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E gli americani dissero: E gli americani dissero:
Cultura CORRIERE DI COMO I MARTEDÌ 16 GENNAIO 2007 IL a storia della fine di Benito Mussolini (nella foto, il luogo dell’esecuzione) è stata in parte rivista dopo l’apertura degli archivi dell’Office of Strategic Services (Oss, il servizio segreto degli Stati Uniti d’America tra il 1942 e il 1945) e dello Strategic Services Unit (Ssu, antesignano della Cia, attivo tra il 1945 e il 1946). I documenti, conservati nel National Archives and Records Administration (Nara) di College Park, nel Maryland, sono stati desecretati tra il 1999 e il 2000 dal presidente Bill Clin- L DOCUMENTO di DARIO CAMPIONE Mussolini fu ucciso poche ore dopo la cattura per evitare che gli alleati, e in particolare l’Oss, i servizi segreti americani antesignani della Cia, portassero in salvo il prigioniero strappandolo di mano ai partigiani e al Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (Clnai). La tesi da sempre sostenuta da gran parte della storiografia italiana, ha trovato probabilmente una conferma inoppugnabile in una serie di documenti riemersi dopo decenni dal National Archive di College Park, cittadina del Maryland a una ventina di km a nord di Washington DC. Si tratta di alcuni cablogrammi spediti dalle autorità Usa ai dirigenti del Clnai nelle ore immediatamente successive alla cattura del capo del fascismo a Dongo, avvenuta com’è noto il 27 aprile 1945 tra Musso e Pianello del Lario. E di tre relazioni top secret scritte da agenti Oss e consegnate ad Alan Dulles, capo del controspionaggio americano con un ufficio a Berna, nella neutrale Svizzera. A trovare, tra le migliaia di carte del National Archive, quelle relative alla fine del duce è stato, tra il 2002 e il 2005, Mario J. Cereghino, giornalista e collaboratore della cattedra di Storia contemporanea dell’Università di Torino. «I documenti su Mussolini erano conservati dentro la cartella “Dulles” - racconta Cereghino - Oltre ai cablogrammi vi sono tre grossi memorandum, scritti dopo il 28 aprile 1945 dagli agenti Oss per la Lombardia e indirizzati appunto al capo del controspionaggio Usa in Europa», lo stesso che nelle frenetiche ore successive alla cattura del capo del fascismo aveva avuto l’incarico dal governo di Washington di condurre le trattative - segrete - con il generale Cadorna per la consegna di Mussolini. «Il principale riferimento di Dulles - spiega Cereghino - era l’agente Donald Jones, numero in codice “441” (Dulles era invece individuato dal “110”) che aveva avuto l’ordine di prelevare Mussolini e di condurlo a Berna». Com’è noto, Mussolini era già sfuggito agli americani nel settembre del ’43 con la famosa fuga dal Gran Sasso. Una delle clausole segrete della resa firmata a Cassibile il 3 settembre (ma resa nota soltanto cinque giorni dopo) prevedeva proprio la consegna del duce agli alleati. «Si comprende come Dulles non volesse fallire nuovamente in questa missione - dice Cereghino - e quale fosse la pressione dei vertici militari e politici Usa sul loro uomo a Berna». Questa volta il progetto, ha scritto Vincenzo Vasile, è di «trasferire il prigioniero a Firenze, o più probabilmente a Caserta, dove avevano sede il comando alleato e soprattutto l’Oss. Lì Mussolini sarebbe stato “interrogato”» dagli americani e, probabilmente, trasferito su un’unità navale della Us Navy. Le cose andarono diversamente dal previsto. Nei tre memorandum degli agenti segreti Usa - centinaia di pagine che Cereghino ha fotocopiato integralmente - si parla diffusamente della richiesta delle autorità americane al Clnai di rilasciare il capo del fascismo e del tentativo, inutile, del controspionaggio Usa di conoscere il luogo in cui Mussolini era custodito. «Uno dei tre rapporti, datato primo maggio 1945, è stilato da Giorgio Dessì e Salvatore Guastoni, due ufficiali di Marina inviati da Lugano a Dongo (via Oria) con l’obiettivo preciso di trattare la consegna di Mussolini. Nel memo- ton, “costretto” in qualche modo a questa mossa dalla pressione fortissima esercitata dalla comunità ebraica statunitense, alla ricerca della documentazione necessaria a risalire ai gerarchi nazisti che sul finire della guerra spogliarono dei loro averi milioni di ebrei europei. L’archivio di College Park custodisce approssimativamente 600.000 documenti riguardanti tutto lo scacchiere internazionale. I faldoni relativi all’Italia sono stati oggetto di una lunga ricerca condotta da Mario J. Cereghi- 13 no, giornalista e collaboratore della cattedra di Storia contemporanea dell’Università di Torino. Dopo l’apertura degli archivi di College Park sono stati pubblicati in Italia, tra gli altri, due libri che trattano l’attività dell’Oss sul territorio nazionale: “Come nasce la Repubblica”, di Nicola Tranfaglia (Bompiani) e “Storia segreta della Sicilia”, di Giuseppe Casarrubea (Bompiani). Tra i documenti utilizzati nella nostra ricostruzione: “Gli ultimi giorni del fascismo”, di Candiano Falaschi (Ed. Riuniti). I PERSONAGGI tutto chiariti e il cui corpo non fu mai ritrovato (così come non fu mai recuperato il cadavere della compagna di Canali, Giuseppina Tuissi “Gianna”, anche lei assassinata su ordine dei dirigenti del Pci di Como). Secondo quanto raccontato da Aldo Lampredi nel suo memoriale del 1972, fu proprio “Neri” a tenere in custodia il duce. Soltanto lui, e forse Michele Moretti (oltre ai due partigiani lasciati a guardia del prigioWalter Audisio “Colonnello Valerio” niero e ai dirigenti della feGuidò il commando partigiano spedito a Como dal Clnai per derazione), sapevano della fucilare Mussolini. Dopo la guerra divenne deputato del Pci casa De Maria. E fu “Neri” che accompagnò a Giulino la delegazione comunista spedita da Luigi Longo nella notte del 27 aprile con l’ordine di fucilare Mussolini. «Cosa importante che seppi - scriveva Lampredi 35 anni fa nel rapporto consegnato alla segreteria nazionale del Pci - fu che commissario [politico] della [52ª] Brigata [Garibaldi] era Michele Moretti, il quale Michele Moretti “Pietro” fra l’altro sapeva dove eraCommissario politico della 52ª Brigata Garibaldi, fu tra i no stati trasportati in notgiustizieri del capo del fascismo a Giulino il 28 aprile 1945 tata Mussolini e la Petacci. Anche “Neri” (rag. Luigi Canali) capo di Sm della formazione, era al corrente del posto perché l’aveva indicato lui. [Dante] Gorreri e [Giovanni] Aglietto sapevano questi particolari perché la mattina presto, Moretti e “Neri” erano venuti in federazione (vecchia sede) per informare e chiedere istruzioni, che non furono date perché si disse che ocLuigi Canali “Capitano Neri” correva sentire Milano». Partigiano e dirigente del Pci, fu il “custode” del Duce nella Ma “Milano” aveva già denotte tra il 27 e il 28 aprile. Fu ucciso dai suoi compagni ciso. E adesso è chiaro anche il motivo. Nella notte tra il 27 e il 28 aprile, il Clnai aveva ricevuto dagli americani tre cablogrammi con richieste sempre più pressanti. L’ultimo, il numero 86, datato 28 aprile, è tassativo: «L’autorità alleata desidera subito informazioni sulla dislocazione di Mussolini e ordina che [lo stesso] sia trattenuto per un immediato trasporto al comando Guiseppina Tuissi “Gianna” alleato». Agli agenti Oss Compagna di Canali, anche lei assassinata su ordine dei dirigenti che devono recapitare il cadel Pci di Como. Il suo corpo non fu mai recuperato blo al generale Cadorna viene anche ricordato: «Vi sono state impartite istruzioni per accertare dove [Mussolini] sia custodito e di notificare il suddetto ordine ai partigiani che risulterebbero tenerlo prigioniero. Questo messaggio ha la massima priorità». La risposta, il giorno dopo, è laconica. «Misrandum - dice ancora Cereghino - è con- velenato. Poi rivela un particolare curiosione fallita», scrive in codice l’agente “Balso - dice Mario J. Cereghino - Sul tavolo servato persino il loro lasciapassare». dwin”. I partigiani hanno già fucilato il duce Aggiunge Vasile: «Le intimazioni dei della cucina della casa in cui il duce tranel pomeriggio del 28 aprile, a Mezzegra. servizi segreti statunitensi, respinte dal scorse le ultime ore della sua vita c’era Comitato di Liberazione per l’Alta Ita- un grosso coltello che non è stato più trolia, di cui facevano parte tra gli altri il vato». Qualcuno pensa che il duce possa IL PRIMO MEMORIALE generale Raffaele Cadorna, comandante essersene impadronito per tentare un’ultima, disperata fuga. Ma in capo del Corpo Volontari LE TESTIMONIANZE non ci sono conferme in tal della Libertà, Luigi Longo, senso. Nessun accenno, nel Sandro Pertini, Leo Valiarapporto di Donald Jones, ni, miravano con ogni proalla doppia fucilazione o albabilità più che a uno scopo «Soltanto gli archivi del Pci potranno dire la la cosiddetta “pista ingle“umanitario” a un obiettivo “verità” sulla fine di Mussolini». L’hanno se”, quella cioè che sosteneeminentemente politico: sostenuta in tanti, questa tesi. Da Renzo De va come l’esecuzione di Giusottrarre la gestione del doFelice a Richard Collier, da Frederick Deakin a lino fosse stata una messinpo-Liberazione» alle forze Franco Bandini. E quando dagli archivi del scena e come il capo del fapolitiche antifasciste, in Partito Comunista, nel gennaio 1996, spuntò scismo fosse stato invece quel momento (e fino al fuori il memoriale scritto da Aldo Lampredi e ucciso da un agente inglese 1947) unite da un patto policonsegnato, il 22 maggio 1972, ad Armando I CABLOGRAMMI mandato sul Lago di Como a tico oltre che militare. Cossutta, molti dissero che la parola fine poteva recuperare il comprometDulles incassa controvoessere finalmente pronunciata. Non era vero, tente carteggio di Mussoliglia una nuova sconfitta. come spesso accade nella storiografia. Ma quelle ni con il primo ministro di Subito incarica l’agente pagine di “Guido” indirizzate a Cossutta, eletto Sua Maestà britannica, sir “441” di recarsi sul posto e di in segreteria dopo il congresso del 13-17 marzo Winston Churchill. stilare un rapporto. Donald 1972 (lo stesso che incoronò Enrico Berlinguer a I documenti recuperati da Jones arriva a Dongo e Giucapo del Pci), erano ricche di novità. E alla luce Cereghino nell’archivio nalino già il 29 aprile, parla con delle scoperte recenti, molto attendibili. zionale di College Park, e in i testimoni, incontra chi ha Lampredi parlava infatti di «molte difficoltà» particolare i cablogrammi assistito alla fucilazione dovute «all’attività svolta dai vari servizi segreti spediti al Clnai con la ridei gerarchi in piazza e va e da altri personaggi per salvare Mussolini e chiesta di immediata consegna del duce anche in casa De Maria. consegnarlo agli alleati». E di come l’ordine di Il 30 maggio, l’agente “441” consegna a alle forze alleate, spiegano (e confermafucilare Mussolini fosse giunto direttamente da Dulles un memorandum. «Nella rico- no) poi un altro elemento chiave di tutta Longo ad Audisio la sera del 27 aprile, «a un’ora struzione degli avvenimenti, Jones rivela la vicenda. Vale a dire, il ruolo di primo abbastanza tarda». Quando cioè, ma questo si è tra le altre cose che in casa De Maria piano svolto da Luigi Canali, il “Capitano saputo soltanto adesso, gli americani avevano già Mussolini disse di non volere bere o man- Neri”, dirigente comunista ucciso dai “bussato” alla porta del Cln dell’Alta Italia. giare nulla, forse per paura di essere av- suoi stessi compagni per motivi mai del E gli americani dissero: Dateci Mussolini Ecco perché il Duce non fu salvato LA FINE DEI GERARCHI In piazza a Dongo furono fucilati in 15 Il 28 aprile 1945, mentre Mussolini e Claretta Petacci venivano giustiziati sulla strada di Giulino di Mezzegra, a Dongo i partigiani fucilavano altri 15 uomini, gerarchi e militari della Repubblica Sociale: Alessandro Pavolini, segretario del Pfr; Francesco Barracu, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri della Rsi; Fernando Mezzasoma, ministro della Cultura popolare della Rsi; Augusto Liveran, ministro delle Comunicazioni della Rsi; Ruggero Romani, ministro dei Lavori pubblici della Rsi; Paolo Zerbino, ministro dell’Interno della Rsi; Luigi Gatti, ex prefetto di Milano, segretario di Mussolini; Paolo Porta, segretario del Partito Fascista di Como; Idreno Utimperger, comandante della Brigata nera di Empoli; Nicola Bombacci, giornalista, ex deputato del Pci; Pietro Calistri, capitano dell’Aeronautica Militare della Rsi; Goffredo Coppola, rettore dell’Università di Bologna; Ernesto Daquanno, direttore dell’Agenzia Stefani; Mario Nudi, impiegato della Confederazione fascista dell’Agricoltura; Vito Casalinuovo, colonnello della Gnr, ufficiale d’ordinanza di Mussolini. Con loro moriva anche Marcello Petacci, ucciso mentre tentava la fuga. L’agente “441” Donald Jones descrive i fatti del 28 aprile E “Baldwin” rispose: «Missione fallita» Quando Cossutta chiese la “verità”