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È tempo di alzare la voce
Notizie testimonianze proposte per gli amici dei missionari BURUNDI CAMERUN CIAD CONGO R. D. MOZAMBICO SIERRA LEONE BANGLADESH FILIPPINE GIAPPONE INDONESIA TAIWAN THAILANDIA CSAM Centro Saveriano Animazione Missionaria Via Piamarta, 9 - 25121 Brescia Tel. 030.3772780 – Fax 030.3772781 E-mail: [email protected] [email protected] AMAZZONIA BRASILE COLOMBIA MESSICO Direttore: Marcello Storgato Redazione: Diego Piovani Direttore responsabile: Marcello Storgato Regist. Trib. di PR 07-03-1967 - n. 400 Fruisce di contributi statali (legge 270/1990) 2014 NOVEMBRE n. 9 In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio P. T. Brescia C.M.P., detentore conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa È tempo di alzare la voce a tragedia che si è abbattuta sulla comunità di Kamenge lo scorso 7 e 8 settembre, quando sono state trucidate tre missionarie saveriane, ci ha toccato tutti. L’onda di commozione ha mostrato quanto la gente partecipi alle vicende dei missionari e ha provocato un’ulteriore presa di coscienza del male che infierisce nel mondo. Al di là delle responsabilità dell’eccidio, che non tocca a noi determinare, il fatto ha mostrato come sia vero quello che il papa ripetutamente dice, che cioè “oggi ci sono più martiri nella chiesa che nei primi secoli” e che tra coloro che subiscono persecuzione per le loro convinzioni, i cristiani sono i più numerosi. “C’è un tempo per parlare…” Sant’Ambrogio, poco prima di morire, parafrasando un versetto del Qohelet, diceva: “C’è un tempo adatto per tutto: un tempo per tacere e un tempo per parlare. Devi tacere quando non trovi un interlocutore disponibile; devi parlare quando il Signore ti concede una lingua sapiente, così da rendere efficace il tuo discorso nel cuore dei tuoi ascoltatori”. Noi missionari non pecchiamo certamente di timidezza, an- zi, siamo spesso accusati di puntare il dito contro le ingiustizie che affliggono i poveri, ma non amiamo parlare troppo dei disastri che ci colpiscono personalmente, perché non vorremmo alimentare l’odio e il risentimento nei confronti di chi ci attacca. Oggi c’è già in giro tanta avversione… che non è evangelica, perché assomiglia alla voglia di vendetta. Questa volta però non possiamo tacere. Non perché nel caso delle tre missionarie di Kamenge siamo stati colpiti negli affetti famigliari, ma perché dobbiamo denunciare il fatto che molti cristiani, insieme con altre minoranze religiose, sono oggetto di vessazioni e persecuzioni ingiuste e intollerabili. Perseguitati per la fede Qualcuno ha lamentato che la PER UNA CHIESA APERTA Usciamo nelle periferie dell’umanità p. MARCELLO STORGATO, sx P apa Francesco, “venuto quasi dalla fine del mondo”, costantemente invita tutti i cristiani ad aprire le porte - delle nostre chiese, delle nostre associazioni, delle nostre case, e soprattutto dei nostri cuori - per uscire verso le molte “periferie esistenziali” presenti nel nostro mondo attuale. Piace al papa una chiesa per strada, di casa in casa, in movimento fino ai confini della terra, come la vuole Gesù. E così deve essere, per dimostrare che la chiesa è davvero “missionaria per natura”. “La chiesa in uscita è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano” (Evangelii gaudium n.24). Occorre prima di tutto “aprire il cuore e uscire dalla nostra solitudine e indifferenza”: per questo abbiamo pensato di farci guidare proprio da papa Francesco durante tutto l’anno 2015, attraverso il semplice strumento del “calendario”. So che riceverete molti calendari in omaggio. Ma il calendario di Missionari Saveriani, in questo, è unico! Ed è tutto da sfruttare, giorno dopo giorno. Bastano due minuti per puntare l’occhio sulla data del giorno e leggere il breve e incisivo “messaggio” del papa: lo mettiamo in un posticino della mente per viverlo durante il giorno, e ripensarlo la sera, prima del meritato riposo della notte. Afferma il papa: “Su una nave sballottata dalle onde, costa fatica remare. Ma anche con il vento contrario, remiamo tutti insieme; anche il papa rema nella barca di Pietro. E mentre remiamo, dobbiamo pregare tanto; anche se siamo uomini di poca fede, il Signore ci salverà. Speriamo sempre nel Signore” (27.9.2014). Sì, dobbiamo remare insieme e pregare tanto! È come l’appello di san Benedetto: “ora et labora - prega e lavora”. Ed è bello farlo insieme a papa Francesco. Non possiamo lasciarlo remare da solo, sulla barca sbattuta dalle onde e dal vento nel nostro mondo attuale. Né possiamo stare sulla sponda a guardare… come andrà a finire. Possiamo e dobbiamo condividere il costo della fatica missionaria, rinnovando ogni giorno l’entusiasmo e la gioia di evangelizzare la nostra vita e le tante periferie dell’esistenza. E facciamoci aiutare dal calendario “Missionari Saveriani” 2015. ■ Felice anno a tutti! chiesa ha parlato poco di queste vicende dolorose, quasi che non sapesse bene cosa e come dire, o avesse scelto di tacere per non compromettere il quieto vivere o il dialogo con tutte le parti in causa. Non è così. La chiesa ha taciuto perché sa che essere perseguitati, per i fedeli e specialmente per i missionari, è in fin dei conti un rischio connesso con la fede e con le scelte della missione. Già san Pietro scriveva: “Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi… Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito di Dio riposa su di voi” (1Pt 4, 12-16). Contro ogni violenza Ma quando sono colpite delle persone del tutto inermi - com’erano Olga, Lucia e Bernardetta, le tre missionarie di Kamenge -, e quando persone del tutto innocenti e disarmate “sono perseguitate, sono cacciate via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente con loro, [...] spogliate di tutto” - come ha detto il papa - solo perché non vogliono abbandonare la propria fede, allora la chiesa deve parlare, deve invitare alla preghiera e al perdono, ma deve anche dire al mondo che questa è la strada della barbarie che rivela a che punto l’u- manità può giungere quando dimentica le intenzioni del Creatore e i suoi disegni di salvezza. Il tempo della preghiera non ha termine e anche quello del perdono. Il tempo dell’attesa silenziosa, prudente e calibrata nella ricerca dei canali di ascolto più adeguati e di spiragli di buona volontà per affrontare la difficile e delicata situazione di troppi cristiani d’Asia e d’Africa, deve cedere il passo a quello della parola e dell’appello, come ha fatto in questi ultimi tempi papa Francesco con la ferma condanna di ogni violenza e ogni forma d’intolleranza. La nostra denuncia A questa parola autorevole e coraggiosa vogliamo aggiungere anche la nostra denuncia, facendo propria quella del presidente dei vescovi italiani di fronte alla “crudele persecuzione che tormenta e uccide tanti cristiani e altre minoranze religiose”. Di fronte alla violenza jihadista scatenata in nome di Dio “la nostra coscienza deve ribellarsi. Dobbiamo a una voce gridare che sono crimini contro l’umanità e… se dalla comunità internazionale non si leva univoca, chiara, forte e insistente la condanna e la presa di distanza dall’inaccettabile vergogna, è un atto di viltà imperdonabile”. ■ Non si è spenta ancora l’eco dell’uccisione in Burundi delle saveriane Pulici, Raschietti e Boggian. Il tempo della preghiera e del perdono non ha termine. Unanime è la condanna di ogni forma di violenza e intolleranza religiosa nel mondo. 2014 novembre n. 9 ANNO 67° 2015 L p. GABRIELE FERRARI, sx CALENDARIO 2015 La denuncia: i cristiani sono i più perseguitati Stampa: Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia Abbonamento annuo € 10,00 - Contiene I. R. Poste Italiane. Sped. A.P. D.L. 353 03 (conv. L.27/02/04 n° 46) art. 2, comma 2, DCB Brescia. Envoi par Abonnement Postal - Taxe Perçue GENNAIO Papa Francesco: «Quando i bambini sono accolti, amati, custoditi, tutelati, la famiglia è sana, la società migliora, il mondo è più umano» (Betlemme, 25.5.14) Il saveriano sardo p. Antonino Melis ai bambini di Yagoua in Camerun insegna i valori della loro cultura (foto A. Melis / Archivio MS). 1G 2V 3S 4D 5L 6M 7M 8G 9V 10 S 11 D PACE MONDIALE Madre di Dio Maria si è presa cura del bambino Gesù + fr. Remo Bucari, Parma ss. Basilio e Gregorio Davanti ai bambini siamo come Maria o come Erode? s. Genoveffa I bambini sono segno di speranza e di vita 2a tempo di Natale Gesù è la vera luce che illumina ogni uomo 6 s. Amelia I bambini hanno bisogno di essere accolti e difesi INFANZIA MISSIONARIA Epifania Oggi Gesù inaugura la fratellanza universale Natale ortodosso s. Luciano s. Massimo + p. Giovanni Zaltron, Vicenza Dai bambini si capisce lo stato di salute della famiglia Quando i bambini sono accolti e amati, la famiglia è sana s. Alessia s. Aldo Battesimo del Signore Dai bambini si capisce lo stato di salute della società Quando i bambini sono tutelati, la società migliora Tu sei il Figlio mio, l’Amato 17 S 18 D 19 L 20 M 21 M 22 G 23 V 24 S 25 D 26 L 27 M Giornata ebraico-cristiana s. Antonio abate Con un bambino che soffre, viene la preghiera del “perché” 18-25 OTTAVARIO ECUMENICO 2 tempo ordinario a s. Mario Signore, io vengo per fare la tua volontà Contrastiamo la velenosa cultura dello “scarto” s. Sebastiano I nonni sono i saggi in casa! s. Agnese I nonni sono molto importanti per salvare la fede s. Vincenzo Le case per anziani siano vere case, non prigioni! s. Emerenziana s. Francesco di Sales Le case per anziani siano “polmoni” di umanità Gli anziani non vengano dimenticati, trascurati GIORNATA LEBBRA 3a tempo ordinario ss. Tito e Timoteo Giornata memoria - Shoà s. Angela Merici Signore, fammi conoscere le tue vie Andate a visitare gli anziani e prendetevi cura di loro 5 Un popolo che non custodisce i nonni non ha futuro 2014 NOVEMBRE MISSIONE E SPIRITO MISSIONE FAMIGLIA In morte dell’amata Rachele Vivere e morire con normalità R achele non è un’eroina; è semplicemente donna: con la sua passione d’innamorata, con le sue amare gelosie nel costante convivere con la sorella Lia, che Giacobbe ha dovuto sposare per prima, con il suo tenace desiderio di maternità. “Dammi dei figli, se no muoio!”, aveva detto Rachele a Giacobbe, suscitandone le ire: se Dio le aveva chiuso il grembo, forse che lui c’entrava? (Gen 30,1s). In effetti, la sua prima maternità è più che mai un dono di Dio e lei mette al mondo il suo Giuseppe chiamandolo con il nome del suo desiderio inesausto: “Il Signore mi aggiunga un altro figlio!” (30,24). Il secondo figlio s’aggiunge e Rachele lo sente crescere in sé nel viaggio che con Giacobbe e tutto il suo clan la sta portando nel paese di Canaan. Quel figlio nascerà nella terra della promessa, a differenza dei suoi fratelli nati in Mesopotamia, e sarà l’ultimo figlio di Giacobbe. Fu la stanchezza del viaggio, fu l’imponderabile? Le sue doglie si trasformano in agonia, la gioia attesa in sapore di morte. Lei che anche così aveva “sostenuto una lotta tremenda contro sua sorella e aveva vinto” (30,8), si appresta a morire proprio della sua vittoria. La vita, la morte. Quel figlio Morte di Rachele e nascita di Beniamino (Cignaroli, Venezia) Quindi partirono da Betel. Mancava ancora un tratto di cammino per arrivare a Èfrata, quando Rachele partorì ed ebbe un parto difficile. 17 Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: “Non temere: anche questa volta avrai un figlio!”. 18 Ormai moribonda, quando stava per esalare l’ultimo respiro, lei lo chiamò Ben-Onì, ma suo padre lo chiamò Beniamino. 19 Così Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Èfrata, cioè Betlemme. 20 Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. È la stele della tomba di Rachele, che esiste ancora oggi. Genesi 35,16-20 16 normalità, senza retorica, perché fa parte del mestiere d’essere donna: la possibilità di morire per dare la vita. nasce vivo e non saprà portare nella memoria il primo e ultimo sguardo di sua madre, sguardo di fierezza e di dolore. Lo chiama Ben-Onì, con una parola che dice al contempo dolore e gioia: “figlio del mio dolore”, ma anche “figlio della mia forza”. Perché appaia solo la vita, Giacobbe, senza mutare la scelta di Rachele, lo chiamerà BenYamìn, “figlio della mia destra, della mia forza”. E lo amerà con cuore di padre e di madre. Rachele se ne va, dopo aver consegnato al mondo il figlio. Come il banano che secca dopo aver dato il suo frutto, mentre già un nuovo banano germoglia al suo fianco. Semplice storia di donna, ripetuta milioni di volte FIORETTI DI P. UCCELLI “DESIDERO ANDARE IN PARADISO!” p. GUGLIELMO CAMERA, sx al cielo è per il servo di Dio p. Pietro Uccelli un L’ aspirazione continuo invito alla santità. Lo scrive con insistenza nelle sue 2 sr. TERESINA CAFFI, mM LA PAROLA lettere, da cui riportiamo qualche pensiero. “Diventiamo santi, dunque, senza alcuna riserva e condizione. Questo è il grande e inviolabile desiderio che io ho sempre… Questo pensiero di essere tutti di Dio è quello che ci conforta e ci raddolcisce le pene di questo esilio. Vivere senza questo desiderio è un lento morire, ma con esso la vita è gioia celeste. Diciamo dunque spesso al Signore, specialmente dopo la santa Comunione, che vogliamo amarlo e che vogliamo essere suoi servi fedeli, e che solo desideriamo la sua maggior gloria e la nostra santificazione. Questo e null’altro per me desidero, e tutti i miei pensieri, tutti i miei affetti e tutte le mie opere li dirigo a quella meta nobilissima”. La strada per il paradiso e la forza di percorrerla ci viene dalla fiducia e dall’abbandono completo alla volontà di Dio. Così scrive p. Pietro Uccelli: “Coraggio nel Signore e dica spesso: Fiat voluntas tua, con l’intenzione di volerla fare sempre e in tutto. Mettiamoci nelle mani di Dio, e lui faccia di noi e delle nostre cose secondo il suo divino volere, che ci verrà manifestato in modo speciale da chi guida la nostra anima”. E ancora: “Mettiamoci sempre nel mare d’acqua dolce della volontà di Dio, e non temiamo. Il Signore vuole solo il nostro bene, anzi il nostro maggior bene, e a questo scopo dispone gli eventi. Il nostro pregare sia fatto di uniformità al volere di Dio, e allora il male diventa sopportabile e meritorio. Quando la croce pesa troppo sulle nostre deboli spalle, diciamo a Gesù benedetto che ci faccia da Cireneo”. Il Signore conosce ciò che è per il nostro maggior bene: “Ho messo tutto nelle mani di Dio, il quale sono certo disporrà secondo il meglio dell’anima mia. Non ho avuto un desiderio così vivo di andare in paradiso come ora, e chi sa che il Signore non mi faccia una così bella grazia… “Ringraziamo il Signore per essere arrivati fino a questa età. E preghiamolo di concederci tutte quelle grazie che ci sono necessarie per prepararci a fare una morte santa”. ■ nella storia del mondo e ancora frequente in alcuni contesti. Bimbi che crescono senza poter ricordare una madre; bimbi che la seguono nel viaggio della morte. Donne che vengono sepolte nel pianto ma anche nella UNA NUOVA MISSIONE? Mons. Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni in Sierra Leone (nella foto con ghirlanda di benvenuto), da metà settembre è in Sud Sudan come “inviato speciale” del superiore generale, per rispondere a una richiesta della Conferenza episcopale del neonato Stato africano. Mons. Biguzzi si trattiene in Sud Sudan fino alla fine di novembre ed è impegnato a valutare un eventuale nuovo campo di missione per i saveriani in Africa. Vi terremo informati sui futuri sviluppi della situazione. ■ UN CONSIGLIO... SPECIALE A metà settembre, presso la casa madre di Parma, i membri del Consiglio del laicato saveriano hanno incontrato i membri della direzione generale dei saveriani, per conoscersi meglio e riflettere insieme sugli ideali e sulle sfide comuni, in Italia e nelle missioni. È stato anche espresso il desiderio di incontrare gli altri gruppi di laici saveriani attivi in diverse nazioni del mondo. La cena è stata servita nella casa della “fraternità”, a Parma, dai coniugi Volta e dai loro ospiti. Scrive Mirella, presidente Il mistero di Gesù che soffre, muore e risorge era annunciato nelle Scritture antiche: nel Servo del Signore, nella storia di Giona, nello stesso Giuseppe figlio di Rachele... Anche Rachele, anche tutte le Rachele del mondo annunciano a loro modo questo mistero. È anche guardando a loro che Gesù interpretò la sua passione e la sofferenza dei suoi: “La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Co- dei laici saveriani: “è stata davvero una giornata speciale, passata in spirito di famiglia, tanto caro a san Guido Conforti”. ■ NELLA CASA DELL'ORRORE A circa un mese dal massacro delle missionarie Olga, Lucia e Bernardetta a Kamenge, periferia di Bujumbura in Burundi, le saveriane sono tornate nella “casa dell’orrore”. Il ritorno è avvenuto l’11 ottobre, in occasione della prima visita in Burundi della neo eletta direttrice generale sr. Giordana Bertacchini, accompagnata dalla direttrice uscente sr. Ines Frizza. Una comprensibile grande emozione per tutte le sorelle, arrivate anche dalle missioni del confinante Congo. Alla santa Messa nella chiesa “San Guido Conforti”, l’arcivescovo Evariste, i saveriani del Burundi e del Congo, i molti sacerdoti, religiosi e religiose e l’immensa folla dei fedeli hanno ricordato con grande commozione le tre sorelle massacrate il 7 e 8 settembre scorsi. “Ora la commozione, lo sgomento, la riconoscenza e il perdono de- sì anche voi…” (Gv 16,21-22). Ci generò, infatti, nel sangue e nell’acqua. Anche Gesù fu Rachele. Anche Rachele annunciò Gesù. Che la vita si dà accettando di perderla. Rachele vide il suo futuro in Ben-Onì; Gesù annuncia a tutte le Rachele anche una vittoria personale, una vita personale che diventa piena. Come Rachele anche noi. Pensando alle tante Rachele sconosciute, discrete, normali che ancora vivono il mistero del dare la vita anche al più grande prezzo, anche noi “religiose e religiosi” troviamo che qualora ci capitasse che la vita sia tolta nel nostro servizio quotidiano, possiamo solo vivere ciò con normalità. ■ vono continuare nella ricerca della verità su quanto è successo”, hanno ripetuto i religiosi e i rappresentanti del governo. Anche sr. Giordana ha lasciato questo messaggio: “Ci auguriamo che piena luce sia fatta su questo assassinio, affinché il popolo burundese possa maggiormente credere alla giustizia e a una pace duratura”. ■ QUEL 28 NOVEMBRE 1964 Il 28 novembre 1964 è avvenuto il martirio dei saveriani fr. Vittorio Faccin e p. Luigi Carrara (a Baraka) e di p. Giovanni Didonè e del sacerdote Joubert (a Fizi), nella rep. Dem. del Congo. Nel 50.mo anno dall’eccidio, i saveriani sono invitati a commemorare i martiri missionari, a pregare per la fedeltà alla missione fino alla morte, a presentare il valore della vocazione missionaria nel carisma di san Guido Conforti. I saveriani del Congo hanno preparato un sussidio per l’animazione missionaria in lingua francese dal titolo: “Aimer jusqu’à donner sa vie - Amare fino a donare la propria vita”. ■ Il dolore delle consorelle saveriane in preghiera (foto S. Della Pietra) 2014 NOVEMBRE DIALOGO E SOLIDARIETÀ LETTERE AL DIRETTORE p. Marcello Storgato MISSIONARI SAVERIANI Via Piamarta 9 - 25121 Brescia E-Mail: [email protected] Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale CONVERTITI ALL’ISLAM O ALLA VIOLENZA? Caro direttore, il cappellano dell’università cattolica “Providence” di Taiwan, prof. Ramon Santacana, mi ha mandato un’informazione importante. All’insegna della reciprocità, la Norvegia ha vietato all’Arabia Saudita di finanziare moschee, visto che non permette di costruire chiese sul suo territorio. Il ministro degli Esteri Jonas Gahr Store ha dichiarato che saranno rifiutate le donazioni milionarie provenienti dalla Saudi Arabia: “L’accettazione di questo denaro sarebbe un controsenso, poiché nel paese arabo c’è il divieto di costruire luoghi di culto di altre religioni. Solleverò la questione davanti al Consiglio d’Europa e difenderò questa decisione basata sulla più stretta reciprocità con l’Arabia Saudita”. La notizia è stata purtroppo ignorata dai grandi mezzi di comunicazione. Ma è bene farla conoscere ai nostri lettori, anche come oggetto di riflessione. Fabrizio Tosolini, sx - Parma Caro Fabrizio, la notizia non è nuova; è infatti di ben quattro anni fa (ottobre 2010). È vero che i grandi media non vi hanno dato peso, a parte l’Avvenire (con un articolo di L. Fazzini) e pochi siti cattolici e laici. Non so come sia andata a finire la questione al Consiglio d’Europa, come lodevolmente promesso dal ministro degli Esteri norvegese di allora. Fatto sta che chiedere la “reciprocità” in campo di libertà religiosa è un sacrosanto diritto da parte dei governi e delle diplomazie, se vogliono prendere sul serio i rapporti internazionali. Anche la chiesa chiede ininterrottamente a tutti - Stati e cittadini - il rispetto della libertà religiosa, ma non può esigere stretta “reciprocità”, in base ai principi evangelici. Ma questa lodevole “reciprocità” non andrebbe applicata dai nostri governi in tanti altri campi? Perché limitarla solo alla questione “moschee - chiese”? Da vari anni ormai le finanze e le risorse arabe, cinesi, russe eccetera stanno acquistando importanti settori di investimento e di mercato; vengono stipulati accordi e contratti (non sempre trasparenti) tra governi e compagnie multinazionali… E tutto questo è dichiarato “benvenuto!”, senza stare a guardare “il capello” del rispetto dei diritti umani. Anzi, non poche personalità si sono dichiarate contro le sanzioni applicate a qualche Stato, perché hanno provocato il boicottaggio dei nostri prodotti e la perdita di interessi finanziari. Ma c’è anche un’altra questione spinosa, che ci riguarda da vicino: da una parte, i cristiani perseguitati apertamente, senza che i governi e le diplomazie occidentali vi diano il dovuto peso; d’altra parte, l’avanzamento di estremisti islamici, del marchio Isis e affini, con giovani convertiti all’islam e pronti a compiere atti terroristici in tante parti del mondo, senza che gli islamici moderati sconfessino chiaramente e metodicamente questa rivendicazione della “religione della violenza”. Mi domando: è conversione, o perversione? È conversione a una fede religiosa, o una perversione alla brutale violenza? Le voci dei “veri” islamici contro queste perversioni sono state troppo poche, troppo rare, troppo deboli. Speriamo che presto prendano maggiore consistenza e chiarezza, per liberarsi dal sospetto di… connivenza. Cari saluti a tutti da p. Marcello, sx STRUMENTI D’ANIMAZIONE LA CHIESA... IN USCITA Segnaliamo due pubblicazioni, che hanno radici nella tradizione della missione saveriana e della chiesa. “Gioia di fare il bene - Fioretti di p. Pietro Uccelli” di p. Ermanno Zulian (Ed. Missionari Saveriani, pagine 160, € 7). È la quinta edizione del noto lavoro di p. Zulian, che ha conosciuto personalmente padre Pietro Uccelli, di cui ha raccolto aneddoti ed episodi edificanti. “Una chiesa in uscita” di Ezio Falavavegna e Dario Vivian (Emi, 64 pagine, € 4,50), sussidio catechetico-pastorale sull’Evangelii gaudium. È uno strumento utile a sacerdoti, catechisti, membri del consiglio pastorale, gruppi missionari, per conoscere e approfondire il testo di papa Francesco. Dieci schede aiutano a organizzare incontri di formazione con preghiera, domande e riflessioni, testi biblici e indicazioni per la vita. Sconti del 30% per acquisti superiori alle 10 copie. Richiedere a: • Libreria dei popoli, Brescia tel. 030 3772780 int. 2; fax 030 3772781; e-mail: [email protected] I MISSIONARI SCRIVONO Il vescovo emerito invia saluti dal Sud Sudan Carissimi, vi scrivo dal Sud Sudan, dove mi trovo in… missione speciale. Sto cercando di conoscere un po’ la situazione e i bisogni della missione. Sono in una delle tante “periferie della missione”. Cristo è già nelle periferie. Aspetta operai per la sua messe. Qui le chiese (cattolica, anglicana e protestanti) godono di alto prestigio morale perché durante la lotta per l’indipendenza sono state dalla parte della gente, anche attraverso aiuti umanitari e difesa dei diritti umani. Le chiese sono perciò parte del tessuto vivo di questa nazione. Tuttavia stentano un po’ a trovare un piano pastorale unitario e a superare le difficoltà di collegamento fra le diverse etnie e con le zone isolate. Per questo i vescovi cattolici hanno lanciato un appello per avere nuovi missionari. Per il momento non ci sono problemi di sicurezza. Tuttavia c’è il timore che con l’arrivo della stagione secca riprendano gli scontri armati. Con le piogge molte “strade” sono interrotte. C’è un segnale negativo: l’aeroporto di Juba non è attrezzato per voli notturni e di notte rimane chiuso. Ma da un po’ di tempo si sente l’andare e venire di aerei anche la notte. Sembra che sia in atto un approvvigionamento clandestino di armi... Speriamo che questi voli notturni non siano un brutto presagio. Invio alcune immagini di varie occasioni: consegna del vangelo ai catechisti; celebrazione della Messa in una cappella; benedizione di una chiesa in costruzione... Ho benedetto anche una capra (vedi foto) che poi è arrivata in cucina a mezzogiorno… Calorosi saluti a tutti. + Giorgio Biguzzi, sx - Juba, Sud Sudan A Makeni visitiamo le famiglie colpite dal virus Ebola Rientrato in Sierra Leone dopo un periodo di riposo in Italia, mi trovo a Makeni, dove il virus Ebola ha già provocato almeno 300 vittime. Vedo che la gente ha imparato a convivere con questa minaccia e, nonostante la serietà della situazione, è cosciente che bisogna andare avanti. Noi missionari siamo convinti che è necessario essere prudenti, evitando luoghi dove il rischio di contagio è alto; ma non possiamo rimanere spettatori di fronte a questo dramma. Ci siamo domandati: cosa possiamo fare per aiutare coloro che sono stati colpiti dal virus? Le famiglie, che hanno perso un loro caro, sono messe in quarantena. Questa segregazione è un grosso problema perché le famiglie non hanno risparmi né scorte di cibo in casa. La diocesi di Makeni ci ha donato una somma di denaro per aiutare; ma anche le nostre comunità cristiane contribuiscono con sacchi di riso, cipolle, sale, carbone, dadi, acqua, latte in polvere per i neonati… Durante la settimana io e p. Patrick visitiamo le famiglie isolate, portando gli alimenti di cui hanno bisogno. Raggiunta la casa, ci fermiamo a una distanza prudenziale, chiediamo notizie dei membri della famiglia, incoraggiamo ad avere pazienza, preghiamo con loro e consegniamo gli aiuti. Questo semplice incontro è per loro è un segno di speranza in un momento di disperazione. Anche se soffrono molto per la perdita dei loro cari, (in una delle famiglie aiutate, su venti membri ne sono sopravvissuti soltanto sei!) non si sentono completamente abbandonati e sanno che possono contare sulla comunità, che non li ha dimenticati ed è pronta ad aiutarli. p. Girolamo Pistoni, sx - Makeni, Sierra Leone SOLIDARIETÀ COLOMBIA: NUOVI BANCHI PER CALI La parrocchia “San Francesco Saverio”, nella città di Cali in Colombia, con la collaborazione della comunità, sta ristrutturando la chiesa costruita nel 1984. Con i fondi raccolti con tanti sacrifici, è già stato riparato il tetto della chiesa e rinnovato l’impianto della luce e degli altoparlanti; sono stati recuperati spazi utili per incontri e catechesi, è stato sistemato il sotto-tetto per riparare dal caldo delle lamiere e dagli uccelli, che oltre al cinguettio lasciano tanti ricordi... Rimangono da sistemare i banchi, che non reggono più il peso delle persone, divorati dai tarli. Per risparmiare, utilizzando le vecchie strutture di ferro e le tavole recuperate, siamo riusciti a restaurare una decina di banchi. Mancano ancora 80 nuovi banchi, con la struttura in ferro e le assi nuove, usando un legno immunizzato che resista ai tarli. Ogni banco costa 300 euro, per un totale di 24.000 euro. La comunità parrocchiale sta collaborando con generosità, ma il salario mensile di chi ha la fortuna di lavorare non arriva a € 300. Per questo chiediamo la solidarietà e l’aiuto di quanti desiderano aiutarci. A nome della comunità ringraziamo e imploriamo per tutti voi la benedizione del Signore. p. Emilio Baldin, fr. Luigi Pinna, p. Ignacio Larrea PICCOLI PROGETTI 8/2014 - COLOMBIA Nuovi banchi per Cali La parrocchia “S. Francesco Saverio” di Cali, in Colombia, ha ristrutturato la chiesa costruita 30 anni fa. Chiede contributi di 24mila euro per 80 nuovi banchi, al costo di € 300 ciascuno, su cui si può incidere il nome del “donatore”; ma sono benvenuti contributi parziali. • Responsabili del progetto sono i saveriani p. Baldin, fr. Pinna e p. Larrea. 7/2014 - SIERRA LEONE Emergenza “Ebola” I saveriani e la diocesi di Makeni fanno appello per costituire un “fondo di emergenza” per contrastare l’espansione del virus Ebola, educare la gente, provvedere agli strumenti di prevenzione e soccorrere le famiglie delle vittime. • Responsabili sono p. Paganelli (incaricato diocesano) e p. Di Sopra (superiore). Chi desidera contribuire, può utilizzare l’accluso C/c.p., oppure può inviare l’offerta su C/c.p. o bonifico direttamente a: “Associazione Missionari Saveriani Onlus” Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345) IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281 È bene inviare copia dell’avvenuto bonifico via fax al n. 0521 960645 oppure via e-mail a [email protected] - con nome, cognome e indirizzo (per emettere documento valido ai fini della detrazione fiscale). 2014 NOVEMBRE ALZANO 24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4 Tel. 035 513343 - Fax 035 511210 E-mail: [email protected] - C/c. postale 233247 IBAN - IT 82 K 05428 52520 000000000195 (UBI Banca Popolare Bergamo, Alzano L.) La memoria di p. Luigi Carrara Un mese per ricordare chi ci ha preceduto I n questo tempo dell’anno, quando le stagioni si spengono e la natura si mette a dormire, ci è caro ricordare coloro “che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace”. In novembre ricordiamo i nostri morti e per loro offriamo preghiere, fiori e lumi, facciamo celebrare Messe e soprattutto compiamo opere di carità. Continuiamo così il cammino di vita e di speranza di coloro che sono vissuti prima di noi, mantenendo vivo il ricordo del bene fatto e raccomandandoli alla misericordia di Dio. Sono i nostri cari che ricordiamo più facilmente, ma è buona abitudine ricordare anche le “anime abbandonate” e pregare per loro. Il 28 novembre del 1964 Per noi bergamaschi si aggiunge quest’anno un’altra circostanza. Il 28 novembre di 50 anni fa veniva assassinato un saveriano originario di Cornale di Pradalunga: p. Luigi Carrara, di 31 anni. Riteniamo questo nostro fratello un vero martire della chiesa missionaria. Perciò sentiamo il bisogno di chiedere a lui la sua preghiera d’intercessione. Interceda presso il Signore a nostro favore, perché conserviamo la fede e la tramandiamo integra alle nuove generazioni. Grazie alla fede ricevuta dagli antenati, p. Luigi Carrara ha dato la sua vita e ha sparso il suo sangue, per essere seme fecondo di vita cristiana per le generazioni di oggi e di domani, in terra ber- p. GERARDO CAGLIONI, sx gamasca e in terra africana. L’odio della vendetta L’olocausto dei saveriani in Congo si consumò il 28 novembre 1964 per mano di Abedi Masanga che era stato al servizio della missione e poi si era dato alla politica. All’inizio della ribellione si era fatto notare per la sua prepotenza e per le ruberie che operava nei villaggi, ai danni della popolazione inerme, libero e indisturbato di compiere vendette e soprusi. Il 27 novembre cercò di tendere un’imboscata a una colonna di autoblindate guidate dai mercenari e lanciò i suoi simba all’attacco. Fu una carneficina! Oltre 700 simba caddero sotto i colpi di mitragliatrici e La terra ha dato il suo frutto La memoria di p. Luigi Carrara / 2 P adre Luigi Carrara è un figlio generoso della terra di Bergamo ed espressione di quel popolo che ha dato alla chiesa di Dio tanti figli e figlie: religiosi, preti e missionari. È l’espressione genuina di quella tradizione cristiana che il popolo ha vissuto con tanta gioia e vivacità, nella chiesa locale e nei territori di missione. Il vangelo ce lo ricorda efficacemente: la buona pianta dà frutti buoni e il buon terreno fa fruttificare con abbondanza. La vita offerta e sacrificata del missionario, come dice un detto antico, è “seme di nuovi cristiani”. In preghiera per i nostri missionari defunti Quest’anno celebriamo il giubileo - un evento di 50 anni fa - del martirio di p. Luigi Carrara. È un modo speciale di rivivere il suo dono al Signore; è un modo per rinnovare la nostra vita cristiana e impegnarla di nuovo, per attualizzare il nostro impegno battesimale e prendere energia utile a migliorare la nostra testimonianza cristiana. Assieme a p. Luigi Carrara, vogliamo fare memoria di tutti i missionari e le missionarie che sono tornati alla casa del Padre. È tradizione che i famigliari dei saveriani defunti si trovino a pregare nella nostra casa di Alzano Lombardo. È un modo per rinsaldare i legami, per sentirci famiglia, uniti dallo stesso ideale di san Guido Conforti, e per far giungere ancora la buona no- p. G. CAGLIONI, sx tizia del vangelo ai più lontani. A disposizione della chiesa di Bergamo La casa dei saveriani di Alzano continua a essere luogo di incontro per far vivere l’ideale missionario del Conforti e tenere viva la memoria degli uomini e delle donne bergamasche che hanno annunciato il vangelo lungo i secoli e nei diversi continenti. Ancora oggi i saveriani sono a disposizione della chiesa e della gente di Bergamo per tener vivi questi ideali di vita missionaria e tramandarli alle prossime generazioni. Noi, in particolare, in questo mese, guardiamo a p. Luigi Carrara perché ci aiuti a vivere con coerenza la nostra scelta cristiana. ■ mortai. Lui si salvò sotto un mucchio di cadaveri. Il giorno seguente, ebbro di odio e di alcol, pensò di vendicarsi dello smacco subíto assaltando i saveriani delle missioni di Baraka (padre Carrara e fratel Faccin) e di Fizi (padre Didonè e il sacerdote locale don Atanasio Joubert). L’eccidio di Baraka Verso le nove del mattino il carnefice arrivò a Baraka con un piccolo gruppo di uomini armati e sfogò l’ira contro fratel Vittorio Faccin, che stava lavorando nella sua stanza. Lo fece uscire e gli scaricò addosso l’intero caricatore dell’arma. Il confratello p. Luigi Carrara stava confessando: uditi gli spari, uscì dalla chiesa indossando la stola violacea e si avviò verso Abedi. Questi gli gridò: “Ti porto a Fizi per ucciderti”. Padre Carrara rispose calmo: “Se mi vuoi uccidere, preferisco morire qui, vicino al fratello”. E si inginocchiò a pregare. Abedi lo uccise in quella posizione, che gli era stata tanto cara per tutta la sua vita. I corpi dei due martiri furono sepolti da mani pietose in fretta e di nascosto. L’eccidio di Fizi Compiuto l’eccidio, Abedi si diresse verso Fizi dove arrivò nel tardo pomeriggio. Fermò la macchina davanti alla grande statua dell’Immacolata che domina l’entrata della missione, a pochi passi della chiesa. Scese dalla vettura e chiamò ad alta voce p. Giovanni Didonè. Questi uscì e neppure si accorse che Abedi teneva la pi- P. Luigi Carrara, missionario bergamasco, martire in Congo il 28 novembre 1964 con fratel Faccin, p. G. Didonè e don Joubert; nella foto, il giorno della sua prima Messa stola puntata su di lui. Fu colpito in pieno e cadde di schianto, senza un lamento. Uno zampillo di sangue bagnò il terreno. Poco dopo Abebi uccise anche il sacerdote Joubert. Le salme dei due martiri vennero sepolte la mattina dopo dai cristiani ancora terrorizzati. ■ IN PREGHIERA PER LA MISSIONE Pubblichiamo il calendario degli appuntamenti con la Messa e l’Adorazione missionaria per il 2014-2015, presso i saveriani di via Ponchielli 4, ad Alzano. Invitiamo tutti a partecipare, almeno spiritualmente. Potete ritagliare questo riquadro e tenerlo nel vostro libro di preghiere o nella vostra bibbia. 1° Messa missionaria 15 martedì del mese, ore 2014 defunti) 8 novembre (saveriani lsi) ita 13 dicembre (ritiro Un 2015 3 febbraio 3 marzo lsi) 21 marzo (ritiro Unita 7 aprile 5 maggio Adorazione m 3° giovedì del mesissionaria e, ore 20,30 2014 20 novembre 18 dicembre 2015 4 I fratelli di p. Luigi Carrara davanti al monumento dedicato al saveriano martire in Congo, a Cornale di Pradalunga, suo paese natale 15 gennaio 19 febbraio 26 marzo (missio nari martiri) 16 aprile 21 maggio 2014 NOVEMBRE BRESCIA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 IBAN - IT 45 Q 03500 11202 000000001607 (UBI Banco di Brescia, Brescia 2) I Warega nella foresta congolese La mostra 2014-2015 dei saveriani di Brescia L e mostre tematiche allestite dai saveriani di Brescia hanno fatto 13: siamo infatti alla tredicesima edizione. I visitatori stavolta, per quattro mesi, potranno viaggiare nella foresta della repubblica democratica del Congo (RD Congo), stato dell’Africa centrale sul bacino dell’omonimo fiume. La RD Congo, nata come stato indipendente nel 1960, è un paese otto volte più grande dell’Italia ed è ricco di risorse naturali. La popolazione è composta da oltre 300 etnie e la mostra presenterà le caratteristiche dell’etnia Warega, situata nella parte orientale del Paese, dove ancora oggi sono presenti i saveriani. L’identità della società Warega L’arte africana, e in particolare quella del Congo, misteriosa e affascinante, è rappresentata soprattutto da maschere, feticci, amuleti, insegne di potere… Oggetti da ammirare non solo per il loro valore estetico, ma perché costituiscono parte integrante del fattore religioso, mezzi di contatto degli uomini con il mondo dell’aldilà. Nel percorso della mostra saranno esposti autentici manufatti in avorio, osso, legno pregiato, attraverso i quali i visitatori entreranno in rapporto con la cultura e la composizione sociale e religiosa dei Warega. Quasi tutti gli oggetti esposti sono stati affidati dai bwami al saveriano p. Gianandrea Tam, perché li custodisse come depositario del loro mondo culturale. Ora, attraverso la mostra, quegli oggetti prendono nuova vita e svelano ai visitatori aspetti e insegnamenti della società Warega, preservan- a cura di DIEGO PIOVANI done l’identità originale. Laboratori e concorso Il mattino, e solo per le scuole, saranno allestiti laboratori di artigianato e d’arte africana: lavori creativi, differenziati sia per percorso che per grado di difficoltà (per informazioni e prenotazioni: tel. 349 3624217; fax 030 3772781, e-mail [email protected]). La visita alla mostra è gratuita, ma la partecipazione ai laboratori prevede un contributo di € 2,50 a persona. È necessario che i gruppi prenotino per tempo, sia la visita che i laboratori. Le classi che visitano la mostra possono anche preparare elaborati che saranno oggetto di premiazione venerdì 8 maggio 2015. Un progetto di solidarietà Non c’è mostra senza solida- Tre vite, tre semi d’amore In memoria di Olga, Lucia e Bernardetta 25 settembre nella G iovedì chiesa di San Cristo è stata 4 celebrata la Messa di suffragio per le saveriane Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian, uccise a Kamenge (Burundi) il 7 settembre scorso. L’iniziativa è stata del “gruppo burundese di preghiera”, in collaborazione con i saveriani e il centro missionario di Brescia. Hanno partecipato numerosi sacerdoti burundesi, i saveriani della comunità bresciana e quattro saveriane, tra cui la direttrice generale sr. Giordana Bertacchini. sentimenti di dolore, sgomento, incredulità e grande vergogna. Non siamo qui per chiedere la giustizia umana per le nostre sorelle uccise perché, come spesso accade, forse non avverrà. Tuttavia rivolgiamo agli autori di questa carneficina un appello alla conversione, perché sicuramente non scamperanno alla giustizia divina. I cristiani del Burundi hanno bisogno di approfondire la propria fede per arrivare all’amore vero e scongiurare la ripetizione di tragedie come questa”. Il sacerdote: “Dolore e vergogna” Nella sua omelia, il burundese don Stanislas ha detto: “Con grande dolore, ma anche con grande fede, ci raccogliamo in preghiera per ricordare Olga, Lucia e Bernadetta. Noi burundesi abbiamo provato forti Il console: “Abbiamo capito che…” Alla celebrazione Eucaristica ha partecipato anche il console onorario del Burundi il sig. Pacifique Mwisumamwo, che ha rivolto un messaggio ai presenti. “Da quel triste giorno registriamo gesti straordinari. Eravamo a cura di D. PIOVANI venuti a consolare, con il cuore pieno di tristezza, ma siamo noi a essere consolati, accolti e rassicurati. Questi sono i primi frutti del loro sacrificio, veri miracoli d’amore di cui siamo testimoni. Ora vediamo chiaramente ciò che prima solo intuivamo: la loro morte ha svelato a noi tutti il mistero della loro vocazione: donare la vita. Bernardetta, Olga, Lucia siete passate per la nostra terra facendo del bene: avete fasciato ferite, accarezzato volti, asciugato lacrime, detto una buona parola. Chi ha stroncato le vostre vite non ha ridotto la vostra capacità di amarci, anzi, adesso che siete presso Dio, è aumentato il vostro potere e noi sappiamo che non ci abbandonerete. E noi cercheremo di essere degni del vostro amore, ripudiando la violenza e costruendo un mondo di pace”. ■ Un momento della celebrazione eucaristica in suffragio delle tre saveriane martiri in Burundi, celebrata a San Cristo il 25 settembre rietà. E quest’anno, con i proventi della mostra sarà sostenuta la nuova missione saveriana nella città di Kindu, dove è in costruzione la “Città dei giovani”, affidata ai missionari saveriani. Si chiede un aiuto per attrezzare due grandi aule per gli studenti, che spesso non sanno dove andare a studiare. Servono infissi e illuminazione, oltre a tavoli e panche. Gli arredi sono fabbricati sul posto. Il preventivo di spesa si aggira sui 15mila euro. Sabato 8 novembre l’inaugurazione Sabato 8 novembre, a partire dalle ore 16, è prevista l’inaugurazione ufficiale. Nella sala Romanino a San Cristo, in via Piamarta 9, p. Gianandrea Tam parlerà della sua esperienza con i Warega. Alle 18, il taglio del nastro della mostra “Warega, i signori della foresta congolese”. La mostra, che chiuderà il 1° marzo 2015, godrà anche di alcuni appuntamenti culturali paralleli, sempre a San Cristo. • Sabato 6 dicembre alle 20,30 spettacolo folkloristico-musicale del gruppo “Ngoma yetu” (il nostro tamburo). • Sabato 13 dicembre alle 20,30 - concerto di Natale con la partecipazione del coro polifonico di Cailina, diretto da mons. Claudio Del Pero. • Venerdì 16 gennaio alle 20,30 - conferenza sul tema “Parliamo delle arti dell’Africa nera: un primo sguardo artistico e antropologico”, con Elio Revera, consulente d’arte e cultura tribali dell’università di Brescia. • Sabato 7 marzo alle 19,30 - cena con menù di cucina tradizionale congolese (prenotarsi al 349 3624217 entro e non oltre il 15 gennaio 2015; il contributo è di 25 € a persona). ■ UNA VITA GIÀ DONATA sr. GIORDANA BERTACCHINI, mM A conclusione della celebrazione, la direttrice generale sr. Giordana Bertacchini (nella foto con maglione rosso) ha preso la parola, a nome di tutte le consorelle saveriane. Grazie a voi tutti presenti a questa celebrazione in memoria delle nostre sorelle Olga, Lucia e Bernardetta uccise in Burundi. Ci sentiamo uniti da un grande dolore e grande speranza. Quello che abbiamo vissuto prima e dopo l’assassinio delle nostre sorelle, l’amore che hanno ricevuto in Burundi, la coralità della partecipazione al cordoglio, le testimonianze di solidarietà con questa sofferenza ci hanno molto confortato. Questo sangue versato ci lega ancor più alla chiesa e al popolo burundese. Abbiamo sperimentato anche noi quello che tanta gente innocente ha vissuto durante questi anni difficili nei Paesi dei Grandi Laghi e non possiamo che portarli ancor più nel nostro cuore. Le nostre sorelle hanno amato il popolo burundese e hanno desiderato restare in Burundi anche in momenti difficili, convinte della forza trasformatrice della Parola di Dio e della bontà di ogni essere umano. Esse hanno voluto passare gli ultimi anni della loro vita testimoniando la prossimità e la sollecitudine del Signore per tutti i suoi figli. Nulla è stato loro tolto, la loro vita l’avevano già donata. Con voi tutti in questo momento di sofferenza, siamo orgogliose di loro e ringraziamo il Signore per la loro testimonianza. La loro morte è la conclusione della scelta irrevocabile di consacrare la propria vita all’annuncio del vangelo e costituisce il dono estremo alla chiesa e al popolo burundese. Ci auguriamo pure che piena luce sia fatta su questo assassinio, affinché il popolo burundese possa maggiormente credere alla giustizia e a una pace duratura. Che il sangue delle nostre sorelle sia seme di fraternità per tutta la regione, come ha augurato papa Francesco. 2014 NOVEMBRE CAGLIARI 09121 CAGLIARI CA - Via Sulcis, 1 Tel. 070 290891 E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084 IBAN - IT 15 I 01015 04804 000000019850 (Banco di Sardegna, Cagliari) Nel ricordo di zio Giovanni Una giornata di condivisione... saveriana A metà maggio, dopo tanti anni, la famiglia Picci ha potuto partecipare all’appuntamento annuale organizzato dai saveriani della Sardegna, secondo lo scopo del santo fondatore di “fare del mondo una sola famiglia in Cristo”. Da bambina amavo partecipare al pranzo missionario, festoso e pieno di tanta allegria. Ho ritrovato lo stesso clima gioioso anche questa volta. Il suo diario spirituale… Quest’anno ci siamo incontrati insieme alle altre famiglie dei saveriani nella casa di Cagliari, in via Sulcis. Dopo la festosa accoglienza dei missionari, ci siamo trovati tutti insieme nei saluti, nelle presentazioni, nei ricordi dei parenti saveriani tra chi è partito per la casa del Padre e chi è in missione per il mondo - e nella condivisione di esperienze forti, come quella che p. Pinuccio Ibba mi ha chiesto di raccontare, a proposito di p. Giovanni Picci, missionario in Giappone dal 1951. Quello che ho potuto scoprire di mio zio - la sua intensa spiritualità, la sua grande tenerezza e accoglienza verso tutti, il suo spirito di sacrificio - è stato possibile grazie al lavoro di baccalaureato in Sacra Teologia presentato nel 2011, che mi ha permesso di analizzare il suo “Diario spirituale” e conoscere così tutto ciò che zio Giovanni, persona introversa e schiva, raramente ci raccontava di persona, quando rientrava in famiglia. La missione in Giappone Ho ripercorso brevemente le tappe principali della sua missione: il suo arrivo a Miyazaki, dove ha iniziato a studiare la lingua giapponese con estrema difficoltà; i vari trasferimenti tra Nobeoka e Takanabè, per recuperare le piccole comunità cristiane disperse e senza un pastore; lo spostamento definitivo a Saito, dove ha potuto costruire - con l’aiuto di tante persone PAOLA PICCI - la piccola chiesetta dedicata a San Giovanni Battista. A Saito p. Picci ha anche intrapreso “la via degli asili”, un progetto che, attraverso l’educazione dei bambini, gli ha dato la possibilità di allargare la comunità cristiana anche ai genitori. Padre Picci ha accolto - a partire dal 1978 - i profughi del Vietnam (circa cinquecento) nella sua casa, aiutandoli in tutte le più disparate difficoltà: imparare la lingua, trovare un lavoro, recarsi all’ospedale, inserire i figli a scuola. Infine, ha potuto vedere realizzarsi altri due sogni: la nascita del convento delle suore di clausura redentoriste e alcune vocazioni al sacerdozio, che lui stesso ha potuto seguire in quegli anni, prima di rientrare a Quartu, a causa della malattia. L’amore di Dio ovunque A novembre dello scorso anno, il Signore ha concesso a me e mio marito di vedere con i nostri occhi i luoghi dove ha vis- Più siamo e meglio stiamo... Le iniziative per il 50° di presenza saveriana ricorrenza del 50° anN ella niversario di fondazione della casa saveriana di Cagliari in via Sulcis, sono partite alcune iniziative che si prolungheranno per tutto l’anno e oltre. Desideriamo crescere nello spirito missionario e annunciare il vangelo nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità parrocchiali e al mondo intero. San Guido Conforti interceda per noi e ci dia un po’ del suo zelo missionario. Ecco il calendario delle iniziative. Ogni giovedì sera Ogni giovedì alle 18 (o alle 18,30), incontro di preghiera, adorazione e riflessione, che si conclude con la celebrazione 4 della santa Messa. Tutti sono benvenuti a partecipare. E coloro che non possono fisicamente, si uniscano spiritualmente, in chiesa o in casa, personalmente o in gruppo, per leggere e meditare il vangelo e pregare insistentemente per le vocazioni missionarie. Chi desidera avere qualche indicazione per le letture e la riflessione, ci contatti al numero scritto in alto. Più siamo e meglio è! Il programma “AMA” Il gruppo Gams (Gruppo amici missionari saveriani), formato da persone adulte, dopo alcuni incontri informali nei mesi scorsi, si è dato una struttura di base, dividendosi in gruppi di anima- Il gruppo Gams si è già trovato per un primo incontro martedì 7 ottobre; aspettiamo anche voi perché… più siamo e meglio stiamo p. GIANNI ZAMPINI, sx zione in casa e fuori, con un calendario di attività. Ha forgiato il motto “AMA”. Ecco cosa significa. Ascoltare: ascoltare la parola di Dio o il racconto della missione attraverso le esperienze missionarie. Meditare: la parola accolta e meditata nel cuore si trasforma in atteggiamento, cambiando la propria vita e le proprie relazioni. Agire: azione interna per le necessità e il buon funzionamento della casa saveriana di spiritualità missionaria; azione esterna, ovvero animare i gruppi e le parrocchie per un orizzonte missionario. Con questo bel programma, ogni membro del Gams, dopo aver accolto con gioia e vissuto con impegno la parola del vangelo, esce fuori e va nelle periferie per comunicarlo. Il compianto p. Giovanni Picci all’esterno di una scuola materna in Giappone, dove è stato missionario per quasi quarant’anni suto lo zio Giovanni e di incontrare tante persone che lo hanno conosciuto. Abbiamo constatato la commozione e la riconoscenza sincera di tutti, l’affetto filiale e la gratitudine delle piccole alunne che ora sono donne, e dei vietnamiti che oggi si sono inseriti in Giappone. Tutto questo ci ha fatto comprendere quanto sia importante il compito che i missionari svolgono lontano dalla loro terra, per portare concretamente la buona notizia, l’amore di Dio per tutti i suoi figli, soprattutto verso coloro che ancora non lo conoscono. Questo è il ricordo più sincero che tutti loro mi hanno trasmesso, che ho ritrovato in ogni saveriano che lì ho conosciuto e che appartiene a tutti coloro che continuano oggi la loro missione: la tenerezza paterna, la grande accoglienza verso tutti, la profonda umanità che, consapevole della propria fragilità e debolezza, in tutto e per tutto si affida a Dio, che può operare grandi cose attraverso i suoi missionari. ■ UNO SGUARDO A NORD DELL’ ISOLA p. VIRGINIO SIMONCELLI, sx Il Mission Day è il giorno che dà inizio alle attività saveriane nella casa di Macomer: il martedì rosario missionario, il mercoledì Messa missionaria e il giovedì Adorazione missionaria. Naturalmente sono iniziate anche le attività con i giovanissimi e i giovani: week-end, campetto invernale, settimane di vita comune e, per i giovani, anche il “Compro-missione”. Dallo scorso anno abbiamo voluto allargare il Mission Day anche al territorio, per cercare di lavorare in sinergia. Così sono stati coinvolti l’oratorio per la formazione degli animatori, le salesiane, l’ACR della parrocchia cittadina di S. Pantaleo, la parrocchia della Sacra Famiglia con il viceparroco don Maurizio. La diocesi era rappresentata da p. Andrea Rossi che, pur essendo saveriano, lavora in diocesi ed è uno dei responsabili della pastorale giovanile. Quest’anno abbiamo approfondito il discorso sulla missione come “testimonianza di vita donata”. Le magliette dicevano appunto che la “Missione è a 360 gradi”. Un centinaio tra giovani e adulti hanno partecipato alle varie testimonianze: missione e preghiera, missione e giovani, missione e impegno civile, missione ad gentes. Nell’Eucarestia abbiamo dato spazio a una coppia di sposi, Marco e Gioia. Con in braccio il loro bambino Giovanni, hanno testimoniato che la missione è apertura alla vita come dono di Dio. Giovanni è un miracolo vivente: avrebbe potuto morire appena nato, ma ora sta facendo ricredere quei medici che consigliavano l’aborto. Abbiamo scoperto la potenza dell’amore! Il programma degli incontri per i prossimi mesi è il seguente: • Martedì 11 novembre - riunione del Gams. • Sabato 13 dicembre - ritiro del Gams e delle delegate-zelatrici del sud della Sardegna, iniziando alle ore 9,30 fino alle ore 13; segue il pranzo comunitario. ■ I giovani al Mission day hanno animato la celebrazione Eucaristica con la musica e i canti 2014 NOVEMBRE CREMONA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 IBAN - IT 08 S 06230 12706 000081184943 (Cariparmapiacenza, PR) Ponti tra religioni a Jakarta Indonesia, nazione più musulmana al mondo è un luogo poco L’ Indonesia noto alla maggioranza de- p. MATTEO REBECCHI, sx vo il ricordo del devastante tsunami avvenuto dieci anni fa; agli appassionati nerazzurri non sarà sfuggito che il magnate Thohir ha acquistato l’Inter… Malgrado ciò, l’Indonesia rimane ancora fuori dall’elenco delle località a cui si fa spesso riferimento. La sindrome di minoranza L’Indonesia è la nazione con gli italiani, pur essendo un granla più numerosa popolazione de paese asiatico. Certamente si islamica al mondo: più di 200 conosce Bali (ma molti neppure milioni, su un totale di 1.3 misanno che questa favolosa meliardi di musulmani viventi sul ta turistica fa parte dell’arcipeglobo. Un bel po’, anche perché lago Indonesiano!); è ancora vinormalmente si pensa che l’islam sia una realtà esclusivamente araba. Nonostante questa grande presenza musulmana, vivere in Indonesia non significa necessariamente coltivare rapporti sereni e di collaborazione con il mondo islamico. È facile, infatti, Un incontro di dialogo del gruppo dei laici, amici dei saveriani, con la comunità islamica cadere vittidegli Ahmadiyah di Jakarta (maggio 2013 a Bintaro) Grazie, caro don Elio Testa! Uomo di preghiera e amante delle missioni C anonico della cattedrale e parroco emerito della parrocchia cittadina della Beata Vergine di Caravaggio, don Elio Testa si è spento a Cremona, all’età di 91 anni, lunedì 20 ottobre. Uomo di grande spessore umano e spirituale, aveva affidato a un semplice slogan il progetto della sua vita: “Pregando con Dio cammini nella carità dei fratelli”. Nella sua omelia, mons. Dante Lafranconi ha ripercorso questo itinerario, riferendosi ad alcune caratteristiche fondamentali del suo ministero sacerdotale. 4 Le sue qualità sacerdotali Uomo di preghiera, affidava a Dio la pienezza del suo ministero: “Mi inginocchio davanti a Dio per poter restare in piedi davanti agli uomini”, era solito dire. Assiduo al confessionale, dispensatore della misericordia di Dio, ha sempre sottolineato l’importanza del sacramento della riconciliazione per guarire le ferite dell’anima. Attento ai fratelli più provati dal dolore, è stato sempre vicino ai sofferenti con sensibilità e delica- tezza esemplari. Grazie a don Elio, la sottosezione cremonese dell’Unitalsi, di cui era assistente, ha fatto un percorso spirituale molto profondo. Persona positiva e cordiale, non c’era nessuno che avvicinandosi a lui non si sentisse rinfrancato e incoraggiato. Devoto della Madonna, a Lei aveva dedicato le chiese che aveva contribuito a costruire: Madonna di Lourdes, a San Matteo delle Chiaviche, e Beata Vergine di Caravaggio, in città. Particolarmente legato al santuario di Lourdes, guidò molti pellegrinaggi tanto che il vescovo della cittadina francese lo insignì del titolo di “cappellano onorario” p. GESUINO PIREDDA, sx della grotta di Lourdes. Il suo amore per la missione Non possiamo dimenticare la dimensione missionaria della sua azione pastorale. Ha certamente fatte sue le parole di papa Francesco quando richiama l’attenzione dei fedeli e delle comunità sulla centralità dell’impegno missionario, per raggiungere le periferie, tutto ciò che è distante da noi, a livello esistenziale. Voleva bene ai missionari saveriani, che invitava spesso nella sua parrocchia. Diceva: “Cosa possono fare i missionari, se dietro a loro le comunità cristiane rimangono inerti e indifferenti?”. Grazie, don Elio, per averci accompagnato per un lungo tratto della nostra Don Elio Testa, storia saveriana in terra sacerdote amico cremonese, per averci delle missioni, è salito al cielo il 20 ottobre sempre incoraggiato a non abbandonare la strada della missione. “A Maria, modello di evangelizzazione umile e gioiosa, rivolgiamo la nostra preghiera, perché la chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un nuovo mondo”. ■ ma della sindrome della minoranza, di sentirsi discriminati, se non minacciati, e di chiudersi in un ambiente ristretto e protettivo, che certamente preserva dai conflitti, ma non favorisce i contatti con il mondo non cristiano. L’ambiente aiuta l’incontro Perciò la missione in questo immenso arcipelago richiede la volontà di superare la semplice tolleranza interreligiosa per uscire verso le periferie della fede, forzandoci a creare vicinanza con persone musulmane: per conoscerci, dialogare e comunicare i doni della fede. Riguardo a ciò, la comunità degli studenti saveriani di filosofia, a Jakarta, si trova in una posizione privilegiata, perché è costituita da saveriani giovani ed entusiasti. Inoltre, la multi culturalità dell’ambiente metropolitano e la presenza di organizzazioni interreligiose operanti sul territorio facilitano l’apertura al dialogo. Queste condizioni, a cui va aggiunto anche il carattere generalmente moderato dell’islam indonesiano, permettono relazioni interreligiose positive che in altri paesi musulmani sembrano ancor oggi sogni irrealizzabili. Dopo-scuola e dialogo Le attività che i saveriani cercano di portare avanti a Jakarta sono di diverso tipo. La prima, e più consolidata, è il lavoro di animazione e dopo-scuola svol- to con i bambini di quartieri poveri in diverse zone della città. Queste attività di servizio a frequenza settimanale raggiungono un numero di 500 bambini, per lo più musulmani. In questo modo miglioriamo l’istruzione ricevuta nella scuola e, allo stesso tempo, riusciamo a entrare in rapporto con il mondo musulmano rappresentato dagli stessi bambini e dalle loro famiglie. Un’altra attività è quella del dialogo interreligioso che si svolge a due livelli. Il primo è l’impegno settimanale di alcuni studenti saveriani che si inseriscono in gruppi di carattere interreligioso e in quattro organizzazioni musulmane, nelle quali si presta un servizio in diversi ambiti: indagini in internet, ricerca di notizie, sistemazione della biblioteca, lavoro di segreteria, partecipazione a conferenze… Tutto questo serve agli studenti per entrare in rapporto con il mondo islamico in modo intenso e regolare. Il secondo livello è rappresentato da incontri mensili che si svolgono nella nostra casa, invitando relatori per lo più islamici, a svolgere un tema di varia natura: dalla politica alla spiritualità, al fondamentalismo… A questi incontri, oltre ai nostri studenti, partecipano anche altri amici di diversa estrazione religiosa, facendo sì che talvolta arriviamo anche a una sessantina di persone presenti. ■ (continua nel riquadro) FRUTTI DI RISPETTO E AMICIZIA p. MATTEO REBECCHI, sx Mi pare di poter dire che i frutti di queste nostre attività siano soprattutto due. La prima è quella che gli studenti saveriani sono aiutati a entrare in relazione diretta e personale con il mondo islamico. Ciò produce una conversione che gradualmente mina i pregiudizi e le resistenze che non sono appropriati allo spirito missionario. Inoltre, si sta creando una rete di amicizie e di rapporti molto belli, attraverso i quali ci si sente più famiglia, pur nella pluralità delle appartenenze religiose. Nello scorso mese di luglio, la nostra comunità ha vissuto il lutto della morte di p. Giuseppe Bagnara, un anziano saveriano di 82 anni. In questa circostanza abbiamo ricevuto messaggi di condoglianze anche da protestanti, musulmani e buddhisti. Un’amica di religione Bahai è venuta a visitarlo durante il ricovero e ha voluto essere presente ai suoi funerali per pregare ed esprimere la sua vicinanza alla comunità saveriana e a p. Bagnara, il quale due anni fa le aveva voluto regalare la sua bibbia personale. P. Francesco Marini e p. Matteo Rebecchi incontrano Djohan Effendi, islamico ed ex segretario di stato, una personalità del dialogo in Indonesia 2014 NOVEMBRE DESIO 20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 IBAN - IT 71 F 06230 33100 000046222194 (Cariparma Credit Agricole, Desio) La martire missionaria di Desio Lucia Pulici, la donna dal cuore grande L a notizia della barbara uccisione delle tre saveriane, il 7-8 settembre, ha fatto il giro del mondo. A stento abbiamo dovuto accettare una realtà così cruda e disumana. E quasi increduli, ci stiamo ancora domandando: perché è stato commesso questo crimine? A villa Tittoni negli anni ‘60 Lucia Pulici (la meno anziana delle tre missionarie uccise) era entrata tra le saveriane, a Parma, alla giovane età di 21 anni. Veniva da una famiglia numerosa, composta da sei sorelle e due fratelli. Oggi sono ancora vive quattro sorelle. La famiglia abitava alla periferia di Desio e Lucia cresceva entusiasta della vita, beandosi di visitare i campi che il fratello coltivava. Era una giovane bella, aveva anche molti “pretendenti”, ma Lucia aveva altri sogni. Frequentava la comunità saveriana di Desio, allora nella villa p. DOMENICO MENEGUZZI, sx Tittoni. Erano gli anni ’60 e faceva parte di un progetto, animato dai missionari, chiamato “Cotù” (Conquistare tutti). Lo scopo era educare ragazzi e adolescenti all’apertura missionaria. Lucia “non perdeva mai le riunioni che si tenevano”, ha ricordato la sorella Giovanna. “Va’ dove ti porta la tua vocazione!” Sotto la guida di p. Galvan, La chiesa di San Giorgio, a Desio, strapiena di persone che hanno voluto salutare la saveriana Lucia Pulici, uccisa con le consorelle Olga Raschietti e Bernardetta Boggian a Kamenge in Burundi, il 7 settembre Si presentano agli amici lettori Dopo dieci anni di missione in Brasile S ono originario di Salerno e ho 46 anni. Sono passati già 25 anni da quando, nel 1989, sono entrato tra i saveriani, proprio qui a Desio, per frequentare gli studi di filosofia, prima di fare il noviziato ad Ancona. A Parma ho continuato gli studi di teologia. Ordinato sacerdote nel 1996, ho vissuto cinque anni a Cagliari, in Sardegna. Nel 2003 ho preso il volo più lungo: sono andato in Brasile. La missione è stata una grazia, un dono, un’esperienza molto bella e arricchente. Sono rimasto lì dieci anni, vissuti nella pastorale e a contatto con la gente nello stato di San Paolo e nel Paranà. La comunità saveriana di Desio ha visto aumentare il numero delle sue presenze, grazie agli arrivi di p. Paolo Della Valle e p. Oliviero Ferro. Si presentano ai loro nuovi amici lettori. p. OLIVIERO FERRO, sx 4 ono piemontese di nascita (da Borgosesia) e missionario per il mondo intero. Ora mi trovo a Desio, dopo aver girato il mondo: in Italia (Sardegna, Calabria, Campania e Puglia) e Africa (RD Congo e Camerun). Ho lavorato in modo particolare con i ragazzi, i giovani (soprattutto scout) e anche nelle parrocchie. Naturalmente l’Africa mi è rimasta nel cuore. Mi sono sentito a casa mia, come sicuramente lo sarò anche qui in Brianza. So che le persone, in diversi modi, cercano di aprire il loro cuore, di non stare al balcone, ma di scendere in strada, come ci ricorda papa Francesco. Con l’aiuto e la simpatia di ciascuno di voi, continuiamo a realizzare il sogno di san Guido Conforti - “fare del mondo un’unica famiglia” -, impegnandoci per lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato. Grazie di cuore per l’accoglienza! ■ Il gesto d’amore per Gesù Suor Lucia ha lavorato tanto anche in Africa. I suoi preferiti erano i poveri e spesso portava in spalla le donne che stavano male per essere meglio curate nell’ambulatorio della missione. Aveva vari problemi di salute, ma l’esperienza della sofferenza non l’aveva buttata giù; anzi, secondo Giovanna, la più giovane delle sue sorelle, “ultimamente era tanto mistica, contemplativa”. Nell’ottobre dello scorso anno, era ripartita tutta felice per tornare tra i suoi poveri di Kamenge. “Sto tornando in Burundi, alla mia età e con un fisico debole e limitato. Interiormente credo di poter dire che lo slancio e il desiderio di essere fedele all’amore di Gesù per me concretizzato nella missione è sempre vivo. La missione mi aiuta a dire nella debolezza: Gesù, guarda, è il gesto d’amore per te!”. Il saluto di duemila persone Forse queste sono state le ultime parole di Lucia, dato che non era molto portata a scrivere. La sorella Giovanna dice che preferiva parlare al telefono, appena le era possibile. Suor Lucia ha compiuto i 75 in paradiso il giorno dopo la sua selvaggia e brutale uccisione. Alla Messa di esequie, celebrata nella sua parrocchia di San Giorgio a Desio, la gente era tantissima, oltre 40 i sacerdoti concelebranti. Qualcuno ha parlato di quasi duemila persone. Lucia meritava un saluto così cordiale e affettuoso da parte della sua gente. Di Lucia, sempre riservata nel parlare di sé, hanno parlato e parleranno le numerose mamme e bambini che hanno ricevuto tanto amore e affetto.■ UN REGALO DA NON SCIUPARE “Mi sono fatto tutto a tutti, per guadagnarne qualcuno...”, affermava san Paolo. Il popolo brasiliano è molto accogliente. La cultura, le tradizioni, il modo di essere chiesa... mi hanno affascinato e conquistato. Considero il Brasile come la mia seconda patria e mi manca molto! Ora i superiori mi hanno chiesto di continuare la missione qui a Desio. Ci conosceremo e cercheremo di costruire insieme il regno di Dio. ■ In Africa e in Brianza, a casa mia S p. PAOLO DELLA VALLE, sx Lucia aveva maturato la decisione di entrare tra le saveriane. “La presenza dei missionari ha favorito la nascita di diverse vocazioni, tra cui la mia”, aveva affermato un giorno. Del resto la mamma le aveva detto più volte, incoraggiandola: “Va’ dove ti porta la tua vocazione!”. Nel 1970 sr. Lucia parte per il Brasile sud e dopo pochi anni la troviamo in Amazzonia. Ho avuto modo di conoscerla proprio quando era in piena attività come ostetrica ad Abaetetuba, contenta di raccontarmi quanti bambini aveva fatto nascere. Mi ha subito colpito la sua dedizione con la gente umile e povera dei “bairro” che andava a visitare in bicicletta. Era piena di entusiasmo per la gente e il suo splendido sorriso, sempre luminoso, portava serenità e simpatia. Nel 1982 lascia il Brasile e viene inviata in Africa, nello Zaire (oggi RD Congo) dove rimane per venticinque anni, fino al 2007, continuando il suo servizio di ostetrica e infermiera nella diocesi di Uvira. Nello stesso anno viene mandata nel vicino Burundi, nella comunità di Kamenge. PAOLA FARINA Padre Paolo Della Valle e p. Oliviero Ferro, i due “nuovi acquisti” della comunità saveriana di Desio Desio è una città missionaria. Chi se ne fosse dimenticato, si sente tirare la giacca da suor Lucia Pulici. La sua vita (più che la sua morte) parla di zelo missionario: sprigiona e diffonde un profumo che parte dall’Africa, supera il Mediterraneo e arriva fino in Brianza. Era una donna piegata dalla fatica, a furia di soccorrere puerpere, far nascere bambini, assistere mamme e piccoli, aiutarli, medicarli, sfamarli, vestirli. Partita dalle corti storiche di San Giorgio, quelle intorno alla vecchia chiesa, è finita nelle corti disegnate dalle capanne. La fede in Gesù crocifisso, tanto contemplato, l’ha spinta a uscire e andare. Una fede nata in famiglia, presa dalla mamma, rimasta vedova troppo presto con otto figli da crescere, mai trascurati. Ha respirato la fede in cortile, a San Giorgio, in città. La città di Pio XI, il papa delle missioni, di p. Celestino Cattaneo, il primo vescovo cattolico di Asmara; la città dei tanti giovani partiti per i paesi lontani: p. Giorgio Frezzini, p. Vincenzo Mariani, p. Giovanni Camnasio, p. Mario Meda... Suor Lucia Pulici, in missione da oltre 50 anni, non ha mai fatto parlare di sè. Di lei parlavano e parleranno le mamme e i bimbi del Brasile e dell’Africa. Con il suo martirio ha riportato a galla lo spirito missionario di Desio: un regalo da non sciupare! 2014 NOVEMBRE FRIULI 33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70 Tel. 0432 471818 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 210336 IBAN - IT 40 S 06340 12301 07404043235H (CARIFVG, Udine) Una famiglia per la missione Padre Tiziano Tosolini sacerdote da 25 anni S abato 20 settembre le campane suonano a festa, l’apprezzata corale polifonica è pronta a esibirsi e la comunità cristiana di Adorgnano, radunata nella sua chiesa parrocchiale, saluta il saveriano p. Tiziano Tosolini che, con una solenne Eucaristia, celebra i suoi 25 anni di sacerdozio missionario. Padre Tiziano, missionario in Giappone, ha dedicato il suo tempo e le sue migliori doti soprattutto alla ricerca interreligiosa e interculturale nell’università di Osaka e all’insegnamento di queste nuove scienze della mis- sione nelle facoltà teologiche di Reggio Emilia (Italia) e di Querzon City (Filippine). Due fratelli nell’est asiatico Chi è entrato per tempo in chiesa ha potuto leggere nei fogli ciclostilati, con vera edificazione e frutto spirituale, la storia di alcune conversioni in Giappone, operate dal lavorio certosino della grazia di Dio, che lavora in contemporanea con la testimonianza evangelica dei missionari e dei nuovi cristiani, aperti alla fede in Gesù. All’inizio della celebrazione, p. LORENZO MATTIUSSI, sx il parroco don Ariedo, con molta cordialità, ha presentato p. Tiziano a tutta la comunità, sottolineando come sia davvero unica la sua famiglia, che ha offerto alla chiesa e alle missioni due figli missionari. Anche p. Fabrizio, infatti, per vari anni in missione a Taipei (Taiwan), è ora a Parma per svolgere il servizio di formatore dei nostri studenti saveriani di teologia. Una chiesa costruita con l’annuncio del vangelo Con ammirevole semplicità p. Tiziano ha presieduto la so- In ricordo dei nostri cari defunti Essi vivono nel cuore di Dio p. L. MATTIUSSI, sx è il mese dei noN ovembre stri defunti, che ricordia- 4 mo con immenso affetto e profonda gratitudine. Raffiguriamo i loro lineamenti, ricordiamo le loro parole, riviviamo i momenti belli passati con loro e conserviamo i loro esempi luminosi. Essi, dice la Sacra Scrittura, sono nelle mani di Dio; sono i veri viventi, perché vivono nel cuore di Dio e vivono nel nostro cuore, nella nostra viva memoria. Nella beata comunione con Dio essi ci amano davvero, pregano e intercedono per noi. Ci accompagnano con vera premura spirituale, perché perseguiamo sempre il vero bene. Non ci sono parole più belle per dire dove vivono i nostri cari che ci hanno lasciati. Illuminati dai loro volti e animati dal loro esempio, scopriamo come la nostra esistenza debba essere lode e dono. Vivere è trovare un po’ di tempo per gustare la preghiera, stare in silenzio davanti alla parola di Dio, ravvivare nel nostro cuore la sua presenza e consacrargli la nostra giornata, ritornando a lui spesso con spontanee invocazioni e cordiali suppliche, con parole di adorazione e di affidamento. È una bella occasione anche per ricordare nella preghiera e fare memoria dei nostri 22 saveriani friulani defunti, sepolti nella terra friulana o nel cimitero di Parma, e taluni anche nelle terre di missione dove sono stati annunciatori della buona novella. L’ultimo missionario friulano morto quest’anno è stato p. Silvano Zulian, nativo di Marano Lagunare, deceduto in Indonesia il 4 aprile a Padang (Indonesia) e sepolto nel piccolo cimitero saveriano. ■ La tomba del friulano p. Zulian a Padang, in Indonesia; con lui a novembre ricordiamo tutti i saveriani e i nostri cari defunti Per Lucia, Olga e Bernardetta 14 settembre i saD omenica veriani Antonio, Romeo, Daniele ed Enzo si sono uniti in preghiera con le saveriane di Ceggia (VE) nella Messa in suffragio delle tre missionarie uccise in Burundi. Hanno concelebrato con il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, nel duomo gremito di gente e alla presenza del fratello e della nipote di suor Bernardetta. “Abbiamo voluto celebrare insieme con la comunità cristiana di Ceggia il sacrificio di Lucia, Olga e Bernardetta che hanno scosso come un terremoto i Pa- esi dei Grandi Laghi. Loro, così fragili, così piene di acciacchi, con il desiderio ostinato di rimanere in missione. Servendo umilmente attraverso i piccoli servizi di ogni giorno, ci hanno insegnato come si vive e si muore per amore”, hanno scritto le consorelle del Congo. La testimonianza di una vita donata fino alla morte per la missione ci sprona a continuare con coraggio il nostro impegno nel primo annuncio, sicuri che Gesù è presente in mezzo a noi per aiutarci a estendere il suo regno fino agli estremi confini della terra. ■ La Messa per le tre saveriane martiri in Burundi, celebrata nel duomo di Ceggia (VE) Padre Tiziano Tosolini il 20 settembre ad Adorgnano ha celebrato il 25° di sacerdozio avendo accanto il fratello saveriano p. Fabrizio, i confratelli della comunità di Udine e tanti amici lenne celebrazione Eucaristica, accompagnato dal parroco don Ariedo, dal fratello p. Fabrizio, da p. Antonio, superiore della comunità dei saveriani di Udine, da p. Marco Bertoni, missionario in Ciad, e da me. All’omelia p. Fabrizio ha parlato della memoria viva che la chiesa parrocchiale conserva dei momenti importanti della comunità. Tra questi, ha annoverato la festosa celebrazione della prima santa Messa dello stesso p. Tiziano, 25 anni or sono, che da piccolo volle seguire i suoi due fratelli che studiavano nella casa apostolica dei saveriani di Udine. “Questa chiesa fatta di mattoni e di pietre è segno della vera chiesa, che viene costruita con l’annuncio del vangelo di Gesù”, ha detto p. Fabrizio; “un annuncio che viene fatto soprattutto attraverso l’esempio e la vita di ogni giorno, e solo qualche volta con le parole”, citando san Fran- cesco Saverio, l’evangelizzatore dell’Estremo Oriente. Il valore della fedeltà Ha partecipato anche il sindaco, amico d’infanzia di p. Tiziano, che ha rallegrato il momento celebrativo, elogiando la “fedeltà” di p. Tiziano e constatando che oggi questo valore sia a rischio, specialmente nella vita coniugale e famigliare. A conclusione della festa, c’è stato un gustoso convivio nel salone parrocchiale, dove si è espressa esternamente ancora meglio la gioia dei volti e la letizia dei cuori di tutti i presenti. Il giorno seguente, domenica 21 settembre, la festa è continuata nel duomo di Tricesimo con la Messa solenne, bei canti di un altro coro diretto dal parroco, e tanti parrocchiani venuti a ringraziare il Signore per avere donato alla loro comunità cristiana due fratelli missionari saveriani. ■ L’ INCONTRO DEGLI AMICI SAVERIANI p. LORENZO MATTIUSSI, sx Domenica 14 settembre si è tenuto nella casa dei saveriani di Vicenza un raduno degli “amici dei saveriani”, che generosamente lavorano e ci aiutano nelle nostre case del nord Italia. Hanno partecipato amici da Parma, Desio, Brescia, Zelarino e Udine, oltre al nutrito gruppo dei volontari amici della casa di Vicenza: circa 135 persone. Durante l’incontro è stata presentata la figura di p. Pietro Uccelli, che ha trascorso 35 anni della sua vita dopo la Cina proprio a Vicenza, nel 60° anniversario della sua morte. Padre Uccelli, del quale è in corso la “causa di beatificazione”, era molto devoto di san Giuseppe e a lui attribuiva tutte le grazie che otteneva con le sue preghiere: guarigioni, conversioni e aiuti provvidenziali per i suoi ragazzi “apostolici”. All’entrata dell’istituto saveriano c’era una piccola statuetta di san Giuseppe, davanti alla quale p. Uccelli poneva le cose di cui aveva necessità e la Provvidenza arrivava spesso... in giornata. Ora questa statuetta è venerata nella cappella che ospita la tomba di p. Uccelli, con la scritta: “San Giuseppe, pensaci tu”. Era la preghiera quotidiana di p. Uccelli. Questa semplice preghiera è un atto di fede e di speranza in Dio e nei suoi santi. Una preghiera che fa propri anche i bisogni del mondo: la pace e la giustizia, l’educazione dei bambini e la fortezza nella sofferenza. Amici e volontari dei saveriani del nord Italia si sono trovati a Vicenza domenica 14 settembre 2014 NOVEMBRE MACOMER 08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9 Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706 E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084 IBAN - IT 27 M 03059 85342 100000011073 (Banca Credito Sardo, Macomer) Nel ricordo di zio Giovanni Una giornata di condivisione... saveriana A metà maggio, dopo tanti anni, la famiglia Picci ha potuto partecipare all’appuntamento annuale organizzato dai saveriani della Sardegna, secondo lo scopo del santo fondatore di “fare del mondo una sola famiglia in Cristo”. Da bambina amavo partecipare al pranzo missionario, festoso e pieno di tanta allegria. Ho ritrovato lo stesso clima gioioso anche questa volta. Il suo diario spirituale… Quest’anno ci siamo incontrati insieme alle altre famiglie dei saveriani nella casa di Cagliari, in via Sulcis. Dopo la festosa accoglienza dei missionari, ci siamo trovati tutti insieme nei saluti, nelle presentazioni, nei ricordi dei parenti saveriani tra chi è partito per la casa del Padre e chi è in missione per il mondo - e nella condivisione di esperienze forti, come quella che p. Pinuccio Ibba mi ha chiesto di raccontare, a proposito di p. Giovanni Picci, missionario in Giappone dal 1951. Quello che ho potuto scoprire di mio zio - la sua intensa spiritualità, la sua grande tenerezza e accoglienza verso tutti, il suo spirito di sacrificio - è stato possibile grazie al lavoro di baccalaureato in Sacra Teologia presentato nel 2011, che mi ha permesso di analizzare il suo “Diario spirituale” e conoscere così tutto ciò che zio Giovanni, persona introversa e schiva, raramente ci raccontava di persona, quando rientrava in famiglia. La missione in Giappone Ho ripercorso brevemente le tappe principali della sua missione: il suo arrivo a Miyazaki, dove ha iniziato a studiare la PAOLA PICCI lingua giapponese con estrema difficoltà; i vari trasferimenti tra Nobeoka e Takanabè, per recuperare le piccole comunità cristiane disperse e senza un pastore; lo spostamento definitivo a Saito, dove ha potuto costruire - con l’aiuto di tante persone - la piccola chiesetta dedicata a San Giovanni Battista. A Saito p. Picci ha anche intrapreso “la via degli asili”, un progetto che, attraverso l’educazione dei bambini, gli ha dato la possibilità di allargare la comunità cristiana anche ai genitori. Padre Picci ha accolto - a partire dal 1978 - i profughi del Vietnam (circa cinquecento) nella sua casa, aiutandoli in tutte le più disparate difficoltà: imparare la lingua, trovare un lavoro, recarsi all’ospedale, inserire i figli a scuola. Infine, ha potuto vedere realizzarsi altri due sogni: la Il mission day dei giovani Incontri per testimoniare la propria fede I l Mission Day dà inizio alle attività saveriane nella casa di Macomer: il martedì rosario missionario, il mercoledì Messa missionaria e il giovedì Adorazione missionaria. Naturalmente sono iniziate anche le attività con i giovanissimi e i giovani: week-end, campetto invernale, settimane di vita comune e, per i giovani, anche il “Compro-missione”. Tanti sono coinvolti! Dallo scorso anno abbiamo voluto allargare il Mission Day anche al territorio, per cercare di lavorare in sinergia. Così sono stati coinvolti l’oratorio per la formazione degli animatori, le salesiane, l’ACR della parrocchia cittadina di S. Pantaleo, la parrocchia della Sacra Famiglia con il viceparroco don Maurizio. La diocesi era rap- presentata da p. Andrea Rossi che, pur essendo saveriano, lavora in diocesi ed è uno dei responsabili della pastorale giovanile. Quest’anno abbiamo approfondito il discorso sulla missione come “testimonianza di vita donata”. Le magliette dicevano appunto che la “Missione è a 360 gradi”. Un centinaio tra giovani e adulti hanno partecipato alle varie testimonianze: missione e preghiera, missione e giovani, missione e impegno civile, missione ad gentes. La testimonianza dei genitori Nell’Eucarestia abbiamo dato spazio a una coppia di sposi, Marco e Gioia. Con in braccio il loro bambino Giovanni, hanno testimoniato che la missione è apertura alla vita come dono di Dio. Giovanni è un miracolo vivente: p. VIRGINIO SIMONCELLI, sx avrebbe potuto morire appena nato, ma ora sta facendo ricredere quei medici che consigliavano l’aborto. Non respirava da solo e quando la mamma ha potuto abbracciarlo, Giovanni appena sentita la sua voce ha cominciato a respirare da solo. Abbiamo scoperto la potenza dell’amore! Le novene dei santi Qualche parrocchia ci chiama anche per le novene, una devozione molto sentita in tutta la Sardegna. Quest’anno è stata la volta di Mamoiada per i santi Cosma e Damiano, e Bolotana per san Bachisio. Naturalmente la predicazione dà spazio all’animazione missionaria. I martiri, infatti, hanno donato la loro vita come Gesù Cristo; e questo dovrebbe trasformare in dono anche la nostra vita. ■ Al Mission day, per il tema “missione e vita”, c’è stata la toccante testimonianza di Gioia e Marco, giovani sposi con il piccolo Giovanni, che grazie all’amore dei loro genitori sta facendo cose ritenute impossibili dai medici; per loro la vita è un dono di Dio. 4 Il compianto p. Giovanni Picci all’esterno di una scuola materna in Giappone, dove è stato missionario per quasi quarant’anni nascita del convento delle suore di clausura redentoriste e alcune vocazioni al sacerdozio, che lui stesso ha potuto seguire in quegli anni, prima di rientrare a Quartu, a causa della malattia. L’amore di Dio ovunque A novembre dello scorso anno, il Signore ha concesso a me e mio marito di vedere con i nostri occhi i luoghi dove ha vissuto lo zio Giovanni e di incontrare tante persone che lo hanno conosciuto. Abbiamo constatato la commozione e la riconoscenza sincera di tutti, l’affetto filiale e la gratitudine delle piccole alunne che ora sono donne, e dei vietnamiti che oggi si sono inseriti in Giappone. Tutto questo ci ha fatto comprendere quanto sia importante il compito che i missionari svolgono lontano dalla loro terra, per portare concretamente la buona notizia, l’amore di Dio per tutti i suoi figli, soprattutto verso coloro che ancora non lo conoscono. Questo è il ricordo più sincero che tutti loro mi hanno trasmesso, che ho ritrovato in ogni saveriano che lì ho conosciuto e che appartiene a tutti coloro che continuano oggi la loro missione: la tenerezza paterna, la grande accoglienza verso tutti, la profonda umanità che, consapevole della propria fragilità e debolezza, in tutto e per tutto si affida a Dio, che può operare grandi cose attraverso i suoi missionari. ■ UNO SGUARDO A SUD DELL’ ISOLA p. GIANNI ZAMPINI, sx Nella ricorrenza del 50° anniversario di fondazione della casa saveriana di Cagliari in via Sulcis, sono partite alcune iniziative che si prolungheranno per tutto l’anno e oltre. Desideriamo crescere nello spirito missionario e annunciare il vangelo nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità parrocchiali e al mondo intero. San Guido Conforti interceda per noi e ci dia un po’ del suo zelo missionario. Ogni giovedì alle 18, incontro di preghiera, adorazione e riflessione, che si conclude con la celebrazione della Messa. Tutti sono benvenuti a partecipare, anche spiritualmente, per leggere e meditare il vangelo e pregare insistentemente per le vocazioni missionarie. Il gruppo Gams (Gruppo amici missionari saveriani), dopo alcuni incontri nei mesi scorsi, si è dato una struttura di base, dividendosi in gruppi di animazione in casa e fuori, con un calendario di attività. Ha forgiato il motto “AMA”. Ecco cosa significa. Ascoltare: ascoltare la parola di Dio o il racconto della missione attraverso le esperienze missionarie. Meditare: la parola accolta e meditata nel cuore si trasforma in atteggiamento, cambiando la propria vita e le proprie relazioni. Agire: azione interna per le necessità e il buon funzionamento della casa saveriana di spiritualità missionaria; azione esterna, ovvero animare i gruppi e le parrocchie per un orizzonte missionario. Con questo bel programma, ogni membro del Gams, dopo aver accolto con gioia e vissuto con impegno la parola del vangelo, esce fuori e va nelle periferie per comunicarlo. I giovani al Mission day hanno animato la celebrazione Eucaristica con musica e canti. Il gruppo Gams di Cagliari si è già riunito martedì 7 ottobre e ha programmato i prossimi incontri 2014 NOVEMBRE MARCHE 60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40 Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639 E-mail: [email protected] - C/c. postale 330605 IBAN - IT 84 E 08549 37491 000060192713 (BCC San Biagio di Osimo) DIARIO DELLA COMUNITÀ Periferia nel cuore della diocesi Ordinazione presibiterale a Bukavu, in Congo Il giovane saveriano Benjamin Mugisho da settembre fa parte della comunità di Ancona. Quale miglior modo di presentarsi agli amici lettori se non raccontando la sua recente ordinazione sacerdotale? S iamo arrivati da Paesi diversi, dove abbiamo studiato teologia: io da Parma, dove ho trascorso gli ultimi cinque anni di formazione; due altri confratelli dal Camerun. Ci siamo preparati con grande intensità e gioia alla nostra ordinazione presbiterale. Tutta la diocesi di Bukavu, nella repubblica democratica del Congo, era pronta ad accompagnarci, a far festa, a pregare con noi e per noi. L’attesa e l’emozione Precedentemente, abbiamo trascorso una settimana di ritiro spirituale nella città di Uvira, accompagnati con premura paterna da p. Giulio Simoncelli, nostro ex maestro dei novizi. Anche le nostre famiglie si sono preparate per vivere in pienezza il grande dono del nostro sacerdozio. Nella diocesi di Bukavu le ordinazioni si fanno in cattedrale o nelle diverse parrocchie della diocesi, in città, nei villaggi lontani o nelle periferie. Quest’anno è stata scelta Bagira, una parrocchia della periferia di Bukavu, otto chilometri dalla città. Tutti erano coinvolti nell’allestire la piazza dove si sarebbe svolta la celebrazione. Sei erano gli ordinandi, tutti religiosi: un gesuita, un salesiano, un missionario d’Africa e tre saveriani. La vigilia, sabato 2 agosto, tutto era pronto per la festa. Per noi sei è stata la notte dell’attesa: notte di preghiera e di grande emozione. Un bel clima di festa Alle 5 del mattino il sole il- p. BENJAMIN MUGISHO, sx luminava già il lago Kivu, irradiando la casa saveriana a Muhumba, invitandoci a cantare le lodi: “Dall’alba al tramonto ti cerco, o Signore!”. Dopo la preghiera, accompagnati dai confratelli e scortati dalle saveriane, ci siamo avviati verso Bagira. C’era molta gente in strada… Ci sarebbe voluta una grande basilica per contenere la moltitudine di gente che faceva gremire la piazza di Bagira. Un clima indescrivibile di festa! Tutto portava a lodare: i canti e le danze, i silenzi e i gesti, i volti e gli sguardi sorridenti… Una trasformazione interiore Ho vissuto con stupore e intensità quei giorni: ho sentito la profondità e la bellezza del sacerdozio missionario, e anche la mia piccolezza. Ne ringrazio il Signore perché ho avvertito che l’ordinazione (upadirisho) C ome ogni anno padre Mario Tassi ci ha radunati dai quattro punti cardinali… Il buon Dio ci ha donato una splendida giornata di sole e i missionari saveriani ci hanno accolto come solo loro sanno fare per l’edizione 2014 della festa dei famigliari, che si è svolta domenica 7 settembre. Siamo davvero una famiglia! Il rettore della comunità di Ancona, p. Lazzarini, dopo gli onori di casa, ci ha fatto accomodare in chiesa proponendoci la testimonianza di p. Cappannini, missionario rientrato da poco dall’Indonesia. È poi seguita la Messa celebrata da p. Benjamin, novello sacerdote del Congo, e concelebrata dagli altri missionari, con p. Serge a dirigere i canti. Il pranzo è stato apprezzato da tutti, con un’allegria crescente, anche grazie all’accompagnamento di un organetto. Padre Alberto Panichella ha sgobbato come cameriere, intrattenitore, direttore di sala, animatore, regalandoci alla fine un poster di san Guido Conforti ed esprimendo il sentimento che i saveriani e i loro parenti formano veramente un’unica famiglia! Gioia smorzata dal martirio L’economo p. Bardelli ci ha era proprio una trasformazione (ubadilisho), un mutamento dal di dentro. Bastava vedere tutto il popolo di Dio in preghiera per me, per accorgermi che davvero stava avvenendo qualcosa di trasformante. Il Signore mi stava trasformando perché andassi, anche fisicamente, a portare il lieto annuncio a tutti; egli radicava in me il timbro del suo messaggio di gioia e di salvezza. Nel profondo del cuore, prostrato a terra per invocare i santi, ho chiesto a Cristo Risorto la docilità di cuore e la semplicità di vita, per essere suo vero testimone. La mia prima Messa Molti erano i confratelli saveriani, venuti dal Congo e dal Burundi. Un centinaio di sacerdoti La bella festa dei famigliari È importante ritrovarsi insieme ogni anno I tre saveriani ordinati sacerdoti domenica 3 agosto a Bagira, parrocchia alla periferia di Bukavu; da sinistra, Robert Nganiza, Donatien Ciza e Benjamin Mugisho hanno partecipato e ci hanno imposti le mani insieme all’arcivescovo di Bukavu mons. Francois Xavier Maroy. Dopo l’ordinazione, abbiamo celebrato le nostre prime Messe nelle nostre parrocchie di origine. Coloro che non hanno potuto partecipare all’ordinazione, aspettavano il giorno della festa in famiglia. Io l’ho celebrata sabato 9 agosto nella mia parrocchia, a 37 chilometri dalla città di Bukavu, lungo il lago Kivu. La famiglia allargata si era mobilitata, dai vecchi ai bambini, dai nonni ai bis nipoti, dagli zii ai cugini, dagli amici ai compagni di strada: tutti per vivere insieme il grande dono del primo prete missionario nella no■ stra famiglia. (continua nel riquadro) GELASIO CIMARELLI confidato che giornate come queste danno ai saveriani una nuova carica! Figurarsi a noi, impegnati quotidianamente nelle piccole cose della nostra vita quotidiana! Ma nessuno poteva immaginare che lo stesso giorno, poche ore dopo, il disegno di Dio avrebbe preparato il sacrificio delle tre sorelle saveriane in Burundi. Alla luce di questo triste evento, la giornata vissuta ad Ancona cambia di significato e di prospettiva: ora ci sono più chiari l’impegno, l’umiltà e la grandezza dei nostri missionari. Grazie di tutto! ■ UNA GRANDE FESTA DI FAMIGLIA p. B. MUGISHO, sx Durante la Messa c’è stato anche il battesimo di cinque nipoti. È stato commovente vedere tutta la famiglia presente: nessuno ha voluto perdere la benedizione… fresca! Di consueto nelle nostre zone, quando ci sono grandi eventi in famiglia ci si veste tutti allo stesso modo, quasi in “uniforme”. Perciò la famiglia aveva cercato il tessuto e ognuno si era fatto fare chi una camicia, chi un abito... Come una squadra in festa, la chiesa parrocchiale era abbellita dai partecipanti di cui la maggior parte in uniforme di “Gesù con i dodici apostoli nell’ultima cena”. La gioia era immensa, segno che il vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. Nel presiedere l’Eucaristia ho avvertito l’invito a camminare e a seminare il seme buono della Parola che dà la vita. Quei giorni sono stati anche occasioni di animazione missionaria. Presenti i confratelli saveriani e altri missionari, abbiamo vissuto momenti di grazia. Ogni vita è dono del Signore. Il dono non va tenuto solo per sé, ma condiviso. Ogni missionario è un dono e manifesta che il Signore continua a rinnovare la sua chiamata per tutti noi. Basta lasciarsi raggiungere dalla sua voce che risuona ogni giorno. È l’augurio che faccio a tutti i giovani, compresi coloro con cui percorrerò il cammino in questi anni ad Ancona, con gioia. Il Signore ci accompagni sempre! Padre Benjamin Mugisho dopo la prima Messa, circondato da una parte della sua numerosa famiglia 4 Il nipote del compianto p. Agostino Clementini con i famigliari alla festa di domenica 7 settembre dai saveriani di Ancona Il pronipote di p. Mario Sciamanna alla fisarmonica; di spalle, in carrozzina, Mari, zia di p. Angelo Cappannini 2014 NOVEMBRE PARMA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 IBAN - IT 08 S 06230 12706 000081184943 (Cariparmapiacenza, PR) una ragione anche san Guido Conforti, che ha meritato la gloria del Bernini grazie a due miracoli avvenuti in Burundi e in Brasile. Il Conforti, proclamato santo della chiesa universale, benedice tutte le missioni dove lui non ha potuto inviare i suoi missionari. I rappresentanti delle nazioni dove oggi lavorano i saveriani erano presenti in piazza San Pietro l’11 ottobre 2011, giornata missionaria mondiale. Il nostro santo della mondialità Conforti: vescovo di Parma e pastore universale L e preoccupazioni pastorali per il gregge della diocesi di Parma non distolsero il vescovo Conforti dalla solidarietà pastorale per le diocesi e le chiese missionarie di tutto il mondo. Ad appena 29 anni di età, egli ha l’audacia di informare il cardinale Ledochoski del suo disegno di realizzare il seminario per le missioni, e chiede la sua benedizione. La lettera di risposta gli arrivò a Parma il 25 aprile del 1894. Il 3 dicembre 1895, festa di san Francesco Saverio, è ricordato come la data ufficiale di fondazione della sua famiglia missionaria. Da quel momento si moltiplicano anche gli appelli ai giovani perché si uniscano agli araldi del vangelo. Cina, sogno e previsione Per Conforti la Cina è la missione dell’annuncio alle genti. Il vescovo di Parma decide di andare di persona a trovare i suoi missionari e a incontrare il popolo che loro stanno evangelizzando. Parte via mare da Marsiglia il 21 settembre del 1928 e torna in treno, attraverso le steppe nevose della Siberia, il 28 dicembre dello stesso anno. La gente lo accoglie in Cina come il Grande Padre. I nuovi p. VITO SCAGLIUSO, sx convertiti si sentono immediatamente suoi figli e lui comprende - con l’intuito del padre, del pastore e dell’appassionato della “mondialità” - che questa popolazione immensa un giorno diventerà cristiana e, per la sua grande cultura e industriosità, sorpasserà tutte le altre nazioni del mondo. Il missionario è la “lettera di Dio” Mons. Conforti torna in Italia con una visione nuova della missione della chiesa. L’ammirazione per la Cina e per i cinesi è immensa. Dal suo vocabolario Giovani tra i giovani e i malati Ad Ancona, miracoli gli uni per gli altri P er una settimana, la casa saveriana di Ancona si è riempita di ragazze e ragazzi, sotto la guida degli animatori e seguendo il tema, “Sii il tuo miracolo”. Tutto è iniziato la sera di domenica 13 luglio con la conoscenza reciproca. Dopo due giorni di formazione, abbiamo iniziato le attività sul territorio. Il mattino, siamo andati in gruppetti a bussare alle porte delle case nelle piccole comunità di Castelferretti, Osimo, Falconara, Filottrano. Il nostro intento: SEVERIN NGUELIASSI, sx La comunità degli studenti saveriani di Parma ha ricevuto il grande dono di tre nuovi fratelli: Basile dal Congo, Severin dal Camerun e Gordianus dall’Indonesia. Hanno vissuto il primo anno con intensità nello studio della lingua italiana. Alla fine di questo periodo d’inserimento, hanno partecipato a luglio al campo dei giovanissimi ad Ancona e hanno accompagnato con l’Unitalsi i malati a Lourdes dal 7 al 13 agosto. procurare i viveri per la Caritas. I pomeriggi erano dedicati alla formazione sui vari temi inspirati alle beatitudini del vangelo. Non sono mancati i momenti di divertimento, gli scambi di idee, le risate, le camminate… Tutte occasioni per scoprire che la felicità si gode solo quando viene data o condivisa con qualcuno. Per concludere le giornate, nelle piazze si teneva un concerto, uno spettacolo teatrale o una testimonianza missionaria... Alla fine del campo è stata celebrata una Messa con i genitori dei ragazzi. Ci siamo separati con nostalgia: da sconosciuti siamo diventati una famiglia, perché siamo stati il “nostro miracolo” e più ancora siamo stati “miracoli gli uni per gli altri”. ■ I giovanissimi del campo estivo di Ancona a cui si sono aggiunti gli studenti saveriani Basile, Severin e Gordianus Il pellegrinaggio a Lourdes BASILE BITANGALO NULA A Lourdes, tre cose hanno catturato la mia attenzione e curiosità spirituale. La prima è la fede dei malati. Ho visto persone sofferenti sorriden- 4 ti e gioiose, perché attraverso le persone che si dedicavano a loro, Gesù mostrava il suo amore. La seconda cosa che mi ha colpito è il servizio. Unitalsi-Lombardia ha mandato quest’anno circa 800 pellegrini. La maggiore parte era in buona salute, fra cui tanti giovani dai 15 ai 30 anni. Non è facile oggi rinunciare alle tradizionali vacanze per un’esperienza da barellieri… L’ultimo punto che mi ha fatto riflettere a Lourdes è il messaggio simbolico della grotta, con la luce, l’acqua e la pietra. L’acqua è segno di purificazione; la luce è il simbolo di Gesù, vera luce del mondo; la pietra è ancora Gesù, su cui dobbiamo fondare la nostra fede perché non vacilli. L’insegnamento evangelico avviene nei piccoli gesti: accendere le candele, bere l’acqua della grotta, fare il bagno, trasportare le persone malate in cerca di un sollievo spirituale. È stata un’esperienza commovente! ■ Basile, Severin e Gordianus a Lourdes si sono incontrati con mons. Giorgio Biguzzi, alla guida di pellegrini provenienti da Brescia pastorale egli cancella decisamente molti termini, stereotipi e pregiudizi, allora in voga nei paesi colonizzatori. “Per fare del mondo una sola famiglia”, come si diceva fin dagli albori nel suo istituto, occorre prima di tutto portare rispetto alle culture, alle tradizioni e alle religioni dei popoli da evangelizzare. Il missionario deve essere solo la lettera di Dio ai figli che non lo hanno ancora incontrato e conosciuto. Dal suo ardito progetto, Conforti non esclude l’invio dei suoi missionari “fino agli estremi confini del mondo”. Ma ne ha ancora pochi e deve inviarli prima di tutto nella Cina sognata da san Francesco Saverio. La Cina e il mondo intero I figli del Conforti accettano di percorrere rotte a loro ignote verso le Americhe dove papa Pio XII aveva voluto destinare il drappello dei saveriani espulsi dalla Cina (1952). Dal cielo se ne sarà fatta Doni scambiati tra fratelli Varie migliaia di persone hanno partecipato alla canonizzazione del Conforti: gli scozzesi con le cornamuse, gli indonesiani con i batik fantasiosi e il gamelang, i messicani con il copricapo di piume multicolori, i mentawaiani con i caratteristici costumi tradizionali, i giapponesi con le acconciature rituali e il kimono, e infine i gruppi provenienti dall’Africa con le danze cadenzate dai tamburi e dalle nacchere tradizionali. L’interesse per tutti i popoli e per tutte le culture di questo mondo, ci insegna il santo vescovo di Parma Guido Conforti, deve essere preminente nei vescovi, “...consacrati per la sollecitudine verso tutte le chiese”, come è scritto nella formula del concilio Vaticano II, affinché oltre agli scambi materiali e culturali tra i popoli, anche i beni morali e spirituali promossi dal vangelo possano svilupparsi nell’armonia dei doni scambiati tra fratelli. ■ ANGELA, UN SORRISO PER SEMPRE p. SERGIO BOSCARDIN, sx Angela Molinari, nata a Parma il 30 ottobre del 1961, è salita al cielo il 20 settembre scorso. Dal 1988 era sposata con Lorenzo Naccari, con il quale ha avuto due figlie: Lucia (di 25) e Claudia (di 20). Lavorava in un’agenzia di viaggi, ma con la nascita di Lucia aveva scelto di restare a casa. Nel 1998 aveva cominciato a lavorare dai saveriani in casa madre, prima come portinaia, poi anche al IV piano con i missionari malati. Dal 2003, le era stato chiesto di lavorare in amministrazione. Ha trascorso ben 16 anni con i saveriani. Era stimata da tutti per la gentilezza, ma anche per la competenza e serietà professionale. In questi anni non solo ha respirato lo spirito dei saveriani, ma lo ha anche assunto e vissuto, tanto da dire a tutti che “i saveriani erano la sua seconda famiglia”. Per questo ha voluto che la cerimonia funebre fosse celebrata nel santuario San Guido Conforti. Ha amato profondamente la sua famiglia: Lorenzo, di cui ammirava la laboriosità instancabile e il suo donarsi totalmente alla famiglia; Lucia e Claudia, che definiva “le sue due perle”. Ha amato anche il lavoro: più che un impiego, lo sentiva e viveva come una vocazione. Dopo la scoperta della malattia, anche quando le forze le venivano meno, passava volentieri in ufficio, almeno qualche ora. In ogni situazione, aveva sempre una parola di sostegno e incoraggiamento. Grazie, cara Angela; ci mancherai! Angela Molinari con lo sposo Lorenzo ad Asiago, durante un campo estivo dei volontari: un sorriso indimenticabile! (foto di F. Delaini) 2014 NOVEMBRE PIACENZA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 IBAN - IT 45 Q 03500 11202 000000001607 (UBI Banco di Brescia, Brescia 2) Ponti tra religioni a Jakarta Indonesia, nazione più musulmana al mondo è un luogo poco L’ Indonesia noto alla maggioranza de- p. MATTEO REBECCHI, sx vo il ricordo del devastante tsunami avvenuto dieci anni fa; agli appassionati nerazzurri non sarà sfuggito che il magnate Thohir ha acquistato l’Inter… Malgrado ciò, l’Indonesia rimane ancora fuori dall’elenco delle località a cui si fa spesso riferimento. La sindrome di minoranza L’Indonesia è la nazione con gli italiani, pur essendo un granla più numerosa popolazione de paese asiatico. Certamente si islamica al mondo: più di 200 conosce Bali (ma molti neppure milioni, su un totale di 1.3 misanno che questa favolosa meliardi di musulmani viventi sul ta turistica fa parte dell’arcipeglobo. Un bel po’, anche perché lago Indonesiano!); è ancora vinormalmente si pensa che l’islam sia una realtà esclusivamente araba. Nonostante questa grande presenza musulmana, vivere in Indonesia non significa necessariamente coltivare rapporti sereni e di collaborazione con il mondo islamico. È facile, infatti, Un incontro di dialogo del gruppo dei laici, amici dei saveriani, con la comunità islamica cadere vittidegli Ahmadiyah di Jakarta (maggio 2013 a Bintaro) Tre vite, tre semi d’amore In memoria di Olga, Lucia e Bernardetta 25 settembre nelG iovedì la chiesa di San Cristo, a 4 Brescia, è stata celebrata la Messa di suffragio per le saveriane Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian, uccise a Kamenge (Burundi) il 7 settembre scorso. L’iniziativa è stata del “gruppo burundese di preghiera”, in collaborazione con i saveriani e il centro missionario di Brescia. Hanno partecipato numerosi sacerdoti burundesi, i saveriani della comunità bresciana e quattro saveriane, tra cui la direttrice generale sr. Giordana Bertacchini. sentimenti di dolore, sgomento, incredulità e grande vergogna. Non siamo qui per chiedere la giustizia umana per le nostre sorelle uccise perché, come spesso accade, forse non avverrà. Tuttavia rivolgiamo agli autori di questa carneficina un appello alla conversione, perché sicuramente non scamperanno alla giustizia divina. I cristiani del Burundi hanno bisogno di approfondire la propria fede per arrivare all’amore vero e scongiurare la ripetizione di tragedie come questa”. Il sacerdote: “Dolore e vergogna” Nella sua omelia, il burundese don Stanislas ha detto: “Con grande dolore, ma anche con grande fede, ci raccogliamo in preghiera per ricordare Olga, Lucia e Bernadetta. Noi burundesi abbiamo provato forti Il console: “Abbiamo capito che…” Alla celebrazione Eucaristica ha partecipato anche il console onorario del Burundi il sig. Pacifique Mwisumamwo, che ha rivolto un messaggio ai presenti. “Da quel triste giorno registriamo gesti straordinari. Eravamo a cura di D. PIOVANI venuti a consolare, con il cuore pieno di tristezza, ma siamo noi a essere consolati, accolti e rassicurati. Questi sono i primi frutti del loro sacrificio, veri miracoli d’amore di cui siamo testimoni. Ora vediamo chiaramente ciò che prima solo intuivamo: la loro morte ha svelato a noi tutti il mistero della loro vocazione: donare la vita. Bernardetta, Olga, Lucia siete passate per la nostra terra facendo del bene: avete fasciato ferite, accarezzato volti, asciugato lacrime, detto una buona parola. Chi ha stroncato le vostre vite non ha ridotto la vostra capacità di amarci, anzi, adesso che siete presso Dio, è aumentato il vostro potere e noi sappiamo che non ci abbandonerete. E noi cercheremo di essere degni del vostro amore, ripudiando la violenza e costruendo un mondo di pace”. ■ ma della sindrome della minoranza, di sentirsi discriminati, se non minacciati, e di chiudersi in un ambiente ristretto e protettivo, che certamente preserva dai conflitti, ma non favorisce i contatti con il mondo non cristiano. L’ambiente aiuta l’incontro Perciò la missione in questo immenso arcipelago richiede la volontà di superare la semplice tolleranza interreligiosa per uscire verso le periferie della fede, forzandoci a creare vicinanza con persone musulmane: per conoscerci, dialogare e comunicare i doni della fede. Riguardo a ciò, la comunità degli studenti saveriani di filosofia, a Jakarta, si trova in una posizione privilegiata, perché è costituita da saveriani giovani ed entusiasti. Inoltre, la multi culturalità dell’ambiente metropolitano e la presenza di organizzazioni interreligiose operanti sul territorio facilitano l’apertura al dialogo. Queste condizioni, a cui va aggiunto anche il carattere generalmente moderato dell’islam indonesiano, permettono relazioni interreligiose positive che in altri paesi musulmani sembrano ancor oggi sogni irrealizzabili. Dopo-scuola e dialogo Le attività che i saveriani cercano di portare avanti a Jakarta sono di diverso tipo. La prima, e più consolidata, è il lavoro di animazione e dopo-scuola svol- to con i bambini di quartieri poveri in diverse zone della città. Queste attività di servizio a frequenza settimanale raggiungono un numero di 500 bambini, per lo più musulmani. In questo modo miglioriamo l’istruzione ricevuta nella scuola e, allo stesso tempo, riusciamo a entrare in rapporto con il mondo musulmano rappresentato dagli stessi bambini e dalle loro famiglie. Un’altra attività è quella del dialogo interreligioso che si svolge a due livelli. Il primo è l’impegno settimanale di alcuni studenti saveriani che si inseriscono in gruppi di carattere interreligioso e in quattro organizzazioni musulmane, nelle quali si presta un servizio in diversi ambiti: indagini in internet, ricerca di notizie, sistemazione della biblioteca, lavoro di segreteria, partecipazione a conferenze… Tutto questo serve agli studenti per entrare in rapporto con il mondo islamico in modo intenso e regolare. Il secondo livello è rappresentato da incontri mensili che si svolgono nella nostra casa, invitando relatori per lo più islamici, a svolgere un tema di varia natura: dalla politica alla spiritualità, al fondamentalismo… A questi incontri, oltre ai nostri studenti, partecipano anche altri amici di diversa estrazione religiosa, facendo sì che talvolta arriviamo anche a una sessantina di persone presenti. ■ (continua nel riquadro) FRUTTI DI RISPETTO E AMICIZIA p. MATTEO REBECCHI, sx Mi pare di poter dire che i frutti di queste nostre attività siano soprattutto due. La prima è quella che gli studenti saveriani sono aiutati a entrare in relazione diretta e personale con il mondo islamico. Ciò produce una conversione che gradualmente mina i pregiudizi e le resistenze che non sono appropriati allo spirito missionario. Inoltre, si sta creando una rete di amicizie e di rapporti molto belli, attraverso i quali ci si sente più famiglia, pur nella pluralità delle appartenenze religiose. Nello scorso mese di luglio, la nostra comunità ha vissuto il lutto della morte di p. Giuseppe Bagnara, un anziano saveriano di 82 anni. In questa circostanza abbiamo ricevuto messaggi di condoglianze anche da protestanti, musulmani e buddhisti. Un’amica di religione Bahai è venuta a visitarlo durante il ricovero e ha voluto essere presente ai suoi funerali per pregare ed esprimere la sua vicinanza alla comunità saveriana e a p. Bagnara, il quale due anni fa le aveva voluto regalare la sua bibbia personale. La celebrazione eucaristica in suffragio delle tre saveriane martiri in Burundi, celebrata a San Cristo (Brescia) il 25 settembre P. Francesco Marini e p. Matteo Rebecchi incontrano Djohan Effendi, islamico ed ex segretario di stato, una personalità del dialogo in Indonesia 2014 NOVEMBRE PIEMONTE e LIGURIA 20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 IBAN - IT 71 F 06230 33100 000046222194 (Cariparma Credit Agricole, Desio) Ponti tra religioni a Jakarta Indonesia, nazione più musulmana al mondo è un luogo poco L’ Indonesia noto alla maggioranza de- p. MATTEO REBECCHI, sx vo il ricordo del devastante tsunami avvenuto dieci anni fa; agli appassionati nerazzurri non sarà sfuggito che il magnate Thohir ha acquistato l’Inter… Malgrado ciò, l’Indonesia rimane ancora fuori dall’elenco delle località a cui si fa spesso riferimento. La sindrome di minoranza L’Indonesia è la nazione con gli italiani, pur essendo un granla più numerosa popolazione de paese asiatico. Certamente si islamica al mondo: più di 200 conosce Bali (ma molti neppure milioni, su un totale di 1.3 misanno che questa favolosa meliardi di musulmani viventi sul ta turistica fa parte dell’arcipeglobo. Un bel po’, anche perché lago Indonesiano!); è ancora vinormalmente si pensa che l’islam sia una realtà esclusivamente araba. Nonostante questa grande presenza musulmana, vivere in Indonesia non significa necessariamente coltivare rapporti sereni e di collaborazione con il mondo islamico. È facile, infatti, Un incontro di dialogo del gruppo dei laici, amici dei saveriani, con la comunità islamica cadere vittidegli Ahmadiyah di Jakarta (maggio 2013 a Bintaro) Tre vite, tre semi d’amore In memoria di Olga, Lucia e Bernardetta 25 settembre nelG iovedì la chiesa di San Cristo, a 4 Brescia, è stata celebrata la Messa di suffragio per le saveriane Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian, uccise a Kamenge (Burundi) il 7 settembre scorso. L’iniziativa è stata del “gruppo burundese di preghiera”, in collaborazione con i saveriani e il centro missionario di Brescia. Hanno partecipato numerosi sacerdoti burundesi, i saveriani della comunità bresciana e quattro saveriane, tra cui la direttrice generale sr. Giordana Bertacchini. sentimenti di dolore, sgomento, incredulità e grande vergogna. Non siamo qui per chiedere la giustizia umana per le nostre sorelle uccise perché, come spesso accade, forse non avverrà. Tuttavia rivolgiamo agli autori di questa carneficina un appello alla conversione, perché sicuramente non scamperanno alla giustizia divina. I cristiani del Burundi hanno bisogno di approfondire la propria fede per arrivare all’amore vero e scongiurare la ripetizione di tragedie come questa”. Il sacerdote: “Dolore e vergogna” Nella sua omelia, il burundese don Stanislas ha detto: “Con grande dolore, ma anche con grande fede, ci raccogliamo in preghiera per ricordare Olga, Lucia e Bernadetta. Noi burundesi abbiamo provato forti Il console: “Abbiamo capito che…” Alla celebrazione Eucaristica ha partecipato anche il console onorario del Burundi il sig. Pacifique Mwisumamwo, che ha rivolto un messaggio ai presenti. “Da quel triste giorno registriamo gesti straordinari. Eravamo a cura di D. PIOVANI venuti a consolare, con il cuore pieno di tristezza, ma siamo noi a essere consolati, accolti e rassicurati. Questi sono i primi frutti del loro sacrificio, veri miracoli d’amore di cui siamo testimoni. Ora vediamo chiaramente ciò che prima solo intuivamo: la loro morte ha svelato a noi tutti il mistero della loro vocazione: donare la vita. Bernardetta, Olga, Lucia siete passate per la nostra terra facendo del bene: avete fasciato ferite, accarezzato volti, asciugato lacrime, detto una buona parola. Chi ha stroncato le vostre vite non ha ridotto la vostra capacità di amarci, anzi, adesso che siete presso Dio, è aumentato il vostro potere e noi sappiamo che non ci abbandonerete. E noi cercheremo di essere degni del vostro amore, ripudiando la violenza e costruendo un mondo di pace”. ■ La celebrazione eucaristica in suffragio delle tre saveriane martiri in Burundi, celebrata a San Cristo (Brescia) il 25 settembre ma della sindrome della minoranza, di sentirsi discriminati, se non minacciati, e di chiudersi in un ambiente ristretto e protettivo, che certamente preserva dai conflitti, ma non favorisce i contatti con il mondo non cristiano. L’ambiente aiuta l’incontro Perciò la missione in questo immenso arcipelago richiede la volontà di superare la semplice tolleranza interreligiosa per uscire verso le periferie della fede, forzandoci a creare vicinanza con persone musulmane: per conoscerci, dialogare e comunicare i doni della fede. Riguardo a ciò, la comunità degli studenti saveriani di filosofia, a Jakarta, si trova in una posizione privilegiata, perché è costituita da saveriani giovani ed entusiasti. Inoltre, la multi culturalità dell’ambiente metropolitano e la presenza di organizzazioni interreligiose operanti sul territorio facilitano l’apertura al dialogo. Queste condizioni, a cui va aggiunto anche il carattere generalmente moderato dell’islam indonesiano, permettono relazioni interreligiose positive che in altri paesi musulmani sembrano ancor oggi sogni irrealizzabili. Dopo-scuola e dialogo Le attività che i saveriani cercano di portare avanti a Jakarta sono di diverso tipo. La prima, e più consolidata, è il lavoro di animazione e dopo-scuola svol- to con i bambini di quartieri poveri in diverse zone della città. Queste attività di servizio a frequenza settimanale raggiungono un numero di 500 bambini, per lo più musulmani. In questo modo miglioriamo l’istruzione ricevuta nella scuola e, allo stesso tempo, riusciamo a entrare in rapporto con il mondo musulmano rappresentato dagli stessi bambini e dalle loro famiglie. Un’altra attività è quella del dialogo interreligioso che si svolge a due livelli. Il primo è l’impegno settimanale di alcuni studenti saveriani che si inseriscono in gruppi di carattere interreligioso e in quattro organizzazioni musulmane, nelle quali si presta un servizio in diversi ambiti: indagini in internet, ricerca di notizie, sistemazione della biblioteca, lavoro di segreteria, partecipazione a conferenze… Tutto questo serve agli studenti per entrare in rapporto con il mondo islamico in modo intenso e regolare. Il secondo livello è rappresentato da incontri mensili che si svolgono nella nostra casa, invitando relatori per lo più islamici, a svolgere un tema di varia natura: dalla politica alla spiritualità, al fondamentalismo… A questi incontri, oltre ai nostri studenti, partecipano anche altri amici di diversa estrazione religiosa, facendo sì che talvolta arriviamo anche a una sessantina di persone presenti. ■ (continua nel riquadro) UNA BELLA PROPOSTA PER VOI p. OLIVIERO FERRO, sx Mi presento. Sono padre Oliviero Ferro, di Borgosesia (VC). Sono uno dei missionari saveriani piemontesi e attualmente mi trovo nella comunità di Desio, in Brianza. Dopo aver lavorato nel sud Italia e in Africa (Camerun e Congo RD), mi sono avvicinato un po’ di più al mio paese. Mi farebbe piacere che cominciassimo un lavoro insieme per far conoscere a tutti le cose belle che fate nelle vostre parrocchie, nei vostri gruppi. Insomma, come cercate di far conoscere la parola di Gesù a tutti con gioia nella vita di ogni giorno. Sarebbe bello ricevere da voi qualche scritto, dove descrivete le attività missionarie che fate, accompagnando il racconto con qualche fotografia. Forse avete anche qualche esperienza personale da raccontare: ad esempio, un viaggio in missione, l’incontro con un missionario, una giornata missionaria in parrocchia, la scelta di qualche giovane di partire missionario, l’attività missionaria a scuola o al catechismo. Tutto può aiutare a entusiasmare i giovani e gli adulti all’ideale missionario che, come diceva san Guido Conforti, ha lo scopo di fare del mondo un’unica famiglia, unita nel nome di Gesù. Attendo con fiducia i vostri contributi da pubblicare sulla pagina di Piemonte / Liguria. Se poi qualcuno desidera ricevere il nostro “mensile”, mandateci il suo indirizzo completo. Allarghiamo questa nostra famiglia per essere più felici insieme. Con simpatia e gratitudine. Potete inviare il materiale al mio indirizzo di Desio (p. Oliviero Ferro, Missionari Saveriani, via don Milani 2, 20832 Desio MB) o per posta elettronica: [email protected] 2014 NOVEMBRE PUGLIA 74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15 Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558 E-mail: [email protected] - C/c. postale 10423747 IBAN - IT 71 Z 01030 15807 000000040579 (Monte Paschi Siena, Taranto) Una nuova parrocchia in Congo Difficoltà e sorprese di una scelta coraggiosa P anzi è un quartiere di Bukavu, alla periferia sud della città sul lago Kivu, nella repubblica democratica del Congo. Ha una densità molto alta di popolazione a causa dei gruppi armati che ancora si trovano all’interno della provincia del sud Kivu. Molta gente si è riversata in città sfuggendo agli stupri e alle angherie dell’esercito nazionale, dei gruppi di ribelli ruandesi o delle milizie locali che, pagati e armati da “signorotti” senza scrupoli, difendono le colline da cui vengono estratti materiali preziosi, causando guerriglie che perdurano da vent’anni. Un lavoro, qualsiasi lavoro Il quartiere di Panzi è circondato da colline piene di capanne attorniate da bananeti. Qui la gente si arrampica nella stagione delle piogge, cercando di non scivolare sull’argilla rossa e compatta. La mattina presto con il buio, migliaia di persone si dirigono in città a Bukavu in cerca di un qualsiasi lavoro: portare merci a spalle, vendere al dettaglio banane comprate in un villaggio poco distante, oppure indumenti usati comprati in Ruanda... È importante tornare a casa la sera con due o tre dollari di profitto, che permetterà a tutta la famiglia di mangiare un po’ di polenta di manioca con salsa di pomodoro e qualche pesce pescato nel lago Kivu. Otto comunità cristiane Prima ancora di partire verso la città, i cristiani di Panzi si sono radunati nelle comunità di quartiere per le loro preghiere e un pensiero biblico. Poi il leader comunica le novità della sua comunità: malati, nascite, incidenti, matrimoni da farsi o da ricucire, giovani universitari in cerca di aiuti per la stampa della loro tesi e scolari che chiedono aiuto per pagare la retta della scuola. Nei tempi forti della quaresima e dell’avvento, il missionario visita tutte le comunità di quartiere, celebra l’Eucarestia, visita i malati, confessa e incontra i “casi difficili” della comunità p. NICOLA COLASUONNO, sx cristiana. A Panzi le comunità sono otto, in continuo aumento. I leader della grande comunità chiedono ora di dividere il territorio per una maggiore fraternità e conoscenza reciproca. Diventare famiglia di Dio I saveriani, dopo 32 anni di missione nella parrocchia di Cahi, hanno chiesto e ottenuto dall’arcivescovo mons. Maroy di prendersi cura di un settore, quello di Panzi, e farne una nuova parrocchia. Il primo passo è facile: trovare un santo patrono. Tra san Nicola, san Giuseppe, santo Stefano e san Guido Conforti, la grande maggioranza ha scelto l’ultimo, con grande gioia dei saveriani. Il secondo passo è più difficile: diventare famiglia di Dio, avere un’identità di fratelli e sorelle che si riconoscono non solo la domenica, ma anche al mercato, all’ospedale, per le strade, nei servizi ordinari della vita. I cristiani di Panzi non si sono tirati indietro davanti a questa sfida; anzi, hanno inventato e favorito i ministeri propri dei Facciamo memoria dei cari defunti Nel nome delle martiri Lucia, Olga e Bernardetta C ari amici, nel mese di novembre ricordiamo con riconoscente affetto i nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduti nel segno della fede. Il nostro atto di fede non è ricordo di tristezza, ma di letizia, perché li crediamo entrati nella vita che dura in eterno. Ci accompagnano sempre Tra questi cari, i primi sono i nostri genitori che con la vita ci hanno donato la fede. La loro vita, il loro esempio e la loro preghiera sono luce che ci precede ogni giorno. E per noi missionari, c’è anche un vivo drappello di fratelli e sorelle che ci hanno accompagnato in mille modi ad arrivare all’altare e a partire per le missioni... Con commovente 4 fedeltà, ci hanno aiutato a essere testimoni di carità in mezzo ai poveri, in cui Gesù si nasconde e vive. Chi può dire da quanti pericoli siamo stati salvati in terra di missione, grazie alla loro preghiera? Questi nostri fratelli e sorelle, che oggi ricordiamo con riconoscenza e affetto, sono ora beati, felici di avere in terra nutrito, vestito, adottato, accolto Gesù nei poveri. E oggi, sono accolti con amore da lui, nella spaziosa casa di Dio Padre. Chi è con Dio è per la vita! Con voi, care amiche e amici, ricordiamo anche tutti i missionari e le missionarie che riposano in pace, dopo una vita donata al Signore e all’umanità. È re- p. ERNESTO TOMÈ, sx cente il martirio delle carissime saveriane Olga, Lucia e Bernardetta, a Kamenge, in Burundi. Non ci sembra vero, tanta è stata la crudeltà, l’inspiegabile barbarie che le ha rubate a noi e all’affetto di tanti poveri e afflitti, che le chiamavano con il dolce nome di “mamma”. Il nemico dell’amore crede di aver inflitto un colpo mortale a Cristo Salvatore, fermando i loro passi benefici, rendendo mute le loro voci. Ma così non è. La loro è stata una vita umile e nascosta, con le ferite dell’età e dei malanni, dei quali esse non hanno tenuto conto, felici di tornare in Burundi a condividere la gioia di vivere qualche giorno di più. Il pudore della loro esistenza e del dono senza clamore, è stato svelato da un orribile delitto. Il grido che si è levato con dolore da quasi tutto il mondo ci dice che chi è con Dio, è per la vita: ama la vita, non la sopprime! Alle nostre amate sorelle era rimasto solo il sorriso. E come Gesù, supplicano il Padre dicendo: “Perdona loro, Padre, perché non sanno quello che fanno!”… Anche noi perdoniamo, chiedendo la loro conversione. ■ P. Turazzi, all’inizio di luglio, ha portato da Parma a Panzi la preziosa reliquia di san Guido Conforti, consegnandola nelle mani del saveriano pugliese p. Colasuonno laici: catechesi, Caritas, liturgia (coro, lettori, servizio all’altare, aiutanti dell’Eucarestia…), affari economici, pace e riconciliazione, pastorale giovanile, insegnamento religioso nelle scuole, gruppo giovanile missionario, gruppo vedove, gruppo mamme, gruppo papà... La tombola per la chiesa Infine, c’è il ministero della costruzione della nuova chiesa, diviso in tre gruppi: animazione, finanze e aspetti tecnici. Ogni famiglia delle comunità di quartiere ha ricevuto una busta per la pro- pria offerta. L’aiuto esterno per la costruzione c’è, ma in questi dieci mesi c’è stata anche tanta partecipazione della gente del luogo. L’ultima iniziativa è stata l’estrazione a premi, che qui viene chiamata “tombola”, estesa a tutta la città di Bukavu. Si è voluto dare la possibilità a ogni abitante, dal governatore al sindaco, dai protestanti ai musulmani, di aiutare nella costruzione della nuova chiesa. Qui Dio sarà acclamato “Padre” e danzando, canteremo le sue lodi per la sua presenza in mezzo a noi. Si spera presto! ■ San Guido Conforti Il grembo ubertoso della terra parmense granì uno stelo di speranza per il mondo: il divino Agricoltore lo colse e gli apprese il lungo segreto di diventare pane. La grande fame dei fratelli lo sospinse sorridente a fatiche amate di Pastore. Fu ponte di pace tra figli divisi da un fiume profondo… La fiamma che bruciò l’innamorato Saverio, lo costrinse più alto nel dono. E guidò i suoi ai popoli lontani ad evangelizzare tra gli umili l’Amore. Al tramonto del suo intenso offrirsi nella sterminata Cina lo trasse il suo cuore di padre: vedere gli occhi dei figli missionari che da sempre splendevano nei suoi! Ora nella pace di Dio non ha riposo: come il grande Amico dell’infanzia, è rimasto le braccia e il cuore aperti sull’immensa sete… Tomè “el vecio” P. CARMELO È IL NUOVO RETTORE p. ERNESTO TOMÈ, sx Cari amici e benefattori, abbiamo la gioia di annunciarvi che p. Carmelo Sanfelice, originario di Benevento, è il nuovo superiore della comunità saveriana di Lama-Taranto. I sanniti erano gente forte che ha tenuto testa anche ai romani. Padre Carmelo ha vissuto per 40 anni in Africa, in Congo. Ho avuto la gioia di vivere con lui nella missione di Bunyakiri, tra i simpatici batembo. Padre Carmelo era con loro gioviale e fraterno, ma all’occorrenza, anche forte e deciso. Abbiamo trascorso assieme un anno abbondante, aiutandoci fraternamente, comunicandoci le gioie e i dolori della missione. I tempi non erano facili, ma p. Carmelo si è destreggiato molto bene, dimostrandosi coraggioso e all’altezza del suo compito di pastore. Solo una malattia ha potuto costringerlo a rientrare in Italia dalla missione congolese... Gli diamo il P. Carmelo Sanfelice è il nuovo “Benvenuto in Puglia!”. rettore dei saveriani della Puglia 2014 NOVEMBRE REGGIO CALABRIA 89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze Santuario Madonna della Grazia Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 10444891 IBAN - IT 16 W 01030 81620 000001784033 (Monte Paschi Siena, Villa S. Giovanni RC) Non solo coincidenze... p. LUIGI ANZALONE, sx In Brasile per la grande festa Mariana del Cirio credo alle coincidenze. N onCredo invece alla storia che ognuno di noi scrive nel famoso libro della vita, condotto dallo Spirito di Dio. Il fatto che io sia arrivato a Belém, in Brasile, qualche giorno prima del Cirio, la grande festa di Nostra Signora di Nazareth, è una pagina da scrivere almeno nel mio diario semipubblico. Se poi farà del bene anche ad altri… tutto è grazia! Tanti ceri in processione Ma cos’è il Cirio? Tra voi amici, immagino, ci siano tanti che non lo sanno e quindi vi devo una breve spiegazione. Qualcuno ha scritto che da queste parti dire “Feliz Cirio!” è come dire “Buon Natale!” o “Buona Pasqua!”. Proprio così. Dal punto di vista religioso e civile, culturale e popolare, questa è la festa più importante dell’anno. Ma incominciamo dalla parola: “Cirio” vuol dire semplice- mente “cero”… Infatti, nella famosa processione (che è durata sei ore per percorrere poco più di quattro chilometri), tantissima gente porta dei ceri più o meno grandi, ma soprattutto parti del corpo in cera come ex voto, per chiedere una guarigione o per ringraziare per qualcosa che nella religiosità popolare si chiama “miracolo”. Maria: presenza profetica Questa Madonna - che si chiama “Nazaré” (nome di donna molto comune da queste parti) - fa miracoli, come la Madonna di Fatima, di Lourdes, di Aparecida, di Guadalupe… Tutto “normale”, quindi, per i devoti di Maria di tutti i tempi e di tutte le latitudini. Ma la storia di questa devozione è simile a tutte le altre in America latina. Per esempio, a Gaudalupe Maria viene in aiuto a un indio Juan Diego; ad Aparecida appare a tre poveri pe- scatori Domingos Garcia, João Alves e Filipe Pedroso; a Nazaré appare al “caboclo” (meticcio) Placido, per risolvere i problemi che la povera gente deve affrontare ogni giorno… Privilegiando gente povera e umile come interlocutrice di un messaggio speciale da trasmettere all’umanità sofferente, Maria è sempre una presenza profetica. Anche qui niente di straordinario. Già l’evangelista Luca aveva messo in bocca a Maria l’inno in cui dice: “Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote…”. Non sto qui a dimostrare che Maria segue nei secoli lo stile che è sempre stato di Dio e di Gesù, per cui “i poveri sono beati perché il regno appartiene a loro!”. Il quadernetto della mia vita 75 anni di età e 50 anni di sacerdozio T ra le scartoffie che conservo gelosamente ho ripescato un quadernetto che ha 50 anni di vita e si riferisce all’epoca della mia ordinazione sacerdotale. Non l’avevo più riletto. A settembre ho compiuto 75 anni di età e a ottobre il 50° di sacerdozio; così la curiosità mi ha spinto a riprenderlo in mano. 4 Un entusiasmo spezzato Il quadernetto documenta il corso del mese ignaziano fatto a S. Mauro Torinese insieme agli altri miei compagni di ordinazione (eravamo 25) nel 1964. Vi ritrovo gli appunti presi e le riflessioni suscitate dall’ascolto della parola di Dio. Scorrendo quelle pagine, mi accorgo che la freschezza e l’entusiasmo degli anni giovanili subiva un improvviso arresto. Infatti, mi era giunta la notizia che mia madre, sofferente di cuore da anni, si era improvvisamente aggravata e stava per morire. Lasciai subito Torino e arrivai a Duronia (CB) giusto in tempo per riabbracciare la mamma, che mi riconobbe e spirò nella notte tra il 14 e il 15 settembre. Tornato a Parma, ripresi in mano il quadernetto per lasciarvi una nota di riflessione su quell’evento che mi aveva così profondamente segnato. Ricamo della sapienza di Dio “Dal 13 settembre mi hai tolto la penna dalle mani e hai voluto scrivere Tu il diario della tua visita… Hai voluto privarmi delle persone che con maggiore ansia hanno atteso questo giorno: l’anno scorso la nonna e, alla vigilia della mia ordinazione, ti sei portata con Te la mamma… Tu vuoi la vita per la morte e l’hai Padre Antonio Germano ha celebrato in Bangladesh il 50° di ordinazione sacerdotale (25 ottobre), avendo nel cuore tutti gli amici p. ANTONIO GERMANO DAS, sx chiesta a mamma e anche a me. È stata un ricamo della Tua Sapienza come lo sono le tue visite senza che io ne faccia scoperta. Ora mi si profila, per la porta che Tu mi apri domani, la mia missione di prete missionario. Ti raccolgo tutti i sentimenti di questi 13 anni perché insieme possano far sentire la mia voce. Le ingratitudini, i tradimenti sono certo più numerosi, ma Tu li hai coperti con il manto della tua misericordia e sono diventati anch’essi argomento del tuo amore per me…”. In un’oasi di silenzio Per rivivere l’evento della mia ordinazione sacerdotale, a ottobre sono stato in un asram (oasi) nel nord del Bangladesh, chiamato “Regina del Rosario”. Nella quiete e nel silenzio, ho avuto modo di riflettere e pregare. Sono tanti i motivi per ringraziare il Signore e voi, amici, che in tutti questi anni mi siete stati vicini e avete reso possibile la mia missione tra i fuori-casta. Anche voi avrete un ricordo per me nella vostra preghiera, perché possa spendere con gioia e piena dedizione il resto dei miei anni, annunciando tra gli ultimi ■ il vangelo del regno. La grande processione del “Cirio” a Belém, in Amazzonia, a cui ha partecipato anche p. Luigi Anzalone, appena tornato nella sua missione brasiliana C’è sempre una prima volta La cosa che più impressiona nella processione del Cirio è la gente: non solo la quantità, ma la sua devozione che si esprime, per esempio, con le mani rivolte all’immagine che passa in mezzo a questa marea di popolo. Quest’anno anch’io ho partecipato finalmente con la veste liturgica, cosa che non avevo mai fatto negli anni addietro; tanto che uno dei miei antichi alunni del seminario diocesano, ormai prete da alcuni anni, me l’ha subito fatto notare. Mi ha redarguito, ricordando le tante altre volte che mi aveva visto in mezzo alla gente, come uno che non ci teneva a far- si notare, vestito da prete… Ho incassato il colpo. In verità, mi sono accorto che l’unico privilegio del clero è quello di stare più vicino alla “berlinda” (così si chiama la nicchia portatile della Vergine adorna di fiori). Comunque, anche in quello spazio che sembrerebbe privilegiato, nelle curve bisogna fare i conti con la ressa della gente che non va per il sottile e non sta a guardare se tu sei o no un prete. A un certo punto ti senti all’improvviso trasportato per via aerea… Altro che privilegio! Se non stai attento, vai a finire sotto i piedi della gente! ■ (continua nel riquadro) SONO CONTENTO D’ESSERE QUI p. L. ANZALONE, sx Ma ce l’ho fatta: sono arrivato alla fine con la veste liturgica sporca di fango. Così il 12 ottobre ho concelebrato due Messe: una alle 5 del mattino, tutta per me, in ringraziamento per il mio ritorno in Brasile, a Belém do Pará… e l’altra alla fine della processione, tutta per i due milioni di persone che hanno accompagnato la Madonna di Nazareth! Avrei tante altre cose da dirvi sui devoti: in ginocchio per le strade, o attaccati alla corda che li lega simbolicamente e materialmente all’immagine di Maria, o semplicemente in una preghiera silenziosa (come la mia… che è consistita nel ripetere non so quante volte l’intero rosario, lungo tutto il percorso). Ma vedo che questa lettera va per le lunghe ed è ora di chiuderla. Oggi, se ancora ce ne fosse bisogno, vi ripeto che sono contento, grato e ben disposto per la nuova missione a cui sono stato destinato: è in questa città, nella parrocchia San Francesco Saverio, Bairro do Marco, per rimpiazzare il confratello saveriano neo-nominato vescovo, dom Adolfo Zon, che andrà dove papa Francesco lo ha inviato: nella diocesi di Alto Solimões, nell’Amazzonia confinante con il Perù. Auguri a lui, e tanti saluti a tutti voi. Continuate a pregare per me, perché inizi, fedele e gioioso, la missione che il Signore mi sta affidando. Grazie! La Madonna di Nazarè, protagonista del Cirio, la festa religiosa più importante di Belém, in Amazzonia 2014 NOVEMBRE ROMA 00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287 Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925 E-mail: [email protected] - C/c. postale 45206000 IBAN - IT 30 P 02008 05008 000400097150 (UniCredit Banca Roma, Conciliazione B) La “Casa del sole nascente” È bello sorridere di nuovo alla vita! E ro missionario a Belém, nella favela-palude denominata “Marco”, un quartiere costruito su palafitte: miseria, ragazzi sbandati, giovani senza un mestiere, violenza, alcool, droga, prostituzione… Bisognava fare qualcosa. La Cei (Conferenza episcopale italiana) e un’organizzazione tedesca mi aiutarono a costruire un bel centro professionale, da dove sono usciti elettricisti, idraulici, falegnami, sarte, cuoche. Fu davvero una grazia di Dio! Una cosa bella e gratificante Arrivato ad Abaetetuba, ho visto molte cose belle e interessanti. I saveriani avevano costruito un collegio intitolato a S. Francesco Saverio, considerato una vera perla nel campo dell’istruzione. Bisognava aiutare i tanti giovani a formarsi nelle varie professioni. Il nuovo vescovo, il salesiano mons. Flavio Giovenale, e l’indimenticabile ami- co e benefattore italiano Cesare Cusan, appoggiarono il progetto del centro professionale “Cristo Trabalhador”. Ma bisognava fare qualcosa anche per le numerose ragazze e donne, spesso sole e abbandonate, senza un futuro. Così, con l’aiuto di amici italiani e tedeschi, abbiamo potuto aprire un nuovo centro per l’accoglienza, la protezione e la formazione professionale delle donne. L’abbiamo chiamato “Casa del Sole nascente” (Lar sol nascente). Volevamo che tutti, ma in particolare le donne, sentissero che qualcosa di nuovo, bello e gratificante stava per sorgere. Per affrontare la situazione Abbiamo iniziato con semplici incontri in cui ogni donna si presentava alle altre, si faceva conoscere, esprimeva difficoltà, desideri e aspirazioni personali e quelle del suo quartiere. Le attività comprendevano tre momen- p. NICOLA MASI, sx ti: l’incontro con Dio, tra noi e con il mondo. L’incontro con Dio consisteva in un momento di riflessione e preghiera. L’incontro tra noi tendeva a farci conoscere, a presentare e a cercare di risolvere i problemi personali e famigliari, alla ricerca di una crescita progressiva di autostima e serenità, pur in mezzo a tante difficoltà. L’incontro con il mondo si svolgeva con l’apprendimento di arti e mestieri, sia per venire incontro alle necessità del mercato, sia per aiutare e mantenere le famiglie delle donne, molto spesso in gravi difficoltà. I corsi erano numerosi e vari: taglio e cucito, ricamo e arte culinaria, confezione di sandali e cappelli, collane e borsette, igiene e manicure… La parola alle donne… La “Casa” sta aiutando tuttora molte donne che spesso vivono in situazioni di grande povertà, Il quadernetto della mia vita 75 anni di età e 50 anni di sacerdozio T ra le scartoffie che conservo gelosamente ho ripescato un quadernetto che ha 50 anni di vita e si riferisce all’epoca della mia ordinazione sacerdotale. Non l’avevo più riletto. A settembre ho compiuto 75 anni di età e a ottobre il 50° di sacerdozio; così la curiosità mi ha spinto a riprenderlo in mano. 4 Un entusiasmo spezzato Il quadernetto documenta il corso del mese ignaziano fatto a S. Mauro Torinese insieme agli altri miei compagni di ordinazione (eravamo 25) nel 1964. Vi ritrovo gli appunti presi e le riflessioni suscitate dall’ascolto della parola di Dio. Scorrendo quelle pagine, mi accorgo che la freschezza e l’entusiasmo degli anni giovanili subiva un improvviso arresto. Infatti, mi era giunta la notizia che mia madre, sofferente di cuore da anni, si era improvvisamente aggravata e stava per morire. Lasciai subito Torino e arrivai a Duronia (CB) giusto in tempo per riabbracciare la mamma, che mi riconobbe e spirò nella notte tra il 14 e il 15 settembre. Tornato a Parma, ripresi in mano il quadernetto per lasciarvi una nota di riflessione su quell’evento che mi aveva così profondamente segnato. Ricamo della sapienza di Dio “Dal 13 settembre mi hai tolto la penna dalle mani e hai voluto scrivere Tu il diario della tua visita… Hai voluto privarmi delle persone che con maggiore ansia hanno atteso questo giorno: l’anno scorso la nonna e, alla vigilia della mia ordinazione, ti sei portata con Te la mamma… Tu vuoi la vita per la morte e l’hai Padre Antonio Germano ha celebrato in Bangladesh il 50° di ordinazione sacerdotale (25 ottobre), avendo nel cuore tutti gli amici p. ANTONIO GERMANO DAS, sx chiesta a mamma e anche a me. È stata un ricamo della Tua Sapienza come lo sono le tue visite senza che io ne faccia scoperta. Ora mi si profila, per la porta che Tu mi apri domani, la mia missione di prete missionario. Ti raccolgo tutti i sentimenti di questi 13 anni perché insieme possano far sentire la mia voce. Le ingratitudini, i tradimenti sono certo più numerosi, ma Tu li hai coperti con il manto della tua misericordia e sono diventati anch’essi argomento del tuo amore per me…”. In un’oasi di silenzio Per rivivere l’evento della mia ordinazione sacerdotale, a ottobre sono stato in un asram (oasi) nel nord del Bangladesh, chiamato “Regina del Rosario”. Nella quiete e nel silenzio, ho avuto modo di riflettere e pregare. Sono tanti i motivi per ringraziare il Signore e voi, amici, che in tutti questi anni mi siete stati vicini e avete reso possibile la mia missione tra i fuori-casta. Anche voi avrete un ricordo per me nella vostra preghiera, perché possa spendere con gioia e piena dedizione il resto dei miei anni, annunciando tra gli ultimi ■ il vangelo del regno. Padre Nicola Masi, fondatore della “Casa del sole nascente” ad Abaetetuba in Brasile, con la saveriana Dora, pronta per la missione in terra carioca violenza e sottomissione. Ecco alcuni commenti. Maria de Nazaré, 42 anni, era molto depressa. “Non avevo voglia di fare più niente, mi sentivo distrutta. Con le terapie ricevute ho ricominciato a lavorare e a sorridere”. Per Rosa, 40 anni, la Casa ha rappresentato la sua salvezza. Insieme a tante amiche, è riuscita a superare il dolore per la perdita del figlio, assassinato barbaramente. Gracilene, per vari anni coordinatrice della Casa, mi ha scritto: “Il nostro lavoro sta dando buoni risultati. Possiamo aiutare tanta gente; molte ragazze si sentono valorizzate e molte donne di età avanzata dicono che hanno riacquistato la gioia di vivere; la mia gioia più grande è vedere le donne sorridere di nuovo alla vita”. Portare vita, trasmettere luce Così, il “Lar sol nascente” lotta per valorizzare le donne, aiutandole a riconoscere il loro valore nella società, le loro qualità e potenzialità, ad avere una nuova visione del mondo, più critica e cosciente. Un mondo in cui esse siano viste come soggetti della storia. Lo scopo, quindi, è aiutare ogni donna a portare vita e a trasmettere luce. E questa conquista noi abbiamo voluta rappresentarla nella bellezza e nella novità di un “sole nascente”. ■ SONO VENUTI A TROVARCI... p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx In settembre i saveriani di Roma hanno ricevuto alcune gradite visite che sono sempre motivo di arricchimento e confronto. In particolare, abbiamo immortalato l’incontro con il nuovo vescovo di Abaetetuba, mons. José Maria (a destra, con la camicia azzurra chiara) e p. Renilson, un sacerdote della sua diocesi che sta studiando a Milano. Con loro, c’era il saveriano p. Peppino Iuliano, docente all’università Urbaniana. A fine settembre ci ha raggiunto anche il bresciano p. Renato Filippini, missionario in Giappone, che frequenterà i corsi di specializzazione qui a Roma. Non mancherà l’occasione di farsi conoscere meglio nei prossimi mesi, raccontando la sua ricca esperienza missionaria. 2014 NOVEMBRE ROMAGNA 48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7 Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13591482 Veri amici della missione Tre sacerdoti romagnoli fidei donum in Congo ricordare e onoraD esidero re tre sacerdoti fidei do- num romagnoli, che hanno lavorato con noi saveriani in Zaire (RD Congo), nella diocesi di Uvira. Dal cielo, preghino e sostengano i missionari romagnoli e tutti i missionari nel mondo; il loro esempio sia di stimolo alle nostre comunità cristiane per vivere ogni giorno con zelo missionario. Don Francesco Forini: maestro di laici e preti Un altro sacerdote fidei donum, don Francesco Forini ci ha lasciato per la missione del cielo, come diceva santa Teresa di Lisieux. Don Francesco è morto domenica 28 settembre, dopo l’incidente accaduto mentre era in bici sulla Panoramica al Lido delle Nazioni, con un gruppo di ciclisti della sua parrocchia, per una fatale inversione di marcia. Don Francesco lascia la parrocchia di Mizzana, che guidava dal 1997, dopo il suo rientro dalla missione di Kamituga in Congo RD. A Kamituga aveva sostituito don Alberto Dioli, dopo la morte avvenuta nel 1989. È stato tumulato nel cimitero del paese, nel sacello dei parroci, accanto al missionario don Alberto Dioli. Nel messaggio di condoglianze, l’arcivescovo mons. Luigi Negri ha espresso il suo autentico dolore. “Chiniamo la fronte davanti alla volontà del Signore. Ci mancherà l’amico e il maestro di intere generazioni di sacerdoti e di laici. Ci mancherà in un momento in cui la nostra chiesa avrebbe avuto maggiormente bisogno di lui, proiettata com’è a trovare modi e tempi per una più autentica evangelizzazione della nostra vita e della nostra società”. p. DINO MARCONI, sx Don Alberto Dioli: “cambiare mentalità” Don Alberto Dioli, missionario fidei donum a Kamituga, aveva iniziato il “Centro handicappati”. Voleva cambiare la mentalità, far riconoscere il disabile come un figlio, rendere autosufficiente il centro. Ricordava che il sostegno alle opere della missione non è sentirsi con la coscienza a posto per un’offerta: “Se non cambia il tenore di vita in Occidente, le cose in Africa non cambieranno mai!”. Purtroppo, il Congo è devastato dalla guerra del “coltan insanguinato” da più di vent’anni. Nel 1988 don Alberto era stato colpito da malaria cerebrale. Dopo la cura a Bukavu, ad Anversa gli hanno diagnosticato un tumore al cervello (cfr “Don Alberto Dioli da Ferrara a Kamituga” di C. Pagnoni). Usiamo l’intelligenza per la carità La solidarietà affronti le cause della povertà I cartelloni esposti sull’educazione alla solidarietà missionaria, nelle sale per la catechesi e nei gruppi missionari, noto che si concentrano sul sostegno a qualche opera caritativa: una mensa, una scuola, le adozioni… Queste forme di aiuto sono certamente utili, ma non affrontano i motivi originari del disagio sociale né le cause del sottosviluppo. Aiutiamo lo sviluppo! Spesso si acquista il riso per i poveri senza sapere che il riso si coltiva già nei villaggi; il problema è che finisce nelle mani di pochi, senza essere condiviso. Forse non abbiamo l’intelligenza della carità: cerchiamo scappatoie che non intaccano gli interessi delle multinazionali e non portano lo sviluppo della popolazione che vogliamo aiutare. Basti pensare al grave problema del “land grabbing” in Africa: grandi investitori si accaparrano le terre per colture intensive, a danno della popolazione locale che non ha più terreno da coltivare per il proprio sostentamento. È in atto una strategia mondiale di neo-colonialismo da parte di multinazionali per il controllo delle sementi e delle aree agricole, oltre a quelle minerarie. 4 Anti-sfruttamento online L’obiettivo delle dieci mul- tinazionali alimentari che hanno già conquistato il 73% del mercato dei semi è far sparire le varietà dei semi per il controllo di tutto il cibo del mondo. Ad esempio, la multinazionale Monsanto & Co. compra i terreni fertili per ostacolare l’agricoltura sostenibile e la biodiversità delle coltivazioni, lasciando la popolazione a rischio di carestie e malattie. Le donne in Africa sono il pilastro della famiglia, grazie anche al loro assiduo lavoro nei campi, minacciato dalle multinazionali agricole (foto S. Benedetti) p. D. MARCONI, sx Alcuni agricoltori stanno conservando i semi in depositi, con l’aiuto del “Google no profit delle sementi”: un sito in cui ogni contadino può cercare o vendere varietà di piante a prezzi più bassi dei semi ogm. È un consorzio online che potrebbe preservare il mercato di tanti semi e mettere fine all’assurdo monopolio delle multinazionali agricole. È un’innovazione pacifica per aggirare gli ostacoli che le multinazionali creano. Attenti alla forza del male! Il Signore della terra e del cielo ci ha dato l’intelligenza, anche per sopravvivere in un mondo ostile per le avversità della natura e la cattiveria umana. “La forza del male” la vediamo anche nell’arraffare delle multinazionali, che distruggono le tradizioni agricole locali, o nelle violenze dei gruppi armati della guerra ventennale nel Kivu, che fanno razzie di prodotti agricoli coltivati dalle donne, vero pilastro della famiglia africana, anche grazie al loro faticoso lavoro nei campi. È necessario quindi che noi cristiani teniamo occhi e orecchi ben aperti, tenendoci informati sulle varie situazioni e sulle loro vere cause. Anche i nostri ragazzi e giovani, nei loro incontri di formazione, è bene che acquistino una visione coerente con uno stile di vita “equo e solidale”. ■ Negli anni ’90, don Francesco Forini stava andando da Kamituga a Kitutu; al ponte di Kibe si doveva passare a guado e il motore si è spento; fortunatamente arrivano i soccorsi stradali e nautici… Quella landrover è ancora in ottimo stato! (p. Faustino Turco, sx) L’onlus ferrarese “Amici di Kamituga”, sorta a sostegno dell’opera di don Alberto Dioli e ora anche di don Francesco Forini, invita ogni anno i ferraresi all’appuntamento con la solidarietà. Infatti, dall’1 al 15 dicembre, nella sede delle Grotte Boldini (via Previati), è allestita la 44ª mostramercato a sostegno delle opere sociali di Kamituga e Uvira. Don Mario Ricca: missionario in capanna Don Mario Ricca Rosellini è il fondatore della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice della Cava (Forlì), dove entrò ufficialmente come parroco nel 1956. Era ammirato dai suoi parrocchiani per l’impegno sociale nel chiedere la fognatura del quartiere, il lampeggiatore stradale, il trasporto urbano. Il suo impegno sociale metteva in crisi le ideologie romagnole. Don Mario era partito per l’Africa nel maggio del 1971, accompagnato dal saveriano p. Giuseppe Arrigoni. In Congo aveva costruito la missione a Kasika, iniziando con una carriola e una tenda da campeggio. Celebrava la Messa in una capanna. Il 2 settembre 1978, ricoverato per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute per malaria, don Ricca disse: “Do tutto”. È sepolto a Kasika. Pierantonio Zavatti gli ha dedicato un libro intitolato, “Dalla prima capanna alla missione di Kasika”. ■ I NOSTRI “MAGNIFICI” QUATTRO p. DINO MARCONI, sx Il titolo di “magnifico” è riservato ai rettori delle università; ma noi possiamo usarlo anche per i nostri quattro grandi missionari: p. Giuseppe Viotti e i defunti p. Ildo Chiari, p. Angelo Lampis e p. Alessandro Patacconi. Sono stati quattro modelli molto significativi per noi missionari saveriani che li abbiamo incontrati nella nostra vita da ragazzi nella formazione e da adulti, come compagni di missione. Sfogliando l’album del noviziato di San Pietro in Vincoli, oltre l’annuale foto di gruppo dei novizi con i loro formatori, ho trovato la foto del 2 giugno 1969 dei nostri quattro “magnifici” animatori: Giuseppe Viotti e Ildo Chiari (emiliani), Angelo Lampis (primo saveriano sardo) e Alessandro Patacconi (marchigiano). Padre Viotti, l’unico sopravvissuto, da tanti anni vive a Parma, dopo essere stato missionario in Zaire; p. Chiari è stato missionario in Indonesia e anima della comunità di San Pietro in Vincoli; p. Lampis è stato missionario in Cina e in Italia; p. Patacconi, in Indonesia, Scozia e Italia. Dei quattro, tre hanno lavorato in Sardegna nei primi anni della presenza saveriana nell’isola, a Tortolì e a Macomer. I “magnifici” quattro saveriani, da sinistra: p. Lampis, p. Patacconi, p. Chiari, p. Viotti 2014 NOVEMBRE SALERNO 84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4 Tel. 089 792051 - Fax 089 796284 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00205849 Il colore del sangue e dell’amore Ricordo delle saveriane Olga, Lucia, Bernardetta P sr. DINA MANFREDI, mM apa Francesco ha partecipato al nostro dolore e ci ha confortate per la tragica morte delle nostre tre sorelle Olga, Lucia e Bernardetta, missionarie di Maria-saveriane, con queste parole: “Il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli”. Le tre missionarie sono state barbaramente uccise in Burundi, nella periferia di Bujumbura, a Kamenge, nel pomeriggio e nella notte di domenica 7 settembre 2014. tutte però conoscevo Bernardetta, per aver vissuto alcuni anni con lei a Parma. Dopo aver ricevuto la notizia, per lunghi giorni una domanda si ripeteva nella mia testa e nel mio cuore: “Ma perché? E perché proprio loro?”. E così ritornavano al cuore i tratti caratteristici e costanti di Bernardetta: esile, delicata, sempre sorridente, determinata nei suoi pensieri, ma non cocciuta. Amava ringraziare, ricambiare un dono, anticipare con un dono. E così è rimasta fedele al suo “voler donare” fino a dare la vita! rinnovano rapporti d’amicizia, si dà un nuovo colore alla fede: il colore del sangue, il colore dell’amore. Si evidenzia in me, mentre vivo e rielaboro il dolore, la vera bellezza di appartenere a quella grande famiglia che si chiama “chiesa”, nella quale vedo risplendere sempre più luci che ombre. E sale al buon Dio il ringraziamento per la chiesa, per la vocazione missionaria, per la congregazione delle missionarie di Maria, alla quale appartengo e che mi appartiene. Donarsi, fino a dare la vita Tante persone amiche hanno sofferto e pregato con noi, saveriane della comunità di Cava de’ Tirreni. In quei giorni ero qui a Cava da sola, e ho toccato con mano e avvertito con il cuore quanta forza dona la fraternità. Da tanto tempo conoscevo Olga, Lucia e Bernardetta. Più di L’interesse per la missione Ancora non si conosce il motivo di questa tragedia, ma pian piano ne scopro la sua preziosità. Questo sangue non può essere stato versato invano… Da quel giorno vedo e vediamo nascere nuove luci, nuovo interesse per la missione che Gesù ha affidato a tutti noi cristiani. Si Frutti di fraternità e di pace Tra gli scritti arrivati dalle sorelle che vivono in Africa porto con me soprattutto una frase: “Lucia, Olga e Bernardetta hanno scosso come un terremoto i Paesi dei Grandi Laghi. Loro così fragili, così piene di acciacchi, con il loro desiderio ostinato di rimanere in missione, servendo umilmente attraverso i piccoli servizi di ogni giorno, ci hanno dato una bella lezione di come si vive e si muore per amore. Le bellissime foto sorridenti di Lucia, Olga e Bernardetta, poste sopra le bare, ci hanno aiutato a guardare in alto, a credere che la vita trionfa sulla morte, al bene che vince il male”. Grazie, Bernardetta, grazie Olga, grazie Lucia! Anche oggi abbiamo parlato di voi. Nessuno vi ha tolto la vita vera: ora la possedete in abbondanza. Tutte noi crediamo che questo sangue, sparso per amore, possa portare frutti di fraternità e di pace nella regione dei Grandi Laghi e in tutto il mondo. ■ INSIEME NELLA MESSA p. CARLO POZZOBON, sx Il senso della responsabilità L’incontro dei ragazzi “Missione nel cuore” fine settimana intenso, U nquello dell’11-12 ottobre: i ragazzi del gruppo “Missione nel cuore” sono stati guidati alla scoperta del senso di responsabilità; un termine che implica la nostra personale risposta a qualcuno: a Dio, agli altri, a noi stessi. Il corpo, gli affetti, l’anima Al centro dell’incontro è stato posto l’individuo umano. Ognuno di noi è il risultato del trinomio: il corpo, gli affetti, l’anima. Le tre componenti vanno allenate, sviluppate in libertà, rendendoci conto che sono doni preziosi di Dio e collegati l’uno all’altro. Dobbiamo imparare a non sbilanciarci sull’una o sull’altra, ma a crescere bene in tutte e tre, ricordando che il primato dell’uomo risiede nella sua anima, nella coscienza. Quando ciò non avviene, a dirigere il cammino della vita su- 4 bentrano l’istinto, il sentimento, la reazione. Ma così si finisce di spendere la vita alla ricerca del piacere e dell’utile, non del vero e del bello. Chi vive così, si alimenta di sole emozioni e, quando mancano, cerca di soddisfare il proprio bisogno in droga, alcool e sesso, fino a diventarne dipendente. Che cos’è la libertà? E allora dove è finita la libertà? Spiritualità è libertà e dalla libertà nasce la decisione che consente di canalizzare la vita! La libertà è intelligenza e volontà. Ciascuno è responsabile di se stesso, del suo diventare persona, del suo crescere in umanità. Ecco allora che ci ritroviamo a osservare le virtù cardinali, simbolo di uno “stile di vita”. Storie quotidiane, un film e le opere di Giotto realizzate nella cappella degli Scrovegni, hanno MARTA CHIARADONNA permesso allo staff di guidare interessanti laboratori e dibattiti. La presentazione di san Guido Conforti e di madre Celestina Bottego, personaggi virtuosi, ha trasferito l’attenzione sulla famiglia missionaria verso la quale vogliamo favorire un senso di appartenenza, un legame che nasce dall’interesse per la missione e che, radicandosi nella spiritualità dei fondatori, ci porterà a sentire gli altri dentro di noi. Una chiave in dono La partecipazione dei ragazzi è stata attiva. Tutti sono rientrati a casa contenti, anche per il piccolo dono simbolico ricevuto: una chiave. Dare delle chiavi è, in generale, affidare una responsabilità. Anche Gesù offrì a Pietro “le chiavi del regno dei cieli per edificare la sua chiesa” (cfr. Matteo 16, 18-19). Oggi, con questa chiave, siamo stati investiti tutti noi. ■ I ragazzi di “Missione nel cuore” si sono riuniti l’11 e 12 ottobre per un intenso fine settimana di riflessione e confronto Noi saveriani abbiamo ricevuto come impegno del nostro fondatore san Guido Conforti di creare, tra noi e con tutti coloro che incontriamo, un forte legame per formare una grande famiglia, che non ha limiti di tempo e che si apre alla vita eterna. Come sacerdoti missionari, per grazia del Signore, siamo chiamati a vivere nella chiesa anche con la grazia speciale di celebrare ogni giorno la santa Messa, con cui ci uniamo a Cristo e abbracciamo con lui l’umanità intera, e di sentire dentro di noi le necessità, le speranze e i problemi della gente. La nostra sollecitudine non si limita alle cose di questo mondo, ma si estende alla vita eterna, nella quale crediamo profondamente. Attraverso l’Eucaristia quotidiana, siamo certi che Dio, nella sua infinita misericordia, ascolti le nostre preghiere, secondo la parola di Gesù: “chiedete e riceverete”. Perciò noi desideriamo pregare con voi e per voi e per i vostri cari nella santa Messa quotidiana. Vi invitiamo a scrivere e inviare al nostro indirizzo le vostre intenzioni di preghiera per i vivi e di suffragio per i defunti. Potete farlo in busta, sul C/cp, per telefono o per e-mail, come è scritto in alto su questa pagina. Grazie per la vostra solidarietà missionaria! PIÙ SIAMO E MEGLIO È... Caro lettore, ti chiediamo di aiutarci a diffondere il nostro mensile; puoi farlo concretamente inviandoci nome, cognome e indirizzo di una persona a cui farebbe piacere ricevere “Missionari Saveriani” gratuitamente per un anno. Il nostro obiettivo è che più persone possibili possano essere informate e si interessino su quanto avviene nel mondo missionario. Per fare questo, puoi scrivere il nuovo indirizzo nella causale del bollettino che solitamente ricevi, o via lettera all’indirizzo via Fra G. Acquaviva 4, 84135 Salerno, o chiamando il numero 089 792051 (chiedendo di p. Antonio Chiofi). Grazie! 2014 NOVEMBRE 22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15 Tel. 031 426007 - Fax 031 360304 E-mail: [email protected] C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6 IBAN - IT 03 C 06230 51770 000046224782 (Cariparma, Tavernerio) TAVERNERIO Incontriamoci dai saveriani... Insieme alle famiglie, per la missione P apa Francesco ha avuto il coraggio di volere un sinodo speciale dei vescovi sulla famiglia, proprio ora che la famiglia è minacciata, come mai era avvenuto prima. Troppi uomini e donne, giovani e anziani soffrono a causa dei rapporti famigliari. Molti uomini di chiesa si sentono messi in stato di timore e di difesa. Altri, invece, si conservano vigili, perché l’amore è vigilante e si accorge delle condizioni infelici in cui si trova troppa gente al mondo. Tutti in marcia con papa Francesco Papa Francesco, mette tutti in marcia. A tutti chiede di non rimanere indifferenti. Ciascuno parli, faccia presente la propria esperienza! Papa Francesco ha invitato anche Dio a parlarci della famiglia, come dono di grazia. Ha voluto presenti, tra i vescovi dell’aula sinodale anche dodici famiglie provenienti da tutti i continenti, anche da zone di guerra. E poi usa parole che aprono, abbracciano, facilitano. Parole che diventano semi che possono fiorire nei modi più inaspettati nella vita, nelle pieghe del vissuto di chi lo ascolta. Stare vicini alla gente “Fare del mondo una famiglia”: san Guido Conforti è santo tra i santi, proprio per questa prerogativa, perché ha speso tutte le sue forze per fare del mondo una sola famiglia. Ascoltando papa Francesco, noi saveriani abbiamo sentito immediatamente nascere dentro una domanda: è il nostro destino di professarci consacrati alla crescita della famiglia di Dio sulla terra? E abbiamo sentito che il nostro primo dovere è appunto p. LINO MAGGIONI, sx questo: stare vicini alla gente, dedicarci alla cura della famiglia, animatori di tutto quanto favorisce l’incontro e il confronto, anche con sacrificio nostro, se occorre, per il bene dei laici che vorremmo veder crescere come famiglia di Dio. Dovremo “restare impregnati - come dice bene papa Francesco - delle loro gioie e speranze, tristezze e angosce, capaci di vincere ciò che crea infelicità e violenza”. Dopo questa riflessione, è nato un primo calendario di incontri e condivisione tra noi e i laici, che ospiteremo nella nostra casa di Tavernerio. Informazioni utili… Tutti gli appuntamenti si tengono la domenica con un programma ben definito. Ritrovo alle 9,30 per saluti, abbracci, benvenuti, presentazioni, strette di mano… Santa Messa alle 10 La pentola piena di gerani Ammirando l’amico Lino Guarisco S empre mi fu caro quel signore che voleva essere chiamato “Lino”, piccolo e magrolino, due gambe arcuate, dal sorriso sempre raggiante e un cuore che apparteneva agli altri. Anche per ricordare Lino Guarisco, questa estate mi sono unito alla parrocchia di Cantù, in pellegrinaggio al santuario della Madonna di Einsiedeln, in Svizzera, dove anche lui si era recato più volte in veste di pellegrino. 4 Il pane degli uomini e il Pane di Dio Durante la festa dei nostri amici, mi è parso che la sua storia si ripetesse sul volto di tanti amici dei saveriani. Personalmente conobbi Lino Guarisco nella sagrestia dell’ospedale di Cantù, puntuale, discreto e servizievole, arte che aveva appreso da panettiere. Nella sua casetta, semplice ma tutta sua, mi mostrava le sue glorie antiche: “Questa saletta era molto più spaziosa; in quella parete, c’era il forno; questa grande pentola di rame serviva per impastare la farina e qui nel mezzo regnava una grande tavola su cui aspettavano i pani per la loro cottura”. Lasciata quell’arte del pane, eterno cibo dell’affamato, trovò lavoro nelle sacrestie della città a servizio di un altro Pane. Le chiese di San Michele, di Sant’I- sidoro, la cappella dell’ospedale conobbero l’attività della sua fede, l’opera delle sue solerti mani e l’amore del suo cuore, affezionato anche alle cose di Dio. Vero amico per i missionari Viveva solo, ma non era solo. Spesso mi invitava a celebrare la Messa nella casa degli anziani di Cantù. Lì egli viveva il suo comandamento dell’amore a chi avvicinava e conosceva per nome, persone che gli rappresentavano il Cristo sofferente. Organizzava gite e pellegrinaggi per L’indimenticabile amico dei saveriani Lino Guarisco di Cantù e la pentola di rame, simbolo del suo lavoro di fornaio, e poi usato come vaso per i gerani p. FRANCO BERTAZZA, sx gli anziani, ai quali mi invitava sempre: Einsiedeln, Caravaggio, Bonate, Montichiari… Non mancavano la preghiera, la serenità e l’allegria. Era conosciuto da tutti come “l’amico dei missionari saveriani”. Nella sua casa mi mostrava la stanza dove pernottavano coloro che erano di passaggio a Cantù. Era affezionato particolarmente ai missionari di Desio e alla nostra casa madre di Parma, dove recava il suo contributo per le missioni. Fu sempre vicino alla carrozzina di padre Silvio Turazzi. Ma il tempo è spietato e a volte attenua le amicizie che sono un conforto in vita, e anche il caro Lino si sentì un po’ abbandonato dai suoi missionari. Anche il pentolone di rame che accoglieva i gerani del nostro giardino non c’è più. Grazie di cuore, caro Lino. Ti ricordo sempre, e tu continua a pregare per tutti noi! ■ tutti insieme, grandi e piccoli. Dalle 11 alle 12 riflessione per gli adulti e giochi per i bambini, accompagnati da una volontaria. Il pranzo è alle 12,30 (i dolci di mamme e nonne sono sempre graditi). Dopo aver smaltito il pranzo, alle 14 è previsto un tempo per riordinare le idee. Alle 15 ci salutiamo e ci diamo appuntamento al prossimo incontro. È bene segnalare l’adesione della propria famiglia entro il mercoledì prima di ogni incontro, inviando un’e-mail o telefonando a p. Filippo Rondi (f_ [email protected]; 031 426007) o a Barbara (barbarapiazza4@ gmail.com, 031 797557 cell. 345 1714785). Per gli adulti è previsto un contributo mentre per i bimbi è a offerta libera. In cucina c’è la possibilità di accordarsi con la cuoca per scaldare le pappe. Calendario degli incontri • 26 ottobre - Ritratto familiare: La famiglia oggi • 14 dicembre - Un primato prezioso: Famiglia e compito educativo • 15 febbraio - Non solo news: La preghiera in famiglia • 19 aprile - Intreccio di relazioni: Le relazioni in famiglia • 14 giugno - La famiglia in missione: La missione evangelizzatrice della famiglia ■ CON GLI AMICI LA VITA È PIÙ BELLA La tradizionale festa degli amici dei saveriani anche quest’anno ha visto una buona partecipazione; ringraziamo tutti coloro che hanno accettato il nostro invito e anche chi ci ha segnalato di non poter venire. Vi aspettiamo sempre a trovarci, in ogni momento dell’anno! Ringraziamo e salutiamo anche i responsabili dell’associazione culturale “Scivias”, di Cantù, che ci hanno fatto visita. PIÙ SIAMO E MEGLIO È... Caro lettore, ti chiediamo di aiutarci a diffondere il nostro mensile; puoi farlo concretamente inviandoci nome, cognome e indirizzo di una persona a cui farebbe piacere ricevere “Missionari Saveriani”. Il nostro obiettivo è che più persone possibili possano essere informate e si interessino su quanto avviene nel mondo missionario. Per fare questo, puoi scrivere il nuovo indirizzo nella causale del bollettino che solitamente ricevi, o via lettera o e-mail all’indirizzo indicato in alto su questa pagina. Grazie! 2014 NOVEMBRE VICENZA 36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119 Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13616362 IBAN - IT 71 V 02008 11897 000040071835 (Unicredit Banca, Vicenza) Gli amici dei saveriani s’incontrano A Vicenza nel nome di p. Uccelli 14 settembre si D omenica sono incontrati a Vicenza gli amici laici del nord Italia, che collaborano con i saveriani nelle loro comunità. Venivano da Udine, Zelarino, Cittadella, Vicenza, Brescia, Parma e Desio. Il gruppo Gams di Vicenza era il più nutrito… che di far conoscere meglio la figura, l’operato e lo stato di grazia di padre Pietro Uccelli, vissuto a Vicenza dal 1920 al 1954, nel 60° anniversario della sua morte. Dopo la presentazione di p. Luciano Bicego, abbiamo assistito alla proiezione di un video con testimonianze sugli eventi straordinari in cui p. Uccelli era coinvolto. Ci siamo poi suddivisi in gruppi per riflettere e scambiarci idee ed emozioni. È emer- MARIAROSA NICHELE so che p. Uccelli è abbastanza conosciuto; anzi, alcuni vicentini, che l’avevano conosciuto in età infantile, ne parlano ancora con grande commozione. Le nostre varie attività Ha suscitato meraviglia la varietà delle attività svolte dagli amici vicentini e ha entusiasmato la visita ai laboratori dei Un video e lavori di gruppo presepi e dei manufatti femmiL’incontro aveva lo scopo di nili. Gli amici provenienti da fare conoscenza reciproca, e anParma ci hanno parlato del “quarto piano” della casa madre, dove sono ospiti i missionari con gravi difficoltà motorie e inabilità varie. I volontari laici sono accanto ai saveriani per assisterli amorevolmente. Padre Antonio ha spiegato le difficoltà di questo servizio, invitando a non privare mai della nostra presenza Giancarlo Corato, volontario vicentino, tra p. Bicego e p. Rosario, superiore dei saveriani chi è nel bisogno. in Italia, all’incontro degli amici laici del nord Italia, a Vicenza L’uomo della carità intelligente Il 23 novembre mons. Farina è “santo” Antonio Farina è G iovanni ancora oggi attuale per il suo coraggio esemplare, il suo ardore profetico e la sua “intelligenza della carità”. Nato a Gambellara (VI) l’11 gennaio 1803, da bambino viene affidato alla cura dello zio paterno, don Antonio, uomo di profonda fede e di grande carità. 4 Il suo lungimirante impegno educativo A quattordici anni Giovanni entra nel seminario diocesano di Vicenza, dove si distingue per i risultati eccellenti e la bontà d’animo. Ancora studente, riceve l’incarico di insegnare in seminario, rivelando quelle doti di educatore che sempre lo hanno distinto. Il 14 gennaio 1827 è ordinato sacerdote e inviato come cappellano a San Pietro, una parrocchia di Vicenza abitata prevalentemente da gente di umili condizioni. Qui si rende conto di una realtà penosa: bambine e ragazze sono costrette a chiedere l’elemosina o a darsi alla prostituzione. Egli individua nell’ignoranza una delle ragioni della deplorevole situazione che gravava sulla donna, dimostrando lungimiranza. Nel 1831, si occupa quin- di della scuola di Carità, che egli unisce alla Pia Opera di S. Dorotea. Nasce così una scuola rinnovata a servizio delle classi sociali più svantaggiate, la prima scuola popolare femminile della città. L’11 novembre 1836 nasce a Vicenza l’istituto delle suore maestre di S. Dorotea figlie dei Sacri Cuori, a cui don Farina affida la scuola. “Il vescovo dei poveri” Nel 1850 don Farina è nominato vescovo di Treviso. Anche qui impiega tutte le sue forze, attuando un ampio programma di riforme e iniziative sociali. Cura la formazione dei seminaristi, si occupa del mantenimento di Il dipinto del vescovo Farina da cui è stato tratto il particolare del volto esposto sulla basilica di San Pietro il 23 novembre sr. MARIANGELA BASSANI sacerdoti anziani e infermi, crea una vasta rete di beneficienza, tanto da essere chiamato “il vescovo dei poveri”. Alla morte di mons. Cappellari, nel 1860, gli succede mons. Farina, che indìce subito il sinodo diocesano e compie la visita pastorale in tutta la diocesi. Ogni campo è investito dalla sua volontà riformatrice e dal suo slancio spirituale e caritativo per ben 28 anni. Continua a essere educatore e guida spirituale delle suore, ormai sparse in tutto il Veneto. Nel 1886 una grave malattia lo blocca nella sua attività. Muore il 4 marzo 1888. Con santa Maria Bertilla Giovanni Antonio Farina, uomo di carità, lascia alle sue figlie un’eredità meravigliosa: contemplazione e azione devono essere il motore che le spinge. Beatificato il 4 novembre 2001, viene proclamato “santo” il 23 novembre 2014. Una delle sue figlie ha vissuto in pienezza il carisma da lui trasmesso dedicandosi con carità eroica alla cura dei malati nell’ospedale di Treviso: suor Maria Bertilla Boscardin, proclamata “santa” nel 1961 da papa Giovanni XXIII. ■ La chiesetta di san Pietro d’Alcantara, dove da sessant’anni riposano le spoglie di p. Uccelli, era gremita di persone attente alle parole di p. Gianni Viola che ha raccontato alcuni episodi della vita del “servo di Dio”. La giornata si è chiusa con la celebrazione della Messa. Padre Rosario ha commemorato il sacrificio delle tre saveriane recentemente uccise in Burundi. ■ Il ritiro estivo a Molveno ANTONIO SCHIANO di COLA L e comunità saveriane si avvalgono dell’opera preziosa di tanti volontari, che mettono a disposizione il loro tempo libero. Le attività spaziano dal servizio di portineria alla contabilità, dal giardinaggio alla lavanderia, dagli abbonamenti a “Missionari Saveriani” ai mercatini dell’usato per raccogliere fondi da destinare alle missioni. Come segno di gratitudine, ogni anno i saveriani offrono ai volontari l’opportunità di trascorrere alcuni giorni sereni e tranquilli. Quest’anno, dal 16 al 24 agosto, ci siamo ritrovati a Molveno. La bella sistemazione ha contribuito a rafforzare il clima famigliare e lo spirito di collaborazione tra gli ospiti. In tutto eravamo una ventina, provenienti da Desio, Udine, Vicenza e Salerno. Abbiamo sperimentato il pia- cere di vivere momenti di fraternità e amicizia, ma anche l’esperienza del servizio, provvedendo a cucinare, apparecchiare e pulire. Il ritiro spirituale ci ha aiutato a fortificare lo spirito, prima della ripresa delle consuete attività. Abbiamo pregato volentieri con la recita del rosario e dei salmi e nelle celebrazioni Eucaristiche, presiedute da p. Sergio Boscardin e p. Tomaso Frigo. Ed è bello avere in casa il Tabernacolo, per incontrare il Signore in qualsiasi momento della giornata per presentargli speranze, attese e azioni quotidiane. Nonostante le avverse condizioni meteorologiche, siamo riusciti a fare anche qualche escursione. Insomma, è stata una bella esperienza, da ripetere l’anno prossimo con rinnovato entusiasmo. ■ Partenze e arrivi La comunità saveriana di Vicenza ringrazia p. Elio Cosma e p. Gianni Magnaguagno, rettore ed economo uscenti, e dà il benvenuto a p. Tomaso Frigo, nuovo rettore, a p. Riccardo Nardo, sostituto rettore, e a p. Lino Sgarbossa, nuovo economo. Il ricordo dei martiri Il 28 novembre ricorre il 50° anniversario del martirio di p. Giovanni Didoné, p. Luigi Carrara e fratel Vittorio Faccin in Congo RD. Scrive il superiore generale dei saveriani, p. Luigi Menegazzo: “Siamo di fronte al vero significato dell’essere missionari e saveriani: totale dono di sé a Dio per l’annuncio del vangelo; i nostri fratelli e le nostre sorelle martiri sveglino in noi lo stesso coraggio di donazione!”. CONVEGNO MISSIONARIO DIOCESANO Sabato 20 settembre l’ufficio missionario diocesano ha realizzato un convegno “110 lode” con gli animatori delle parrocchie e dei gruppi di infanzia, adolescenza e gioventù missionaria. Erano 250 i partecipanti che si sono ritrovati presso la casa dei saveriani di Vicenza. I responsabili del convegno, don Arrigo Grendele e la sua equipe, hanno apprezzato la presenza numerosa dei laici e dei sacerdoti della diocesi. La conferenza di don Amedeo Cristino, responsabile del CUM, le testimonianze dei sacerdoti don Giampaolo Marta e don Gian Antonio Allegri, prigionieri e poi liberati in Camerun, di suor Piera de Munari, missionaria comboniana in Sudan per quarant’anni e nuovamente in partenza per la missione, hanno emozionato ed entusiasmato i partecipanti. La comunità dei saveriani è onorata e privilegiata per aver ospitato il convegno e ribadisce la disponibilità a continuare la piena collaborazione con l’ufficio missionario per le sue iniziative. Don Giampaolo e don Gian Antonio con il ministro Mogherini al momento del rientro in Italia, dopo il rapimento in Camerun 2014 NOVEMBRE ZELARINO 30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16 Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410 E-mail: [email protected] - C/c. postale 228304 IBAN - IT 33 Z 03359 01600 100000006707 (Banca Prossima, Zelarino) La bella festa dei famigliari Il momento in cui diventiamo “missionari” 21 settembre il D omenica tempo, quest’anno molto birichino, ha tenuto e ci ha permesso di godere in bella armonia la tradizionale giornata di fraternità con i parenti, amici e benefattori dei missionari saveriani e diocesani della zona. Sono arrivati alla spicciolata da Verona e Conegliano, da Padova e Treviso, da Zelarino, Mestre e dintorni. I segni positivi della missione Alle 10,30 ha parlato a tutti p. Enzo Tonini, consigliere dei saveriani in Italia. Dopo aver manifestato la sua gioia di incontrare tanti amici, p. Enzo ha rilevato alcuni piccoli segni positivi della presenza del regno di Dio in mezzo a noi: il volontariato, i laici missionari (una coppia parte per il Bangladesh), mons. Giorgio Biguzzi, vescovo saveriano emerito che si è recato in Sudan… E soprattutto il martirio delle tre sorelle saveriane a Kamenge in Burundi, e il grande clima di affetto che il triste evento ha suscitato nella società religiosa e civile. A Parma, la comunità della teologia quest’anno è formata da 19 studenti provenienti da nove nazioni diverse; purtroppo, uno solo è italiano; gli altri sono stranieri. p. FRANCO LIZZIT, sx Stranieri perfino a noi stessi Già, “straniero”: una parola che tante volte fa paura, eppure è un termine che ci caratterizza bene. “Quando sono andato missionario in Colombia - ha detto p. Enzo - ero straniero, e un po’ lo sono stato sempre, per la lingua, le tradizioni, la cultura, che ho cercato di assimilare, ma resta sempre un’altra pelle … Tornato in Italia, ho trovato tante cose cambiate e quindi ero ancora straniero; ora sono incaricato dei giovani, che hanno la loro maniera di parlare e di esprimersi, e sono ancora straniero…”. Effettivamente, siamo stranieri nel mondo attuale che non comprendiamo, ma che ha certamente del bene, e tante volte siamo stranieri perfino a noi stessi. Questo ci deve portare a un atteggiamento di rispetto per gli altri, a scoprire e apprezzare il positivo che essi mi offrono. Questo atteggiamento mi arricchisce, accorgendomi che anche lì Dio mi parla. E Dio parla agli altri anche attraverso di me. Questo è il modo in cui noi diventiamo “missionari”. Un’amicizia rinnovata La conferenza ha suscitato interesse e domande. In chiesa, poi, abbiamo spezzato il pane Eucaristico pregando per le famiglie, la chiesa, la società e ricordando le tre saveriane martiri a Kamenge, i parenti e benefattori deceduti durante l’anno. Abbiamo pranzato con semplicità di cuore, lodando Dio per i cibi e le bevande, ma specialmente per la rinnovata amicizia missionaria. Per la gioia di giovani e anziani, ai giochi e alla fisarmonica di p. Mario Diotto si è aggiunto il “karaoke” organizzato dalle gemelle Angela e Celeste Casarin, in servizio al pranzo assieme ad amici e genitori, da sempre collaboratori dei saveriani. Grazie a tutti. E arrivederci a presto! ■ I famigliari e amici dei missionari di Venezia e dintorni si sono ritrovati per l’appuntamento annuale a loro dedicato, domenica 21 settembre dai saveriani di Zelarino I saveriani di Zelarino hanno dedicato le giornate di lunedì 15 e martedì 16 settembre alla programmazione delle attività per il corrente anno pastorale. È nostra intenzione animare in modo missionario le persone e le parrocchie che avviciniamo. Padre Tonini, consigliere dei saveriani in Italia, ci ha aiutato con i suoi suggerimenti. I volontari saveriani a Vicenza Un bell’incontro sulle orme di p. Uccelli I l sole si è levato caldo e sorridente la mattina di domenica 14 settembre e otto volontari con un saveriano, su tre macchine in fila indiana, da Zelarino si sono diretti alla volta di Vicenza. Andavamo al primo incontro dei volontari saveriani del nord Italia. Video e testimonianze Sono parenti e amici dei saveriani, che danno una mano nelle varie attività che i missionari organizzano nelle varie comunità del nord. Eravamo oltre un centinaio, provenienti anzitutto da Vicenza, ma anche da altre parti del Veneto, Lombardia, Friuli e alcuni da Parma. L’incontro è iniziato con la presentazione del “servo di Dio” p. Pietro Uccelli, che visse a Vi- cenza 33 anni e vi morì nel 1954, ma resta vivo nella mente e nel cuore della gente. Un breve video e la testimonianza diretta di chi lo ha conosciuto e ha ricevuto guarigione fisica o spirituale, lo hanno fatto sentire presente anche a noi, sorridente sui nostri progetti, aiuto nelle nostre difficoltà. Con il suo sorriso sembra ripeterci: “Fate a modo!”, cioè comportatevi bene; “Pregate san Giuseppe e il Signore sistemerà ogni cosa!”. C’è bisogno di nuove leve Poi c’è stato l’incontro a piccoli gruppi, in cui ogni volontario ha raccontato se stesso e ha ascoltato gli altri; una condivisione veramente fruttuosa. Alla santa Messa è seguito il pranzo con l’assaggio di gusti GRAZIE DON DANIELE, BENVENUTO DON LUIGI! p. F. LIZZIT, sx e ricette regionali. Nel pomeriggio una preghiera alla tomba di p. Pietro Uccelli, la visita alla “fabbrica” dei presepi internazionali, che i saveriani di Vicenza espongono ogni anno, e poi il ritorno verso casa, con le prime reazioni. “In principio mi sentivo imbarazzata, ma poi tutto è andato bene; è stato bello sentire tante esperienze”. “La mia famiglia si è allargata”. “Veramente bello; da ripetersi; e chissà, farlo a Zelarino fra qualche anno...”. Vedremo. Intanto se qualcuno, anche non pensionato, vuole unirsi a questi volontari per dare una mano, ben venga. C’è bisogno di nuove leve. In alto trovate l’indirizzo e il numero di telefono. Sarete benvenuti e felici con noi missionari, e noi con voi! ■ p. FRANCO LIZZIT, sx San Paolo dice a proposito del sacerdote: “Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro…” (2 Cor. 5,20). L’ambasciatore può essere trasferito, così il parroco, ma nella parrocchia in cui ha lavorato egli lascia l’esortazione, la riconciliazione e l’amore di Dio. Don Daniele Memo, dopo 11 anni, saluta la parrocchia di Zelarino per essere ambasciatore di Gesù nelle parrocchie di Ca’ Vio-Cavallino. Abbiamo stretto con lui amicizia e collaborazione, e lo ringraziamo! Non mancherà occasione per confermare questi sentimenti. Arriva il nuovo parroco don Luigi Vitturi, un dono che ci fa il patriarca: un merletto di Burano alla comunità ormai multi etnica di Zelarino. Continueremo la fraternità e la collaborazione con “la prima domenica dei saveriani” in questa parrocchia, come consuetudine dal 4 maggio del 1947! INCONTRI DI PREGHIERA E FORMAZIONE Il Gruppo amici dei saveriani si trova un giovedì al mese in preghiera per le vocazioni e per le missioni. Siete tutti invitati a partecipare (anche spiritualmente). Ecco il calendario. 2014 20 novembre ore 15,30 18 dicembre ore 15,30 4 I volontari dei saveriani di Zelarino che hanno partecipato all’incontro di Vicenza, domenica 14 settembre 2015 15 gennaio ore 15,30 19 febbraio ore 15,30 19 marzo ore 15,30 16 aprile ore 16,30 21 maggio ore 16,30 18 giugno ore 16,30 17 settembre ore 16,30 Ricordiamo anche gli incontri mensili di formazione nell’anno 2014-2015, dalle 15 alle 18, per i gruppi missionari parrocchiali e simpatizzanti, presso il centro pastorale “Card. Urbani”, in via Visinoni 4/C, a Zelarino: 9 novembre; 7 dicembre; 11 gennaio; 15 febbraio; 24 maggio; 7 giugno Il 15 marzo è in programma il convegno missionario diocesano sul tema, “Alzati e va Ninive la grande città”, presso il centro pastorale “Card. Urbani”, dalle 9 alle 17. 2015 GENNAIO Papa Francesco: «Quando i bambini sono accolti, amati, custoditi, tutelati, la famiglia è sana, la società migliora, il mondo è più umano» (Betlemme, 25.5.14) Il saveriano sardo p. Antonino Melis ai bambini di Yagoua in Camerun insegna i valori della loro cultura (foto A. Melis / Archivio MS). 1G 2V 3S 4D 5L 6M 7M 8G 9V 10 S 11 D 12 L 13 M 14 M 15 G 16 V PACE MONDIALE Madre di Dio Maria si è presa cura del bambino Gesù + fr. Remo Bucari, Parma ss. Basilio e Gregorio Davanti ai bambini siamo come Maria o come Erode? s. Genoveffa I bambini sono segno di speranza e di vita 2a tempo di Natale Gesù è la vera luce che illumina ogni uomo 6 s. Amelia I bambini hanno bisogno di essere accolti e difesi INFANZIA MISSIONARIA Epifania Oggi Gesù inaugura la fratellanza universale Natale ortodosso s. Luciano s. Massimo + p. Giovanni Zaltron, Vicenza Dai bambini si capisce lo stato di salute della famiglia Quando i bambini sono accolti e amati, la famiglia è sana s. Alessia Dai bambini si capisce lo stato di salute della società s. Aldo Quando i bambini sono tutelati, la società migliora Battesimo del Signore s. Modesto Tu sei il Figlio mio, l’Amato Siamo capaci di “perdere tempo” con i bambini? + p. Nicola Macina, Parma s. Ilario 7 Sappiamo ascoltare e custodire i bambini? + p. Mario Giavarini, Alzano s. Felice s. Mauro s. Marcello Sappiamo pregare per i bambini e con i bambini? Trascuriamo i bambini per i nostri interessi? 17 S 18 D 19 L 20 M 21 M 22 G 23 V 24 S 25 D 26 L 27 M 28 M 29 G 30 V 31 S La violenza sui bambini è disumana Preghiera missionaria Giornata ebraico-cristiana s. Antonio abate Con un bambino che soffre, viene la preghiera del “perché” 18-25 OTTAVARIO ECUMENICO 2a tempo ordinario s. Mario Signore, io vengo per fare la tua volontà Contrastiamo la velenosa cultura dello “scarto” s. Sebastiano I nonni sono i saggi in casa! s. Agnese I nonni sono molto importanti per salvare la fede s. Vincenzo Le case per anziani siano vere case, non prigioni! s. Emerenziana Le case per anziani siano “polmoni” di umanità s. Francesco di Sales Gli anziani non vengano dimenticati, trascurati GIORNATA LEBBRA 3a tempo ordinario ss. Tito e Timoteo Signore, fammi conoscere le tue vie Andate a visitare gli anziani e prendetevi cura di loro Giornata memoria - Shoà s. Angela Merici 5 Un popolo che non custodisce i nonni non ha futuro s. Tommaso d’Aquino Non custodire gli anziani è perdere la propria memoria s. Costanzo Il futuro di un popolo dipende dall’incontro tra generazioni 57° Mahatma Gandhi s. Martina I giovani danno la forza per far camminare il popolo s. Giovanni Bosco Gli anziani danno la forza della memoria e saggezza I religiosi ritrovino la gioia della sequela di Cristo e si adoperino con zelo al servizio dei poveri. Tutti gli uomini di buona volontà collaborino nella promozione della pace. I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 2015 FEBBRAIO Papa Francesco: «Cari giovani, per favore, non guardate la vita dal balcone, ma accettate le sfide con coraggio!» (Omelia, 30.11.13) Il saveriano mantovano p. Andrea Facchetti e i giovani di Dondo, in Mozambico, costruiscono la casa per una vedova (foto A. Facchetti / Archivio MS). 1D 2L 3M 4M 5G 6V 7S 8D 9L 10 M 11 M 12 G 13 V 14 S 15 D 16 L 4a tempo ordinario Ascoltate oggi la voce del Signore! Candelora Giornata della vita consacrata Presentazione del Signore s. Biagio Cristo ha fiducia nei giovani La gioventù è la finestra del futuro sul mondo 6 s. Gilberto Cristo affida ai giovani il futuro della missione s. Agata I giovani sentono il fascino di tanti idoli ss. Paolo Miki e c. I giovani devono emergere e lottare per i valori s. Teodoro Cari giovani, il Signore ha bisogno di voi! 5a tempo ordinario Gesù la fece alzare prendendola per mano s. Apollonia Non siate cristiani part-time, con la puzza al naso Ricordo vittime foibe s. Scolastica Cari giovani, non siate cristiani di facciata GIORNATA MALATI Madonna di Lourdes Gesù ci offre una vita feconda e felice 7 s. Modesto Dobbiamo essere “in forma” per testimoniare la fede s. Maura È triste vedere una gioventù “sazia”, ma debole ss. Cirillo e Metodio Cari giovani, non abbiate paura di Gesù! + p. Giuseppe Zanchi, Parma 6a tempo ordinario s. Giuliana 17 M 18 M 19 G 20 V 21 S 22 D 23 L 24 M 25 M 26 G 27 V 28 S + p. Mario Guerra, Parma ss. Servi di Maria Non mettetevi nella “coda” della storia! LE CENERI - QUARESIMA s. Simeone vescovo Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà Capodanno cinese s. Alvaro s. Eleuterio Siate protagonisti, giocate in attacco! Non guardate la vita dal balcone, immergetevi in essa s. Pier Damiani 1a di Quaresima Siate i costruttori di una chiesa più bella Convertitevi e credete nel vangelo s. Renzo Quando affrontate insieme le sfide, siete più forti s. Sergio Andate, senza paura, per servire 5 s. Cesario Siate sempre generosi con Dio e con gli altri s. Nestore Abbiate il coraggio di andare contro corrente s. Gabriele dell’Addol. Aspirate a cose grandi e allargate i vostri cuori 1901 Martirio p. Caio Rastelli, Cina s. Osvaldo Respingete le tante offerte “a basso prezzo” Preghiera per le vocazioni misisonarie O Gesù, tu sei morto per la salvezza di tutti gli uomini e hai fondato la chiesa per continuare sulla terra la tua opera di redenzione. Moltiplica il numero di coloro che annunciano il vangelo. Concedi loro il dono della perseveranza: fa che siano fedeli alla tua grazia, affinchè coloro che ancora sono privi dell’inestimabile dono della fede, presto ti conoscano e ti amino. Amen Signore, se vuoi, puoi purificarmi! Cari giovani, siate veri “atleti di Cristo”! Preghiera missionaria I messaggi del giorno sono di papa Francesco ai giovani della GMG; la domenica, sono della liturgia I coniugi separati trovino accoglienza e sostegno nella comunità cristiana. I carcerati, in particolare i giovani, abbiano la possibilità di ricostruire una vita dignitosa. 2015 MARZO Papa Francesco: «Non abbiate paura della solidarietà: solo nella condivisione e nel dono la nostra vita sarà feconda» (Omelia, 30.5.13) Il saveriano brianzolo p. Alfonso Oprandi visita le povere famiglie rifugiate lungo la ferrovia di Dhaka, in Bangladesh (foto A. Oprandi / Archivio MS). 1D 2L 3M 4M 5G 6V 7S 8D 9L 10 M 11 M 12 G 13 V 14 S 15 D 16 L 2a di Quaresima s. Basileo Questi è mio Figlio: ascoltatelo! È importante saper accogliere s. Camilla Si può sempre “aggiungere più acqua ai fagioli” 4 -12 Novena della grazia a Saverio s. Lucio Lavorate per un mondo più giusto e solidale 6 s. Adriano La cultura della solidarietà vede nell’altro un fratello s. Ezio Non c’è felicità in una società che emargina ss. Perpetua e Felicita Non facciamo entrare nel cuore la cultura dello scarto Festa della donna 3a di Quaresima s. Francesca Romana s. Simplicio Della casa del Padre mio non fate un mercato Quando condividiamo, ci arricchiamo veramente Tutto ciò che si condivide, si moltiplica s. Costantino La realtà può cambiare, l’uomo può cambiare s. Luigi Orione La salute cerca il benessere integrale della persona 7 s. Patrizia La violenza si vince nel cuore umano s. Matilde La solidarietà è il tesoro dei poveri 4a di Quaresima s. Eriberto Chiunque fa il male odia la luce 17 M 18 M 19 G 20 V 21 S 22 D 23 L 24 M 25 M 26 G 27 V 28 S 29 D 30 L 31 M La cultura del benessere ci porta a pensare a noi stessi Preghiera missionaria s. Patrizio Viviamo in bolle di sapone, che sono l’illusione del futile s. Cirillo Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza Festa del papà + p. Antonino Manzotti, Parma s. Giuseppe La vita è valore da tutelare e promuovere sempre Eclissi solare totale s. Alessandra Ci siamo abituati alla sofferenza altrui e non ci interessa Giornata contro discriminaz. razziale s. Giustino La società ha dimenticato l’esperienza del “patire con” Giornata mondiale dell’acqua 5a di Quaresima s. Turibio di M. MISSIONARI MARTIRI s. Caterina di Svezia Annunciazione s. Emanuele Chi ama la propria vita la perde Piangiamo sulla nostra indifferenza Memoria di Oscar Romero Signore, perdona chi ha contribuito a questi drammi Piangiamo sulla crudeltà del mondo Il benessere porta all’anestesia del cuore 5 s. Augusto C’è fame di pane e di dignità s. Sisto III Chi ha pianto per le persone naufragate? Le Palme Benedetto Colui che viene nel nome del Signore! santo Lasciamoci cercare e incontrare da Dio santo Lasciamoci sorprendere dall’amore di Dio Sia sempre più riconosciuto il contributo della donna alla vita della chiesa. Gli esperti in ricerca scientifica siano a servizio del bene integrale della persona umana. I messaggi del giorno sono di papa Francesco alla GMG e a Lampedusa; la domenica, sono della liturgia 2015 APRILE Papa Francesco: «Lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio, lasciamoci amare da Gesù; il suo amore trasformi anche la nostra vita» (Pasqua 2014) Il saveriano friulano p. Rodolfo Ciroi e un ragazzo piantano nuovi alberi dopo l’eruzione del vulcano Merapi, in Indonesia (foto R. Ciroi / Archivio MS). 1M 2G 3V 4S 5D 6L 7M 8M 9G 10 V 11 S 12 D 13 L 14 M 15 M 16 G santo Le nostre incoerenze fanno soffrire Gesù santo C’è fame di vita, di amore, di eternità + p. Silvano Zulian, Indonesia santo Gesù si prende le nostre croci e ci dice: Coraggio! 1971 Martirio di p. Mario Veronesi, Bangladesh santo 6 Sono un peccatore al quale il Signore ha guardato Pasqua di Risurrezione Cristo è risorto dalla morte alla vita: egli è Dio dell’Angelo Gesù, è un amico che non delude 1506 Natale del Saverio s. Giovanni B. de La Salle s. Gualtiero Metti amore e il tuo cammino sarà gioioso Metti speranza e ogni giorno sarà illuminato s. Maria di Cleofa Metti fede e la vita avrà un sapore nuovo s. Maddalena di Canossa La vita è andare, camminare, fare, cercare, vedere Capodanno hindu s. Stanislao Non abbiate paura della gioia di annunciare il vangelo 7 2 di Pasqua a Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi s. Martino papa s. Abbondio Dobbiamo incontrare Gesù tutti i giorni, con virtù e peccati La fede è intera, non si frulla 17 V 18 S 19 D 20 L 21 M 22 M 23 G 24 V 25 S 26 D 27 L 28 M 29 M 30 G s. Aniceto Andiamo verso la luce per trovare l’amore di Dio s. Galdino Abbiamo sempre fiducia nell’amore di Dio 3a di Pasqua Perché sorgono dubbi nel vostro cuore? s. Adalgisa s. Anselmo L’amore di Dio non ci lascia mai, è sempre con noi L’amore di Dio è dentro di noi anche nei momenti buii Giornata della terra ss. Sotero e Caio Lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio s. Giorgio Il mondo migliore non lo fa l’odio, ma l’amore s. Fedele Per un mondo migliore lottiamo uno accanto all’altro Anniversario della liberazione s. Marco L’altro ha sempre qualcosa da darmi GIORNATA DELLE VOCAZIONI 4a di Pasqua s. Zita s. Pietro Chanel s. Caterina 5 Il Padre mi ama perché io do la mia vita Chi trasmette la gioia della fede, riceve più gioia La vita è un cammino; se ci fermiamo, la cosa non va Lasciamo spazio al Signore, non alle nostre certezze 1944 Martirio di p. Giovanni Botton, Cina s. Pio V Il Signore vuole che noi andiamo più avanti… Inizio anno buddhista s. Annibale s. Lamberto Sapete chi è Dio? Dio è amore! I cristiani perseguitati sentano il conforto del Signore e la solidarietà della chiesa. La fede ci immerge nell’amore di Dio Preghiera missionaria Gli uomini imparino a rispettare il creato, dono di Dio, e a custodirlo. I messaggi del giorno sono di papa Francesco alla GMG e ai bambini; la domenica, sono della liturgia 2015 MAGGIO Papa Francesco: «Ve lo ripeto: per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole: permesso, grazie e scusa» (Omelia, 26.10.13) Il saveriano cremonese p. Luigi Brioni benedice il matrimonio di 14 coppie di sposi nel villaggio Marampa, in Sierra Leone (foto L. Brioni / Archivio MS). 1V 2S 3D 4L 5M 6M 7G 8V 9S 10 D 11 L 12 M 13 M 14 G 15 V 16 S Inizio Expo Giornata del lavoro s. Giuseppe Lavoratore s. Atanasio Il matrimonio non è “fuori moda” Nella famiglia bisogna avere cura l’uno dell’altro + p. Pasquale Ferraro, Parma 5a di Pasqua Chi rimane in me porta molto frutto 6 s. Silvano La preghiera fa forte la famiglia s. Gottardo Le tre parole magiche sono: permesso, grazie, scusa s. Giuditta Non finite la giornata senza fare la pace s. Flavia Domitilla s. Vittore Pesano certi silenzi tra marito e moglie, tra genitori e figli Non fondate la famiglia sulla sabbia dei sentimenti Giornata Europa unita s. Gregorio Fondate la famiglia sulla roccia dell’amore vero Festa della mamma 6a di Pasqua L’amore più grande: dare la vita per gli amici 7 s. Fabio La famiglia è luogo di affetto, aiuto, speranza, sostegno s. Pancrazio La famiglia è indispensabile per il futuro dell’umanità Madonna di Fatima s. Mattia Il matrimonio è un lungo viaggio che dura tutta la vita! Bisogna sapersi perdonare, perché tutti abbiamo difetti Giornata internazionale delle famiglie s. Isidoro C’è bisogno di Gesù per accogliersi l’un l’altro ogni giorno s. Ubaldo Vivere insieme è un’arte, un cammino paziente e affascinante 17 D 18 L 19 M 20 M 21 G 22 V 23 S 24 D 25 L 26 M 27 M 28 G 29 V 30 S 31 D Preghiera missionaria Ascensione Sarete miei testimoni fino ai confini della terra s. Giovanni I Lo Spirito Santo lavora in noi sempre s. Celestino V Lo Spirito Santo non è un sindacalista s. Bernardino Lo Spirito ci fa nascere in una vita nuova, ci fa miti e caritatevoli s. Cristoforo s. Rita s. Desiderio Lascio che lo Spirito Santo parli nel mio cuore? Occorre una decisa e generosa fiducia nello Spirito Santo Permettiamo che lo Spirito Santo ci illumini, ci guidi, ci spinga + p. Ildo Chiari, Ravenna Pentecoste Lo Spirito vi guiderà a tutta la verità 8a tempo ordinario 5 Giornata dell’Africa s. Urbano s. Filippo Neri Se manca l’amore, manca la gioia Sappiate entrare con cortesia nella vita degli altri s. Agostino di Canterbury s. Emilio s. Massimino s. Felice Santissima Trinità La cortesia conserva l’amore L’amore vero non s’impone con durezza e aggressività Bisogna sapersi dire grazie, per stare bene insieme Per fare pace non occorre un discorso, basta un gesto Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Maria aiuti i cristiani a rendersi disponibili per annunciare Gesù. Possiamo prenderci cura delle sofferenze altrui, dei malati e dei poveri. I messaggi del giorno sono di papa Francesco ai fidanzati e alle coppie; la domenica, sono della liturgia 2015 GIUGNO Papa Francesco: «Preferisco una chiesa ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una chiesa malata per chiusura» (Evangelii gaudium) Il saveriano mantovano p. Emanuele Borelli testimonia la difficile vita della gente di Bulelak, una delle tante periferie di Manila (foto E. Borelli / Archivio MS). 1L 2M 3M 4G 5V 6S 7D 8L 9M 10 M 11 G 12 V 13 S 14 D 15 L 16 M 9a tempo ordinario s. Giustino La chiesa è il popolo di Dio in cammino nella storia Anniversario della Repubblica 6 ss. Marcellino e Pietro Cerchiamo di essere una chiesa che trova nuove strade s. Carlo Lwanga e c. La chiesa è un ospedale da campo dopo una battaglia s. Francesco Caracciolo La chiesa deve curare i feriti, con misericordia Giornata dell’ambiente s. Bonifacio Il cristiano è necessariamente misericordioso s. Norberto Portate Cristo fino alle periferie esistenziali Corpus Domini Ecco il mio Corpo, ecco il mio Sangue versato per tutti 10a tempo ordinario s. Medardo Per chi vive attaccato all’orgoglio, è impossibile essere felice 7 s. Efrem È nelle periferie (favelas) che si cerca e si serve Cristo s. Zaccaria Uscire dalla porta per cercare e incontrare la gente s. Barnaba Non possiamo restare chiusi in parrocchia Giornata contro lavoro minorile Sacro Cuore di Gesù s. Antonio da Padova Rimanere con Gesù esige uscire da se stessi Santa Maria, aiutaci a vivere in armonia + p. Narciso Passuello, Parma 11a tempo ordinario s. Germana Di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce 17 M 18 G 19 V 20 S 21 D 22 L 23 M 24 M 25 G 26 V 27 S 28 D 29 L 30 M s. Ranieri Ramadan islamico s. Gregorio Barbarigo Diciamo “no” alla “cultura dello scarto” ss. Gervasio e Protasio Che brutto è un vescovo, un prete, un cristiano triste! Giornata del rifugiato Madonna Consolata La donna nella chiesa è più importante di vescovi e preti 12a tempo ordinario Perché avete paura? Non avete ancora fede? + p. Guido Zamponi, Parma s. Paolino da Nola Solidarietà e fraternità rendono umana la civiltà s. Giuseppe Cafasso Per far progredire i popoli serve la cultura dell’incontro 5 Natività del Battista O si scommette sul dialogo e l’incontro, o tutti perdiamo s. Guglielmo Servono facilitatori, non controllori della fede Giornata per le vittime di tortura + p. Alessio Cabras, Brasile s. Vigilio Auguro a ogni famiglia di riscoprire la preghiera domestica s. Cirillo Preghiamo perché la chiesa sia più santa e più umile 13a tempo ordinario ss. Pietro e Paolo Protomartiri di Roma Figlia, va in pace e sii guarita dal tuo male Siate vicini ai sacerdoti con l’affetto e la preghiera La preghiera domestica aiuta anche a capirsi e perdonarsi Rimanere con Cristo non significa isolarsi s. Aureliano Si deve camminare insieme: la gente, i vescovi e il papa Gesù ci chiede di seminare con serietà Preghiera missionaria I messaggi del giorno sono di papa Francesco al clero e nei tweet; la domenica, sono della liturgia L’incontro personale con Gesù susciti nei giovani il desiderio di offrirgli la propria vita. Migranti e rifugiati trovino accoglienza e siano trattati con rispetto. 2015 LUGLIO Papa Francesco: «Dio Padre non ci dimentica, non ci abbandona mai; ci aspetta sempre, e quando torniamo ci accoglie come figli!» (Angelus, 17.3.14) Sulle sponde del magnifico lago Kivu, in Congo, la gente martoriata da continue violenze chiede pace e giustizia (foto M. Storgato / Archivio MS). 1M 2G 3V 4S 5D 6L 7M 8M 9G 10 V 11 S 12 D 13 L 14 M 15 M 16 G s. Ester Non lasciatevi rubare la speranza s. Urbano Diventiamo tutti portatori di speranza s. Tommaso apostolo Non spegniamo la speranza nel cuore s. Elisabetta di Portog. 14a tempo ordinario s. Maria Goretti s. Claudio Manteniamo la speranza; nelle difficoltà Dio agisce Gesù si meravigliava della loro incredulità Lasciamoci sorprendere da Dio Dio riserva sempre il meglio per noi 7 ss. Aquila e Priscilla s. Fabrizio Lontano da Dio gioia e speranza si esauriscono Il cristiano non può essere pessimista ss. Rufina e Seconda s. Benedetto La speranza non si può ridurre all’ottimismo umano La speranza cristiana non inganna, non è un fantasma 15a tempo ordinario s. Enrico Gesù li mandò a due a due a predicare il vangelo Viviamo nella gioia + p. Filiberto Corvini, Parma s. Camillo de Lellis s. Bonaventura Il Signore mai si stanca di perdonare Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono 17 V 18 S 19 D 20 L 21 M 22 M 23 G 24 V 25 S 26 D 27 L 28 M 29 M 30 G 31 V Vergine del Carmelo La misericordia cambia il mondo Preghiera missionaria Aid al Fitr islamico + p. Giuseppe Bagnara, Indonesia s. Alessio La misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto Giornata per Nelson Mandela s. Federico I sacerdoti devono essere ministri di misericordia 16a tempo ordinario Riferirono a Gesù tutto ciò che avevano fatto e detto s . Margherita Bisogna accompagnare le persone con misericordia s. Daniele Il confessionale non è una sala di tortura s. Maria Maddalena Il sacramento non deve essere una dogana pastorale! s. Brigida Non perdiamo la fiducia nella misericordia paziente di Dio 5 s. Cristina s. Giacomo 17a tempo ordinario s. Liliana ss. Nazario e Celso s. Marta s. Pietro Crisologo Anche se sei lontano, fa’ un piccolo passo verso Gesù Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento Un ragazzo ha cinque pani e due pesci Non cediamo mai al pessimismo Non siate mai uomini e donne tristi Non dobbiamo temere la bontà e la tenerezza Nella chiesa ci sono troppi cristiani tiepidi, da salotto 1976 Martirio p. Alberto Pierobon, Brasile s. Ignazio di Loyola 6 Non rifugiamoci in una vita tranquilla I cristiani in America Latina diano testimonianza d’amore per i poveri, per una società più fraterna. La responsabilità politica sia vissuta a tutti i livelli come forma alta di carità. I messaggi del giorno sono di papa Francesco alla GMG e da vari discorsi; la domenica, sono della liturgia 2015 AGOSTO Papa Francesco: «Abbiate cura della creazione; ma soprattutto prendetevi cura delle persone che non hanno il necessario per vivere» (Tweet 14.11.13) Il saveriano padovano p. Andrea Gamba testimonia la sofferenza della gente che lavora nella discarica ad Ananindeua, in Amazzonia (foto A. Gamba / Archivio MS). 1S 2D 3L 4M 5M 6G 7V 8S 9D 10 L 11 M 12 M 13 G 14 V 15 S 16 D s. Alfonso de’ Liguori Tutto il creato forma un insieme armonioso 18a tempo ordinario Datevi da fare per il cibo di vita eterna s. Lidia Custodire il creato, significa rispettare ogni creatura s. Giovanni Vianney Prendiamoci cura di ogni persona, specialmente dei più fragili Dedic. S. Maria Maggiore Trasfigurazione Custodire vuol dire vigilare sui nostri sentimenti Nel mondo di Dio ognuno si sente responsabile dell’altro 7 s. Gaetano da Thiene Non siamo più attenti al mondo in cui viviamo s. Domenico Non custodiamo ciò che Dio ha creato per tutti Giornata popolazioni indigene 19a tempo ordinario s. Lorenzo Io sono il pane vivo, disceso dal cielo Non siamo più capaci di custodirci gli uni gli altri s. Chiara Abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna Giornata internazionale della gioventù s. Ercolano Chi è il responsabile del sangue dei fratelli? Nessuno? ss. Ippolito e Ponziano Non cediamo alla cultura del consumo s. Massimiliano Kolbe Mettiamo la solidarietà al centro della cultura umana Assunta Impariamo a cercare l’essenzialità 20a tempo ordinario 17 L 18 M 19 M 20 G 21 V 22 S 23 D 24 L 25 M 26 M 27 G 28 V 29 S 30 D 31 L Chi mangia la mia carne rimane in me e io in lui Preghiera missionaria s. Giacinto s. Elena Distacchiamoci dal denaro, idolatrato e poi sprecato Ci vuole il coraggio della felicità, e quello della sobrietà s. Giovanni Eudes La volontà di potenza e di possesso è senza limiti 1980 Celestina Bottego, fondatrice delle saveriane s. Bernardo L’etica conduce a Dio, che è fuori dal mercato s. Pio X Il denaro deve servire, e non governare! 5 B. V. Maria Regina La globalizzazione produce un pensiero unico, debole Memoria della schiavitù 21a tempo ordinario s. Bartolomeo Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna Al centro non vi è più la persona umana, ma il denaro s. Giuseppe Calasanzio Diamo da mangiare a chi ha fame! s. Alessandro Fa male vedere un prete con l’auto ultimo modello s. Monica L’austerità è necessaria per chi lavora nella chiesa s. Agostino Dobbiamo sentirci liberi nei confronti delle cose 6 Martirio del Battista Impariamo ad abbracciare chi è nel bisogno 22a tempo ordinario Dal cuore umano escono i propositi del male s. Aristide Nella mente di Dio il mondo è casa d’armonia e di pace Uscendo da noi stessi, entriamo nelle periferie delle relazioni umane e sociali. I volontari si impegnino con generosità al servizio dei poveri. I messaggi del giorno sono di papa Francesco agli ambasciatori e veglia; la domenica, sono della liturgia 2015 SETTEMBRE Papa Francesco: «Mai più la guerra; violenza chiama violenza; l’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace, di sentire parole di pace» (Angelus, 1.9.13) Il 7 settembre 2013 le tre saveriane Olga, Lucia, Bernardetta sono state atrocemente uccise nella missione di Kamenge, in Burundi (foto Saveriane / Archivio MS). 1M 2M 3G 4V 5S 6D 7L 8M 9M 10 G 11 V 12 S 13 D 14 L 15 M 16 M Salvaguardia creato s. Egidio Quando l’uomo si mette al posto di Dio, guasta le relazioni s. Elpidio In ogni violenza e guerra facciamo rinascere Caino s. Gregorio Magno Continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte s. Rosalia La violenza, la guerra portano solo morte 7 b. Teresa Calcutta Mercanti di morte seguono potere e denaro a ogni costo 23a tempo ordinario Gesù fa udire i sordi e fa parlare i muti 2014 Martirio sr. Pulici, sr. Raschietti e sr. Boggian, Burundi s. Regina Il narcotraffico favorisce violenza e semina dolore GIORNATA DELL’ALFABETIZZAZIONE Natività di Maria Non c’è pace se ciascuno è la misura di se stesso s. Pietro Claver La guerra è una sconfitta per l’umanità s. Nicola da Tolentino ss. Proto e Giacinto Nome di Maria La violenza e la guerra hanno il linguaggio della morte! No alla violenza in tutte le sue forme No alla proliferazione delle armi e al commercio illegale 24a tempo ordinario Chi perde la propria vita per il vangelo, la salva Esaltaz. santa Croce No all’odio fratricida e alle menzogne Maria Addolorata ss. Cornelio e Cipriano 17 G 18 V 19 S 20 D 21 L 22 M 23 M 24 G 25 V 26 S 27 D 28 L 29 M 30 M s. Roberto Bellarmino s. Sofia La guerra uccide il cuore, uccide l’amore! La guerra è il suicidio dell’umanità s. Gennaro La guerra viene da odio, invidia, affanno di più potere 25a tempo ordinario Chi vuole essere primo sia servitore di tutti 5 s. Matteo I “grandi” vogliono risolvere i problemi con la guerra s. Maurizio La corruzione dei potenti è pagata dai poveri s. Pio da Pietrelcina L’amore verso il denaro ci allontana da Dio s. Pacifico Il potere del denaro ti indebolisce e toglie la fede s. Aurelia Il corrotto irrita Dio e fa peccare il popolo! b. Paolo VI ss. Cosma e Damiano I corrotti uccidono e sfruttano senza sporcarsi le mani 26a tempo ordinario Eclissi lunare totale s. Venceslao Se la tua mano o il tuo occhio ti scandalizza... Anniversario nascita Confucio Il corrotto si vende per avere più soldi e potere 1995 Martirio p. Marchiol, p. Maule e Gubert, Burundi ss. Arcangeli s. Girolamo Il “venduto” non è più persona e diventa merce La corruzione viene dalla superbia “Non ci sono qui io, che sono tua madre?” L’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita Preghiera missionaria 6 I catechisti siano nella propria vita testimoni coerenti della fede che annunciano. Crescano le opportunità di formazione e di lavoro per tutti i giovani. I messaggi del giorno sono di papa Francesco alla veglia e nelle omelie; la domenica, sono della liturgia 2015 OTTOBRE Papa Francesco: «La chiesa deve andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi» (Evangelii gaudium) Il saveriano messicano Gabriel Arroyo visita le comunità cristiane disperse nella savana del Ciad per donare speranza e fraternità (foto G. Arroyo / Archivio MS). 1G 2V 3S 4D 5L 6M 7M 8G 9V 10 S 11 D 12 L 13 M 14 M 15 G 16 V PREGHIERA s. Teresina La fede si professa con bocca e cuore, con parola e amore Festa dei nonni ss. Angeli custodi Per conoscere Gesù non basta il catechismo s. Edmondo di Scozia Lasciati cercare e amare da Gesùi SACRIFICIO 27a tempo ordinario s. Placido 7 Marito e moglie sono una sola carne Gesù ci invia a tutti; tutti possono essere missionari s. Bruno Non abbiate paura della gioia di annunciare il vangelo s. Maria del rosario s. Pelagia La proposta evangelica è semplice, profonda, irradiante Il rischio dell’attivismo è sempre in agguato ss. Dionigi e c. Senza il rapporto con Dio la missione diventa mestiere Giornata contro pena di morte s. Daniele Comboni C’è bisogno di tempo per un cambiamento efficace VOCAZIONE s. Giovanni XXIII 28 tempo ordinario a s. Serafino Vendi quello che hai e seguimi Lo zelo apostolico ha qualcosa di sana pazzia s. Romolo Non chiudetevi! Scendete in mezzo ai vostri fedeli 1974 Martirio p. V. Cobbe, Bangladesh s. Callisto I Siate pastori con l’odore delle pecore Capodanno islamico 1437 s. Teresa d’Avila Dobbiamo essere capaci di ascoltare, aiutare, orientare 17 S 18 D 19 L 20 M 21 M 22 G 23 V 24 S 25 D 26 L 27 M 28 M 29 G 30 V 31 S Giornata alimentazione s. Margherita A. Condividiamo gioie e speranze, difficoltà e sofferenze Preghiera missionaria s. Ignazio d’Antiochia Dobbiamo essere accoglienti, in cammino con la gente GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 29a tempo ordinario s. Laura SOLIDARIETÀ Non sono venuto per farmi servire, ma per servire Essere liberi da ambizioni o mire personali è importante 5 s. Maria Bertilla Il carrierismo è una lebbra; per favore, niente carrierismo! s. Orsola Vinciamo la tentazione dell’indifferenza + p. Martin Mbende, Filippine 2013 s. Giovanni Paolo II Dobbiamo imparare a stare con i poveri s. Giov. da Capestrano s. Antonio M. Claret Guardiamo i poveri negli occhi, ascoltiamoli I poveri sono un’occasione di incontrare Cristo RINGRAZIAMENTO 30a tempo ordinario s. Evaristo Che cosa vuoi che io faccia per te? Vinciamo la tentazione dell’indifferenza Dialogo cristiano-islamico s. Fiorenzo ss. Simone e Giuda s. Ermelinda 6 Abbiamo tanto da imparare dalla saggezza dei poveri La povertà allontana dall’idolatria, apre alla Provvidenza Tendiamo la mano a chi è in difficoltà Chiusura Expo 2015 s. Alfonso Rodriguez s. Lucilla Non ci si nutre con denaro, successo, vanità e potere Senz’amore la fatica diventa più pesante, intollerabile Le comunità cristiane dell’Asia annuncino il vangelo a coloro che ancora lo attendono. Sia sradicata la tratta delle persone, forma moderna di schiavitù. I messaggi del giorno sono di papa Francesco nelle omelie e ai vescovi; la domenica, sono della liturgia 2015 NOVEMBRE Papa Francesco: «Non si può tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è iniquità» (Evangelii gaudium) Il saveriano vicentino p. Giuseppe Dovigo documenta l’estenuante lavoro dei trasportatori d’acqua nelle città congolesi (foto G. Dovigo / Archivio MS). 1D 2L 3M 4M 5G 6V 7S 8D 9L 10 M 11 M 12 G 13 V 14 S 15 D 16 L Tutti i Santi Santi: una moltitudine immensa di ogni nazione e lingua Fedeli Defunti Verremo giudicati sulla nostra vicinanza ai poveri 7 s. Martino di Porres Se hai qualcosa contro un altro, almeno mettiti d’accordo s. Carlo Borromeo L’accordo è una cosa buona; è realismo s. Guido Conforti La conversione comincia sempre ai piedi di Cristo s. Leonardo di Loblac s. Ernesto Sparlare è uccidere, perché alla radice c’è l’odio Si può uccidere con le chiacchiere, con le calunnie Ringraziamento per i frutti della terra 32a tempo ordinario Questa vedova ha offerto più di tutti gli altri Giornata contro antisemitismo s. Oreste Non posso parlare con il Padre se non parlo con mio fratello s. Leone Magno La mitezza ha tanti nemici: il primo sono le “chiacchiere” s. Martino Chiacchierare degli altri è un po’ come bastonarli s. Giosafat Non giudichiamo, perché unico giudice è il Signore s. Diego Diciamo le cose agli interessati, non a tutto il quartiere s. Giocondo Se non chiacchieriamo, sarà già un bel passo avanti 33a tempo ordinario 17 M 18 M 19 G 20 V 21 S 22 D 23 L 24 M 25 M 26 G 27 V 28 S 29 D 30 L s. Elisab. d’Ungheria La chiacchiera è farsi male l’un l’altro Basiliche Pietro e Paolo Spesso diciamo soltanto la metà che ci conviene 5 s. Fausto Non so perché, ma c’è una gioia oscura nella chiacchiera Giornata dell’infanzia s. Felice di Valois Disinformazione, diffamazione e calunnia sono peccato Presentazione B.V. Maria Cristo Re s. Clemente s. Andrea Dung-Lac L’insulto nasce dalla stessa radice del crimine Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce La chiacchiera è dolce all’inizio, ma poi rovina l’anima! Comunità e famiglia sono distrutte dall’invidia Giornata contro violenza sulle donne s. Caterina d’Alessandria Dove c’è Dio non ci sono chiacchiere che uccidono s. Corrado s. Virgilio Rialzarsi è faticoso, ma è possibile se lo vuoi Il cristiano sa dare: la sua vita è piena di atti generosi 1964 Martirio di p. G. Didoné, p. L. Carrara e fr. V. Faccin, Congo RD s. Caterina Labouré Chiediamo a Dio la grazia di un cuore libero e luminoso 1a di Avvento (C) s. Andrea State attenti: i vostri cuori non si appesantiscano Cristo ci chiama a essere più accorti e vigili Il cielo e la terra passeranno; le mie parole, no I pastori della chiesa, amando il proprio gregge, ne tengano viva la speranza. s. Margher. di Scozia Il cristiano non deve fare il “ficcanaso” nella vita altrui Preghiera missionaria 6 Apriamoci all’incontro e al dialogo con tutti, anche se con convinzioni diverse dalle nostre. I messaggi del giorno sono di papa Francesco nelle omelie e nei tweet; la domenica, sono della liturgia 2015 DICEMBRE Papa Francesco: «Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze? Lascio entrare Dio nella mia vita?» (Omelia, 13.10.13) “Dio non finisce mai di sorprenderci!”: ogni bambino è segno della presenza di Dio per il futuro della Colombia e del mondo intero (foto A. Costalonga / Archivio MS). 1M 2M 3G 4V 5S 6D 7L 8M 9M 10 G 11 V 12 S 13 D 14 L 15 M 16 M Giornata Aids s. Eligio Quando siamo nel buio è importante cercare la luce Giornata per abolizione schiavitù s. Bibiana La luce è più importante del buio GIORNATA MISSIONARIA SACERDOTI s. Francesco Saverio 7 Saverio era tutto di Dio, degli altri, di sé s. Giovanni Damasceno Cercare la luce sempre, dentro di noi s. Ada La luce ci dà gioia, ci dà speranza 2a di Avvento Preparate la via del Signore s. Ambrogio Per non far entrare il male nel cuore c’è l’esame di coscienza Immacolata Concezione Maria ci ama con un amore senza pari + p. Giuliano Varalta, Parma 2013 s. Siro La sera domandati: cosa è accaduto oggi nel mio cuore? Giornata dei diritti umani Vergine di Loreto Il cuore è come una casa: faccio la guardia al mio cuore? + p. Girardo Furlan, Stati Uniti 2013 s. Damaso Difendete il vostro cuore dal male Madonna di Guadalupe Il cuore non sia una “piazza”, dove si va e viene 3a di Avvento Maestro, che cosa dobbiamo fare? s. Giovanni della croce Avete bisogno di perseveranza nella vita di ogni giorno s. Cristina La nostra vita cristiana è solo di “cosmetica”? 17 G 18 V 19 S 20 D 21 L 22 M 23 M 24 G 25 V 26 S 27 D 28 L 29 M 30 M 31 G 16-24 Novena di Natale s. Adelaide La nostra vita cristiana è fede operosa nella carità? Preghiera missionaria s. Lazzaro Con la grazia possiamo superare tutti gli ostacoli Giornata del migrante s. Graziano 5 Mettere al centro noi stessi è umano, ma non è cristiano s. Dario di Nicea Cristo bussa alla porta del vostro cuore: ascoltate! 4a di Avvento Beata colei che ha creduto alla parola del Signore s. Pietro Canisio Il Signore ci aspetta per accoglierci nel suo amore s. Francesca Cabrini La fedeltà di Dio è più forte delle nostre infedeltà s. Giovanni da Kety Il Signore ci accompagna sempre: lasciamoci accompagnare ss. Irma e Adele Il Natale è gioia religiosa, gioia di Dio + p. Silvano Laurenzi, 2013 6 Natale del Signore Natale è contemplare la visita di Dio al suo popolo s. Stefano È il momento di avere il coraggio della generosità Santa famiglia Ogni famiglia deve fare la pace tutte le sere! ss. Innocenti martiri Fermatevi: basta bambini morti! s. Tommaso Becket Il bambino Gesù è il segno della tenerezza di Dio s. Eugenio Non si può misurare l’amore di Dio: è senza misura! s. Silvestro Gesù è venuto a cambiare il cuore e la vita degli uomini Le famiglie trovino nella nascita di Gesù un segno di sicura speranza. Tutti possiamo fare l’esperienza della misericordia di Dio. I messaggi del giorno sono di papa Francesco nelle omelie e su tweet; la domenica, sono della liturgia