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IL PRIMO GLORIOSO E GRANDIOSO FUMETTO DI SAN

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IL PRIMO GLORIOSO E GRANDIOSO FUMETTO DI SAN
“S. Francesco secondo Giotto” in mostra nella chiesa di S. Francesco
Il prImo glorIoso e grandIoso
fumetto dI san francesco
N. 11
Novembre 2014
Anno LXX
Autorizzazione del Tribunale di Piacenza
con decreto n. 29 del 22/10/1974
Direttore responsabile:
Don Giovanni Vincini
Comitato di direzione:
Franco Ceresa, Giuliana Sfulcini.
Redazione:
Don Giovanni Vincini, Franco Ceresa,
Lidia Mazzetta, sr Piera Rossetto,
Giuliana Sfulcini.
Computer grafica:
Mauro Bardelli, Franco Ceresa,
Danilo Deolmi, Laura Moschini,
Vittorio Sozzi.
Idea grafica:
Giovanna Mathis
Direzione, redazione e amministrazione:
Piazza F.lli Molinari, n. 15
29017 Fiorenzuola d’Arda (PC)
Tel. 0523/982247
c/c postale 00184291
E-mail:
[email protected]
Amministrazione:
Fausto Fermi
Stampa:
Grafiche Lama
Strada ai Dossi di Le Mose, 5/7
29100 Piacenza
Tel. 0523/592859
Un nuovo
periodo iconografico
Il vasto ciclo degli affreschi assisiati porta netta
l’impronta della grande personalità artistica di Giotto
anche se si intuisce la collaborazione di discepoli: “La
storia di San Francesco” è
uno dei più commoventi
racconti della pittura italiana, riassunto nei suoi
momenti essenziali, dove la
Ancora una volta il fascino di S. Francesco non ha deluso: santità e bellezza, Vangelo e
arte pittorica hanno stupito i tanti visitatori, fedeli e studenti aiutati alla comprensione
da guide preparate allo scopo.
massima evidenza di realtà non si era mai verificato non si ispira all’agiografia
e la massima astrazione di nella tradizione artistica pre- francescana vulgata nel
stile inaugurano un nuovo cedente. Giotto si avvicina a Duecento: San Francesco
repertorio iconografico che Francesco senza turbamenti, non è il santo emaciato e
del
pittore
sarà ripreso da molti pittori ma con intima chiarezza; sa ascetico
del XIV secolo. Il respiro cogliere la profonda e poeti- Bonaventura Berlinghieri o
spaziale delle scene incasto- ca umanità del Santo che di Cimabue, ma è anzitutto
nate nei riquadri e il deciso sentiva la fratellanza con gli un uomo del suo tempo,
naturalismo rappresentano elementi del creato e assu- santo in quanto uomo, peruna grande novità rispetto meva la responsabilità uni- ciò la Santità è espressione
agli altri cicli del tardo versale delle colpe umane in della massima dignità delDuecento; volti e gesti un’accezione più lirica che l’uomo e non appare necesrispecchiano un innovativo mistica. Giotto nel Santo sariamente frutto di digiuni
linguaggio realistico, con vede essenzialmente l’uo- e di allucinazioni. Santità
nuove notazioni di costume mo. Il racconto, interpretato dunque come concretezza
come abiti, berretti, drappi. da Giotto con eleganza e umana, che diventa concreOgni scena possiede una fantasia, mette in risalto tezza figurativa, ma anche
sua soluzione spaziale, quello che è l’elemento poe- sublimazione dell’umanità,
creata da sfondi architetto- tico più profondo della che trae ispirazione da Dio,
nici o montuosi, da ambien- “Leggenda francescana”, lo autenticamente vissuta, softi studiati in una prospettiva stupore del miracolo e nel ferta, donata dagli uomini.
Nella mostra abbiamo
che è ai suoi inizi, ma già contempo introduce un fattore innovativo, che è la rap- potuto ammirare la fedele
chiara e razionale.
Gli studiosi sono concor- presentazione di una nuova riproduzione (benché in
scala minore, poiché nella
di nell’affermare che con dimensione umana.
realtà gli affreschi misurano
Giotto nasce una nuova
cm 270X230 eccetto i due
Santo in quanto uomo
misura dell’uomo, perché
sulla parete d’entrata, larghi
egli conferisce alla personaIl grande pittore toscano cm 200) dei 28 riquadri de
lità umana una dignità come
Umanesimo cristiano
LA SANTITÀ PERFEZIONE DELL’UMANO
L’umanesimo cristiano
ha la sua esemplarità di
compimento nei santi, sia
quelli del calendario sia
quelli non canonizzati ma
di non minore qualità di
vita. Il santo non è il super
eroe che eccede le misure
umane con virtù sproporzionate, cioè il superuomo,
ma è l’uomo vero, realizzato, è la persona che al
meglio vive la perfezione
dell’amore verso Dio e
verso il prossimo.
La famiglia, il lavoro,
la sofferenza, la ricerca del
bene, della verità, della
giustizia sono tutti percorsi
di santificazione a cui
l’uomo è chiamato. Come
dice il Concilio: La santità
è la vocazione normale del
cristiano (L.G. 5). La trasformazione del quotidiano in dono e servizio corrisponde alle migliori predisposizioni che costituisco-
no per natura e per grazia il ca come trofei vinti dalla
cuore umano. Anche l’of- cristianità e custoditi nelle
ferta della propria malattia, chiese. I santi sono tali per
della stessa agonia e morte aver attualizzato nella loro
vita le potensono evento
zialità
di
di santificabontà che Dio
zione e parte
aveva inserito
ineliminabile
in loro”.
della nostra
Ancora
vicenda
Mons. Giaumana.
quinta, fondaCome ditore del movice S. Ireneo:
mento “Pro
“L’uomo
Sanctitate”
vivente è la
usa questi tergloria
di
mini:
“La
Dio”.
santità è inviIn occasione della La vita di Madre Teresa to a cammic a n o n i z z a - di Calcutta, animata dal- nare in corzione
di l'amore di Dio e dall'a- data per perG i o v a n n i more del prossimo coin- correre insiePaolo II così cide con l'umanesimo me ad ogni
fratello il sensi esprimeva pienamente realizzato.
tiero
che
Navarro
Valls «I santi non sono porta a Dio, ed investe
pezzi da museo, che vengo- tutte le dimensioni interiono collocati in una bache- ri, relazionali e spirituali
dell’animo umano. La
nostra vita spirituale non
può prescindere da un
impegno concreto a curare, con molta attenzione, la
nostra umanità, perché
quanto più solida sarà la
base naturale, tanto più
può essere elevato l’edificio soprannaturale. Ogni
uomo, nel suo essere persona dotata di potenzialità
e bisogni, realizza pienamente se stesso, quando
riesce ad esprimere al
meglio la ricchezza e la
bellezza dei suoi doni. E
quando ogni dote personale è orientata al bene,
all’amore”.
Il Convegno di San
Fiorenzo ci aiuti, dunque, a
tenere con il nostro santo
patrono un rapporto non
solo devozionistico o esteriore, ma un rapporto che
raggiunga la nostra vita e la
renda migliore.
“Le
storie
di
San
Francesco” che si dipanano
lungo la fascia inferiore
delle pareti della navata
della Basilica Superiore di
Assisi con un’elaborata
decorazione, inserita entro
un finto loggiato sostenuto
da colonnine tortili. Si tratta
di 28 storie (come la durata
del mese lunare) scandite in
settimane: le prime 7 vanno
dall’inizio della vocazione
del giovane Francesco fino
alla fondazione ufficiale
dell’Ordine grazie alla
benedizione alla Regola di
Papa Innocenzo III; le altre
14 narrano la storia del fondatore fino alla sua morte;
le ultime 7 raccontano
eventi post-mortem.
San Francesco rimarrà
dunque eterno nella storia
degli uomini, perché lo possiamo riconoscere con totale immediatezza nella
vicenda del suo tempo, ma
soprattutto la sua visione
religiosa da un lato fondata
sul sentimento del poeta che
sente direttamente la bellezza della natura (Laudes
creaturarum o Cantico di
Frate Sole) e dall’altro la
sua aderenza assoluta al
Vangelo (“mihi vivere
Christus est”) fanno del
Santo di Assisi una delle più
fulgide figure della Chiesa.
Gabriella Torricella
Molto si discute
sul testamento
biologico, sul
diritto di morire, di deciderne
il momento, e
del fine vita. La
morte è comunque vista come
la triste drammatica, a volte
tragica, condizione dell’uomo - definito appunto
“mortale”anche
quando la morte è
scelta come via di fuga
da un’insopportabile
situazione esistenziale.
La fede cristiana offre
un’altra visione. Senza
toglierne il dolore fisico e psicologico, la
fede ci aiuta a non
subire la morte passivamente come evento
puramente distruttivo
e negativo, a darle un
significato, a collocarla nel mistero pasquale di Cristo, nella sua
passione di morte e di
risurrezione, in una
speranza che va oltre.
La nostra capacità di
pensare alla morte – e
quindi anche di prepararci – può diventare
forma estrema di santificazione con la stessa preghiera di Gesù
in croce: “Padre nelle
tue mani rimetto il mio
spirito”.
Umanizzare la morte
Mensile della parrocchia
di Fiorenzuola d’Arda
Nel ricco programma di
incontri ed eventi che precedono la festività di San
Fiorenzo,
Patrono
di
Fiorenzuola, merita grande
risalto la mostra “San
Francesco secondo Giotto”
inaugurata il 4 ottobre nella
Chiesa dedicata al Santo di
Assisi, Patrono d’Italia.
L’esposizione, corredata da
un bellissimo volume illustrato, è stata curata e presentata
dal
professor
Roberto Filippetti, esperto
d’arte, curatore di mostre
itineranti di grande rilevanza e scrittore di successo.
Tema della mostra è il
racconto della vita di San
Francesco
(1182-1226)
dipinto da Giotto di
Bondone (1267-1337) negli
ultimissimi anni del XIII
secolo. Erano passati settant’anni dalla morte di San
Francesco e l’”apostolo
della povertà” diventava
sempre più popolare, inoltre la “Legenda major”
(alla quale Giotto si ispirò)
di San Bonaventura scritta
tra il 1260 e il 1263, aveva
contribuito a far conoscere
le vicende della vita del
Santo, nella quale i fedeli
vedevano riflessa la vita
stessa di Cristo.
L’idea
I Giorni
pag. 2
Nella cornice di Un provvidenziale riferimento per le povertà antiche e moderne Carità ha operato con
buona intesa e collauna chiesa Collegiata
borazione con gli opegremita e dei suggestiratori sociali dell’Avi canti gospel delle
zienda Sanitaria, con
meravigliose “New Siil Dott. Franco Nesters” giovedì 16 ottogrotti del Comune di
bre è stato consegnato
Fiorenzuola, con la
dal sindaco Giovanni
Caritas Diocesana.
Compiani la bella e
Determinante l’apreziosa statuetta alla
zione del volontariato
Piccola Casa della CaAgape e del Volontarità rappresentata da
riato Vincenziano.
un gruppo di volontari.
Vitale il generoso
Trascriviamo intesostegno dei parrocgralmente il verbale e
chiani e dei cittadini
la motivazione.
con offerte in denaro
La Commissione
ed in natura, come avper del Premio di S.
viene con il carrello
Fiorenzo nella riuniodomenicale di raccolta
ne del 4 ottobre 2014
viveri.
ha deliberato all’una(foto Lunardini)
Provvidenziali i rinimità di assegnare il
Una rappresentanza dei volontari della Piccola Casa attorniano Suor
fornimenti del Banco
Premio 2014 alla PicLuisa Gariboldi che ritira il Premio dal Sindaco Giovanni Compiani.
Alimentare, dei supercola Casa della Carità
Piccola Casa della Carità affitti e bollette, la distribu- mercati, dell’Azimut, della
di Fiorenzuola.
Biffi e del Panificio il VecPensata, progettata e ha diretto la sua azione di zione di buoni spesa.
Per l’ospitalità di allog- chio Forno del Ponte.
realizzata da Mons. Luigi ascolto e di soccorso verso
Una presenza di condiBergamaschi in sintonia le molteplici forme di po- gio merita di essere segnacon tutta la comunità par- vertà, antiche e moderne, lata quella dei familiari di visione che ha promosso
rocchiale e cittadina, la concretizzando l’aiuto nel- bambini cardiopatici, quel- partecipazione e collaboraPiccola Casa della Carità la mensa quotidiana, nel- la temporanea dei lavora- zione, non per deresponsainiziava la sua attività nel- l’alloggio notturno, nel ser- tori con lavoro ma ancora bilizzare il singolo, ma per
l’aprile del 1991 con una vizio doccia e ricambio di senza casa, quella affidata- animarne sensibilità ed ininutrita squadra di volonta- indumenti, nell’ambulato- ci dalle istituzioni civili ziativa.
Per tutte queste ragioni
ri e con il nuovo parroco rio per piccola assistenza, quale l’emergenza albaneche ne allargava la sua ca- nella distribuzione di pac- si, l’emergenza curdi, l’e- e per il raccordo con il tema del Convegno dedicato
pacità logistica con l’ac- chi viveri. Importanti rami mergenza profughi.
L’alloggio notturno ri- quest’anno all’umanesimo
quisto del fabbricato anti- di integrazione sono il
stante, grazie al contributo guardaroba per la raccolta guarda anche i numerosi cristiano la Commissione
e la distribuzione di vestia- pellegrini che percorrono ha giudicato opportuno atdell’8 per mille caritativo.
Nata come espressione rio, la colletta dei Tre caffè la Via Francigena e che tribuire alla Piccola Casa
e segno della solidarietà al Mese, il Fondo di Solida- fanno tappa a Fiorenzuola. della Carità il Premio San
La Piccola Casa della Fiorenzo 2014.
umana ed evangelica, la rietà per il pagamento di
ALLA PICCOLA CASA DELLA CARITÀ
IL PREMIO SAN FIORENZO 2014
sostENERE
LAMISSIONE
DEISACERDOTI,
UNDOVEREPER
OGNICRISTIANO
NUOVA SEDE PER
PATRONATO E CAF ACLI
Oltre 36.000 sacerdoti,
in Italia sono impegnati
nelle Parrocchie e tra la
gente. La Chiesa chiede il
sostegno di tutti, ognuno
può farlo con un’offerta
all’Istituto del sostentamento del Clero sul
conto corrente postale
5 7 80 3 0 0 9 .
L’offerta è deducibile
dai propri redditi in sede di
dichiarazione annuale.
(foto Lunardini)
Nozze Cristiane
Nati alla Grazia
Rebecca Ronca,
Beatrice Roxana
Sabau, Niccolò
Sidoli, Francesco Maria Maglio,
Rachele
Gardini, Riccardo Civetta, Davide Rugalli, Clarissa
Tatò.
Andrea Firpo
con Chiara Bruschi, Luca Sebastiani con Daniela Tortelotti.
Alla casa del Padre
Enrico
Fava,
Fausta Aguda,
Ivo Gozzi, Lucia
Zambonini, Valentino Pagani,
Paolo Marchini,
Giovanni Crenna, Gennaro Pardo, Federico Silva, Angiolina
Rossi, Maria Loi, Adriano Fittavolini, Linda
Giacobbi, Matilde Zonca, Germana Catelli.
Il momento del taglio del nastro in Vicolo Corti.
All’inaugurazione erano presenti: Paola Vacchina
(presidenza nazionale ACLI), Walter Raspa (pres. ACLI
Emilia Romagna), Roberto Agosti (pres. ACLI Piacenza),
Giuseppe Brusamonti (vicesindaco) e il parroco don
Gianni Vincini, che, dopo il taglio del nastro, ha benedetto la nuova sede.
I nuovi uffici in Vicolo alle Corti 17, non ancora operativi, ampi e luminosi, garantiranno migliore agibilità e
servizio per l’utenza.
I presenti hanno sottolineato come questo evento evidenzi la costante attenzione che le ACLI pongono alla famiglia ed alle sue esigenze: Patronato e CAF si inseriscono in un insieme di altre attività che costituiscono il Punto Famiglia ACLI di Piacenza.
Roberto Agosti
PER AIUTARE
LA SOLIDARIETA’
DELLA PARROCCHIA
Offerta libera, presso la
Parrocchia consegnando
la busta ai Sacerdoti o ai
Diaconi,alle Suore o agli
Operatori del Fondo, alla
Segreteria parrocchiale
Nella busta può essere
inserito contante o assegno e , volendo, i dati del
donante (Nome,
Cognome, indirizzo).
Bonifico bancario al
conto corrente
IT43L062306531000003
0779266 presso la Cassa
di risparmio, intestato alla
Parrocchia di San
Fiorenzo, fondo di solidarietà.
Versamento sul conto
corrente postale
12106290 intestato alla
Parrocchia di San
Fiorenzo, specificando
nella causale “per la solidarietà”.
Versando, alle porte della
chiesa, l’ultima domenica del mese nelle apposite bussole organizzate
dal GRUPPO VINCENZIANO il corrispettivo di
“TRE CAFFE’ AL
MESE”.
SANTE MESSE nell’Unità Pastorale
Chiesa Collegiata a FIORENZUOLA:
Festive ore 7 – 9 – 10 (sospesa in Luglio, Agosto e Settembre) - 11,15.
Feriali 7 - 9.
Chiesa Beato Scalabrini a FIORENZUOLA (Via Casella):
Festiva ore 10 Feriale ore 18 Prefestiva ore 18.
Chiesa San Francesco a FIORENZUOLA (Via Liberazione):
Giovedì ore 10,30 Festiva ore 18 Prefestiva ore 18.
Cappella R.S.A. Verani a FIORENZUOLA (Viale Vittoria): Sabato ore 16,30.
Cappella del Nuovo Ospedale a FIORENZUOLA: Giovedì ore 16,30.
Chiesa parrocchiale a BASELICADUCE: Feriale ore 7,30 Festiva ore 11.
Oratorio a RIO MEZZANO: Festiva ore 8,30.
Chiesa parrocchiale a SAN PROTASO: Festiva ore 9,30.
n. 11 Novembre 2014
Appuntamenti
parrocchiali
26 Ottobre ore 11,15 in Collegiata: Mandato ai catechisti delle medie.
1° Novembre ore 10 allo Scalabrini: Messa seguita
da Adorazione animata dal gruppo “Pro santitate”
1° Novembre ore 15,30 al Cimitero: Benedizione
delle Tombe e Messa.
2 Novembre ore 15,30 al Cimitero: Messa.
2 Novembre ore 17.00 in chiesa S. Francesco: Rosario intero seguito da Messa.
7 Novembre ore 21.00 in S. Francesco: Veglia di
Preghiera.
8 Novembre ore 18.00 allo Scalabrini: Messa a suffragio dei giovani defunti di Fiorenzuola
23 Novembre ore 10.00 allo Scalabrini: Messa e incontro per i candidati alla Prima Comunione e per i
loro genitori.
30 Novembre ore 10.00 allo Scalabrini: Ragazzi di
1ª media e per i loro genitori.
La Piccola Casa della Carità
ha bisogno di generi alimentari
Questi servono sia per erogare i pasti che quotidianamente vengono cucinati e serviti ai numerosi
bisognosi che bussano alla porta per un pasto, sia
per confezionare e distribuire pacchi viveri alle famiglie che sono comunque in difficoltà.
Gli aiuti che provenivano dal Banco Alimentare
sono notevolmente diminuiti per cui abbiamo bisogno di un aiuto ulteriore da parte dei parrocchiani
per sopperire alle continue richieste.
I generi alimentari debbono essere a lunga
conservazione e possono essere portati direttamente alla Piccola Casa della Carità, dal Lunedì al
Sabato dalle 9,30 alle 11,30 oppure depositati nei
carrelli della spesa che si trovano nelle chiese
Collegiata e Scalabrini.
In questo periodo servono:
lamette e schiuma da barba;
carta da cucina;
bagno schiuma;
piatti piani e fondi di plastica;
bicchieri di plastica;
indumenti intimi maschili,
anche usati in buono stato.
q
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Grazie
achisiricorderàdinoi.
Recapito: Via Sforza Pallavicino n. 2,
29017 Fiorenzuola d'Arda (PC) Tel. 0523/981076
aperta dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 12,30
I Volontari della Piccola Casa della Carità
La Parrocchia al telefono
Parrocchia:
Tel: 0523-982 247
Fax: 0523-240 113
Casa della carità:
Lun-Sab: h 9,30-12,30
Tel. 0523-981 076
Fondo di Solidarietà:
Lun-Ven: h 17,30-19,30
Tel. 340-9937 420
Scuola materna S. Fiorenzo:
Lun-Ven: h 9,00-16,00
Tel. 0523-983 171
Nuovo Centro Pastorale G. B. Scalabrini:
Custode: Tel. 0523-984 853
Comunità Suore Pastorelle: Tel. 0523-241 038
n. 11 Novembre 2014
L’idea
La S. Messa apre il Convegno
Convegno San Fiorenzo
pag. 3
il nuovo umanesimo in una società plurale e dialogica
L’intervento di Carla Danani, docente di Filosofia Politica e di Filosofia
dell’abitare presso l’Università di Macerata, è stato presentato da Sandro Loschi
La Messa in piazza apre il Convegno
Domenica 21 settembre: bellissima giornata di sole
ancora estivo… piazza gremita di fedeli… animazione
corale del gruppo dei giovani, guidati dal nostro don
Alessandro e diretti da Luigi Fedeli, e tanta attenzione.
Davvero un bell’inizio, una pubblica testimonianza, una
santa messa all’aperto in segno d’apertura. Se “il buongiorno si vede dal mattino”, questo anno pastorale, che ha
nel Convegno Ecclesiale la sua partenza, si presenta promettente. Certo avrà bisogno della fattiva partecipazione
di tutti ad ogni livello.
Il concerto degli immigrati cristiani durante
il Convegno, un debutto carico di promesse
Ancora più uniti
cantando insieme
L’intervento di Carla
Danani, incorniciato da
due momenti di canto
molto apprezzati è stato
presentato da Sandro
Loschi, il quale ha ricordato che la relatrice, molto
conosciuta in città e in
parrocchia, è docente di
Filosofia Politica e di
Filosofia
dell’abitare
all’Università
di
Macerata, è stato presentato un video girato dal
gruppo scouts: a persone
di diversa età erano state
poste alcune domande utili
ad avviare un avvicinamento al tema della serata.
Infatti, si trattava di discutere “il nuovo umanesimo
in una società plurale e
dialogica” e le domande
rivolte agli interpellati
hanno riguardato: quali
aggettivi si possono utilizzare per dire della persona, come si può intendere
la parola “verità”, come si
può definire la libertà,
cosa significa “essere
umani”. Numerose sono
state le sollecitazioni
venute dal video, che la
relatrice ha cercato di
riprendere inserendole in
un percorso per mostrare
innanzitutto le grandi trasformazioni avvenute nel
modo di pensare l’umano
e per offrire, poi, una proposta interpretativa per
La dott.ssa Danani si rivolge al pubblico del Convegno
l’oggi. Carla Danani ha
individuato due grandi
svolte: il passaggio dall’ordine cosiddetto classico (che perdura, pur trasformandosi, fino al
medioevo) alla modernità,
avvenuto all’incirca nel
XVI secolo, e un passaggio successivo che porta i
nomi dei cosiddetti maestri del sospetto (Marx
Nietzsche e Freud). In particolare si è detto che, a
partire dal Medioevo che
si spegne, si può parlare di
uno svanire dell’ordine
nella sua forma classica,
che si caratterizzava per il
suo essere già dato, onnicomprensivo e nelle sue
linee fondamentali ripetitivo, passando a una
nuova forma di ordine,
che si può definire moderna, e che si fece strada
quando sorse il dubbio che
l’ordine apparentemente
inviolabile e onnicomprensivo fosse solo uno tra
possibili altri. Questo
significò da un lato una
messa in libertà di forze,
dall’altro lato la messa in
movimento dell’ordine
dato e la pluralizzazione. I
problemi che si posero
furono almeno due: da un
lato un ordine che potrebbe essere anche un altro,
sempre minato dal disordine, dall’altro si doveva
trovare un nuovo fondamento
all’ordine
da
costruire. L’umanesimo si
è caratterizzato per aver
cercato questo fondamento nella centralità assegna-
ta all’uomo e al suo
costante sforzo di manifestare la propria autonomia.
Questo ha comportato un
nuovo orizzonte di valori
che si è articolato sull’ideale
dell’autenticità:
significa richiedere che
ciascuno scopra il proprio,
originale modo di essere
che, per definizione, non
può allora essere socialmente derivato, ma piuttosto generato dall’interno.
Dopo la Rivoluzione francese questo ideale ha
cominciato a saldarsi con
la crisi della società gerarchica e con il subentrare, a
livello socio-culturale, del
primato della dignità, a cui
sono andati connessi quello della libertà e la messa
in rilievo del bisogno di
riconoscimento. L’etica
del riconoscimento recupera l’idea dell’autonomia
del soggetto mentre la
ripropone al di fuori del
suo originario impianto
soggettivistico: l’autonomia è autonomia nella
relazione e grazie alla
relazione, è ciò cui riescono a condurre appunto
relazioni di riconoscimento riuscite. Ma se l’identità personale si costituisce
relazionalmente, questo
investe ciascuno di una
grande responsabilità..
L.M.
La relazione del professor Pierpaolo Triani al Convegno San Fiorenzo
Sopra, il Coro degli immigrati cristiani
Il tema conduttore del Convegno Ecclesiale della
Parrocchia di quest’anno, l’Umanesimo inteso come
attenzione e cura dell’uomo in tutti i suoi aspetti, poteva
essere affrontato e approfondito in tanti modi. Tra i tanti
momenti di riflessione e d’incontro che gli hanno dato
forma quello che ha visto protagonisti gli immigrati cristiani nel tardo pomeriggio dell’11 ottobre si è contraddistinto per la modalità e le emozioni che ha suscitato: un
concerto, vivo, sentito, di un coro che si è costituito per
l’occasione ma che non mancherà di tornare ad esibirsi e
di arricchire il repertorio delle canzoni cantate, nelle
messe future. Ad esibirsi uomini, donne ed anche qualche
bambino, provenienti da diversi paesi, già abituati ad incontrarsi in un percorso di spiritualità e di catechesi che dura
ormai da tre anni e che li vede incontrarsi ogni mese presso
il Centro Pastorale Scalabrini per pregare insieme, condividere momenti conviviali ed organizzare pellegrinaggi.
Hanno scelto, con la guida paziente e tenace di Anna
Maria Russo, che li ha accompagnati con la musica, testi
e poesie del concerto: canti in lingua congolese, francese,
spagnola, cantati con gioia e che hanno espresso il calore
delle terre di origine. Le poesie alternate ai canti sono
state anch’esse capaci di smuovere i sentimenti più profondi di chi era nel pubblico: parole di Madre Teresa di
Calcutta, Nazim Hikmet ed altri poeti sul valore della
vita, della gioia, del rispetto degli altri e della terra madre,
con parole ricorrenti quali fratello, amicizia, amore,
sogno, futuro, mondo nuovo e vita. Parole cariche di umanità, cantate da persone che con la loro presenza anche
nella nostra Comunità cristiana mostrano un aspetto
importante dell’Umanesimo cristiano che apre all’altro,
alla differenza, per farne ricchezza e dare una luce diversa anche a temi di forte attualità quali l’immigrazione,
spesso clandestina.
La gioia e l’emozione di esibirsi per la prima volta,
l’impegno messo nella preparazione che ha dato frutti di
condivisione anche per il solo fatto di avere imparato le
lingue di ognuno nei diversi canti, hanno lasciato nel pubblico, numeroso, una sensazione di gioia e di apprezzamento per questa bella esperienza di umanità.
Silvia e Sandro Loschi
EducazionE E umanEsimo cristiano
Nell’ambito del convegno “San Fiorenzo”, il 7
ottobre si è tenuta una
serata di approfondimento
sul rapporto tra umanesimo cristiano ed educazione tenuta dal Professor
Pierpaolo Triani della
Università Cattolica di
Piacenza. Alla serata sono
correlate anche altre due
iniziative proposte dalla
Azione Cattolica Parrocchiale: la prima è una
mostra che illustra un percorso di riflessione svolto
dai giovani – adulti di AC
dal titolo “umanesimo cristiano: fonte, percorso e
culmine dell’educazione”;
la seconda è dislocata
lungo le vie della città che
dai luoghi educativi di
Fiorenzuola arrivano alla
tenda, dove si possono
incontrare volti e parole di
educatori esemplari locali.
Nel suo intervento
Triani ha sottolineato che
l’umanesimo cristiano non
è una prospettiva culturale
ma un atteggiamento di
cura e di attenzione verso
l’uomo considerato nella
sua molteplicità di dimensioni e connessioni e che
occorre rifuggire da visioni riduttive e banalizzanti.
In base a questa visione
Il Professor Pierpaolo Triani e la coordinatrice dell’incontro Alessia Lambri.
l’uomo si percepisce come
creato, che ha responsabilità di sé ma non si fa da
solo; come Figlio; come
fratello degli altri uomini,
da qualsiasi parte provengano; come trascendente
perché non è solo ma aperto al mistero di Dio; è integrale perché fatto di molteplici dimensioni; è dinamico perché coinvolto nella
storia.
Accogliere nell’orizzonte dell’umanesimo cristiano le sfide educative ci
porta ad affrontare alcune
questioni di fondo.
La prima riguarda il
senso stesso dell’educare:
la rinuncia all’educare è
impraticabile nei fatti perché anche il semplice
regolare o il solo istruire
veicolano dei significati.
Allo stesso modo la rinuncia sarebbe impoverente
dal punto di vista del significato esistenziale perché
per vivere gli uomini
hanno la necessità che sia
suscitato in loro un desiderio di senso.
Nell’umanesimo cristiano l’educazione diventa quindi un appello all’umanità dell’altro a “tirarsi
fuori” attraverso una proposta di umanità buona.
In secondo luogo
occorre ribadire l’irriducibilità educativa ad un solo
aspetto. Educare è un fatto
complesso, è un intreccio
di registri tenuti insieme
dalla ricerca costante del
bene dell’altro.
La terza questione è il
rischio di assumere sull’uomo uno sguardo ingenuo che nasconde la
dimensione della fragilità
propria dell’uomo, della
sua fatica a realizzare il
bene. Parlare di educazione nell’ottica dell’umanesimo cristiano significa
sottolineare le risorse e le
qualità della persona ma
anche fare i conti con i
limiti e le fragilità della
storia umana.
In conclusione Triani
ha poi evidenziato alcuni
temi che richiedono oggi
una riflessione pedagogica
secondo la prospettiva cristiana: la sfida dell’educare al dono di sé, all’apertura all’altro; pensare un
futuro al plurale, perché
l’uomo contemporaneo
rischia di dimenticarsi
degli altri nel presente e
nel futuro; la libertà di
coscienza; la dimensione
della trascendenza perché
sempre meno i ragazzi
riescono a capire il linguaggio religioso e non
riescono a leggere il
mondo secondo un messaggio più grande.
Alessia Lambri
Convegno San Fiorenzo
pag. 4
Spettacolo/testimonianza sulla figura di Don Oreste Benzi
L’idea
n. 11 Novembre 2014
“Ho trovato la mia strada del sole”
NON SOLO ATTORI, MA TESTIMONI! LO "SCONTRO" ChE CONvERTE LA bAND
“Dove abiti, Maestro? Venite e vedrete”: la testimonianza del Gruppo rock “The Sun”
Un momento dei "The Sun" al Teatro Verdi. In dialogo, moderato da Emanuele Valla,
con il pubblico, la manifestazione di un sincero e decisivo cambiamento di vita determinato dall'incontro con Gesù. (Sotto): L'udienza papale.
Il gruppo teatrale dell'Associazione Giovanni XXIII che gira per l'Italia presentando con
musiche, canti e recitativi le opere umanitarie di Don Benzi.
Sabato 27 Settembre,
all’auditorium Scalabrini,
la comunità Papa Giovanni XXIII, ha presentato
uno spettacolo/testimonianza sulla figura del
fondatore, don Oreste
Benzi. In scena sei musicisti e due attori professionisti che stanno portando in giro lo spettacolo in
tutta Italia.
È stato molto coinvolgente, anche perché chi
aveva il compito di comunicare il don, sono persone
che in realtà l’hanno veramente incontrato. Don
Oreste, com’era solito fare, ha cambiato la vita anche a loro, ed è per questo
che attraverso le diverse
scene, si sono raccontati,
nelle loro speranze e nella
loro voglia di riscatto!
Lo stesso giorno, a Rimini, alle 16,00 del pomeriggio, alla presenza del
Vescovo Mons. Lambiasi,
nella chiesa della Grotta
rossa, dove don Oreste è
stato parroco, si è dato inizio al processo per la sua
beatificazione! Noi della
sua comunità, siamo molto orgogliosi di questo,
perché avendolo conosciuto e continuando a confrontarsi con i suoi scritti e
interventi, pensiamo con
certezza che don Oreste
abbia molte cose da dire
alla nostra società. La sua
spiritualità che nasce dall’incontro con l’umanità
ferita, gli ultimi, siano esse ragazze di strada, giovani, senza dimora, o tossicodipendenti, ci rimanda
alla dignità profonda che
abita ogni persona perché
amata da Dio! Don Oreste
ci ha richiamati a non andare dai poveri a fare assistenza, ma a condividere
con loro la loro situazione,
per poterli davvero incontrare, perché possa sorgere
un dialogo autentico!
“Non c’è chi salva e
chi è salvato – diceva il
don – ma ci si salva assieme”. Don Oreste credeva
fermamente in questo!
Ognuno di noi è dono per
l’altro, e i più poveri hanno la missione più grande:
rendere più umano il mondo! L’intuizione fondamentale del don è quella
che il Signore ha pensato
la famiglia come risposta
per ogni uomo! In famiglia possono essere guarite tutte le ferite, e noi di
questo con gioia grande,
ne siamo testimoni ogni
giorno.
La Casa Famiglia
Ognuno di noi, a un certo punto della
vita, si chiede quale sia la propria strada.
A questo proposito, la band dei The Sun
ha raccontato, il 5 ottobre in un incontro
al Teatro Verdi, di come la loro vita sia
cambiata dopo aver sperimentato la fede
in Dio.
Tutto è cominciato da Francesco, il
“leader” del gruppo,
che non riusciva più
a riconoscersi nello
stile di musica della
band. Si è accorto
che nella sua vita
mancava qualcosa.
Sentiva di vivere una
vita fasulla, come se portasse una maschera. Una maschera di qualcuno che
non era lui. Qui allora, sono cominciati i
dubbi, le domande, le incertezze. L’unico
punto fisso, ha detto, erano i suoi genito-
ri, che continuavano a sostenerlo. Proprio
sua madre, vedendolo così, gli ha proposto di partecipare ad un’evangelizzazione
e, nonostante lui inizialmente l’avesse
snobbata, dopo un po’ ha deciso di provare. Quella è stata l’esperienza che gli ha
cambiato la vita.
Gianluca, definitosi “quello vecchio
del gruppo”, ha evidenziato l’importanza della famiglia, e
come il comportamento dei genitori
sia molto simile a
quello di Dio. La famiglia è proprio come il Signore. Dio bussa sempre alla tua
porta. Se gli apri, ti amerà e renderà la
tua vita splendida. Se non gli apri, lui ti
amerà comunque.
Dopo Francesco, anche il resto del
gruppo si è convertito e si è lasciato abbracciare da quello
che è l’amore di Dio. Non tutti
nello stesso momento, perché
ognuno era in una situazione
differente, ma poi si sono messi in cammino insieme sulla
strada del sole.
Questo enorme cambiamento è avvenuto nel 2008, anno
dal quale la band ha iniziato a
scrivere solo canzoni in italiano, per esprimere al meglio ciò
che sentivano.
“Ognuno di noi – ha detto
Francesco – ha un diamante
dentro di sé, che viene riempito
d’immondizia. Nelle notti di
adorazione, Dio mi ha tolto
pian piano tutta quella sporcizia”.
Francesca Panza
LA CACCIA AL TESORO DELLA SOLIDARIETÀ
All’interno della carovana
della carità, grazie ancora alla disponibilità degli scout,
domenica 5 pomeriggio è stata organizzata per i ragazzi
una caccia al tesoro adattata
alla tipologia del nostro Convegno che aveva come titolo
“… si prese cura di lui”. La
dinamica del gioco consisteva
nel gareggiare alla scoperta
dei luoghi del disagio e della
sofferenza della nostra città,
come l’ospedale, la Casa protetta Verani, i Centri Disabili
per infine arrivare a scoprire
che il tesoro era ed è il volontariato.
n. 11 Novembre 2014
L’idea
La serata per gli sportivi
CORPO E ANIMA: INSEPARABILI
Può sembrare strana la
testimonianza di due suore
(una di clausura) in una serata dedicata allo sport come strumento di crescita.
Ma chi ha partecipato all’incontro di apertura del
convegno ha avuto il dono
di ascoltare le parole di due
donne che hanno scelto di
abbandonare una carriera
sportiva ad alto livello sui
campi di basket nazionali e
internazionali, per seguire
la chiamata del Signore.
Suor Oriana Milazzo ha
voluto testimoniare la sua
fede attraverso una lettera
inviata dal monastero di Alcamo, dove ha deciso di intraprendere un percorso
spirituale che la porterà a
diventare suora di clausura.
Giocatrice fino a pochi anni fa in serie A e in nazionale basket femminile, è cresciuta con il desiderio di diventare una campionessa,
finché ha sentito la forte
chiamata del Signore.
Diversa, ma sportivamente altrettanto intensa, la
testimonianza di suor Giovanna Biggi, che attraverso
l’amicizia di spogliatoio ha
portato la sua squadra di
Parma dalle serie inferiori
fino alla serie A e dalla promettente esperienza in nazionale, da quarant’anni, ha
scelto di rispondere sì al Signore e dedicare la sua vita
all’insegnamento.
Buona è stata la partecipazione alla serata e significativi gli interventi che
hanno sottolineato la valenza educativa dello sport,
l’importanza di praticarlo
con passione ed entusiasmo, ma sempre nel rispetto delle regole e soprattutto
nel rispetto dell’altro.
Emanuele Cabrini
Convegno San Fiorenzo
IL RADUNO DEI VOLONTARI
DELLA COLONIA MARINA
Domenica 28 settembre
a San Genesio di Vigoleno
si sono dati appuntamento i
numerosi e ammirevoli volontari che da tempo con fedeltà e competenza seguono
manutenzione, arredo e
funzionalità della nostra
Casa Maria Immacolata a
Marina di Massa. Ultimamente l’impegno ha avuto
momenti molto ardui per
governare i momenti di passaggio tra la nostra gestione
estiva e quella dell’anno
scolastico dei cento studenti della Scuola Alberghiera.
L’occasione di S. Genesio,
con Messa e pranzo, ha
avuto al centro il commosso
ringraziamento per i tanti
anni di premuroso servizio
pag. 5
di Teresa ed Aurelio Corda.
Non si tratta di una festa di
congedo, ma per tutti un
rinnovo di buoni propositi
di proseguimento nella dedizione, ed in particolare
per i coniugi Corda che giustamente fanno appello ad
una maggiore collegialità
nella direzione della Casa
Maria Immacolata.
Il gruppo ripreso davanti alla bella e restaurata chiesa di San Genesio a Vigoleno, dopo
la celebrazione della Santa Messa di ringraziamento.
DENTRO ALL’UMANESIMO
CON LA FORZA DELLE DOMANDE
La longilinea e spigliata Suor Giovanna Biggi ex nazionale di pallacanestro femminile,
mentre offre la sua esperienza sportiva al Convegno di S. Fiorenzo.
Per provocare e far pensare sul tema del Convegno di S: Fiorenzo di quest’anno fra i
tanti metodi non è mancato quello delle video interviste. Son stati gli scout a porre alle
persone incontrate le seguenti quattro domande:
Dimmi quattro aggettivi con cui definiresti l’ESSERE
Che cosa significa ESSERE UMANI?
A cosa ti fa pensare la parola VERITÁ?
Dà una definizione di LIBERTÁ
Non è possibile riportare le molteplici risposte e neanche sintetizzarle, ma riteniamo
utile aver manifestato a tutti gli interrogativi perché ognuno possa tentare di dare la sua
risposta personale.
IN PREGHIERA GOSPEL
CON LE NEW SISTERS
L’umanesimo nei canti religiosi nati dagli schiavi
(dm) New Sisters trascinanti. Il concerto San Fiorenzo 2014 è stato affidato per la prima volta quest’anno al Gospel Choir piacentino battezzato “New Sisters” (nuove sorelle)
perché si tratta di un gruppo vocale tutto al femminile. Le bravissime cantanti (dodici, a
comporre una meravigliosa polifonia) si sono presentate in Collegiata con i caratteristici
abiti blu e oro. Schierate ai piedi dell’altare, hanno cantato anche a cappella, senza base
musicale, valorizzando al massimo l’acustica della Collegiata. Hanno saputo creare un
clima fatto di ritmo, energia e al contempo di preghiera. Preghiera che sale dal cuore e
raggiunge il Cielo. Ogni brano è stato illustrato e spiegato prima di essere eseguito. Un
plauso a Nadia Plucani, corista prestatasi anche a presentare i brani, splendidi spirituals
sia della tradizione sia contemporanei. Tanti i battiti di mani del pubblico, che si alza persino in piedi. Si eseguono tantissimi brani da un ricco repertorio (le Sisters hanno già all’attivo tre cd tutti con destinazione benefica). Tra gli altri: “Oh, when the saints” e ancora “Go down Moses”, “Hail holy queen”, “Give thanks”, “Shout to the Lord”. Al Signore non si levano, però urla ma canti che si fanno alti e forti, perché sono fatti insieme. Il
concerto corale è stato l’ideale per fare da cornice a un premio corale, consegnato quest’anno alla Piccola Casa della Carità di Fiorenzuola e a tutti i suoi volontari.
(foto Lunardini)
Un momento del concerto del gruppo vocale delle "New Sisters" il 16 ottobre, nella
nostra Chiesa Collegiata con un applauditissimo e ricco repertorio.
Convegno San Fiorenzo
pag. 6
Relazione di Paola Vacchina vicepresidente delle ACLI, al Convegno S. Fiorenzo
IL LAVORO TRA DIRITTI E DOVERI
Promozione e tutela della persona in tempo di crisi
Ecco allora
alcune delle
proposte delle
Acli: mobilità
sostenibile e
dignitosa, infrastrutture
2.0, ricerca e
investimenti in
ambito manifatturiero,
agroalimentare, turistico,
nel Made in
Italy, Green
economy…;
nuovo welfare
per nuovo lavoro, con un
importante
ruolo anche
Roberto Agosti presenta la brava e competente relatrice Paola del terzo settoVacchina (vice presidente Acli) e introduce la serata.
re.
Ma dove
“La crisi che stiamo liberismo economico senza
drammaticamente vivendo regole e tra le altre cose trovare le risorse? Le possida ormai oltre sette anni è chiede un governo mondia- bilità ci sono: lotta seria
una crisi economica e occu- le della finanza, segnalando contro l’evasione fiscale e
pazionale, ma non dobbia- una distinzione tra il siste- la corruzione, un migliore
mo dimenticare che nasce ma creditizio “buono” e la utilizzo dei fondi europei,
una tassazione sostenibile
da una crisi dei mercati fi- finanza speculativa”.
É l’inizio della relazione delle rendite finanziarie, la
nanziari, da una cultura
della speculazione e dello della vicepresidente delle riduzione degli investimenti
spreco che prevalevano e ACLI Paola Vacchina che in armi, una migliore e più
ancora rischiano di preva- ci ricordava anche l’attuale trasparente amministraziolere sulla cultura e sui valo- rivoluzione tecnologica e il ne e gestione del denaro
ri del lavoro e dell’intrapre- fenomeno della globalizza- pubblico...
Venendo alla seconda
sa buona. Se non lo ricor- zione.
Da qui il preoccupante parte del titolo della reladiamo, non impareremo
nulla da questi anni duri, dato sulla disoccupazione, zione, Paola sottolineava le
per molti drammatici. Ecco soprattutto giovanile, il più due parole Promozione e
Tutela.
perché il magistero della grave di tutti...
“Promozione: mi ha
Il problema principale è
Chiesa insiste tanto sulla finanza giusta che affronti il dunque oggi quello di torna- fatto pensare soprattutto
tema della crescita delle di- re, come Paese, tutti insie- alla formazione e allo scollegamento tra scuola e
seguaglianze causato da un me, a creare lavoro.
mercato lavoro...
Ma c’è una risposta positiva in Italia su questo tema: il sistema della IeFP,
(Istruzione e Formazione
Professionale) per la qualifica e il diploma, rappresenta il modello e la prassi nazionale più prossima ai migliori sistemi formativi europei, in termini di integrazione tra formazione teorica
e pratica e di raccordo con
il mercato del lavoro.
Tutela: è oggi ancor più
importante che in passato,
perché molte persone sono
indebolite, disorientate, a
volte esasperate.
Faccio solo un esempio:
una recente ricerca del CEPA ci dice che sono molto
diminuite le pratiche per
vedersi riconosciuta una
malattia professionale: si
arriva a trascurare o mettere in pericolo la salute per
timore di perdere il lavoro”.
In conclusione Paola
Vacchina ricordava che non
esiste solo il lavoro retribuito, le professioni, i mestieri... “Esiste anche ad
esempio tanto lavoro di cura, pensiamo alle nostre famiglie, alle donn soprattutto, ai nonni... E ricordiamo
il lavoro volontario, nelle
associazioni, nelle parrocchie... Anche questo lavoro
ha grande dignità e valore
e andrebbe valorizzato forse di più”.
Roberto Agosti
L’idea
n. 11 Novembre 2014
Anche un film nel Convegno San Fiorenzo
“WELCOME”: UN FILM
CHE COMMUOVE E
CONVINCE
Sulla spiaggia di Calais da dove il giovane curdo partirà
a nuoto nel tentativo di raggiungere la fidanzata in
Inghilterra.
Abbiamo rivisto con immutato interesse al Cinema
Capitol di Fiorenzuola il pluripremiato film francese Welcome del 2009 che ha come soggetto l’odissea di un immigrato clandestino curdo iraqueno che attraversa tutta
l’Europa per raggiungere l’Inghilterra. Lo scopo di questo
avventuroso e drammatico viaggio non è per fuggire dalla miseria o dalla persecuzione, ma per raggiungere la fidanzata a Londra. Tra i tanti eventi del film ricordiamo i
due più clamorosi: l’attraversamento a nuoto del Canale
della Manica d’inverno con cattura e morte a cento metri
dall’arrivo, e la comunicazione che la fidanzata è stata dal
padre data in sposa a un ricco cugino in cambio della gestione di un ristorante.
Il film, di 110 minuti, avvince e commuove senza interruzione. Porta fortemente l’attenzione alla situazione degli
immigrati ed anche dei volontari che li aiutano. È giusto
aiutare i clandestini? Le associazioni umanitarie e di volontariato debbono essere penalizzate? Questioni che spesso sono in forma di obiezione posti anche alla nostra Piccola Casa della Carità, come complice per l’arrivo di stranieri nella nostra città. Vogliamo sperare che il valore dell’umanesimo ancora ci impedisca di diventare disumani.
DGV
Per una solidarietà applicata alla realtà
DES TACUM:
SAPIDI E FRESCHI
Una nuova formula per coinvolgere il cittadino medio
E SE FOSSIMO NOI AD AVERE BISOGNO DEI POVERI!
“… Si prese cura di lui
…”, tema del convegno San
Fiorenzo 2014, è certamente espressione delle attività
di solidarietà della Casa
della Carità di Fiorenzuola.
Domenica 12 Ottobre nel
tendone in piazza Molinari,
nel corso di una tavola
rotonda, guidata dal diacono Aurelio, sono stati presentati i vari servizi caritativi della PICCOLA CASA
DELLA CARITÁ verso le
molteplici forme di povertà.
La Piccola Casa della
Carità, è stata voluta da don
Luigi Bergamaschi insieme
al Consiglio Pastorale e alla
Caritas, affinché si effondessero sentimenti di
Giustizia e Carità, dal 1991
svolge ogni anno azioni di
ascolto e di soccorso verso
persone bisognose. “É il
Signore che nei poveri ci dà
appuntamento per nutrire il
nostro rapporto con il
Prossimo, specialmente il
prossimo povero”, diceva
don Luigi.
Da oltre 20 anni sotto la
guida di Don Gianni
Vincini ed oggi con la direzione di Suor Luisa
Gariboldi, la Piccola Casa
si avvale dell’indispensabile presenza di oltre quaranta volontari. La famiglia
che vive oggi una condizione di difficoltà è assistita
con pacchi viveri (oltre
I molteplici servizi offerti dalla Piccola Casa della Carità
5.000 borse viveri distribuite nel 2013); generi alimentari reperiti grazie alla collaborazione del Banco
Alimentare, di COOP,
Conad, del panificio il
Vecchio Forno e dalle
Collette Alimentari. La
comunità poi risponde con
generosità portando prodotti di prima necessità nei
carrelli posti in Collegiata,
al
Centro
Pastorale
Scalabrini o recandosi
direttamente alla Piccola
Casa.
Altro servizio cui giunge grande affluenza (1100
gli interventi nel 2013) è
l’ambulatorio infermieristico: infermiere professionali, ora in pensione, si mettono a disposizione per inie- Beatrice Camoni porta la sua testimonianza di volontazioni, controlli della pres- riato alla Piccola Casa della Carità.
sione arteriosa e piccole
medicazioni. Anche il ser- grini di passaggio (oltre quando incontrano una pervizio docce e la mensa a 500 nei primi 9 mesi del sona che ha bisogno.
Il parroco don Gianni
mezzogiorno, (grazie ai 2014) in cammino per la
chiude l’incontro: “Il cripasti giornalieri offerti via Francigena.
Il Fondo straordinario di stiano di che cosa vive?
dalla Biffi) sono uno strualle
famiglie, Della Parola di Dio (altrimento per accogliere chi aiuto
muore);
della
l’Associazione
Ripartire menti
vive nella miseria e senza
(altrimenti
dimora. La Casa della dall’ultimo e il Volontariato Eucarestia
Carità cerca di dare soste- Vincenziano forniscono un muore); del Povero (altrigno anche a chi sta vivendo valido e determinante aiuto menti muore).
Quindi, non sono i
un momento delicato per la nell’opera di solidarietà
poveri ad aver bisogno di
salute, come i bambini car- umana ed evangelica.
Dagli interventi dei noi, siamo noi ad avere
diopatici e i loro familiari;
La Piccola Casa offre anche volontari presenti alla tavo- bisogno dei poveri per salla
rotonda
è emerso che è varci”.
un servizio di prima accoPietro e Claudia
glienza e ospitalità per per- più quello che ricevono,
Massera
sone immigrate e per pelle- che quello che danno,
Samuele Bertoncini presenta spirito e metodo finalizzati
alla sobrietà del risparmio e alla cura delle relazioni.
La serata del convegno di giovedì 9 Ottobre è stata dedicata alla cooperativa sociale piacentina di tipo B “D.E.S.
TACUM”, che si occupa d’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e ha scelto di operare nel settore dell’Economia Solidale e della valorizzazione del territorio.
Lo scopo era chiaro: dopo le dense relazioni tematiche
degli incontri precedenti, occorreva vedere un po’ di solidarietà applicata concretamente alla realtà del lavoro e del
consumo, oltre ad introdurre il pubblico a concetti, forse
ancora nuovi in Parrocchia e a Fiorenzuola, di Cittadinanza e Consumo consapevole, di Economia Solidale, intesa
anche come “economia che mette al centro le relazioni”, di
Filiera corta, intesa come piccola distribuzione organizzata, di coinvolgimento del cittadino medio perché possa
crescere come cittadino e consumatore consapevole.
In una relazione condotta con uno stile semplice e lineare Samuele Bertoncini, coadiuvato dalla collega Eleonora, rappresentanti della Cooperativa, hanno presentato
la struttura (leggerissima nei servizi) della Cooperativa, ne
hanno descritto gli ambiti d’azione e le ricadute benefiche
sul territorio e le persone, siano esse fornitori, lavoratori o
utenti che vi ruotano attorno e soprattutto, hanno ribadito
il valore dell’attenzione “alle persone e ai valori” anche in
quei gesti tanto pratici e automatici (come il fare la spesa)
della nostra vita quotidiana e solo apparentemente lontani
dal concetto di “cura” che tutto il Convegno è andato sottolineando. Peccato per chi se li è persi.
Mariateresa Azilli
n. 11 Novembre 2014
“Si prese cura di lui”
(Lc 10,35) è stato il filo
conduttore della giornata
della sanità del convegno
San Fiorenzo.
Ha aperto la giornata il
nostro parroco Mons. Gianni Vincini ed ha introdotto
la tavola rotonda Tino Testa, medico e già primario
anestesista del nostro Presidio ospedaliero, proponendo l’immagine dell’’uomo
ferito, umiliato, solo e dimenticato quale icona dell’uomo fragile del nostro
tempo. Si sono succeduti i
contributi di Lucia Signaroldi Assistente sociale
operante nel mondo dell’infanzia che ha ricordato, come i bambini costituiscano
l’anello debole della famiglia e spesso siano i primi a
pagare un prezzo elevato in
situazioni di crisi economica e culturale. Elena Borlenghi, Infermiera e coordinatrice di Assistenza domiciliare ha sottolineato come
entrare nelle case delle persone per “prendersi cura”
costituisca una grande opportunità e richieda sensibilità, delicatezza, e un profondo rispetto per le situa-
L’idea
Convegno San Fiorenzo
La giornata del Convegno di San Fiorenzo dedicata agli ammalati
PROFESSIONISTI E VOLONTARI NELLA RELAZIONE DI CURA
Proficuo momento di dialogo e di confronto di esperienze
zioni che si incontrano.
Mauro Bonomini Medico di medicina generale e
della struttura Verani Lucca, ha evidenziato come la
solidarietà nell’ambito della cura in tempi di spending
review possa tradursi con
“la gente che cura la gente”
inteso come interesse per il
problema del mio vicino di
casa, o del quartiere o di un
collega. E infine Giuseppe
Civardi, Medico e primario
di Medicina generale del
nostro Presidio ha utilizzato
le parole di don Milani proponendo di passare dal we
cure al we care, il m’importa, mi prendo cura di te che
don Milani scrisse come
motto per i suoi ragazzi nella scuola di Barbiana. Ha ricordato inoltre come nel
dolore la persona tenda a
chiudersi a isolarsi diminuendo il desiderio di relazione umana che invece in
tanti momenti è più efficace
di un farmaco.
Ha concluso le riflessio-
(foto Lunardini)
I relatori della Tavola rotonda: da sinistra , il dott. Mauro
Bonomini, l' infermiera Elena Borlenghi, l'assistente
sociale Lucia Signaroldi, il dott. Tino Testa, Padre
Adriano e il dott. Giuseppe Civardi.
ni della mattinata il camilliano Padre Adriano sottolineando come il discorso
sull’umanizzazione non riguarda solamente il mondo
della salute bensì tutta la
società. Umanizzare una
realtà significa renderla degna della persona umana
cioè coerente con i valori
che essa sente come peculiari e inalienabili. Applicato al mondo socio sanitario
umanizzare significa far riferimento all’uomo in tutto
ciò che si compie per pro-
muovere e proteggere la dignità della persona, e mantenere viva la tensione fra
l’essere e il dover essere al
servizio. Nel pomeriggio, il
convegno è proseguito con
il racconto di esperienze di
cura provenienti dal mondo
del volontariato. Ogni associazione ha scelto modalità
proprie per raccontarsi e
presentare la propria attività. L’Associazione “La Selce”, che raggruppa familiari di persone affette da disturbi psichiatrici, ha
proiettato un interessante
filmato realizzato dagli studenti dell’Istituto d’Arte
Cassinari di Piacenza.
L’associazione S. Vincenzo ha presentato l’esperienza del doposcuola attraverso un quaderno ricco di
disegni realizzati dai bambini sul tema del prendersi
cura.Il gruppo Agape, associazione di volontariato
parrocchiale, ha utilizzato
immagini di momenti
gioiosi (feste e vacanze)
condivise coi ragazzi disabili. A.fa.di, associazione
famiglie disabili, attraverso
foto e testimonianza diretta,
ha ricordato l’importanza
dei volontari a supporto
delle famiglie. L’Avis ci ha
ricordato come l’atto del
donare sangue sia in Italia
totalmente gratuito e frutto
dell’impegno di volontari
che collaborano con le istituzioni. Il gruppo Gaps volontari che operano presso
il pronto soccorso, ha sottolineato
l’arricchimento
pag. 7
umano che deriva dal mettersi disposizione degli altri.
La Pubblica Assistenza
di Fiorenzuola forte del suo
lungo radicamento sul territorio, ha presentato la sua
preziosa attività a favore di
chi soffre e l’impegno educativo nelle scuole.
L’Associazione volontari ospedalieri (Avo), attraverso testimonianze dirette
ha ricordato il valore di un
sorriso, di una carezza per
alleviare la solitudine, di
cui spesso soffrono i degenti ospedalieri. L’Unitalsi,
infine ha portato una testimonianza diretta di Marco,
che nella sua esperienza di
malattia ha trovato conforto
e amicizia nei viaggi a
Lourdes. Fabrizio Mariani,
ha concluso la giornata,
evidenziando, la quantità di
bene che permea la nostra
città, attraverso tutte le
esperienze di volontariato
raccontate, evidenziando in
particolare come la vera
ricchezza di una comunità,
non è tanto quella economica, ma quella relazionale e
di aiuto reciproco.
Giuliana Masera
LA MESSA DI SAN FIORENZO
Il 6 Ottobre nella chiesa delle Carmelitane di Piacenza
La devozione al Santo Patrono Fiorenzo nel cero del Sindaco
e nei ceri delle realtà associative ed aziendali
LA PROFESSIONE EREMITICA
DEFINITIVA DI FRATEL DEVIS
Il Sindaco
Giovanni Compiani offre il tradizionale cero al
Santo Patrono
attraverso le mani del vescovo
Mons. Gianni
Ambrosio. Dopo
il sindaco anche
tanti rappresentanti di Associazioni e di Aziende hanno portato
ceri che sono poi
stati depositati ai
piedi di San Fiorenzo. Una tra(foto Lunardini)
dizione che ha
non meno di mille anni e che non cala di tono e di partecipazione. Come l’anno scorso
anche quest’anno l’offerta correlativa viene devoluta alla Piccola Casa della Carità.
IN PELLEGRINAGGIO A RAVENNA
ALLA TOMBA DEL CARDINAL TONINI
In una solenne concelebrazione nel giorno della
festa di San Bruno, monaco
certosino, nella chiesa del
convento delle carmelitane
di Piacenza, il vescovo
Mons. Gianni Ambrosio ha
accolto e confermata la
scelta eremitica definitiva
di don Devis Rocco a conclusione dei cinque anni di
sperimentazione. Ora don
Devis è sacerdote diocesano eremita secondo quanto
previsto dall’articolo 603
del Codice di Diritto Canonico. Durante la S. Messa,
dopo il canto delle litanie
dei santi con queste parole
Fratel Devis ha espresso la
sua definitiva vocazione:
Io, fratel Devis Rocco, per
rispondere degnamente alla chiamata del Signore nostro Gesù Cristo e servirlo
nella vita eremitica diocesana in una più rigorosa
separazione dal mondo, nel
silenzio della solitudine,
Fratel Devis pronuncia promessa e voti davanti al
Vescovo nella festa del certosino San Bruno.
nell’assidua preghiera e
penitenza a lode di Dio e
per la salvezza del mondo,
davanti a Lei Mons. Gianni
Ambrosio, vescovo della
nostra diocesi di Piacenza
Bobbio, faccio voto a Dio
di povertà, castità e obbedienza per sempre, secondo
la Piccola Regola di Vita,
la Tradizione dei Padri
d’Oriente e d’Occidente e
il diritto proprio della San-
ta Madre Chiesa”.
Le monache con il loro
suggestivo canto, i confratelli preti concelebranti,
l’eremita Paola e tanti amici hanno con commozione
ed edificazione animato la
liturgia.
L’eremo di Fratel Devis
ha sede nella ricuperata canonica di Montezago di Lugagnano.
DGV
Anno scolastico 2014/2015
I MERAVIGLIOSI REMIGINI
L'annuale augurio e festa organizzata dall'AGE
(dgv) Sabato 20 settembre con parroco, 20 fiorenzuolani ed altri settanta della diocesi
guidati dal Vicario Generale mons. Giuseppe Illica siamo andati in pellegrinaggio a Ravenna per visitare l’Opera Santa Teresa dove per quasi quarant’anni visse il Cardinale
Ersilio Tonini e la sua tomba in Cattedrale. Se in vita la scelta abitativa fu molto umile
come locali e come compagnia, dopo morte invece, per volontà della diocesi, il sepolcro
risulta molto nobile e monumentale nell’austero complesso della sua Cattedrale.
La gradinata
antistante la
scuola sembra
fatta apposta
per mettere in
ordine fotografico
la
folla di "remigini" che cominciano la
nuova avventura scolastica. una folla
che porta il
futuro cosmopolita a Fiorenzuola.
(foto Lunardini)
pag. 8
L’idea
Città
n. 11 Novembre 2014
TOURNÉE PAPALE DEL CORO VALLONGINA SI RIPARTE… FORZA RAGAZZI!
Con la partecipazione al Convegno-Pellegrinaggio organizzato dalla Diocesi di Roma
27 Settembre, Sabato pomeriggio,
Santa Messa in Santa Maria Maggiore;
in serata, concerto in San Giovanni in
Laterano. La mattina dopo, Domenica,
Santa Messa sul sagrato della Basilica
di San Pietro in Vaticano celebrata da
Papa Francesco, quindi processione fino alla grotta della Madonna di Lourdes nei Giardini Vaticani.
Questa, in poche parole, la sintesi di
una tre giorni che il Coro Vallongina ha
condiviso con molte altre corali per un
totale di circa 1500 cantori partecipanti al Convegno - Pellegrinaggio “Cantare la Fede”.
Dalle parole di Papa Francesco:
“Gioire ed esultare sempre nel Signore! Essere persone che cantano la vita,
che cantano la fede… vivere la fede
con gioia, e questo si chiama ‘cantare la fede’.”
“La musica a servizio della Liturgia e dell’Evangelizzazione”
era il tema del Convegno organizzato dal Coro della Diocesi di
Roma il cui direttore, Mons. Marco Frisina, è autore di molti dei
canti liturgici che accompagnano anche le nostre Messe.
Il Coro Vallongina, direttore don Roberto Scotti, ha condiviso questa gita – pellegrinaggio con altri cantori provenienti da
Fidenza e da Piacenza, e con amici accompagnatori.
Il nostro direttore ha concelebrato la Santa Messa con Papa
Francesco e con altri 50 sacerdoti; una viva commozione ci ha
pervaso quando Papa Francesco si è intrattenuto anche con don
Roberto, alla fine della celebrazione.
Bilancio positivo, per il Coro Vallongina, che in questa speciale occasione ha rinsaldato i legami di amicizia specialmente
con i coristi del Coro San Donnino di Fidenza con il quale esiste
un assiduo scambio di collaborazione.
Franco Ceresa
Domenica 28 settembre a Besenzone
apertura dei gruppi di catechesi delle Superiori
Non un' "armata brancaleone", ma una bella compagnia
di giovani unita e guidata nel fine, articolata nei gruppi e
con educatori di riferimento.
Presso la parrocchia di Besenzone, dopo aver giocato
tutti insieme, sono stati presentati a ogni gruppo gli educatori responsabili, tutti coadiuvati da don Alessandro
Mazzoni. Per la I superiore Emanuele Pighi, Isabella Cocciolo, Maria Periti e Marco Sgorbani. Per la II-III Cristina Giacobbi, Barbara Burgazzi, Silvia Venturini, Luca Fedeli e Nicolò Miserotti. Per la IV-V Giovanni Rizzi, Francesca Villantieri, Luigi Fedeli e Barbara Vernillo. La serata si è conclusa godendo della squisita ospitalità di don
Giancarlo Plessi che ha offerto alla truppa ottimi chisolini e deliziosi spiedini.
Un’educatrice
EMERGENZA PULLMINO
Qui a lato, Papa Francesco si intrattiene cordialmente con don
Roberto Scotti alla fine della S. Messa; in alto, un gruppo di
coristi in versione turistica, sulla scalinata di Trinità dei Monti.
BUONI E DI VALORE
I BISCOTTI DI SAN FIORENZO
Dopo il successo dell’anno scorso, anche quest’anno nella ricorrenza del Patrono San Fiorenzo, cui è intitolato l’Oratorio, sono stati preparati i biscotti
chiamati appunto di San Fiorenzo. Più di mille confezioni sono state vendute
dagli educatori dell’Oratorio e da alcuni ragazzi delle Superiori nel fine settimana dal 17 al 19, all’uscita delle varie Messe.
Un grazie speciale per le mamme dei ragazzi che frequentano l’Oratorio, che
coordinate dall’instancabile Elisabetta Villa, hanno dedicato alcune serate alla
preparazione dei biscotti.
Il ricavato dell’iniziativa è andato a favore delle attività dell’Oratorio che,
quest’anno, grazie al contributo dell’anno scorso ha provveduto al rifacimento
dei bagni della Casa Giovanni XXIII.
Federico Franchi
Per questo numero grazie
anche a:
Roberto Agosti, Maria Teresa
Azilli, Emanuele Cabrini, La
Casa Famiglia, Carla Danani,
un’Educatrice delle Superiori,
Fausto Fermi, Federico Franchi, Alessia Lambri, Silvia e
Sandro Loschi, Fabio Lunardini
Fotografo, Giuliana Masera,
Pietro e Claudia Massera, Donata Meneghelli, Gian Franco
Negri Fotografo, Francesca
Panza, Marco Storti, Gabriella
Torricella.
La parrocchia si trova nella necessità di acquistare un
nuovo pullmino.
È APERTA UNA SOTTOSCRIZIONE AFFIDATA ALLA
GENEROSITÀ DI TUTTI.
Le offerte si possono versare direttamente ai sacerdoti,
in segreteria, dove saranno rilasciate le ricevute, oppure tramite bonifico bancario sul
conto corrente IT48O0623065310000030117949
indicando come causale EMERGENZA PULLMINO.
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