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IL PRIMO GLORIOSO E GRANDIOSO FUMETTO DI SAN
“S. Francesco secondo Giotto” in mostra nella chiesa di S. Francesco Il prImo glorIoso e grandIoso fumetto dI san francesco N. 11 Novembre 2014 Anno LXX Autorizzazione del Tribunale di Piacenza con decreto n. 29 del 22/10/1974 Direttore responsabile: Don Giovanni Vincini Comitato di direzione: Franco Ceresa, Giuliana Sfulcini. Redazione: Don Giovanni Vincini, Franco Ceresa, Lidia Mazzetta, sr Piera Rossetto, Giuliana Sfulcini. Computer grafica: Mauro Bardelli, Franco Ceresa, Danilo Deolmi, Laura Moschini, Vittorio Sozzi. Idea grafica: Giovanna Mathis Direzione, redazione e amministrazione: Piazza F.lli Molinari, n. 15 29017 Fiorenzuola d’Arda (PC) Tel. 0523/982247 c/c postale 00184291 E-mail: [email protected] Amministrazione: Fausto Fermi Stampa: Grafiche Lama Strada ai Dossi di Le Mose, 5/7 29100 Piacenza Tel. 0523/592859 Un nuovo periodo iconografico Il vasto ciclo degli affreschi assisiati porta netta l’impronta della grande personalità artistica di Giotto anche se si intuisce la collaborazione di discepoli: “La storia di San Francesco” è uno dei più commoventi racconti della pittura italiana, riassunto nei suoi momenti essenziali, dove la Ancora una volta il fascino di S. Francesco non ha deluso: santità e bellezza, Vangelo e arte pittorica hanno stupito i tanti visitatori, fedeli e studenti aiutati alla comprensione da guide preparate allo scopo. massima evidenza di realtà non si era mai verificato non si ispira all’agiografia e la massima astrazione di nella tradizione artistica pre- francescana vulgata nel stile inaugurano un nuovo cedente. Giotto si avvicina a Duecento: San Francesco repertorio iconografico che Francesco senza turbamenti, non è il santo emaciato e del pittore sarà ripreso da molti pittori ma con intima chiarezza; sa ascetico del XIV secolo. Il respiro cogliere la profonda e poeti- Bonaventura Berlinghieri o spaziale delle scene incasto- ca umanità del Santo che di Cimabue, ma è anzitutto nate nei riquadri e il deciso sentiva la fratellanza con gli un uomo del suo tempo, naturalismo rappresentano elementi del creato e assu- santo in quanto uomo, peruna grande novità rispetto meva la responsabilità uni- ciò la Santità è espressione agli altri cicli del tardo versale delle colpe umane in della massima dignità delDuecento; volti e gesti un’accezione più lirica che l’uomo e non appare necesrispecchiano un innovativo mistica. Giotto nel Santo sariamente frutto di digiuni linguaggio realistico, con vede essenzialmente l’uo- e di allucinazioni. Santità nuove notazioni di costume mo. Il racconto, interpretato dunque come concretezza come abiti, berretti, drappi. da Giotto con eleganza e umana, che diventa concreOgni scena possiede una fantasia, mette in risalto tezza figurativa, ma anche sua soluzione spaziale, quello che è l’elemento poe- sublimazione dell’umanità, creata da sfondi architetto- tico più profondo della che trae ispirazione da Dio, nici o montuosi, da ambien- “Leggenda francescana”, lo autenticamente vissuta, softi studiati in una prospettiva stupore del miracolo e nel ferta, donata dagli uomini. Nella mostra abbiamo che è ai suoi inizi, ma già contempo introduce un fattore innovativo, che è la rap- potuto ammirare la fedele chiara e razionale. Gli studiosi sono concor- presentazione di una nuova riproduzione (benché in scala minore, poiché nella di nell’affermare che con dimensione umana. realtà gli affreschi misurano Giotto nasce una nuova cm 270X230 eccetto i due Santo in quanto uomo misura dell’uomo, perché sulla parete d’entrata, larghi egli conferisce alla personaIl grande pittore toscano cm 200) dei 28 riquadri de lità umana una dignità come Umanesimo cristiano LA SANTITÀ PERFEZIONE DELL’UMANO L’umanesimo cristiano ha la sua esemplarità di compimento nei santi, sia quelli del calendario sia quelli non canonizzati ma di non minore qualità di vita. Il santo non è il super eroe che eccede le misure umane con virtù sproporzionate, cioè il superuomo, ma è l’uomo vero, realizzato, è la persona che al meglio vive la perfezione dell’amore verso Dio e verso il prossimo. La famiglia, il lavoro, la sofferenza, la ricerca del bene, della verità, della giustizia sono tutti percorsi di santificazione a cui l’uomo è chiamato. Come dice il Concilio: La santità è la vocazione normale del cristiano (L.G. 5). La trasformazione del quotidiano in dono e servizio corrisponde alle migliori predisposizioni che costituisco- no per natura e per grazia il ca come trofei vinti dalla cuore umano. Anche l’of- cristianità e custoditi nelle ferta della propria malattia, chiese. I santi sono tali per della stessa agonia e morte aver attualizzato nella loro vita le potensono evento zialità di di santificabontà che Dio zione e parte aveva inserito ineliminabile in loro”. della nostra Ancora vicenda Mons. Giaumana. quinta, fondaCome ditore del movice S. Ireneo: mento “Pro “L’uomo Sanctitate” vivente è la usa questi tergloria di mini: “La Dio”. santità è inviIn occasione della La vita di Madre Teresa to a cammic a n o n i z z a - di Calcutta, animata dal- nare in corzione di l'amore di Dio e dall'a- data per perG i o v a n n i more del prossimo coin- correre insiePaolo II così cide con l'umanesimo me ad ogni fratello il sensi esprimeva pienamente realizzato. tiero che Navarro Valls «I santi non sono porta a Dio, ed investe pezzi da museo, che vengo- tutte le dimensioni interiono collocati in una bache- ri, relazionali e spirituali dell’animo umano. La nostra vita spirituale non può prescindere da un impegno concreto a curare, con molta attenzione, la nostra umanità, perché quanto più solida sarà la base naturale, tanto più può essere elevato l’edificio soprannaturale. Ogni uomo, nel suo essere persona dotata di potenzialità e bisogni, realizza pienamente se stesso, quando riesce ad esprimere al meglio la ricchezza e la bellezza dei suoi doni. E quando ogni dote personale è orientata al bene, all’amore”. Il Convegno di San Fiorenzo ci aiuti, dunque, a tenere con il nostro santo patrono un rapporto non solo devozionistico o esteriore, ma un rapporto che raggiunga la nostra vita e la renda migliore. “Le storie di San Francesco” che si dipanano lungo la fascia inferiore delle pareti della navata della Basilica Superiore di Assisi con un’elaborata decorazione, inserita entro un finto loggiato sostenuto da colonnine tortili. Si tratta di 28 storie (come la durata del mese lunare) scandite in settimane: le prime 7 vanno dall’inizio della vocazione del giovane Francesco fino alla fondazione ufficiale dell’Ordine grazie alla benedizione alla Regola di Papa Innocenzo III; le altre 14 narrano la storia del fondatore fino alla sua morte; le ultime 7 raccontano eventi post-mortem. San Francesco rimarrà dunque eterno nella storia degli uomini, perché lo possiamo riconoscere con totale immediatezza nella vicenda del suo tempo, ma soprattutto la sua visione religiosa da un lato fondata sul sentimento del poeta che sente direttamente la bellezza della natura (Laudes creaturarum o Cantico di Frate Sole) e dall’altro la sua aderenza assoluta al Vangelo (“mihi vivere Christus est”) fanno del Santo di Assisi una delle più fulgide figure della Chiesa. Gabriella Torricella Molto si discute sul testamento biologico, sul diritto di morire, di deciderne il momento, e del fine vita. La morte è comunque vista come la triste drammatica, a volte tragica, condizione dell’uomo - definito appunto “mortale”anche quando la morte è scelta come via di fuga da un’insopportabile situazione esistenziale. La fede cristiana offre un’altra visione. Senza toglierne il dolore fisico e psicologico, la fede ci aiuta a non subire la morte passivamente come evento puramente distruttivo e negativo, a darle un significato, a collocarla nel mistero pasquale di Cristo, nella sua passione di morte e di risurrezione, in una speranza che va oltre. La nostra capacità di pensare alla morte – e quindi anche di prepararci – può diventare forma estrema di santificazione con la stessa preghiera di Gesù in croce: “Padre nelle tue mani rimetto il mio spirito”. Umanizzare la morte Mensile della parrocchia di Fiorenzuola d’Arda Nel ricco programma di incontri ed eventi che precedono la festività di San Fiorenzo, Patrono di Fiorenzuola, merita grande risalto la mostra “San Francesco secondo Giotto” inaugurata il 4 ottobre nella Chiesa dedicata al Santo di Assisi, Patrono d’Italia. L’esposizione, corredata da un bellissimo volume illustrato, è stata curata e presentata dal professor Roberto Filippetti, esperto d’arte, curatore di mostre itineranti di grande rilevanza e scrittore di successo. Tema della mostra è il racconto della vita di San Francesco (1182-1226) dipinto da Giotto di Bondone (1267-1337) negli ultimissimi anni del XIII secolo. Erano passati settant’anni dalla morte di San Francesco e l’”apostolo della povertà” diventava sempre più popolare, inoltre la “Legenda major” (alla quale Giotto si ispirò) di San Bonaventura scritta tra il 1260 e il 1263, aveva contribuito a far conoscere le vicende della vita del Santo, nella quale i fedeli vedevano riflessa la vita stessa di Cristo. L’idea I Giorni pag. 2 Nella cornice di Un provvidenziale riferimento per le povertà antiche e moderne Carità ha operato con buona intesa e collauna chiesa Collegiata borazione con gli opegremita e dei suggestiratori sociali dell’Avi canti gospel delle zienda Sanitaria, con meravigliose “New Siil Dott. Franco Nesters” giovedì 16 ottogrotti del Comune di bre è stato consegnato Fiorenzuola, con la dal sindaco Giovanni Caritas Diocesana. Compiani la bella e Determinante l’apreziosa statuetta alla zione del volontariato Piccola Casa della CaAgape e del Volontarità rappresentata da riato Vincenziano. un gruppo di volontari. Vitale il generoso Trascriviamo intesostegno dei parrocgralmente il verbale e chiani e dei cittadini la motivazione. con offerte in denaro La Commissione ed in natura, come avper del Premio di S. viene con il carrello Fiorenzo nella riuniodomenicale di raccolta ne del 4 ottobre 2014 viveri. ha deliberato all’una(foto Lunardini) Provvidenziali i rinimità di assegnare il Una rappresentanza dei volontari della Piccola Casa attorniano Suor fornimenti del Banco Premio 2014 alla PicLuisa Gariboldi che ritira il Premio dal Sindaco Giovanni Compiani. Alimentare, dei supercola Casa della Carità Piccola Casa della Carità affitti e bollette, la distribu- mercati, dell’Azimut, della di Fiorenzuola. Biffi e del Panificio il VecPensata, progettata e ha diretto la sua azione di zione di buoni spesa. Per l’ospitalità di allog- chio Forno del Ponte. realizzata da Mons. Luigi ascolto e di soccorso verso Una presenza di condiBergamaschi in sintonia le molteplici forme di po- gio merita di essere segnacon tutta la comunità par- vertà, antiche e moderne, lata quella dei familiari di visione che ha promosso rocchiale e cittadina, la concretizzando l’aiuto nel- bambini cardiopatici, quel- partecipazione e collaboraPiccola Casa della Carità la mensa quotidiana, nel- la temporanea dei lavora- zione, non per deresponsainiziava la sua attività nel- l’alloggio notturno, nel ser- tori con lavoro ma ancora bilizzare il singolo, ma per l’aprile del 1991 con una vizio doccia e ricambio di senza casa, quella affidata- animarne sensibilità ed ininutrita squadra di volonta- indumenti, nell’ambulato- ci dalle istituzioni civili ziativa. Per tutte queste ragioni ri e con il nuovo parroco rio per piccola assistenza, quale l’emergenza albaneche ne allargava la sua ca- nella distribuzione di pac- si, l’emergenza curdi, l’e- e per il raccordo con il tema del Convegno dedicato pacità logistica con l’ac- chi viveri. Importanti rami mergenza profughi. L’alloggio notturno ri- quest’anno all’umanesimo quisto del fabbricato anti- di integrazione sono il stante, grazie al contributo guardaroba per la raccolta guarda anche i numerosi cristiano la Commissione e la distribuzione di vestia- pellegrini che percorrono ha giudicato opportuno atdell’8 per mille caritativo. Nata come espressione rio, la colletta dei Tre caffè la Via Francigena e che tribuire alla Piccola Casa e segno della solidarietà al Mese, il Fondo di Solida- fanno tappa a Fiorenzuola. della Carità il Premio San La Piccola Casa della Fiorenzo 2014. umana ed evangelica, la rietà per il pagamento di ALLA PICCOLA CASA DELLA CARITÀ IL PREMIO SAN FIORENZO 2014 sostENERE LAMISSIONE DEISACERDOTI, UNDOVEREPER OGNICRISTIANO NUOVA SEDE PER PATRONATO E CAF ACLI Oltre 36.000 sacerdoti, in Italia sono impegnati nelle Parrocchie e tra la gente. La Chiesa chiede il sostegno di tutti, ognuno può farlo con un’offerta all’Istituto del sostentamento del Clero sul conto corrente postale 5 7 80 3 0 0 9 . L’offerta è deducibile dai propri redditi in sede di dichiarazione annuale. (foto Lunardini) Nozze Cristiane Nati alla Grazia Rebecca Ronca, Beatrice Roxana Sabau, Niccolò Sidoli, Francesco Maria Maglio, Rachele Gardini, Riccardo Civetta, Davide Rugalli, Clarissa Tatò. Andrea Firpo con Chiara Bruschi, Luca Sebastiani con Daniela Tortelotti. Alla casa del Padre Enrico Fava, Fausta Aguda, Ivo Gozzi, Lucia Zambonini, Valentino Pagani, Paolo Marchini, Giovanni Crenna, Gennaro Pardo, Federico Silva, Angiolina Rossi, Maria Loi, Adriano Fittavolini, Linda Giacobbi, Matilde Zonca, Germana Catelli. Il momento del taglio del nastro in Vicolo Corti. All’inaugurazione erano presenti: Paola Vacchina (presidenza nazionale ACLI), Walter Raspa (pres. ACLI Emilia Romagna), Roberto Agosti (pres. ACLI Piacenza), Giuseppe Brusamonti (vicesindaco) e il parroco don Gianni Vincini, che, dopo il taglio del nastro, ha benedetto la nuova sede. I nuovi uffici in Vicolo alle Corti 17, non ancora operativi, ampi e luminosi, garantiranno migliore agibilità e servizio per l’utenza. I presenti hanno sottolineato come questo evento evidenzi la costante attenzione che le ACLI pongono alla famiglia ed alle sue esigenze: Patronato e CAF si inseriscono in un insieme di altre attività che costituiscono il Punto Famiglia ACLI di Piacenza. Roberto Agosti PER AIUTARE LA SOLIDARIETA’ DELLA PARROCCHIA Offerta libera, presso la Parrocchia consegnando la busta ai Sacerdoti o ai Diaconi,alle Suore o agli Operatori del Fondo, alla Segreteria parrocchiale Nella busta può essere inserito contante o assegno e , volendo, i dati del donante (Nome, Cognome, indirizzo). Bonifico bancario al conto corrente IT43L062306531000003 0779266 presso la Cassa di risparmio, intestato alla Parrocchia di San Fiorenzo, fondo di solidarietà. Versamento sul conto corrente postale 12106290 intestato alla Parrocchia di San Fiorenzo, specificando nella causale “per la solidarietà”. Versando, alle porte della chiesa, l’ultima domenica del mese nelle apposite bussole organizzate dal GRUPPO VINCENZIANO il corrispettivo di “TRE CAFFE’ AL MESE”. SANTE MESSE nell’Unità Pastorale Chiesa Collegiata a FIORENZUOLA: Festive ore 7 – 9 – 10 (sospesa in Luglio, Agosto e Settembre) - 11,15. Feriali 7 - 9. Chiesa Beato Scalabrini a FIORENZUOLA (Via Casella): Festiva ore 10 Feriale ore 18 Prefestiva ore 18. Chiesa San Francesco a FIORENZUOLA (Via Liberazione): Giovedì ore 10,30 Festiva ore 18 Prefestiva ore 18. Cappella R.S.A. Verani a FIORENZUOLA (Viale Vittoria): Sabato ore 16,30. Cappella del Nuovo Ospedale a FIORENZUOLA: Giovedì ore 16,30. Chiesa parrocchiale a BASELICADUCE: Feriale ore 7,30 Festiva ore 11. Oratorio a RIO MEZZANO: Festiva ore 8,30. Chiesa parrocchiale a SAN PROTASO: Festiva ore 9,30. n. 11 Novembre 2014 Appuntamenti parrocchiali 26 Ottobre ore 11,15 in Collegiata: Mandato ai catechisti delle medie. 1° Novembre ore 10 allo Scalabrini: Messa seguita da Adorazione animata dal gruppo “Pro santitate” 1° Novembre ore 15,30 al Cimitero: Benedizione delle Tombe e Messa. 2 Novembre ore 15,30 al Cimitero: Messa. 2 Novembre ore 17.00 in chiesa S. Francesco: Rosario intero seguito da Messa. 7 Novembre ore 21.00 in S. Francesco: Veglia di Preghiera. 8 Novembre ore 18.00 allo Scalabrini: Messa a suffragio dei giovani defunti di Fiorenzuola 23 Novembre ore 10.00 allo Scalabrini: Messa e incontro per i candidati alla Prima Comunione e per i loro genitori. 30 Novembre ore 10.00 allo Scalabrini: Ragazzi di 1ª media e per i loro genitori. La Piccola Casa della Carità ha bisogno di generi alimentari Questi servono sia per erogare i pasti che quotidianamente vengono cucinati e serviti ai numerosi bisognosi che bussano alla porta per un pasto, sia per confezionare e distribuire pacchi viveri alle famiglie che sono comunque in difficoltà. Gli aiuti che provenivano dal Banco Alimentare sono notevolmente diminuiti per cui abbiamo bisogno di un aiuto ulteriore da parte dei parrocchiani per sopperire alle continue richieste. I generi alimentari debbono essere a lunga conservazione e possono essere portati direttamente alla Piccola Casa della Carità, dal Lunedì al Sabato dalle 9,30 alle 11,30 oppure depositati nei carrelli della spesa che si trovano nelle chiese Collegiata e Scalabrini. In questo periodo servono: lamette e schiuma da barba; carta da cucina; bagno schiuma; piatti piani e fondi di plastica; bicchieri di plastica; indumenti intimi maschili, anche usati in buono stato. q q q q q q Grazie achisiricorderàdinoi. Recapito: Via Sforza Pallavicino n. 2, 29017 Fiorenzuola d'Arda (PC) Tel. 0523/981076 aperta dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 12,30 I Volontari della Piccola Casa della Carità La Parrocchia al telefono Parrocchia: Tel: 0523-982 247 Fax: 0523-240 113 Casa della carità: Lun-Sab: h 9,30-12,30 Tel. 0523-981 076 Fondo di Solidarietà: Lun-Ven: h 17,30-19,30 Tel. 340-9937 420 Scuola materna S. Fiorenzo: Lun-Ven: h 9,00-16,00 Tel. 0523-983 171 Nuovo Centro Pastorale G. B. Scalabrini: Custode: Tel. 0523-984 853 Comunità Suore Pastorelle: Tel. 0523-241 038 n. 11 Novembre 2014 L’idea La S. Messa apre il Convegno Convegno San Fiorenzo pag. 3 il nuovo umanesimo in una società plurale e dialogica L’intervento di Carla Danani, docente di Filosofia Politica e di Filosofia dell’abitare presso l’Università di Macerata, è stato presentato da Sandro Loschi La Messa in piazza apre il Convegno Domenica 21 settembre: bellissima giornata di sole ancora estivo… piazza gremita di fedeli… animazione corale del gruppo dei giovani, guidati dal nostro don Alessandro e diretti da Luigi Fedeli, e tanta attenzione. Davvero un bell’inizio, una pubblica testimonianza, una santa messa all’aperto in segno d’apertura. Se “il buongiorno si vede dal mattino”, questo anno pastorale, che ha nel Convegno Ecclesiale la sua partenza, si presenta promettente. Certo avrà bisogno della fattiva partecipazione di tutti ad ogni livello. Il concerto degli immigrati cristiani durante il Convegno, un debutto carico di promesse Ancora più uniti cantando insieme L’intervento di Carla Danani, incorniciato da due momenti di canto molto apprezzati è stato presentato da Sandro Loschi, il quale ha ricordato che la relatrice, molto conosciuta in città e in parrocchia, è docente di Filosofia Politica e di Filosofia dell’abitare all’Università di Macerata, è stato presentato un video girato dal gruppo scouts: a persone di diversa età erano state poste alcune domande utili ad avviare un avvicinamento al tema della serata. Infatti, si trattava di discutere “il nuovo umanesimo in una società plurale e dialogica” e le domande rivolte agli interpellati hanno riguardato: quali aggettivi si possono utilizzare per dire della persona, come si può intendere la parola “verità”, come si può definire la libertà, cosa significa “essere umani”. Numerose sono state le sollecitazioni venute dal video, che la relatrice ha cercato di riprendere inserendole in un percorso per mostrare innanzitutto le grandi trasformazioni avvenute nel modo di pensare l’umano e per offrire, poi, una proposta interpretativa per La dott.ssa Danani si rivolge al pubblico del Convegno l’oggi. Carla Danani ha individuato due grandi svolte: il passaggio dall’ordine cosiddetto classico (che perdura, pur trasformandosi, fino al medioevo) alla modernità, avvenuto all’incirca nel XVI secolo, e un passaggio successivo che porta i nomi dei cosiddetti maestri del sospetto (Marx Nietzsche e Freud). In particolare si è detto che, a partire dal Medioevo che si spegne, si può parlare di uno svanire dell’ordine nella sua forma classica, che si caratterizzava per il suo essere già dato, onnicomprensivo e nelle sue linee fondamentali ripetitivo, passando a una nuova forma di ordine, che si può definire moderna, e che si fece strada quando sorse il dubbio che l’ordine apparentemente inviolabile e onnicomprensivo fosse solo uno tra possibili altri. Questo significò da un lato una messa in libertà di forze, dall’altro lato la messa in movimento dell’ordine dato e la pluralizzazione. I problemi che si posero furono almeno due: da un lato un ordine che potrebbe essere anche un altro, sempre minato dal disordine, dall’altro si doveva trovare un nuovo fondamento all’ordine da costruire. L’umanesimo si è caratterizzato per aver cercato questo fondamento nella centralità assegna- ta all’uomo e al suo costante sforzo di manifestare la propria autonomia. Questo ha comportato un nuovo orizzonte di valori che si è articolato sull’ideale dell’autenticità: significa richiedere che ciascuno scopra il proprio, originale modo di essere che, per definizione, non può allora essere socialmente derivato, ma piuttosto generato dall’interno. Dopo la Rivoluzione francese questo ideale ha cominciato a saldarsi con la crisi della società gerarchica e con il subentrare, a livello socio-culturale, del primato della dignità, a cui sono andati connessi quello della libertà e la messa in rilievo del bisogno di riconoscimento. L’etica del riconoscimento recupera l’idea dell’autonomia del soggetto mentre la ripropone al di fuori del suo originario impianto soggettivistico: l’autonomia è autonomia nella relazione e grazie alla relazione, è ciò cui riescono a condurre appunto relazioni di riconoscimento riuscite. Ma se l’identità personale si costituisce relazionalmente, questo investe ciascuno di una grande responsabilità.. L.M. La relazione del professor Pierpaolo Triani al Convegno San Fiorenzo Sopra, il Coro degli immigrati cristiani Il tema conduttore del Convegno Ecclesiale della Parrocchia di quest’anno, l’Umanesimo inteso come attenzione e cura dell’uomo in tutti i suoi aspetti, poteva essere affrontato e approfondito in tanti modi. Tra i tanti momenti di riflessione e d’incontro che gli hanno dato forma quello che ha visto protagonisti gli immigrati cristiani nel tardo pomeriggio dell’11 ottobre si è contraddistinto per la modalità e le emozioni che ha suscitato: un concerto, vivo, sentito, di un coro che si è costituito per l’occasione ma che non mancherà di tornare ad esibirsi e di arricchire il repertorio delle canzoni cantate, nelle messe future. Ad esibirsi uomini, donne ed anche qualche bambino, provenienti da diversi paesi, già abituati ad incontrarsi in un percorso di spiritualità e di catechesi che dura ormai da tre anni e che li vede incontrarsi ogni mese presso il Centro Pastorale Scalabrini per pregare insieme, condividere momenti conviviali ed organizzare pellegrinaggi. Hanno scelto, con la guida paziente e tenace di Anna Maria Russo, che li ha accompagnati con la musica, testi e poesie del concerto: canti in lingua congolese, francese, spagnola, cantati con gioia e che hanno espresso il calore delle terre di origine. Le poesie alternate ai canti sono state anch’esse capaci di smuovere i sentimenti più profondi di chi era nel pubblico: parole di Madre Teresa di Calcutta, Nazim Hikmet ed altri poeti sul valore della vita, della gioia, del rispetto degli altri e della terra madre, con parole ricorrenti quali fratello, amicizia, amore, sogno, futuro, mondo nuovo e vita. Parole cariche di umanità, cantate da persone che con la loro presenza anche nella nostra Comunità cristiana mostrano un aspetto importante dell’Umanesimo cristiano che apre all’altro, alla differenza, per farne ricchezza e dare una luce diversa anche a temi di forte attualità quali l’immigrazione, spesso clandestina. La gioia e l’emozione di esibirsi per la prima volta, l’impegno messo nella preparazione che ha dato frutti di condivisione anche per il solo fatto di avere imparato le lingue di ognuno nei diversi canti, hanno lasciato nel pubblico, numeroso, una sensazione di gioia e di apprezzamento per questa bella esperienza di umanità. Silvia e Sandro Loschi EducazionE E umanEsimo cristiano Nell’ambito del convegno “San Fiorenzo”, il 7 ottobre si è tenuta una serata di approfondimento sul rapporto tra umanesimo cristiano ed educazione tenuta dal Professor Pierpaolo Triani della Università Cattolica di Piacenza. Alla serata sono correlate anche altre due iniziative proposte dalla Azione Cattolica Parrocchiale: la prima è una mostra che illustra un percorso di riflessione svolto dai giovani – adulti di AC dal titolo “umanesimo cristiano: fonte, percorso e culmine dell’educazione”; la seconda è dislocata lungo le vie della città che dai luoghi educativi di Fiorenzuola arrivano alla tenda, dove si possono incontrare volti e parole di educatori esemplari locali. Nel suo intervento Triani ha sottolineato che l’umanesimo cristiano non è una prospettiva culturale ma un atteggiamento di cura e di attenzione verso l’uomo considerato nella sua molteplicità di dimensioni e connessioni e che occorre rifuggire da visioni riduttive e banalizzanti. In base a questa visione Il Professor Pierpaolo Triani e la coordinatrice dell’incontro Alessia Lambri. l’uomo si percepisce come creato, che ha responsabilità di sé ma non si fa da solo; come Figlio; come fratello degli altri uomini, da qualsiasi parte provengano; come trascendente perché non è solo ma aperto al mistero di Dio; è integrale perché fatto di molteplici dimensioni; è dinamico perché coinvolto nella storia. Accogliere nell’orizzonte dell’umanesimo cristiano le sfide educative ci porta ad affrontare alcune questioni di fondo. La prima riguarda il senso stesso dell’educare: la rinuncia all’educare è impraticabile nei fatti perché anche il semplice regolare o il solo istruire veicolano dei significati. Allo stesso modo la rinuncia sarebbe impoverente dal punto di vista del significato esistenziale perché per vivere gli uomini hanno la necessità che sia suscitato in loro un desiderio di senso. Nell’umanesimo cristiano l’educazione diventa quindi un appello all’umanità dell’altro a “tirarsi fuori” attraverso una proposta di umanità buona. In secondo luogo occorre ribadire l’irriducibilità educativa ad un solo aspetto. Educare è un fatto complesso, è un intreccio di registri tenuti insieme dalla ricerca costante del bene dell’altro. La terza questione è il rischio di assumere sull’uomo uno sguardo ingenuo che nasconde la dimensione della fragilità propria dell’uomo, della sua fatica a realizzare il bene. Parlare di educazione nell’ottica dell’umanesimo cristiano significa sottolineare le risorse e le qualità della persona ma anche fare i conti con i limiti e le fragilità della storia umana. In conclusione Triani ha poi evidenziato alcuni temi che richiedono oggi una riflessione pedagogica secondo la prospettiva cristiana: la sfida dell’educare al dono di sé, all’apertura all’altro; pensare un futuro al plurale, perché l’uomo contemporaneo rischia di dimenticarsi degli altri nel presente e nel futuro; la libertà di coscienza; la dimensione della trascendenza perché sempre meno i ragazzi riescono a capire il linguaggio religioso e non riescono a leggere il mondo secondo un messaggio più grande. Alessia Lambri Convegno San Fiorenzo pag. 4 Spettacolo/testimonianza sulla figura di Don Oreste Benzi L’idea n. 11 Novembre 2014 “Ho trovato la mia strada del sole” NON SOLO ATTORI, MA TESTIMONI! LO "SCONTRO" ChE CONvERTE LA bAND “Dove abiti, Maestro? Venite e vedrete”: la testimonianza del Gruppo rock “The Sun” Un momento dei "The Sun" al Teatro Verdi. In dialogo, moderato da Emanuele Valla, con il pubblico, la manifestazione di un sincero e decisivo cambiamento di vita determinato dall'incontro con Gesù. (Sotto): L'udienza papale. Il gruppo teatrale dell'Associazione Giovanni XXIII che gira per l'Italia presentando con musiche, canti e recitativi le opere umanitarie di Don Benzi. Sabato 27 Settembre, all’auditorium Scalabrini, la comunità Papa Giovanni XXIII, ha presentato uno spettacolo/testimonianza sulla figura del fondatore, don Oreste Benzi. In scena sei musicisti e due attori professionisti che stanno portando in giro lo spettacolo in tutta Italia. È stato molto coinvolgente, anche perché chi aveva il compito di comunicare il don, sono persone che in realtà l’hanno veramente incontrato. Don Oreste, com’era solito fare, ha cambiato la vita anche a loro, ed è per questo che attraverso le diverse scene, si sono raccontati, nelle loro speranze e nella loro voglia di riscatto! Lo stesso giorno, a Rimini, alle 16,00 del pomeriggio, alla presenza del Vescovo Mons. Lambiasi, nella chiesa della Grotta rossa, dove don Oreste è stato parroco, si è dato inizio al processo per la sua beatificazione! Noi della sua comunità, siamo molto orgogliosi di questo, perché avendolo conosciuto e continuando a confrontarsi con i suoi scritti e interventi, pensiamo con certezza che don Oreste abbia molte cose da dire alla nostra società. La sua spiritualità che nasce dall’incontro con l’umanità ferita, gli ultimi, siano esse ragazze di strada, giovani, senza dimora, o tossicodipendenti, ci rimanda alla dignità profonda che abita ogni persona perché amata da Dio! Don Oreste ci ha richiamati a non andare dai poveri a fare assistenza, ma a condividere con loro la loro situazione, per poterli davvero incontrare, perché possa sorgere un dialogo autentico! “Non c’è chi salva e chi è salvato – diceva il don – ma ci si salva assieme”. Don Oreste credeva fermamente in questo! Ognuno di noi è dono per l’altro, e i più poveri hanno la missione più grande: rendere più umano il mondo! L’intuizione fondamentale del don è quella che il Signore ha pensato la famiglia come risposta per ogni uomo! In famiglia possono essere guarite tutte le ferite, e noi di questo con gioia grande, ne siamo testimoni ogni giorno. La Casa Famiglia Ognuno di noi, a un certo punto della vita, si chiede quale sia la propria strada. A questo proposito, la band dei The Sun ha raccontato, il 5 ottobre in un incontro al Teatro Verdi, di come la loro vita sia cambiata dopo aver sperimentato la fede in Dio. Tutto è cominciato da Francesco, il “leader” del gruppo, che non riusciva più a riconoscersi nello stile di musica della band. Si è accorto che nella sua vita mancava qualcosa. Sentiva di vivere una vita fasulla, come se portasse una maschera. Una maschera di qualcuno che non era lui. Qui allora, sono cominciati i dubbi, le domande, le incertezze. L’unico punto fisso, ha detto, erano i suoi genito- ri, che continuavano a sostenerlo. Proprio sua madre, vedendolo così, gli ha proposto di partecipare ad un’evangelizzazione e, nonostante lui inizialmente l’avesse snobbata, dopo un po’ ha deciso di provare. Quella è stata l’esperienza che gli ha cambiato la vita. Gianluca, definitosi “quello vecchio del gruppo”, ha evidenziato l’importanza della famiglia, e come il comportamento dei genitori sia molto simile a quello di Dio. La famiglia è proprio come il Signore. Dio bussa sempre alla tua porta. Se gli apri, ti amerà e renderà la tua vita splendida. Se non gli apri, lui ti amerà comunque. Dopo Francesco, anche il resto del gruppo si è convertito e si è lasciato abbracciare da quello che è l’amore di Dio. Non tutti nello stesso momento, perché ognuno era in una situazione differente, ma poi si sono messi in cammino insieme sulla strada del sole. Questo enorme cambiamento è avvenuto nel 2008, anno dal quale la band ha iniziato a scrivere solo canzoni in italiano, per esprimere al meglio ciò che sentivano. “Ognuno di noi – ha detto Francesco – ha un diamante dentro di sé, che viene riempito d’immondizia. Nelle notti di adorazione, Dio mi ha tolto pian piano tutta quella sporcizia”. Francesca Panza LA CACCIA AL TESORO DELLA SOLIDARIETÀ All’interno della carovana della carità, grazie ancora alla disponibilità degli scout, domenica 5 pomeriggio è stata organizzata per i ragazzi una caccia al tesoro adattata alla tipologia del nostro Convegno che aveva come titolo “… si prese cura di lui”. La dinamica del gioco consisteva nel gareggiare alla scoperta dei luoghi del disagio e della sofferenza della nostra città, come l’ospedale, la Casa protetta Verani, i Centri Disabili per infine arrivare a scoprire che il tesoro era ed è il volontariato. n. 11 Novembre 2014 L’idea La serata per gli sportivi CORPO E ANIMA: INSEPARABILI Può sembrare strana la testimonianza di due suore (una di clausura) in una serata dedicata allo sport come strumento di crescita. Ma chi ha partecipato all’incontro di apertura del convegno ha avuto il dono di ascoltare le parole di due donne che hanno scelto di abbandonare una carriera sportiva ad alto livello sui campi di basket nazionali e internazionali, per seguire la chiamata del Signore. Suor Oriana Milazzo ha voluto testimoniare la sua fede attraverso una lettera inviata dal monastero di Alcamo, dove ha deciso di intraprendere un percorso spirituale che la porterà a diventare suora di clausura. Giocatrice fino a pochi anni fa in serie A e in nazionale basket femminile, è cresciuta con il desiderio di diventare una campionessa, finché ha sentito la forte chiamata del Signore. Diversa, ma sportivamente altrettanto intensa, la testimonianza di suor Giovanna Biggi, che attraverso l’amicizia di spogliatoio ha portato la sua squadra di Parma dalle serie inferiori fino alla serie A e dalla promettente esperienza in nazionale, da quarant’anni, ha scelto di rispondere sì al Signore e dedicare la sua vita all’insegnamento. Buona è stata la partecipazione alla serata e significativi gli interventi che hanno sottolineato la valenza educativa dello sport, l’importanza di praticarlo con passione ed entusiasmo, ma sempre nel rispetto delle regole e soprattutto nel rispetto dell’altro. Emanuele Cabrini Convegno San Fiorenzo IL RADUNO DEI VOLONTARI DELLA COLONIA MARINA Domenica 28 settembre a San Genesio di Vigoleno si sono dati appuntamento i numerosi e ammirevoli volontari che da tempo con fedeltà e competenza seguono manutenzione, arredo e funzionalità della nostra Casa Maria Immacolata a Marina di Massa. Ultimamente l’impegno ha avuto momenti molto ardui per governare i momenti di passaggio tra la nostra gestione estiva e quella dell’anno scolastico dei cento studenti della Scuola Alberghiera. L’occasione di S. Genesio, con Messa e pranzo, ha avuto al centro il commosso ringraziamento per i tanti anni di premuroso servizio pag. 5 di Teresa ed Aurelio Corda. Non si tratta di una festa di congedo, ma per tutti un rinnovo di buoni propositi di proseguimento nella dedizione, ed in particolare per i coniugi Corda che giustamente fanno appello ad una maggiore collegialità nella direzione della Casa Maria Immacolata. Il gruppo ripreso davanti alla bella e restaurata chiesa di San Genesio a Vigoleno, dopo la celebrazione della Santa Messa di ringraziamento. DENTRO ALL’UMANESIMO CON LA FORZA DELLE DOMANDE La longilinea e spigliata Suor Giovanna Biggi ex nazionale di pallacanestro femminile, mentre offre la sua esperienza sportiva al Convegno di S. Fiorenzo. Per provocare e far pensare sul tema del Convegno di S: Fiorenzo di quest’anno fra i tanti metodi non è mancato quello delle video interviste. Son stati gli scout a porre alle persone incontrate le seguenti quattro domande: Dimmi quattro aggettivi con cui definiresti l’ESSERE Che cosa significa ESSERE UMANI? A cosa ti fa pensare la parola VERITÁ? Dà una definizione di LIBERTÁ Non è possibile riportare le molteplici risposte e neanche sintetizzarle, ma riteniamo utile aver manifestato a tutti gli interrogativi perché ognuno possa tentare di dare la sua risposta personale. IN PREGHIERA GOSPEL CON LE NEW SISTERS L’umanesimo nei canti religiosi nati dagli schiavi (dm) New Sisters trascinanti. Il concerto San Fiorenzo 2014 è stato affidato per la prima volta quest’anno al Gospel Choir piacentino battezzato “New Sisters” (nuove sorelle) perché si tratta di un gruppo vocale tutto al femminile. Le bravissime cantanti (dodici, a comporre una meravigliosa polifonia) si sono presentate in Collegiata con i caratteristici abiti blu e oro. Schierate ai piedi dell’altare, hanno cantato anche a cappella, senza base musicale, valorizzando al massimo l’acustica della Collegiata. Hanno saputo creare un clima fatto di ritmo, energia e al contempo di preghiera. Preghiera che sale dal cuore e raggiunge il Cielo. Ogni brano è stato illustrato e spiegato prima di essere eseguito. Un plauso a Nadia Plucani, corista prestatasi anche a presentare i brani, splendidi spirituals sia della tradizione sia contemporanei. Tanti i battiti di mani del pubblico, che si alza persino in piedi. Si eseguono tantissimi brani da un ricco repertorio (le Sisters hanno già all’attivo tre cd tutti con destinazione benefica). Tra gli altri: “Oh, when the saints” e ancora “Go down Moses”, “Hail holy queen”, “Give thanks”, “Shout to the Lord”. Al Signore non si levano, però urla ma canti che si fanno alti e forti, perché sono fatti insieme. Il concerto corale è stato l’ideale per fare da cornice a un premio corale, consegnato quest’anno alla Piccola Casa della Carità di Fiorenzuola e a tutti i suoi volontari. (foto Lunardini) Un momento del concerto del gruppo vocale delle "New Sisters" il 16 ottobre, nella nostra Chiesa Collegiata con un applauditissimo e ricco repertorio. Convegno San Fiorenzo pag. 6 Relazione di Paola Vacchina vicepresidente delle ACLI, al Convegno S. Fiorenzo IL LAVORO TRA DIRITTI E DOVERI Promozione e tutela della persona in tempo di crisi Ecco allora alcune delle proposte delle Acli: mobilità sostenibile e dignitosa, infrastrutture 2.0, ricerca e investimenti in ambito manifatturiero, agroalimentare, turistico, nel Made in Italy, Green economy…; nuovo welfare per nuovo lavoro, con un importante ruolo anche Roberto Agosti presenta la brava e competente relatrice Paola del terzo settoVacchina (vice presidente Acli) e introduce la serata. re. Ma dove “La crisi che stiamo liberismo economico senza drammaticamente vivendo regole e tra le altre cose trovare le risorse? Le possida ormai oltre sette anni è chiede un governo mondia- bilità ci sono: lotta seria una crisi economica e occu- le della finanza, segnalando contro l’evasione fiscale e pazionale, ma non dobbia- una distinzione tra il siste- la corruzione, un migliore mo dimenticare che nasce ma creditizio “buono” e la utilizzo dei fondi europei, una tassazione sostenibile da una crisi dei mercati fi- finanza speculativa”. É l’inizio della relazione delle rendite finanziarie, la nanziari, da una cultura della speculazione e dello della vicepresidente delle riduzione degli investimenti spreco che prevalevano e ACLI Paola Vacchina che in armi, una migliore e più ancora rischiano di preva- ci ricordava anche l’attuale trasparente amministraziolere sulla cultura e sui valo- rivoluzione tecnologica e il ne e gestione del denaro ri del lavoro e dell’intrapre- fenomeno della globalizza- pubblico... Venendo alla seconda sa buona. Se non lo ricor- zione. Da qui il preoccupante parte del titolo della reladiamo, non impareremo nulla da questi anni duri, dato sulla disoccupazione, zione, Paola sottolineava le per molti drammatici. Ecco soprattutto giovanile, il più due parole Promozione e Tutela. perché il magistero della grave di tutti... “Promozione: mi ha Il problema principale è Chiesa insiste tanto sulla finanza giusta che affronti il dunque oggi quello di torna- fatto pensare soprattutto tema della crescita delle di- re, come Paese, tutti insie- alla formazione e allo scollegamento tra scuola e seguaglianze causato da un me, a creare lavoro. mercato lavoro... Ma c’è una risposta positiva in Italia su questo tema: il sistema della IeFP, (Istruzione e Formazione Professionale) per la qualifica e il diploma, rappresenta il modello e la prassi nazionale più prossima ai migliori sistemi formativi europei, in termini di integrazione tra formazione teorica e pratica e di raccordo con il mercato del lavoro. Tutela: è oggi ancor più importante che in passato, perché molte persone sono indebolite, disorientate, a volte esasperate. Faccio solo un esempio: una recente ricerca del CEPA ci dice che sono molto diminuite le pratiche per vedersi riconosciuta una malattia professionale: si arriva a trascurare o mettere in pericolo la salute per timore di perdere il lavoro”. In conclusione Paola Vacchina ricordava che non esiste solo il lavoro retribuito, le professioni, i mestieri... “Esiste anche ad esempio tanto lavoro di cura, pensiamo alle nostre famiglie, alle donn soprattutto, ai nonni... E ricordiamo il lavoro volontario, nelle associazioni, nelle parrocchie... Anche questo lavoro ha grande dignità e valore e andrebbe valorizzato forse di più”. Roberto Agosti L’idea n. 11 Novembre 2014 Anche un film nel Convegno San Fiorenzo “WELCOME”: UN FILM CHE COMMUOVE E CONVINCE Sulla spiaggia di Calais da dove il giovane curdo partirà a nuoto nel tentativo di raggiungere la fidanzata in Inghilterra. Abbiamo rivisto con immutato interesse al Cinema Capitol di Fiorenzuola il pluripremiato film francese Welcome del 2009 che ha come soggetto l’odissea di un immigrato clandestino curdo iraqueno che attraversa tutta l’Europa per raggiungere l’Inghilterra. Lo scopo di questo avventuroso e drammatico viaggio non è per fuggire dalla miseria o dalla persecuzione, ma per raggiungere la fidanzata a Londra. Tra i tanti eventi del film ricordiamo i due più clamorosi: l’attraversamento a nuoto del Canale della Manica d’inverno con cattura e morte a cento metri dall’arrivo, e la comunicazione che la fidanzata è stata dal padre data in sposa a un ricco cugino in cambio della gestione di un ristorante. Il film, di 110 minuti, avvince e commuove senza interruzione. Porta fortemente l’attenzione alla situazione degli immigrati ed anche dei volontari che li aiutano. È giusto aiutare i clandestini? Le associazioni umanitarie e di volontariato debbono essere penalizzate? Questioni che spesso sono in forma di obiezione posti anche alla nostra Piccola Casa della Carità, come complice per l’arrivo di stranieri nella nostra città. Vogliamo sperare che il valore dell’umanesimo ancora ci impedisca di diventare disumani. DGV Per una solidarietà applicata alla realtà DES TACUM: SAPIDI E FRESCHI Una nuova formula per coinvolgere il cittadino medio E SE FOSSIMO NOI AD AVERE BISOGNO DEI POVERI! “… Si prese cura di lui …”, tema del convegno San Fiorenzo 2014, è certamente espressione delle attività di solidarietà della Casa della Carità di Fiorenzuola. Domenica 12 Ottobre nel tendone in piazza Molinari, nel corso di una tavola rotonda, guidata dal diacono Aurelio, sono stati presentati i vari servizi caritativi della PICCOLA CASA DELLA CARITÁ verso le molteplici forme di povertà. La Piccola Casa della Carità, è stata voluta da don Luigi Bergamaschi insieme al Consiglio Pastorale e alla Caritas, affinché si effondessero sentimenti di Giustizia e Carità, dal 1991 svolge ogni anno azioni di ascolto e di soccorso verso persone bisognose. “É il Signore che nei poveri ci dà appuntamento per nutrire il nostro rapporto con il Prossimo, specialmente il prossimo povero”, diceva don Luigi. Da oltre 20 anni sotto la guida di Don Gianni Vincini ed oggi con la direzione di Suor Luisa Gariboldi, la Piccola Casa si avvale dell’indispensabile presenza di oltre quaranta volontari. La famiglia che vive oggi una condizione di difficoltà è assistita con pacchi viveri (oltre I molteplici servizi offerti dalla Piccola Casa della Carità 5.000 borse viveri distribuite nel 2013); generi alimentari reperiti grazie alla collaborazione del Banco Alimentare, di COOP, Conad, del panificio il Vecchio Forno e dalle Collette Alimentari. La comunità poi risponde con generosità portando prodotti di prima necessità nei carrelli posti in Collegiata, al Centro Pastorale Scalabrini o recandosi direttamente alla Piccola Casa. Altro servizio cui giunge grande affluenza (1100 gli interventi nel 2013) è l’ambulatorio infermieristico: infermiere professionali, ora in pensione, si mettono a disposizione per inie- Beatrice Camoni porta la sua testimonianza di volontazioni, controlli della pres- riato alla Piccola Casa della Carità. sione arteriosa e piccole medicazioni. Anche il ser- grini di passaggio (oltre quando incontrano una pervizio docce e la mensa a 500 nei primi 9 mesi del sona che ha bisogno. Il parroco don Gianni mezzogiorno, (grazie ai 2014) in cammino per la chiude l’incontro: “Il cripasti giornalieri offerti via Francigena. Il Fondo straordinario di stiano di che cosa vive? dalla Biffi) sono uno strualle famiglie, Della Parola di Dio (altrimento per accogliere chi aiuto muore); della l’Associazione Ripartire menti vive nella miseria e senza (altrimenti dimora. La Casa della dall’ultimo e il Volontariato Eucarestia Carità cerca di dare soste- Vincenziano forniscono un muore); del Povero (altrigno anche a chi sta vivendo valido e determinante aiuto menti muore). Quindi, non sono i un momento delicato per la nell’opera di solidarietà poveri ad aver bisogno di salute, come i bambini car- umana ed evangelica. Dagli interventi dei noi, siamo noi ad avere diopatici e i loro familiari; La Piccola Casa offre anche volontari presenti alla tavo- bisogno dei poveri per salla rotonda è emerso che è varci”. un servizio di prima accoPietro e Claudia glienza e ospitalità per per- più quello che ricevono, Massera sone immigrate e per pelle- che quello che danno, Samuele Bertoncini presenta spirito e metodo finalizzati alla sobrietà del risparmio e alla cura delle relazioni. La serata del convegno di giovedì 9 Ottobre è stata dedicata alla cooperativa sociale piacentina di tipo B “D.E.S. TACUM”, che si occupa d’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e ha scelto di operare nel settore dell’Economia Solidale e della valorizzazione del territorio. Lo scopo era chiaro: dopo le dense relazioni tematiche degli incontri precedenti, occorreva vedere un po’ di solidarietà applicata concretamente alla realtà del lavoro e del consumo, oltre ad introdurre il pubblico a concetti, forse ancora nuovi in Parrocchia e a Fiorenzuola, di Cittadinanza e Consumo consapevole, di Economia Solidale, intesa anche come “economia che mette al centro le relazioni”, di Filiera corta, intesa come piccola distribuzione organizzata, di coinvolgimento del cittadino medio perché possa crescere come cittadino e consumatore consapevole. In una relazione condotta con uno stile semplice e lineare Samuele Bertoncini, coadiuvato dalla collega Eleonora, rappresentanti della Cooperativa, hanno presentato la struttura (leggerissima nei servizi) della Cooperativa, ne hanno descritto gli ambiti d’azione e le ricadute benefiche sul territorio e le persone, siano esse fornitori, lavoratori o utenti che vi ruotano attorno e soprattutto, hanno ribadito il valore dell’attenzione “alle persone e ai valori” anche in quei gesti tanto pratici e automatici (come il fare la spesa) della nostra vita quotidiana e solo apparentemente lontani dal concetto di “cura” che tutto il Convegno è andato sottolineando. Peccato per chi se li è persi. Mariateresa Azilli n. 11 Novembre 2014 “Si prese cura di lui” (Lc 10,35) è stato il filo conduttore della giornata della sanità del convegno San Fiorenzo. Ha aperto la giornata il nostro parroco Mons. Gianni Vincini ed ha introdotto la tavola rotonda Tino Testa, medico e già primario anestesista del nostro Presidio ospedaliero, proponendo l’immagine dell’’uomo ferito, umiliato, solo e dimenticato quale icona dell’uomo fragile del nostro tempo. Si sono succeduti i contributi di Lucia Signaroldi Assistente sociale operante nel mondo dell’infanzia che ha ricordato, come i bambini costituiscano l’anello debole della famiglia e spesso siano i primi a pagare un prezzo elevato in situazioni di crisi economica e culturale. Elena Borlenghi, Infermiera e coordinatrice di Assistenza domiciliare ha sottolineato come entrare nelle case delle persone per “prendersi cura” costituisca una grande opportunità e richieda sensibilità, delicatezza, e un profondo rispetto per le situa- L’idea Convegno San Fiorenzo La giornata del Convegno di San Fiorenzo dedicata agli ammalati PROFESSIONISTI E VOLONTARI NELLA RELAZIONE DI CURA Proficuo momento di dialogo e di confronto di esperienze zioni che si incontrano. Mauro Bonomini Medico di medicina generale e della struttura Verani Lucca, ha evidenziato come la solidarietà nell’ambito della cura in tempi di spending review possa tradursi con “la gente che cura la gente” inteso come interesse per il problema del mio vicino di casa, o del quartiere o di un collega. E infine Giuseppe Civardi, Medico e primario di Medicina generale del nostro Presidio ha utilizzato le parole di don Milani proponendo di passare dal we cure al we care, il m’importa, mi prendo cura di te che don Milani scrisse come motto per i suoi ragazzi nella scuola di Barbiana. Ha ricordato inoltre come nel dolore la persona tenda a chiudersi a isolarsi diminuendo il desiderio di relazione umana che invece in tanti momenti è più efficace di un farmaco. Ha concluso le riflessio- (foto Lunardini) I relatori della Tavola rotonda: da sinistra , il dott. Mauro Bonomini, l' infermiera Elena Borlenghi, l'assistente sociale Lucia Signaroldi, il dott. Tino Testa, Padre Adriano e il dott. Giuseppe Civardi. ni della mattinata il camilliano Padre Adriano sottolineando come il discorso sull’umanizzazione non riguarda solamente il mondo della salute bensì tutta la società. Umanizzare una realtà significa renderla degna della persona umana cioè coerente con i valori che essa sente come peculiari e inalienabili. Applicato al mondo socio sanitario umanizzare significa far riferimento all’uomo in tutto ciò che si compie per pro- muovere e proteggere la dignità della persona, e mantenere viva la tensione fra l’essere e il dover essere al servizio. Nel pomeriggio, il convegno è proseguito con il racconto di esperienze di cura provenienti dal mondo del volontariato. Ogni associazione ha scelto modalità proprie per raccontarsi e presentare la propria attività. L’Associazione “La Selce”, che raggruppa familiari di persone affette da disturbi psichiatrici, ha proiettato un interessante filmato realizzato dagli studenti dell’Istituto d’Arte Cassinari di Piacenza. L’associazione S. Vincenzo ha presentato l’esperienza del doposcuola attraverso un quaderno ricco di disegni realizzati dai bambini sul tema del prendersi cura.Il gruppo Agape, associazione di volontariato parrocchiale, ha utilizzato immagini di momenti gioiosi (feste e vacanze) condivise coi ragazzi disabili. A.fa.di, associazione famiglie disabili, attraverso foto e testimonianza diretta, ha ricordato l’importanza dei volontari a supporto delle famiglie. L’Avis ci ha ricordato come l’atto del donare sangue sia in Italia totalmente gratuito e frutto dell’impegno di volontari che collaborano con le istituzioni. Il gruppo Gaps volontari che operano presso il pronto soccorso, ha sottolineato l’arricchimento pag. 7 umano che deriva dal mettersi disposizione degli altri. La Pubblica Assistenza di Fiorenzuola forte del suo lungo radicamento sul territorio, ha presentato la sua preziosa attività a favore di chi soffre e l’impegno educativo nelle scuole. L’Associazione volontari ospedalieri (Avo), attraverso testimonianze dirette ha ricordato il valore di un sorriso, di una carezza per alleviare la solitudine, di cui spesso soffrono i degenti ospedalieri. L’Unitalsi, infine ha portato una testimonianza diretta di Marco, che nella sua esperienza di malattia ha trovato conforto e amicizia nei viaggi a Lourdes. Fabrizio Mariani, ha concluso la giornata, evidenziando, la quantità di bene che permea la nostra città, attraverso tutte le esperienze di volontariato raccontate, evidenziando in particolare come la vera ricchezza di una comunità, non è tanto quella economica, ma quella relazionale e di aiuto reciproco. Giuliana Masera LA MESSA DI SAN FIORENZO Il 6 Ottobre nella chiesa delle Carmelitane di Piacenza La devozione al Santo Patrono Fiorenzo nel cero del Sindaco e nei ceri delle realtà associative ed aziendali LA PROFESSIONE EREMITICA DEFINITIVA DI FRATEL DEVIS Il Sindaco Giovanni Compiani offre il tradizionale cero al Santo Patrono attraverso le mani del vescovo Mons. Gianni Ambrosio. Dopo il sindaco anche tanti rappresentanti di Associazioni e di Aziende hanno portato ceri che sono poi stati depositati ai piedi di San Fiorenzo. Una tra(foto Lunardini) dizione che ha non meno di mille anni e che non cala di tono e di partecipazione. Come l’anno scorso anche quest’anno l’offerta correlativa viene devoluta alla Piccola Casa della Carità. IN PELLEGRINAGGIO A RAVENNA ALLA TOMBA DEL CARDINAL TONINI In una solenne concelebrazione nel giorno della festa di San Bruno, monaco certosino, nella chiesa del convento delle carmelitane di Piacenza, il vescovo Mons. Gianni Ambrosio ha accolto e confermata la scelta eremitica definitiva di don Devis Rocco a conclusione dei cinque anni di sperimentazione. Ora don Devis è sacerdote diocesano eremita secondo quanto previsto dall’articolo 603 del Codice di Diritto Canonico. Durante la S. Messa, dopo il canto delle litanie dei santi con queste parole Fratel Devis ha espresso la sua definitiva vocazione: Io, fratel Devis Rocco, per rispondere degnamente alla chiamata del Signore nostro Gesù Cristo e servirlo nella vita eremitica diocesana in una più rigorosa separazione dal mondo, nel silenzio della solitudine, Fratel Devis pronuncia promessa e voti davanti al Vescovo nella festa del certosino San Bruno. nell’assidua preghiera e penitenza a lode di Dio e per la salvezza del mondo, davanti a Lei Mons. Gianni Ambrosio, vescovo della nostra diocesi di Piacenza Bobbio, faccio voto a Dio di povertà, castità e obbedienza per sempre, secondo la Piccola Regola di Vita, la Tradizione dei Padri d’Oriente e d’Occidente e il diritto proprio della San- ta Madre Chiesa”. Le monache con il loro suggestivo canto, i confratelli preti concelebranti, l’eremita Paola e tanti amici hanno con commozione ed edificazione animato la liturgia. L’eremo di Fratel Devis ha sede nella ricuperata canonica di Montezago di Lugagnano. DGV Anno scolastico 2014/2015 I MERAVIGLIOSI REMIGINI L'annuale augurio e festa organizzata dall'AGE (dgv) Sabato 20 settembre con parroco, 20 fiorenzuolani ed altri settanta della diocesi guidati dal Vicario Generale mons. Giuseppe Illica siamo andati in pellegrinaggio a Ravenna per visitare l’Opera Santa Teresa dove per quasi quarant’anni visse il Cardinale Ersilio Tonini e la sua tomba in Cattedrale. Se in vita la scelta abitativa fu molto umile come locali e come compagnia, dopo morte invece, per volontà della diocesi, il sepolcro risulta molto nobile e monumentale nell’austero complesso della sua Cattedrale. La gradinata antistante la scuola sembra fatta apposta per mettere in ordine fotografico la folla di "remigini" che cominciano la nuova avventura scolastica. una folla che porta il futuro cosmopolita a Fiorenzuola. (foto Lunardini) pag. 8 L’idea Città n. 11 Novembre 2014 TOURNÉE PAPALE DEL CORO VALLONGINA SI RIPARTE… FORZA RAGAZZI! Con la partecipazione al Convegno-Pellegrinaggio organizzato dalla Diocesi di Roma 27 Settembre, Sabato pomeriggio, Santa Messa in Santa Maria Maggiore; in serata, concerto in San Giovanni in Laterano. La mattina dopo, Domenica, Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Pietro in Vaticano celebrata da Papa Francesco, quindi processione fino alla grotta della Madonna di Lourdes nei Giardini Vaticani. Questa, in poche parole, la sintesi di una tre giorni che il Coro Vallongina ha condiviso con molte altre corali per un totale di circa 1500 cantori partecipanti al Convegno - Pellegrinaggio “Cantare la Fede”. Dalle parole di Papa Francesco: “Gioire ed esultare sempre nel Signore! Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede… vivere la fede con gioia, e questo si chiama ‘cantare la fede’.” “La musica a servizio della Liturgia e dell’Evangelizzazione” era il tema del Convegno organizzato dal Coro della Diocesi di Roma il cui direttore, Mons. Marco Frisina, è autore di molti dei canti liturgici che accompagnano anche le nostre Messe. Il Coro Vallongina, direttore don Roberto Scotti, ha condiviso questa gita – pellegrinaggio con altri cantori provenienti da Fidenza e da Piacenza, e con amici accompagnatori. Il nostro direttore ha concelebrato la Santa Messa con Papa Francesco e con altri 50 sacerdoti; una viva commozione ci ha pervaso quando Papa Francesco si è intrattenuto anche con don Roberto, alla fine della celebrazione. Bilancio positivo, per il Coro Vallongina, che in questa speciale occasione ha rinsaldato i legami di amicizia specialmente con i coristi del Coro San Donnino di Fidenza con il quale esiste un assiduo scambio di collaborazione. Franco Ceresa Domenica 28 settembre a Besenzone apertura dei gruppi di catechesi delle Superiori Non un' "armata brancaleone", ma una bella compagnia di giovani unita e guidata nel fine, articolata nei gruppi e con educatori di riferimento. Presso la parrocchia di Besenzone, dopo aver giocato tutti insieme, sono stati presentati a ogni gruppo gli educatori responsabili, tutti coadiuvati da don Alessandro Mazzoni. Per la I superiore Emanuele Pighi, Isabella Cocciolo, Maria Periti e Marco Sgorbani. Per la II-III Cristina Giacobbi, Barbara Burgazzi, Silvia Venturini, Luca Fedeli e Nicolò Miserotti. Per la IV-V Giovanni Rizzi, Francesca Villantieri, Luigi Fedeli e Barbara Vernillo. La serata si è conclusa godendo della squisita ospitalità di don Giancarlo Plessi che ha offerto alla truppa ottimi chisolini e deliziosi spiedini. Un’educatrice EMERGENZA PULLMINO Qui a lato, Papa Francesco si intrattiene cordialmente con don Roberto Scotti alla fine della S. Messa; in alto, un gruppo di coristi in versione turistica, sulla scalinata di Trinità dei Monti. BUONI E DI VALORE I BISCOTTI DI SAN FIORENZO Dopo il successo dell’anno scorso, anche quest’anno nella ricorrenza del Patrono San Fiorenzo, cui è intitolato l’Oratorio, sono stati preparati i biscotti chiamati appunto di San Fiorenzo. Più di mille confezioni sono state vendute dagli educatori dell’Oratorio e da alcuni ragazzi delle Superiori nel fine settimana dal 17 al 19, all’uscita delle varie Messe. Un grazie speciale per le mamme dei ragazzi che frequentano l’Oratorio, che coordinate dall’instancabile Elisabetta Villa, hanno dedicato alcune serate alla preparazione dei biscotti. Il ricavato dell’iniziativa è andato a favore delle attività dell’Oratorio che, quest’anno, grazie al contributo dell’anno scorso ha provveduto al rifacimento dei bagni della Casa Giovanni XXIII. Federico Franchi Per questo numero grazie anche a: Roberto Agosti, Maria Teresa Azilli, Emanuele Cabrini, La Casa Famiglia, Carla Danani, un’Educatrice delle Superiori, Fausto Fermi, Federico Franchi, Alessia Lambri, Silvia e Sandro Loschi, Fabio Lunardini Fotografo, Giuliana Masera, Pietro e Claudia Massera, Donata Meneghelli, Gian Franco Negri Fotografo, Francesca Panza, Marco Storti, Gabriella Torricella. La parrocchia si trova nella necessità di acquistare un nuovo pullmino. È APERTA UNA SOTTOSCRIZIONE AFFIDATA ALLA GENEROSITÀ DI TUTTI. Le offerte si possono versare direttamente ai sacerdoti, in segreteria, dove saranno rilasciate le ricevute, oppure tramite bonifico bancario sul conto corrente IT48O0623065310000030117949 indicando come causale EMERGENZA PULLMINO.