Per salvare l`ospedale chiesto ora un incontro col direttore del “118”
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Per salvare l`ospedale chiesto ora un incontro col direttore del “118”
SANITA’. DOMANI ALLE 18 Per salvare l’ospedale chiesto ora un incontro col direttore del “118” Uniti tutti i sindaci e le associazioni parleranno dei casi di emergenza Non si ferma la mobilitazione del territorio ovadese in difesa dell’ospedale di via Ruffini. Pur di fronte alle rassicurazioni arrivate la scorsa settimana dal neo assessore regionale alla Sanità, Ugo Cavallera, e dall’Asl, domani, alle 18, i sindaci dell’Ovadese e i rappresentanti delle associazioni sindacali, di volontariato e di categoria, incontreranno a Palazzo Delfino il direttore del coordinamento regionale del 118, Danilo Bono. «Gli chiederemo ulteriori chiarimenti su quali potranno essere i casi ancora trattabili dal punto di primo intervento e con quali criteri le ambulanze del 118 trasporteranno i pazienti altrove piuttosto che a Ovada» spiega il vicesindaco, Sabrina Caneva. L’ora «ics», per il Pronto soccorso, scatterà da lunedì, con la riconversione ufficiale a Punto di primo intervento: in base a quanto annunciato inizialmente, per l’ospedale di Ovada non sarebbe più stato possibile ricoverare i pazienti in struttura dal reparto d’emergenza e tutte le ambulanze del 118 sarebbero state indirizzate sui Dea di Alessandria, Novi e Acqui. Da qui era partita la rivolta che ha portato all’incontro con Cavallera e a un’apparente risoluzione. In base a quanto messo per iscritto dal direttore generale dell’Asl, Paolo Marforio, il 118 utilizzerà il Punto di primo intervento per pazienti con patologie di bassa gravità se assistiti da personale sanitario o di qualsiasi gravità se assistiti da personale non sanitario, «fatte salve le patologie per cui non c’è risposta specialistica e comunque secondo le indicazioni della Centrale operativa del 118». Per capire cosa accadrà effettivamente, i Comuni hanno quindi chiesto l’incontro con Danilo Bono da cui, domani, dovrebbero arrivare delucidazioni. «Sia chiaro - aggiunge Caneva - che non abbasse[D.P.] remo la guardia». SANITA’. RONZANI: FATTURE NON LIQUIDATE PER 600 MILA EURO “Il 118 non paga la Croce rossa e ora i servizi sono a rischio” La Croce rossa biellese vanta un credito di circa 600 mila euro (più di 220 mila euro quella di Biella, oltre 200 mila euro quella di Cavaglià e circa 120 mila euro quella di Cossato) a causa dei mancati pagamenti di fatture che risalgono all'ottobre 2012 relative a servizi svolti in nome e per conto del sistema sanitario pubblico. «I ritardi si ripetono da troppo tempo e ora la situazione si fa di nuovo drammatica - scrive il consigliere regionale Pd nella lettera indirizzata al nuovo assessore alla Sanità Ugo Cavallera -. Questo ritardo mette in discussione la centralizzazione del 118 a Novara voluta dalla Regione, perché quando era l'Asl di Biella a pagare la Croce rossa trasferendo i finanziamenti regionali, le somme venivano liquidate in un tempo accettabile». Il servizio del 118, che i comitati di Biella, Cavaglià e Cossato stanno garantendo per 24 ore grazie ai 700 volontari e ai 20 dipendenti e contando circa 23 mila servizi di ambulanza all'anno, rischia di essere messo in ginocchio. Così come le altre importanti attività svolte, come l'assistenza al centro prelievi, nei reparti dell'ospedale e agli indigenti, gli screening della vista nelle scuole di La centrale del 118 Secondo il consigliere Ronzani la centralizzazione del servizio a Novara ha provocato solo disastri Biella e la collaborazione con la protezione civile. Ronzani affida a Cavallera le sue speranze sulla risoluzione della questione della riorganizzazione del 118, «che sta producendo solo disastri», e gli chiede come intenda riportare alla normalità i rapporti tra Regione, Asl e Cri perché non è più tollerabile che i pagamenti avvengano con mesi di ritardo creando incertezze sul servizio.Tra l'altro, sarebbe interessante verificare se e come i trasferimenti siano trattenuti da Novara». [F. FOS.] Cresce una nuova protesta contro i tagli Sabato mattina il personale dell’ospedale Maria Adelaide (che fa parte del Cto) manifestano in corteo con le loro magliette nuove: dicono no alla chiusura e al trasferimento dei servizi: «Non tutto potrà traslocare al Centro traumatologico» Emodinamiche, si riparte Stop al piano di chiusura T1 CV PR T2 LA STAMPA GIOVEDÌ 28 MARZO 2013 Metropoli .61 . Orbassano 850 il caso ricoveri GIUSEPPE LEGATO I pazienti tra Moncalieri e Carignano: costano da 96 a 101 euro al giorno Cinque schieramenti in corsa verso le elezioni New entry Il nuovo assessoreNdisponibile a discutere il piano del predecessore il caso MARCO ACCOSSATO GIUSEPPE LEGATO on c’è solo la questione legata alla chiusura della sala di emodinamica del Santa Croce nel mirino dei sindaci dell’AslTo5. In testa alla lista dei problemi da risolvere c’è anche il ventilato taglio del 30% ai fondi regionali destinati agli assegni di domiciliarità per i lungodegenti (spesso anziani) non autosufficienti. Parliamo di quei contributi che consentono alle famiglie che hanno in carico il paziente di garantirgli assistenza in alternativa al ricovero presso strutture convenzionate, soluzione quest’ultima molto più costosa per gli utenti e anche per il sistema sanitario in generale. Calo drastico ul destino delle emodinamiche del Piemonte, il neo assessore alla Sanità, Ugo Cavallera, frena il piano Monferino e apre uno spiraglio di salvezza. Un dialogo. All’indomani dell’incontro con i sindaci dei Comuni dell’Asl To5 - guidato da quello di Moncalieri, Roberta Meo - Cavallera si dice disponibile ad «aprire un tavolo di confronto con il territorio»: medici, infermieri, ma anche semplici cittadini e comitati spontanei nel frattempo sorti. Sia chiaro - precisa Cavallera, attraverso il suo portavoce - non si tratta di una bocciatura del piano Monferino. Ma la disponibilità a rivedere alcuni dei capitoli c’è, a cominciare proprio dalle emodinamiche. E la notizia è accolta positivamente già solo per questo. S L’ipotesi del drastico calo di trasferimenti regionali (che cadrebbe su tutte le Asl del territorio piemontese) sarebbe contenuta «in una lettera inviataci dall’ex assessore Monferino poco tempo fa» spiega il sindaco di Moncalieri Roberta Meo che ha a sua volta mandato ai 42 sindaci dell’AslTo5 un documento d’allarme e di battaglia. In sintesi il messaggio è chiaro: «O si cambia rotta e il nuovo assessore regionale ci riceve per rivedere le scelte oppure marceremo sul consiglio regionale». Il primo cittadino aveva già affrontato la questione nell’Anci regionale ed è emerso come «la riduzione di risorse a favore dell’assistenza domiciliare, vi- 400 sima alla chiusura. La data ultima indicata dalla Regione è il 30 La domiciliarità consente alla famiglia di tenere il paziente giugno. Da mesi, nel suo ufficio, in casa ed è allo stesso tempo un risparmio per la sanità pubblica si studiano dossier, numeri, co«Non c’è risparmi nessun dialogo, ma per avsti e presunti Moncalieri non si può mai dire». A un mese dalla presentazione la Dopo la rinuncia di Vincenzo giunta versare scelta della delle liste cominciano a deline- Tridico, il Pd e il resto della coarsi alleanze, rivalità e possibi- lazione - Sel, Idv, Moderati, CoCota: «Finalmente c’è dialogo li «effetti tsunami» in vista del- munisti Italiani e una lista civile elezioni comunali. Al mo- ca – sono ancora alla ricerca di dice Meo uncertamente lungo periomento gli schieramenti in cor- -undopo leader che quasi sa sono già 5, ma potrebbero non sarà un uomo di partito. do di decisioni dall’alto, di esserci sorprese. Non è maicalate stata in dubbio, inveRifondazione Comunista ce, la riconferma del sindaco correrà da diktat sola sotto il simbouscente, Eugenio Gambetta, inaccettabili peral-il terrilo di Sinistra per Orbassano. la guida del centrodestra, con I Comuni dell’Asl To5: non tagliate le cure domiciliari Dopo lo strappo col Pd, haSarà uffi- Lega Nord e Pdl che hanno aptorio. vero che i tagli sono cializzato anche il nome del pena rinsaldato l’alleanza assto l’obbligo di garantire l’assi- fetto e dalle attenzioni dei suoi numero di anziani non autosufcandidato, che sarà Elia Bel- sieme a 4 liste civiche. Trovenecessari, maun avversario questa battaglia stenza alle persone non auto- cari, dall’altro è innegabile un ri- ficienti in lista d’attesa che nella lussi, 32 anni, presidente del- ranno in più nelsufficienti, comporterà un au- sparmio per la sanità». Già, per- zona dell’Aslto5 sono già 650 l’associazione culturale Mu- l’ex assessore Giovanni Clela porteremo fino in fondo». mento dei ricoveri nelle struttu- ché, conti alla mano, ogni giorno (contro gli 850 attuali ricoverati seo dell’informatica. Un nome mente, che si candiderà con il assistiti Sulla «Stampa» L’assistenza Gli assegni erogati per la domiciliarità rilasciati nei comuni dell’AslTo5 MASSIMO MASSENZIO “Giùlemanidallasanità” Larabbiadi42sindaci re, con un conseguente impennata di costi». I casi Nella sola AslTo5 sono circa 400 i casi seguiti con assegni di domiciliarità. «Questo strumento - dice Meo - consente da un lato alla famiglia di tenere il paziente in casa circondato dall’af- di ricovero in una Rsa costa tra i 96 e i 101 euro a paziente. La metà all’incirca delle spese la copre la struttura sanitaria (via Regione), l’altra metà è in capo alle famiglie degli anziani. Ciò comporta una spesa media di 1500 euro al mese. L’assegno di domiciliarità abbatte gli esborsi del 50%. Va anche tenuto in conto il tra Latour di Moncalieri, Cronici 40 di Carignano di cui 835 definitivi e 15 ricoveri «di sollievo»). «Se i tagli andassero in porto - dice Meo - sarebbe la morte dei servizi ai non autosufficienti. E’ ora di smetterla con queste bozze non condivise che nascono senza confronto con i territori e gli enti locali». nell’ottica del rinnovamento: «Puntiamo sui giovani e non lo facciamo solo a parole», conferma il segretario di Rifondazione, Claudio Miotto. L’obiettivo è un posto in consiglio comunale, ma, in vista di un ballottaggio, Miotto non esclude a priori possibili apparentamenti con il centrosinistra: Non si arrendono i sindaci dell’Asl To5: l’altro ieri hanno protestato in Regione, ma stavolta sono stati ascoltati dal neo assessore regionale alla Sanità. «Ci sono troppe emodinamiche in Piemonte: devono essere snellite e ottimizzate» «Sulla chiusura delle emodinamiche sono disposto a riaprire il confronto con il territorio» Gli altri nodi scottanti Nel frattempo si aprono (o riaprono) per il neo assessore altre due questioni scottanti: la protesta contro la chiusura dell’ospedale Maria Adelaide, e il ricorso al Tar per fermare lo smantellamento totale del Valdese. Da ieri, al Maria Adelaide, gran parte del personale indossa una T-shirt bianca con la scritta-appello: «Aiutati. Salva il Maria Adelaide». È partita una raccolta firme. «Il 30 giugno - ricorda il personale - è prevista la chiusura definitiva, con trasferimento delle attività al Cto, ma anche con la perdita di un servizio come la ginnastica correttiva», sottolineano in Lungo Dora. Sabato è prevista una Rifondazione Comunista, dopo lo strappo col Pd, ha ufficializzato il nome del candidato, che sarà Elia Bellussi, 32 anni Paolo Monferino Ugo Cavallera ex assessore regionale alla Sanità assessore regionale alla Sanità manifestazione per le vie del quartiere, dall’ospedale al mercato di via Giulia. Attraverso un tamtam in rete è partita nei giorni scorsi anche la raccolta firme per l’annunciato ricorso al Tar contro la chiusura totale del Valdese. «Il ricorso può essere firmato da chiunque, pazienti e non, donne e uomini - sottolineano i promotori dell’iniziativa -: ciò non significa essere certi di vincere, ma vuol dire sottoporre la questione agli organi competenti perché valutino l’adeguatezza». Le emodinamiche Dello spiraglio sull’emodinamica si parlerà oggi in IV Commissione. Rinviata al 30 maggio l’udienza al Tar, dopo il ricorso del San Luigi. Nulla è certo, né da una parte né dall’altra, ma il solo fatto che Cavallera sia disposto ad ascoltare e a rimettere in discussione questa parte del piano sanitario è visto come una piccola vittoria. Il sindaco di Moncalieri, Roberta Meo, non a caso sorride per la prima volta dall’inizio di questa vicenda che vede l’Emodinamica del Santa Croce pros- sostegno sicuro del movimento di Orbassano Libera. Grande attesa per il MoVimento 5stelle, il più votato dagli orbassanesi alle politiche: «Abbiamo già il nostro candidato, ma il nome è ancora top secret - rivela Alessandro Giustetti –. Non non faremo alleanze con nessuno». Segnali di distensione Ottimismo trapela dal sindacato. Emanuele Stramignoni, dell’Anaao, commenta: «Il vento cambia, questo nuovo assessore non è un tecnico ma un politico e ha un’estrazione completamente diversa dal predecessore. Chiudere l’Emodinamica a Moncalieri, con i suoi numeri e la sua professionalità, sarebbe davvero un delitto. Speriamo nel tavolo tecnico». Antonio Scibilia, segretario della Cgil di Moncalieri, era presente all’incontro in Regione: «Il sindaco Meo e i medici del Santa Croce lo hanno detto da subito e noi ci abbiamo creduto cercando riscontri e indagando: non ci sarebbe nessun risparmio». Nessun risparmio è ciò che ripete da tempo anche il dottor Giovanni Carini, responsabile dell’Emodinamica del San Luigi di Orbassano attorno alla quale è stato addirittura progettato il costruendo pronto soccorso con tanto di base per l’elicottero del 118. «Assurdo sospendere questo servizio, sia per i numeri di interventi che garantiamo sia per la casistica». Conti alla mano, al San Luigi di Orbassano sostengono - ma è detto nero su bianco anche sui documenti della Regione - che «smantellare questa emodinamica e riaprirla a Rivoli costerà di più, con tutto ciò che comporta e comporterà». Le firme contro lo smantellamento di Orbassano crescono per inerzia, malgrado la raccolta sia stata interrotta: da 35 mila sono salite a oltre 42 mila. Rivalta L’unico ambulatorio della città dimezza gli orari di apertura L’assistenza sanitaria part-time fa infuriare il sindaco: scelta unilaterale il laboratorio di emodinamica dell’ospedale San Luigi». La sensazione è che un passo indietro dell’Asl sarà molto difficile e agli utenti in fila allo sportello non resta che adeguarsi: «Questo ambulatorio ha sempre funzionato bene, ma riducendo l’orario si creano code eterne», protesta Antonio Rodinò: «Aspetto da due ore e non so quando arriverà il mio turno». Preoccupata anche Colomba Mastrolonardo: «Rivalta è una città di 20 mila abitanti e ha un sub-distretto aperto per tre mattine alle settimana. Andare a Orbassano per molti è una grossa scomodità e lì i tempi di attesa aumentano in maniera esponenziale». il caso MASSIMO MASSENZIO A ncora tagli alla sanità e questa volta a farne le spese è l’ambulatorio di via Balma. Per fare fronte alla carenza di fondi e personale, i vertici dell’Asl To3 hanno scelto ridurre da 4 a 3 i giorni di apertura settimanali, scatenando le inevitabili rimostranze dei cittadini. La decisione ha avuto anche ripercussioni sui rapporti «diplomatici» tra Comune e Azienda sanitaria. In segno di protesta il sindaco Mauro Marinari ha infatti interrotto la sua partecipazione al laboratorio Piano e Profili di salute, avviato con l’Asl ormai da mesi. «Momento difficile» «Sappiamo perfettamente di attraversare un momento storico molto difficile e non vogliamo creare sterili polemiche», precisa il primo cittadino. Che si dice amareggiato: «La decisione di chiudere il sub distretto di Rivalta è stata Il polo di via Balma I vertici dell’Asl To3 hanno scelto di ridurre ulteriormente da 4 a 3 i giorni di apertura settimanali, scatenando le inevitabili rimostranze dei cittadini presa senza consultarci e mettendoci di fronte al fatto compiuto. Le belle promesse di confronto, scambio e approccio partecipativo sono miseramente naufragate con il comportamento contradditorio e unilaterale della direzione del distretto». Lo scorso 15 febbraio la direzione sanitaria di Orbassano ha inviato al Comune una stringata missiva con la quale illustrava le motivazioni alla base della riduzione dell’orario: «La necessità di potenziare il Cup di Orbassano, la possibilità di prenotare le visite mediche anche attraverso le farmacie del territorio o tra- mite numero verde e soprattutto il progressivo depauperamento di risorse umane». Decisioni calate dall’alto In base ai dati comunicati dall’Asl, infatti, negli ultimi 17 anni il personale è passato da 19 a 8 unità e il provvedimento si è reso «improcrastinabile». Spiegazioni che non convincono del tutto Marinari: «Lo ripeto, capisco le difficoltà, ma prima di prendere una decisione così penalizzante si potevano cercare insieme altre soluzioni. Senza contare che questo è solo l’ultimo taglio alla sanità locale, che arriva dopo la scelta di chiudere Disservizi minimi Per l’Azienda sanitaria, invece, i disservizi sono minimi: «Le attività di prelievo non subiscono restrizioni e stiamo parlando di un punto servizi poco utilizzato. Peraltro la sede del distretto di Orbassano è a soli tre chilometri di distanza». Proprio a Orbassano è in costruzione un nuovo poliambulatorio da 6 milioni di euro: «Un investimento importante, per tutti. Cittadini e amministratori devono capire che, in questo particolare momento, riuscire a evitare una chiusura e ridurre di un solo giorno le aperture è un grande risultato».