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Chiesto il giudizio per i medici
12 Latina Un 58enne apriliano morì a Pomezia dopo un intervento alla colecisti Il giornale di VENERDÌ 9 OTTOBRE 2015 GIUDIZIARIA Chiesto il giudizio per i medici A rischiare un processo anche due “camici bianchi” del capoluogo pontino di CLEMENTE PISTILLI C hiesto il giudizio anche per due medici pontini accusati, insieme a cinque loro colleghi di Pomezia e Roma, di omicidio colposo, per la morte di un 58enne sottoposto a un intervento alla colecisti. Trascorsi oltre due anni e mezzo dai fatti, il sostituto procuratore della Repubblica di Velletri, Giuseppe Travaglini, punta a un processo per i sette “camici bianchi”l e a decidere sull’eventuale rinvio a giudizio, il prossimo 7 dicembre, sarà il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale veliterno, Emiliano Picca. I pontini indagati sono il chirurgo Ivan Fruttero e il cardiologo Andrea Davoli, entrambi di Latina. Il 15 febbraio 2013, Marcello Spaccatrosi, 58enne di Aprilia, venne sottoposto nella clinica Sant’Anna di Pomezia a un intervento di videoparacolecistectomia e perse la vita il giorno successivo. I familiari della vittima presentarono un esposto e la Procura della TAR Udienza preliminare a dicembre dal gup di Velletri g Ipotizzato l’omicidio colposo Repubblica di Velletri aprì un’inchiesta, delegando le indagini ai carabinieri e a tre consulenti medico-legali. Il primo sospetto fu quello che, non avendo tenuto un punto metallico, all’apriliano fosse risultata fatale un’emorragia. Concluse le indagini, se- condo il sostituto procuratore Travaglini, quanto accaduto a Pomezia sarebbe stato un omicidio colposo, di cui sarebbero responsabili sette medici. Per gli inquirenti, i chirurghi Massimo Chiarot, di Roma, e Umberto Valente, di Pomezia, insieme all’anestesista po- Respinto il ricorso di “Topolino” Sgombero confermato S gombero confermato. Il Tar del Lazio ha avallato il provvedimento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in base al quale il pregiudicato Ermanno D’Arienzo dovrà lasciare l’immobile a lui confiscato. D’Arienzo, 57 anni, detto “Topolino”, è uno degli esponenti della malavita di Latina. Con alle spalle numerosi precedenti per rapina e negli ultimi tempi il coinvolgimento in indagini sullo spaccio di sostanze stupefacenti in terra pontina, il pregiudicato è stato sottoposto a misura di prevenzione e si è visto confiscare il suo patrimonio, perché ritenuto dai giudici frutto di attività illecite. Diventata definitiva la confisca, il 19 giugno scorso l’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità ha inviato al 57enne un’ordinanza di sgombero dall’immobile da lui occupato. “Topolino” ha impugnato quell’atto, insieme a una nota informativa della questura di due giorni pri- g Il Tar del Lazio ma, chiedendo al Tar di annullare quei provvedimenti e, nell’attesa di esaminare nel merito la vicenda, di sospenderli. Il Tribunale amministrativo del Lazio, con ordinanza, ha però ora negato il “congelamento” di quegli atti chiesto dal ricorrente. Per i giudici romano D’Arienzo “non è proprietario del bene oggetto del provvedimento impugnato né lo occupa secondo titoli specifici”. Sempre per il Tar, inoltre, il pontino non avrebbe dimostrato di essere impossibilitato a trovare subito un altro immobile dove vivere. Avallata così la scelta dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata e condanna anche per “Topolino” a pagare mille euro di spese di giudizio. metino Alessandro De Santis, nell’intervento di videolaparocolecistectomia non avrebbero riportato nella cartela clinica la difficile emostasi intraoperatoria, la responsabile del laboratorio analisi, Rita Giardini, di Pomezia, non avrebbe fatto consegnare con urgenza le analisi richieste, che evidenziavano un importante quadro anemico, facendole arrivare al reparto solo dopo la morte del paziente. Sempre secondo il sostituto Travaglini, il medico di guardia in chirurgia, Fruttero, non avrebbe poi compiuto i ne- cessari controlli diagnostici né richiesto analisi con urgenza e lo stesso avrebbe fatto il suo collega Claudio Paciucci, di Roma. Il cardiologo Davoli non avrebbe infine chiarito a Fruttero la situazione del 58enne. A decidere sarà il giudice Picca.