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Patatine fritte e acrilamide
CIBO E SALUTE L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme per la probabile cancerogenicità dell’acrilamide Patatine fritte e acrilamide Da qualche tempo insegno chimica ambientale in un corso post– diploma, durante l’intervallo mi capita di osservare con molta frequenza studenti che sgranocchiano patatine fritte, prelevate dal distributore presente nell’atrio della scuola. Quando provo ad interloquire sui possibili rischi di un’alimentazione che include quotidiane dosi di tali prodotti, gli atteggiamenti variano dal qualunquismo (“di qualcosa bisogna pur morire”) all’attenzione (“che cosa possiamo fare?”). Prof. Carmelo Bruno Già insegnante di chimica (ITI Buonarroti – Trento) temperature di 120° o più alte, ad esempio friggendo, cuocendo al forno o arrostendo. L’acrilamide è stata trovata in patatine fritte, biscotti, crackers, crostini di pane, cereali per la prima colazione, patate arrosto, pop corn, caffè ecc. serie di odori, sapori e colori, tipici del cibo cotto, e anche di acrilamide!! La concentrazione di acrilamide nei cibi dipende: – dal tipo alimento – dalla temperatura e dal tempo di cottura – dalla quantità dell’amminoacido asparagina. Bene. Partiamo dal 2002, anno in cui esce una ricerca effettuata nell’Università di Stoccolma e pubblicata su Journal of Agricultural and Food Chemistry (prestigiosa rivista americana, su cui sono pubblicati anche gli articoli dei ricercatori di San Michele). In essa veniva riportata una sorprendente scoperta riguardante la formazione di acrilamide negli alimenti durante i processi di cottura che arrivano a Come si forma l’acrilamide? Essa si forma nella reazione tra un amminoacido (asparagina) e uno zucchero come glucosio e fruttosio. È una reazione chimica che porta alla formazione di una ha creato una commissione per approfondire rischi e possibilità di intervento. La Commissione Europea ha varato un progetto chiamato HEATOX (Sostanze tossiche negli alimenti generate dal calore – identificazione, caratterizzazio- TERRA TRENTINA 10/2008 L’acrilamide è dannosa per la salute? L’Organizzazione mondiale della sanità 43 CIBO E SALUTE ne e riduzione dei rischi) che ha confermato, in una memoria del 2007, che: – l’acrilamide presente negli alimenti può rappresentare un fattore di rischio per il cancro; – è possibile ridurre i livelli di acrilamide nei cibi, ma non è possibile eliminarli. Lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato, già nel 1994, l’acrilamide nel Gruppo 2°. Cosa vuol dire? Le sostanze del Gruppo 2A sono PROBABILI CANCEROGENI per l’uomo. Significa che c’è inadeguata evidenza di cancerogenicità nell’uomo, ma sufficiente evidenza di cancerogenicità negli animali da esperimento. TERRA TRENTINA 10/2008 Cosa fare per ridurre la concentrazione di acrilamide negli alimenti? La Confederazione delle industrie degli alimenti dell’Unione Europea ha pubblicato “Istruzioni per l’acrilamide” rivolte alle industrie, al fine di ridurre la formazione di tale sostanza negli alimenti prodotti industrialmente. Inoltre i ricercatori hanno modificato geneticamente le patate per ridurre la quantità di zuccheri (essenziali per la reazione di formazione dell’acrilamide) e sono intervenuti anche nei geni responsabili del controllo dei livelli di asparagina (l’altro componente essenziale). 44 A casa nostra cosa possiamo fare? L’Agenzia per la sicurezza alimentare britannica, considerando che l’acrilamide è una sostanza genotossica (capace di danneggiare il DNA) e cancerogena sugli animali, dà alcuni suggerimenti operativi per ridurla al minimo: – se le patate fresche vengo- no messe a mollo nell’acqua per almeno 30 minuti prima di essere fritte, la presenza di acrilamide si riduce del 70%; – evitare di conservare le patate in frigo, ma tenerle a temperature maggiori di 8°C (temperature basse favoriscono l’aumento degli zuccheri); – intervenire sulla modalità di cottura: le patate fritte devono essere “dorate piuttosto che bruciate” (la concentrazione di acrilamide aumenta con l’aumentare dell’imbrunimento). Le maggiori quantità di acrilamide si formano negli strati esterni più scuri. C’è anche la buona notizia!! Un’indagine condotta dall’Istituto “Mario Negri” ha analizzato alcuni studi sui tumori del tratto digerente, di laringe, ovaio e mammella, condotti in Italia e Svizzera. Da essa risulta che i consumatori abituali di patatine fritte o arrosto (che costituiscono la principale fonte di acrilamide) non hanno aumentato il rischio di contrarre il tumore. Questa indagine, naturalmente, non assolve il frequente consumo di patatine fritte da altri ri- schi per la salute, come obesità, malattie cardiovascolari e metaboliche. Non per rovinare lo stato d’animo dei mangiatori di patatine fritte, ma, per completezza, ricordiamo che, nonostante la buona notizia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a considerare l’acrilamide un potenziale pericolo per la salute e insiste sul fatto che i consumatori di grandi quantità di cibi fritti, arrostiti o al forno possono avere un incremento di rischio di cancro. Ciò vuol dire che nessuno studio è fonte di verità assolute, ma è l’insieme degli studi che dobbiamo tenere presente per tutelare adeguatamente la nostra salute. Vogliamo concludere ricordando che se è vero che in alcuni cibi ci possono essere sostanze potenzialmente cancerogene, è anche vero che in altri alimenti, in particolare nella frutta e nella verdura, abbiamo abbondanti quantità di ANTIOSSIDANTI, che sono sia il vero scudo antimissile nei confronti di tutte le sostanze potenzialmente dannose sia la vera “fonte dell’eterna giovinezza”.