costa sud, la città di Monopoli; lungo la SS 96, la città di Altamura; lungo la SS
100 la città di Gioia del Colle. Si tratta dei centri più distanti dal capoluogo, ai confini della provincia
e lungo le principali infrastrutture di connessione territoriale, ferroviarie e stradali. La stessa città di
Molfetta, nella prospettiva della costituzione della sesta provincia, assumerà un ruolo analogo a
quello degli altri comuni di bordo provinciale. Pur non essendo di dimensioni simili, ma anzi di classi
demografiche diverse (Gioia ha solo 27000 ab, Monopoli quasi 50000 e Altamura 70000) essi
costituiscono delle polarità per i territori circostanti. In particolare, ciò che rende questi centri più
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dotati di sovracomunalità rispetto agli altri sono le strutture amministrative e, in taluni casi, la
maggiore accessibilità. Ancora con evidenza risulta necessaria una lettura specifica del fenomeno
nord-barese, viste anche le dinamiche in atto in
urbana rilevata in campo demografico e alla omogeneità dello sviluppo, si accompagna una dotazione
rilevante di sovracomunalità caratterizzate dalla complementarietà e integrazione funzionale,
soprattutto n
piccoli e medi centri della prima e della seconda cintura, a meno di alcune eccezioni, con evidenza
assume il ruolo di una vera e propria periferia urbana del capoluogo, un serbatoio di residenza i cui
abitanti gravitano sul capoluogo per la quasi totalità dei servizi sovracomunali.
Presenza di servizi di rango sovralocale per Comune (fonte: PTCP Bari).
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Prima individuazione delle gerarchie urbane, basata sulla presenza di servizi di rango sovralocale e della accessibilità
(fonte: PTCP Bari).
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Rigenerazione degli insediamenti umani
2.5 Le analisi di contesto
una morfologia in prevalenza piana, ed è situato alle falde nord-orientali delle Murge.
o dolomitica e di unità a prevalente componente arenitica, interrotta da tratti longitudinali in
direzione nord-sud di depositi sciolti a prevalente componente pelitica, sottofondo delle lame che
dalle Murge raggiungono la costa in corrispondenza del capoluogo. Il territorio è inoltre classificato
con grado di sismicità basso.
Allo scopo di rappresentare dettagliatamente il contesto in cui il PIST dovrà svilupparsi, si ritiene
definisce un sintetico quadro conoscitivo dei singoli Comuni promotori, illustrando in tal modo la
situazione demografica, le condizioni sociali, economiche e culturali
, sulla base
banche dati esplicitate nel precedente paragrafo 2.1.
2.5.1 Gli abitanti: dinamiche demografiche locali
Il Comune di Adelfia si estende su una superficie territoriale di 29,73 Kmq, ed ha una densità
abitativa di 572 abitanti/Kmq. La popolazione residente al 1 gennaio 2006 (pari a 17.020 abitanti di
Terra di Bari.
Dal 1993 al 2006, ha registrato un sufficiente incremento di popolazione (+11,6%) ed ha
sperimentato un trend positivo ma calante fino al 2000 (-0,26) ed una variazione positiva ed in
continua crescita a partire dal 2002.
Il Comune di Bitetto si estende su una superficie territoriale di 33,57 Kmq ed ha una densità abitativa
di 318 abitanti/Kmq. La popolazione residente al 1 gennaio 2006 è di 10.632 abitanti di cui il
50,2% è di sesso femminile e rappresenta
di Bari.
Dal 1993 al 2006, ha registrato un sufficiente incremento di popolazione (+12,2%) ed ha
sperimentato una variazione annua positiva ma calante fino al 1996 (-0,15%) ed un successivo trend
di incremento di popolazione che si è protratto fino al 2006.
Il Comune di Bitritto si estende su una superficie territoriale di 17,65 Kmq, ed ha una densità
abitativa di 590 abitanti/Kmq. La popolazione residente al 1 gennaio 2006 è di 10.406 abitanti di
cui il 50,4% è di sesso femminile
Terra di Bari.
Dal 1993 al 2006, ha registrato un sufficiente incremento di popolazione (+14,7%) ed ha
sperimentato un trend positivo ed altalenante fino al 1999 ed un incremento positivo e continuo negli
anni successivi.
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Ambito territoriale
Anziani per bambino
Indice di vecchiaia
Indice di dipendenza
Adelfia
2,29
83,36
47,69
Bitetto
1,96
80,55
46,28
Bitritto
1,48
59,25
44,22
PIST
1,91
74,38
46,06
Provincia Bari
2,31
87,26
47,17
Regione Puglia
2,57
95,23
48,36
ineamento dei valori registrati ad Adelfia rispetto alla
Provincia ed uno stato intermedio a Bitetto; che determinano complessivamente un indice di
vecchiaia per il contesto del PIST (74,38) di poco minore del valore provinciale (87,26) e
significativamente più basso rispetto a quello regionale (95,23).
ISTAT aggiornati al 31.12.2011 sono abitati da una popolazione totale di 39.904.
La popolazion
Puglia e per certi aspetti originatosi in età medievale, è concentrata nei centri urbani, con percentuali
tterizzate dalla presenza di
edilizia isolata.
Il bilancio demografico relativo al 2011 presenta sostanziali differenze tra i centri in esame: il
Comune di Adelfia, seppure di estensione intermedia tra quella di Bitritto e quella di Bitetto, ospita il
mag
rispetto agli altri due Comuni, registra il minor numero di abitanti. Tale dinamica evolutiva può
essere giustificata se si considera la progressiva attrazio
Adelfia e Bitetto tendono ad essere progressivamente inglobati: tale attrazione si sostanzia con
i limitrofi, che hanno trovato in
questi paesi condizioni abitative più convenienti, maggiori servizi ed attrezzature.
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BILANCIO DEMOGRAFICO
Comune di Adelfia
Comune di Bitetto
Comune di Bitritto
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
8462
8802
17264
5773
5790
11563
5334
5429
10763
Nati
78
76
154
75
69
144
55
47
102
Morti
64
65
129
44
36
80
46
41
87
Saldo Naturale
14
11
25
31
33
64
9
6
15
200
187
387
154
158
312
149
158
307
21
44
65
31
14
45
28
37
65
0
0
0
0
0
0
2
1
3
200
208
408
134
113
247
121
120
241
6
3
9
2
6
8
7
6
13
12
6
18
5
7
12
11
7
18
3
14
17
44
46
90
40
63
103
8475
8812
17287
5842
5869
11711
5380
5487
10867
Popolazione residente in convivenza
4
15
19
6
0
6
3
11
14
Unità in più/meno dovute a variazioni
territoriali
0
0
0
0
0
0
0
0
0
8479
8827
17306
5848
5869
11717
5383
5498
10881
Popolazione residente al 01.01.2011
Iscritti da altri comuni
Iscritti dall'estero
Altri iscritti
Cancellati per altri comuni
Cancellati per l'estero
Altri cancellati
Saldo Migratorio e per altri motivi
Popolazione residente in famiglia
Popolazione al 31.12.2011
Numero di Famiglie
Numero di Convivenze
Numero medio di componenti per
famiglia
6111
4165
3887
5
1
2
2.83
2.81
2.8
Totale
2.5.2 Gli abitanti: dinamiche socio-economiche locali (dati tratti dal PS MTB)
Il Comune di Adelfia nel 2004 ha prodotto un valore aggiunto totale pari a poco meno di 100 milioni
di euro. Circa i tre quarti del valore aggiunto totale si devono al terziario, mentre il restante quarto
proviene principalmente dal settore industriale (20%) ed in piccola percentuale dal comparto agricolo
(6,4%).
Il comune di Adelfia al 2005 presenta una forza lavoro totale pari a poco più di 6.282 persone, con un
tasso di attività del 45,1% ed un tasso di disoccupazione del 15,8%.
Gli occupati presenti nel comune di Adelfia nel 2005 rappresentano il 23,4% della popolazione totale
residente. Dei circa 4.000 occupati in totale, quasi 3.000 risultano occupati nel settore terziario
mentre i restanti si dividono fra settore industriale (circa 600) e terziario (circa 400).
Esiste una forte presenza di Imprese Artigiane a conduzione familiare nel settore delle costruzioni e
sullo sfruttamento agricolo del territorio.
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Inquadrament
su Cartografia IGM, scala 1:250.000.
Schematizzazione dei tre centri urbani e delle principali interconnessioni su gomma (SP67 e SP21)
su Carta Tecnica Regionale (fonte: SIT Puglia).
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In part
sviluppo delle attività commerciali e di quelle industriali per l'imballaggio; un ruolo di rilevo ha
anche la produzione di vino primitivo di alta gradazione (secco-dolce) che non viene imbottigliato
ma venduto sfuso da produttori privati; non è presente la grande distribuzione; non è presente una
vocazione turistica; le attività commerciali sono prevalentemente a conduzione familiare.
Il comune di Bitetto nel 2004 ha prodotto un valore aggiunto totale pari a poco meno di 59 milioni di
rilevante tanto
da far collocare Bitetto al nono posto fra i comuni di Terra di Bari.
Il comune di Bitetto al 2005 presenta una forza lavoro totale pari a 3.723 persone, con un tasso di
attività del 43,2% ed un tasso di disoccupazione del 12,6%.
Gli occupati presenti nel comune di Bitetto nel 2005 rappresentano quasi il 17% della popolazione
totale residente. Come per gli altri comuni, la stragrande maggioranza di essi risulta impiegata nel
terziario, tuttavia si registrano quote di occupati molto signif
Il comune di Bitritto nel 2004 ha prodotto un valore aggiunto totale pari a circa 107 milioni di euro.
fra i comuni più terziarizzati di Terra di Bari. La dominanza del terziario comporta deboli incidenze
al 2005 presenta una forza lavoro totale pari a 4.231 persone, con un tasso di attività del 50,3% ed un
tasso di disoccupazione del 15,3%.
Gli occupati presenti nel comune di Bitritto nel 2005 rappresentano il 23,5% della popolazione totale
residente. Di essi, più del 70% risultano occupati nel settore terziario, coerentemente con il peso
rilevante che tale settore ha in termini di valor
Appare, tuttavia, piuttosto rilevante anche la quota di occupazione nel settore manifatturiero (22,6%).
È
rodotti di nicchia di ottima qualità, ma in quantità limitate: olio
(D.O.P. Olio di Bitonto) lavorato nei frantoi locali (uno sociale e due privati), pomodori, ortaggi,
agrumi e uva;
due grosse aziende
nazionali ed alcune più piccole locali) di lavorazione e commercializzazione di frutta secca (materie
prime importate dalla Grecia e dalla Turchia).
Ambito territoriale
Tasso di attività
Tasso di occupazione
Tasso di
disoccupazione
Adelfia
45,1
37,9
15,8
Bitetto
43,2
37,7
12,6
Bitritto
50,3
42,6
15,3
PIST
46,2
39,4
14,5
MTB
43,7
-
13,8
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BITRITTO
BITETTO
ADELFIA
Uso del Suolo n
SIT Puglia).
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2.5.3 Territorio e paesaggio
Da un punto di vista morfologico il territorio di Adelfia s inserisce nella conformazione tipica della
pre-Murgia; la superficie si presenta principalmente pianeggiante, con quote che tendono ad
innalzarsi leggermente man mano che si procede da nord verso sud, variando tra i 109 e i 231 m.
s.l.m.
Esso è coperto quasi interamente da coltivazioni a vigneti di uva da tavola.
La maggior parte del centro abitato del comune di Adelfia poggia su terreni affioranti formati da
depositi calcarenitici conosciuti come "Tufi delle Murge".
Il territorio di Adelfia è, inoltre, solcato da quattro lame principali, a sviluppo più o meno rettilineo in
direzione nordS.Leo I due centri di Montrone e Canneto sono separati tra loro dal Torrente Montrone, affluente di monte
del Torrente Valenzano, che ad oggi si presenta come area degradata e di marginalità del tessuto
urbano della città.
centro mercatale con aree a verde attrezzate (piste ciclabili, parco giochi per bambini, aree sportive e
attrezzature per piccolo ristoro) e aree da adibire a parcheggio, in posizione intermedia tra i due centri
storici di Canneto e Montrone. Per fare questo è previsto un attraversamento del Torrente.
Il territorio del Comune di Bitetto è lambito a Nord dal ramo principale di lama Lamasinata.
Il paesaggio agrario è costituito prevalentemente da coltivazioni di olivo, la cui estensione è stimata
Termite .
In zone marginali possiamo trovare alcune aree destinate a seminativo non irriguo, soprattutto in
il carattere del territorio.
Il casello autostradale più vicino a Bitetto è Bari Nord, che dista 8,5 km e 10 minuti dalla città; nel
centro abitato vi è la stazione delle Ferrovie dello Stato.
Il sistema su ferro che connette la città al capoluogo adopera la stazione delle Ferrovie dello Stato.
Il paesaggio agrario storico di Bitritto
go regionale: Bitritto è,
infatti, situata in prossimità del collegamento autostradale con la direttrice Bologna-Taranto (casello
di Bari Sud), nonché al termine della direttrice interna che va da Sannicandro fino a Matera (SP 236,
ex SS 271).
Il casello autostradale più vicino a Bitritto è Bari Sud, che dista 3 km e 3 minuti dalla città.
La stazione delle Ferrovie dello Stato più vicina è quella di Bitetto, a 7,5 km e 9 minuti.
iede 19 minuti; quello per
collegamento su ferro col capoluogo.
Bitritto non ha trasporto pubblico urbano; non ci sono zone a traffico limitato né parcheggi a
pagamento.
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2.5.4 La città storica
Il Comune di Adelfia
Montrone, che per volontà "popolare" e giusto Regio Decreto del 29.09.1927 si costituirono come
unico comune. Questa singolare evoluzione ha lasciato tracce profonde non solo nel tessuto
identitario del comune, ma anche nelle testimonianze storiche e architettoniche e nella morfologia
lama. Ognuno dei due antichi centri aveva, infatti, costruito i propri palazzi nobiliari, la propria sede
amministrativa, le proprie chiese e aveva proprie tradizioni religiose.
Il nucleo antico presenta oggi notevoli emergenze architettoniche quali il Castello Marchesale, la
Torre Normanna, la Chiesa Madre, la Chiesa Matrice, la chiesa Maria SS. della Stella, la Casina Don
Cataldo o Casina di Monsignore.
Il patrimonio architettonico e artistico-culturale dell'attuale Adelfia può vantare una singolare
"duplicità"; a cominciare dall'esistenza di due diversi centri storici, sorti vicini e svilupparsi nel
medesimo periodo (attorno all'anno Mille), ma rimasti, fino agli inizi del nostro secolo, entità
separate, ciascuno con propri palazzi nobiliari, con propria sede amministrativa, con proprie
tradizioni religiose, con proprie chiese e Santi protettori.
Le principali testimonianze storico/architettoniche sono costituite dal Castello Marchesale, dalla
Torre Normanna e dalla Chiesa Matrice.
Bitetto
fortificate di epoca medioevale, con un edificato compatto, una rete stradale fitta e tortuosa, tanto da
corrispondenza degli edifici di maggiore importanza; è questo il caso della piazza antistante la
Cattedrale dedicata al culto micaelico, molto diffuso in questi territori, e da cui trae il nome.
Della originaria cinta muraria restano poche tracce fra queste Porta barese, situata in corrispondenza
della via che da Bitetto conduceva a Bari, lungo questa via erano disposte delle cisterne sotterranee
per la raccolta delle acque meteoriche, dalla presenza di tali manufatti deriva il nome di Porta
Piscina.
tono un certo
interesse ed in particolare:
Porta Piscina;
il Palazzo Baronale;
la Cattedrale;
il Convento;
la chiesa di San Rocco;
la chiesa di San Domenico;
la chiesa di San Giuseppe;
la chiesa di S. Maria La Vetrana;
la Cappella Benedetta;
il convento del Beato Giacomo.
Il 26 aprile, di pomeriggio, viene celebrata la prima processione che conduce il ritratto del Beato
Giacomo dal Convento fino in piazza.
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Una delle parti più pregevoli del centro storico di Bitritto, dal punto di vista storico-architettonico, è
racchiusa far le vie Bonghi, Balenzano, Settembrini e piazza Moro; qui il tessuto è delimitato da una
cortina edilizia pressoché rettilinea in direzione nord e curvilinea per il restante sviluppo, in cui
confluiscono i rari sbocchi dei vicoli di accesso, dove la viabilità si fa più ampia.
Nella fascia più settentrionale del tessuto storico, fra le vie Bonghi, piazza Leone, via Guglielmi e via
Balenzano, si legge una distribuzione ad isolati paralleli lungo la direttrice est-ovest. Qui sono situati
gli edifici più antichi del centro storico, risalenti cioè al periodo fra il XI e il XV secolo; fra gli altri,
di maggiore rilievo è un esempio tipologico di casa-torre.
Caposaldi del tessuto storico sono alcuni elementi della fortificazione (un tratto della cortina muraria
e un baluardo circolare) e il castello, di origine normanna (1087angioina e più volte rimaneggiato nel corso dei secoli; restaurato nel 1985, oggi è sede del Comune.
Numerose sono le chiese, tra cui la più
attorno alla quale sorse il primo insediamento di Bitritto. La chiesa venne realizzata a cavallo tra il XI
e il XII sec..
Vivide tradizioni popolari fanno di questo "paese dei nocellai" una singolarità nella provincia di Bari.
la probabile fondazione della città in epoca tardo-romana.
2.5.5 Il walfare
Adelfia ha attivato il Piano Sociale di Zona insieme a Capurso, Cellamare, Valenzano e Triggiano
così nominate:
1. Responsabilità familiari;
2. Minori;
3. Anziani;
4. Disabili;
5. Dipendenze;
6. Salute Mentale;
7. Contrasto alla povertà.
L'attivazione del processo di definizione del Piano di Zona del distretto n.5 A.U.S.L. BA/4, ha fatto
emergere necessità di interventi strutturali nel "Welfare" locale, anche se le politiche sociali del
territorio non sono agli albori del sistema, in quanto, seppur con forti disuguaglianze, disomogeneità
e differenze, i Comuni hanno cercato di dare risposte ai servizi di sostegno alle famiglie e ai cittadini
in difficoltà, ai programmi su aree di disagio acuto e per segmenti di popolazione, a collaborazioni
con le Istituzioni ed a convenzioni con il privato sociale. La popolazione minorile è maggiormente
presente nel Comune di Cellamare, mentre quella anziana è più consistente nei Comuni di Adelfia e
Triggiano. Anche qui si riscontra il medesimo problema irrisolto di co-gestione dei servizi con il
Comune di Bari data la vicinanza geografica tra Comuni e capoluogo.
, infatti, lo scotto di un rapporto abnorme tra la città e la sua area metropolitana che
assorbe risorse
rigettando sullo stesso tutte le problematiche e le
esigenze sociali. Il continuo flusso migratorio dalla città verso i cinque Comuni ha provocato
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Rigenerazione degli insediamenti umani
fenomeni di massificazione e di scollamento sociale, con compromissione della identità
socioculturale di ciascuna realtà comunale. ("quasi paesi-quasi città").
La tendenza delle famiglie interessate è quella di continuare a mantenere i propri rapporti di vita nella
città d'origine, vivendo il paese solo come dormitorio e luogo di interessi marginali. Forte, quindi, la
necessità di operare per la loro integrazione sociale in considerazione del rilevante aumento di
situazioni di rischio che li coinvolge. Sino ad oggi non sempre è stato possibile garantire interventi
qualificati di prevenzione, a causa della mancanza sul territorio di azioni finalizzate a questo
obiettivo.
Le due aree (Famiglia e Minori) sono trattate congiuntamente alla luce delle forti connessioni che si
rilevano tra le stesse, sia per la programmazione, sia per la realizzazione dei servizi e degli
interventi.
responsabilità genitoriali e della crescita dei minori e dei nuclei presi in carico. È inoltre in
costruzio
a Età, che compare in taluni
amministrazioni circa il ruolosocializzante, sia in termini di valorizzazione del capitale umano e sociale nella componente anziani.
Bitetto e Bitritto hanno dapprima attivato il Piano Sociale di Zona con i Comuni di Modugno e
-sanitario.
Successivamente, a seguito (in data 22.11.2005) della costituzione del nuovo distretto socio-sanitario
ridisegnata AUSL BA/2 (mantenendo i Comuni di Modugno, Bitritto e Bitetto nella ridisegnata
AUSL BA/4), si è proceduto ad una rimodulazione in itinere del percorso di programmazione. Così
che, Bitonto e Palo hanno insediato ufficialmente il 27 febbraio 2007 il proprio Coordinamento
Istituzionale ed i Comuni di Modugno, Bitetto e Bitritto hanno prodotto parallelamente la propria
configurazione in un nuovo distretto. Questo provocando inevitabili ritardi sulla stesura del piano 2°
elevato, questo determina una popolazione caratterizzata da fenomeni di emigrazione delle fasce
produttive a causa di scarsità di lavoro e di condizioni disagiate di vita e/o dal ricongiungimento dei
residenti locali a nuclei familiari emigrati in precedenza. Particolarmente significativi risultano i
fenomeni relativi al disagio minorile e ai reati commessi da minori laddove il disagio minorile è
suddiviso prevalentemente in: inadempienza scolastica, abuso sessuale, conflittualità familiare,
incapacità educativa, condotta irregolare, maltrattamenti in famiglia, attribuzione cognome,
autorizzazione matrimonio.
È utile ricordare, anche in questo caso come in quello di Casamassima, la dipendenza strutturale di
questo ambito (in particolare del Comune di Modugno) dalla città capoluogo.
contenendo il disagio individuale e comunitario attraverso forme di auto-organizzazione e risposte
autonome della comunità.
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A Bitetto, i giovani si muovono sostanzialmente per le strade del centro non essendoci altre centralità
loro dedicate. Esiste però un centro polisportivo comunale con campi per calcio, pallavolo e
pallacanestro.
poiché i prezzi sono abbastanza contenuti. Proprio per
questa ragione, la città sta crescendo nel numero dei residenti perché molti, che lavorano a Bari o
Modugno, decidono di vivere qui sia per i costi contenuti delle abitazioni, sia per la relativa
tranquillità sociale che la città offre. Grazie al PIS 12 sono state istallate telecamere di sorveglianza,
tuttavia la città non ha grandi problemi di sicurezza, anzi è abbastanza tranquilla salvo sporadici
episodi.
A Bitritto, si registra sul territorio un aumento notevole di situazioni di devianza minorile (in tre anni
da 5 esposti alla Procura si è arrivati a 30). I minori si rendono autori di episodi bullismo, di
maltrattamento di animali. Il Comune denuncia una carenza di operatori sociali e per evitare
in attività ludico-ricreative.
anni. Attualmente ha 80 posti come casa protetta, 10 come casa di riposo e 30 come centro diurno per
disabili.
Si vorrebbe realizzare un centro sociale per anziani, rivolto soprattutto alle donne.
o 2008 dovrebbero partire progetti per gli
anziani e per i minori in condizione di devianza.
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3. LE PROSPETTIVE PROGRAMMATICHE: VISION E INDIRIZZI PER IL PIST
3.1 Quadro di coerenza e continuità strategica del PIST
ito da una specifica rete di reciproche interrelazioni tra i
trasversale rispetto ai principali assi di collegamento tra Bari e Matera, e tra la costa adriatica e quella
ionica.
Le analisi condotte sui tre Comuni coinvolti nel Piano (Adelfia, Bitetto e Bitritto), e sinteticamente
riportate nel capitolo precedente, mostrano una significativa affinità tra i territori che rende
convergenti i relativi fabbisogni e criticità e, conseguentemente, gli ambiti di intervento per colmarli.
Adelfia, Bitetto e Bitritto al Capoluogo, quanto la tradizionale vocazione agricola rappresentano i
principali elementi di omogeneità di tale contesto territoriale intercomunale.
A tali condizioni di analogia,
dei Piani di area vasta (sia il PPTR regionale, sia il PSMTB), si aggiungono altri fattori relativi a
differenti aspetti della vita e della gestione del territorio, tra i quali spiccano:
Una storia insediativa rilevante e fortemente sentita dalla cittadinanza.
Nelle analisi condotte per il PPTR in riferimento alla Puglia centrale si legge:
costiera. Ed è composto da due sistemi principali: la fascia costiera e la fascia pedemurgiana. Il
paesaggio agrario ha caratteri differenti nella zona più pianeggiante
entroterra e nella zona ascendente, quella pedeinvece le distese di ulivi, ciliegi, mandorli e vigne sulle prime gradonate carsiche, con le più
rec
orientale. Questa sequenza di gradoni, che segnano la graduale transizione dal paesaggio
orticolo costiero al paesaggio arboricolo e poi boschivo più tipicamente murgiano, è incisa
trasversalmente da una rete di lame, gli antichi solchi erosivi che costituiscono un segno
distintivo del paesaggio carsico pugliese, insieme alle doline ed agli inghiottitoi. Le lame solchi
carsici i cui bacini si estendono fino alle zone sommitali delle Murge sono elementi di evidente
idraulica e allo stesso tempo sono ambienti naturalistici di pregio, dei corridoi ecologici che
mettono in comunicazione ecosistemi diversi, dalla Murgia fino al mare. Il reticolo carsico
diverse declinazioni del paesaggio agrario corrispondono elementi distintivi del paesaggio storico
per gli usi agro- pastorali rimangono a testimonianza di una specifica cultura insediativa. Di
questo palinsesto di strutture masseriali spesso fortificate e di architetture rurali diffuse fanno
parte anche le linee di parieti in pietra a secco che misurano il paesaggio agrario e ne
fiancheggiano la rete viaria, così come le grandi vie di attraversamento storico (tra tutte, la via
Appia-Traiana) e di transumanza (come per esempio i tratturi in territorio di Ruvo, Corato,
Terlizzi e Bitonto), o gli insediamenti ecclesiastici extra-moenia, spesso di grande pregio
architettonico (Chiesa di Ognissanti di Cuti a Valenzano, complesso di San Felice in Balsignano
a Modugno). Le torri, i casini e le ville della fascia costiera e della Murgia bassa fanno invece
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parte di un sistema antico di insediamenti rurali tipico delle aree degli oliveti, dei vigneti e dei
mandorleti. Accanto ai segni del paesaggio antro pizzato, permangono tracce di importanti
insediamenti del neolitico e di epoche successive. Numerosi siti archeologici presso Monte
Sannace e Ceglie del Campo, come nei territori di Rutigliano, Conversano, Ruvo e Molfetta e
gli ipogei
gradonate si sovrappone la struttura radiale del sistema delle lame che assume il ruolo di limite e
di vuoto al sistema insediativo. Il modello insediativo è del tutto diverso da quello nord barese, gli
insediamenti si dispongono a corona (antichi casali) oppure seguendo precise traiettorie,
corrispondenti ai percorsi delle lame. In particolare si distingue una prima corona di piccoli
insediamenti ed una seconda corona in cui la dimensione si ingrandisce in rapporto inverso
rispetto alla distanza dal mare. Il sistema insediativo minore delle masserie si colloca lungo le
lame con di
.
La determinazione a implementare e valorizzare il proprio carattere rurale, dimostrato anche
Stabiliti come finalità generali del Gruppo la valorizzazione delle potenzialità produttive, culturali
e naturali endogene del territorio rurale, med
crescita della cultura locale, sono stati definiti quali obiettivi specifici:
incrementare la diversificazione delle fonti di reddito e occupazione della famiglia agricola,
promuovendo l'uso sostenibile delle risorse fisiche, naturali e agricole disponibili con
vantaggio indiretto per le collettività rurali;
sostenere lo sviluppo e l'innovazione organizzativa e tecnologica delle microimprese extra
agricole e la formazione di microcircuiti locali;
introdurre servizi al turismo rurale e promuovere sistemi di rete di supporto;
favorire l'ingresso di giovani e donne nel mercato del lavoro;
migliorare il livello di conoscenze e le competenze professionali e le capacità imprenditoriali
degli operatori locali;
migliorare l'offerta e l'utilizzo di servizi;
migliorare l offerta e l utilizzo di servizi essenziali alla popolazione, soprattutto alle fasce
deboli, e al sistema produttivo;
riqualificare i villaggi ed elementi antropici e paesaggistici del patrimonio rurale;
promuovere interventi per la cura e il mantenimento del territorio, la salvaguardia del
paesaggio, la valorizzazione del patrimonio culturale;
sostenere lo sviluppo e l'innovazione organizzativa e tecnologica delle microimprese extra
agricole e la formazione di microcircuiti locali;
introdurre servizi al turismo rurale e promuovere sistemi di rete di supporto;
favorire l'ingresso di giovani e donne nel mercato del lavoro;
realizzazione e rafforzamento delle attività correlate ai servizi, quali attività didattiche,
ricreative e socio assistenziali.
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centri storici, che trova perfetta corrispondenza
nella partecipazione delle Amministrazioni dei Comuni di Adelfia e Bitetto al progetto EMAS
.
rendere il centro storico più
abitabile ossia recuperare un vasto patrimonio edilizio degradato e spesso sottoutilizzato
coinvolgere il centro storico in un più ampio progetto di valorizzazione turistica e commerciale
Gli obiettivi individuati dai Comuni coinvolti in tale politica ambientale territoriale
(Amministrazioni del territorio ex bacino BA/3) sono:
mediante azioni di riqualificazione e valorizzazione delle risorse, della biodiversità e del
paesaggio;
salvaguardare il patrimonio storico-culturale del territorio e rivalorizzare i centri storici
tradizione degli edifici e ricercando uno svi
promuovere
raccolta differenziata e del recupero/riciclaggio;
di regole di selezione dei fornitori e aggiudicazioni delle gare basate su criteri ecologici;
limitare i consumi di acqua, materie prime ed energia;
promuovere la responsabilità e la sensibilità dei dipendenti attraverso programmi di
informazione e formazione riguardanti le problematiche ambientali e la gestione in sicurezza
del lavoro;
promuovere la conoscenza e la diffusione degli strumenti volontari di gestione ambientale
presso le Amministrazioni Comunali e presso gli enti e le aziende operanti sul territorio;
valorizzare la produzione di prodotti locali (agricoli e/o artigianali) promuovendone la
commercializzazione ed incentivare il turismo sostenibile.
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3.2 Descrizione degli ambiti di intervento
In coerenza con quanto emerso dal quadro di coerenza e continuità strategica e con la vision
programmatica definita per il PIST, è possibile individuare tre macro ambiti di intervento per il Piano
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possibile definire una strategia integrata di start-up, costituita da interventi finalizzati all attuazione
della visione stessa.
VISION
AMBITI DI
OBIETTIVI
OBIETTIVI
INTERVENTO
STRATEGICI
SPECIFICI
LINEE DI
INTERVENTO/
AZIONI
Ambito di intervento 1: Centri storici
definita
infatti, rilevante poiché la limitazione al centro storico fisicamente inteso come zona urbanisticamente
omogenea non terrebbe conto delle immediate espansioni perimetrali o adiacenti ai nuclei più antichi
che sovente costituiscono la cortina di sfondo della città antica e del sistema sociale, culturale e di
tradizioni che lo caratterizza.
Saranno ambito di intervento prioritario beni puntuali (edifici), areali (slarghi, piazze, etc.) e lineari
(strade, percorsi, etc.) da recuperare e rifunzionalizzare come elementi contenitori/attrattori di attività
economiche, sociali o culturali capaci di attivare (anche puntualmente nel proprio raggio di influenza)
processi indotti di rigenerazione coerenti con la visione e gli obiettivi indicati nel presente DPRT.
In particolare il tessuto edilizio sarà oggetto delle azioni del PIST attraverso il coinvolgimento dei
privati in interventi coordinati di recupero del patrimonio abitativo o di variazione di destinazione
in esso anche tutte le attrezzature di tipo tecn
Il redigendo PIST potrà successivamente individuare eventuali aree bersaglio più specifiche, da
sottoporre eventualmente a più complessi e puntuali interventi di Rigenerazione.
Ambito di intervento 2: Paesaggio rurale
urbanizzata, come definita e individuata dal pr
-
non
PTR.
storica, vale a dire gli elementi puntuali presenti nel territorio rurale (masserie, opifici storici, chiese e
complessi di culto extraurbani, etc.), depotenziate, o in stato di abbandono o di degrado; gli elementi
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di valenza naturalistica quali ipogei, grotte, aree di macchia mediterranea; le aree e i siti di valore
archeologico e storico.
(Uscita Bari Nord e
Bari Sud) e della SP 236, e mediante le Ferrovie dello Stato, è evidente la consistenza degli
attraversamenti di rango inferiore, e le loro potenzialità nel tessere una rete di connessione
, dunque, preliminarmente individuata come ambito di
intervento: su di essa il PIST dovrà approfondire la pianificazione di una adeguata rete capillare a
supporto del sistema territoriale, individuando e selezionando i tracciati più adeguati a costituire una
rete di intermodalità coerente con i circuiti indicati nello specifico progetto strategico delineato dal
PPTR e dal PSMTB, e in grado di migliorare le connessioni interne tra i centri e tra questi e la
(stazioni FSE),
In particolare, le principali aste della viabilità intercomunale, come le direttrici Bitetto-Bitritto (SP 67)
e Bitritto-Adelfia (SP 21), ed il reticolo più minuto della viabilità poderale, possono essere indicati sin
escursionistico.
Ambito di intervento 3: Conoscenza diffusa
pianificazione, poiché oggetto della presente proposta di rigenerazione, come indicato dal nome stesso
gli insediamenti urbani e territoriali
(individuale quanto collettiva) che ne rappresenta il cuore
antico e che ne indirizzerà il
futuro attraverso il grado di partecipazione (più o meno attiva), e di condivisione dei saperi.
Tale ambito di intervento immateriale del PIST sarà, perciò, la risorsa imprescindibile composta dalle
comunità insediate, intese come abitanti, Amministrazioni e partenariato economico-sociale,
organizzato nelle forme tradizionali o in quelle di più recente costituzione, come il GAL.
irrinunciabile il coinvolgimento del Terzo settore (complesso di istituzioni che all'interno del sistema
economico si collocano tra lo Stato e il Mercato
soggetti organizzativi cioè di natura privata ma volti alla produzione di beni e servizi a destinazione
pubblica o collettiva), dei soggetti privati e dei residenti più in generale sia come beneficiari o gestori
dei servizi da insediare sia come soggetti attuatori e destinatari delle politiche di miglioramento della
qualità abitativa.
In coerenza con le politiche regionali in materia di supporto alla creatività e di contrasto alla
disoccupazione giovanile, specifiche azioni potranno poi essere programmate per il coinvolgimento
delle fasce di età tra i 18 e i 24 anni nel mondo occupazionale come potrà riconfigurarsi attraverso il
PIST, prevedendo eventualmente anche il sos
azione.
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3.3 I macro obiettivi generali del PIST
Un importante riferimento per gli interventi di rigenerazione urbana e territoriale è costituito dalla
costituita nel 1995) per dare impulso operativo al dibattito per fare emergere i punti critici delle
trasformazioni urbane che richiedono una comune strategia da parte degli amministratori pubblici e
degli operatori.
-obiettivi di
qualità che si intendono perseguire con i singoli interventi previsti per gli ambiti delineati nel PIRU di
Barletta, e che costituiscono i pre-requisiti assoluti acquisiti dal presente Dpp, utili alla selezione dei
nuovi interventi di rigenerazione:
la qualità urbana;
la qualità urbanistica;
la qualità architettonica;
la qualità dello spazio pubblico;
la qualità sociale;
la qualità economica;
la qualità ambientale;
la qualità energetica;
la qualità culturale;
la qualità paesaggistica.
La qualità urbana
Perseguire la qualità urbana significa porre in rapporto dinamico tutti gli elementi legati alla
ntesto nel quale essa insiste. La somma di singoli
buoni progetti non basta, infatti, a garantire qualità urbana, in termini di miglioramento della vita dei
cittadini.
La qualità di un intervento di rigenerazione si misura anche dalla sua capacità di divenire fattore di
innesco e moltiplicazione di un più ampio ed equilibrato sviluppo urbano che comprenda
residenzialità, servizi e lavoro.
interagiscono tra di loro in modo diverso nello spazio (città piccole/grandi; centrali/periferiche;
nord/centro/sud, etc.) e nel tempo (particolari condizioni storiche, sociali ed economiche).
I presupposti per realizzare gli interventi di rigenerazione sono essenzialmente:
- che il governo della riorganizzazione territoriale sia esercitato dalle istituzioni in modo sempre
più aperto al contributo di tutti gli attori;
- che i processi di trasformazione abbiano come obiettivo generale quello di contribuire a
realizzare maggiore coesione sociale ed economica, presupposto per lo sviluppo di tutto il
territorio;
- che il giudizio sulla qualità di ogni singolo intervento comprenda la sua capacità di integrazione
fisica, sociale ed economica con il contesto urbano e che l'effetto riqualificativo sia duraturo nel
tempo.
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La qualità urbanistica
Ogni progetto di rigenerazione deve essere inquadrato in una logica definita a monte dagli strumenti
di pianificazione e programmazione strategica di ampia scala, quali i piani urbanistici generali, i piani
strategici, il piano urbano ella mobilità etc.
Si dovrà scegliere lo strumento più congeniale purché capace di subordinare ogni trasformazione
urbana agli obiettivi condivisi che compongono l'interesse generale della città e sono perciò
irrinunciabili.
a scapito della collettività e della qualità urbana.
rritorio
e i conseguenti strumenti operativi, anche la strategia di sviluppo che i cittadini, attraverso gli
strumenti democratici della rappresentanza e della partecipazione, intendono imprimere alla loro città.
Il quadro strategico scaturisce da una sintesi degli interessi sociali, economici e culturali che la
comunità urbana si è data; è espressione del ruolo che la città intende ricoprire nel territorio e del
grado di competitività da attivare su scala regionale, nazionale e internazionale.
o un processo di progettazione trasparente che, unito alla semplificazione delle procedure
lievitazione dei costi e, quindi, favorisca il giusto operare.
definiti, elementi di flessibilità perchè la proposta urbanistica possa essere attuata anche nel mediolungo periodo, garantendo sempre la certezza del diritto e la coerenza con il progetto/programma
iniziale.
La qualità architettonica
La qualità architettonica di un processo di rigenerazione è riferita sia ai manufatti progettati ex-novo
ualità complessiva della città del
La qualità architettonica si gioca in sostanza su tre piani:
multietnicità;
risorse;
ziali investitori e i futuri fruitori che
sono incoraggiati a investire, abitare o trasferire le loro attività nelle aree riqualificate.
Per raggiungere elevati livelli di qualità della forma urbana e architettonica va usato al meglio
re in nostro possesso e perseguite tutte le procedure utili a questo scopo. Tra
queste, il ricorso ai concorsi pubblici, promossi anche da parte dei privati, può rendere ogni progetto
un vettore di idee per arricchire la città e per darle identità, anche nella realizzazione delle
urbanizzazioni e delle opere pubbliche in generale, che rivestono un ruolo primario nella vita sociale
degli abitanti.
In questo senso va riabilitata la centralità della figura del progettista, garante del rapporto tra le
esigenze
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La qualità dello spazio pubblico
Una città fatta di adeguati spazi pubblici favorisce lo sviluppo, la convivenza civile, la comunicazione
la conoscenza reciproca e la partecipazione.
Riferita alla rigenerazione di aree dismesse o dismettibili, la qualità dello spazio pubblico ha una
funzione di rilievo per riavviare i necessari processi di identificazione e integrazione sociale e per la
riconoscibilità del luogo; è importante per la ricucitura e la fluida circolazione e scambio con il
contesto urbano.
Esso costituisce il completamento indispensabile alla valorizzazione del patrimonio architettonico e
urbanistico, aumenta la qualità generale del tessuto urbano laddove accresce le opportunità di
mobilità, anche per le categorie più svantaggiate, crea un ambiente attraente, sicuro e flessibile capace
terno dei
nuclei urbani, restituendo valore aggiunto alle parti centrali e consolidate delle nostre città.
Secondo la tradizione storica europea, gli spazi pubblici devono tornare ad essere elemento costitutivo
del tessuto urbano dove la mobilità, pedonale in primis e veicolare (se necessaria) sia garantita senza
il ricorso a soluzioni viabilistiche improprie per la città, favorendo la realizzazione di luoghi aperti,
piacevoli e sicuri.
In controbilanciamento alla scarsa durabilità delle opere di architettura contemporanea, avere nuovi
spazi pubblici di qualità significa investire nel capitale sociale urbano fisso a medio lungo termine.
La qualità sociale
Qualità sociale significa benessere per gli abitanti (residenti e city users), sia come individui che come
collettività.
luoghi, offrire servizi adeguati ed evitare processi di esclusione o emarginazione.
In questa chiave è fondamentale puntare, negli interventi con destinazioni residenziali, ad una
(proprietà/affitto, mercato/social housing). Inoltre, laddove è possibile, occorre mantenere e
sviluppare le
avranno sul contesto. La tenuta e il miglioramento delle dotazioni territoriali, delle aree verdi, delle
aree pedonali, del commercio, dei luoghi di aggregazione, degli spazi pubblici, della residenza sociale
e non convenzionale, sono tutti fattori imprescindibili nelle operazioni di riqualificazione urbana.
Gli obiettivi sociali devono essere perseguiti dal programma di rigenerazione nelle sue premesse,
politiche e tecniche, e sviluppate nel progetto, nella sua esecuzione e gestione, attraverso un processo
codificato di partecipazione.
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La qualità economica
La qualità economica di un intervento a scala urbana risiede essenzialmente in due fattori:
- la capacità di produrre occasioni di sviluppo auto propulsivo duraturo nel tempo e crescita
erisce;
- il bilanciamento tra qualità tecnica, tempi, efficienza attuativa e costo globale per evitare
manutenzione.
Una trasformazione urbana di qualità genera benefici economici sia per gli investitori (Privato
economico), sia per il Pubblico, che per i cittadini (Privato collettivo); attira investimenti generando
sviluppo e nuove opportunità di lavoro.
I benefici potenziali devono essere considerati e assunti fin dalla nascita del programma di recupero
che, nella sua valutazione, deve evidenziare le utilità e i benefici più larghi (pubblici e privati)
generati dagli investimenti di riqualificazione (pubblici e privati).
È importante determinare i presupposti finanziari ottimali per le trasformazioni, in particolare
privato, a partire da un uso intelligente del patrimonio immobiliare pubblico come
leva, anche economico-finanziaria, per gli investimenti privati.
rischi vanno valutati nella fase iniziale del processo attraverso opportuni studi di fattibilità che
appropriate, in relazione ai costi potenziali di intervento stimati nel modo più realistico possibile.
I singoli progetti di trasformazione sono avvantaggiati se inseriti in una più vasta iniziativa di
intervento nasca insieme ad esso e sia coerente con gli strumenti pianificatori e programmatici
generali, in modo da rispettare, nel processo attuativo, le strategie di lungo periodo che la città si è
data.
La qualità ambientale
Il recupero delle aree urbane dismesse ha due importanti ricadute sulla qualità ambientale:
- la prima è legata ai fattori generali che definiscono la crescita sostenibile di una città;
- la seconda riguarda le bonifiche ambientali che tale recupero produce quando, come accade nella
maggior parte di casi, si tratta di siti storicamente inquinati.
determinati dalla bonifica dei siti potenzialmente contaminati, costituisce un passaggio
imprescindibile per il succe
passaggio necessario per assegnare attrattività ai luoghi, diminuendo le incertezze e aumentando il
potenziale del mercato locale.
Una politica del pieno utilizzo delle aree disponi
infrastrutture esistenti e abbatte il consumo energetico sia degli edifici, sia della città.
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ANTICHI CUORI URBANI
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La qualità energetica
Il rispetto dei principi cardine della sostenibilità ambientale sono un requisito essenziale pienamente
affermato a scala urbana.
-città, caratterizzate dal contenimento dei consumi energetici,
mpiego minimo di risorse naturali, dalla riduzione dei rifiuti e delle emissioni clima-alteranti, nel
rispetto di elevati standard abitativi.
rispetta queste qualità e costituisce anzi una delle principali cause di spreco energetico e
d'inquinamento.
La rigenerazione delle aree dismesse o dismettibili, contribuisce a raggiungere obiettivi di
sostenibilità attraverso:
- la trasformazione degli edifici da consumatori a produttori di energia;
consumi energetici;
ecc) e attivi (teleriscaldamento, impianti di condizionamento intelligenti, fonti energetiche
-
energetica;
la produzione di biogas dai rifiuti;
e per assorbire le sostanze inquinanti nelle bonifiche di aree
inquinate;
promuovendo un nuovo mercato energetico nel quale i cittadini, fino ad ora solo consumatori,
elementi integranti del riequilibrio bioclimatico.
La Pubblica Amministrazione deve adottare normative che stimolino la capacità di produrre edifici
normativi) va contrastata la politica del basso costo di costruzione che si traduce nella lievitazione dei
costi di manutenzione e gestione e nello spreco energetico che grava sulla salute dei cittadini e sulla
qualità urbana.
attori imprenditoriali, sociali e tecnici.
La qualità culturale
Qualità culturale significa progettare trasformazioni che siano in continuità con le evoluzioni storicoculturali del luogo, o in necessaria e costruttiva rottura, sulla base della consapevolezza del portato
della storia fisica, economica e sociale dell'area in questione e della città.
di rigenerazione e deve accompagnare la sua realizzazione in tutte le fasi, grazie al contributo di
professionisti dedicati.
Dal punto di vista architettonico, la conoscenza dei valori testimoniali dei manufatti presenti e del loro
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
singoli edifici, secondo graduazioni che vanno dal restauro, al recupero, alla ristrutturazione ed infine
alla sostituzione per gli edifici che non presentano valori degni di tutela.
Dal punto di vista urbanistico, la morfologia delle città che sono caratterizzate da un'importante storia
industriale va riconosciuta e salvaguardata; ogni integrazione e trasformazione deve essere coerente a
tale peculiare carattere.
La vitalità di una trasformazione urbana è legata ad azioni che compongano il senso appartenenza al
territorio, la continuità storica e nuove risposte alle sfide dello sviluppo urbano.
La qualità paesaggistica
la morfologia del territorio, il patrimonio presente, il sistema delle risorse di cui gode e il sistema
sociale ed economico espresso dalla comu
come costruzione collettiva.
Nel caso specifico delle aree dismesse, particolare rilievo hanno i fattori tempo e gradualità: gli
abitanti, le amministrazioni e gli attori coinvolti devono essere sollecitati a riappropriarsi del
giustamente individuati, valutati e confrontati con le nuove esigenze.
Sulla base di questo confronto potranno essere elaborati, secondo le indicazioni legislative vigenti, i
termini del progetto di recupero e trasformazione che dovrà essere flessibile e poter interagire sia con
gli assestamenti e le modificazioni naturali nel corso del tempo sia con gli abitanti nella nuova
gra
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
3.4 Gli obiettivi strategici e gli obiettivi specifici del PIST
Antichi Cuori Urbani Rigenerazione degli insediamenti umani
promuovere una strategia territoriale di sviluppo sostenibile e compatibile con le peculiarità storiche,
sociali, economiche ed ambientali dei Comuni promotori.
La pianificazione dello sviluppo, delineata in conformità ai principi della Legge Regionale n.21/2008,
sarà definita declinando operativamente la vision (o idea-guida) generale di sviluppo, che alla scala
La valorizzazione dei caratteri e dei legami storico-architettonici tra i centri storici ed i propri cittadini
loro e la loro ricucitura materiale ed immateriale, anche attraverso il recupero di valori e della
fruizione del contesto rurale, costituiranno i cardini per la definizione di uno sviluppo territoriale
integrato.
reciproci rapporti e nei confronti delle indicazioni fornite da chi vorrà partecipare a tale Piano; intesa
anche come risultato a cui tendere per definire un modello sostenibile e durevole, in cui centro storico
garantire un maggiore benessere economico e sociale e, simultaneamente un miglioramento della
qualità di vita.
La visione generale che ispira il PIST può essere declinata in quattro obiettivi strategici (OS), che
svilupperanno le attività di pianificazione.
Obiettivo Strategico 1 - Rivitalizzare i centri storici.
La necessità di proporre un modello di pianificazione comune scaturisce dalla considerazione che
interventi limitati ai singoli centri non sono sufficienti ad affrontare i fabbisogni espressi dal territorio.
percepiscono la necessità di superare lo sterile
campanilismo che ha reso inefficaci molti interventi del passato e riconoscono che le loro radici
comuni rendono indispensabile una strategia condivisa per affrontare e risolvere in modo efficace i
comuni problemi.
La rivitalizzazione è qui intesa nel senso più ampio, secondo una visione strategica nella quale
differen
centri storici sia dal punto di vista urbanisticodi innescare un processo virtuoso di causa-effetto reciproco tra i singoli progetti.
storico di antica origine costituito da un tessuto urbano denso, spesso carente di servizi alla residenza
(sottodotazione di urbanizzazioni primarie e secondarie) e di qualità degli spazi collettivi.
La città storica è infatti un bene culturale e architettonico, ma è anzitutto una città, che trova proprio
nel deficit di servizi e nella scarsa qualità del patrimonio abitativo una delle principali ragioni del suo
declino. Il recupero del tessuto storico necessita pertanto di una concertazione capace di coinvolgere
tutti i soggetti interessati nello sforzo comune di rigenerare il cuore urbano delle città, mantenendone
la qualità formale unitaria e rispondendo al contempo alle mutate esigenze della vita contemporanea.
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Particolare attenzione sarà dedicata dunque alla concertazione di interventi organici di restauro e di
-morfologici del tessuto edilizio mirati al
.
In particolare, a
determinano forti polarità in ciascuno dei quattro centri. Il PIST prevede l attuazione di interventi di
recupero e rifunzionalizzazione di tali edifici e di adeguamento (sottoservizi, arredo urbano) del loro
prossimo intorno: nella duplice funzione di centri di servizi per la comunità locale e di potenziali poli
di attrazione, questi caposaldi potranno fungere da volano per la rigenerazione più in generale del
tessuto urbano storico, in senso architettonico quanto economico. Sulla base di tale linea di intervento,
in ciascuno dei tre centri storici
occorrerà, dunque, individuare di edifici di interesse pubblico che possano assolvere alla funzione di
poli/ripetitori centrali di un sistema integrato ed articolato
a.
Obiettivo Strategico 2 La generale disattenzione verso il mondo rurale che
avviare un percorso di sviluppo occorre, pertanto, ricucire le relazioni tra ambiente agricolo e urbano,
insediando nelle campagne nuove funzioni in grado di erogare servizi, generare reddito e contrastare
lo spopolamento delle aree rurali, favorendo la nascita di servizi e attività da affiancare a quelle
tradizionali agricole.
Il modello di sviluppo sostenibile che si persegue può essere validamente integrato dalla promozione
complementare di forme di turismo consapevole.
attrattività territoriale, derivante dalla tutela dei beni culturali e ambientali e dalla
valorizzazione delle produzioni e dei saperi locali, può indurre flussi crescenti di persone a visitare i
, anche economico, tra centri urbani ed aree rurali.
Tale aumento scaturisce dalla complessiva azione di rigenerazione territoriale, unita alla
valorizzazione degli assetti tradizionali e alla creazione di nuove opportunità per le potenzialità
inespresse (servizi alla persona, cultura, creatività giovanile, produzione tipica di alta qualità, etc.) e
può innescare un ulteriore circuito virtuoso tra sviluppo socio-economico locale e conseguente
interesse turistico.
ndo e tutelando gli elementi morfologici esistenti, quali ad esempio i muri a secco, ,
i viali alberati e le piante secolari (
), le cisterne, fino a rendere accessibili anche gli
spazi meno antropizzati.
Obiettivo Strategico 3 - Rafforzare e ricucire le connessioni fisiche ed ambientali tra i Comuni.
Come si evince dalle analisi precedentemente illustrate, i tre Comuni promotori del PIST sono
caratterizzati da molteplici affinità (di tipo geografico, sociale, economico e culturale) che ne
costituiscono una potenzialità finora inespressa. Attraverso il riconoscimento dei valori e delle
prerogative che li assimilano, pur riconoscendone ed evidenziandone i caratteri specifici di ognuno, è
possibile definire una strategia di valorizzazione delle risorse territoriali, basata, al contempo, su
adeguata.
84
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Lo sviluppo equilibrato del territorio non può prescindere da un efficiente sistema di collegamenti
stradali che assolvano la duplice funzione di co
al territorio rurale, capace di integrarsi con la rete di tracciati escursionistici e ciclabili nel territorio
aperto. È opportuno, pertanto,
in relazione le diverse aree urbane, e quelli sulla viabilità a servizio delle aree rurali. La prima,
costituita da strade di connessione intercomunale, che in taluni casi si rivela inadeguata rispetto alle
necessità dei differenti utenti e veicoli, la seconda utilizzata prevalentemente dai residenti e dai
lavoratori delle campagne che risulta spesso trascurata. Gli interventi di potenziamento della rete
stradale, rafforzando le connessioni tra centri urbani e tra gli abitati e il contesto rurale permetteranno
di consolidare il
il sistema dei percorsi ecosostenibili di collegamento e
fruizione dei beni ambientali rappresenterà
patrimonio poco noto e di
flussi turistici.
Obiettivo Strategico 4 - Valorizzare il patrimonio immateriale a supporto della rigenerazione
territoriale.
hanno radici molto lontane nel passato e la modernità dei tempi non ha scalfito il profondo senso di
appartenenza ai luoghi degli abitanti, la memoria storica che essi custodiscono degli usi antichi, della
cultura popolare, dei riti religiosi, nonché la conoscenza delle più significative espressioni (ambientali
ed architettoniche) del proprio territorio.
archivia
generazioni, padrone dei sistemi informatici, creando nuove forme di impiego e, al tempo stesso, di
avvicinarle a quelle dei loro nonni.
Costruito e sistematizzato, tale data base, implementato di tutte le informazioni relative alle
possibilità offerte dal territorio (strutture ricettive, musei ed orari visite, percorsi sentieristici, notizie
utili di varia natura) costituirà il supporto più completo per la definizione ed attivazione di una
strategia di marketing territoriale che miri a svelare tanta ricchezza ai cittadini quanto ai turisti ed agli
operatori economici.
I suddetti obiettivi strategici rappresentano dunque una specificazione delle linee programmatiche
generali. Alla luce dei fabbisogni e delle criticità rilevati tanto in fase di costituzione del quadro
conoscitivo quanto durante il processo partecipativo, e considerata la visione programmatica
complessiva, gli obiettivi strategici sono stati declinati in obiettivi specifici, in coerenza con ciascuno
dei tre ambiti di intervento individuati.
85
Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Gli obiettivi specifici (a loro volta articolati in linee di intervento e azioni di avvio, come
schematizzato nel quadro logico programmatorio) sono stati così definiti per Ambito di intervento:
Ambito di intervento 1: Centri storici
OS.1 - Rivitalizzare i centri storici
Os.1.1 Recupero fisico e funzionale, restauro urbanistico ed edilizio
Os.1.2
Os.1.3 Rilancio del settore commerciale
Os.1.4 Integrazione sociale
Ambito di intervento 2: Paesaggio rurale
OS.2 Os.2.1 Creazione di nuovi poli attrattivi nei contesti rurali
Os.2.2 Valorizzazione del patrimonio architettonico
Os.2.3 Tutela e valorizzazione degli elementi identitari del territorio
OS.3 - Rafforzare e ricucire le connessioni fisiche ed ambientali tra i Comuni
Os.3.1 Aumento della accessibilità rurale
Os.3.2 Tutela e valorizzazione degli elementi naturalistici, geomorfologici, idraulici ed
ambientali
Ambito di intervento 3: Conoscenza diffusa
OS.4 - Valorizzare il patrimonio immateriale a supporto della rigenerazione territoriale
Os.4.1 Valorizzare il patrimonio umano e socioeconomico
Os.4.2 Applicare gli strumenti ICT per la gestione e promozione delle risorse locali
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
3.5 Linee di intervento
In coerenza con le linee programmatiche sopra enunciate, sono state individuate alcune possibili
azioni integrate di startvision territoriale più ampia e generale che il PIST specificherà ed articolerà in dettaglio.
Di seguito sono elencate le linee di intervento proposte, in fase preliminare, in relazione a ciascun
obiettivo strategico e relativo obiettivo specifico:
OS.1 - Rivitalizzare i centri storici
Os.1.1 Recupero fisico e funzionale, restauro urbanistico ed edilizio - Linee di intervento
/azioni:
1.1.1 Incentivazione del processo di ristrutturazione degli edifici;
1.1.2 Eliminazione delle barriere architettoniche;
1.1.3 Recupero integrato degli spazi storici;
1.1.4
1.1.5 Sostituzione ed adeguamento della pavimentazione di strade e piazze;
1.1.6 Miglioramento delle reti tecnologiche.
Os.1.2
o - Linee di intervento /azioni:
1.2.1 Pedonalizzazione totale o parziale delle strade;
1.2.2 Limitazione del traffico automobilistico;
1.2.3
Os.1.3 Rilancio del settore commerciale- Linee di intervento /azioni:
1.3.1
1.3.2
1.3.3 Assicurazione di un adeguato livello di igiene degli spazi pubblici;
1.3.4 Potenziamento del servizio di trasporto pubblico;
1.3.5 Elaborazione di un piano del traffico e dei parcheggi.
Os.1.4 Integrazione sociale - Linee di intervento /azioni:
1.4.1 Creazione di un ente preposto alla promozione turistica del centro storico;
1.4.2 Incremento del livello di sicurezza;
1.4.3 Potenziamento del servizio di assistenza sociale e di accompagnamento
1.4.4
1.4.5 Allestimento di Laboratori Urbani multidisciplinari permanenti.
87
Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
OS.2 -
ento storico rurale
Os.2.1 Creazione di nuovi poli attrattivi nei contesti rurali - Linee di intervento /azioni:
2.1.1 Rifunzionalizzazione dei manufatti storici privati anche per usi di interesse
pubblico;
2.1.2 Individuazione e messa a sistema una rete di percorsi narrativi per una
consapevole fruizione del territorio.
Os.2.2 Valorizzazione del patrimonio architettonico - Linee di intervento /azioni:
2.2.1 Diffusione del valore storico-documentale dei manufatti edilizi rispetto agli
antichi usi rurali;
2.2.2 Incentivazione del recupero dei beni secondo principi ecosostenibili ed
ecocompatibili.
Os.2.3 Tutela e valorizzazione degli elementi identitari del territorio - Linee di intervento
/azioni:
2.3.1 Censimento e tutela dei più significativi tratti di muretti a secco;
2.3.2 Promozione del recupero materiale di muretti a secco secondo le Linee Giuda
Regionali;
2.3.3 Censimento e tutela dei viali alberati e delle piante secolari.
OS.3 - Rafforzare e ricucire le connessioni fisiche ed ambientali tra i Comuni
Os.3.1 Aumento della accessibilità rurale - Linee di intervento /azioni:
3.1.1 Potenziamento della viabilità intercomunale e poderale carrabile;
3.1.2 Realizzazione di percorsi sentieristici (pedonali e ciclabili) di collegamento tra
i centri storici;
3.1.3
le strade poderali ed
intercomunali.
Os.3.2 Tutela e valorizzazione degli elementi naturalistici, geomorfologici, idraulici ed
ambientali - Linee di intervento /azioni:
3.2.1
esistenti;
3.2.2 Interventi intercomunali di rimboschimento delle aree naturali in stato di
abbandono;
3.2.3 Promozione di attività didattiche e ricreative nelle aree di interesse ambientale
88
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
OS.4 - Valorizzare il patrimonio immateriale a supporto della rigenerazione territoriale
Os.4.1 Valorizzare il patrimonio umano e socioeconomico - Linee di intervento /azioni:
4.1.1 Pianificazione di un calendario di eventi culturali ed artistici;
4.1.2 Coordinamento delle iniziative di promozione territoriale intercomunale;
4.1.3 Creazione di una strategia di marketing intercomunale;
4.1.4 Raccolta di testimonianze storiche (oggetti e memorie) per la creazione di una
coscienza comune delle radici e delle tradizioni.
Os.4.2 Applicare gli strumenti ICT per la gestione e promozione delle risorse locali - Linee di
intervento /azioni:
4.2.1 Creazione di un archivio informatico dei dati storici, ambientali e culturali
istituzionali dei Comuni coinvolti;
4.2.2 Sistematizzazione strutture ricettive e visite guidate entro un comune circuito
virtuale (disponibilità, localizzazione, prezzi, classe, etc.).
89
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
3.6 Il quadro logico programmatico
Vision
Ambiti di
intervento
Obiettivi
strategici
Obiettivi
specifici
Os.1.1
Recupero fisico e
funzionale,
restauro
urbanistico ed
edilizio
Os.1.2
Creazione di
Ambito 1
centri
storici
OS.1
Rivitalizzare
i centri storici
Os.1.3
Rilancio del
settore
commerciale
Os.1.4
Integrazione
sociale
Linee di intervento / Azioni
Incentivazione del processo di ristrutturazione degli edifici
Eliminazione delle barriere architettoniche
Recupero integrato degli spazi storici
Sostituzione ed adeguamento della pavimentazione di strade e piazze
Miglioramento delle reti tecnologiche
Pedonalizzazione totale o parziale delle strade
Limitazione del traffico automobilistico
Assicurazione di un adeguato livello di igiene degli spazi pubblici
Potenziamento del servizio di trasporto pubblico
Elaborazione di un piano del traffico e dei parcheggi
Creazione di un ente preposto alla promozione turistica del centro
storico
Incremento del livello di sicurezza
Potenziamento del servizio di assistenza sociale e di accompagnamento
Allestimento di Laboratori Urbani multidisciplinari permanenti
Rigenerare
il sistema
OS.2
Rigenerare
insediamento
storico rurale
territoriale
degli
Cuori
Ambito 2:
paesaggio
rurale
OS.3
Rafforzare e
ricucire le
connessioni
fisiche ed
ambientali tra
i Comuni
Ambito 3:
conoscenza
diffusa
OS.4
Valorizzare il
patrimonio
immateriale a
supporto
della
rigenerazione
territoriale
Os.2.1
Creazione di
nuovi poli
attrattivi nei
contesti rurali
Os.2.2
Valorizzazione
del patrimonio
architettonico
Os.2.3
Tutela e
valorizzazione
degli elementi
identitari del
territorio
Rifunzionalizzazione dei manufatti storici privati anche per usi di
interesse pubblico
Individuazione e messa a sistema una rete di percorsi narrativi per una
consapevole fruizione del territorio
Diffusione del valore storico-documentale dei manufatti edilizi rispetto
agli antichi usi rurali
Incentivazione del recupero dei beni secondo principi ecosostenibili ed
ecocompatibili
Censimento e tutela dei più significativi tratti di muretti a secco
Promozione del recupero materiale di muretti a secco secondo le Linee
Giuda Regionali
Censimento e tutela dei viali alberati e delle piante secolari
Potenziamento della viabilità intercomunale e poderale carrabile
Realizzazione di percorsi sentieristici (pedonali e ciclabili) di
collegamento tra i centri storici
Os.3.1
Aumento della
accessibilità
rurale
intercomunali
Os.3.2
Tutela e
valorizzazione
degli elementi
naturalistici,
geomorfologici,
idraulici ed
ambientali
Interventi intercomunali di rimboschimento delle aree naturali in stato
di abbandono
Os.4.1
Valorizzare il
patrimonio
umano e
socioeconomico
Pianificazione di un calendario di eventi culturali ed artistici
Coordinamento delle iniziative di promozione territoriale
intercomunale
Creazione di una strategia di marketing intercomunale
Raccolta di testimonianze storiche (oggetti e memorie) per la creazione
di una coscienza comune delle radici e delle tradizioni
Os.4.2
Applicare gli
strumenti ICT
per la gestione e
promozione delle
risorse locali
Verifica
comunali esistenti
Promozione di attività didattiche e ricreative nelle aree di interesse
ambient
Creazione di un archivio informatico dei dati storici, ambientali e
ile al
pubblico dai siti web istituzionali dei Comuni coinvolti
Sistematizzazione strutture ricettive e visite guidate entro un comune
circuito virtuale (disponibilità, localizzazione, prezzi, classe, etc.)
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
4. CRITERI PER LA VALUTAZIONE DELLA FATTIBILITÀ DEL PROGRAMMA
4.1 Caratteristiche del modello valutativo adottato
In conformità a quanto stabilito dalla Comunità Europea in materia di programmazione territoriale, il
Antichi Cuori Urbani
attuazione dovrà
prevedere un adeguato sistema di monitoraggio, sorveglianza e controllo basato su una metodologia
di valutazione ispirata alle linee guida europee, le quali prevedono tre differenti fasi di valutative: ex
ante, in itinere ed ex post.
In ciascuna di queste fasi, il processo di valutazione si basa sulla sistematica rilevazione di un set di
realizzazione dei singoli interventi.
1. Il monitoraggio dei progetti.
ato di attuazione dei suoi progetti.
2. Il monitoraggio degli obiettivi/risultati.
Individuare gli obiettivi principali del Piano, anche attribuendo un diverso peso agli stessi, e
assegnare ad ognuno di essi uno o più indicatori in grado di segnalare il livello raggiunto.
3. Il monitoraggio del processo (la partecipazione e le reti di cooperazione).
Questo modello, che è anche il più complesso da attuare, ci dovrebbe indicare come il Piano è
stato in grado di migliorare la governance del territorio e di realizzare quelle reti e alleanze, sia
orizzontali che verticali, che hanno permesso di realizzare progetti e azioni innovative che la
mancata sinergia degli attori non avrebbe consentito.
o ed amministrativo necessario per
la realizzazione del piano mediante la costituzione di un gruppo di lavoro (comitato di controllo) in
grado di svolgere i compiti di valutazione, sorveglianza e controllo.
Tale gruppo di lavoro, una volta costituito, dovrà effettuare una valutazione preliminare di coerenza
Nel processo di valutazione, la cittadinanza e tutte le altre parti interessate avranno un ruolo
fondamentale. Il Piano, nelle sue prime fasi di costruzione e progettazione, non è stato formato sulla
base di una partecipazione allargata, né su un sistema di accesso alla informazioni ed al dibattito
aperto e flessibile.
Per superare questo gap, nella successiva fase di monitoraggio, più tecnica per sua natura, si dovrà
elaborazione dei dati in una struttura unica, le condizioni per agevolare la partecipazione e il
coinvolgimento della cittadinanza e degli altri attori già coinvolti nella fase di costruzione del Piano.
91
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
dei soggetti coinvolti nella realizzazione di alcuni interventi del Piano che, pur lavorando con compiti
e obiettivi specifici, si coordineranno sulla base di un progetto comune di monitoraggio, aggiornando
periodicamente e rendendo disponibili le conoscenze di rispettiva competenza.
Tale rete dovrà fornire la base di conoscenza necessaria per avviare un sistema di valutazione
permanente di efficienza, efficacia e della trasparenza del Piano.
Anche lo stesso processo di valutazione sarà sottoposta a controllo e validazione per verificare la
coerenza
realizzazione del Piano.
4.1.1 Valutazione della rispondenza della strategia ai bisogni identificati
del Piano e gli obiettivi di riqualificazione urbana, inclusione sociale e sostenibilità ambientale del
base dei risultati del processo partecipativo.
Il complesso degli studi e ricerche effettuate e delle poche istanze raccolte durante il processo
Amministrazioni.
Tali fabbisogni hanno rappresentato la base per la definizione di obiettivi specifici operativi e le
conseguenti linee di intervento precedentemente descritte.
identificazione dei fabbisogni.
4.1.2 Quadro di coerenza interna
Il quadro di coerenza interna si basa su una matrice in grado di evidenziare la correlazione esistente
tra gli obiettivi strategici e le linee di intervento stabilite dal Piano. La matrice si basa su un sistema
punteggi da 0 a 2 punti in base al grado di coerenza :
0 = bassa coerenza; 1 = sufficiente coerenza;
2 = alta coerenza.
Di seguito si riportano i risultati della auto-valutazione preliminare.
Per maggiore chiarezza si riportano gli obiettivi strategici (OS) descritti nel paragrafo 3:
Obiettivo Strategico 1 - Rivitalizzare i centri storici.
Obiettivo Strategico 2 nto storico rurale.
Obiettivo Strategico 3 - Rafforzare e ricucire le connessioni fisiche ed ambientali tra i Comuni.
Obiettivo Strategico 4 - Valorizzare il patrimonio immateriale a supporto della rigenerazione
territoriale.
92
Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
QUADRO DI COERENZA INTERNA
Linee di intervento
Pedonalizzazione totale o parziale delle strade
OS.1
2
2
2
2
2
2
2
OS.2
2
2
1
2
0
1
0
OS.3
2
2
2
0
2
0
1
OS.4
1
0
1
0
0
2
0
Limitazione del traffico automobilistico
2
0
0
0
2
1
2
2
2
2
2
2
Incentivazione del processo di ristrutturazione degli edifici
Eliminazione delle barriere architettoniche
Recupero integrato degli spazi storici
Sostituzione ed adeguamento della pavimentazione di strade e piazze
Miglioramento delle reti tecnologiche
to di attività culturali
2
0
1
1
Assicurazione di un adeguato livello di igiene degli spazi pubblici
2
1
0
0
Potenziamento del servizio di trasporto pubblico
2
2
2
1
Elaborazione di un piano del traffico e dei parcheggi
2
1
2
1
Creazione di un ente preposto alla promozione turistica del centro storico
2
2
2
2
Incremento del livello di sicurezza
2
1
0
1
2
2
0
1
2
0
0
0
Potenziamento del serviz
Allestimento di Laboratori Urbani multidisciplinari permanenti
2
1
2
2
Rifunzionalizzazione dei manufatti storici privati anche per usi di interesse pubblico
2
2
1
1
Individuazione e messa a sistema una rete di percorsi narrativi per una consapevole fruizione del
territorio
2
2
2
2
Diffusione del valore storico-documentale dei manufatti edilizi rispetto agli antichi usi rurali
1
2
1
2
Incentivazione del recupero dei beni secondo principi ecosostenibili ed ecocompatibili
1
2
1
0
Censimento e tutela dei più significativi tratti di muretti a secco
0
2
2
2
Promozione del recupero materiale di muretti a secco secondo le Linee Giuda Regionali
0
2
2
1
Censimento e tutela dei viali alberati e delle piante secolari
0
2
2
2
Potenziamento della viabilità intercomunale e poderale carrabile
1
2
2
1
Realizzazione di percorsi sentieristici (pedonali e ciclabili) di collegamento tra i centri storici
2
2
2
2
2
2
2
2
1
2
2
0
0
2
2
1
1
2
2
2
Pianificazione di un calendario di eventi culturali ed artistici
2
2
2
2
Coordinamento delle iniziative di promozione territoriale intercomunale
2
2
2
2
Creazione di una strategia di marketing intercomunale
2
2
2
2
Raccolta di testimonianze storiche (oggetti e memorie) per la creazione di una coscienza comune
delle radici e delle tradizioni
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
Interventi intercomunali di rimboschimento delle aree naturali in stato di abbandono
Promozione di attività didattiche e ricreative nelle aree di interesse ambientale itineranti
Creazione di un archivio informatico dei dati storici, ambientali e culturali relativi al contesto
Sistematizzazione strutture ricettive e visite guidate entro un comune circuito virtuale
(0 = bassa coerenza; 1 = sufficiente coerenza; 2 = alta coerenza).
Il comitato di controllo dovrà aggiornare e revisionare la matrice di coerenza interna anche in
relazione alle decisioni adottate nella redazione del documento di rigenerazione territoriale.
93
Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
4.1.3 Quadro di coerenza esterna
Il quadro di coerenza esterna si basa sulla metodologia utilizzata per la valutazione del quadro di
coerenza interna. Di seguito si riportano due differenti matrici:
la prima riguardante il profilo di coerenza degli obiettivi strategici con il quadro programmatico
regionale in materia di Paesaggio e Territorio, programmazione comunitaria e pianificazione
socio-economica;
la seconda matrice riguardante invece la coerenza delle linee di intervento con i principali
strumenti di programmazione vigenti a livello locale.
Per approfondimenti specifici sulla coerenza esistente tra i documenti programmatici esistenti a
livello regionale e locale si r
Il comitato di controllo avrà il compito di revisione e aggiornamento delle matrici di coerenza esterna
QUADRO DI COERENZA ESTERNA CON GLI STRUMENTI PROGRAMMATORI DELLA REGIONE PUGLIA
Fondo
Europeo di
Sviluppo
Regionale
(FESR)
Fondo
Sociale
Europeo
(FSE)
Programma
di Sviluppo
Rurale
(PSR)
Documento
Strategico
Regionale
(DSR)
Piano
Paesaggistico
Territoriale
Regionale
(PPTR)
OS 1 - Rivitalizzare i centri storici
2
2
1
2
2
OS 2 -
2
2
2
2
2
OS 3 - Rafforzare e ricucire le connessioni
fisiche ed ambientali tra i Comuni
2
1
2
2
2
OS 4 - Valorizzare il patrimonio immateriale a
supporto della rigenerazione territoriale
2
2
1
2
2
Obiettivi Strategici
(0 = bassa coerenza; 1 = sufficiente coerenza; 2 = alta coerenza).
94
Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
QUADRO DI COERENZA ESTERNA CON GLI STRUMENTI PROGRAMMATORI LOCALI
Linee di intervento
PSZ
GAL
Conca
Barese
PS
MTB
PUG
Adelfia
PUG
Bitetto
PRG
Bitritto
Incentivazione del processo di ristrutturazione degli edifici
Eliminazione delle barriere architettoniche
Recupero integrato degli spazi storici
0
2
2
2
1
2
1
1
2
2
2
1
2
2
2
0
2
2
2
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1
2
1
0
2
1
1
0
0
0
2
2
2
2
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2
1
1
1
2
2
1
1
0
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2
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2
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1
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2
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1
1
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1
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1
1
1
2
0
0
0
2
0
1
0
0
0
2
1
1
1
1
1
2
1
0
1
0
1
0
0
0
0
0
0
1
2
2
2
2
1
1
2
2
2
2
1
1
2
1
2
2
1
1
2
2
2
2
1
0
2
1
2
2
0
0
2
1
2
2
0
0
0
2
2
1
1
2
1
2
1
0
1
0
2
2
2
2
1
0
2
1
1
1
1
1
2
1
2
2
2
0
2
1
2
2
1
2
2
2
1
1
1
2
2
1
0
0
0
2
2
2
1
1
1
2
2
2
1
1
1
1
2
2
0
0
0
2
2
1
0
0
0
1
2
2
0
0
0
Sostituzione ed adeguamento della pavimentazione di strade e
piazze
Miglioramento delle reti tecnologiche
Pedonalizzazione totale o parziale delle strade
Limitazione del traffico automobilistico
i attività culturali
Assicurazione di un adeguato livello di igiene degli spazi
pubblici
Potenziamento del servizio di trasporto pubblico
Elaborazione di un piano del traffico e dei parcheggi
Creazione di un ente preposto alla promozione turistica del
centro storico
Incremento del livello di sicurezza
Potenziamento del servizio di assistenza sociale e di
Allestimento di Laboratori Urbani multidisciplinari permanenti
Rifunzionalizzazione dei manufatti storici privati anche per usi di
interesse pubblico
Individuazione e messa a sistema una rete di percorsi narrativi
per una consapevole fruizione del territorio
Diffusione del valore storico-documentale dei manufatti edilizi
rispetto agli antichi usi rurali
Incentivazione del recupero dei beni secondo principi
ecosostenibili ed ecocompatibili
Censimento e tutela dei più significativi tratti di muretti a secco
Promozione del recupero materiale di muretti a secco secondo le
Linee Giuda Regionali
Censimento e tutela dei viali alberati e delle piante secolari
Potenziamento della viabilità intercomunale e poderale carrabile
Realizzazione di percorsi sentieristici (pedonali e ciclabili) di
collegamento tra i centri storici
poderali ed intercomunali
nali,
regionali e comunali esistenti
Interventi intercomunali di rimboschimento delle aree naturali in
stato di abbandono
Promozione di attività didattiche e ricreative nelle aree di
ercomunale
Pianificazione di un calendario di eventi culturali ed artistici
Coordinamento delle iniziative di promozione territoriale
intercomunale
Creazione di una strategia di marketing intercomunale
Raccolta di testimonianze storiche (oggetti e memorie) per la
creazione di una coscienza comune delle radici e delle tradizioni
Creazione di un archivio informatico dei dati storici, ambientali e
pubblico dai siti web istituzionali dei Comuni coinvolti
Sistematizzazione strutture ricettive e visite guidate entro un
comune circuito virtuale
(0 = bassa coerenza; 1 = sufficiente coerenza; 2 = alta coerenza).
95
Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
4.2 Criteri ed indicatori per la valutazione degli interventi del PIST
Il presente Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale inquadra e indirizza la
lla Legge
Regionale della Puglia n. 21 del 29 luglio 2008, interpretando le esigenze del territorio ed
individuando tutto ciò che è necessario per un miglioramento radicale e sostenibile nel tempo della
vivibilità dei cittadini.
Sulla base delle indicazioni fornite dalla Del.G.R. n.743 del 19 aprile 2011 P.O.FESR 2007-2013
(pubblicato sul BURP n.61 del 22.04.2011), sono stabiliti i criteri generali ed i criteri progettuali per
la valutazione dei progetti da inserire nel PIST, di seguito enunciati.
CRITERI GENERALI
INDICATORI
Territori interessati da processi di abbandono sociale ed
economico, tenendo conto delle analisi di contesto del
Piano Strategico Metropoli Terra di Bari (PS MTB).
Indice di vecchiaia.
Capacità della proposta di contribuire agli obiettivi
regionali di coesione e perequazione territoriale,
riequilibrio del ruolo dei piccoli centri e delle aree
svantaggiate.
Valutazione argomentativa, tradotta in punteggi, sulle
capacità di perequazione territoriale e di riequilibrio delle
aree svantaggiate rispetto ai Comuni di Adelfia, Bitetto e
Bitritto.
Esplicitazione di idee guida efficaci e coerenti da cui
emergano le motivazioni e la rilevanza degli interventi
proposti in relazione ai contenuti di DPRT o dal PIST e
con il Metaplan del PS MTB.
Quadro di coerenza strategica
Valutazione argomentativa, tradotta in punteggi, sul livello
bisogni e delle risorse storico-culturali e ambientali
esistenti indicati dal DPRT o dal PIST.
Coerenza degli interventi con gli esiti dei processi di
Processi partecipativi realizzati.
processi partecipativi realizzati nella fase di elaborazione
del Metaplan del PS MTB e/o del PUG comunale.
Quadro di coerenza con i processi partecipativi
Continuità strategica rispetto a interventi, materiali e
Valutazione argomentativa, tradotta in punteggi, sulla
continuità strategica proposta.
attuazione o programmati nel trienni successivo, sia
pubblici che privati, che ricadono territorialmente o
intervento che abbiano dimostrato il raggiungimento di
risultati rilevanti nei singoli territori o aree urbane e/o
siano in un rapporto di sinergie/complementarietà rispetto
agli interventi proposti.
Esecutività e cantierabilità degli interventi (da
Livello di progettazione della proposta presentata (studio di
documentare attraverso attestazioni riguardanti per es. a
fattibilità/preliminare/definitiva/esecutiva).
disponibilità degli immobili oggetto di intervento nel caso
di ristrutturazione di immobili, la conformità alla
strumentazione urbanistica vigente o la necessità di
autorizzazioni/pareri ambientali, paesaggistici, idrologici,
sismici, etc.) nonché il livello di progettazione della
proposta presentata (preliminare, definitiva, esecutiva).
Percentuale di risorse finanziarie private mobilitate.
private.
Cofinanziamento.
Percentuale di cofinanziamento.
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
CRITERI PROGETTUALI
INDICATORI
Interventi di connessione immateriali (reti di
informazioni e servizi dialoganti in coerenza con quanto
programmato
Valutazione argomentativa, tradotta in punteggi, sul grado
di rigenerazione dei ambiti territoriali marginali atteso.
laboratori urbani e di quartiere per i centri storici e le
territoriale di riferimento.
Interventi in grado di connettere significativamente i
sistemi di centri minori alla rete ecologica (vedasi rete
ecologica di cui al paragrafo 4.2.1 del Piano
Paesaggistico Territoriale Regionale - PPTR).
Valutazione argomentativa, tradotta in punteggi, sulla
continuità ecologica promossa.
Azioni di recupero e riqualificazione ambientale, di
rinaturalizzazione di aree degradate, in attuazione degli
scenari strategici del PPTR con particolare riferimento al
patto città-campagna (par.4.2.2 del PPTR).
Valutazione argomentativa, tradotta in punteggi, sulla
in relazione ai contenuti del PPTR.
Nel caso di realizzazione di servizi alla popolazione di
livello territoriale, identificazione del relativo soggetto
gestore, se già individuato, o di idonea procedura per la
sua individuazione, e grado di approfondimento del piano
di gestione da cui si evinca la sostenibilità dei servizi
Valutazione argomentativa, tradotta in punteggi, sul livello
di qualità sostenibilità ed efficienza del modello di gestione
proposto.
specifici (Piani Sociali di Zona, SAC, Piano di Gestione
di Aree Naturali Protette, etc.) con eventuale nulla osta
Capacità della proposta progettuale di sviluppare
Numero di occupati.
occupazione qualificata, di attivare iniziative a contenuto
innovativo, specie nel settore dei servizi, di promuovere il
consolidamento di Laboratori Urbani per i giovani in
continuità con il Programma Bollenti Spiriti, Principi
Attivi e Ritorno al Futuro, di cui alla delibera CIPE
35/2005.
Valutazione argomentativa, tradotta in punteggi, sulla
qualità e originalità della proposta progettuale.
Qualità e originalità della proposta progettuale, in
relazione alla riduzione dei consumi di risorse naturali e
alla coerenza con i caratteri storico-culturali, morfologici,
ambientali dei contesti locali di riferimento.
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
4.3
strategici ed operativi. A tal proposito sono stati definiti tre tipologie distinte di indicatori:
indicatori di impatto, che misurano gli effetti di lungo periodo dei risultati ottenuti del
programma sulla strategia complessiva declinata con gli obiettivi strategici;
indicatori di risultato, che misurano il raggiungimento degli obiettivi specifici operativi fissati
dal piano;
indicatori di realizzazione, che misurano il raggiungimento degli obiettivi di efficienza, efficacia
e trasparenza connessi alla realizzazione dei singoli interventi previsti.
individuazione degli indicatori, si è tenuto conto dei requisiti che essi devono possedere per
svolgere la propria funzione:
Misurabilità,
gli indicatori devono essere misurabili, ovvero è necessario conoscere le banche dati locali
disponibili e quindi gli indicatori che possono essere quantificati a livello locale;
Tempestività,
tutte le informazioni necessarie devono essere disponibili in tempo utile per effettuare un
monitoraggio continuo;
Validità,
ogni indicatore deve misurare effettivamente e con precisione quello che si vuole misurare:
Comprensibilità,
gli indicatori devono essere comprensibili a coloro che devono utilizzarli, per questo sarà
suo utilizzo;
Comparabilità,
deve essere possibile una comparazione;
Economicità,
Il compito del comitato tecnico durante le attività di monitoraggio sarà quello di:
definire le modalità di rilevamento dei dati necessari per popolare gli indicatori: fonti dei dati,
caratteristiche qualitative e quantitative dei dati, frequenza di rilevazione;
quantificare gli obiettivi. In questo caso individuati gli obiettivi bisogna indicare anche il valore
confrontare gli indicatori nel tempo. Prendere una situazione di partenza e verificare come
indicatore migliori nel tempo;
attività di benchmarking. La misurazione in questo caso viene fatta utilizzando indicatori di altri
contesti territoriali simili.
Il comitato di controllo dovrà verificare la corretta applicazione degli strumenti di valutazione
degli indicatori identificati dal comitato tecnico.
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
i possibili indicatori per le attività di valutazione.
Il ca
tra gli indicatori di realizzazione sono stati inseriti alcuni indicatori non direttamente riferibili ai
singoli interventi strutturali ed immateriali ma anche alle modalità di esecuzione del processo di
pianificazione.
È, infatti, ritenuto prioritario assicurare durante tutto il ciclo di vita del piano la piena condivisione
con la popolazione e i soggetti interessati di tutte le decisioni in modo da permett
partecipazione della popolazione e la trasparenza negli atti amministrativi.
Un altro elemento di valutazione è la capacità del Piano di attivare un processo di cambiamento
culturale che possa portare nel tempo ad una visione comune da parte di Amministrazioni Comunali
tradizionalmente non propense alla coesione territoriale.
INDICATORI DI IMPATTO
Economia
% incremento sul totale degli occupati nei Comuni
Incremento del numero di imprese operanti nel territorio
% Incremento sul totale delle imprese operanti nei Comuni
Società
Contrasto alla riduzione demografica
% Incremento del tasso demografico
Totale popolazione > 60 anni
Indice di coesione sociale
Incremento dei servizi sociali territoriali
Tasso di criminalità (riduzione)
% riduzione dei fenomeni di criminalità
Ambiente e Territorio
Valorizzazione ambientale del territorio rurale
Mq aree sottoposte a recupero/valorizzazione
Riduzione dei danni ambientali/economici connessi ad
eventi alluvionali
INDICATORI DI RISULTATO
Riduzione del rischio idrogeologico delle aree soggetto a
rischio elevato
Superficie sottoposti ad interventi di mitigazione del
rischio idraulico (Mq)
Superficie coperta da sentieri/percorsi di mobilità dolce
(mq)
Indice di contrasto alla dispersione insediativa
Nuovi insediamenti su suolo non urbanizzato/totale suolo
non urbanizzato
Attrattività turistica dei beni oggetto di recupero
N.ro di visitatori degli attrattori naturali e culturali
Indice di gradimento dei servizi alla cittadinanza inseriti
nei beni oggetto di recupero
N.ro di fruitori dei servizi/ popolazione residente nei
comuni
Indice di recupero urbanistico-ambientale
Volumi degradati/totali volumi da demolire
Indice di recupero edilizio nel centro storico
Volumi degradati/totali volumi da demolire
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
INDICATORI DI REALIZZAZIONE
Interventi di mobilità dolce
Km di piste ciclabili e di sentieri realizzati
Interventi sui beni ambientali pubblici recuperati
N.ro di beni naturali pubblici recuperati
Interventi sui beni culturali pubblici recuperati
N.ro di beni culturali pubblici recuperati
Valorizzazione dei beni ambientali dei privati
N.ro di beni naturali privati recuperati
Valorizzazione dei beni culturali dei privati
N.ro di beni culturali privati recuperati
Valorizzazione degli spazi pubblici
N.ro di servizi alla cittadinanza attivati
Eventi culturali ed artistiche
N.ro di partecipanti agli eventi
Realizzazione portale web
N.ro di partecipanti agli eventi
Grado di partecipazione alla pianificazione
etc.)
N.ro di partecipanti ai forum/eventi
Grado di coinvolgimento del partenariato privato
N.ro di intese raggiunte i con soggetti privati
Coesione territoriale con i Comuni limitrofi
N.ro di Comuni interessati dagli interventi
Coesione trai i Comuni PIST
N.ro di atti amministrativi di tipo intercomunale
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ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
5. COINVOLGIMENTO DEL PARTENARIATO PUBBLICO E PRIVATO
preliminare del modello di gestione degli interventi, al fine di garantire coordinamento ed unitarietà
delle azioni poste in essere e definire con chiarezza il grado di coinvolgimento dei soggetti pubblici e
privati nelle fasi di attuazione.
itoriale
rende necessario, da un lato, definire una struttura a titolarità pubblica che possa avere un ruolo di
regia nella fase di attuazione del piano allo scopo di assicurare per ogni intervento o attività prevista
dal piano un profilo di coerenza interna al Piano ed una esterna con gli strumenti di pianificazione
raggio e di
controllo degli interventi nella fase di realizzazione del piano, che possono prevedere un modello
gestionale aperto a tutti i portatori di interesse (sia privati che pubblici).
Il modello di governance del PIST, descritto nel paragrafo 1.4 del presente documento, identifica
chiaramente i soggetti incaricati delle attività di programmazione e pianificazione degli interventi
(Amministrazioni, Gruppo tecnico di lavoro intercomunale); a questi organismi dovranno essere
demandati sia i compiti di indirizzo e di attuazione del piano che funzioni di verifica della
compatibilità amministrativa e urbanistica degli interventi infrastrutturali previsti.
Per lo svolgimento di tali funzioni si renderanno necessari un forte supporto delle strutture
ammini
tecnico intercomunale.
Tra le funzioni che gli organi del PIST dovranno svolgere saranno compresi negoziati con altri enti
locali ed istituzioni, coordinamento tec
amministrativo.
A sostegno di queste attività converrà definire un insieme di procedure operative che rappresentino
ne dei progetti specificati nel Piano.
realizzate.
azione di tale soggetto, che potrà essere un ente pubblico o un privato, richiede
pianificate, le caratteristiche amministrative, gestionali ed organizzative che la struttura deve
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Tale Soggetto, dotato delle competenze necessarie e di risorse (umane e materiali) adeguate, dovrà
essere in grado di sostenere gli investimenti necessar
realizzati, nel rispetto delle finalità generali del Piano. Il Soggetto attuatore dovrà attenersi ad un
programma operativo, redatto dal Gruppo Tecnico, in cui si definiranno modalità, servizi specifici e
dur
trasmettere periodici report di monitoraggio attestanti il raggiungimento degli obiettivi perseguiti.
Per ognuno degli ambiti di intervento potranno essere definiti settori specifici tra cui individuare i
soggetti attuatori più idonei.
In particolare, per le azioni focalizzate sui centri storici, converrà valutare una stretta cooperazione
con il Partenariato Economico-Sociale dei Comuni coinvolti; il successo di ogni intervento potrà
essere garantito da forme di collaborazione mirate alla mobilitazione delle risorse produttive e
interventi in atto e al pieno conseguimento di obiettivi di Piano, in
collaborazione con gli attori già attivi.
Un primo elenco non esaustivo degli enti pubblici che si intendono coinvolgere è costituito dalla
Regione Puglia e dalla Provincia di Bari. Ad essi si potranno affiancare altri partner istituzionali quali
e la Sovrintendenza ai Beni Culturali.
Per quanto riguarda gli interventi nelle aree rurali, la valorizzazione del territorio e la possibilità di
i proprietari o i conduttori delle numerose masserie, con consorzi di produttori e con associazioni di
altri operatori economici, nel quadro delle attività di servizio, di marketing territoriale e di
promozione delle iniziative agrituristiche previste dal piano.
seguito di convenzioni con gli Enti sovracomunali con competenza sulle reti viarie (Regione,
Provincia) e con esponenti del Partenariato Economico-Sociale per la promozione della mobilità
sostenibile (ove possibile, nel rispetto delle linee guida proposte dal Progetto CYRONMED).
azione dei soggetti attuatori dovrà in ogni caso essere effettuata nel rispetto della
normativa vigente in materia degli appalti (D.Lgs. n. 163/2006) con procedure di evidenza pubblica.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
6. INIZIATIVE PER LA PARTECIPAZIONE CIVICA E DELLE PARTI INTERESSATE
Il Piano Integrato dello Sviluppo Territoriale (PIST) giungerà a conclusione di un percorso di
aggiornamento e integrazione degli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale (PUG, PSZ,
PSL, etc.) dei Comuni coinvolti, e dovrà essere quindi in grado di riassumere le linee per lo sviluppo
organico di una area ampia e complessa.
Risulta necessario, pertanto, garantire il massimo coinvolgimento della popolazione, raccogliendo le
istanze che emergono dai vari gruppi sociali ed economici, così da definire un piano di interventi al
contempo fattibile e durevole.
Il processo di coinvolgimento attivo della popolazione nei processi decisionali si avvarrà di
CNIPA per i processi partecipativi.
gruppi di interesse locali nel processo di definizione degli obiettivi strategici per lo sviluppo del
territorio, organizzando incontri e forum tematici che utilizzeranno le potenzialità di una piattaforma
informativa di nuova concezione.
Lo strumento telematico renderà disponibile un ambiente per lo scambio di opinioni sulle finalità del
PIST e sui progetti da realizzare, per il confronto costruttivo e per la sintesi dei diversi interessi
finalizzati allo sviluppo armonico del territorio.
Locale, le Associazioni e i cittadini che potranno esprimersi liberamente, sotto la supervisione di
facilitatori, per attivare un processo di condivisione del processo decisionale e di co-valutazione delle
proposte di pianificazione avanzate dalle altre Amministrazioni coinvolte nella redazione del PIST.
Al fine di strutturare il processo partecipativo in maniera efficace e conforme agli obiettivi prefissati,
verrà predisposta una opportuna piattaforma di social groupworking web-based che consenta a tutti
gli attori partecipanti di contribuire proattivamente alla definizione di una scelta condivisa mediante
voti, pareri, commenti o discussioni.
Dopo aver effettuato l'accesso, l'utente avrà a disposizione una varietà di strumenti ospitati su pagine
web per la condivisione di contenuti.
La struttura del sistema sarà organizzata si moduli web (quali forum on line, condivisione documenti,
calendario e social network) che consentiranno di raccogliere le opinioni, di confrontare proposte e di
valutare i risultati degli interventi.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Le metodologie con cui saranno coinvolti i cittadini saranno articolate in modo da garantire il
coinvolgimento della cittadinanza nella redazione del PIST sin dalle fasi preliminari della
generazione del Piano e consentire che le istanze della cittadinanza abbiano il giusto risalto nella
redazione del Piano stesso, secondo il Project Cycle Management e le relative linee guida redatte
dalla Commissione Europea, di seguito graficizzato.
Le sei fasi del Project Cycle Management.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Allegato 1
PROTOCOLLO DI INTESA DEI COMUNI DI ADELFIA, BITETTO E BITRITTO
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Allegato 2
REGESTO FOTOGRAFICO
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
REGESTO FOTOGRAFICO
Comune di Aldefia
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Adelfia: il centro urbano.
Il centro storico di Canneto.
Il centro storico di Montrone.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Adelfia: Ingresso al centro storico di Montrone.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Adelfia: Castello marchesale di Montrone.
Adelfia: Chiesa Madre a Montrone.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Adelfia: Chiesa di Santa Maria del Principio a Montrone.
Adelfia: Palazzo Angiuli a Montrone.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Adelfia: Ingresso al centro storico di Canneto .
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Adelfia: Torre Normanna a Canneto.
Adelfia: Chiesa Maria SS. Della Stella a Canneto.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Adelfia: Chiesa Matrice a Canneto.
Adelfia: Casina Don Cataldo o Casina di Monsignore a Canneto.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
REGESTO FOTOGRAFICO
Comune di Bitetto
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitetto: il centro urbano.
Bitetto: il centro storico.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitetto: Porta Piscina.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitetto: Palazzo Baronale.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitetto: La Cattedrale di San Michele Arcangelo.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitetto: Il convento del Beato Giacomo.
Bitetto: La chiesa di San Rocco.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitetto: La chiesa di San Domenico.
Bitetto: La chiesa di Santa Maria La Veterana.
Bitetto: La chiesa di San Giuseppe.
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitetto: Cappella della Benedetta.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
REGESTO FOTOGRAFICO
Comune di Bitritto
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Piano Integrato di Sviluppo Territoriale
Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitritto: il centro urbano.
Bitritto: il centro storico.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitritto: elementi
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitritto: il Castello Normanno-Svevo.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitritto:
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitritto: Chiesa Matrice Maria Santissima di Costantinopoli.
Bitritto: Chiesa Matrice Maria Santissima di Costantinopoli e Castello Normanno-Svevo.
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Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale
ANTICHI CUORI URBANI
Rigenerazione degli insediamenti umani
Bitritto: Casa torre.
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