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Chiamarlo amore non si può la malattia d`”amore”

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Chiamarlo amore non si può la malattia d`”amore”
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Il 25 novembre è ricorsa la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, creata per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa terribile piaga, che affligge la popolazione femminile in
tutte le parti del mondo, offendendo l’umanità e la dignità di tutti, uomini o donne che siano.
Disparate e nefande le espressioni di questa tragedia, che si diversifica da una regione del
mondo all’altra: dalle mutilazioni perpetrate sul corpo delle bambine africane, alla condizione
generale della donna nei paesi islamici, fino alla brutalità gratuita che travolge le donne dei paesi occidentali compreso, purtroppo, il nostro. A un tale livello di atrocità e meschinità è giunto il
fenomeno, che è stato coniato un termine ad hoc per indicare la sua conseguenza più estrema,
il femminicidio. Esso altro non è che l’omicidio di una donna da parte di un individuo di sesso
maschile, perpetrato per sole e uniche motivazioni di genere. In occasione di questa giornata di
sensibilizzazione e proposizione di eventuali risoluzioni, la casa editrice Mammeonline, sempre
particolarmente attenta ai temi dell’integrazione, della multiculturalità e della difesa delle minoranze e dei più deboli, presenta il libro Chiamarlo Amore non si può. Per la collana Crisalidi e
Farfalle, nome altamente simbolico, l’editore ha già presentato una serie di racconti, destinati
anche all’infanzia, su temi fondamentali di attualità come l’immigrazione e il confronto tra cultura
diverse, nella convinzione che la cronaca possa entrare a far parte della letteratura e avere un
profondo valore educativo e sociale. Una missione che va oltre il giornalismo, narrando attraverso le emozioni le verità della vita. Particolarmente interessante il racconto Chérazade non abita
qui di Ilaria Guidantoni ambientato nella cultura del mondo, una delle realtà emergenti nella nostra società. Si tratta di “una novella nella novella”, secondo le parole dell’autrice, dedicata agli
uomini perché riconoscano il femminile come dimensione universale di accoglienza, una storia di
oggi ambientata tra Tunisi, Roma e Marsiglia dove la parola è la via per l’incontro autentico sotto il segno delle Mille e una notte. Ventitre autrici italiane e internazionali hanno donato un racconto a questa meritevole raccolta, che si inserisce in un progetto di educazione e prevenzione
contro la violenza sulle donne. La casa editrice e le scrittrici hanno deciso di devolvere i proventi
del libro all’Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo) e in particolar modo al progetto
che prevede la tutela della salute e del benessere delle bambine del Burkina Faso contro la
disumana consuetudine delle mutilazioni genitali. Il titolo del libro è preso da un verso della bellissima canzone Fata di Edoardo Bennato, il quale non si è limitato a sostenere pubblicamente
l’iniziativa, ma ha voluto fare una dedica personale ai lettori all’interno del libro. Daniela Finocchi,
giornalista e scrittrice nonché ideatrice del concorso Lingua Madre per le scrittrici straniere che
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vivono in Italia, ha curato la postfazione. Il libro è indirizzato ai giovani, ragazzi e ragazze, che
vivono la stagione dell’adolescenza. Non è un libro “contro”, ma a favore; a favore di uomini e
donne in erba, che attraversano una fase cruciale, terrificante, meravigliosa, dolce e spietata
in cui si vivono i primi innamoramenti e si riceve la prima “educazione sentimentale”. Proprio in
quel momento, in cui si scoprono i sentimenti, è fondamentale iniziare l’opera di prevenzione
contro la violenza, perché in quegli anni si forma l’identità di genere. Chiamarlo Amore non
si può da voce alla necessità di questa prevenzione, distruggendo i pregiudizi e insegnando
ad evitare modelli affettivi disturbati. Di solito la prevenzione viene intesa solo in relazione
ad episodi di stalking e a situazioni in cui si presentano modelli femminili sbagliati, ma il libro
illustra la necessità di lavorare anche sull’educazione e sulla cultura contrastando, laddove è
necessario, i modelli femminili forniti dai media, stereotipati e deviati, che ragazzi e ragazze
vedono confermati in famiglia e nei libri di testo (o illustrati) della prima infanzia. La scuola e
la società, dunque, sono fondamentali per corroborare il ruolo della famiglia. Del resto, un
recente rapporto dell’Oms ha rivelato dati sconcertanti e deprimenti: nel mondo il 35% delle
donne (una su tre) subisce violenza fisica e psicologia e di queste il 30% è vittima all’interno
della propria casa. Diversi gli stili e i temi dei 23 racconti, alcuni più duri e incisivi, altri più lievi in
cui il tema è la violenza psicologica, non meno pericolosa nel costruire situazioni ad alto rischio.
Ogni autrice è stata lasciata libera di esprimersi come meglio credeva sule tema, in modo da
ottenere 23 voci diverse che dicessero all’unisono NO! alla violenza sulle donne. La speranza
è come sempre che le istituzioni, in primis la scuola, facciano tesoro di queste iniziative, magari
istituzionalizzando questo libro e rendendolo testo scolastico, avvalendosi anche della testimonianza diretta delle autrici.
Chiamarlo Amore non si può
Cover di Paola Sorrentino
Casa editrice Mammeonline
Pagine 176 Euro 12
www.casaeditricemammeonline.it
Per informazioni e richieste di copia del libro per recensione:
Donatella Caione, responsabile della
casa editrice Mammeonline: [email protected]
Tel. 0881.661641, 348.2920976
Daniela Palumbo, autrice: [email protected]
tel. 348.5677098
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