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NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING LA PROFESSIONE DEL CRISTIAN COACHING Cos’è che rende Cristiano il Coaching? Sebbene la crescita spirituale non sia il "fine ultimo" del Coaching, il coach non ha paura di affrontare problemi e questioni spirituali. Nel Coaching secolare, si sente spesso fare riferimento all’Universo e non è raro trovare dei coach che si basano su filosofie New Age o spiritualità orientali. Nel mondo cristiano, il Coaching è considerato una novità, tuttavia Gesù stesso faceva spesso delle domande efficaci e si potrebbe dire che utilizzasse modelli di Coaching. Il Coach Cristiano affronta le stesse tematiche del Coach secolare, utilizzando alcune delle stesse tecniche e terminologie. Come gli altri coach, si affianca a quei clienti che cercano il cambiamento per aiutarli ad andare avanti con la vita. Tuttavia l’interesse del Coach Cristiano è di aiutare il cliente a cercare e scoprire la visione di Dio per la sua vita. Come Gary Collins afferma nel suo libro, “Christian Coaching", “Il Coaching Cristiano è l'arte e la pratica del rendere capaci gli individui e i gruppi a spostarsi da dove si trovano a dove Dio vuole che essi siano." Il Coach Cristiano si affianca al proprio cliente per aiutarlo a discernere quello che Dio sta facendo nella sua vita e la direzione in cui lo sta guidando. Il Coach Cristiano desidera che il suo cliente possa raggiungere il potenziale e gli obiettivi che Dio ha per lui nella vita. DEFINIZIONE “In generale, si definisce coaching il processo attraverso il quale si aiutano individui e gruppi di persone a raggiungere il massimo livello delle proprie capacità di performance” (Robert Dilts- Il manuale del coach) Il termine coach deriva dall’inglese “coche” che corrisponde al moderno “wagon” (carro) o “carriage” (carrozza), quindi allude all’idea di trasporto. Il coach è dunque un veicolo di cambiamento, di crescita: trasporta una o più persone da uno stato di partenza alla meta desiderata (la vittoria nel caso sportivo, il raggiungimento di determinati obiettivi, come trovare lavoro o acquisire nuove quote di mercato, nel caso del coaching personale o aziendale). Si è soliti pensare al coach come all’allenatore sportivo ed in effetti il coach allena le menti dei coachees (clienti) a divenire più consapevoli e quindi sviluppare le proprie potenzialità in vista del miglioramento delle performance. In tal senso il coach è stato definito anche come un “facilitatore del cambiamento”. 1 NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING Attraverso un’attività di osservazione, ascolto, feedback e stimoli precisi il coach aiuta un individuo o una squadra a realizzare i propri progetti, contribuendo, in tal modo, alla crescita dei soggetti. CENNI STORICI Il coaching nasce in America negli anni ’80 e successivamente si diffonde in Europa soprattutto nelle sedi delle multinazionali americane. Negli anni ’90 anche le società europee, soprattutto quelle di orientamento commerciale ricorrono al coaching, per motivare la propria struttura di vendita in periodo di recessione. Negli ultimi anni si è man mano sviluppata una maggiore sensibilità nei confronti di questo servizio, che viene considerato uno dei migliori investimenti nel campo delle risorse umane, poiché offre maggiori garanzie d’efficacia rispetto alla formazione classica. TIPOLOGIE Esistono diverse forme di coaching, Personal o life coaching: è un rapporto one to one, (uno a uno) in cui il coach sostiene un individuo nella propria crescita personale, attraverso la definizione e realizzazione di progetti di tipo personale o professionale. Sport coaching : il coach collabora con lo staff tecnico e gli atleti, occupandosi essenzialmente della preparazione mentale di questi ultimi al fine di predisporli ad affrontare al meglio la competizione sportiva. Business coaching: è rivolto al conseguimento di obiettivi professionali sia individuali che di gruppo (corporate coaching). Comunque esistono vari tipi di coaching: • Life Coaching (vita) • Business Coaching (affari) • Health Coaching (salute) • Financial Coaching (finanze) • Career Coaching (carriera) • Relationship Coaching (relazioni) • Leadership Coaching (responsabilità) • Ministry Coaching (ministero) 2 NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING FINALITÀ DEL COACHING Qualunque sia il suo obiettivo finale, elevare le performance (lavorative-sportive) del singolo o di un gruppo, creare un team solidale e vincente, facilitare l’assunzione di un nuovo ruolo ecc., l’obiettivo principale del coaching è promuovere lo sviluppo della leadership personale del coachee. Ciò è infatti preliminare al conseguimento di qualsiasi altro obiettivo; in altre parole, il coach promuove in primo luogo la crescita della persona per favorire poi quella del professionista. A tal proposito Robert Dilts distingue un coaching con la C maiuscola (quello che lavora sull’identità) da quello con la c minuscola, ovvero quello che si concentra esclusivamente sul comportamento per promuovere performance più elevate. Uno dei presupposti del coaching è che il successo in ogni attività è dato per l’80% dalla psicologia e per il 20% dalla tecnica. Per questo motivo durante tale percorso l’attenzione è rivolta a valori, credenze ed regole di vita del soggetto, con l’intento di renderlo maggiormente consapevole di quali siano i fattori che limitano le proprie performance e su quali far leva per innescare un processo di miglioramento. IL METODO Il cristian coach crede: • Il primo luogo il coaching non si concentra sul passato alla ricerca di cause, anzi è rivolta alla definizione di obiettivi e quindi al conseguimento di risultati. • Il coaching crede che ”Non esistono fallimenti, ma solo risultati”, “Se si vuole capire si deve agire, disponiamo già di tutte le risorse che ci occorrono”, oppure siamo in grado di procurarcele”,”Ogni comportamento ha uno scopo”, “Siamo noi a creare la nostra realtà. • Il coach appare poi particolarmente adatto per affinare le capacità di osservazione ed ascolto, indispensabili per l’attività di coaching. • Per entrare in rapporto con il proprio cliente il coach utilizza le seguenti tecniche. - La calibrazione che consiste nell’individuare lo stato d’animo dell’interlocutore prestando attenzione al suo linguaggio non verbale. - Il ricalco che significa venire incontro all’interlocutore, entrando in relazione con lui e stabilendo affinità a livello conscio ed inconscio, verbale e non verbale (cercando di usare le stesse parole e gli stessi gesti). Il bravo comunicatore è colui che riesce a ricalcare la persona che ha di fronte dicendo: “Ti capisco perché io sono come te”. Inoltre, durante la fase di feedback il coach fa uso della tecnica dell’ancoraggio, per incoraggiare e favorire la riproduzione di un determinato comportamento positivo o liberarlo da atteggiamenti e stati emotivi negativi. 3 NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING Ancorare significa legare uno stimolo (visivo, uditivo, cinestesico) ad una determinata azione o stato emotivo. Chi domanda guida Un altro dei presupposti del coaching è il seguente: è il cliente che ha le risposte (il coach ha “solo” le domande). Tale presupposto deve essere ben chiaro fin dall’inizio. È bene che il cliente venga informato del fatto che egli sarà protagonista attivo di questo percorso e che il coach non dispenserà giudizi e consigli, bensì solleciterà il cliente con domande ben calibrate al fine di condurlo ad operare scelte consapevoli. Le domande più efficaci sono del tipo: che cosa…soggetto… verbo positivo al futuro Tali domande permettono al cliente di focalizzarsi sugli obiettivi. Le domande con come si focalizzano sul modo in cui raggiungere gli obiettivi, le domande con quando sui tempi di realizzazione. È preferibile evitare le domande con perché, in quanto esse si focalizzano sul passato, che è scarso interesse per il coaching. Tale percorso è infatti orientato a trovare soluzioni piuttosto che spiegazioni e cause. IL CERCHIO DELLA VITA Questo esercizio viene solitamente posto all’inizio del percorso di coaching ed è al tempo stesso utile per il coach per conoscere meglio il cliente e per quest’ultimo per divenire maggiormente consapevole della propria situazione attuale. Il coach invita il cliente ad indicare il suo livello di soddisfazione per ciascuno dei settori della vita, dandosi un voto da 0 a 10 per ogni “spicchio” dove 0 rappresenta una situazione infernale, la peggiore immaginabile e 10, al contrario, la situazione ideale, il massimo al quale è per lui in quel momento umanamente possibile aspirare. Il cliente deve poi indicare il proprio voto sullo spicchio corrispondente, considerando il centro del cerchio come lo 0 e la circonferenza come il 10. Alla fine si otterrà un’immagine di questo tipo, una ruota che nessuno vorrebbe applicare alla propria macchina. 4 NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING Ruota della vita Lavoro Rapporto coppia Famiglia 1Salute/fisico Amicizia/diver@mento salute/fisico Emozioni Mente/Spirito /Fede Amicizia/diver@mento Rapporto coppia Lavoro Finanze Famiglia Emozioni Finanze Fede/Spirito/Mente Ruota della vita Lavoro Rapporto coppia Famiglia 1Salute/fisico Amicizia/diver@mento salute/fisico Emozioni Mente/Spirito /Fede Amicizia/diver@mento Rapporto coppia Finanze Famiglia Emozioni Fede/Spirito/Mente 5 Lavoro Finanze NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI A questo punto si passa alla definizione degli obiettivi, che appartengano a ciascuno dei settori sopraelencati. In un primo momento è possibile utilizzare la tecnica del brainstorming, elencando tutti gli obiettivi che vengono in mente. In secondo momento si passa alla definizione della cosiddetta top ten, ovvero i dieci obiettivi che si intendono attuare entro 1 anno. (Meglio se tali obiettivi appartengono ai vari ambiti della vita). LA TOP TEN DEGLI OBIETTIVI 1___________________________________________________________________ 2___________________________________________________________________ 3___________________________________________________________________ 4___________________________________________________________________ 5___________________________________________________________________ 6___________________________________________________________________ 7___________________________________________________________________ 8___________________________________________________________________ 9___________________________________________________________________ 10__________________________________________________________________ Il coach si accerta che gli obiettivi definiti dal cliente possiedano tutti i requisiti sopraelencati. LE CREDENZE LIMITANTI Il coach chiede al cliente quali siano i motivi che gli hanno impedito di raggiungere tali obiettivi. Questo è un momento particolarmente delicato, poiché emergeranno tutte le credenze limitanti del soggetto (non me lo merito, non sono capace, le mie condizioni sociali me l’hanno impedito, la gente non mi capisce, ecc) che dovranno essere sostituite con credenze potenzianti. È bene che il cliente sia consapevole dell’importanza di possedere questo tipo di credenze e quale forza esse possano esercitare su di lui. LA PERSONA CHE VOGLIO ESSERE Un’altra domanda fondamentale è “Quale tipo di persona sarai quando avrai conseguito quegli obiettivi?”. Il coach invita il cliente a comportarsi come se già fosse quel tipo di persona, a vivere come se avesse già raggiunto quegli obiettivi. Cerca di fargli pregustare il momento della realizzazione degli obiettivi, facendo leva su tutte, questo al fine di mettere il cliente nello stato emotivo più produttivo. 6 NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING IL DECALOGO DEL BUON OBIETTIVO Il coach ricorda al coachee le caratteristiche che rendono un obiettivo realizzabile, deve essere specifico, definito e misurabile, con una scadenza espresso in positivo, fattibile, motivante, obiettivo espresso in forma scritta non in contrasto con i propri valori immaginabile condivisibile con gli altri suddivisibile in sotto obiettivi intermedi. IL PIANO D’AZIONE Il coach supporta il cliente nella definizione di un piano d’azione spingendolo a definire i passi intermedi necessari per raggiungere il risultato desiderato. In alcuni casi può essere utile definire i vari passi a ritroso partendo dal risultato e tornando alla situazione di partenza. GLI OSTACOLI AL CAMBIAMENTO: LE ABITUDINI Nella definizione di un piano d’azione emergerà la necessità di assumere nuovi comportamenti, di acquisire nuove abitudini. Le abitudini sono il maggiore ostacolo al processo di crescita, sono tutti quei comportamenti a cui il soggetto è ancorato e che gli impediscono di ottenere gli obiettivi desiderati. Il coach spinge il cliente ad uscire dallo stato di sicurezza garantito dalle abitudini, dalla propria zona di confort per sperimentare nuovi comportamenti che lo porteranno a conseguire i propri risultati. Le resistenze al cambiamento saranno molteplici. Il cliente metterà in atto una serie di autosabotaggi più o meno consci che il coach dovrà riconoscere e saper fronteggiare, impedendo al cliente di perdere il focus dai propri obiettivi. PRIMA COACH DI SE STESSO Norman Schwarzkopf disse: Non potete aiutare qualcuno a scalare una montagna senza avvicinarvi voi stessi alla meta. Gen. H. Norman Schwarzkopf Il coach non è necessariamente un esperto di ogni settore, non è necessariamente un campione sportivo, tuttavia deve essere un leader di se stesso, deve cioè aver sperimentato su di se il percorso di crescita sopradescritto, definendo un piano di obiettivi coerente con il proprio sistema di valori e possedere credenze di successo. 7 NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING I benefici del Coaching (alcuni esempi): • • • • • • • • • • • • • Sviluppare capacità musicali, di leadership, di saper parlare in pubblico, ecc. Scoprire sogni e passioni Raggiungere obiettivi specifici Ritrovare i propri valori e metterli in pratica. Saper gestire le cose in modo diverso Capacità di costruire una squadra Sbloccarsi e liberarsi del linguaggio negativo verso se stessi. Maggiore concentrazione Migliore capacità di comunicazione Più fiducia in se stessi Aumento delle prestazioni Maggiore efficienza e gestione del tempo Scoprire il proprio scopo Qualità di un buon coach • • • • • • • • • • • • • Consapevole dei propri valori Sta accrescendo la consapevolezza di sé stesso Sta sempre imparando Guarda in avanti Realisticamente ottimista Entusiasta al cambiamento Orientato all’azione Flessibile Coraggioso abbastanza da essere schietto Sensibile verso le persone Genuinamente interessato Affidabile e rispettato Impegnato a valutare e migliorare la propria prestazione di Coach - Gary Collins, autore di "Helping Others Turn Potential Into Reality: Christian Coaching" 8 NEW UNIVERSITY DEL CRISTIAN COACHING Il Credo dei Cristian Coaches. 1. Il coach deve mantenere professionalità e riservatezza con i propri clienti. 2. Il coach deve essere chiaro sulla relazione di Coaching, incluso il processo di Coaching, i prezzi, i rimborsi, le aspettative e le garanzie. 3. Il coach deve essere pienamente presente, o nel momento, con il proprio cliente. 4. Il coach deve ascoltare il cliente con attenzione, senza distrazioni. 5. Il coach deve saper fare domande aperte ed efficaci per stimolare il pensiero. 6. Il coach deve evitare di dominare la conversazione e parlare di se stesso. 7. Il coach deve concentrarsi sul presente e sul futuro, non sul passato del cliente. 8. Il coach deve stimolare la consapevolezza, la responsabilità e il cambiamento. 9. Il coach deve essere un tifoso e saper incoraggiare. 10. Il coach parla in modo diretto e amorevole, offrendo riscontro e sfide periodiche. 11. Il coach assiste il cliente nel definire gli obiettivi e pianificare i passi da fare. 12. Il coach gestisce il progresso e la responsabilità del cliente 9