Comments
Transcript
Premio Mantero X e XI edizione Anni accademici 2010
“Architectum ego hunc fore constituam, qui certa admirabilique ratione et via tum mente animoque diffinire tum et opere absolvere didicerit, quaecunque ex ponderum motu corporumque compactione et coagmentatione dignissimis hominum usibus bellissime commodentur”. “Architetto chiamerò colui che con metodo sicuro e perfetto sappia progettare razionalmente e realizzare praticamente, attraverso lo spostamento dei pesi e mediante la riunione e la congiunzione dei corpi, opere che nel modo migliore si adattino ai più importanti bisogni dell’uomo”. Leon Battista Alberti, De Re Aedificatoria, ca. 1450, Prologo. “… un’opera, ogni volta che appare, è una scuola di visione; essa educa lo sguardo, impercettibilmente, a scoprire delle configurazioni o degli accordi che, prima di essa, non erano stati percepiti… Certo si può rifiutare all’arte quello che si rifiuta alla vita: uno stesso collapsus rischia allora di trascinare l’una e l’altra nella propria rovina… E col passare degli anni le ‘arti fittizie’ hanno finito col sostituire le arti tout court”. Jean Clair, Critica della modernità, 1983. Formazione al mestiere, al ministerium Le difficoltà che l’architettura incontra nell’inquadrarsi entro gli ordinamenti universitari sono evidenti e manifeste fino dai primi passi (da Boito, a Giovannoni, fino agli anni Sessanta-Settanta). “Ben presto non so più cosa sono venuto a fare in questa solitudine tirata a cera, che sa di tempio e di salotto, di cimitero e di scuola… Sono venuto per istruirmi, per cercare l’incanto, o per compiere un dovere e rispettare le convenienze?”. Quante volte domande simili al provocatorio interrogativo di Paul Valéry, in visita a un museo, sono prepotentemente emerse nel corso delle ricorrenti crisi delle scuole di architettura? La formazione dell’architetto comporta la ricerca di un delicato equilibrio tra preparazione culturale e abilità pratica, tra consapevolezza critica e competenza tecnica, il tutto entro quella capacità di invenzione che colloca l’architettura tra le arti: immaginare sapendo riconoscere, incorporare i saperi nell’attitudine a fare (non subire). Esempio paradigmatico è la storia dell’architettura, che, per il progettista, diviene ‘le architetture della storia’. Propriamente, anzi, non si tratta di equilibrio ma di un ‘impasto’. Per questo è così difficile codificare la ricetta adatta, poiché non basta affidarsi alla scelta ponderata degli ingredienti. Parafrasando una celebre massima della Gestalttheorie, “il tutto è più della somma delle singole parti”. Essa può essere tradotta nell’affermazione che il concorso delle diverse discipline si attua non per sommatoria o per addizione, ma per integrazione e sintesi di contributi, in rapporto al tema individuato, al di fuori di ogni riduzionismo. Nel campo dell’architettura, la condizione attuale pare dominata dagli effetti indotti dalle stesse modalità di comunicazione, che spostano i fini del progetto dalla forma costruita alla sola immagine. Si determina così una serie di fratture sulle quali è in corso da qualche tempo un dibattito ampio e articolato. In questa sede occorre soprattutto mettere in luce la scissione che si è compiuta nel momento in cui gli strumenti e le tecniche – di costruzione, di gestione e controllo delle procedure, di rappresentazione – si sono resi autonomi, architettura civile Premio Mantero X e XI edizione Anni accademici 2010-2011 e 2011-2012 Architetto chiamerò colui… Angelo Torricelli Il concetto di ‘opera’ deve essere posto al centro della discussione intorno alla formazione dell’architetto. Con una precisazione: in architettura si definisce opera, di certo, quella realizzata, ma anche il progetto, con il suo valore autonomo. Resta comunque l’identificazione dell’architettura con l’opera, in rapporto alla realtà e ai ‘bisogni dell’uomo’. Questo fondamento etico dell’architettura impedisce che prevalga l’inclinazione verso le ‘arti fittizie’ che pure sembrano, in generale, prendere il sopravvento nell’attualità, basti pensare alla pittura, alla scultura, alla musica, ma anche a conclamati orientamenti dell’architettura. Oltre che di un fondamento etico, si tratta, però, di un obbligo nei confronti del problema del ‘come poter fare’, di rogersiana memoria. All’architetto è necessaria la ‘padronanza delle più alte discipline’ entro un quadro critico e sintetico volto all’operatività e, insieme, all’assunzione di responsabilità. Tale sottolineatura risulta indispensabile oggi, mentre ovviamente non lo era per l’Alberti, che prendeva le mosse dal riferimento alla bottega-atelier, quale ambito di produzione, custodia ed elaborazione di conoscenze e pratiche; dunque luogo di formazione al mestiere. Numero 11/12/13, 2015 Sommario Architetto chiamerò colui… Angelo Torricelli (pag. 1) Identità di una scuola Paolo Portoghesi (pag. 2) Arte del gioco e libertà creativa Francesca Bonfante (pag. 7) ... Senza pietre non c’è arco Elsa Garavaglia (pag. 8) Progetti di Laurea per il Premio Mantero X edizione (pag. 10) Progetti di Laurea per il Premio Mantero XI edizione (pag. 34) Architettura Civile Numero 11/12/13, 2015 Premio Mantero X e XI edizione Anni accademici 2010-11 e 2011-12 A cura di Francesca Belloni e Elvio Manganaro Direttore: Angelo Torricelli Coordinamento redazionale: Luca Monica, Raffaella Neri Comitato scientifico: Francesco Cellini (Università degli Studi Roma Tre), Claudio D’Amato Guerrieri (Politecnico di Bari), Susanne Komossa (TU Delft), Eleonora Mantese (Università IUAV di Venezia), Bruno Messina (Università degli Studi di Catania), Uwe Schröder (RWTH Aachen) Blind-review I testi e le proposte di pubblicazione che pervengono in redazione sono sottoposti alla valutazione del comitato scientifico-editoriale, secondo competenze specifiche e interpellando lettori esterni con il criterio del blind-review Progetto grafico: Luca Monica, Giovanni Luca Ferreri Impaginazione: Laboratorio Informatico di Architettura ABC, Politecnico di Milano Traduzioni: Michael Levy Segreteria di redazione: Elena Ciapparelli mail: [email protected] Il Premio Mantero, giunto alla undicesima edizione, è destinato alle migliori tesi di laurea della Scuola di Architettura Civile. È dedicato a Enrico Mantero (1934-2001), architetto, studioso, docente di Composizione Architettonica e fondatore, fra i primi, della Scuola di Architettura Civile. The Mantero Prize, now in its eleventh year, awards the best graduation thesis of the School of Civil Architecture. It is dedicated to Enrico Mantero (1934-2001), architect, scholar, professor of Architectural Composition and founder, among the first, of the School of Civil Architecture. Architettura Civile Scuola di Architettura Civile Politecnico di Milano Via Durando 10, 20158 Milano Rivista di architettura Pubblicazione quadrimestrale, Aut. Tribunale di Cuneo, n. 643 del 19/11/2012 Direttore responsabile: Angelo Torricelli In copertina e in retrocopertina: Fritz Schreiber, studenti del Bauhaus sui balconi dell’edificio atelier, Dessau, 1931-32, fotografie della serie “Dessau Bauhausköpfe”. On front and back cover: Fritz Schreiber, students of the Bauhaus on the balconies of the building studio, Dessau, 1931-32, photographs from the series “Dessau Bauhausköpfe”. © Tutti i diritti riservati a Araba Fenice, Boves 2015 Araba Fenice, via Re Benvenuto 33, 12012 Boves (CN) www.arabafenicelibri.it [email protected] ISSN 2281-5996 Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi riproduzione, anche parziale a uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata dall’editore, è vietata. Finito di stampare nel mese di giugno 2015 presso Graphot - Torino 56