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È tempo di alzare la voce

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È tempo di alzare la voce
Notizie
testimonianze
proposte
per gli amici
dei missionari
BURUNDI
CAMERUN
CIAD
CONGO R. D.
MOZAMBICO
SIERRA LEONE
BANGLADESH
FILIPPINE
GIAPPONE
INDONESIA
TAIWAN
THAILANDIA
CSAM
Centro Saveriano Animazione Missionaria
Via Piamarta, 9 - 25121 Brescia
Tel. 030.3772780 – Fax 030.3772781
E-mail: [email protected]
[email protected]
AMAZZONIA
BRASILE
COLOMBIA
MESSICO
Direttore: Marcello Storgato
Redazione: Diego Piovani
Direttore responsabile: Marcello Storgato
Regist. Trib. di PR 07-03-1967 - n. 400
Fruisce di contributi statali (legge 270/1990)
2014 NOVEMBRE n. 9
In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio P. T. Brescia C.M.P.,
detentore conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa
È tempo di alzare la voce
a tragedia che
si è abbattuta
sulla comunità
di Kamenge lo
scorso 7 e 8 settembre, quando
sono state trucidate tre missionarie saveriane, ci ha toccato
tutti. L’onda di
commozione ha
mostrato quanto la
gente partecipi alle
vicende dei missionari e ha provocato un’ulteriore presa di coscienza del male
che infierisce nel
mondo.
Al di là delle responsabilità
dell’eccidio, che
non tocca a noi
determinare, il
fatto ha mostrato come sia vero
quello che il papa ripetutamente
dice, che cioè “oggi ci sono più
martiri nella chiesa che nei primi
secoli” e che tra coloro che subiscono persecuzione per le loro convinzioni, i cristiani sono i
più numerosi.
“C’è un tempo
per parlare…”
Sant’Ambrogio, poco prima di
morire, parafrasando un versetto del Qohelet, diceva: “C’è un
tempo adatto per tutto: un tempo
per tacere e un tempo per parlare. Devi tacere quando non trovi un interlocutore disponibile;
devi parlare quando il Signore ti
concede una lingua sapiente, così da rendere efficace il tuo discorso nel cuore dei tuoi ascoltatori”.
Noi missionari non pecchiamo certamente di timidezza, an-
zi, siamo spesso accusati di puntare il dito contro le ingiustizie
che affliggono i poveri, ma non
amiamo parlare troppo dei disastri che ci colpiscono personalmente, perché non vorremmo alimentare l’odio e il risentimento nei confronti di chi ci attacca. Oggi c’è già in giro tanta
avversione… che non è evangelica, perché assomiglia alla voglia di vendetta.
Questa volta però non possiamo tacere. Non perché nel caso
delle tre missionarie di Kamenge siamo stati colpiti negli affetti famigliari, ma perché dobbiamo denunciare il fatto che molti cristiani, insieme con altre minoranze religiose, sono oggetto
di vessazioni e persecuzioni ingiuste e intollerabili.
Perseguitati per la fede
Qualcuno ha lamentato che la
PER UNA CHIESA APERTA
Usciamo nelle periferie dell’umanità
p. MARCELLO STORGATO, sx
P
apa Francesco, “venuto
quasi dalla fine del mondo”, costantemente invita tutti i cristiani ad aprire le porte
- delle nostre chiese, delle nostre associazioni, delle nostre
case, e soprattutto dei nostri
cuori - per uscire verso le molte
“periferie esistenziali” presenti
nel nostro mondo attuale.
Piace al papa una chiesa per
strada, di casa in casa, in movimento fino ai confini della
terra, come la vuole Gesù. E
così deve essere, per dimostrare che la chiesa è davvero “missionaria per natura”.
“La chiesa in uscita è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che
accompagnano, che fruttificano e festeggiano” (Evangelii gaudium n.24).
Occorre prima di tutto
“aprire il cuore e uscire dalla nostra solitudine e indifferenza”: per questo abbiamo pensato di farci guidare
proprio da papa Francesco
durante tutto l’anno 2015,
attraverso il semplice strumento del “calendario”.
So che riceverete molti calendari in omaggio. Ma il calendario di Missionari Saveriani, in
questo, è unico! Ed è tutto da
sfruttare, giorno dopo giorno.
Bastano due minuti per puntare
l’occhio sulla data del giorno e
leggere il breve e incisivo “messaggio” del papa: lo mettiamo
in un posticino della mente per
viverlo durante il giorno, e ripensarlo la sera, prima del meritato riposo della notte.
Afferma il papa: “Su una nave sballottata dalle onde, costa
fatica remare. Ma anche con il
vento contrario, remiamo tutti insieme; anche il papa rema
nella barca di Pietro. E mentre
remiamo, dobbiamo pregare
tanto; anche se siamo uomini
di poca fede, il Signore ci salverà. Speriamo sempre nel Signore” (27.9.2014).
Sì, dobbiamo remare insieme
e pregare tanto! È come l’appello di san Benedetto: “ora
et labora - prega e lavora”.
Ed è bello farlo insieme a
papa Francesco. Non possiamo lasciarlo remare da solo, sulla barca sbattuta dalle
onde e dal vento nel nostro
mondo attuale. Né possiamo
stare sulla sponda a guardare… come andrà a finire.
Possiamo e dobbiamo
condividere il costo della fatica missionaria, rinnovando ogni giorno l’entusiasmo
e la gioia di evangelizzare
la nostra vita e le tante periferie dell’esistenza. E facciamoci aiutare dal calendario
“Missionari Saveriani” 2015.
■
Felice anno a tutti!
chiesa ha parlato poco di queste
vicende dolorose, quasi che non
sapesse bene cosa e come dire,
o avesse scelto di tacere per non
compromettere il quieto vivere o
il dialogo con tutte le parti in causa. Non è così. La chiesa ha taciuto perché sa che essere perseguitati, per i fedeli e specialmente
per i missionari, è in fin dei conti
un rischio connesso con la fede e
con le scelte della missione.
Già san Pietro scriveva: “Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a
voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di
strano. Ma, nella misura in cui
partecipate alle sofferenze di
Cristo, rallegratevi… Beati voi,
se venite insultati per il nome di
Cristo, perché lo Spirito di Dio
riposa su di voi” (1Pt 4, 12-16).
Contro ogni violenza
Ma quando sono colpite delle
persone del tutto inermi - com’erano Olga, Lucia e Bernardetta,
le tre missionarie di Kamenge -,
e quando persone del tutto innocenti e disarmate “sono perseguitate, sono cacciate via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente con loro, [...] spogliate
di tutto” - come ha detto il papa
- solo perché non vogliono abbandonare la propria fede, allora
la chiesa deve parlare, deve invitare alla preghiera e al perdono, ma deve anche dire al mondo
che questa è la strada della barbarie che rivela a che punto l’u-
manità può giungere quando dimentica le intenzioni del Creatore e i suoi disegni di salvezza.
Il tempo della preghiera non
ha termine e anche quello del
perdono. Il tempo dell’attesa silenziosa, prudente e calibrata nella ricerca dei canali di
ascolto più adeguati e di spiragli di buona volontà per affrontare la difficile e delicata situazione di troppi cristiani d’Asia e
d’Africa, deve cedere il passo a
quello della parola e dell’appello, come ha fatto in questi ultimi
tempi papa Francesco con la ferma condanna di ogni violenza e
ogni forma d’intolleranza.
La nostra denuncia
A questa parola autorevole e
coraggiosa vogliamo aggiungere
anche la nostra denuncia, facendo propria quella del presidente
dei vescovi italiani di fronte alla “crudele persecuzione che tormenta e uccide tanti cristiani e
altre minoranze religiose”.
Di fronte alla violenza jihadista scatenata in nome di Dio “la
nostra coscienza deve ribellarsi. Dobbiamo a una voce gridare che sono crimini contro l’umanità e… se dalla comunità internazionale non si leva univoca, chiara, forte e insistente la
condanna e la presa di distanza
dall’inaccettabile vergogna, è un
atto di viltà imperdonabile”. ■
Non si è spenta ancora l’eco dell’uccisione in Burundi
delle saveriane Pulici, Raschietti e Boggian. Il tempo
della preghiera e del perdono non ha termine. Unanime è la condanna di ogni
forma di violenza e intolleranza religiosa nel mondo.
2014 novembre n.
9
ANNO 67°
2015
L
p. GABRIELE FERRARI, sx
CALENDARIO 2015
La denuncia: i cristiani sono i più perseguitati
Stampa: Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia
Abbonamento annuo € 10,00 - Contiene I. R.
Poste Italiane. Sped. A.P. D.L. 353 03 (conv.
L.27/02/04 n° 46) art. 2, comma 2, DCB Brescia.
Envoi par Abonnement Postal - Taxe Perçue
GENNAIO
Papa Francesco: «Quando i bambini sono accolti,
amati, custoditi, tutelati, la famiglia è sana, la società
migliora, il mondo è più umano» (Betlemme, 25.5.14)
Il saveriano sardo p. Antonino Melis ai bambini di Yagoua
in Camerun insegna i valori della loro cultura (foto A. Melis / Archivio MS).
1G
2V
3S
4D
5L
6M
7M
8G
9V
10 S
11 D
PACE MONDIALE
Madre di Dio
Maria si è presa cura del bambino Gesù
+ fr. Remo Bucari, Parma
ss. Basilio e Gregorio Davanti ai bambini siamo come Maria o come Erode?
s. Genoveffa
I bambini sono segno di speranza e di vita
2a tempo di Natale
Gesù è la vera luce che illumina ogni uomo
6
s. Amelia
I bambini hanno bisogno di essere accolti e difesi
INFANZIA MISSIONARIA
Epifania
Oggi Gesù inaugura la fratellanza universale
Natale ortodosso
s. Luciano
s. Massimo
+ p. Giovanni Zaltron, Vicenza
Dai bambini si capisce lo stato di salute della famiglia
Quando i bambini sono accolti e amati, la famiglia è sana
s. Alessia
s. Aldo
Battesimo del Signore
Dai bambini si capisce lo stato di salute della società
Quando i bambini sono tutelati, la società migliora
Tu sei il Figlio mio, l’Amato
17 S
18 D
19 L
20 M
21 M
22 G
23 V
24 S
25 D
26 L
27 M
Giornata ebraico-cristiana
s. Antonio abate
Con un bambino che soffre, viene la preghiera del “perché”
18-25 OTTAVARIO ECUMENICO
2 tempo ordinario
a
s. Mario
Signore, io vengo per fare la tua volontà
Contrastiamo la velenosa cultura dello “scarto”

s. Sebastiano
I nonni sono i saggi in casa!
s. Agnese
I nonni sono molto importanti per salvare la fede
s. Vincenzo
Le case per anziani siano vere case, non prigioni!
s. Emerenziana
s. Francesco di Sales
Le case per anziani siano “polmoni” di umanità
Gli anziani non vengano dimenticati, trascurati
GIORNATA LEBBRA
3a tempo ordinario
ss. Tito e Timoteo
Giornata memoria - Shoà
s. Angela Merici
Signore, fammi conoscere le tue vie
Andate a visitare gli anziani e prendetevi cura di loro
5
Un popolo che non custodisce i nonni non ha futuro
2014 NOVEMBRE
MISSIONE E SPIRITO
MISSIONE FAMIGLIA
In morte dell’amata Rachele
Vivere e morire con normalità
R
achele non è un’eroina;
è semplicemente donna:
con la sua passione d’innamorata, con le sue amare gelosie nel
costante convivere con la sorella Lia, che Giacobbe ha dovuto
sposare per prima, con il suo tenace desiderio di maternità.
“Dammi dei figli, se no muoio!”, aveva detto Rachele a Giacobbe, suscitandone le ire: se
Dio le aveva chiuso il grembo,
forse che lui c’entrava? (Gen
30,1s). In effetti, la sua prima
maternità è più che mai un dono di Dio e lei mette al mondo il
suo Giuseppe chiamandolo con
il nome del suo desiderio inesausto: “Il Signore mi aggiunga un
altro figlio!” (30,24).
Il secondo figlio s’aggiunge e
Rachele lo sente crescere in sé
nel viaggio che con Giacobbe e
tutto il suo clan la sta portando
nel paese di Canaan. Quel figlio
nascerà nella terra della promessa, a differenza dei suoi fratelli
nati in Mesopotamia, e sarà l’ultimo figlio di Giacobbe.
Fu la stanchezza del viaggio,
fu l’imponderabile? Le sue doglie si trasformano in agonia, la
gioia attesa in sapore di morte.
Lei che anche così aveva “sostenuto una lotta tremenda contro
sua sorella e aveva vinto” (30,8),
si appresta a morire proprio della
sua vittoria.
La vita, la morte. Quel figlio
Morte di Rachele e nascita di Beniamino
(Cignaroli, Venezia)
Quindi partirono da Betel. Mancava ancora un tratto di cammino
per arrivare a Èfrata, quando Rachele partorì ed ebbe un parto difficile. 17 Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: “Non temere:
anche questa volta avrai un figlio!”. 18 Ormai moribonda, quando stava per esalare l’ultimo respiro, lei lo chiamò Ben-Onì, ma suo padre lo
chiamò Beniamino. 19 Così Rachele morì e fu sepolta lungo la strada
verso Èfrata, cioè Betlemme. 20 Giacobbe eresse sulla sua tomba una
stele. È la stele della tomba di Rachele, che esiste ancora oggi.
Genesi 35,16-20
16
normalità, senza retorica, perché
fa parte del mestiere d’essere
donna: la possibilità di morire
per dare la vita.
nasce vivo e non saprà portare
nella memoria il primo e ultimo
sguardo di sua madre, sguardo
di fierezza e di dolore. Lo chiama Ben-Onì, con una parola
che dice al contempo dolore e
gioia: “figlio del mio dolore”,
ma anche “figlio della mia forza”. Perché appaia solo la vita,
Giacobbe, senza mutare la scelta di Rachele, lo chiamerà BenYamìn, “figlio della mia destra,
della mia forza”. E lo amerà con
cuore di padre e di madre.
Rachele se ne va, dopo aver
consegnato al mondo il figlio.
Come il banano che secca dopo
aver dato il suo frutto, mentre
già un nuovo banano germoglia
al suo fianco. Semplice storia di
donna, ripetuta milioni di volte
FIORETTI DI P. UCCELLI
“DESIDERO ANDARE IN PARADISO!”
p. GUGLIELMO CAMERA, sx
al cielo è per il servo di Dio p. Pietro Uccelli un
L’ aspirazione
continuo invito alla santità. Lo scrive con insistenza nelle sue
2
sr. TERESINA CAFFI, mM
LA PAROLA
lettere, da cui riportiamo qualche pensiero.
“Diventiamo santi, dunque, senza alcuna riserva e condizione.
Questo è il grande e inviolabile desiderio che io ho sempre… Questo pensiero di essere tutti di Dio è quello che ci conforta e ci raddolcisce le pene di questo esilio. Vivere senza questo desiderio è un
lento morire, ma con esso la vita è gioia celeste.
Diciamo dunque spesso al Signore, specialmente dopo la santa
Comunione, che vogliamo amarlo e che vogliamo essere
suoi servi fedeli, e che solo desideriamo la sua maggior
gloria e la nostra santificazione. Questo e null’altro
per me desidero, e tutti i miei pensieri, tutti i miei
affetti e tutte le mie opere li dirigo a quella meta
nobilissima”.
La strada per il paradiso e la forza di percorrerla
ci viene dalla fiducia e dall’abbandono completo alla volontà di Dio. Così scrive p. Pietro Uccelli:
“Coraggio nel Signore e dica spesso: Fiat voluntas
tua, con l’intenzione di volerla fare sempre e in
tutto. Mettiamoci nelle mani di Dio, e lui faccia di
noi e delle nostre cose secondo il suo divino volere,
che ci verrà manifestato in modo speciale da chi guida la nostra anima”.
E ancora: “Mettiamoci sempre nel mare d’acqua dolce
della volontà di Dio, e non temiamo. Il Signore vuole solo il nostro
bene, anzi il nostro maggior bene, e a questo scopo dispone gli
eventi. Il nostro pregare sia fatto di uniformità al volere di Dio, e
allora il male diventa sopportabile e meritorio. Quando la croce
pesa troppo sulle nostre deboli spalle, diciamo a Gesù benedetto
che ci faccia da Cireneo”.
Il Signore conosce ciò che è per il nostro maggior bene: “Ho messo tutto nelle mani di Dio, il quale sono certo disporrà secondo il
meglio dell’anima mia. Non ho avuto un desiderio così vivo di andare in paradiso come ora, e chi sa che il Signore non mi faccia una
così bella grazia… “Ringraziamo il Signore per essere arrivati fino a questa età. E preghiamolo di concederci tutte quelle grazie
che ci sono necessarie per prepararci a fare una morte santa”. ■
nella storia del mondo e ancora
frequente in alcuni contesti.
Bimbi che crescono senza poter ricordare una madre; bimbi
che la seguono nel viaggio della
morte. Donne che vengono sepolte nel pianto ma anche nella
UNA NUOVA MISSIONE?
Mons. Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni in
Sierra Leone (nella foto con
ghirlanda di benvenuto), da
metà settembre è in Sud Sudan come “inviato speciale”
del superiore generale, per rispondere a una richiesta della
Conferenza episcopale del neonato Stato africano. Mons. Biguzzi si trattiene in Sud Sudan
fino alla fine di novembre ed è
impegnato a valutare un eventuale nuovo campo di missione
per i saveriani in Africa. Vi terremo informati sui futuri sviluppi della situazione.
■
UN CONSIGLIO... SPECIALE
A metà settembre, presso la
casa madre di Parma, i membri
del Consiglio del laicato saveriano hanno incontrato i membri della direzione generale
dei saveriani, per conoscersi
meglio e riflettere insieme sugli ideali e sulle sfide comuni,
in Italia e nelle missioni. È stato anche espresso il desiderio
di incontrare gli altri gruppi di
laici saveriani attivi in diverse
nazioni del mondo.
La cena è stata servita nella
casa della “fraternità”, a Parma, dai coniugi Volta e dai loro
ospiti. Scrive Mirella, presidente
Il mistero di Gesù che soffre,
muore e risorge era annunciato
nelle Scritture antiche: nel Servo
del Signore, nella storia di Giona, nello stesso Giuseppe figlio
di Rachele... Anche Rachele, anche tutte le Rachele del mondo
annunciano a loro modo questo
mistero. È anche guardando a
loro che Gesù interpretò la sua
passione e la sofferenza dei suoi:
“La donna, quando partorisce, è
nel dolore, perché è venuta la sua
ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più
della sofferenza, per la gioia che
è venuto al mondo un uomo. Co-
dei laici saveriani: “è stata davvero una giornata speciale, passata in spirito di famiglia, tanto
caro a san Guido Conforti”. ■
NELLA CASA DELL'ORRORE
A circa un mese dal massacro
delle missionarie Olga, Lucia e
Bernardetta a Kamenge, periferia di Bujumbura in Burundi,
le saveriane sono tornate nella
“casa dell’orrore”. Il ritorno è
avvenuto l’11 ottobre, in occasione della prima visita in
Burundi della neo eletta direttrice generale sr. Giordana Bertacchini, accompagnata dalla
direttrice uscente sr. Ines Frizza. Una comprensibile grande
emozione per tutte le sorelle,
arrivate anche dalle missioni
del confinante Congo.
Alla santa Messa nella chiesa “San Guido Conforti”, l’arcivescovo Evariste, i saveriani del Burundi e del Congo, i
molti sacerdoti, religiosi e religiose e l’immensa folla dei
fedeli hanno ricordato con
grande commozione le tre
sorelle massacrate il 7 e 8 settembre scorsi. “Ora la commozione, lo sgomento, la riconoscenza e il perdono de-
sì anche voi…” (Gv 16,21-22).
Ci generò, infatti, nel sangue
e nell’acqua. Anche Gesù fu Rachele. Anche Rachele annunciò
Gesù. Che la vita si dà accettando di perderla. Rachele vide il
suo futuro in Ben-Onì; Gesù annuncia a tutte le Rachele anche
una vittoria personale, una vita
personale che diventa piena.
Come Rachele anche noi.
Pensando alle tante Rachele
sconosciute, discrete, normali
che ancora vivono il mistero del
dare la vita anche al più grande
prezzo, anche noi “religiose e religiosi” troviamo che qualora ci
capitasse che la vita sia tolta nel
nostro servizio quotidiano, possiamo solo vivere ciò con normalità.
■
vono continuare nella ricerca
della verità su quanto è successo”, hanno ripetuto i religiosi e i rappresentanti del
governo. Anche sr. Giordana
ha lasciato questo messaggio:
“Ci auguriamo che piena luce
sia fatta su questo assassinio,
affinché il popolo burundese
possa maggiormente credere
alla giustizia e a una pace duratura”.
■
QUEL 28 NOVEMBRE 1964
Il 28 novembre 1964 è avvenuto il martirio dei saveriani fr.
Vittorio Faccin e p. Luigi Carrara (a Baraka) e di p. Giovanni Didonè e del sacerdote Joubert (a Fizi), nella rep. Dem. del
Congo. Nel 50.mo anno dall’eccidio, i saveriani sono invitati a
commemorare i martiri missionari, a pregare per la fedeltà
alla missione fino alla morte, a
presentare il valore della vocazione missionaria nel carisma
di san Guido Conforti. I saveriani del Congo hanno preparato
un sussidio per l’animazione
missionaria in lingua francese
dal titolo: “Aimer jusqu’à donner sa vie - Amare fino a donare la propria vita”.
■
Il dolore delle consorelle saveriane
in preghiera (foto S. Della Pietra)
2014 NOVEMBRE
DIALOGO E SOLIDARIETÀ
LETTERE AL DIRETTORE
p. Marcello Storgato
MISSIONARI SAVERIANI
Via Piamarta 9 - 25121 Brescia
E-Mail: [email protected]
Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale
CONVERTITI ALL’ISLAM O ALLA VIOLENZA?
Caro direttore,
il cappellano dell’università cattolica “Providence” di Taiwan,
prof. Ramon Santacana, mi ha mandato un’informazione importante.
All’insegna della reciprocità, la Norvegia ha vietato all’Arabia Saudita di finanziare moschee, visto che non permette di costruire chiese
sul suo territorio. Il ministro degli Esteri Jonas Gahr Store ha dichiarato che saranno rifiutate le donazioni milionarie provenienti dalla
Saudi Arabia: “L’accettazione di questo denaro sarebbe un controsenso, poiché nel paese arabo c’è il divieto di costruire luoghi di culto di altre religioni. Solleverò la questione davanti al Consiglio d’Europa e difenderò questa decisione basata sulla più stretta reciprocità
con l’Arabia Saudita”.
La notizia è stata purtroppo ignorata dai grandi mezzi di comunicazione. Ma è bene farla conoscere ai nostri lettori, anche come oggetto
di riflessione.
Fabrizio Tosolini, sx - Parma
Caro Fabrizio,
la notizia non è nuova; è infatti di ben quattro anni fa (ottobre 2010).
È vero che i grandi media non vi hanno dato peso, a parte l’Avvenire
(con un articolo di L. Fazzini) e pochi siti cattolici e laici. Non so
come sia andata a finire la questione al Consiglio d’Europa, come
lodevolmente promesso dal ministro degli Esteri norvegese di allora.
Fatto sta che chiedere la “reciprocità” in campo di libertà religiosa è
un sacrosanto diritto da parte dei governi e delle diplomazie, se vogliono
prendere sul serio i rapporti internazionali. Anche la chiesa chiede ininterrottamente a tutti - Stati e cittadini - il rispetto della libertà religiosa,
ma non può esigere stretta “reciprocità”, in base ai principi evangelici.
Ma questa lodevole “reciprocità” non andrebbe applicata dai nostri
governi in tanti altri campi? Perché limitarla solo alla questione “moschee - chiese”? Da vari anni ormai le finanze e le risorse arabe, cinesi,
russe eccetera stanno acquistando importanti settori di investimento e
di mercato; vengono stipulati accordi e contratti (non sempre trasparenti) tra governi e compagnie multinazionali…
E tutto questo è dichiarato “benvenuto!”, senza stare a guardare “il
capello” del rispetto dei diritti umani. Anzi, non poche personalità si
sono dichiarate contro le sanzioni applicate a qualche Stato, perché
hanno provocato il boicottaggio dei nostri prodotti e la perdita di interessi finanziari.
Ma c’è anche un’altra questione spinosa, che ci riguarda da vicino:
da una parte, i cristiani perseguitati apertamente, senza che i governi e
le diplomazie occidentali vi diano il dovuto peso; d’altra parte, l’avanzamento di estremisti islamici, del marchio Isis e affini, con giovani
convertiti all’islam e pronti a compiere atti terroristici in tante parti
del mondo, senza che gli islamici moderati sconfessino chiaramente e
metodicamente questa rivendicazione della “religione della violenza”.
Mi domando: è conversione, o perversione? È conversione a una fede religiosa, o una perversione alla brutale violenza? Le voci dei “veri” islamici contro queste perversioni sono state troppo poche, troppo
rare, troppo deboli. Speriamo che presto prendano maggiore
consistenza e chiarezza, per liberarsi dal sospetto di… connivenza. Cari saluti a tutti da
p. Marcello, sx
STRUMENTI D’ANIMAZIONE
LA CHIESA... IN USCITA
Segnaliamo due pubblicazioni, che hanno radici nella tradizione
della missione saveriana e della chiesa.
“Gioia di fare il bene - Fioretti di p. Pietro
Uccelli” di p. Ermanno Zulian (Ed. Missionari Saveriani, pagine 160, € 7). È la quinta edizione del
noto lavoro di p. Zulian, che ha conosciuto personalmente padre Pietro Uccelli, di cui ha raccolto
aneddoti ed episodi edificanti.
“Una chiesa in uscita” di Ezio
Falavavegna e Dario Vivian (Emi,
64 pagine, € 4,50), sussidio catechetico-pastorale sull’Evangelii
gaudium. È uno strumento utile
a sacerdoti, catechisti, membri del consiglio pastorale, gruppi missionari, per conoscere e approfondire il testo di papa Francesco. Dieci schede aiutano a
organizzare incontri di formazione con preghiera,
domande e riflessioni, testi biblici e indicazioni per
la vita.
Sconti del 30% per acquisti superiori alle 10 copie.
Richiedere a:
• Libreria dei popoli, Brescia
tel. 030 3772780 int. 2; fax 030 3772781;
e-mail: [email protected]
I MISSIONARI SCRIVONO
Il vescovo emerito invia saluti dal Sud Sudan
Carissimi, vi scrivo dal Sud Sudan, dove mi trovo in… missione speciale. Sto cercando di conoscere un
po’ la situazione e i bisogni della missione. Sono in una delle tante “periferie della missione”. Cristo è già nelle periferie.
Aspetta operai per la sua messe.
Qui le chiese (cattolica, anglicana e protestanti) godono di
alto prestigio morale perché durante la lotta per l’indipendenza
sono state dalla parte della gente, anche attraverso aiuti umanitari e difesa dei diritti umani. Le chiese sono perciò parte del
tessuto vivo di questa nazione. Tuttavia stentano un po’ a trovare un piano pastorale unitario e a superare le difficoltà di collegamento fra le diverse etnie e con le zone isolate. Per questo i vescovi cattolici hanno lanciato un appello per avere nuovi missionari.
Per il momento non ci sono problemi di sicurezza. Tuttavia
c’è il timore che con l’arrivo della stagione secca riprendano
gli scontri armati. Con le piogge molte “strade” sono
interrotte. C’è un segnale negativo: l’aeroporto di Juba non è attrezzato per voli notturni e di notte rimane chiuso. Ma da un po’ di tempo si sente l’andare e
venire di aerei anche la notte. Sembra che sia in atto
un approvvigionamento clandestino di armi... Speriamo che questi voli notturni non siano un brutto presagio.
Invio alcune immagini di varie occasioni:
consegna del vangelo ai catechisti; celebrazione della Messa in una cappella; benedizione di una chiesa in costruzione... Ho benedetto anche una capra (vedi foto) che poi è arrivata in cucina a mezzogiorno… Calorosi saluti a tutti.
+ Giorgio Biguzzi, sx - Juba, Sud Sudan
A Makeni visitiamo le famiglie colpite dal virus Ebola
Rientrato in Sierra Leone dopo un periodo di riposo in Italia, mi trovo a Makeni, dove il virus Ebola ha già provocato almeno 300 vittime. Vedo che la gente ha
imparato a convivere con questa minaccia e, nonostante la serietà della situazione, è cosciente che bisogna andare avanti.
Noi missionari siamo convinti che è necessario essere prudenti, evitando luoghi
dove il rischio di contagio è alto; ma non possiamo rimanere spettatori di fronte
a questo dramma. Ci siamo domandati: cosa possiamo fare per aiutare coloro che
sono stati colpiti dal virus?
Le famiglie, che hanno perso un loro caro, sono messe in quarantena. Questa segregazione è un grosso problema perché le famiglie non hanno risparmi né scorte
di cibo in casa. La diocesi di Makeni ci ha donato una somma di denaro per aiutare; ma anche le nostre comunità cristiane contribuiscono con sacchi di riso, cipolle, sale, carbone, dadi, acqua, latte in polvere per i neonati…
Durante la settimana io e p. Patrick visitiamo le famiglie isolate, portando gli
alimenti di cui hanno bisogno. Raggiunta la casa, ci fermiamo a una distanza prudenziale, chiediamo notizie dei membri della famiglia, incoraggiamo ad avere pazienza, preghiamo con loro e consegniamo gli aiuti.
Questo semplice incontro è per loro è un segno di speranza in un momento di disperazione. Anche se soffrono molto per la perdita dei loro cari, (in una delle famiglie aiutate, su venti membri ne sono sopravvissuti soltanto sei!) non si sentono completamente abbandonati e sanno che possono contare sulla
comunità, che non li ha dimenticati ed è pronta ad aiutarli.
p. Girolamo Pistoni, sx - Makeni, Sierra Leone
SOLIDARIETÀ
COLOMBIA: NUOVI BANCHI PER CALI
La parrocchia “San Francesco Saverio”, nella città di
Cali in Colombia, con la collaborazione della comunità,
sta ristrutturando la chiesa costruita nel 1984. Con i fondi raccolti con tanti sacrifici, è già stato riparato il tetto
della chiesa e rinnovato l’impianto della luce e degli altoparlanti; sono stati recuperati spazi utili per incontri e
catechesi, è stato sistemato il sotto-tetto per riparare dal
caldo delle lamiere e dagli uccelli, che oltre al cinguettio
lasciano tanti ricordi...
Rimangono da sistemare i banchi, che non reggono
più il peso delle persone, divorati dai tarli. Per risparmiare, utilizzando le vecchie strutture di ferro e le tavole recuperate, siamo riusciti a restaurare una decina di banchi. Mancano ancora 80 nuovi banchi, con la struttura in
ferro e le assi nuove, usando un legno immunizzato che
resista ai tarli. Ogni banco costa 300 euro, per un totale di 24.000 euro.
La comunità parrocchiale sta collaborando con generosità, ma il salario mensile di chi ha la fortuna di lavorare non arriva a € 300. Per questo chiediamo la solidarietà e l’aiuto di quanti desiderano aiutarci.
A nome della comunità ringraziamo e imploriamo per
tutti voi la benedizione del Signore.
p. Emilio Baldin, fr. Luigi Pinna, p. Ignacio Larrea
PICCOLI PROGETTI
8/2014 - COLOMBIA
Nuovi banchi per Cali
La parrocchia “S. Francesco Saverio” di Cali,
in Colombia, ha ristrutturato la chiesa costruita 30 anni fa. Chiede contributi di 24mila euro
per 80 nuovi banchi, al costo di € 300 ciascuno, su cui si può incidere il nome del “donatore”; ma sono benvenuti contributi parziali.
• Responsabili del progetto sono i saveriani
p. Baldin, fr. Pinna e p. Larrea.
7/2014 - SIERRA LEONE
Emergenza “Ebola”
I saveriani e la diocesi di Makeni fanno appello per costituire un “fondo di emergenza” per
contrastare l’espansione del virus Ebola, educare la gente, provvedere agli strumenti di prevenzione e soccorrere le famiglie delle vittime.
• Responsabili sono p. Paganelli (incaricato diocesano) e p. Di Sopra (superiore).
Chi desidera contribuire, può utilizzare l’accluso
C/c.p., oppure può inviare l’offerta su C/c.p. o bonifico direttamente a:
“Associazione Missionari Saveriani Onlus”
Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA
C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345)
IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281
È bene inviare copia dell’avvenuto bonifico
via fax al n. 0521 960645 oppure via e-mail a
[email protected] - con nome, cognome e indirizzo (per emettere documento valido ai fini della detrazione fiscale).
2014 NOVEMBRE
ALZANO
24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4
Tel. 035 513343 - Fax 035 511210
E-mail: [email protected] - C/c. postale 233247
IBAN - IT 82 K 05428 52520 000000000195 (UBI Banca Popolare Bergamo, Alzano L.)
La memoria di p. Luigi Carrara
Un mese per ricordare chi ci ha preceduto
I
n questo tempo dell’anno, quando le stagioni si
spengono e la natura si mette a
dormire, ci è caro ricordare coloro “che ci hanno preceduto nel
segno della fede e dormono il
sonno della pace”. In novembre
ricordiamo i nostri morti e per
loro offriamo preghiere, fiori e
lumi, facciamo celebrare Messe
e soprattutto compiamo opere di
carità.
Continuiamo così il cammino
di vita e di speranza di coloro
che sono vissuti prima di noi,
mantenendo vivo il ricordo del
bene fatto e raccomandandoli
alla misericordia di Dio. Sono
i nostri cari che ricordiamo più
facilmente, ma è buona abitudine ricordare anche le “anime
abbandonate” e pregare per loro.
Il 28 novembre del 1964
Per noi bergamaschi si aggiunge quest’anno un’altra circostanza. Il 28 novembre di 50
anni fa veniva assassinato un
saveriano originario di Cornale
di Pradalunga: p. Luigi Carrara,
di 31 anni. Riteniamo questo nostro fratello un vero martire della
chiesa missionaria. Perciò sentiamo il bisogno di chiedere a lui
la sua preghiera d’intercessione.
Interceda presso il Signore a nostro favore, perché conserviamo
la fede e la tramandiamo integra
alle nuove generazioni.
Grazie alla fede ricevuta dagli
antenati, p. Luigi Carrara ha dato
la sua vita e ha sparso il suo sangue, per essere seme fecondo di
vita cristiana per le generazioni
di oggi e di domani, in terra ber-
p. GERARDO CAGLIONI, sx
gamasca e in terra africana.
L’odio della vendetta
L’olocausto dei saveriani in
Congo si consumò il 28 novembre 1964 per mano di Abedi Masanga che era stato al servizio
della missione e poi si era dato
alla politica. All’inizio della ribellione si era fatto notare per la
sua prepotenza e per le ruberie
che operava nei villaggi, ai danni della popolazione inerme, libero e indisturbato di compiere
vendette e soprusi.
Il 27 novembre cercò di tendere un’imboscata a una colonna di autoblindate guidate dai
mercenari e lanciò i suoi simba
all’attacco. Fu una carneficina! Oltre 700 simba caddero
sotto i colpi di mitragliatrici e
La terra ha dato il suo frutto
La memoria di p. Luigi Carrara / 2
P
adre Luigi Carrara è un figlio generoso della terra di
Bergamo ed espressione di quel
popolo che ha dato alla chiesa di
Dio tanti figli e figlie: religiosi,
preti e missionari. È l’espressione genuina di quella tradizione
cristiana che il popolo ha vissuto
con tanta gioia e vivacità, nella
chiesa locale e nei territori di
missione.
Il vangelo ce lo ricorda efficacemente: la buona pianta dà
frutti buoni e il buon terreno fa
fruttificare con abbondanza. La
vita offerta e sacrificata del missionario, come dice un detto antico, è “seme di nuovi cristiani”.
In preghiera per i nostri
missionari defunti
Quest’anno celebriamo il
giubileo - un evento di 50 anni
fa - del martirio di p. Luigi Carrara. È un modo speciale di rivivere il suo dono al Signore; è
un modo per rinnovare la nostra
vita cristiana e impegnarla di
nuovo, per attualizzare il nostro
impegno battesimale e prendere
energia utile a migliorare la nostra testimonianza cristiana.
Assieme a p. Luigi Carrara,
vogliamo fare memoria di tutti
i missionari e le missionarie che
sono tornati alla casa del Padre.
È tradizione che i famigliari dei
saveriani defunti si trovino a
pregare nella nostra casa di Alzano Lombardo. È un modo per
rinsaldare i legami, per sentirci
famiglia, uniti dallo stesso ideale di san Guido Conforti, e per
far giungere ancora la buona no-
p. G. CAGLIONI, sx
tizia del vangelo ai più lontani.
A disposizione
della chiesa di Bergamo
La casa dei saveriani di Alzano
continua a essere luogo di incontro per far vivere l’ideale missionario del Conforti e tenere viva
la memoria degli uomini e delle
donne bergamasche che hanno
annunciato il vangelo lungo i secoli e nei diversi continenti.
Ancora oggi i saveriani sono a
disposizione della chiesa e della
gente di Bergamo per tener vivi
questi ideali di vita missionaria
e tramandarli alle prossime generazioni. Noi, in particolare, in
questo mese, guardiamo a p. Luigi Carrara perché ci aiuti a vivere con coerenza la nostra scelta
cristiana.
■
mortai. Lui si salvò sotto un
mucchio di cadaveri. Il giorno seguente, ebbro di odio e
di alcol, pensò di vendicarsi
dello smacco subíto assaltando i saveriani delle missioni
di Baraka (padre Carrara e
fratel Faccin) e di Fizi (padre
Didonè e il sacerdote locale
don Atanasio Joubert).
L’eccidio di Baraka
Verso le nove del mattino il
carnefice arrivò a Baraka con
un piccolo gruppo di uomini
armati e sfogò l’ira contro
fratel Vittorio Faccin, che stava lavorando nella sua stanza.
Lo fece uscire e gli scaricò
addosso l’intero caricatore
dell’arma.
Il confratello p. Luigi Carrara stava confessando: uditi
gli spari, uscì dalla chiesa
indossando la stola violacea
e si avviò verso Abedi. Questi gli gridò: “Ti porto a Fizi
per ucciderti”. Padre Carrara
rispose calmo: “Se mi vuoi
uccidere, preferisco morire
qui, vicino al fratello”. E si
inginocchiò a pregare. Abedi
lo uccise in quella posizione,
che gli era stata tanto cara per
tutta la sua vita. I corpi dei
due martiri furono sepolti da
mani pietose in fretta e di nascosto.
L’eccidio di Fizi
Compiuto l’eccidio, Abedi
si diresse verso Fizi dove arrivò nel tardo pomeriggio. Fermò
la macchina davanti alla grande
statua dell’Immacolata che domina l’entrata della missione, a
pochi passi della chiesa. Scese
dalla vettura e chiamò ad alta
voce p. Giovanni Didonè.
Questi uscì e neppure si accorse che Abedi teneva la pi-
P. Luigi Carrara, missionario bergamasco, martire in Congo il 28 novembre 1964 con fratel
Faccin, p. G. Didonè e don Joubert; nella foto,
il giorno della sua prima Messa
stola puntata su di lui. Fu colpito in pieno e cadde di schianto, senza un lamento. Uno zampillo di sangue bagnò il terreno.
Poco dopo Abebi uccise anche
il sacerdote Joubert. Le salme
dei due martiri vennero sepolte
la mattina dopo dai cristiani ancora terrorizzati.
■
IN PREGHIERA PER LA MISSIONE
Pubblichiamo il calendario degli appuntamenti con la Messa e l’Adorazione missionaria per il 2014-2015, presso i saveriani di via Ponchielli 4, ad Alzano. Invitiamo tutti a partecipare, almeno spiritualmente.
Potete ritagliare questo riquadro e tenerlo nel vostro libro di preghiere o nella vostra bibbia.
1°
Messa missionaria 15
martedì del mese, ore
2014
defunti)
8 novembre (saveriani lsi)
ita
13 dicembre (ritiro Un
2015
3 febbraio
3 marzo
lsi)
21 marzo (ritiro Unita
7 aprile
5 maggio
Adorazione m
3° giovedì del mesissionaria
e, ore 20,30
2014
20 novembre
18 dicembre
2015
4
I fratelli di p. Luigi Carrara davanti al monumento dedicato al saveriano martire in Congo,
a Cornale di Pradalunga, suo paese natale
15 gennaio
19 febbraio
26 marzo (missio
nari martiri)
16 aprile
21 maggio
2014 NOVEMBRE
BRESCIA
25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9
Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781
E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259
IBAN - IT 45 Q 03500 11202 000000001607 (UBI Banco di Brescia, Brescia 2)
I Warega nella foresta congolese
La mostra 2014-2015 dei saveriani di Brescia
L
e mostre tematiche allestite dai saveriani di Brescia
hanno fatto 13: siamo infatti alla
tredicesima edizione. I visitatori stavolta, per quattro mesi,
potranno viaggiare nella foresta
della repubblica democratica
del Congo (RD Congo), stato
dell’Africa centrale sul bacino
dell’omonimo fiume.
La RD Congo, nata come stato
indipendente nel 1960, è un paese otto volte più grande dell’Italia ed è ricco di risorse naturali.
La popolazione è composta da
oltre 300 etnie e la mostra presenterà le caratteristiche dell’etnia Warega, situata nella parte
orientale del Paese, dove ancora
oggi sono presenti i saveriani.
L’identità
della società Warega
L’arte africana, e in particolare quella del Congo, misteriosa
e affascinante, è rappresentata
soprattutto da maschere, feticci,
amuleti, insegne di potere… Oggetti da ammirare non solo per il
loro valore estetico, ma perché
costituiscono parte integrante del fattore religioso, mezzi
di contatto degli uomini con il
mondo dell’aldilà.
Nel percorso della mostra saranno esposti autentici manufatti
in avorio, osso, legno pregiato,
attraverso i quali i visitatori entreranno in rapporto con la cultura e la composizione sociale
e religiosa dei Warega. Quasi
tutti gli oggetti esposti sono stati
affidati dai bwami al saveriano
p. Gianandrea Tam, perché li
custodisse come depositario del
loro mondo culturale. Ora, attraverso la mostra, quegli oggetti
prendono nuova vita e svelano ai
visitatori aspetti e insegnamenti
della società Warega, preservan-
a cura di DIEGO PIOVANI
done l’identità originale.
Laboratori e concorso
Il mattino, e solo per le scuole, saranno allestiti laboratori
di artigianato e d’arte africana:
lavori creativi, differenziati sia
per percorso che per grado di
difficoltà (per informazioni e
prenotazioni: tel. 349 3624217;
fax 030 3772781, e-mail [email protected]).
La visita alla mostra è gratuita, ma la partecipazione ai laboratori prevede un contributo di €
2,50 a persona. È necessario che
i gruppi prenotino per tempo, sia
la visita che i laboratori. Le classi che visitano la mostra possono anche preparare elaborati che
saranno oggetto di premiazione
venerdì 8 maggio 2015.
Un progetto di solidarietà
Non c’è mostra senza solida-
Tre vite, tre semi d’amore
In memoria di Olga, Lucia e Bernardetta
25 settembre nella
G iovedì
chiesa di San Cristo è stata
4
celebrata la Messa di suffragio
per le saveriane Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta
Boggian, uccise a Kamenge
(Burundi) il 7 settembre scorso.
L’iniziativa è stata del “gruppo
burundese di preghiera”, in collaborazione con i saveriani e il
centro missionario di Brescia.
Hanno partecipato numerosi sacerdoti burundesi, i saveriani della comunità bresciana e quattro
saveriane, tra cui la direttrice generale sr. Giordana Bertacchini.
sentimenti di dolore, sgomento,
incredulità e grande vergogna.
Non siamo qui per chiedere la
giustizia umana per le nostre sorelle uccise perché, come spesso
accade, forse non avverrà. Tuttavia rivolgiamo agli autori di
questa carneficina un appello
alla conversione, perché sicuramente non scamperanno alla
giustizia divina.
I cristiani del Burundi hanno
bisogno di approfondire la propria fede per arrivare all’amore
vero e scongiurare la ripetizione
di tragedie come questa”.
Il sacerdote:
“Dolore e vergogna”
Nella sua omelia, il burundese don Stanislas ha detto: “Con
grande dolore, ma anche con
grande fede, ci raccogliamo in
preghiera per ricordare Olga,
Lucia e Bernadetta. Noi burundesi abbiamo provato forti
Il console:
“Abbiamo capito che…”
Alla celebrazione Eucaristica
ha partecipato anche il console
onorario del Burundi il sig. Pacifique Mwisumamwo, che ha
rivolto un messaggio ai presenti.
“Da quel triste giorno registriamo gesti straordinari. Eravamo
a cura di D. PIOVANI
venuti a consolare, con il cuore
pieno di tristezza, ma siamo noi
a essere consolati, accolti e rassicurati. Questi sono i primi frutti del loro sacrificio, veri miracoli d’amore di cui siamo testimoni. Ora vediamo chiaramente
ciò che prima solo intuivamo: la
loro morte ha svelato a noi tutti
il mistero della loro vocazione:
donare la vita.
Bernardetta, Olga, Lucia siete passate per la nostra terra facendo del bene: avete fasciato
ferite, accarezzato volti, asciugato lacrime, detto una buona
parola. Chi ha stroncato le vostre vite non ha ridotto la vostra
capacità di amarci, anzi, adesso
che siete presso Dio, è aumentato il vostro potere e noi sappiamo che non ci abbandonerete. E
noi cercheremo di essere degni
del vostro amore, ripudiando la
violenza e costruendo un mondo
di pace”.
■
Un momento della celebrazione eucaristica in suffragio delle tre saveriane martiri in Burundi, celebrata a San Cristo il 25 settembre
rietà. E quest’anno, con i proventi della mostra sarà sostenuta
la nuova missione saveriana nella città di Kindu, dove è in costruzione la “Città dei giovani”,
affidata ai missionari saveriani.
Si chiede un aiuto per attrezzare due grandi aule per gli
studenti, che spesso non sanno
dove andare a studiare. Servono
infissi e illuminazione, oltre a
tavoli e panche. Gli arredi sono
fabbricati sul posto. Il preventivo di spesa si aggira sui 15mila
euro.
Sabato 8 novembre
l’inaugurazione
Sabato 8 novembre, a partire
dalle ore 16, è prevista l’inaugurazione ufficiale. Nella sala
Romanino a San Cristo, in via
Piamarta 9, p. Gianandrea Tam
parlerà della sua esperienza con
i Warega. Alle 18, il taglio del
nastro della mostra “Warega, i
signori della foresta congolese”.
La mostra, che chiuderà il 1°
marzo 2015, godrà anche di alcuni appuntamenti culturali paralleli, sempre a San Cristo.
• Sabato 6 dicembre alle 20,30 spettacolo folkloristico-musicale del gruppo “Ngoma yetu”
(il nostro tamburo).
• Sabato 13 dicembre alle 20,30
- concerto di Natale con la
partecipazione del coro polifonico di Cailina, diretto da
mons. Claudio Del Pero.
• Venerdì 16 gennaio alle 20,30
- conferenza sul tema “Parliamo delle arti dell’Africa nera:
un primo sguardo artistico e
antropologico”, con Elio Revera, consulente d’arte e cultura tribali dell’università di
Brescia.
• Sabato 7 marzo alle 19,30 - cena con menù di cucina tradizionale congolese (prenotarsi
al 349 3624217 entro e non oltre il 15 gennaio 2015; il contributo è di 25 € a persona). ■
UNA VITA GIÀ DONATA
sr. GIORDANA BERTACCHINI, mM
A conclusione della celebrazione, la direttrice generale sr. Giordana
Bertacchini (nella foto con maglione rosso) ha preso la parola, a nome
di tutte le consorelle saveriane.
Grazie a voi tutti presenti a questa celebrazione in memoria delle
nostre sorelle Olga, Lucia e Bernardetta uccise in Burundi. Ci sentiamo uniti da un grande dolore e grande speranza. Quello che abbiamo vissuto prima e dopo l’assassinio delle nostre sorelle, l’amore che
hanno ricevuto in Burundi, la coralità della partecipazione al cordoglio, le testimonianze di solidarietà con questa sofferenza ci hanno
molto confortato. Questo sangue versato ci lega ancor più alla chiesa
e al popolo burundese.
Abbiamo sperimentato anche noi quello che tanta gente innocente ha vissuto durante questi anni difficili nei Paesi dei Grandi Laghi e
non possiamo che portarli ancor più nel nostro cuore.
Le nostre sorelle hanno amato il popolo burundese e hanno desiderato restare in Burundi anche in momenti difficili, convinte della forza
trasformatrice della Parola di Dio e della bontà di ogni essere umano.
Esse hanno voluto passare gli ultimi anni della loro vita testimoniando la prossimità e la sollecitudine del Signore per tutti i suoi figli. Nulla è stato loro tolto, la loro vita l’avevano già donata.
Con voi tutti in questo momento di sofferenza, siamo orgogliose di
loro e ringraziamo il Signore per la loro testimonianza. La loro morte
è la conclusione della scelta irrevocabile di consacrare la propria vita
all’annuncio del vangelo e costituisce il dono estremo alla chiesa e al
popolo burundese.
Ci auguriamo pure che piena luce sia fatta su questo assassinio, affinché il popolo burundese possa maggiormente credere alla giustizia e a una pace duratura. Che il sangue delle nostre sorelle sia seme
di fraternità per tutta la regione, come ha augurato papa Francesco.
2014 NOVEMBRE
CAGLIARI
09121 CAGLIARI CA - Via Sulcis, 1
Tel. 070 290891
E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084
IBAN - IT 15 I 01015 04804 000000019850 (Banco di Sardegna, Cagliari)
Nel ricordo di zio Giovanni
Una giornata di condivisione... saveriana
A
metà maggio, dopo tanti
anni, la famiglia Picci ha
potuto partecipare all’appuntamento annuale organizzato dai
saveriani della Sardegna, secondo lo scopo del santo fondatore
di “fare del mondo una sola famiglia in Cristo”. Da bambina
amavo partecipare al pranzo missionario, festoso e pieno di tanta
allegria. Ho ritrovato lo stesso
clima gioioso anche questa volta.
Il suo diario spirituale…
Quest’anno ci siamo incontrati insieme alle altre famiglie dei
saveriani nella casa di Cagliari,
in via Sulcis. Dopo la festosa
accoglienza dei missionari, ci
siamo trovati tutti insieme nei
saluti, nelle presentazioni, nei
ricordi dei parenti saveriani tra chi è partito per la casa del
Padre e chi è in missione per il
mondo - e nella condivisione di
esperienze forti, come quella che
p. Pinuccio Ibba mi ha chiesto
di raccontare, a proposito di p.
Giovanni Picci, missionario in
Giappone dal 1951.
Quello che ho potuto scoprire
di mio zio - la sua intensa spiritualità, la sua grande tenerezza e accoglienza verso tutti, il
suo spirito di sacrificio - è stato possibile grazie al lavoro di
baccalaureato in Sacra Teologia
presentato nel 2011, che mi ha
permesso di analizzare il suo
“Diario spirituale” e conoscere
così tutto ciò che zio Giovanni,
persona introversa e schiva, raramente ci raccontava di persona, quando rientrava in famiglia.
La missione in Giappone
Ho ripercorso brevemente le
tappe principali della sua missione: il suo arrivo a Miyazaki,
dove ha iniziato a studiare la
lingua giapponese con estrema
difficoltà; i vari trasferimenti
tra Nobeoka e Takanabè, per
recuperare le piccole comunità
cristiane disperse e senza un pastore; lo spostamento definitivo
a Saito, dove ha potuto costruire - con l’aiuto di tante persone
PAOLA PICCI
- la piccola chiesetta dedicata a
San Giovanni Battista. A Saito
p. Picci ha anche intrapreso “la
via degli asili”, un progetto che,
attraverso l’educazione dei bambini, gli ha dato la possibilità di
allargare la comunità cristiana
anche ai genitori.
Padre Picci ha accolto - a
partire dal 1978 - i profughi del
Vietnam (circa cinquecento) nella sua casa, aiutandoli in tutte le
più disparate difficoltà: imparare
la lingua, trovare un lavoro, recarsi all’ospedale, inserire i figli
a scuola. Infine, ha potuto vedere realizzarsi altri due sogni: la
nascita del convento delle suore
di clausura redentoriste e alcune vocazioni al sacerdozio, che
lui stesso ha potuto seguire in
quegli anni, prima di rientrare
a Quartu, a causa della malattia.
L’amore di Dio ovunque
A novembre dello scorso anno, il Signore ha concesso a me
e mio marito di vedere con i nostri occhi i luoghi dove ha vis-
Più siamo e meglio stiamo...
Le iniziative per il 50° di presenza saveriana
ricorrenza del 50° anN ella
niversario di fondazione
della casa saveriana di Cagliari
in via Sulcis, sono partite alcune
iniziative che si prolungheranno per tutto l’anno e oltre. Desideriamo crescere nello spirito
missionario e annunciare il vangelo nelle nostre famiglie, nelle
nostre comunità parrocchiali e al
mondo intero. San Guido Conforti interceda per noi e ci dia un
po’ del suo zelo missionario.
Ecco il calendario delle iniziative.
Ogni giovedì sera
Ogni giovedì alle 18 (o alle
18,30), incontro di preghiera,
adorazione e riflessione, che si
conclude con la celebrazione
4
della santa Messa.
Tutti sono benvenuti a partecipare. E coloro che non possono
fisicamente, si uniscano spiritualmente, in chiesa o in casa,
personalmente o in gruppo, per
leggere e meditare il vangelo e
pregare insistentemente per le
vocazioni missionarie. Chi desidera avere qualche indicazione
per le letture e la riflessione, ci
contatti al numero scritto in alto.
Più siamo e meglio è!
Il programma “AMA”
Il gruppo Gams (Gruppo amici missionari saveriani), formato
da persone adulte, dopo alcuni
incontri informali nei mesi scorsi, si è dato una struttura di base,
dividendosi in gruppi di anima-
Il gruppo Gams si è già trovato per un primo incontro martedì 7 ottobre;
aspettiamo anche voi perché… più siamo e meglio stiamo
p. GIANNI ZAMPINI, sx
zione in casa e fuori, con un calendario di attività. Ha forgiato
il motto “AMA”. Ecco cosa significa.
Ascoltare: ascoltare la parola
di Dio o il racconto della missione attraverso le esperienze
missionarie.
Meditare: la parola accolta e
meditata nel cuore si trasforma
in atteggiamento, cambiando la
propria vita e le proprie relazioni.
Agire: azione interna per le
necessità e il buon funzionamento della casa saveriana di
spiritualità missionaria; azione
esterna, ovvero animare i gruppi
e le parrocchie per un orizzonte
missionario.
Con questo bel programma,
ogni membro del Gams, dopo
aver accolto con gioia e vissuto
con impegno la parola del vangelo, esce fuori e va nelle periferie per comunicarlo.
Il compianto p. Giovanni Picci all’esterno di una scuola materna in Giappone,
dove è stato missionario per quasi quarant’anni
suto lo zio Giovanni e di incontrare tante persone che lo hanno
conosciuto. Abbiamo constatato
la commozione e la riconoscenza sincera di tutti, l’affetto filiale e la gratitudine delle piccole
alunne che ora sono donne, e dei
vietnamiti che oggi si sono inseriti in Giappone.
Tutto questo ci ha fatto comprendere quanto sia importante
il compito che i missionari svolgono lontano dalla loro terra, per
portare concretamente la buona
notizia, l’amore di Dio per tutti i
suoi figli, soprattutto verso coloro che ancora non lo conoscono.
Questo è il ricordo più sincero
che tutti loro mi hanno trasmesso, che ho ritrovato in ogni saveriano che lì ho conosciuto e che
appartiene a tutti coloro che continuano oggi la loro missione: la
tenerezza paterna, la grande accoglienza verso tutti, la profonda
umanità che, consapevole della
propria fragilità e debolezza, in
tutto e per tutto si affida a Dio,
che può operare grandi cose attraverso i suoi missionari.
■
UNO SGUARDO A NORD DELL’ ISOLA
p. VIRGINIO SIMONCELLI, sx
Il Mission Day è il giorno che dà inizio alle attività saveriane nella casa di Macomer: il martedì rosario missionario, il mercoledì Messa missionaria e il giovedì Adorazione missionaria. Naturalmente sono iniziate anche le attività con i giovanissimi e i giovani: week-end,
campetto invernale, settimane di vita comune e, per i giovani, anche
il “Compro-missione”.
Dallo scorso anno abbiamo voluto allargare il Mission Day anche al
territorio, per cercare di lavorare in sinergia. Così sono stati coinvolti
l’oratorio per la formazione degli animatori, le salesiane, l’ACR della parrocchia cittadina di S. Pantaleo, la parrocchia della Sacra Famiglia con il viceparroco don Maurizio. La diocesi era rappresentata da
p. Andrea Rossi che, pur essendo saveriano, lavora in diocesi ed è uno
dei responsabili della pastorale giovanile.
Quest’anno abbiamo approfondito il discorso sulla missione come
“testimonianza di vita donata”. Le magliette dicevano appunto che
la “Missione è a 360 gradi”. Un centinaio tra giovani e adulti hanno
partecipato alle varie testimonianze: missione e preghiera, missione e
giovani, missione e impegno civile, missione ad gentes.
Nell’Eucarestia abbiamo dato spazio a una coppia di sposi, Marco
e Gioia. Con in braccio il loro bambino Giovanni, hanno testimoniato
che la missione è apertura alla vita come dono di Dio. Giovanni è un
miracolo vivente: avrebbe potuto morire appena nato, ma ora sta facendo ricredere quei medici che consigliavano l’aborto. Abbiamo scoperto la potenza dell’amore!
Il programma degli incontri
per i prossimi mesi è il seguente:
• Martedì 11 novembre - riunione del Gams.
• Sabato 13 dicembre - ritiro del
Gams e delle delegate-zelatrici del sud della Sardegna, iniziando alle ore 9,30 fino alle
ore 13; segue il pranzo comunitario.
■
I giovani al Mission day hanno animato la celebrazione Eucaristica
con la musica e i canti
2014 NOVEMBRE
CREMONA
43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8
Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502
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Ponti tra religioni a Jakarta
Indonesia, nazione più musulmana al mondo
è un luogo poco
L’ Indonesia
noto alla maggioranza de-
p. MATTEO REBECCHI, sx
vo il ricordo del devastante tsunami avvenuto dieci anni fa; agli
appassionati nerazzurri non sarà
sfuggito che il magnate Thohir
ha acquistato l’Inter… Malgrado ciò, l’Indonesia rimane ancora fuori dall’elenco delle località a cui si fa spesso riferimento.
La sindrome di minoranza
L’Indonesia è la nazione con
gli italiani, pur essendo un granla più numerosa popolazione
de paese asiatico. Certamente si
islamica al mondo: più di 200
conosce Bali (ma molti neppure
milioni, su un totale di 1.3 misanno che questa favolosa meliardi di musulmani viventi sul
ta turistica fa parte dell’arcipeglobo. Un bel po’, anche perché
lago Indonesiano!); è ancora vinormalmente si pensa che l’islam sia una
realtà esclusivamente
araba.
Nonostante questa
grande presenza musulmana, vivere
in Indonesia
non significa
necessariamente coltivare rapporti sereni e di
collaborazione con il
mondo islamico. È facile, infatti,
Un incontro di dialogo del gruppo dei laici, amici dei saveriani, con la comunità islamica
cadere vittidegli Ahmadiyah di Jakarta (maggio 2013 a Bintaro)
Grazie, caro don Elio Testa!
Uomo di preghiera e amante delle missioni
C
anonico della cattedrale
e parroco emerito della
parrocchia cittadina della Beata Vergine di Caravaggio, don
Elio Testa si è spento a Cremona, all’età di 91 anni, lunedì 20
ottobre. Uomo di grande spessore umano e spirituale, aveva
affidato a un semplice slogan il
progetto della sua vita: “Pregando con Dio cammini nella carità
dei fratelli”.
Nella sua omelia, mons. Dante
Lafranconi ha ripercorso questo
itinerario, riferendosi ad alcune
caratteristiche fondamentali del
suo ministero sacerdotale.
4
Le sue qualità sacerdotali
Uomo di preghiera, affidava a Dio la pienezza del
suo ministero: “Mi inginocchio davanti a Dio
per poter restare in piedi
davanti agli uomini”, era
solito dire.
Assiduo al confessionale, dispensatore della
misericordia di Dio, ha
sempre sottolineato l’importanza del sacramento
della riconciliazione per
guarire le ferite dell’anima. Attento ai fratelli più
provati dal dolore, è stato
sempre vicino ai sofferenti con sensibilità e delica-
tezza esemplari. Grazie a don
Elio, la sottosezione cremonese
dell’Unitalsi, di cui era assistente, ha fatto un percorso spirituale
molto profondo.
Persona positiva e cordiale,
non c’era nessuno che avvicinandosi a lui non si sentisse
rinfrancato e incoraggiato. Devoto della Madonna, a Lei aveva dedicato le chiese che aveva
contribuito a costruire: Madonna
di Lourdes, a San Matteo delle
Chiaviche, e Beata Vergine di
Caravaggio, in città. Particolarmente legato al santuario di
Lourdes, guidò molti pellegrinaggi tanto che il vescovo della
cittadina francese lo insignì del
titolo di “cappellano onorario”
p. GESUINO PIREDDA, sx
della grotta di Lourdes.
Il suo amore per la missione
Non possiamo dimenticare la
dimensione missionaria della
sua azione pastorale. Ha certamente fatte sue le parole di papa
Francesco quando richiama l’attenzione dei fedeli e delle comunità sulla centralità dell’impegno
missionario, per raggiungere le
periferie, tutto ciò che è distante
da noi, a livello esistenziale. Voleva bene ai missionari saveriani, che invitava spesso nella sua
parrocchia. Diceva: “Cosa possono fare i missionari, se dietro a
loro le comunità cristiane rimangono inerti e indifferenti?”.
Grazie, don Elio, per averci
accompagnato per un
lungo tratto della nostra
Don Elio Testa,
storia saveriana in terra
sacerdote amico
cremonese, per averci
delle missioni, è salito
al cielo il 20 ottobre
sempre incoraggiato
a non abbandonare la
strada della missione.
“A Maria, modello di
evangelizzazione umile e gioiosa, rivolgiamo la nostra preghiera,
perché la chiesa diventi
una casa per molti, una
madre per tutti i popoli
e renda possibile la nascita di un nuovo mondo”.
■
ma della sindrome della minoranza, di sentirsi discriminati,
se non minacciati, e di chiudersi
in un ambiente ristretto e protettivo, che certamente preserva dai
conflitti, ma non favorisce i contatti con il mondo non cristiano.
L’ambiente aiuta l’incontro
Perciò la missione in questo
immenso arcipelago richiede la
volontà di superare la semplice tolleranza interreligiosa per
uscire verso le periferie della fede, forzandoci a creare vicinanza con persone musulmane: per
conoscerci, dialogare e comunicare i doni della fede.
Riguardo a ciò, la comunità
degli studenti saveriani di filosofia, a Jakarta, si trova in una
posizione privilegiata, perché è
costituita da saveriani giovani ed
entusiasti. Inoltre, la multi culturalità dell’ambiente metropolitano e la presenza di organizzazioni interreligiose operanti sul
territorio facilitano l’apertura al
dialogo.
Queste condizioni, a cui va
aggiunto anche il carattere generalmente moderato dell’islam indonesiano, permettono relazioni
interreligiose positive che in altri paesi musulmani sembrano
ancor oggi sogni irrealizzabili.
Dopo-scuola e dialogo
Le attività che i saveriani cercano di portare avanti a Jakarta
sono di diverso tipo. La prima,
e più consolidata, è il lavoro di
animazione e dopo-scuola svol-
to con i bambini di quartieri poveri in diverse zone della città.
Queste attività di servizio a frequenza settimanale raggiungono
un numero di 500 bambini, per
lo più musulmani. In questo modo miglioriamo l’istruzione ricevuta nella scuola e, allo stesso tempo, riusciamo a entrare in
rapporto con il mondo musulmano rappresentato dagli stessi bambini e dalle loro famiglie.
Un’altra attività è quella del
dialogo interreligioso che si
svolge a due livelli. Il primo è
l’impegno settimanale di alcuni
studenti saveriani che si inseriscono in gruppi di carattere interreligioso e in quattro organizzazioni musulmane, nelle quali si presta un servizio in diversi ambiti: indagini in internet,
ricerca di notizie, sistemazione
della biblioteca, lavoro di segreteria, partecipazione a conferenze… Tutto questo serve agli studenti per entrare in rapporto con
il mondo islamico in modo intenso e regolare.
Il secondo livello è rappresentato da incontri mensili che si
svolgono nella nostra casa, invitando relatori per lo più islamici,
a svolgere un tema di varia natura: dalla politica alla spiritualità,
al fondamentalismo… A questi
incontri, oltre ai nostri studenti,
partecipano anche altri amici di
diversa estrazione religiosa, facendo sì che talvolta arriviamo
anche a una sessantina di persone presenti.
■
(continua nel riquadro)
FRUTTI DI RISPETTO E AMICIZIA
p. MATTEO REBECCHI, sx
Mi pare di poter dire che i frutti di queste nostre attività siano soprattutto due. La prima è quella che gli studenti saveriani sono aiutati a entrare in relazione diretta e personale con il mondo islamico.
Ciò produce una conversione che gradualmente mina i pregiudizi e
le resistenze che non sono appropriati allo spirito missionario. Inoltre, si sta creando una rete di amicizie e di rapporti molto belli, attraverso i quali ci si sente più famiglia, pur nella pluralità delle appartenenze religiose.
Nello scorso mese di luglio, la nostra comunità ha vissuto il lutto
della morte di p. Giuseppe Bagnara, un anziano saveriano di 82 anni.
In questa circostanza abbiamo ricevuto messaggi di condoglianze anche da protestanti, musulmani e buddhisti. Un’amica di religione Bahai è venuta a visitarlo durante il ricovero e ha voluto essere presente
ai suoi funerali per pregare ed esprimere la sua vicinanza alla comunità saveriana e a p. Bagnara, il quale due anni fa le aveva voluto regalare la sua bibbia personale.
P. Francesco Marini e p. Matteo Rebecchi incontrano Djohan Effendi, islamico ed ex
segretario di stato, una personalità del dialogo in Indonesia
2014 NOVEMBRE
DESIO
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La martire missionaria di Desio
Lucia Pulici, la donna dal cuore grande
L
a notizia della barbara uccisione delle tre saveriane, il
7-8 settembre, ha fatto il giro del
mondo. A stento abbiamo dovuto
accettare una realtà così cruda e disumana. E quasi increduli, ci stiamo ancora domandando: perché è
stato commesso questo crimine?
A villa Tittoni negli anni ‘60
Lucia Pulici (la meno anziana
delle tre missionarie uccise) era
entrata tra le saveriane, a Parma,
alla giovane età di 21 anni. Veniva
da una famiglia numerosa, composta da sei sorelle e due fratelli.
Oggi sono ancora vive quattro
sorelle. La famiglia abitava alla
periferia di Desio e Lucia cresceva entusiasta della vita, beandosi
di visitare i campi che il fratello
coltivava. Era una giovane bella,
aveva anche molti “pretendenti”,
ma Lucia aveva altri sogni.
Frequentava la comunità saveriana di Desio, allora nella villa
p. DOMENICO MENEGUZZI, sx
Tittoni. Erano gli anni ’60 e faceva parte di un progetto, animato dai missionari, chiamato “Cotù” (Conquistare tutti). Lo scopo
era educare ragazzi e adolescenti
all’apertura missionaria. Lucia
“non perdeva mai le riunioni
che si tenevano”, ha ricordato la
sorella Giovanna.
“Va’ dove ti porta
la tua vocazione!”
Sotto la guida di p. Galvan,
La chiesa di San Giorgio, a Desio, strapiena di persone che hanno voluto salutare la saveriana Lucia Pulici,
uccisa con le consorelle Olga Raschietti e Bernardetta Boggian a Kamenge in Burundi, il 7 settembre
Si presentano agli amici lettori
Dopo dieci anni di missione in Brasile
S
ono originario di Salerno
e ho 46 anni. Sono passati
già 25 anni da quando, nel 1989,
sono entrato tra i saveriani, proprio qui a Desio, per frequentare
gli studi di filosofia, prima di fare il noviziato ad Ancona. A Parma ho continuato gli studi di teologia. Ordinato sacerdote nel
1996, ho vissuto cinque anni a
Cagliari, in Sardegna.
Nel 2003 ho preso il volo più
lungo: sono andato in Brasile.
La missione è stata una grazia,
un dono, un’esperienza molto
bella e arricchente. Sono rimasto lì dieci anni, vissuti nella pastorale e a contatto con la gente nello stato di San Paolo e nel
Paranà.
La comunità saveriana di Desio ha visto aumentare il numero
delle sue presenze, grazie agli arrivi di p. Paolo Della Valle e p.
Oliviero Ferro. Si presentano ai loro nuovi amici lettori.
p. OLIVIERO FERRO, sx
4
ono piemontese di nascita (da Borgosesia) e missionario per il mondo intero. Ora
mi trovo a Desio, dopo aver girato il mondo: in Italia (Sardegna, Calabria, Campania e Puglia) e Africa (RD Congo e Camerun). Ho lavorato in modo
particolare con i ragazzi, i giovani (soprattutto scout) e anche
nelle parrocchie.
Naturalmente l’Africa mi è rimasta nel cuore. Mi sono sentito a casa mia, come sicuramente
lo sarò anche qui in Brianza. So
che le persone, in diversi modi,
cercano di aprire il loro cuore, di
non stare al balcone, ma di scendere in strada, come ci ricorda
papa Francesco.
Con l’aiuto e la simpatia di
ciascuno di voi, continuiamo a
realizzare il sogno di san Guido
Conforti - “fare del mondo un’unica famiglia” -, impegnandoci
per lasciare il mondo migliore di
come l’abbiamo trovato. Grazie
di cuore per l’accoglienza! ■
Il gesto d’amore per Gesù
Suor Lucia ha lavorato tanto
anche in Africa. I suoi preferiti
erano i poveri e spesso portava
in spalla le donne che stavano
male per essere meglio curate
nell’ambulatorio della missione.
Aveva vari problemi di salute,
ma l’esperienza della sofferenza
non l’aveva buttata giù; anzi, secondo Giovanna, la più giovane
delle sue sorelle, “ultimamente
era tanto mistica, contemplativa”.
Nell’ottobre dello scorso anno, era ripartita tutta felice per
tornare tra i suoi poveri di Kamenge. “Sto tornando in Burundi, alla mia età e con un fisico
debole e limitato. Interiormente
credo di poter dire che lo slancio e il desiderio di essere fedele
all’amore di Gesù per me concretizzato nella missione è sempre vivo. La missione mi aiuta a
dire nella debolezza: Gesù, guarda, è il gesto d’amore per te!”.
Il saluto di duemila persone
Forse queste sono state le ultime parole di Lucia, dato che
non era molto portata a scrivere. La sorella Giovanna dice che
preferiva parlare al telefono, appena le era possibile. Suor Lucia
ha compiuto i 75 in paradiso il
giorno dopo la sua selvaggia e
brutale uccisione.
Alla Messa di esequie, celebrata nella sua parrocchia di San
Giorgio a Desio, la gente era tantissima, oltre 40 i sacerdoti concelebranti. Qualcuno ha parlato
di quasi duemila persone. Lucia meritava un saluto così cordiale e affettuoso da parte della
sua gente. Di Lucia, sempre riservata nel parlare di sé, hanno
parlato e parleranno le numerose mamme e bambini che hanno
ricevuto tanto amore e affetto.■
UN REGALO DA NON SCIUPARE
“Mi sono fatto tutto a tutti,
per guadagnarne qualcuno...”,
affermava san Paolo. Il popolo
brasiliano è molto accogliente.
La cultura, le tradizioni, il modo di essere chiesa... mi hanno affascinato e conquistato.
Considero il Brasile come la
mia seconda patria e mi manca molto!
Ora i superiori mi hanno chiesto di continuare la missione qui
a Desio. Ci conosceremo e cercheremo di costruire insieme il
regno di Dio.
■
In Africa e in Brianza, a casa mia
S
p. PAOLO DELLA VALLE, sx
Lucia aveva maturato la decisione di entrare tra le saveriane.
“La presenza dei missionari ha
favorito la nascita di diverse vocazioni, tra cui la mia”, aveva affermato un giorno. Del resto la
mamma le aveva detto più volte,
incoraggiandola: “Va’ dove ti
porta la tua vocazione!”.
Nel 1970 sr. Lucia parte per il
Brasile sud e dopo pochi anni la
troviamo in Amazzonia. Ho avuto modo di conoscerla proprio
quando era in piena attività come ostetrica ad Abaetetuba, contenta di raccontarmi quanti bambini aveva fatto nascere. Mi ha
subito colpito la sua dedizione
con la gente umile e povera dei
“bairro” che andava a visitare in
bicicletta. Era piena di entusiasmo per la gente e il suo splendido sorriso, sempre luminoso,
portava serenità e simpatia.
Nel 1982 lascia il Brasile e
viene inviata in Africa, nello
Zaire (oggi RD Congo) dove
rimane per venticinque anni,
fino al 2007, continuando il suo
servizio di ostetrica e infermiera nella diocesi di Uvira. Nello
stesso anno viene mandata nel
vicino Burundi, nella comunità
di Kamenge.
PAOLA FARINA
Padre Paolo Della Valle e p. Oliviero
Ferro, i due “nuovi acquisti” della
comunità saveriana di Desio
Desio è una città missionaria. Chi se ne fosse dimenticato, si sente
tirare la giacca da suor Lucia Pulici. La sua vita (più che la sua morte) parla di zelo missionario: sprigiona e diffonde un profumo che parte
dall’Africa, supera il Mediterraneo e
arriva fino in Brianza. Era una donna
piegata dalla fatica, a furia di soccorrere puerpere, far nascere bambini, assistere mamme e piccoli, aiutarli, medicarli, sfamarli, vestirli.
Partita dalle corti storiche di San
Giorgio, quelle intorno alla vecchia
chiesa, è finita nelle corti disegnate
dalle capanne. La fede in Gesù crocifisso, tanto contemplato, l’ha spinta
a uscire e andare. Una fede nata in
famiglia, presa dalla mamma, rimasta vedova troppo presto con otto figli da crescere, mai trascurati.
Ha respirato la fede in cortile, a
San Giorgio, in città. La città di Pio
XI, il papa delle missioni, di p. Celestino Cattaneo, il primo vescovo
cattolico di Asmara; la città dei tanti giovani partiti per i paesi lontani:
p. Giorgio Frezzini, p. Vincenzo Mariani, p. Giovanni Camnasio, p. Mario Meda...
Suor Lucia Pulici, in missione da oltre 50 anni, non ha mai fatto parlare di sè. Di lei parlavano e parleranno le mamme e i bimbi del Brasile e
dell’Africa. Con il suo martirio ha riportato a galla lo spirito missionario
di Desio: un regalo da non sciupare!
2014 NOVEMBRE
FRIULI
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Una famiglia per la missione
Padre Tiziano Tosolini sacerdote da 25 anni
S
abato 20 settembre le
campane suonano a festa,
l’apprezzata corale polifonica è
pronta a esibirsi e la comunità
cristiana di Adorgnano, radunata nella sua chiesa parrocchiale,
saluta il saveriano p. Tiziano Tosolini che, con una solenne Eucaristia, celebra i suoi 25 anni di
sacerdozio missionario.
Padre Tiziano, missionario
in Giappone, ha dedicato il suo
tempo e le sue migliori doti soprattutto alla ricerca interreligiosa e interculturale nell’università
di Osaka e all’insegnamento di
queste nuove scienze della mis-
sione nelle facoltà teologiche di
Reggio Emilia (Italia) e di Querzon City (Filippine).
Due fratelli nell’est asiatico
Chi è entrato per tempo in
chiesa ha potuto leggere nei fogli ciclostilati, con vera edificazione e frutto spirituale, la storia
di alcune conversioni in Giappone, operate dal lavorio certosino
della grazia di Dio, che lavora in
contemporanea con la testimonianza evangelica dei missionari
e dei nuovi cristiani, aperti alla
fede in Gesù.
All’inizio della celebrazione,
p. LORENZO MATTIUSSI, sx
il parroco don Ariedo, con molta
cordialità, ha presentato p. Tiziano a tutta la comunità, sottolineando come sia davvero unica la
sua famiglia, che ha offerto alla
chiesa e alle missioni due figli
missionari. Anche p. Fabrizio,
infatti, per vari anni in missione
a Taipei (Taiwan), è ora a Parma
per svolgere il servizio di formatore dei nostri studenti saveriani
di teologia.
Una chiesa costruita
con l’annuncio del vangelo
Con ammirevole semplicità
p. Tiziano ha presieduto la so-
In ricordo dei nostri cari defunti
Essi vivono nel cuore di Dio
p. L. MATTIUSSI, sx
è il mese dei noN ovembre
stri defunti, che ricordia-
4
mo con immenso affetto e profonda gratitudine. Raffiguriamo
i loro lineamenti, ricordiamo le
loro parole, riviviamo i momenti
belli passati con loro e conserviamo i loro esempi luminosi.
Essi, dice la Sacra Scrittura,
sono nelle mani di Dio; sono i
veri viventi, perché vivono nel
cuore di Dio e vivono nel nostro
cuore, nella nostra viva memoria.
Nella beata comunione con Dio
essi ci amano davvero, pregano e
intercedono per noi. Ci accompagnano con vera premura spirituale, perché perseguiamo sempre il
vero bene. Non ci sono parole
più belle per dire dove vivono i
nostri cari che ci hanno lasciati.
Illuminati dai loro volti e
animati dal loro esempio, scopriamo come la nostra esistenza
debba essere lode e dono. Vivere è trovare un po’ di tempo per
gustare la preghiera, stare in silenzio davanti alla parola di Dio,
ravvivare nel nostro cuore la sua
presenza e consacrargli la nostra
giornata, ritornando a lui spesso con spontanee invocazioni e
cordiali suppliche, con parole di
adorazione e di affidamento.
È una bella occasione anche
per ricordare nella preghiera e
fare memoria dei nostri 22 saveriani friulani defunti, sepolti nella terra friulana o nel cimitero di
Parma, e taluni anche nelle terre
di missione dove sono stati annunciatori della buona novella.
L’ultimo missionario friulano
morto quest’anno è stato p. Silvano Zulian, nativo di Marano
Lagunare, deceduto in Indonesia
il 4 aprile a Padang (Indonesia) e
sepolto nel piccolo cimitero saveriano.
■
La tomba del friulano p. Zulian a Padang, in Indonesia; con lui a novembre
ricordiamo tutti i saveriani e i nostri cari defunti
Per Lucia, Olga e Bernardetta
14 settembre i saD omenica
veriani Antonio, Romeo,
Daniele ed Enzo si sono uniti
in preghiera con le saveriane di
Ceggia (VE) nella Messa in suffragio delle tre missionarie uccise in Burundi. Hanno concelebrato con il vescovo di Vittorio
Veneto, mons. Corrado Pizziolo, nel duomo gremito di gente e
alla presenza del fratello e della
nipote di suor Bernardetta.
“Abbiamo voluto celebrare insieme con la comunità cristiana
di Ceggia il sacrificio di Lucia,
Olga e Bernardetta che hanno
scosso come un terremoto i Pa-
esi dei Grandi Laghi. Loro, così fragili, così piene di acciacchi, con il desiderio ostinato di
rimanere in missione. Servendo umilmente attraverso i piccoli servizi di ogni giorno, ci hanno insegnato come si vive e si
muore per amore”, hanno scritto
le consorelle del Congo.
La testimonianza di una vita
donata fino alla morte per la missione ci sprona a continuare con
coraggio il nostro impegno nel
primo annuncio, sicuri che Gesù
è presente in mezzo a noi per aiutarci a estendere il suo regno fino
agli estremi confini della terra. ■
La Messa per le tre saveriane
martiri in Burundi, celebrata
nel duomo di Ceggia (VE)
Padre Tiziano Tosolini il 20 settembre ad Adorgnano ha celebrato il 25° di sacerdozio avendo accanto il fratello saveriano p. Fabrizio, i confratelli
della comunità di Udine e tanti amici
lenne celebrazione Eucaristica,
accompagnato dal parroco don
Ariedo, dal fratello p. Fabrizio,
da p. Antonio, superiore della
comunità dei saveriani di Udine,
da p. Marco Bertoni, missionario in Ciad, e da me.
All’omelia p. Fabrizio ha parlato della memoria viva che la
chiesa parrocchiale conserva dei
momenti importanti della comunità. Tra questi, ha annoverato
la festosa celebrazione della
prima santa Messa dello stesso
p. Tiziano, 25 anni or sono, che
da piccolo volle seguire i suoi
due fratelli che studiavano nella
casa apostolica dei saveriani di
Udine.
“Questa chiesa fatta di mattoni e di pietre è segno della vera
chiesa, che viene costruita con
l’annuncio del vangelo di Gesù”,
ha detto p. Fabrizio; “un annuncio che viene fatto soprattutto
attraverso l’esempio e la vita di
ogni giorno, e solo qualche volta
con le parole”, citando san Fran-
cesco Saverio, l’evangelizzatore
dell’Estremo Oriente.
Il valore della fedeltà
Ha partecipato anche il sindaco, amico d’infanzia di p. Tiziano, che ha rallegrato il momento
celebrativo, elogiando la “fedeltà” di p. Tiziano e constatando
che oggi questo valore sia a rischio, specialmente nella vita
coniugale e famigliare.
A conclusione della festa, c’è
stato un gustoso convivio nel
salone parrocchiale, dove si è
espressa esternamente ancora
meglio la gioia dei volti e la letizia dei cuori di tutti i presenti.
Il giorno seguente, domenica 21 settembre, la festa è continuata nel duomo di Tricesimo
con la Messa solenne, bei canti
di un altro coro diretto dal parroco, e tanti parrocchiani venuti
a ringraziare il Signore per avere donato alla loro comunità cristiana due fratelli missionari saveriani.
■
L’ INCONTRO DEGLI AMICI SAVERIANI
p. LORENZO MATTIUSSI, sx
Domenica 14 settembre si è tenuto nella casa dei saveriani di Vicenza un raduno degli “amici dei saveriani”, che generosamente lavorano e ci aiutano nelle nostre case del nord Italia. Hanno partecipato amici da Parma, Desio, Brescia, Zelarino e Udine, oltre al nutrito gruppo dei volontari amici della casa di Vicenza: circa 135 persone.
Durante l’incontro è stata presentata la figura di p. Pietro Uccelli,
che ha trascorso 35 anni della sua vita dopo la Cina proprio a Vicenza,
nel 60° anniversario della sua morte. Padre Uccelli, del quale è in corso la “causa di beatificazione”, era molto devoto di san Giuseppe e a
lui attribuiva tutte le grazie che otteneva con le sue preghiere: guarigioni, conversioni e aiuti provvidenziali per i suoi ragazzi “apostolici”.
All’entrata dell’istituto saveriano c’era una piccola statuetta di san
Giuseppe, davanti alla quale p. Uccelli poneva le cose di cui aveva necessità e la Provvidenza arrivava spesso... in giornata. Ora questa statuetta è venerata nella cappella che ospita la tomba di p. Uccelli, con
la scritta: “San Giuseppe, pensaci tu”. Era la preghiera quotidiana di
p. Uccelli.
Questa semplice preghiera è un atto di fede e di speranza in Dio e
nei suoi santi. Una preghiera che fa propri anche i bisogni del mondo: la pace e la giustizia, l’educazione dei bambini e la fortezza nella sofferenza.
Amici e volontari dei saveriani del nord Italia si sono trovati a Vicenza
domenica 14 settembre
2014 NOVEMBRE
MACOMER
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Nel ricordo di zio Giovanni
Una giornata di condivisione... saveriana
A
metà maggio, dopo tanti
anni, la famiglia Picci ha
potuto partecipare all’appuntamento annuale organizzato dai
saveriani della Sardegna, secondo lo scopo del santo fondatore
di “fare del mondo una sola famiglia in Cristo”. Da bambina
amavo partecipare al pranzo missionario, festoso e pieno di tanta
allegria. Ho ritrovato lo stesso
clima gioioso anche questa volta.
Il suo diario spirituale…
Quest’anno ci siamo incontrati insieme alle altre famiglie dei
saveriani nella casa di Cagliari,
in via Sulcis. Dopo la festosa
accoglienza dei missionari, ci
siamo trovati tutti insieme nei
saluti, nelle presentazioni, nei
ricordi dei parenti saveriani tra chi è partito per la casa del
Padre e chi è in missione per il
mondo - e nella condivisione di
esperienze forti, come quella che
p. Pinuccio Ibba mi ha chiesto
di raccontare, a proposito di p.
Giovanni Picci, missionario in
Giappone dal 1951.
Quello che ho potuto scoprire
di mio zio - la sua intensa spiritualità, la sua grande tenerezza e accoglienza verso tutti, il
suo spirito di sacrificio - è stato possibile grazie al lavoro di
baccalaureato in Sacra Teologia
presentato nel 2011, che mi ha
permesso di analizzare il suo
“Diario spirituale” e conoscere
così tutto ciò che zio Giovanni,
persona introversa e schiva, raramente ci raccontava di persona, quando rientrava in famiglia.
La missione in Giappone
Ho ripercorso brevemente le
tappe principali della sua missione: il suo arrivo a Miyazaki,
dove ha iniziato a studiare la
PAOLA PICCI
lingua giapponese con estrema
difficoltà; i vari trasferimenti
tra Nobeoka e Takanabè, per
recuperare le piccole comunità
cristiane disperse e senza un pastore; lo spostamento definitivo
a Saito, dove ha potuto costruire - con l’aiuto di tante persone
- la piccola chiesetta dedicata a
San Giovanni Battista. A Saito
p. Picci ha anche intrapreso “la
via degli asili”, un progetto che,
attraverso l’educazione dei bambini, gli ha dato la possibilità di
allargare la comunità cristiana
anche ai genitori.
Padre Picci ha accolto - a
partire dal 1978 - i profughi del
Vietnam (circa cinquecento) nella sua casa, aiutandoli in tutte le
più disparate difficoltà: imparare
la lingua, trovare un lavoro, recarsi all’ospedale, inserire i figli
a scuola. Infine, ha potuto vedere realizzarsi altri due sogni: la
Il mission day dei giovani
Incontri per testimoniare la propria fede
I
l Mission Day dà inizio
alle attività saveriane nella casa di Macomer: il martedì
rosario missionario, il mercoledì
Messa missionaria e il giovedì
Adorazione missionaria. Naturalmente sono iniziate anche
le attività con i giovanissimi e
i giovani: week-end, campetto
invernale, settimane di vita comune e, per i giovani, anche il
“Compro-missione”.
Tanti sono coinvolti!
Dallo scorso anno abbiamo
voluto allargare il Mission Day
anche al territorio, per cercare di
lavorare in sinergia. Così sono stati coinvolti l’oratorio per la formazione degli animatori, le salesiane,
l’ACR della parrocchia cittadina
di S. Pantaleo, la parrocchia della
Sacra Famiglia con il viceparroco
don Maurizio. La diocesi era rap-
presentata da p. Andrea Rossi che,
pur essendo saveriano, lavora in
diocesi ed è uno dei responsabili
della pastorale giovanile.
Quest’anno abbiamo approfondito il discorso sulla missione come “testimonianza di vita
donata”. Le magliette dicevano
appunto che la “Missione è a
360 gradi”. Un centinaio tra giovani e adulti hanno partecipato
alle varie testimonianze: missione e preghiera, missione e giovani, missione e impegno civile,
missione ad gentes.
La testimonianza dei genitori
Nell’Eucarestia abbiamo dato spazio a una coppia di sposi,
Marco e Gioia. Con in braccio il
loro bambino Giovanni, hanno testimoniato che la missione è apertura alla vita come dono di Dio.
Giovanni è un miracolo vivente:
p. VIRGINIO SIMONCELLI, sx
avrebbe potuto morire appena
nato, ma ora sta facendo ricredere quei medici che consigliavano
l’aborto. Non respirava da solo
e quando la mamma ha potuto
abbracciarlo, Giovanni appena
sentita la sua voce ha cominciato
a respirare da solo. Abbiamo scoperto la potenza dell’amore!
Le novene dei santi
Qualche parrocchia ci chiama anche per le novene, una devozione molto sentita in tutta la
Sardegna. Quest’anno è stata la
volta di Mamoiada per i santi
Cosma e Damiano, e Bolotana
per san Bachisio. Naturalmente
la predicazione dà spazio all’animazione missionaria. I martiri,
infatti, hanno donato la loro vita
come Gesù Cristo; e questo dovrebbe trasformare in dono anche la nostra vita.
■
Al Mission day, per il tema “missione e vita”,
c’è stata la toccante testimonianza di Gioia e Marco,
giovani sposi con il piccolo Giovanni, che grazie
all’amore dei loro genitori sta facendo cose
ritenute impossibili dai medici;
per loro la vita è un dono di Dio.
4
Il compianto p. Giovanni Picci all’esterno di una scuola materna in Giappone,
dove è stato missionario per quasi quarant’anni
nascita del convento delle suore
di clausura redentoriste e alcune vocazioni al sacerdozio, che
lui stesso ha potuto seguire in
quegli anni, prima di rientrare
a Quartu, a causa della malattia.
L’amore di Dio ovunque
A novembre dello scorso anno, il Signore ha concesso a me
e mio marito di vedere con i nostri occhi i luoghi dove ha vissuto lo zio Giovanni e di incontrare tante persone che lo hanno
conosciuto. Abbiamo constatato
la commozione e la riconoscenza sincera di tutti, l’affetto filiale e la gratitudine delle piccole
alunne che ora sono donne, e dei
vietnamiti che oggi si sono inseriti in Giappone.
Tutto questo ci ha fatto comprendere quanto sia importante
il compito che i missionari svolgono lontano dalla loro terra, per
portare concretamente la buona
notizia, l’amore di Dio per tutti i
suoi figli, soprattutto verso coloro che ancora non lo conoscono.
Questo è il ricordo più sincero
che tutti loro mi hanno trasmesso, che ho ritrovato in ogni saveriano che lì ho conosciuto e che
appartiene a tutti coloro che continuano oggi la loro missione: la
tenerezza paterna, la grande accoglienza verso tutti, la profonda
umanità che, consapevole della
propria fragilità e debolezza, in
tutto e per tutto si affida a Dio,
che può operare grandi cose attraverso i suoi missionari.
■
UNO SGUARDO A SUD DELL’ ISOLA
p. GIANNI ZAMPINI, sx
Nella ricorrenza del 50° anniversario di fondazione della casa saveriana di Cagliari in via Sulcis, sono partite alcune iniziative che si prolungheranno per tutto l’anno e oltre. Desideriamo crescere nello spirito missionario e annunciare il vangelo nelle nostre famiglie, nelle
nostre comunità parrocchiali e al mondo intero. San Guido Conforti
interceda per noi e ci dia un po’ del suo zelo missionario.
Ogni giovedì alle 18, incontro di preghiera, adorazione e riflessione,
che si conclude con la celebrazione della Messa. Tutti sono benvenuti
a partecipare, anche spiritualmente, per leggere e meditare il vangelo e pregare insistentemente per le vocazioni missionarie.
Il gruppo Gams (Gruppo amici missionari saveriani), dopo alcuni incontri nei mesi scorsi, si è dato una struttura di base, dividendosi in
gruppi di animazione in casa e fuori, con un calendario di attività. Ha
forgiato il motto “AMA”. Ecco cosa significa.
Ascoltare: ascoltare la parola di Dio o il racconto della missione attraverso le esperienze missionarie.
Meditare: la parola accolta e meditata nel cuore si trasforma in atteggiamento, cambiando la propria vita e le proprie relazioni.
Agire: azione interna per le necessità e il buon funzionamento della
casa saveriana di spiritualità missionaria; azione esterna, ovvero animare i gruppi e le parrocchie per un orizzonte missionario.
Con questo bel programma, ogni membro del Gams, dopo aver accolto con gioia e vissuto con impegno la parola del vangelo, esce fuori e va nelle periferie per comunicarlo.
I giovani al Mission day hanno
animato la celebrazione Eucaristica con musica e canti.
Il gruppo Gams di Cagliari si è già riunito martedì 7 ottobre
e ha programmato i prossimi incontri
2014 NOVEMBRE
MARCHE
60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40
Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639
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DIARIO DELLA COMUNITÀ
Periferia nel cuore della diocesi
Ordinazione presibiterale a Bukavu, in Congo
Il giovane saveriano Benjamin Mugisho da settembre fa
parte della comunità di Ancona. Quale miglior modo di presentarsi agli amici lettori se non
raccontando la sua recente ordinazione sacerdotale?
S
iamo arrivati da Paesi diversi, dove abbiamo studiato teologia: io da Parma, dove ho trascorso gli ultimi cinque
anni di formazione; due altri
confratelli dal Camerun. Ci siamo preparati con grande intensità e gioia alla nostra ordinazione presbiterale. Tutta la diocesi
di Bukavu, nella repubblica democratica del Congo, era pronta
ad accompagnarci, a far festa, a
pregare con noi e per noi.
L’attesa e l’emozione
Precedentemente, abbiamo
trascorso una settimana di ritiro
spirituale nella città di Uvira, accompagnati con premura paterna
da p. Giulio Simoncelli, nostro
ex maestro dei novizi. Anche le
nostre famiglie si sono preparate
per vivere in pienezza il grande
dono del nostro sacerdozio.
Nella diocesi di Bukavu le ordinazioni si fanno in cattedrale
o nelle diverse parrocchie della
diocesi, in città, nei villaggi lontani o nelle periferie. Quest’anno
è stata scelta Bagira, una parrocchia della periferia di Bukavu,
otto chilometri dalla città. Tutti erano coinvolti nell’allestire
la piazza dove si sarebbe svolta
la celebrazione. Sei erano gli ordinandi, tutti religiosi: un gesuita, un salesiano, un missionario
d’Africa e tre saveriani.
La vigilia, sabato 2 agosto,
tutto era pronto per la festa. Per
noi sei è stata la notte dell’attesa: notte di preghiera e di grande emozione.
Un bel clima di festa
Alle 5 del mattino il sole il-
p. BENJAMIN MUGISHO, sx
luminava già il lago Kivu, irradiando la casa saveriana a
Muhumba, invitandoci a cantare le lodi: “Dall’alba al tramonto ti cerco, o Signore!”. Dopo
la preghiera, accompagnati dai
confratelli e scortati dalle saveriane, ci siamo avviati verso Bagira.
C’era molta gente in strada…
Ci sarebbe voluta una grande basilica per contenere la moltitudine di gente che faceva gremire la
piazza di Bagira. Un clima indescrivibile di festa! Tutto portava
a lodare: i canti e le danze, i silenzi e i gesti, i volti e gli sguardi sorridenti…
Una trasformazione interiore
Ho vissuto con stupore e intensità quei giorni: ho sentito la
profondità e la bellezza del sacerdozio missionario, e anche
la mia piccolezza. Ne ringrazio
il Signore perché ho avvertito
che l’ordinazione (upadirisho)
C
ome ogni anno padre Mario Tassi ci ha radunati dai
quattro punti cardinali… Il buon
Dio ci ha donato una splendida
giornata di sole e i missionari
saveriani ci hanno accolto come
solo loro sanno fare per l’edizione 2014 della festa dei famigliari, che si è svolta domenica
7 settembre.
Siamo davvero una famiglia!
Il rettore della comunità di
Ancona, p. Lazzarini, dopo gli
onori di casa, ci ha fatto accomodare in chiesa proponendoci
la testimonianza di p. Cappannini, missionario rientrato da poco
dall’Indonesia. È poi seguita la
Messa celebrata da p. Benjamin,
novello sacerdote del Congo, e
concelebrata dagli altri missionari, con p. Serge a dirigere i canti.
Il pranzo è stato apprezzato da
tutti, con un’allegria crescente,
anche grazie all’accompagnamento di un organetto. Padre
Alberto Panichella ha sgobbato
come cameriere, intrattenitore, direttore di sala, animatore,
regalandoci alla fine un poster
di san Guido Conforti ed esprimendo il sentimento che i saveriani e i loro parenti formano
veramente un’unica famiglia!
Gioia smorzata dal martirio
L’economo p. Bardelli ci ha
era proprio una trasformazione
(ubadilisho), un mutamento dal
di dentro. Bastava vedere tutto
il popolo di Dio in preghiera per
me, per accorgermi che davvero
stava avvenendo qualcosa di trasformante.
Il Signore mi stava trasformando perché andassi, anche fisicamente, a portare il lieto annuncio a tutti; egli radicava in
me il timbro del suo messaggio
di gioia e di salvezza. Nel profondo del cuore, prostrato a terra per invocare i santi, ho chiesto a Cristo Risorto la docilità di
cuore e la semplicità di vita, per
essere suo vero testimone.
La mia prima Messa
Molti erano i confratelli saveriani, venuti dal Congo e dal Burundi. Un centinaio di sacerdoti
La bella festa dei famigliari
È importante ritrovarsi insieme ogni anno
I tre saveriani ordinati sacerdoti domenica 3 agosto a Bagira, parrocchia alla periferia di Bukavu; da sinistra, Robert Nganiza, Donatien Ciza e Benjamin Mugisho
hanno partecipato e ci hanno imposti le mani insieme all’arcivescovo di Bukavu mons. Francois
Xavier Maroy.
Dopo l’ordinazione, abbiamo
celebrato le nostre prime Messe nelle nostre parrocchie di origine. Coloro che non hanno potuto partecipare all’ordinazione,
aspettavano il giorno della festa
in famiglia. Io l’ho celebrata sabato 9 agosto nella mia parrocchia, a 37 chilometri dalla città
di Bukavu, lungo il lago Kivu.
La famiglia allargata si era
mobilitata, dai vecchi ai bambini, dai nonni ai bis nipoti, dagli
zii ai cugini, dagli amici ai compagni di strada: tutti per vivere
insieme il grande dono del primo prete missionario nella no■
stra famiglia.
(continua nel riquadro)
GELASIO CIMARELLI
confidato che giornate come
queste danno ai saveriani una
nuova carica! Figurarsi a noi,
impegnati quotidianamente nelle piccole cose della nostra vita
quotidiana!
Ma nessuno poteva immaginare che lo stesso giorno, poche ore dopo, il disegno di Dio
avrebbe preparato il sacrificio
delle tre sorelle saveriane in
Burundi.
Alla luce di questo triste evento, la giornata vissuta ad Ancona cambia di significato e di prospettiva: ora ci sono più chiari l’impegno, l’umiltà e la grandezza dei nostri missionari. Grazie di tutto!
■
UNA GRANDE FESTA DI FAMIGLIA
p. B. MUGISHO, sx
Durante la Messa c’è stato anche il battesimo di cinque nipoti. È
stato commovente vedere tutta la famiglia presente: nessuno ha voluto perdere la benedizione… fresca! Di consueto nelle nostre zone,
quando ci sono grandi eventi in famiglia ci si veste tutti allo stesso
modo, quasi in “uniforme”. Perciò la famiglia aveva cercato il tessuto
e ognuno si era fatto fare chi una camicia, chi un abito...
Come una squadra in festa, la chiesa parrocchiale era abbellita dai
partecipanti di cui la maggior parte in uniforme di “Gesù con i dodici apostoli nell’ultima cena”. La gioia era immensa, segno che il vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. Nel presiedere l’Eucaristia
ho avvertito l’invito a camminare e a seminare il seme buono della
Parola che dà la vita.
Quei giorni sono stati anche occasioni di animazione missionaria.
Presenti i confratelli saveriani e altri missionari, abbiamo vissuto momenti di grazia. Ogni vita è dono del Signore. Il dono non va tenuto
solo per sé, ma condiviso. Ogni missionario è un dono e manifesta che
il Signore continua a rinnovare la sua chiamata per tutti noi. Basta lasciarsi raggiungere dalla sua voce che risuona ogni giorno.
È l’augurio che faccio a tutti i giovani, compresi coloro con cui percorrerò il cammino in questi anni ad Ancona, con gioia. Il Signore ci
accompagni sempre!
Padre Benjamin Mugisho dopo la prima Messa,
circondato da una parte della sua numerosa famiglia
4
Il nipote del compianto p. Agostino Clementini con i famigliari
alla festa di domenica 7 settembre dai saveriani di Ancona
Il pronipote di p. Mario Sciamanna alla fisarmonica;
di spalle, in carrozzina, Mari, zia di p. Angelo Cappannini
2014 NOVEMBRE
PARMA
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una ragione anche san Guido
Conforti, che ha meritato la
gloria del Bernini grazie a due
miracoli avvenuti in Burundi e
in Brasile.
Il Conforti, proclamato santo
della chiesa universale, benedice tutte le missioni dove lui
non ha potuto inviare i suoi
missionari. I rappresentanti delle nazioni dove oggi lavorano i
saveriani erano presenti in piazza San Pietro l’11 ottobre 2011,
giornata missionaria mondiale.
Il nostro santo della mondialità
Conforti: vescovo di Parma e pastore universale
L
e preoccupazioni pastorali
per il gregge della diocesi
di Parma non distolsero il vescovo Conforti dalla solidarietà pastorale per le diocesi e le chiese
missionarie di tutto il mondo.
Ad appena 29 anni di età, egli
ha l’audacia di informare il cardinale Ledochoski del suo disegno di realizzare il seminario
per le missioni, e chiede la sua
benedizione. La lettera di risposta gli arrivò a Parma il 25 aprile
del 1894. Il 3 dicembre 1895,
festa di san Francesco Saverio, è
ricordato come la data ufficiale
di fondazione della sua famiglia
missionaria. Da quel momento si
moltiplicano anche gli appelli ai
giovani perché si uniscano agli
araldi del vangelo.
Cina, sogno e previsione
Per Conforti la Cina è la missione dell’annuncio alle genti.
Il vescovo di Parma decide di
andare di persona a trovare i
suoi missionari e a incontrare
il popolo che loro stanno evangelizzando. Parte via mare da
Marsiglia il 21 settembre del
1928 e torna in treno, attraverso
le steppe nevose della Siberia, il
28 dicembre dello stesso anno.
La gente lo accoglie in Cina
come il Grande Padre. I nuovi
p. VITO SCAGLIUSO, sx
convertiti si sentono immediatamente suoi figli e lui comprende - con l’intuito del padre,
del pastore e dell’appassionato
della “mondialità” - che questa
popolazione immensa un giorno
diventerà cristiana e, per la sua
grande cultura e industriosità,
sorpasserà tutte le altre nazioni
del mondo.
Il missionario
è la “lettera di Dio”
Mons. Conforti torna in Italia con una visione nuova della
missione della chiesa. L’ammirazione per la Cina e per i cinesi
è immensa. Dal suo vocabolario
Giovani tra i giovani e i malati
Ad Ancona, miracoli gli uni per gli altri
P
er una settimana, la casa
saveriana di Ancona si è riempita di ragazze e ragazzi, sotto
la guida degli animatori e seguendo il tema, “Sii il tuo miracolo”.
Tutto è iniziato la sera di
domenica 13 luglio con la conoscenza reciproca. Dopo due
giorni di formazione, abbiamo
iniziato le attività sul territorio.
Il mattino, siamo andati in gruppetti a bussare alle porte delle
case nelle piccole comunità di
Castelferretti, Osimo, Falconara, Filottrano. Il nostro intento:
SEVERIN NGUELIASSI, sx
La comunità degli studenti saveriani di Parma ha ricevuto il
grande dono di tre nuovi fratelli: Basile dal Congo, Severin dal
Camerun e Gordianus dall’Indonesia. Hanno vissuto il primo anno con intensità nello studio della lingua italiana. Alla fine di
questo periodo d’inserimento, hanno partecipato a luglio al
campo dei giovanissimi ad Ancona e hanno accompagnato con
l’Unitalsi i malati a Lourdes dal 7 al 13 agosto.
procurare i viveri per la Caritas.
I pomeriggi erano dedicati alla
formazione sui vari temi inspirati alle beatitudini del vangelo.
Non sono mancati i momenti
di divertimento, gli scambi di
idee, le risate, le camminate…
Tutte occasioni per scoprire che
la felicità si gode solo quando
viene data o condivisa con qualcuno. Per concludere le giornate,
nelle piazze si teneva un concerto, uno spettacolo teatrale o una
testimonianza missionaria...
Alla fine del campo è stata celebrata una Messa con i genitori dei ragazzi. Ci siamo separati con nostalgia: da sconosciuti siamo diventati una famiglia,
perché siamo stati il “nostro miracolo” e più ancora siamo stati
“miracoli gli uni per gli altri”. ■
I giovanissimi del campo estivo di Ancona a cui si sono aggiunti gli studenti
saveriani Basile, Severin e Gordianus
Il pellegrinaggio a Lourdes
BASILE BITANGALO NULA
A
Lourdes, tre cose hanno
catturato la mia attenzione e curiosità spirituale. La prima è la fede dei malati. Ho visto persone sofferenti sorriden-
4
ti e gioiose, perché attraverso le
persone che si dedicavano a loro, Gesù mostrava il suo amore.
La seconda cosa che mi ha colpito è il servizio. Unitalsi-Lombardia ha mandato quest’anno circa 800 pellegrini.
La maggiore parte
era in buona salute,
fra cui tanti giovani dai 15 ai 30 anni.
Non è facile oggi
rinunciare alle tradizionali vacanze
per un’esperienza da barellieri…
L’ultimo punto che mi ha fatto
riflettere a Lourdes è il messaggio simbolico della grotta, con la
luce, l’acqua e la pietra. L’acqua
è segno di purificazione; la luce è il simbolo di Gesù, vera luce del mondo; la pietra è ancora
Gesù, su cui dobbiamo fondare
la nostra fede perché non vacilli.
L’insegnamento evangelico
avviene nei piccoli gesti: accendere le candele, bere l’acqua della grotta, fare il bagno, trasportare le persone malate in cerca
di un sollievo spirituale. È stata
un’esperienza commovente! ■
Basile, Severin e Gordianus a Lourdes si sono incontrati con mons.
Giorgio Biguzzi, alla guida di pellegrini provenienti da Brescia
pastorale egli cancella decisamente molti termini, stereotipi
e pregiudizi, allora in voga nei
paesi colonizzatori. “Per fare del
mondo una sola famiglia”, come
si diceva fin dagli albori nel suo
istituto, occorre prima di tutto
portare rispetto alle culture, alle
tradizioni e alle religioni dei popoli da evangelizzare. Il missionario deve essere solo la lettera
di Dio ai figli che non lo hanno
ancora incontrato e conosciuto.
Dal suo ardito progetto, Conforti non esclude l’invio dei suoi
missionari “fino agli estremi
confini del mondo”. Ma ne ha
ancora pochi e deve inviarli prima di tutto nella Cina sognata da
san Francesco Saverio.
La Cina e il mondo intero
I figli del Conforti accettano di
percorrere rotte a loro ignote verso le Americhe dove papa Pio XII
aveva voluto destinare il drappello dei saveriani espulsi dalla Cina
(1952). Dal cielo se ne sarà fatta
Doni scambiati tra fratelli
Varie migliaia di persone hanno partecipato alla canonizzazione del Conforti: gli scozzesi
con le cornamuse, gli indonesiani con i batik fantasiosi e il
gamelang, i messicani con il
copricapo di piume multicolori,
i mentawaiani con i caratteristici
costumi tradizionali, i giapponesi con le acconciature rituali e il
kimono, e infine i gruppi provenienti dall’Africa con le danze
cadenzate dai tamburi e dalle
nacchere tradizionali.
L’interesse per tutti i popoli e per tutte le culture di questo
mondo, ci insegna il santo vescovo di Parma Guido Conforti,
deve essere preminente nei vescovi, “...consacrati per la sollecitudine verso tutte le chiese”,
come è scritto nella formula del
concilio Vaticano II, affinché oltre agli scambi materiali e culturali tra i popoli, anche i beni morali e spirituali promossi dal vangelo possano svilupparsi nell’armonia dei doni scambiati tra fratelli.
■
ANGELA, UN SORRISO PER SEMPRE
p. SERGIO BOSCARDIN, sx
Angela Molinari, nata a Parma il 30 ottobre del 1961, è salita al cielo il 20 settembre scorso. Dal 1988 era sposata con Lorenzo Naccari,
con il quale ha avuto due figlie: Lucia (di 25) e Claudia (di 20). Lavorava in un’agenzia di viaggi, ma con la nascita di Lucia aveva scelto di restare a casa. Nel 1998 aveva cominciato a lavorare dai saveriani in casa
madre, prima come portinaia, poi anche al IV piano con i missionari
malati. Dal 2003, le era stato chiesto di lavorare in amministrazione.
Ha trascorso ben 16 anni con i saveriani. Era stimata da tutti per la
gentilezza, ma anche per la competenza e serietà professionale. In
questi anni non solo ha respirato lo spirito dei saveriani, ma lo ha anche assunto e vissuto, tanto da dire a tutti che “i saveriani erano la
sua seconda famiglia”. Per questo ha voluto che la cerimonia funebre
fosse celebrata nel santuario San Guido Conforti.
Ha amato profondamente la sua famiglia: Lorenzo, di cui ammirava la laboriosità instancabile e il suo donarsi totalmente alla famiglia; Lucia e Claudia, che definiva “le sue due perle”. Ha amato anche il lavoro: più che un impiego, lo sentiva e viveva come una vocazione. Dopo la scoperta della malattia, anche
quando le forze le venivano meno, passava volentieri in ufficio, almeno qualche ora. In ogni
situazione, aveva sempre una parola di sostegno e incoraggiamento. Grazie, cara Angela;
ci mancherai!
Angela Molinari con lo sposo
Lorenzo ad Asiago, durante
un campo estivo dei volontari:
un sorriso indimenticabile!
(foto di F. Delaini)
2014 NOVEMBRE
PIACENZA
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Ponti tra religioni a Jakarta
Indonesia, nazione più musulmana al mondo
è un luogo poco
L’ Indonesia
noto alla maggioranza de-
p. MATTEO REBECCHI, sx
vo il ricordo del devastante tsunami avvenuto dieci anni fa; agli
appassionati nerazzurri non sarà
sfuggito che il magnate Thohir
ha acquistato l’Inter… Malgrado ciò, l’Indonesia rimane ancora fuori dall’elenco delle località a cui si fa spesso riferimento.
La sindrome di minoranza
L’Indonesia è la nazione con
gli italiani, pur essendo un granla più numerosa popolazione
de paese asiatico. Certamente si
islamica al mondo: più di 200
conosce Bali (ma molti neppure
milioni, su un totale di 1.3 misanno che questa favolosa meliardi di musulmani viventi sul
ta turistica fa parte dell’arcipeglobo. Un bel po’, anche perché
lago Indonesiano!); è ancora vinormalmente si pensa che l’islam sia una
realtà esclusivamente
araba.
Nonostante questa
grande presenza musulmana, vivere
in Indonesia
non significa
necessariamente coltivare rapporti sereni e di
collaborazione con il
mondo islamico. È facile, infatti,
Un incontro di dialogo del gruppo dei laici, amici dei saveriani, con la comunità islamica
cadere vittidegli Ahmadiyah di Jakarta (maggio 2013 a Bintaro)
Tre vite, tre semi d’amore
In memoria di Olga, Lucia e Bernardetta
25 settembre nelG iovedì
la chiesa di San Cristo, a
4
Brescia, è stata celebrata la Messa di suffragio per le saveriane
Olga Raschietti, Lucia Pulici e
Bernardetta Boggian, uccise a
Kamenge (Burundi) il 7 settembre scorso. L’iniziativa è stata del
“gruppo burundese di preghiera”,
in collaborazione con i saveriani
e il centro missionario di Brescia.
Hanno partecipato numerosi sacerdoti burundesi, i saveriani della comunità bresciana e quattro
saveriane, tra cui la direttrice generale sr. Giordana Bertacchini.
sentimenti di dolore, sgomento,
incredulità e grande vergogna.
Non siamo qui per chiedere la
giustizia umana per le nostre sorelle uccise perché, come spesso
accade, forse non avverrà. Tuttavia rivolgiamo agli autori di
questa carneficina un appello
alla conversione, perché sicuramente non scamperanno alla
giustizia divina.
I cristiani del Burundi hanno
bisogno di approfondire la propria fede per arrivare all’amore
vero e scongiurare la ripetizione
di tragedie come questa”.
Il sacerdote:
“Dolore e vergogna”
Nella sua omelia, il burundese don Stanislas ha detto: “Con
grande dolore, ma anche con
grande fede, ci raccogliamo in
preghiera per ricordare Olga,
Lucia e Bernadetta. Noi burundesi abbiamo provato forti
Il console:
“Abbiamo capito che…”
Alla celebrazione Eucaristica
ha partecipato anche il console
onorario del Burundi il sig. Pacifique Mwisumamwo, che ha
rivolto un messaggio ai presenti.
“Da quel triste giorno registriamo gesti straordinari. Eravamo
a cura di D. PIOVANI
venuti a consolare, con il cuore
pieno di tristezza, ma siamo noi
a essere consolati, accolti e rassicurati. Questi sono i primi frutti del loro sacrificio, veri miracoli d’amore di cui siamo testimoni. Ora vediamo chiaramente
ciò che prima solo intuivamo: la
loro morte ha svelato a noi tutti
il mistero della loro vocazione:
donare la vita.
Bernardetta, Olga, Lucia siete passate per la nostra terra facendo del bene: avete fasciato
ferite, accarezzato volti, asciugato lacrime, detto una buona
parola. Chi ha stroncato le vostre vite non ha ridotto la vostra
capacità di amarci, anzi, adesso
che siete presso Dio, è aumentato il vostro potere e noi sappiamo che non ci abbandonerete. E
noi cercheremo di essere degni
del vostro amore, ripudiando la
violenza e costruendo un mondo
di pace”.
■
ma della sindrome della minoranza, di sentirsi discriminati,
se non minacciati, e di chiudersi
in un ambiente ristretto e protettivo, che certamente preserva dai
conflitti, ma non favorisce i contatti con il mondo non cristiano.
L’ambiente aiuta l’incontro
Perciò la missione in questo
immenso arcipelago richiede la
volontà di superare la semplice tolleranza interreligiosa per
uscire verso le periferie della fede, forzandoci a creare vicinanza con persone musulmane: per
conoscerci, dialogare e comunicare i doni della fede.
Riguardo a ciò, la comunità
degli studenti saveriani di filosofia, a Jakarta, si trova in una
posizione privilegiata, perché è
costituita da saveriani giovani ed
entusiasti. Inoltre, la multi culturalità dell’ambiente metropolitano e la presenza di organizzazioni interreligiose operanti sul
territorio facilitano l’apertura al
dialogo.
Queste condizioni, a cui va
aggiunto anche il carattere generalmente moderato dell’islam indonesiano, permettono relazioni
interreligiose positive che in altri paesi musulmani sembrano
ancor oggi sogni irrealizzabili.
Dopo-scuola e dialogo
Le attività che i saveriani cercano di portare avanti a Jakarta
sono di diverso tipo. La prima,
e più consolidata, è il lavoro di
animazione e dopo-scuola svol-
to con i bambini di quartieri poveri in diverse zone della città.
Queste attività di servizio a frequenza settimanale raggiungono
un numero di 500 bambini, per
lo più musulmani. In questo modo miglioriamo l’istruzione ricevuta nella scuola e, allo stesso tempo, riusciamo a entrare in
rapporto con il mondo musulmano rappresentato dagli stessi bambini e dalle loro famiglie.
Un’altra attività è quella del
dialogo interreligioso che si
svolge a due livelli. Il primo è
l’impegno settimanale di alcuni
studenti saveriani che si inseriscono in gruppi di carattere interreligioso e in quattro organizzazioni musulmane, nelle quali si presta un servizio in diversi ambiti: indagini in internet,
ricerca di notizie, sistemazione
della biblioteca, lavoro di segreteria, partecipazione a conferenze… Tutto questo serve agli studenti per entrare in rapporto con
il mondo islamico in modo intenso e regolare.
Il secondo livello è rappresentato da incontri mensili che si
svolgono nella nostra casa, invitando relatori per lo più islamici,
a svolgere un tema di varia natura: dalla politica alla spiritualità,
al fondamentalismo… A questi
incontri, oltre ai nostri studenti,
partecipano anche altri amici di
diversa estrazione religiosa, facendo sì che talvolta arriviamo
anche a una sessantina di persone presenti.
■
(continua nel riquadro)
FRUTTI DI RISPETTO E AMICIZIA
p. MATTEO REBECCHI, sx
Mi pare di poter dire che i frutti di queste nostre attività siano soprattutto due. La prima è quella che gli studenti saveriani sono aiutati a entrare in relazione diretta e personale con il mondo islamico.
Ciò produce una conversione che gradualmente mina i pregiudizi e
le resistenze che non sono appropriati allo spirito missionario. Inoltre, si sta creando una rete di amicizie e di rapporti molto belli, attraverso i quali ci si sente più famiglia, pur nella pluralità delle appartenenze religiose.
Nello scorso mese di luglio, la nostra comunità ha vissuto il lutto
della morte di p. Giuseppe Bagnara, un anziano saveriano di 82 anni.
In questa circostanza abbiamo ricevuto messaggi di condoglianze anche da protestanti, musulmani e buddhisti. Un’amica di religione Bahai è venuta a visitarlo durante il ricovero e ha voluto essere presente
ai suoi funerali per pregare ed esprimere la sua vicinanza alla comunità saveriana e a p. Bagnara, il quale due anni fa le aveva voluto regalare la sua bibbia personale.
La celebrazione eucaristica in suffragio delle tre saveriane martiri in Burundi, celebrata a San Cristo (Brescia) il 25 settembre
P. Francesco Marini e p. Matteo Rebecchi incontrano Djohan Effendi, islamico ed ex
segretario di stato, una personalità del dialogo in Indonesia
2014 NOVEMBRE
PIEMONTE
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Ponti tra religioni a Jakarta
Indonesia, nazione più musulmana al mondo
è un luogo poco
L’ Indonesia
noto alla maggioranza de-
p. MATTEO REBECCHI, sx
vo il ricordo del devastante tsunami avvenuto dieci anni fa; agli
appassionati nerazzurri non sarà
sfuggito che il magnate Thohir
ha acquistato l’Inter… Malgrado ciò, l’Indonesia rimane ancora fuori dall’elenco delle località a cui si fa spesso riferimento.
La sindrome di minoranza
L’Indonesia è la nazione con
gli italiani, pur essendo un granla più numerosa popolazione
de paese asiatico. Certamente si
islamica al mondo: più di 200
conosce Bali (ma molti neppure
milioni, su un totale di 1.3 misanno che questa favolosa meliardi di musulmani viventi sul
ta turistica fa parte dell’arcipeglobo. Un bel po’, anche perché
lago Indonesiano!); è ancora vinormalmente si pensa che l’islam sia una
realtà esclusivamente
araba.
Nonostante questa
grande presenza musulmana, vivere
in Indonesia
non significa
necessariamente coltivare rapporti sereni e di
collaborazione con il
mondo islamico. È facile, infatti,
Un incontro di dialogo del gruppo dei laici, amici dei saveriani, con la comunità islamica
cadere vittidegli Ahmadiyah di Jakarta (maggio 2013 a Bintaro)
Tre vite, tre semi d’amore
In memoria di Olga, Lucia e Bernardetta
25 settembre nelG iovedì
la chiesa di San Cristo, a
4
Brescia, è stata celebrata la Messa di suffragio per le saveriane
Olga Raschietti, Lucia Pulici e
Bernardetta Boggian, uccise a
Kamenge (Burundi) il 7 settembre scorso. L’iniziativa è stata del
“gruppo burundese di preghiera”,
in collaborazione con i saveriani
e il centro missionario di Brescia.
Hanno partecipato numerosi sacerdoti burundesi, i saveriani della comunità bresciana e quattro
saveriane, tra cui la direttrice generale sr. Giordana Bertacchini.
sentimenti di dolore, sgomento,
incredulità e grande vergogna.
Non siamo qui per chiedere la
giustizia umana per le nostre sorelle uccise perché, come spesso
accade, forse non avverrà. Tuttavia rivolgiamo agli autori di
questa carneficina un appello
alla conversione, perché sicuramente non scamperanno alla
giustizia divina.
I cristiani del Burundi hanno
bisogno di approfondire la propria fede per arrivare all’amore
vero e scongiurare la ripetizione
di tragedie come questa”.
Il sacerdote:
“Dolore e vergogna”
Nella sua omelia, il burundese don Stanislas ha detto: “Con
grande dolore, ma anche con
grande fede, ci raccogliamo in
preghiera per ricordare Olga,
Lucia e Bernadetta. Noi burundesi abbiamo provato forti
Il console:
“Abbiamo capito che…”
Alla celebrazione Eucaristica
ha partecipato anche il console
onorario del Burundi il sig. Pacifique Mwisumamwo, che ha
rivolto un messaggio ai presenti.
“Da quel triste giorno registriamo gesti straordinari. Eravamo
a cura di D. PIOVANI
venuti a consolare, con il cuore
pieno di tristezza, ma siamo noi
a essere consolati, accolti e rassicurati. Questi sono i primi frutti del loro sacrificio, veri miracoli d’amore di cui siamo testimoni. Ora vediamo chiaramente
ciò che prima solo intuivamo: la
loro morte ha svelato a noi tutti
il mistero della loro vocazione:
donare la vita.
Bernardetta, Olga, Lucia siete passate per la nostra terra facendo del bene: avete fasciato
ferite, accarezzato volti, asciugato lacrime, detto una buona
parola. Chi ha stroncato le vostre vite non ha ridotto la vostra
capacità di amarci, anzi, adesso
che siete presso Dio, è aumentato il vostro potere e noi sappiamo che non ci abbandonerete. E
noi cercheremo di essere degni
del vostro amore, ripudiando la
violenza e costruendo un mondo
di pace”.
■
La celebrazione eucaristica in suffragio delle tre saveriane martiri in Burundi, celebrata a San Cristo (Brescia) il 25 settembre
ma della sindrome della minoranza, di sentirsi discriminati,
se non minacciati, e di chiudersi
in un ambiente ristretto e protettivo, che certamente preserva dai
conflitti, ma non favorisce i contatti con il mondo non cristiano.
L’ambiente aiuta l’incontro
Perciò la missione in questo
immenso arcipelago richiede la
volontà di superare la semplice tolleranza interreligiosa per
uscire verso le periferie della fede, forzandoci a creare vicinanza con persone musulmane: per
conoscerci, dialogare e comunicare i doni della fede.
Riguardo a ciò, la comunità
degli studenti saveriani di filosofia, a Jakarta, si trova in una
posizione privilegiata, perché è
costituita da saveriani giovani ed
entusiasti. Inoltre, la multi culturalità dell’ambiente metropolitano e la presenza di organizzazioni interreligiose operanti sul
territorio facilitano l’apertura al
dialogo.
Queste condizioni, a cui va
aggiunto anche il carattere generalmente moderato dell’islam indonesiano, permettono relazioni
interreligiose positive che in altri paesi musulmani sembrano
ancor oggi sogni irrealizzabili.
Dopo-scuola e dialogo
Le attività che i saveriani cercano di portare avanti a Jakarta
sono di diverso tipo. La prima,
e più consolidata, è il lavoro di
animazione e dopo-scuola svol-
to con i bambini di quartieri poveri in diverse zone della città.
Queste attività di servizio a frequenza settimanale raggiungono
un numero di 500 bambini, per
lo più musulmani. In questo modo miglioriamo l’istruzione ricevuta nella scuola e, allo stesso tempo, riusciamo a entrare in
rapporto con il mondo musulmano rappresentato dagli stessi bambini e dalle loro famiglie.
Un’altra attività è quella del
dialogo interreligioso che si
svolge a due livelli. Il primo è
l’impegno settimanale di alcuni
studenti saveriani che si inseriscono in gruppi di carattere interreligioso e in quattro organizzazioni musulmane, nelle quali si presta un servizio in diversi ambiti: indagini in internet,
ricerca di notizie, sistemazione
della biblioteca, lavoro di segreteria, partecipazione a conferenze… Tutto questo serve agli studenti per entrare in rapporto con
il mondo islamico in modo intenso e regolare.
Il secondo livello è rappresentato da incontri mensili che si
svolgono nella nostra casa, invitando relatori per lo più islamici,
a svolgere un tema di varia natura: dalla politica alla spiritualità,
al fondamentalismo… A questi
incontri, oltre ai nostri studenti,
partecipano anche altri amici di
diversa estrazione religiosa, facendo sì che talvolta arriviamo
anche a una sessantina di persone presenti.
■
(continua nel riquadro)
UNA BELLA PROPOSTA PER VOI
p. OLIVIERO FERRO, sx
Mi presento. Sono padre Oliviero Ferro, di Borgosesia (VC). Sono
uno dei missionari saveriani piemontesi e attualmente mi trovo nella comunità di Desio, in Brianza. Dopo aver lavorato nel sud Italia e
in Africa (Camerun e Congo RD), mi sono avvicinato un po’ di più al
mio paese.
Mi farebbe piacere che cominciassimo un lavoro insieme per far conoscere a tutti le cose belle che fate nelle vostre parrocchie, nei vostri gruppi. Insomma, come cercate di far conoscere la parola di Gesù
a tutti con gioia nella vita di ogni giorno.
Sarebbe bello ricevere da voi qualche scritto, dove descrivete le attività missionarie che fate, accompagnando il racconto con qualche fotografia. Forse avete anche qualche esperienza personale da raccontare: ad esempio, un viaggio in missione, l’incontro con un missionario,
una giornata missionaria in parrocchia, la scelta di qualche giovane
di partire missionario, l’attività missionaria a scuola o al catechismo.
Tutto può aiutare a entusiasmare i
giovani e gli adulti all’ideale missionario che, come diceva san Guido Conforti, ha lo scopo di fare del mondo un’unica famiglia, unita nel nome di Gesù.
Attendo con fiducia i vostri contributi da pubblicare sulla pagina di Piemonte / Liguria. Se poi qualcuno desidera ricevere il nostro “mensile”, mandateci il suo indirizzo completo. Allarghiamo questa nostra famiglia per essere più felici insieme. Con simpatia e
gratitudine.
Potete inviare il materiale al mio indirizzo di Desio (p. Oliviero Ferro, Missionari Saveriani, via don Milani 2,
20832 Desio MB) o per posta elettronica: [email protected]
2014 NOVEMBRE
PUGLIA
74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15
Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558
E-mail: [email protected] - C/c. postale 10423747
IBAN - IT 71 Z 01030 15807 000000040579 (Monte Paschi Siena, Taranto)
Una nuova parrocchia in Congo
Difficoltà e sorprese di una scelta coraggiosa
P
anzi è un quartiere di
Bukavu, alla periferia sud
della città sul lago Kivu, nella repubblica democratica del
Congo. Ha una densità molto
alta di popolazione a causa dei
gruppi armati che ancora si trovano all’interno della provincia
del sud Kivu.
Molta gente si è riversata in
città sfuggendo agli stupri e alle
angherie dell’esercito nazionale, dei gruppi di ribelli ruandesi
o delle milizie locali che, pagati
e armati da “signorotti” senza
scrupoli, difendono le colline
da cui vengono estratti materiali
preziosi, causando guerriglie che
perdurano da vent’anni.
Un lavoro, qualsiasi lavoro
Il quartiere di Panzi è circondato da colline piene di capanne attorniate da bananeti. Qui la gente
si arrampica nella stagione delle
piogge, cercando di non scivolare sull’argilla rossa e compatta.
La mattina presto con il buio,
migliaia di persone si dirigono
in città a Bukavu in cerca di un
qualsiasi lavoro: portare merci a
spalle, vendere al dettaglio banane comprate in un villaggio poco
distante, oppure indumenti usati
comprati in Ruanda...
È importante tornare a casa
la sera con due o tre dollari di
profitto, che permetterà a tutta
la famiglia di mangiare un po’ di
polenta di manioca con salsa di
pomodoro e qualche pesce pescato nel lago Kivu.
Otto comunità cristiane
Prima ancora di partire verso la città, i cristiani di Panzi si
sono radunati nelle comunità di
quartiere per le loro preghiere e
un pensiero biblico. Poi il leader
comunica le novità della sua comunità: malati, nascite, incidenti, matrimoni da farsi o da ricucire, giovani universitari in cerca
di aiuti per la stampa della loro
tesi e scolari che chiedono aiuto
per pagare la retta della scuola.
Nei tempi forti della quaresima e dell’avvento, il missionario
visita tutte le comunità di quartiere, celebra l’Eucarestia, visita i malati, confessa e incontra
i “casi difficili” della comunità
p. NICOLA COLASUONNO, sx
cristiana. A Panzi le comunità
sono otto, in continuo aumento.
I leader della grande comunità
chiedono ora di dividere il territorio per una maggiore fraternità
e conoscenza reciproca.
Diventare famiglia di Dio
I saveriani, dopo 32 anni di
missione nella parrocchia di Cahi,
hanno chiesto e ottenuto dall’arcivescovo mons. Maroy di prendersi cura di un settore, quello di
Panzi, e farne una nuova parrocchia. Il primo passo è facile: trovare un santo patrono. Tra san Nicola, san Giuseppe, santo Stefano
e san Guido Conforti, la grande
maggioranza ha scelto l’ultimo,
con grande gioia dei saveriani.
Il secondo passo è più difficile: diventare famiglia di Dio,
avere un’identità di fratelli e sorelle che si riconoscono non solo
la domenica, ma anche al mercato, all’ospedale, per le strade, nei
servizi ordinari della vita.
I cristiani di Panzi non si sono tirati indietro davanti a questa sfida; anzi, hanno inventato
e favorito i ministeri propri dei
Facciamo memoria dei cari defunti
Nel nome delle martiri Lucia, Olga e Bernardetta
C
ari amici, nel mese di novembre ricordiamo con
riconoscente affetto i nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduti nel segno della fede. Il
nostro atto di fede non è ricordo
di tristezza, ma di letizia, perché
li crediamo entrati nella vita che
dura in eterno.
Ci accompagnano sempre
Tra questi cari, i primi sono i
nostri genitori che con la vita ci
hanno donato la fede. La loro vita, il loro esempio e la loro preghiera sono luce che ci precede
ogni giorno. E per noi missionari, c’è anche un vivo drappello
di fratelli e sorelle che ci hanno
accompagnato in mille modi ad
arrivare all’altare e a partire per
le missioni... Con commovente
4
fedeltà, ci hanno aiutato a essere
testimoni di carità in mezzo ai
poveri, in cui Gesù si nasconde
e vive.
Chi può dire da quanti pericoli siamo stati salvati in terra
di missione, grazie alla loro
preghiera? Questi nostri fratelli
e sorelle, che oggi ricordiamo
con riconoscenza e affetto, sono
ora beati, felici di avere in terra
nutrito, vestito, adottato, accolto
Gesù nei poveri. E oggi, sono
accolti con amore da lui, nella
spaziosa casa di Dio Padre.
Chi è con Dio è per la vita!
Con voi, care amiche e amici,
ricordiamo anche tutti i missionari e le missionarie che riposano in pace, dopo una vita donata
al Signore e all’umanità. È re-
p. ERNESTO TOMÈ, sx
cente il martirio delle carissime
saveriane Olga, Lucia e Bernardetta, a Kamenge, in Burundi.
Non ci sembra vero, tanta è stata
la crudeltà, l’inspiegabile barbarie che le ha rubate a noi e all’affetto di tanti poveri e afflitti, che
le chiamavano con il dolce nome
di “mamma”.
Il nemico dell’amore crede di
aver inflitto un colpo mortale a
Cristo Salvatore, fermando i loro
passi benefici, rendendo mute le
loro voci. Ma così non è. La loro
è stata una vita umile e nascosta,
con le ferite dell’età e dei malanni, dei quali esse non hanno
tenuto conto, felici di tornare in
Burundi a condividere la gioia di
vivere qualche giorno di più.
Il pudore della loro esistenza
e del dono senza clamore, è stato svelato da un orribile delitto.
Il grido che si è levato con dolore da quasi tutto il mondo ci
dice che chi è con Dio, è per la
vita: ama la vita, non la sopprime! Alle nostre amate sorelle era
rimasto solo il sorriso. E come
Gesù, supplicano il Padre dicendo: “Perdona loro, Padre, perché
non sanno quello che fanno!”…
Anche noi perdoniamo, chiedendo la loro conversione.
■
P. Turazzi, all’inizio di luglio, ha portato da Parma a Panzi la preziosa reliquia di san
Guido Conforti, consegnandola nelle mani del saveriano pugliese p. Colasuonno
laici: catechesi, Caritas, liturgia
(coro, lettori, servizio all’altare,
aiutanti dell’Eucarestia…), affari economici, pace e riconciliazione, pastorale giovanile, insegnamento religioso nelle scuole,
gruppo giovanile missionario,
gruppo vedove, gruppo mamme,
gruppo papà...
La tombola per la chiesa
Infine, c’è il ministero della
costruzione della nuova chiesa,
diviso in tre gruppi: animazione,
finanze e aspetti tecnici. Ogni famiglia delle comunità di quartiere
ha ricevuto una busta per la pro-
pria offerta. L’aiuto esterno per la
costruzione c’è, ma in questi dieci
mesi c’è stata anche tanta partecipazione della gente del luogo.
L’ultima iniziativa è stata l’estrazione a premi, che qui viene
chiamata “tombola”, estesa a tutta la città di Bukavu. Si è voluto dare la possibilità a ogni abitante, dal governatore al sindaco, dai protestanti ai musulmani, di aiutare nella costruzione
della nuova chiesa. Qui Dio sarà
acclamato “Padre” e danzando,
canteremo le sue lodi per la sua
presenza in mezzo a noi. Si spera
presto!
■
San Guido Conforti
Il grembo ubertoso della terra parmense
granì uno stelo di speranza per il mondo:
il divino Agricoltore lo colse
e gli apprese il lungo segreto di diventare pane.
La grande fame dei fratelli
lo sospinse sorridente a fatiche amate di Pastore.
Fu ponte di pace tra figli divisi da un fiume profondo…
La fiamma che bruciò l’innamorato Saverio,
lo costrinse più alto nel dono.
E guidò i suoi ai popoli lontani
ad evangelizzare tra gli umili l’Amore.
Al tramonto del suo intenso offrirsi nella sterminata Cina lo trasse il suo cuore di padre:
vedere gli occhi dei figli missionari
che da sempre splendevano nei suoi!
Ora nella pace di Dio non ha riposo:
come il grande Amico dell’infanzia, è rimasto
le braccia e il cuore aperti sull’immensa sete…
Tomè “el vecio”
P. CARMELO È IL NUOVO RETTORE
p. ERNESTO TOMÈ, sx
Cari amici e benefattori, abbiamo la gioia di annunciarvi che p. Carmelo Sanfelice, originario di Benevento, è il nuovo superiore della comunità saveriana di Lama-Taranto.
I sanniti erano gente forte che ha tenuto testa anche ai romani. Padre Carmelo
ha vissuto per 40 anni in Africa, in Congo. Ho avuto la gioia di vivere con lui nella missione di Bunyakiri, tra i simpatici batembo. Padre Carmelo era con loro gioviale e fraterno, ma all’occorrenza, anche
forte e deciso.
Abbiamo trascorso assieme un anno abbondante, aiutandoci fraternamente, comunicandoci le gioie e i dolori della missione. I tempi non erano facili, ma p. Carmelo si è destreggiato molto bene, dimostrandosi coraggioso e all’altezza del
suo compito di pastore. Solo una malattia
ha potuto costringerlo a rientrare in Italia dalla missione congolese... Gli diamo il
P. Carmelo Sanfelice è il nuovo
“Benvenuto in Puglia!”.
rettore dei saveriani della Puglia
2014 NOVEMBRE
REGGIO
CALABRIA
89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze
Santuario Madonna della Grazia
Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 10444891
IBAN - IT 16 W 01030 81620 000001784033 (Monte Paschi Siena, Villa S. Giovanni RC)
Non solo coincidenze...
p. LUIGI ANZALONE, sx
In Brasile per la grande festa Mariana del Cirio
credo alle coincidenze.
N onCredo
invece alla storia
che ognuno di noi scrive nel famoso libro della vita, condotto
dallo Spirito di Dio. Il fatto che
io sia arrivato a Belém, in Brasile, qualche giorno prima del
Cirio, la grande festa di Nostra
Signora di Nazareth, è una pagina da scrivere almeno nel mio
diario semipubblico. Se poi farà
del bene anche ad altri… tutto
è grazia!
Tanti ceri in processione
Ma cos’è il Cirio? Tra voi
amici, immagino, ci siano tanti
che non lo sanno e quindi vi devo una breve spiegazione. Qualcuno ha scritto che da queste
parti dire “Feliz Cirio!” è come
dire “Buon Natale!” o “Buona Pasqua!”. Proprio così. Dal
punto di vista religioso e civile,
culturale e popolare, questa è la
festa più importante dell’anno.
Ma incominciamo dalla parola: “Cirio” vuol dire semplice-
mente “cero”… Infatti, nella famosa processione (che è durata
sei ore per percorrere poco più
di quattro chilometri), tantissima
gente porta dei ceri più o meno
grandi, ma soprattutto parti del
corpo in cera come ex voto, per
chiedere una guarigione o per
ringraziare per qualcosa che nella religiosità popolare si chiama
“miracolo”.
Maria: presenza profetica
Questa Madonna - che si chiama “Nazaré” (nome di donna
molto comune da queste parti)
- fa miracoli, come la Madonna
di Fatima, di Lourdes, di Aparecida, di Guadalupe… Tutto
“normale”, quindi, per i devoti
di Maria di tutti i tempi e di tutte
le latitudini.
Ma la storia di questa devozione è simile a tutte le altre in
America latina. Per esempio, a
Gaudalupe Maria viene in aiuto
a un indio Juan Diego; ad Aparecida appare a tre poveri pe-
scatori Domingos Garcia, João
Alves e Filipe Pedroso; a Nazaré appare al “caboclo” (meticcio) Placido, per risolvere i
problemi che la povera gente
deve affrontare ogni giorno…
Privilegiando gente povera e
umile come interlocutrice di
un messaggio speciale da trasmettere all’umanità sofferente,
Maria è sempre una presenza
profetica.
Anche qui niente di straordinario. Già l’evangelista Luca
aveva messo in bocca a Maria
l’inno in cui dice: “Ha spiegato
la potenza del suo braccio, ha
disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore; ha rovesciato i
potenti dai troni, ha innalzato gli
umili; ha ricolmato di beni gli
affamati, ha rimandato i ricchi
a mani vuote…”. Non sto qui a
dimostrare che Maria segue nei
secoli lo stile che è sempre stato
di Dio e di Gesù, per cui “i poveri sono beati perché il regno
appartiene a loro!”.
Il quadernetto della mia vita
75 anni di età e 50 anni di sacerdozio
T
ra le scartoffie che conservo gelosamente ho ripescato un quadernetto che ha 50
anni di vita e si riferisce all’epoca della mia ordinazione sacerdotale. Non l’avevo più riletto.
A settembre ho compiuto 75
anni di età e a ottobre il 50° di
sacerdozio; così la curiosità mi
ha spinto a riprenderlo in mano.
4
Un entusiasmo spezzato
Il quadernetto documenta il
corso del mese ignaziano fatto a
S. Mauro Torinese insieme agli
altri miei compagni di ordinazione (eravamo 25) nel 1964.
Vi ritrovo gli appunti presi e le
riflessioni suscitate dall’ascolto
della parola di Dio.
Scorrendo quelle pagine, mi
accorgo che la freschezza e l’entusiasmo degli anni giovanili subiva un improvviso arresto. Infatti, mi era giunta la notizia che
mia madre, sofferente di cuore
da anni, si era improvvisamente aggravata e stava per morire.
Lasciai subito Torino e arrivai a
Duronia (CB) giusto in tempo
per riabbracciare la mamma, che
mi riconobbe e spirò nella notte
tra il 14 e il 15 settembre.
Tornato a Parma, ripresi in
mano il quadernetto per lasciarvi una nota di riflessione su
quell’evento che mi aveva così
profondamente segnato.
Ricamo della sapienza di Dio
“Dal 13 settembre mi hai tolto
la penna dalle mani e hai voluto
scrivere Tu il diario della tua visita… Hai voluto privarmi delle
persone che con maggiore ansia
hanno atteso questo giorno: l’anno scorso la nonna e, alla vigilia della mia ordinazione, ti sei
portata con Te la mamma… Tu
vuoi la vita per la morte e l’hai
Padre Antonio Germano ha celebrato
in Bangladesh il 50° di ordinazione
sacerdotale (25 ottobre), avendo
nel cuore tutti gli amici
p. ANTONIO GERMANO DAS, sx
chiesta a mamma e anche a me.
È stata un ricamo della Tua Sapienza come lo sono le tue visite
senza che io ne faccia scoperta.
Ora mi si profila, per la porta
che Tu mi apri domani, la mia
missione di prete missionario.
Ti raccolgo tutti i sentimenti di
questi 13 anni perché insieme
possano far sentire la mia voce. Le ingratitudini, i tradimenti
sono certo più numerosi, ma Tu
li hai coperti con il manto della
tua misericordia e sono diventati anch’essi argomento del tuo
amore per me…”.
In un’oasi di silenzio
Per rivivere l’evento della
mia ordinazione sacerdotale, a
ottobre sono stato in un asram
(oasi) nel nord del Bangladesh,
chiamato “Regina del Rosario”.
Nella quiete e nel silenzio, ho
avuto modo di riflettere e pregare.
Sono tanti i motivi per ringraziare il Signore e voi, amici, che
in tutti questi anni mi siete stati vicini e avete reso possibile la
mia missione tra i fuori-casta.
Anche voi avrete un ricordo per
me nella vostra preghiera, perché possa spendere con gioia e
piena dedizione il resto dei miei
anni, annunciando tra gli ultimi
■
il vangelo del regno.
La grande processione del “Cirio” a Belém, in Amazzonia, a cui ha partecipato
anche p. Luigi Anzalone, appena tornato nella sua missione brasiliana
C’è sempre una prima volta
La cosa che più impressiona
nella processione del Cirio è la
gente: non solo la quantità, ma
la sua devozione che si esprime,
per esempio, con le mani rivolte
all’immagine che passa in mezzo a questa marea di popolo.
Quest’anno anch’io ho partecipato finalmente con la veste liturgica, cosa che non avevo mai fatto negli anni addietro; tanto che
uno dei miei antichi alunni del
seminario diocesano, ormai prete
da alcuni anni, me l’ha subito fatto notare. Mi ha redarguito, ricordando le tante altre volte che mi
aveva visto in mezzo alla gente,
come uno che non ci teneva a far-
si notare, vestito da prete…
Ho incassato il colpo. In verità, mi sono accorto che l’unico
privilegio del clero è quello di
stare più vicino alla “berlinda”
(così si chiama la nicchia portatile della Vergine adorna di fiori). Comunque, anche in quello
spazio che sembrerebbe privilegiato, nelle curve bisogna fare
i conti con la ressa della gente
che non va per il sottile e non
sta a guardare se tu sei o no un
prete. A un certo punto ti senti
all’improvviso trasportato per
via aerea… Altro che privilegio!
Se non stai attento, vai a finire
sotto i piedi della gente!
■
(continua nel riquadro)
SONO CONTENTO D’ESSERE QUI
p. L. ANZALONE, sx
Ma ce l’ho fatta: sono arrivato alla fine con la veste liturgica sporca
di fango. Così il 12 ottobre ho concelebrato due Messe: una alle 5 del
mattino, tutta per me, in ringraziamento per il mio ritorno in Brasile,
a Belém do Pará… e l’altra alla fine della processione, tutta per i due
milioni di persone che hanno accompagnato la Madonna di Nazareth!
Avrei tante altre cose da dirvi sui devoti: in ginocchio per le strade, o attaccati alla corda che li lega simbolicamente e materialmente
all’immagine di Maria, o semplicemente in una preghiera silenziosa
(come la mia… che è consistita nel ripetere non so quante volte l’intero rosario, lungo tutto il percorso). Ma vedo che questa lettera va
per le lunghe ed è ora di chiuderla.
Oggi, se ancora ce ne fosse bisogno, vi ripeto che sono contento, grato e ben disposto per la nuova missione a cui sono stato destinato:
è in questa città, nella parrocchia San Francesco Saverio, Bairro do Marco, per rimpiazzare il confratello saveriano neo-nominato vescovo,
dom Adolfo Zon, che andrà
dove papa Francesco lo ha inviato: nella diocesi di Alto Solimões, nell’Amazzonia confinante con il Perù.
Auguri a lui, e tanti saluti a
tutti voi. Continuate a pregare per me, perché inizi, fedele e gioioso, la missione che
il Signore mi sta affidando.
Grazie!
La Madonna di Nazarè, protagonista del Cirio, la festa religiosa più
importante di Belém, in Amazzonia
2014 NOVEMBRE
ROMA
00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287
Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925
E-mail: [email protected] - C/c. postale 45206000
IBAN - IT 30 P 02008 05008 000400097150 (UniCredit Banca Roma, Conciliazione B)
La “Casa del sole nascente”
È bello sorridere di nuovo alla vita!
E
ro missionario a Belém,
nella favela-palude denominata “Marco”, un quartiere
costruito su palafitte: miseria,
ragazzi sbandati, giovani senza
un mestiere, violenza, alcool,
droga, prostituzione… Bisognava fare qualcosa. La Cei (Conferenza episcopale italiana) e
un’organizzazione tedesca mi
aiutarono a costruire un bel centro professionale, da dove sono
usciti elettricisti, idraulici, falegnami, sarte, cuoche. Fu davvero una grazia di Dio!
Una cosa bella e gratificante
Arrivato ad Abaetetuba, ho visto molte cose belle e interessanti. I saveriani avevano costruito
un collegio intitolato a S. Francesco Saverio, considerato una
vera perla nel campo dell’istruzione. Bisognava aiutare i tanti
giovani a formarsi nelle varie
professioni. Il nuovo vescovo,
il salesiano mons. Flavio Giovenale, e l’indimenticabile ami-
co e benefattore italiano Cesare
Cusan, appoggiarono il progetto
del centro professionale “Cristo
Trabalhador”.
Ma bisognava fare qualcosa
anche per le numerose ragazze
e donne, spesso sole e abbandonate, senza un futuro. Così, con
l’aiuto di amici italiani e tedeschi, abbiamo potuto aprire un
nuovo centro per l’accoglienza,
la protezione e la formazione
professionale delle donne. L’abbiamo chiamato “Casa del Sole
nascente” (Lar sol nascente).
Volevamo che tutti, ma in particolare le donne, sentissero che
qualcosa di nuovo, bello e gratificante stava per sorgere.
Per affrontare la situazione
Abbiamo iniziato con semplici incontri in cui ogni donna si
presentava alle altre, si faceva
conoscere, esprimeva difficoltà,
desideri e aspirazioni personali e
quelle del suo quartiere. Le attività comprendevano tre momen-
p. NICOLA MASI, sx
ti: l’incontro con Dio, tra noi e
con il mondo.
L’incontro con Dio consisteva
in un momento di riflessione e
preghiera. L’incontro tra noi
tendeva a farci conoscere, a presentare e a cercare di risolvere i
problemi personali e famigliari,
alla ricerca di una crescita progressiva di autostima e serenità,
pur in mezzo a tante difficoltà.
L’incontro con il mondo si svolgeva con l’apprendimento di arti
e mestieri, sia per venire incontro alle necessità del mercato, sia
per aiutare e mantenere le famiglie delle donne, molto spesso in
gravi difficoltà.
I corsi erano numerosi e vari:
taglio e cucito, ricamo e arte culinaria, confezione di sandali e
cappelli, collane e borsette, igiene e manicure…
La parola alle donne…
La “Casa” sta aiutando tuttora
molte donne che spesso vivono
in situazioni di grande povertà,
Il quadernetto della mia vita
75 anni di età e 50 anni di sacerdozio
T
ra le scartoffie che conservo gelosamente ho ripescato un quadernetto che ha 50
anni di vita e si riferisce all’epoca della mia ordinazione sacerdotale. Non l’avevo più riletto.
A settembre ho compiuto 75
anni di età e a ottobre il 50° di
sacerdozio; così la curiosità mi
ha spinto a riprenderlo in mano.
4
Un entusiasmo spezzato
Il quadernetto documenta il
corso del mese ignaziano fatto a
S. Mauro Torinese insieme agli
altri miei compagni di ordinazione (eravamo 25) nel 1964.
Vi ritrovo gli appunti presi e le
riflessioni suscitate dall’ascolto
della parola di Dio.
Scorrendo quelle pagine, mi
accorgo che la freschezza e l’entusiasmo degli anni giovanili subiva un improvviso arresto. Infatti, mi era giunta la notizia che
mia madre, sofferente di cuore
da anni, si era improvvisamente aggravata e stava per morire.
Lasciai subito Torino e arrivai a
Duronia (CB) giusto in tempo
per riabbracciare la mamma, che
mi riconobbe e spirò nella notte
tra il 14 e il 15 settembre.
Tornato a Parma, ripresi in
mano il quadernetto per lasciarvi una nota di riflessione su
quell’evento che mi aveva così
profondamente segnato.
Ricamo della sapienza di Dio
“Dal 13 settembre mi hai tolto
la penna dalle mani e hai voluto
scrivere Tu il diario della tua visita… Hai voluto privarmi delle
persone che con maggiore ansia
hanno atteso questo giorno: l’anno scorso la nonna e, alla vigilia della mia ordinazione, ti sei
portata con Te la mamma… Tu
vuoi la vita per la morte e l’hai
Padre Antonio Germano ha celebrato
in Bangladesh il 50° di ordinazione
sacerdotale (25 ottobre), avendo
nel cuore tutti gli amici
p. ANTONIO GERMANO DAS, sx
chiesta a mamma e anche a me.
È stata un ricamo della Tua Sapienza come lo sono le tue visite
senza che io ne faccia scoperta.
Ora mi si profila, per la porta
che Tu mi apri domani, la mia
missione di prete missionario.
Ti raccolgo tutti i sentimenti di
questi 13 anni perché insieme
possano far sentire la mia voce. Le ingratitudini, i tradimenti
sono certo più numerosi, ma Tu
li hai coperti con il manto della
tua misericordia e sono diventati anch’essi argomento del tuo
amore per me…”.
In un’oasi di silenzio
Per rivivere l’evento della
mia ordinazione sacerdotale, a
ottobre sono stato in un asram
(oasi) nel nord del Bangladesh,
chiamato “Regina del Rosario”.
Nella quiete e nel silenzio, ho
avuto modo di riflettere e pregare.
Sono tanti i motivi per ringraziare il Signore e voi, amici, che
in tutti questi anni mi siete stati vicini e avete reso possibile la
mia missione tra i fuori-casta.
Anche voi avrete un ricordo per
me nella vostra preghiera, perché possa spendere con gioia e
piena dedizione il resto dei miei
anni, annunciando tra gli ultimi
■
il vangelo del regno.
Padre Nicola Masi, fondatore della “Casa del sole nascente” ad Abaetetuba
in Brasile, con la saveriana Dora, pronta per la missione in terra carioca
violenza e sottomissione. Ecco
alcuni commenti.
Maria de Nazaré, 42 anni, era
molto depressa. “Non avevo voglia di fare più niente, mi sentivo
distrutta. Con le terapie ricevute
ho ricominciato a lavorare e a
sorridere”. Per Rosa, 40 anni, la
Casa ha rappresentato la sua salvezza. Insieme a tante amiche, è
riuscita a superare il dolore per
la perdita del figlio, assassinato
barbaramente.
Gracilene, per vari anni coordinatrice della Casa, mi ha scritto: “Il nostro lavoro sta dando
buoni risultati. Possiamo aiutare tanta gente; molte ragazze
si sentono valorizzate e molte
donne di età avanzata dicono
che hanno riacquistato la gioia
di vivere; la mia gioia più grande è vedere le donne sorridere di
nuovo alla vita”.
Portare vita,
trasmettere luce
Così, il “Lar sol nascente”
lotta per valorizzare le donne,
aiutandole a riconoscere il loro
valore nella società, le loro qualità e potenzialità, ad avere una
nuova visione del mondo, più
critica e cosciente. Un mondo
in cui esse siano viste come soggetti della storia.
Lo scopo, quindi, è aiutare
ogni donna a portare vita e a trasmettere luce. E questa conquista noi abbiamo voluta rappresentarla nella bellezza e nella
novità di un “sole nascente”. ■
SONO VENUTI A TROVARCI...
p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx
In settembre i saveriani di Roma hanno ricevuto alcune gradite visite che sono sempre motivo di arricchimento e confronto. In particolare, abbiamo immortalato l’incontro con il nuovo vescovo di Abaetetuba, mons. José Maria (a destra, con la camicia azzurra chiara) e
p. Renilson, un sacerdote della sua diocesi che sta studiando a Milano. Con loro, c’era il saveriano p. Peppino Iuliano, docente all’università Urbaniana.
A fine settembre ci ha raggiunto
anche il bresciano p. Renato Filippini,
missionario in Giappone, che frequenterà i corsi di specializzazione
qui a Roma. Non mancherà
l’occasione di farsi conoscere meglio
nei prossimi mesi, raccontando
la sua ricca esperienza missionaria.
2014 NOVEMBRE
ROMAGNA
48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7
Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811
E-mail: [email protected] - C/c. postale 13591482
Veri amici della missione
Tre sacerdoti romagnoli fidei donum in Congo
ricordare e onoraD esidero
re tre sacerdoti fidei do-
num romagnoli, che hanno lavorato con noi saveriani in Zaire (RD Congo), nella diocesi di
Uvira. Dal cielo, preghino e sostengano i missionari romagnoli
e tutti i missionari nel mondo; il
loro esempio sia di stimolo alle
nostre comunità cristiane per vivere ogni giorno con zelo missionario.
Don Francesco Forini:
maestro di laici e preti
Un altro sacerdote fidei donum, don Francesco Forini ci ha
lasciato per la missione del cielo, come diceva santa Teresa di
Lisieux. Don Francesco è morto domenica 28 settembre, dopo
l’incidente accaduto mentre era
in bici sulla Panoramica al Lido
delle Nazioni, con un gruppo di
ciclisti della sua parrocchia, per
una fatale inversione di marcia.
Don Francesco lascia la parrocchia di Mizzana, che guidava
dal 1997, dopo il suo rientro dalla missione di Kamituga in Congo RD. A Kamituga aveva sostituito don Alberto Dioli, dopo la
morte avvenuta nel 1989. È stato
tumulato nel cimitero del paese,
nel sacello dei parroci, accanto
al missionario don Alberto Dioli.
Nel messaggio di condoglianze, l’arcivescovo mons. Luigi
Negri ha espresso il suo autentico dolore. “Chiniamo la fronte davanti alla volontà del Signore. Ci mancherà l’amico e il maestro di intere generazioni di sacerdoti e di laici. Ci mancherà in
un momento in cui la nostra chiesa avrebbe avuto maggiormente
bisogno di lui, proiettata com’è a
trovare modi e tempi per una più
autentica evangelizzazione della
nostra vita e della nostra società”.
p. DINO MARCONI, sx
Don Alberto Dioli:
“cambiare mentalità”
Don Alberto Dioli, missionario fidei donum a Kamituga,
aveva iniziato il “Centro handicappati”. Voleva cambiare la
mentalità, far riconoscere il disabile come un figlio, rendere autosufficiente il centro. Ricordava che il sostegno alle opere della missione non è sentirsi con la
coscienza a posto per un’offerta:
“Se non cambia il tenore di vita in Occidente, le cose in Africa non cambieranno mai!”. Purtroppo, il Congo è devastato dalla guerra del “coltan insanguinato” da più di vent’anni.
Nel 1988 don Alberto era stato colpito da malaria cerebrale.
Dopo la cura a Bukavu, ad Anversa gli hanno diagnosticato un
tumore al cervello (cfr “Don Alberto Dioli da Ferrara a Kamituga” di C. Pagnoni).
Usiamo l’intelligenza per la carità
La solidarietà affronti le cause della povertà
I
cartelloni esposti sull’educazione alla solidarietà
missionaria, nelle sale per la catechesi e nei gruppi missionari,
noto che si concentrano sul sostegno a qualche opera caritativa: una mensa, una scuola, le
adozioni… Queste forme di aiuto sono certamente utili, ma non
affrontano i motivi originari del
disagio sociale né le cause del
sottosviluppo.
Aiutiamo lo sviluppo!
Spesso si acquista il riso per
i poveri senza sapere che il riso
si coltiva già nei villaggi; il problema è che finisce nelle mani
di pochi, senza essere condiviso.
Forse non abbiamo l’intelligenza
della carità: cerchiamo scappatoie che non intaccano gli interessi
delle multinazionali e non portano lo sviluppo della popolazione
che vogliamo aiutare.
Basti pensare al grave problema del “land grabbing” in
Africa: grandi investitori si accaparrano le terre per colture intensive, a danno della popolazione
locale che non ha più terreno da
coltivare per il proprio sostentamento. È in atto una strategia
mondiale di neo-colonialismo
da parte di multinazionali per il
controllo delle sementi e delle
aree agricole, oltre a quelle minerarie.
4
Anti-sfruttamento online
L’obiettivo delle dieci mul-
tinazionali alimentari che hanno già conquistato il 73% del
mercato dei semi è far sparire le
varietà dei semi per il controllo
di tutto il cibo del mondo. Ad
esempio, la multinazionale
Monsanto & Co. compra i terreni fertili per ostacolare l’agricoltura sostenibile e la biodiversità
delle coltivazioni, lasciando la
popolazione a rischio di carestie
e malattie.
Le donne in Africa sono il pilastro
della famiglia, grazie anche al loro assiduo
lavoro nei campi, minacciato dalle
multinazionali agricole (foto S. Benedetti)
p. D. MARCONI, sx
Alcuni agricoltori stanno conservando i semi in depositi, con
l’aiuto del “Google no profit delle sementi”: un sito in cui ogni
contadino può cercare o vendere
varietà di piante a prezzi più bassi dei semi ogm. È un consorzio
online che potrebbe preservare il
mercato di tanti semi e mettere
fine all’assurdo monopolio delle
multinazionali agricole. È un’innovazione pacifica per aggirare
gli ostacoli che le multinazionali
creano.
Attenti alla forza del male!
Il Signore della terra e del cielo ci ha dato l’intelligenza, anche per sopravvivere in un mondo ostile per le avversità della
natura e la cattiveria umana.
“La forza del male” la vediamo
anche nell’arraffare delle multinazionali, che distruggono le
tradizioni agricole locali, o nelle
violenze dei gruppi armati della
guerra ventennale nel Kivu, che
fanno razzie di prodotti agricoli
coltivati dalle donne, vero pilastro della famiglia africana, anche grazie al loro faticoso lavoro
nei campi.
È necessario quindi che noi
cristiani teniamo occhi e orecchi
ben aperti, tenendoci informati
sulle varie situazioni e sulle loro
vere cause. Anche i nostri ragazzi e giovani, nei loro incontri di
formazione, è bene che acquistino una visione coerente con uno
stile di vita “equo e solidale”. ■
Negli anni ’90, don Francesco Forini stava
andando da Kamituga a Kitutu; al ponte di
Kibe si doveva passare a guado e il motore si
è spento; fortunatamente arrivano i soccorsi
stradali e nautici… Quella landrover è ancora
in ottimo stato! (p. Faustino Turco, sx)
L’onlus ferrarese “Amici di Kamituga”, sorta a sostegno dell’opera di don Alberto Dioli e ora
anche di don Francesco Forini,
invita ogni anno i ferraresi all’appuntamento con la solidarietà. Infatti, dall’1 al 15 dicembre, nella sede delle Grotte Boldini (via
Previati), è allestita la 44ª mostramercato a sostegno delle opere
sociali di Kamituga e Uvira.
Don Mario Ricca:
missionario in capanna
Don Mario Ricca Rosellini è
il fondatore della parrocchia di
Santa Maria Ausiliatrice della
Cava (Forlì), dove entrò ufficialmente come parroco nel 1956.
Era ammirato dai suoi parrocchiani per l’impegno sociale nel
chiedere la fognatura del quartiere, il lampeggiatore stradale, il
trasporto urbano. Il suo impegno
sociale metteva in crisi le ideologie romagnole.
Don Mario era partito per l’Africa nel maggio del 1971, accompagnato dal saveriano p.
Giuseppe Arrigoni. In Congo
aveva costruito la missione a Kasika, iniziando con una carriola
e una tenda da campeggio. Celebrava la Messa in una capanna. Il 2 settembre 1978, ricoverato per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute per malaria, don
Ricca disse: “Do tutto”. È sepolto a Kasika. Pierantonio Zavatti
gli ha dedicato un libro intitolato,
“Dalla prima capanna alla missione di Kasika”.
■
I NOSTRI “MAGNIFICI” QUATTRO
p. DINO MARCONI, sx
Il titolo di “magnifico” è riservato ai rettori delle università; ma noi
possiamo usarlo anche per i nostri quattro grandi missionari: p. Giuseppe Viotti e i defunti p. Ildo Chiari, p. Angelo Lampis e p. Alessandro
Patacconi. Sono stati quattro modelli molto significativi per noi missionari saveriani che li abbiamo incontrati nella nostra vita da ragazzi
nella formazione e da adulti, come compagni di missione.
Sfogliando l’album del noviziato di San Pietro in Vincoli, oltre l’annuale foto di gruppo dei novizi con i loro formatori, ho trovato la foto del 2 giugno 1969 dei nostri quattro “magnifici” animatori: Giuseppe Viotti e Ildo Chiari (emiliani), Angelo Lampis (primo saveriano
sardo) e Alessandro Patacconi (marchigiano).
Padre Viotti, l’unico sopravvissuto, da tanti anni vive a Parma, dopo
essere stato missionario in Zaire; p. Chiari è stato missionario in Indonesia e anima della comunità di San Pietro in Vincoli; p. Lampis è stato missionario in Cina e in Italia; p. Patacconi, in Indonesia, Scozia e
Italia. Dei quattro, tre hanno lavorato in Sardegna nei primi anni della presenza saveriana nell’isola, a Tortolì e a Macomer.
I “magnifici” quattro saveriani, da
sinistra: p. Lampis, p. Patacconi,
p. Chiari, p. Viotti
2014 NOVEMBRE
SALERNO
84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4
Tel. 089 792051 - Fax 089 796284
E-mail: [email protected] - C/c. postale 00205849
Il colore del sangue e dell’amore
Ricordo delle saveriane Olga, Lucia, Bernardetta
P
sr. DINA MANFREDI, mM
apa Francesco ha partecipato al nostro dolore e ci
ha confortate per la tragica morte delle nostre tre sorelle Olga,
Lucia e Bernardetta, missionarie di Maria-saveriane, con queste parole: “Il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra
i popoli”.
Le tre missionarie sono state
barbaramente uccise in Burundi, nella periferia di Bujumbura, a Kamenge, nel pomeriggio
e nella notte di domenica 7 settembre 2014.
tutte però conoscevo Bernardetta, per aver vissuto alcuni anni
con lei a Parma. Dopo aver ricevuto la notizia, per lunghi giorni una domanda si ripeteva nella
mia testa e nel mio cuore: “Ma
perché? E perché proprio loro?”.
E così ritornavano al cuore i
tratti caratteristici e costanti di
Bernardetta: esile, delicata, sempre sorridente, determinata nei
suoi pensieri, ma non cocciuta.
Amava ringraziare, ricambiare
un dono, anticipare con un dono. E così è rimasta fedele al suo
“voler donare” fino a dare la vita!
rinnovano rapporti d’amicizia,
si dà un nuovo colore alla fede: il colore del sangue, il colore
dell’amore.
Si evidenzia in me, mentre vivo e rielaboro il dolore, la vera
bellezza di appartenere a quella grande famiglia che si chiama “chiesa”, nella quale vedo
risplendere sempre più luci che
ombre. E sale al buon Dio il ringraziamento per la chiesa, per
la vocazione missionaria, per la
congregazione delle missionarie
di Maria, alla quale appartengo e
che mi appartiene.
Donarsi, fino a dare la vita
Tante persone amiche hanno
sofferto e pregato con noi, saveriane della comunità di Cava de’
Tirreni. In quei giorni ero qui a
Cava da sola, e ho toccato con
mano e avvertito con il cuore
quanta forza dona la fraternità.
Da tanto tempo conoscevo Olga, Lucia e Bernardetta. Più di
L’interesse per la missione
Ancora non si conosce il motivo di questa tragedia, ma pian
piano ne scopro la sua preziosità. Questo sangue non può essere stato versato invano… Da
quel giorno vedo e vediamo nascere nuove luci, nuovo interesse per la missione che Gesù ha
affidato a tutti noi cristiani. Si
Frutti di fraternità e di pace
Tra gli scritti arrivati dalle sorelle che vivono in Africa porto con me soprattutto una frase:
“Lucia, Olga e Bernardetta hanno scosso come un terremoto i
Paesi dei Grandi Laghi. Loro così fragili, così piene di acciacchi,
con il loro desiderio ostinato di
rimanere in missione, servendo
umilmente attraverso i piccoli servizi di ogni giorno, ci hanno dato una bella lezione di come si vive e si muore per amore.
Le bellissime foto sorridenti di
Lucia, Olga e Bernardetta, poste
sopra le bare, ci hanno aiutato a
guardare in alto, a credere che la
vita trionfa sulla morte, al bene
che vince il male”.
Grazie, Bernardetta, grazie Olga, grazie Lucia! Anche oggi abbiamo parlato di voi. Nessuno vi
ha tolto la vita vera: ora la possedete in abbondanza. Tutte noi
crediamo che questo sangue,
sparso per amore, possa portare
frutti di fraternità e di pace nella regione dei Grandi Laghi e in
tutto il mondo.
■
INSIEME NELLA MESSA
p. CARLO POZZOBON, sx
Il senso della responsabilità
L’incontro dei ragazzi “Missione nel cuore”
fine settimana intenso,
U nquello
dell’11-12 ottobre: i
ragazzi del gruppo “Missione nel
cuore” sono stati guidati alla scoperta del senso di responsabilità;
un termine che implica la nostra
personale risposta a qualcuno: a
Dio, agli altri, a noi stessi.
Il corpo, gli affetti, l’anima
Al centro dell’incontro è stato posto l’individuo umano.
Ognuno di noi è il risultato del
trinomio: il corpo, gli affetti,
l’anima. Le tre componenti vanno allenate, sviluppate in libertà, rendendoci conto che sono
doni preziosi di Dio e collegati
l’uno all’altro. Dobbiamo imparare a non sbilanciarci sull’una
o sull’altra, ma a crescere bene
in tutte e tre, ricordando che il
primato dell’uomo risiede nella
sua anima, nella coscienza.
Quando ciò non avviene, a dirigere il cammino della vita su-
4
bentrano l’istinto, il sentimento,
la reazione. Ma così si finisce
di spendere la vita alla ricerca
del piacere e dell’utile, non del
vero e del bello. Chi vive così,
si alimenta di sole emozioni e,
quando mancano, cerca di soddisfare il proprio bisogno in droga,
alcool e sesso, fino a diventarne
dipendente.
Che cos’è la libertà?
E allora dove è finita la libertà? Spiritualità è libertà e dalla
libertà nasce la decisione che
consente di canalizzare la vita!
La libertà è intelligenza e volontà. Ciascuno è responsabile di se
stesso, del suo diventare persona, del suo crescere in umanità.
Ecco allora che ci ritroviamo a
osservare le virtù cardinali, simbolo di uno “stile di vita”.
Storie quotidiane, un film e le
opere di Giotto realizzate nella
cappella degli Scrovegni, hanno
MARTA CHIARADONNA
permesso allo staff di guidare
interessanti laboratori e dibattiti.
La presentazione di san Guido
Conforti e di madre Celestina
Bottego, personaggi virtuosi, ha
trasferito l’attenzione sulla famiglia missionaria verso la quale
vogliamo favorire un senso di
appartenenza, un legame che nasce dall’interesse per la missione
e che, radicandosi nella spiritualità dei fondatori, ci porterà a
sentire gli altri dentro di noi.
Una chiave in dono
La partecipazione dei ragazzi è
stata attiva. Tutti sono rientrati a
casa contenti, anche per il piccolo dono simbolico ricevuto: una
chiave. Dare delle chiavi è, in generale, affidare una responsabilità. Anche Gesù offrì a Pietro “le
chiavi del regno dei cieli per edificare la sua chiesa” (cfr. Matteo 16,
18-19). Oggi, con questa chiave,
siamo stati investiti tutti noi. ■
I ragazzi di “Missione nel cuore” si sono riuniti l’11 e 12 ottobre per un intenso fine settimana di riflessione e confronto
Noi saveriani abbiamo ricevuto come impegno del nostro fondatore san Guido Conforti di creare, tra noi e con tutti coloro che
incontriamo, un forte legame per formare
una grande famiglia, che non ha limiti di
tempo e che si apre alla vita eterna.
Come sacerdoti missionari, per grazia del
Signore, siamo chiamati a vivere nella chiesa anche con la grazia speciale di celebrare
ogni giorno la santa Messa, con cui ci uniamo a Cristo e abbracciamo con lui l’umanità
intera, e di sentire dentro di noi le necessità, le speranze e i problemi della gente.
La nostra sollecitudine non si limita alle
cose di questo mondo, ma si estende alla
vita eterna, nella quale crediamo profondamente. Attraverso l’Eucaristia quotidiana, siamo certi che Dio, nella sua infinita
misericordia, ascolti le nostre preghiere, secondo la parola di Gesù:
“chiedete e riceverete”. Perciò noi desideriamo pregare con voi e per
voi e per i vostri cari nella santa Messa quotidiana.
Vi invitiamo a scrivere e inviare al nostro indirizzo le vostre intenzioni di preghiera per i vivi e di suffragio per i defunti. Potete farlo
in busta, sul C/cp, per telefono o per e-mail, come è scritto in alto su
questa pagina. Grazie per la vostra solidarietà missionaria!
PIÙ SIAMO E MEGLIO È...
Caro lettore, ti
chiediamo di aiutarci a diffondere il nostro mensile; puoi
farlo concretamente
inviandoci nome, cognome e indirizzo di
una persona a cui farebbe piacere ricevere “Missionari Saveriani” gratuitamente
per un anno.
Il nostro obiettivo è che più persone possibili possano
essere informate e si
interessino su quanto avviene nel mondo missionario. Per fare questo, puoi scrivere il nuovo indirizzo nella
causale del bollettino che solitamente ricevi, o via lettera all’indirizzo via Fra G. Acquaviva 4, 84135 Salerno, o chiamando il numero 089
792051 (chiedendo di p. Antonio Chiofi). Grazie!
2014 NOVEMBRE
22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15
Tel. 031 426007 - Fax 031 360304
E-mail: [email protected]
C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6
IBAN - IT 03 C 06230 51770 000046224782 (Cariparma, Tavernerio)
TAVERNERIO
Incontriamoci dai saveriani...
Insieme alle famiglie, per la missione
P
apa Francesco ha avuto il
coraggio di volere un sinodo speciale dei vescovi sulla famiglia, proprio ora che la famiglia è minacciata, come mai era
avvenuto prima. Troppi uomini
e donne, giovani e anziani soffrono a causa dei rapporti famigliari. Molti uomini di chiesa si
sentono messi in stato di timore
e di difesa. Altri, invece, si conservano vigili, perché l’amore è
vigilante e si accorge delle condizioni infelici in cui si trova
troppa gente al mondo.
Tutti in marcia
con papa Francesco
Papa Francesco, mette tutti
in marcia. A tutti chiede di non
rimanere indifferenti. Ciascuno
parli, faccia presente la propria
esperienza! Papa Francesco ha
invitato anche Dio a parlarci
della famiglia, come dono di
grazia. Ha voluto presenti, tra i
vescovi dell’aula sinodale anche
dodici famiglie provenienti da
tutti i continenti, anche da zone
di guerra.
E poi usa parole che aprono,
abbracciano, facilitano. Parole
che diventano semi che possono
fiorire nei modi più inaspettati
nella vita, nelle pieghe del vissuto di chi lo ascolta.
Stare vicini alla gente
“Fare del mondo una famiglia”: san Guido Conforti è santo tra i santi, proprio per questa
prerogativa, perché ha speso tutte le sue forze per fare del mondo una sola famiglia. Ascoltando
papa Francesco, noi saveriani
abbiamo sentito immediatamente nascere dentro una domanda:
è il nostro destino di professarci
consacrati alla crescita della famiglia di Dio sulla terra?
E abbiamo sentito che il nostro primo dovere è appunto
p. LINO MAGGIONI, sx
questo: stare vicini alla gente,
dedicarci alla cura della famiglia, animatori di tutto quanto
favorisce l’incontro e il confronto, anche con sacrificio nostro,
se occorre, per il bene dei laici
che vorremmo veder crescere
come famiglia di Dio. Dovremo
“restare impregnati - come dice
bene papa Francesco - delle loro
gioie e speranze, tristezze e angosce, capaci di vincere ciò che
crea infelicità e violenza”.
Dopo questa riflessione, è nato un primo calendario di incontri e condivisione tra noi e i laici,
che ospiteremo nella nostra casa
di Tavernerio.
Informazioni utili…
Tutti gli appuntamenti si tengono la domenica con un programma ben definito. Ritrovo
alle 9,30 per saluti, abbracci,
benvenuti, presentazioni, strette
di mano… Santa Messa alle 10
La pentola piena di gerani
Ammirando l’amico Lino Guarisco
S
empre mi fu caro quel
signore che voleva essere chiamato “Lino”, piccolo e
magrolino, due gambe arcuate,
dal sorriso sempre raggiante e
un cuore che apparteneva agli
altri. Anche per ricordare Lino
Guarisco, questa estate mi sono
unito alla parrocchia di Cantù, in
pellegrinaggio al santuario della
Madonna di Einsiedeln, in Svizzera, dove anche lui si era recato
più volte in veste di pellegrino.
4
Il pane degli uomini
e il Pane di Dio
Durante la festa dei nostri
amici, mi è parso che la sua storia si ripetesse sul volto di tanti
amici dei saveriani. Personalmente conobbi Lino Guarisco
nella sagrestia dell’ospedale di
Cantù, puntuale, discreto e servizievole, arte che aveva appreso
da panettiere.
Nella sua casetta, semplice
ma tutta sua, mi mostrava le sue
glorie antiche: “Questa saletta
era molto più spaziosa; in quella parete, c’era il forno; questa
grande pentola di rame serviva
per impastare la farina e qui nel
mezzo regnava una grande tavola su cui aspettavano i pani per
la loro cottura”.
Lasciata quell’arte del pane,
eterno cibo dell’affamato, trovò
lavoro nelle sacrestie della città
a servizio di un altro Pane. Le
chiese di San Michele, di Sant’I-
sidoro, la cappella dell’ospedale
conobbero l’attività della sua fede, l’opera delle sue solerti mani
e l’amore del suo cuore, affezionato anche alle cose di Dio.
Vero amico per i missionari
Viveva solo, ma non era solo.
Spesso mi invitava a celebrare
la Messa nella casa degli anziani di Cantù. Lì egli viveva il suo
comandamento dell’amore a chi
avvicinava e conosceva per nome, persone che gli rappresentavano il Cristo sofferente. Organizzava gite e pellegrinaggi per
L’indimenticabile
amico dei saveriani
Lino Guarisco di
Cantù e la pentola
di rame, simbolo del
suo lavoro di fornaio,
e poi usato come
vaso per i gerani
p. FRANCO BERTAZZA, sx
gli anziani, ai quali mi invitava
sempre: Einsiedeln, Caravaggio, Bonate, Montichiari… Non
mancavano la preghiera, la serenità e l’allegria.
Era conosciuto da tutti come
“l’amico dei missionari saveriani”. Nella sua casa mi mostrava la stanza dove pernottavano
coloro che erano di passaggio a
Cantù. Era affezionato particolarmente ai missionari di Desio e
alla nostra casa madre di Parma,
dove recava il suo contributo per
le missioni. Fu sempre vicino
alla carrozzina di padre Silvio
Turazzi.
Ma il tempo è spietato e a
volte attenua le amicizie che sono un conforto in vita, e anche
il caro Lino si sentì un po’ abbandonato dai suoi missionari.
Anche il pentolone di rame che
accoglieva i gerani del nostro
giardino non c’è più.
Grazie di cuore, caro Lino. Ti
ricordo sempre, e tu continua a
pregare per tutti noi!
■
tutti insieme, grandi e piccoli.
Dalle 11 alle 12 riflessione per
gli adulti e giochi per i bambini,
accompagnati da una volontaria.
Il pranzo è alle 12,30 (i dolci di
mamme e nonne sono sempre
graditi). Dopo aver smaltito il
pranzo, alle 14 è previsto un
tempo per riordinare le idee.
Alle 15 ci salutiamo e ci diamo
appuntamento al prossimo incontro.
È bene segnalare l’adesione
della propria famiglia entro il
mercoledì prima di ogni incontro, inviando un’e-mail o telefonando a p. Filippo Rondi (f_
[email protected]; 031 426007)
o a Barbara (barbarapiazza4@
gmail.com, 031 797557 cell.
345 1714785). Per gli adulti è
previsto un contributo mentre
per i bimbi è a offerta libera. In
cucina c’è la possibilità di accordarsi con la cuoca per scaldare
le pappe.
Calendario degli incontri
• 26 ottobre - Ritratto familiare:
La famiglia oggi
• 14 dicembre - Un primato
prezioso: Famiglia e compito
educativo
• 15 febbraio - Non solo news:
La preghiera in famiglia
• 19 aprile - Intreccio di relazioni: Le relazioni in famiglia
• 14 giugno - La famiglia in missione: La missione evangelizzatrice della famiglia
■
CON GLI AMICI LA VITA È PIÙ BELLA
La tradizionale festa degli amici dei saveriani anche quest’anno ha visto una buona partecipazione; ringraziamo tutti coloro che hanno accettato il nostro invito e anche chi ci ha
segnalato di non poter venire. Vi aspettiamo sempre a trovarci, in ogni momento dell’anno!
Ringraziamo e
salutiamo anche
i responsabili
dell’associazione
culturale “Scivias”,
di Cantù, che ci
hanno fatto visita.
PIÙ SIAMO E MEGLIO È...
Caro lettore, ti chiediamo di aiutarci a diffondere il nostro mensile; puoi farlo concretamente inviandoci nome, cognome e indirizzo di
una persona a cui farebbe piacere
ricevere “Missionari Saveriani”. Il
nostro obiettivo è che più persone
possibili possano essere informate
e si interessino su quanto avviene
nel mondo missionario.
Per fare questo, puoi scrivere il
nuovo indirizzo nella causale del
bollettino che solitamente ricevi,
o via lettera o e-mail all’indirizzo
indicato in alto su questa pagina.
Grazie!
2014 NOVEMBRE
VICENZA
36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119
Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376
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Gli amici dei saveriani s’incontrano
A Vicenza nel nome di p. Uccelli
14 settembre si
D omenica
sono incontrati a Vicenza
gli amici laici del nord Italia, che
collaborano con i saveriani nelle loro comunità. Venivano da
Udine, Zelarino, Cittadella, Vicenza, Brescia, Parma e Desio.
Il gruppo Gams di Vicenza era il
più nutrito…
che di far conoscere meglio la figura, l’operato e lo stato di grazia
di padre Pietro Uccelli, vissuto a
Vicenza dal 1920 al 1954, nel 60°
anniversario della sua morte.
Dopo la presentazione di p.
Luciano Bicego, abbiamo assistito alla proiezione di un video
con testimonianze sugli eventi
straordinari in cui p. Uccelli era
coinvolto. Ci siamo poi suddivisi in gruppi per riflettere e scambiarci idee ed emozioni. È emer-
MARIAROSA NICHELE
so che p. Uccelli è abbastanza
conosciuto; anzi, alcuni vicentini, che l’avevano conosciuto in
età infantile, ne parlano ancora
con grande commozione.
Le nostre varie attività
Ha suscitato meraviglia la
varietà delle attività svolte dagli amici vicentini e ha entusiasmato la visita ai laboratori dei
Un video e lavori di gruppo
presepi e dei manufatti femmiL’incontro aveva lo scopo di
nili. Gli amici provenienti da
fare conoscenza reciproca, e anParma ci hanno parlato del “quarto piano”
della casa madre, dove
sono ospiti i missionari
con gravi difficoltà motorie e inabilità varie.
I volontari laici sono
accanto ai saveriani
per assisterli amorevolmente. Padre Antonio
ha spiegato le difficoltà
di questo servizio, invitando a non privare mai
della nostra presenza
Giancarlo Corato, volontario vicentino, tra p. Bicego e p. Rosario, superiore dei saveriani
chi è nel bisogno.
in Italia, all’incontro degli amici laici del nord Italia, a Vicenza
L’uomo della carità intelligente
Il 23 novembre mons. Farina è “santo”
Antonio Farina è
G iovanni
ancora oggi attuale per il
suo coraggio esemplare, il suo
ardore profetico e la sua “intelligenza della carità”. Nato a
Gambellara (VI) l’11 gennaio
1803, da bambino viene affidato
alla cura dello zio paterno, don
Antonio, uomo di profonda fede
e di grande carità.
4
Il suo lungimirante
impegno educativo
A quattordici anni Giovanni
entra nel seminario diocesano
di Vicenza, dove si distingue per
i risultati eccellenti e la bontà
d’animo. Ancora studente, riceve l’incarico di insegnare in
seminario, rivelando quelle doti
di educatore che sempre lo
hanno distinto.
Il 14 gennaio 1827 è ordinato sacerdote e inviato come
cappellano a San Pietro, una
parrocchia di Vicenza abitata
prevalentemente da gente di
umili condizioni. Qui si rende conto di una realtà penosa:
bambine e ragazze sono costrette a chiedere l’elemosina
o a darsi alla prostituzione.
Egli individua nell’ignoranza
una delle ragioni della deplorevole situazione che gravava
sulla donna, dimostrando lungimiranza.
Nel 1831, si occupa quin-
di della scuola di Carità, che
egli unisce alla Pia Opera di S.
Dorotea. Nasce così una scuola
rinnovata a servizio delle classi
sociali più svantaggiate, la prima
scuola popolare femminile della
città. L’11 novembre 1836 nasce
a Vicenza l’istituto delle suore
maestre di S. Dorotea figlie dei
Sacri Cuori, a cui don Farina affida la scuola.
“Il vescovo dei poveri”
Nel 1850 don Farina è nominato vescovo di Treviso. Anche
qui impiega tutte le sue forze, attuando un ampio programma di
riforme e iniziative sociali. Cura
la formazione dei seminaristi,
si occupa del mantenimento di
Il dipinto del
vescovo Farina da
cui è stato tratto
il particolare del
volto esposto sulla
basilica di San Pietro il 23 novembre
sr. MARIANGELA BASSANI
sacerdoti anziani e infermi, crea
una vasta rete di beneficienza,
tanto da essere chiamato “il vescovo dei poveri”.
Alla morte di mons. Cappellari, nel 1860, gli succede mons.
Farina, che indìce subito il sinodo diocesano e compie la visita
pastorale in tutta la diocesi. Ogni
campo è investito dalla sua volontà riformatrice e dal suo slancio spirituale e caritativo per
ben 28 anni. Continua a essere
educatore e guida spirituale delle suore, ormai sparse in tutto il
Veneto. Nel 1886 una grave malattia lo blocca nella sua attività.
Muore il 4 marzo 1888.
Con santa Maria Bertilla
Giovanni Antonio Farina,
uomo di carità, lascia alle sue
figlie un’eredità meravigliosa: contemplazione e azione
devono essere il motore che
le spinge. Beatificato il 4 novembre 2001, viene proclamato “santo” il 23 novembre
2014.
Una delle sue figlie ha vissuto in pienezza il carisma
da lui trasmesso dedicandosi con carità eroica alla cura dei malati nell’ospedale di
Treviso: suor Maria Bertilla
Boscardin, proclamata “santa” nel 1961 da papa Giovanni XXIII.
■
La chiesetta di san Pietro
d’Alcantara, dove da sessant’anni riposano le spoglie di p. Uccelli, era gremita di persone attente alle parole di p. Gianni
Viola che ha raccontato alcuni
episodi della vita del “servo di
Dio”. La giornata si è chiusa con
la celebrazione della Messa. Padre Rosario ha commemorato il
sacrificio delle tre saveriane recentemente uccise in Burundi. ■
Il ritiro estivo a Molveno
ANTONIO SCHIANO di COLA
L
e comunità saveriane si
avvalgono dell’opera preziosa di tanti volontari, che mettono a disposizione il loro tempo libero. Le attività spaziano
dal servizio di portineria alla
contabilità, dal giardinaggio alla lavanderia, dagli abbonamenti
a “Missionari Saveriani” ai mercatini dell’usato per raccogliere
fondi da destinare alle missioni.
Come segno di gratitudine,
ogni anno i saveriani offrono ai
volontari l’opportunità di trascorrere alcuni giorni sereni e tranquilli. Quest’anno, dal 16 al 24
agosto, ci siamo ritrovati a Molveno. La bella sistemazione ha
contribuito a rafforzare il clima
famigliare e lo spirito di collaborazione tra gli ospiti. In tutto eravamo una ventina, provenienti da
Desio, Udine, Vicenza e Salerno.
Abbiamo sperimentato il pia-
cere di vivere momenti di fraternità e amicizia, ma anche l’esperienza del servizio, provvedendo
a cucinare, apparecchiare e pulire. Il ritiro spirituale ci ha aiutato a fortificare lo spirito, prima
della ripresa delle consuete attività. Abbiamo pregato volentieri con la recita del rosario e dei
salmi e nelle celebrazioni Eucaristiche, presiedute da p. Sergio
Boscardin e p. Tomaso Frigo. Ed
è bello avere in casa il Tabernacolo, per incontrare il Signore in
qualsiasi momento della giornata per presentargli speranze, attese e azioni quotidiane.
Nonostante le avverse condizioni meteorologiche, siamo riusciti a fare anche qualche escursione. Insomma, è stata una bella esperienza, da ripetere l’anno
prossimo con rinnovato entusiasmo.
■
Partenze e arrivi
La comunità saveriana di Vicenza ringrazia p. Elio Cosma e p.
Gianni Magnaguagno, rettore ed economo uscenti, e dà il benvenuto a p. Tomaso Frigo, nuovo rettore, a p. Riccardo Nardo,
sostituto rettore, e a p. Lino Sgarbossa, nuovo economo.
Il ricordo dei martiri
Il 28 novembre ricorre il 50° anniversario del martirio di p. Giovanni Didoné, p. Luigi Carrara e fratel Vittorio Faccin in Congo
RD. Scrive il superiore generale dei saveriani, p. Luigi Menegazzo: “Siamo di fronte al vero significato dell’essere missionari e
saveriani: totale dono di sé a Dio per l’annuncio del vangelo; i
nostri fratelli e le nostre sorelle martiri sveglino in noi lo stesso
coraggio di donazione!”.
CONVEGNO MISSIONARIO DIOCESANO
Sabato 20 settembre l’ufficio missionario diocesano ha realizzato un
convegno “110 lode” con gli animatori delle parrocchie e dei gruppi di infanzia, adolescenza e gioventù missionaria. Erano 250 i partecipanti che si sono ritrovati presso la casa dei saveriani di Vicenza.
I responsabili del convegno, don Arrigo Grendele e la sua equipe,
hanno apprezzato la presenza numerosa dei laici e dei sacerdoti della diocesi. La conferenza di don Amedeo Cristino, responsabile del
CUM, le testimonianze dei sacerdoti don Giampaolo Marta e don
Gian Antonio Allegri, prigionieri e poi liberati in Camerun, di suor
Piera de Munari, missionaria comboniana in Sudan per quarant’anni e nuovamente in partenza per la missione, hanno emozionato ed
entusiasmato i partecipanti.
La comunità dei saveriani è onorata e privilegiata per aver ospitato il convegno e ribadisce la disponibilità a continuare la piena collaborazione con l’ufficio missionario per le sue iniziative.
Don Giampaolo e don
Gian Antonio con il
ministro Mogherini al
momento del rientro
in Italia, dopo il rapimento in Camerun
2014 NOVEMBRE
ZELARINO
30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16
Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410
E-mail: [email protected] - C/c. postale 228304
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La bella festa dei famigliari
Il momento in cui diventiamo “missionari”
21 settembre il
D omenica
tempo, quest’anno molto
birichino, ha tenuto e ci ha permesso di godere in bella armonia
la tradizionale giornata di fraternità con i parenti, amici e benefattori dei missionari saveriani e
diocesani della zona. Sono arrivati alla spicciolata da Verona e
Conegliano, da Padova e Treviso,
da Zelarino, Mestre e dintorni.
I segni positivi della missione
Alle 10,30 ha parlato a tutti
p. Enzo Tonini, consigliere dei
saveriani in Italia. Dopo aver
manifestato la sua gioia di incontrare tanti amici, p. Enzo
ha rilevato alcuni piccoli segni
positivi della presenza del regno
di Dio in mezzo a noi: il volontariato, i laici missionari (una
coppia parte per il Bangladesh),
mons. Giorgio Biguzzi, vescovo
saveriano emerito che si è recato
in Sudan… E soprattutto il martirio delle tre sorelle saveriane a
Kamenge in Burundi, e il grande
clima di affetto che il triste evento ha suscitato nella società religiosa e civile. A Parma, la comunità della teologia quest’anno
è formata da 19 studenti provenienti da nove nazioni diverse;
purtroppo, uno solo è italiano;
gli altri sono stranieri.
p. FRANCO LIZZIT, sx
Stranieri perfino a noi stessi
Già, “straniero”: una parola
che tante volte fa paura, eppure
è un termine che ci caratterizza bene. “Quando sono andato
missionario in Colombia - ha
detto p. Enzo - ero straniero, e
un po’ lo sono stato sempre, per
la lingua, le tradizioni, la cultura, che ho cercato di assimilare,
ma resta sempre un’altra pelle
… Tornato in Italia, ho trovato
tante cose cambiate e quindi ero
ancora straniero; ora sono incaricato dei giovani, che hanno
la loro maniera di parlare e di
esprimersi, e sono ancora straniero…”.
Effettivamente, siamo stranieri nel mondo attuale che non
comprendiamo, ma che ha certamente del bene, e tante volte
siamo stranieri perfino a noi
stessi. Questo ci deve portare a
un atteggiamento di rispetto per
gli altri, a scoprire e apprezzare
il positivo che essi mi offrono.
Questo atteggiamento mi arricchisce, accorgendomi che anche lì Dio mi parla. E Dio parla
agli altri anche attraverso di me.
Questo è il modo in cui noi diventiamo “missionari”.
Un’amicizia rinnovata
La conferenza ha suscitato
interesse e domande. In chiesa,
poi, abbiamo spezzato il pane
Eucaristico pregando per le famiglie, la chiesa, la società e ricordando le tre saveriane martiri
a Kamenge, i parenti e benefattori deceduti durante l’anno.
Abbiamo pranzato con semplicità di cuore, lodando Dio
per i cibi e le bevande, ma specialmente per la rinnovata amicizia missionaria. Per la gioia
di giovani e anziani, ai giochi
e alla fisarmonica di p. Mario
Diotto si è aggiunto il “karaoke” organizzato dalle gemelle
Angela e Celeste Casarin, in
servizio al pranzo assieme ad
amici e genitori, da sempre collaboratori dei saveriani.
Grazie a tutti. E arrivederci a
presto!
■
I famigliari e amici dei missionari di Venezia e dintorni si sono ritrovati per l’appuntamento
annuale a loro dedicato, domenica 21 settembre dai saveriani di Zelarino
I saveriani di Zelarino hanno dedicato le giornate di lunedì 15 e
martedì 16 settembre alla programmazione delle attività per il corrente anno pastorale. È nostra intenzione animare in modo missionario le persone e le parrocchie che avviciniamo. Padre Tonini, consigliere dei saveriani in Italia, ci ha aiutato con i suoi suggerimenti.
I volontari saveriani a Vicenza
Un bell’incontro sulle orme di p. Uccelli
I
l sole si è levato caldo e
sorridente la mattina di
domenica 14 settembre e otto
volontari con un saveriano, su
tre macchine in fila indiana, da
Zelarino si sono diretti alla volta
di Vicenza. Andavamo al primo
incontro dei volontari saveriani
del nord Italia.
Video e testimonianze
Sono parenti e amici dei saveriani, che danno una mano nelle
varie attività che i missionari organizzano nelle varie comunità
del nord. Eravamo oltre un centinaio, provenienti anzitutto da
Vicenza, ma anche da altre parti
del Veneto, Lombardia, Friuli e
alcuni da Parma.
L’incontro è iniziato con la
presentazione del “servo di Dio”
p. Pietro Uccelli, che visse a Vi-
cenza 33 anni e vi morì nel 1954,
ma resta vivo nella mente e nel
cuore della gente. Un breve video e la testimonianza diretta di
chi lo ha conosciuto e ha ricevuto guarigione fisica o spirituale,
lo hanno fatto sentire presente
anche a noi, sorridente sui nostri
progetti, aiuto nelle nostre difficoltà. Con il suo sorriso sembra
ripeterci: “Fate a modo!”, cioè
comportatevi bene; “Pregate san
Giuseppe e il Signore sistemerà
ogni cosa!”.
C’è bisogno di nuove leve
Poi c’è stato l’incontro a piccoli gruppi, in cui ogni volontario ha raccontato se stesso e
ha ascoltato gli altri; una condivisione veramente fruttuosa.
Alla santa Messa è seguito il
pranzo con l’assaggio di gusti
GRAZIE DON DANIELE,
BENVENUTO DON LUIGI!
p. F. LIZZIT, sx
e ricette regionali. Nel pomeriggio una preghiera alla tomba
di p. Pietro Uccelli, la visita
alla “fabbrica” dei presepi internazionali, che i saveriani di
Vicenza espongono ogni anno,
e poi il ritorno verso casa, con
le prime reazioni.
“In principio mi sentivo imbarazzata, ma poi tutto è andato
bene; è stato bello sentire tante
esperienze”. “La mia famiglia si
è allargata”. “Veramente bello;
da ripetersi; e chissà, farlo a Zelarino fra qualche anno...”.
Vedremo. Intanto se qualcuno, anche non pensionato, vuole
unirsi a questi volontari per dare
una mano, ben venga. C’è bisogno di nuove leve. In alto trovate
l’indirizzo e il numero di telefono. Sarete benvenuti e felici con
noi missionari, e noi con voi! ■
p. FRANCO LIZZIT, sx
San Paolo dice a proposito del sacerdote: “Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro…” (2 Cor.
5,20). L’ambasciatore può essere trasferito, così il parroco, ma nella parrocchia in cui ha lavorato egli lascia l’esortazione, la riconciliazione e l’amore di Dio.
Don Daniele Memo, dopo 11 anni, saluta la parrocchia di Zelarino per essere ambasciatore di Gesù
nelle parrocchie di Ca’ Vio-Cavallino. Abbiamo stretto con lui amicizia e collaborazione, e lo ringraziamo! Non mancherà occasione per confermare
questi sentimenti.
Arriva il nuovo parroco don Luigi Vitturi, un dono che ci fa il patriarca: un merletto di Burano alla comunità ormai multi etnica di
Zelarino. Continueremo la fraternità e la collaborazione con “la prima domenica dei saveriani” in
questa parrocchia, come consuetudine dal 4 maggio del 1947!
INCONTRI DI PREGHIERA E FORMAZIONE
Il Gruppo amici dei saveriani si trova un giovedì al mese in preghiera per le vocazioni e per le missioni. Siete tutti invitati a partecipare
(anche spiritualmente). Ecco il calendario.
2014
20 novembre ore 15,30
18 dicembre ore 15,30
4
I volontari dei saveriani di Zelarino che hanno partecipato all’incontro di Vicenza, domenica 14 settembre
2015
15 gennaio ore 15,30
19 febbraio ore 15,30
19 marzo
ore 15,30
16 aprile
ore 16,30
21 maggio ore 16,30
18 giugno ore 16,30
17 settembre ore 16,30
Ricordiamo anche gli incontri mensili di formazione nell’anno 2014-2015,
dalle 15 alle 18, per i gruppi missionari parrocchiali e simpatizzanti, presso
il centro pastorale “Card. Urbani”, in
via Visinoni 4/C, a Zelarino: 9 novembre; 7 dicembre; 11 gennaio; 15
febbraio; 24 maggio; 7 giugno
Il 15 marzo è in programma il convegno missionario diocesano sul
tema, “Alzati e va Ninive la grande città”, presso il centro pastorale
“Card. Urbani”, dalle 9 alle 17.
2015
GENNAIO
Papa Francesco: «Quando i bambini sono accolti,
amati, custoditi, tutelati, la famiglia è sana, la società
migliora, il mondo è più umano» (Betlemme, 25.5.14)
Il saveriano sardo p. Antonino Melis ai bambini di Yagoua
in Camerun insegna i valori della loro cultura (foto A. Melis / Archivio MS).
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PACE MONDIALE
Madre di Dio
Maria si è presa cura del bambino Gesù
+ fr. Remo Bucari, Parma
ss. Basilio e Gregorio Davanti ai bambini siamo come Maria o come Erode?
s. Genoveffa
I bambini sono segno di speranza e di vita
2a tempo di Natale
Gesù è la vera luce che illumina ogni uomo
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s. Amelia
I bambini hanno bisogno di essere accolti e difesi
INFANZIA MISSIONARIA
Epifania
Oggi Gesù inaugura la fratellanza universale
Natale ortodosso
s. Luciano
s. Massimo
+ p. Giovanni Zaltron, Vicenza
Dai bambini si capisce lo stato di salute della famiglia
Quando i bambini sono accolti e amati, la famiglia è sana
s. Alessia
Dai bambini si capisce lo stato di salute della società
s. Aldo
Quando i bambini sono tutelati, la società migliora
Battesimo del Signore
s. Modesto
Tu sei il Figlio mio, l’Amato
Siamo capaci di “perdere tempo” con i bambini?
+ p. Nicola Macina, Parma
s. Ilario
7
Sappiamo ascoltare e custodire i bambini?
+ p. Mario Giavarini, Alzano
s. Felice
s. Mauro
s. Marcello
Sappiamo pregare per i bambini e con i bambini?
Trascuriamo i bambini per i nostri interessi?
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La violenza sui bambini è disumana
Preghiera
missionaria
Giornata ebraico-cristiana
s. Antonio abate
Con un bambino che soffre, viene la preghiera del “perché”
18-25 OTTAVARIO ECUMENICO
2a tempo ordinario
s. Mario
Signore, io vengo per fare la tua volontà
Contrastiamo la velenosa cultura dello “scarto”

s. Sebastiano
I nonni sono i saggi in casa!
s. Agnese
I nonni sono molto importanti per salvare la fede
s. Vincenzo
Le case per anziani siano vere case, non prigioni!
s. Emerenziana
Le case per anziani siano “polmoni” di umanità
s. Francesco di Sales
Gli anziani non vengano dimenticati, trascurati
GIORNATA LEBBRA
3a tempo ordinario
ss. Tito e Timoteo
Signore, fammi conoscere le tue vie
Andate a visitare gli anziani e prendetevi cura di loro
Giornata memoria - Shoà
s. Angela Merici
5
Un popolo che non custodisce i nonni non ha futuro
s. Tommaso d’Aquino Non custodire gli anziani è perdere la propria memoria
s. Costanzo
Il futuro di un popolo dipende dall’incontro tra generazioni
57° Mahatma Gandhi
s. Martina
I giovani danno la forza per far camminare il popolo
s. Giovanni Bosco
Gli anziani danno la forza della memoria e saggezza
I religiosi ritrovino la gioia della sequela di Cristo
e si adoperino con zelo al servizio dei poveri.
Tutti gli uomini di buona volontà collaborino nella promozione della pace.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia
2015
FEBBRAIO
Papa Francesco: «Cari giovani, per favore,
non guardate la vita dal balcone, ma accettate
le sfide con coraggio!» (Omelia, 30.11.13)
Il saveriano mantovano p. Andrea Facchetti e i giovani di Dondo,
in Mozambico, costruiscono la casa per una vedova (foto A. Facchetti / Archivio MS).
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Ascoltate oggi la voce del Signore!
Candelora
Giornata della vita consacrata
Presentazione del Signore
s. Biagio
Cristo ha fiducia nei giovani
La gioventù è la finestra del futuro sul mondo
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s. Gilberto
Cristo affida ai giovani il futuro della missione
s. Agata
I giovani sentono il fascino di tanti idoli
ss. Paolo Miki e c.
I giovani devono emergere e lottare per i valori
s. Teodoro
Cari giovani, il Signore ha bisogno di voi!
5a tempo ordinario
Gesù la fece alzare prendendola per mano
s. Apollonia
Non siate cristiani part-time, con la puzza al naso
Ricordo vittime foibe
s. Scolastica
Cari giovani, non siate cristiani di facciata
GIORNATA MALATI
Madonna di Lourdes
Gesù ci offre una vita feconda e felice
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s. Modesto
Dobbiamo essere “in forma” per testimoniare la fede
s. Maura
È triste vedere una gioventù “sazia”, ma debole
ss. Cirillo e Metodio
Cari giovani, non abbiate paura di Gesù!
+ p. Giuseppe Zanchi, Parma
6a tempo ordinario
s. Giuliana
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+ p. Mario Guerra, Parma
ss. Servi di Maria
Non mettetevi nella “coda” della storia!
LE CENERI - QUARESIMA
s. Simeone vescovo
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà
Capodanno cinese
s. Alvaro
s. Eleuterio
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Siate protagonisti, giocate in attacco!
Non guardate la vita dal balcone, immergetevi in essa
s. Pier Damiani
1a di Quaresima
Siate i costruttori di una chiesa più bella
Convertitevi e credete nel vangelo
s. Renzo
Quando affrontate insieme le sfide, siete più forti
s. Sergio
Andate, senza paura, per servire
5
s. Cesario
Siate sempre generosi con Dio e con gli altri
s. Nestore
Abbiate il coraggio di andare contro corrente
s. Gabriele dell’Addol.
Aspirate a cose grandi e allargate i vostri cuori
1901 Martirio p. Caio Rastelli, Cina
s. Osvaldo
Respingete le tante offerte “a basso prezzo”
Preghiera per le vocazioni misisonarie
O Gesù, tu sei morto per la salvezza di tutti gli uomini e hai fondato la
chiesa per continuare sulla terra la tua opera di redenzione. Moltiplica il numero di coloro che annunciano il vangelo. Concedi loro il dono della perseveranza: fa che siano fedeli alla tua grazia, affinchè coloro che ancora sono
privi dell’inestimabile dono della fede, presto ti conoscano e ti amino. Amen
Signore, se vuoi, puoi purificarmi!
Cari giovani, siate veri “atleti di Cristo”!
Preghiera
missionaria
I messaggi del giorno sono di papa Francesco ai giovani della GMG; la domenica, sono della liturgia
I coniugi separati trovino accoglienza
e sostegno nella comunità cristiana.
I carcerati, in particolare i giovani, abbiano la
possibilità di ricostruire una vita dignitosa.
2015
MARZO
Papa Francesco: «Non abbiate paura
della solidarietà: solo nella condivisione e nel dono
la nostra vita sarà feconda» (Omelia, 30.5.13)
Il saveriano brianzolo p. Alfonso Oprandi visita le povere famiglie rifugiate
lungo la ferrovia di Dhaka, in Bangladesh (foto A. Oprandi / Archivio MS).
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2a di Quaresima
s. Basileo
Questi è mio Figlio: ascoltatelo!
È importante saper accogliere
s. Camilla
Si può sempre “aggiungere più acqua ai fagioli”
4 -12 Novena della grazia a Saverio
s. Lucio
Lavorate per un mondo più giusto e solidale
6
s. Adriano
La cultura della solidarietà vede nell’altro un fratello
s. Ezio
Non c’è felicità in una società che emargina
ss. Perpetua e Felicita Non facciamo entrare nel cuore la cultura dello scarto
Festa della donna
3a di Quaresima
s. Francesca Romana
s. Simplicio
Della casa del Padre mio non fate un mercato
Quando condividiamo, ci arricchiamo veramente
Tutto ciò che si condivide, si moltiplica
s. Costantino
La realtà può cambiare, l’uomo può cambiare
s. Luigi Orione
La salute cerca il benessere integrale della persona
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s. Patrizia
La violenza si vince nel cuore umano
s. Matilde
La solidarietà è il tesoro dei poveri
4a di Quaresima
s. Eriberto
Chiunque fa il male odia la luce
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La cultura del benessere ci porta a pensare a noi stessi
Preghiera
missionaria
s. Patrizio
Viviamo in bolle di sapone, che sono l’illusione del futile
s. Cirillo
Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza
Festa del papà
+ p. Antonino Manzotti, Parma
s. Giuseppe
La vita è valore da tutelare e promuovere sempre
Eclissi solare totale
s. Alessandra

Ci siamo abituati alla sofferenza altrui e non ci interessa
Giornata contro discriminaz. razziale
s. Giustino
La società ha dimenticato l’esperienza del “patire con”
Giornata mondiale dell’acqua
5a di Quaresima
s. Turibio di M.
MISSIONARI MARTIRI
s. Caterina di Svezia
Annunciazione
s. Emanuele
Chi ama la propria vita la perde
Piangiamo sulla nostra indifferenza
Memoria di Oscar Romero
Signore, perdona chi ha contribuito a questi drammi
Piangiamo sulla crudeltà del mondo
Il benessere porta all’anestesia del cuore
5
s. Augusto
C’è fame di pane e di dignità
s. Sisto III
Chi ha pianto per le persone naufragate?
Le Palme
Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!
santo
Lasciamoci cercare e incontrare da Dio
santo
Lasciamoci sorprendere dall’amore di Dio
Sia sempre più riconosciuto il contributo
della donna alla vita della chiesa.
Gli esperti in ricerca scientifica siano a servizio
del bene integrale della persona umana.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco alla GMG e a Lampedusa; la domenica, sono della liturgia
2015
APRILE
Papa Francesco: «Lasciamoci rinnovare dalla
misericordia di Dio, lasciamoci amare da Gesù; il suo
amore trasformi anche la nostra vita» (Pasqua 2014)
Il saveriano friulano p. Rodolfo Ciroi e un ragazzo piantano nuovi alberi
dopo l’eruzione del vulcano Merapi, in Indonesia (foto R. Ciroi / Archivio MS).
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santo
Le nostre incoerenze fanno soffrire Gesù
santo
C’è fame di vita, di amore, di eternità
+ p. Silvano Zulian, Indonesia
santo
Gesù si prende le nostre croci e ci dice: Coraggio!
1971 Martirio di p. Mario Veronesi, Bangladesh
santo
6
Sono un peccatore al quale il Signore ha guardato
Pasqua di Risurrezione
Cristo è risorto dalla morte alla vita: egli è Dio
dell’Angelo
Gesù, è un amico che non delude
1506 Natale del Saverio
s. Giovanni B. de La Salle
s. Gualtiero
Metti amore e il tuo cammino sarà gioioso
Metti speranza e ogni giorno sarà illuminato
s. Maria di Cleofa
Metti fede e la vita avrà un sapore nuovo
s. Maddalena di Canossa La vita è andare, camminare, fare, cercare, vedere
Capodanno hindu
s. Stanislao
Non abbiate paura della gioia di annunciare il vangelo
7
2 di Pasqua
a
Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi
s. Martino papa
s. Abbondio
Dobbiamo incontrare Gesù tutti i giorni, con virtù e peccati
La fede è intera, non si frulla
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s. Aniceto
Andiamo verso la luce per trovare l’amore di Dio

s. Galdino
Abbiamo sempre fiducia nell’amore di Dio
3a di Pasqua
Perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
s. Adalgisa
s. Anselmo
L’amore di Dio non ci lascia mai, è sempre con noi
L’amore di Dio è dentro di noi anche nei momenti buii
Giornata della terra
ss. Sotero e Caio
Lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio
s. Giorgio
Il mondo migliore non lo fa l’odio, ma l’amore
s. Fedele
Per un mondo migliore lottiamo uno accanto all’altro
Anniversario della liberazione
s. Marco
L’altro ha sempre qualcosa da darmi
GIORNATA DELLE VOCAZIONI
4a di Pasqua
s. Zita
s. Pietro Chanel
s. Caterina
5
Il Padre mi ama perché io do la mia vita
Chi trasmette la gioia della fede, riceve più gioia
La vita è un cammino; se ci fermiamo, la cosa non va
Lasciamo spazio al Signore, non alle nostre certezze
1944 Martirio di p. Giovanni Botton, Cina
s. Pio V
Il Signore vuole che noi andiamo più avanti…
Inizio anno buddhista
s. Annibale
s. Lamberto
Sapete chi è Dio? Dio è amore!
I cristiani perseguitati sentano il conforto
del Signore e la solidarietà della chiesa.
La fede ci immerge nell’amore di Dio
Preghiera
missionaria
Gli uomini imparino a rispettare
il creato, dono di Dio, e a custodirlo.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco alla GMG e ai bambini; la domenica, sono della liturgia
2015
MAGGIO
Papa Francesco: «Ve lo ripeto: per portare avanti
una famiglia è necessario usare tre parole:
permesso, grazie e scusa» (Omelia, 26.10.13)
Il saveriano cremonese p. Luigi Brioni benedice il matrimonio di 14 coppie
di sposi nel villaggio Marampa, in Sierra Leone (foto L. Brioni / Archivio MS).
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Inizio Expo
Giornata del lavoro
s. Giuseppe Lavoratore
s. Atanasio
Il matrimonio non è “fuori moda”
Nella famiglia bisogna avere cura l’uno dell’altro
+ p. Pasquale Ferraro, Parma
5a di Pasqua
Chi rimane in me porta molto frutto
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s. Silvano
La preghiera fa forte la famiglia
s. Gottardo
Le tre parole magiche sono: permesso, grazie, scusa
s. Giuditta
Non finite la giornata senza fare la pace
s. Flavia Domitilla
s. Vittore
Pesano certi silenzi tra marito e moglie, tra genitori e figli
Non fondate la famiglia sulla sabbia dei sentimenti
Giornata Europa unita
s. Gregorio
Fondate la famiglia sulla roccia dell’amore vero
Festa della mamma
6a di Pasqua
L’amore più grande: dare la vita per gli amici
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s. Fabio
La famiglia è luogo di affetto, aiuto, speranza, sostegno
s. Pancrazio
La famiglia è indispensabile per il futuro dell’umanità
Madonna di Fatima
s. Mattia
Il matrimonio è un lungo viaggio che dura tutta la vita!
Bisogna sapersi perdonare, perché tutti abbiamo difetti
Giornata internazionale delle famiglie
s. Isidoro
C’è bisogno di Gesù per accogliersi l’un l’altro ogni giorno
s. Ubaldo
Vivere insieme è un’arte, un cammino paziente e affascinante
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Preghiera
missionaria
Ascensione
Sarete miei testimoni fino ai confini della terra
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s. Giovanni I
Lo Spirito Santo lavora in noi sempre
s. Celestino V
Lo Spirito Santo non è un sindacalista
s. Bernardino
Lo Spirito ci fa nascere in una vita nuova, ci fa miti e caritatevoli
s. Cristoforo
s. Rita
s. Desiderio
Lascio che lo Spirito Santo parli nel mio cuore?
Occorre una decisa e generosa fiducia nello Spirito Santo
Permettiamo che lo Spirito Santo ci illumini, ci guidi, ci spinga
+ p. Ildo Chiari, Ravenna
Pentecoste
Lo Spirito vi guiderà a tutta la verità
8a tempo ordinario 5
Giornata dell’Africa
s. Urbano
s. Filippo Neri
Se manca l’amore, manca la gioia
Sappiate entrare con cortesia nella vita degli altri
s. Agostino di Canterbury
s. Emilio
s. Massimino
s. Felice
Santissima Trinità
La cortesia conserva l’amore
L’amore vero non s’impone con durezza e aggressività
Bisogna sapersi dire grazie, per stare bene insieme
Per fare pace non occorre un discorso, basta un gesto
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Maria aiuti i cristiani a rendersi disponibili
per annunciare Gesù.
Possiamo prenderci cura delle sofferenze
altrui, dei malati e dei poveri.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco ai fidanzati e alle coppie; la domenica, sono della liturgia
2015
GIUGNO
Papa Francesco: «Preferisco una chiesa ferita e sporca
per essere uscita per le strade, piuttosto che una
chiesa malata per chiusura» (Evangelii gaudium)
Il saveriano mantovano p. Emanuele Borelli testimonia la difficile vita della
gente di Bulelak, una delle tante periferie di Manila (foto E. Borelli / Archivio MS).
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9a tempo ordinario
s. Giustino
La chiesa è il popolo di Dio in cammino nella storia
Anniversario della Repubblica
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ss. Marcellino e Pietro Cerchiamo di essere una chiesa che trova nuove strade
s. Carlo Lwanga e c.
La chiesa è un ospedale da campo dopo una battaglia
s. Francesco Caracciolo
La chiesa deve curare i feriti, con misericordia
Giornata dell’ambiente
s. Bonifacio
Il cristiano è necessariamente misericordioso
s. Norberto
Portate Cristo fino alle periferie esistenziali
Corpus Domini
Ecco il mio Corpo, ecco il mio Sangue versato per tutti
10a tempo ordinario
s. Medardo
Per chi vive attaccato all’orgoglio, è impossibile essere felice
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s. Efrem
È nelle periferie (favelas) che si cerca e si serve Cristo
s. Zaccaria
Uscire dalla porta per cercare e incontrare la gente
s. Barnaba
Non possiamo restare chiusi in parrocchia
Giornata contro lavoro minorile
Sacro Cuore di Gesù
s. Antonio da Padova
Rimanere con Gesù esige uscire da se stessi
Santa Maria, aiutaci a vivere in armonia
+ p. Narciso Passuello, Parma
11a tempo ordinario
s. Germana
Di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce
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s. Ranieri
Ramadan islamico
s. Gregorio Barbarigo
Diciamo “no” alla “cultura dello scarto”
ss. Gervasio e Protasio Che brutto è un vescovo, un prete, un cristiano triste!
Giornata del rifugiato
Madonna Consolata La donna nella chiesa è più importante di vescovi e preti
12a tempo ordinario
Perché avete paura? Non avete ancora fede?
+ p. Guido Zamponi, Parma
s. Paolino da Nola
Solidarietà e fraternità rendono umana la civiltà
s. Giuseppe Cafasso
Per far progredire i popoli serve la cultura dell’incontro
5
Natività del Battista O si scommette sul dialogo e l’incontro, o tutti perdiamo
s. Guglielmo
Servono facilitatori, non controllori della fede
Giornata per le vittime di tortura
+ p. Alessio Cabras, Brasile
s. Vigilio
Auguro a ogni famiglia di riscoprire la preghiera domestica
s. Cirillo
Preghiamo perché la chiesa sia più santa e più umile
13a tempo ordinario
ss. Pietro e Paolo
Protomartiri di Roma
Figlia, va in pace e sii guarita dal tuo male
Siate vicini ai sacerdoti con l’affetto e la preghiera
La preghiera domestica aiuta anche a capirsi e perdonarsi
Rimanere con Cristo non significa isolarsi

s. Aureliano
Si deve camminare insieme: la gente, i vescovi e il papa
Gesù ci chiede di seminare con serietà
Preghiera
missionaria
I messaggi del giorno sono di papa Francesco al clero e nei tweet; la domenica, sono della liturgia
L’incontro personale con Gesù susciti nei
giovani il desiderio di offrirgli la propria vita.
Migranti e rifugiati trovino accoglienza
e siano trattati con rispetto.
2015
LUGLIO
Papa Francesco: «Dio Padre non ci dimentica, non ci
abbandona mai; ci aspetta sempre, e quando
torniamo ci accoglie come figli!» (Angelus, 17.3.14)
Sulle sponde del magnifico lago Kivu, in Congo, la gente martoriata
da continue violenze chiede pace e giustizia (foto M. Storgato / Archivio MS).
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s. Ester
Non lasciatevi rubare la speranza
s. Urbano
Diventiamo tutti portatori di speranza
s. Tommaso apostolo
Non spegniamo la speranza nel cuore
s. Elisabetta di Portog.
14a tempo ordinario
s. Maria Goretti
s. Claudio
Manteniamo la speranza; nelle difficoltà Dio agisce
Gesù si meravigliava della loro incredulità
Lasciamoci sorprendere da Dio
Dio riserva sempre il meglio per noi
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ss. Aquila e Priscilla
s. Fabrizio
Lontano da Dio gioia e speranza si esauriscono
Il cristiano non può essere pessimista
ss. Rufina e Seconda
s. Benedetto
La speranza non si può ridurre all’ottimismo umano
La speranza cristiana non inganna, non è un fantasma
15a tempo ordinario
s. Enrico
Gesù li mandò a due a due a predicare il vangelo
Viviamo nella gioia
+ p. Filiberto Corvini, Parma
s. Camillo de Lellis
s. Bonaventura
Il Signore mai si stanca di perdonare
Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono
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Vergine del Carmelo
La misericordia cambia il mondo
Preghiera
missionaria
Aid al Fitr islamico
+ p. Giuseppe Bagnara, Indonesia
s. Alessio
La misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto
Giornata per Nelson Mandela
s. Federico
I sacerdoti devono essere ministri di misericordia
16a tempo ordinario
Riferirono a Gesù tutto ciò che avevano fatto e detto
s . Margherita
Bisogna accompagnare le persone con misericordia
s. Daniele
Il confessionale non è una sala di tortura
s. Maria Maddalena Il sacramento non deve essere una dogana pastorale!
s. Brigida
Non perdiamo la fiducia nella misericordia paziente di Dio
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s. Cristina
s. Giacomo
17a tempo ordinario
s. Liliana
ss. Nazario e Celso
s. Marta
s. Pietro Crisologo
Anche se sei lontano, fa’ un piccolo passo verso Gesù
Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento
Un ragazzo ha cinque pani e due pesci
Non cediamo mai al pessimismo
Non siate mai uomini e donne tristi
Non dobbiamo temere la bontà e la tenerezza
Nella chiesa ci sono troppi cristiani tiepidi, da salotto
1976 Martirio p. Alberto Pierobon, Brasile
s. Ignazio di Loyola
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Non rifugiamoci in una vita tranquilla
I cristiani in America Latina diano testimonianza
d’amore per i poveri, per una società più fraterna.
La responsabilità politica sia vissuta a tutti i livelli
come forma alta di carità.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco alla GMG e da vari discorsi; la domenica, sono della liturgia
2015
AGOSTO
Papa Francesco: «Abbiate cura della creazione;
ma soprattutto prendetevi cura delle persone che
non hanno il necessario per vivere» (Tweet 14.11.13)
Il saveriano padovano p. Andrea Gamba testimonia la sofferenza della gente
che lavora nella discarica ad Ananindeua, in Amazzonia (foto A. Gamba / Archivio MS).
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s. Alfonso de’ Liguori
Tutto il creato forma un insieme armonioso
18a tempo ordinario
Datevi da fare per il cibo di vita eterna
s. Lidia
Custodire il creato, significa rispettare ogni creatura
s. Giovanni Vianney Prendiamoci cura di ogni persona, specialmente dei più fragili
Dedic. S. Maria Maggiore
Trasfigurazione
Custodire vuol dire vigilare sui nostri sentimenti
Nel mondo di Dio ognuno si sente responsabile dell’altro
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s. Gaetano da Thiene
Non siamo più attenti al mondo in cui viviamo
s. Domenico
Non custodiamo ciò che Dio ha creato per tutti
Giornata popolazioni indigene
19a tempo ordinario
s. Lorenzo
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo
Non siamo più capaci di custodirci gli uni gli altri
s. Chiara
Abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna
Giornata internazionale della gioventù
s. Ercolano
Chi è il responsabile del sangue dei fratelli? Nessuno?
ss. Ippolito e Ponziano
Non cediamo alla cultura del consumo
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s. Massimiliano Kolbe Mettiamo la solidarietà al centro della cultura umana
Assunta
Impariamo a cercare l’essenzialità
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Chi mangia la mia carne rimane in me e io in lui
Preghiera
missionaria
s. Giacinto
s. Elena
Distacchiamoci dal denaro, idolatrato e poi sprecato
Ci vuole il coraggio della felicità, e quello della sobrietà
s. Giovanni Eudes
La volontà di potenza e di possesso è senza limiti
1980 Celestina Bottego, fondatrice delle saveriane
s. Bernardo
L’etica conduce a Dio, che è fuori dal mercato
s. Pio X
Il denaro deve servire, e non governare!
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B. V. Maria Regina
La globalizzazione produce un pensiero unico, debole
Memoria della schiavitù
21a tempo ordinario
s. Bartolomeo
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna
Al centro non vi è più la persona umana, ma il denaro
s. Giuseppe Calasanzio
Diamo da mangiare a chi ha fame!
s. Alessandro
Fa male vedere un prete con l’auto ultimo modello
s. Monica
L’austerità è necessaria per chi lavora nella chiesa
s. Agostino
Dobbiamo sentirci liberi nei confronti delle cose
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Martirio del Battista
Impariamo ad abbracciare chi è nel bisogno
22a tempo ordinario
Dal cuore umano escono i propositi del male
s. Aristide
Nella mente di Dio il mondo è casa d’armonia e di pace
Uscendo da noi stessi, entriamo nelle periferie
delle relazioni umane e sociali.
I volontari si impegnino con generosità
al servizio dei poveri.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco agli ambasciatori e veglia; la domenica, sono della liturgia
2015
SETTEMBRE
Papa Francesco: «Mai più la guerra; violenza chiama
violenza; l’umanità ha bisogno di vedere gesti
di pace, di sentire parole di pace» (Angelus, 1.9.13)
Il 7 settembre 2013 le tre saveriane Olga, Lucia, Bernardetta sono state
atrocemente uccise nella missione di Kamenge, in Burundi (foto Saveriane / Archivio MS).
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Salvaguardia creato
s. Egidio
Quando l’uomo si mette al posto di Dio, guasta le relazioni
s. Elpidio
In ogni violenza e guerra facciamo rinascere Caino
s. Gregorio Magno
Continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte
s. Rosalia
La violenza, la guerra portano solo morte
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b. Teresa Calcutta
Mercanti di morte seguono potere e denaro a ogni costo
23a tempo ordinario
Gesù fa udire i sordi e fa parlare i muti
2014 Martirio sr. Pulici, sr. Raschietti e sr. Boggian, Burundi
s. Regina
Il narcotraffico favorisce violenza e semina dolore
GIORNATA DELL’ALFABETIZZAZIONE
Natività di Maria
Non c’è pace se ciascuno è la misura di se stesso
s. Pietro Claver
La guerra è una sconfitta per l’umanità
s. Nicola da Tolentino
ss. Proto e Giacinto
Nome di Maria
La violenza e la guerra hanno il linguaggio della morte!
No alla violenza in tutte le sue forme
No alla proliferazione delle armi e al commercio illegale
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24a tempo ordinario
Chi perde la propria vita per il vangelo, la salva
Esaltaz. santa Croce
No all’odio fratricida e alle menzogne
Maria Addolorata
ss. Cornelio e Cipriano
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s. Roberto Bellarmino
s. Sofia
La guerra uccide il cuore, uccide l’amore!
La guerra è il suicidio dell’umanità
s. Gennaro
La guerra viene da odio, invidia, affanno di più potere
25a tempo ordinario
Chi vuole essere primo sia servitore di tutti
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s. Matteo
I “grandi” vogliono risolvere i problemi con la guerra
s. Maurizio
La corruzione dei potenti è pagata dai poveri
s. Pio da Pietrelcina
L’amore verso il denaro ci allontana da Dio
s. Pacifico
Il potere del denaro ti indebolisce e toglie la fede
s. Aurelia
Il corrotto irrita Dio e fa peccare il popolo!
b. Paolo VI
ss. Cosma e Damiano I corrotti uccidono e sfruttano senza sporcarsi le mani
26a tempo ordinario
Eclissi lunare totale
s. Venceslao
Se la tua mano o il tuo occhio ti scandalizza...
Anniversario nascita Confucio
Il corrotto si vende per avere più soldi e potere
1995 Martirio p. Marchiol, p. Maule e Gubert, Burundi
ss. Arcangeli
s. Girolamo
Il “venduto” non è più persona e diventa merce
La corruzione viene dalla superbia
“Non ci sono qui io, che sono tua madre?”
L’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita
Preghiera
missionaria
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I catechisti siano nella propria vita testimoni
coerenti della fede che annunciano.
Crescano le opportunità di formazione
e di lavoro per tutti i giovani.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco alla veglia e nelle omelie; la domenica, sono della liturgia
2015
OTTOBRE
Papa Francesco: «La chiesa deve andare incontro,
cercare i lontani e arrivare agli incroci delle
strade per invitare gli esclusi» (Evangelii gaudium)
Il saveriano messicano Gabriel Arroyo visita le comunità cristiane disperse
nella savana del Ciad per donare speranza e fraternità (foto G. Arroyo / Archivio MS).
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PREGHIERA
s. Teresina
La fede si professa con bocca e cuore, con parola e amore
Festa dei nonni
ss. Angeli custodi
Per conoscere Gesù non basta il catechismo
s. Edmondo di Scozia
Lasciati cercare e amare da Gesùi
SACRIFICIO
27a tempo ordinario
s. Placido
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Marito e moglie sono una sola carne
Gesù ci invia a tutti; tutti possono essere missionari
s. Bruno
Non abbiate paura della gioia di annunciare il vangelo
s. Maria del rosario
s. Pelagia
La proposta evangelica è semplice, profonda, irradiante
Il rischio dell’attivismo è sempre in agguato
ss. Dionigi e c.
Senza il rapporto con Dio la missione diventa mestiere
Giornata contro pena di morte
s. Daniele Comboni
C’è bisogno di tempo per un cambiamento efficace
VOCAZIONE
s. Giovanni XXIII
28 tempo ordinario
a
s. Serafino
Vendi quello che hai e seguimi
Lo zelo apostolico ha qualcosa di sana pazzia

s. Romolo
Non chiudetevi! Scendete in mezzo ai vostri fedeli
1974 Martirio p. V. Cobbe, Bangladesh
s. Callisto I
Siate pastori con l’odore delle pecore
Capodanno islamico 1437
s. Teresa d’Avila
Dobbiamo essere capaci di ascoltare, aiutare, orientare
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Giornata alimentazione
s. Margherita A.
Condividiamo gioie e speranze, difficoltà e sofferenze
Preghiera
missionaria
s. Ignazio d’Antiochia Dobbiamo essere accoglienti, in cammino con la gente
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
29a tempo ordinario
s. Laura
SOLIDARIETÀ
Non sono venuto per farmi servire, ma per servire
Essere liberi da ambizioni o mire personali è importante
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s. Maria Bertilla
Il carrierismo è una lebbra; per favore, niente carrierismo!
s. Orsola
Vinciamo la tentazione dell’indifferenza
+ p. Martin Mbende, Filippine 2013
s. Giovanni Paolo II
Dobbiamo imparare a stare con i poveri
s. Giov. da Capestrano
s. Antonio M. Claret
Guardiamo i poveri negli occhi, ascoltiamoli
I poveri sono un’occasione di incontrare Cristo
RINGRAZIAMENTO
30a tempo ordinario
s. Evaristo
Che cosa vuoi che io faccia per te?
Vinciamo la tentazione dell’indifferenza
Dialogo cristiano-islamico
s. Fiorenzo
ss. Simone e Giuda
s. Ermelinda
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Abbiamo tanto da imparare dalla saggezza dei poveri
La povertà allontana dall’idolatria, apre alla Provvidenza
Tendiamo la mano a chi è in difficoltà
Chiusura Expo 2015
s. Alfonso Rodriguez
s. Lucilla
Non ci si nutre con denaro, successo, vanità e potere
Senz’amore la fatica diventa più pesante, intollerabile
Le comunità cristiane dell’Asia annuncino
il vangelo a coloro che ancora lo attendono.
Sia sradicata la tratta delle persone,
forma moderna di schiavitù.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco nelle omelie e ai vescovi; la domenica, sono della liturgia
2015
NOVEMBRE
Papa Francesco: «Non si può tollerare il fatto
che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre
la fame. Questo è iniquità» (Evangelii gaudium)
Il saveriano vicentino p. Giuseppe Dovigo documenta l’estenuante lavoro
dei trasportatori d’acqua nelle città congolesi (foto G. Dovigo / Archivio MS).
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Tutti i Santi
Santi: una moltitudine immensa di ogni nazione e lingua
Fedeli Defunti
Verremo giudicati sulla nostra vicinanza ai poveri
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s. Martino di Porres
Se hai qualcosa contro un altro, almeno mettiti d’accordo
s. Carlo Borromeo
L’accordo è una cosa buona; è realismo
s. Guido Conforti
La conversione comincia sempre ai piedi di Cristo
s. Leonardo di Loblac
s. Ernesto
Sparlare è uccidere, perché alla radice c’è l’odio
Si può uccidere con le chiacchiere, con le calunnie
Ringraziamento per i frutti della terra
32a tempo ordinario
Questa vedova ha offerto più di tutti gli altri
Giornata contro antisemitismo
s. Oreste
Non posso parlare con il Padre se non parlo con mio fratello
s. Leone Magno
La mitezza ha tanti nemici: il primo sono le “chiacchiere”

s. Martino
Chiacchierare degli altri è un po’ come bastonarli
s. Giosafat
Non giudichiamo, perché unico giudice è il Signore
s. Diego
Diciamo le cose agli interessati, non a tutto il quartiere
s. Giocondo
Se non chiacchieriamo, sarà già un bel passo avanti
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s. Elisab. d’Ungheria
La chiacchiera è farsi male l’un l’altro
Basiliche Pietro e Paolo
Spesso diciamo soltanto la metà che ci conviene
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s. Fausto
Non so perché, ma c’è una gioia oscura nella chiacchiera
Giornata dell’infanzia
s. Felice di Valois
Disinformazione, diffamazione e calunnia sono peccato
Presentazione B.V. Maria
Cristo Re
s. Clemente
s. Andrea Dung-Lac
L’insulto nasce dalla stessa radice del crimine
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce
La chiacchiera è dolce all’inizio, ma poi rovina l’anima!
Comunità e famiglia sono distrutte dall’invidia
Giornata contro violenza sulle donne
s. Caterina d’Alessandria Dove c’è Dio non ci sono chiacchiere che uccidono
s. Corrado
s. Virgilio
Rialzarsi è faticoso, ma è possibile se lo vuoi
Il cristiano sa dare: la sua vita è piena di atti generosi
1964 Martirio di p. G. Didoné, p. L. Carrara e fr. V. Faccin, Congo RD
s. Caterina Labouré Chiediamo a Dio la grazia di un cuore libero e luminoso
1a di Avvento (C)
s. Andrea
State attenti: i vostri cuori non si appesantiscano
Cristo ci chiama a essere più accorti e vigili
Il cielo e la terra passeranno; le mie parole, no
I pastori della chiesa, amando il proprio gregge,
ne tengano viva la speranza.
s. Margher. di Scozia Il cristiano non deve fare il “ficcanaso” nella vita altrui
Preghiera
missionaria
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Apriamoci all’incontro e al dialogo con tutti,
anche se con convinzioni diverse dalle nostre.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco nelle omelie e nei tweet; la domenica, sono della liturgia
2015
DICEMBRE
Papa Francesco: «Mi lascio sorprendere da Dio, come
ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze?
Lascio entrare Dio nella mia vita?» (Omelia, 13.10.13)
“Dio non finisce mai di sorprenderci!”: ogni bambino è segno della presenza
di Dio per il futuro della Colombia e del mondo intero (foto A. Costalonga / Archivio MS).
1M
2M
3G
4V
5S
6D
7L
8M
9M
10 G
11 V
12 S
13 D
14 L
15 M
16 M
Giornata Aids
s. Eligio
Quando siamo nel buio è importante cercare la luce
Giornata per abolizione schiavitù
s. Bibiana
La luce è più importante del buio
GIORNATA MISSIONARIA SACERDOTI
s. Francesco Saverio
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Saverio era tutto di Dio, degli altri, di sé
s. Giovanni Damasceno
Cercare la luce sempre, dentro di noi
s. Ada
La luce ci dà gioia, ci dà speranza
2a di Avvento
Preparate la via del Signore
s. Ambrogio
Per non far entrare il male nel cuore c’è l’esame di coscienza
Immacolata Concezione
Maria ci ama con un amore senza pari
+ p. Giuliano Varalta, Parma 2013
s. Siro
La sera domandati: cosa è accaduto oggi nel mio cuore?
Giornata dei diritti umani
Vergine di Loreto
Il cuore è come una casa: faccio la guardia al mio cuore?
+ p. Girardo Furlan, Stati Uniti 2013
s. Damaso

Difendete il vostro cuore dal male
Madonna di Guadalupe Il cuore non sia una “piazza”, dove si va e viene
3a di Avvento
Maestro, che cosa dobbiamo fare?
s. Giovanni della croce Avete bisogno di perseveranza nella vita di ogni giorno
s. Cristina
La nostra vita cristiana è solo di “cosmetica”?
17 G
18 V
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20 D
21 L
22 M
23 M
24 G
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26 S
27 D
28 L
29 M
30 M
31 G
16-24 Novena di Natale
s. Adelaide
La nostra vita cristiana è fede operosa nella carità?
Preghiera
missionaria
s. Lazzaro
Con la grazia possiamo superare tutti gli ostacoli
Giornata del migrante
s. Graziano
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Mettere al centro noi stessi è umano, ma non è cristiano
s. Dario di Nicea
Cristo bussa alla porta del vostro cuore: ascoltate!
4a di Avvento
Beata colei che ha creduto alla parola del Signore
s. Pietro Canisio
Il Signore ci aspetta per accoglierci nel suo amore
s. Francesca Cabrini
La fedeltà di Dio è più forte delle nostre infedeltà
s. Giovanni da Kety Il Signore ci accompagna sempre: lasciamoci accompagnare
ss. Irma e Adele
Il Natale è gioia religiosa, gioia di Dio
+ p. Silvano Laurenzi, 2013
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Natale del Signore
Natale è contemplare la visita di Dio al suo popolo
s. Stefano
È il momento di avere il coraggio della generosità
Santa famiglia
Ogni famiglia deve fare la pace tutte le sere!
ss. Innocenti martiri
Fermatevi: basta bambini morti!
s. Tommaso Becket
Il bambino Gesù è il segno della tenerezza di Dio
s. Eugenio
Non si può misurare l’amore di Dio: è senza misura!
s. Silvestro
Gesù è venuto a cambiare il cuore e la vita degli uomini
Le famiglie trovino nella nascita di Gesù
un segno di sicura speranza.
Tutti possiamo fare l’esperienza
della misericordia di Dio.
I messaggi del giorno sono di papa Francesco nelle omelie e su tweet; la domenica, sono della liturgia
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