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Un cuore solo e un`anima sola Lectio
Un cuore solo e un'anima sola Atti 4,32-5,11 Don Alberto Lectio Articolazione del testo: • 4,32-35: sommario sul tema della comunione • 4,36-37: un esempio positivo di comunione • 5,1-11: un esempio negativo di comunione (in due scene parallele) 4,32 – un cuore solo e un'anima sola: Luca offre la visione di una comunità dove tutto è luce, purezza,verità, amore, una descrizione coerente con tutta la narrazione precedente che mostra la bellezza della Chiesa di Gerusalemme. Il binomio “cuore e anima” è chiaramente biblico (Dt 4,29 / 6,5 / 10,12...; Gs 22,5; Tob 13,6; Ger 32,41; ecc.) ed indica l'uomo che si mette con totalità davanti a Dio, completamente a suo servizio, avendo Dio come misura per ogni scelta della propria vita. Così questa comunità non è semplicemente un gruppo di buoni amici: il legame che unisce i credenti è la comunione, la fede, la conversione che si apre a tutti, simpatici o meno. È un legame che parte da Dio (Gv 17,21-22), non dalla buona volontà degli uomini. 4,33 – davano testimonianza della resurrezione: questa testimonianza non è data solo con la predicazione esplicita del vangelo (At 2,14-36; 3,11-26; 4,8-12), ma anche con gesti di carità (At 3,1-10), con la preghiera (At 4,23-31) e con la vita fraterna (At 2,42-47; 4,3235). Necessariamente la vita di unità rende testimonianza alla risurrezione di Gesù, perché senza la presenza viva di Gesù vivo non sarebbe possibile vivere in unità. 4,34 – nessuno tra loro era bisognoso: si compie la promessa di Dt 15,4: quello che il popolo si attendeva all'entrata nella terra promessa, si compie ora nel nuovo popolo di Dio. I frutti che saziano la vita non sono più attesi dalle vigne e dagli oliveti di Israele, ma dalle opere buone dei credenti (Mt 7,17-20). – quanti possedevano case o campi li vendevano: la comunità è molto radicale, mette in pratica le parole di Gesù: “vendi quello che possiedi e dallo ai poveri” (Mt 19,21). In questo modo i discepoli continuano nel mondo la presenza del Maestro. 4,35 – lo deponevano ai piedi degli apostoli, poi veniva distribuito: la carità non è affidata a spontaneismo, ma viene vissuta in modo organizzato nella comunità, fidandosi del discernimento degli apostoli. Ognuno ha il suo ruolo e il corpo è in armonia (1Cor 12,14-30). 1 4,36 – Giuseppe soprannominato Barnaba: il gesto di quest'uomo viene consegnato alla storia e dopo duemila anni ancora viene ricordato (cf. la donna in Mt 26,13): infatti “la carità non avrà mai fine” (1Cor 13,8). 5,1 – un uomo con sua moglie: dopo la situazione ideale presentata nei primi capitoli del libro, vediamo ora che il male fa irruzione nella comunità cristiana: non semplicemente come male subito (persecuzioni), ma come male commesso (peccato)! Questa pagina è tanto atroce quanto inaspettata e giunge in modo brusco. Una coppia, la menzogna, l'ingannare Dio e la morte come punizione: tutto ciò evoca il peccato originale (Gn 3). Come Adamo ed Eva portarono il peccato nella creazione e con il peccato la morte, così Anania e Saffira portano nella nuova creazione che è la Chiesa il peccato e la morte. Questo episodio sta alla storia del cristianesimo, come la caduta originaria sta alla storia dell'umanità. Si pareggiano i conti: se nell'Eden l'iniziativa era attribuita alla donna, ora invece viene dall'uomo. 5,3 – Satana ti ha riempito il cuore: sotto le apparenze del bene (l'offerta deposta dai coniugi ai piedi degli apostoli) si nasconde un atteggiamento dominato da egoismo, che lacera l'unità di cuore: il cuore diviso di Anania e Saffira ha dato spazio a Satana, il divisore per eccellenza. Non basta fare un'elemosina, per compiere un gesto di carità. 5,4 – l'importo della vendita non era forse a tua disposizione?: il peccato non è quello di aver trattenuto una parte del ricavato (cosa che era ammessa: ognuno decideva quanto dare alla comunità e quanto tenere per sé), ma aver mentito a Pietro, ai fratelli, a Dio stesso. La menzogna è motivata dall'orgoglio, dall'idea assurda che anche nella vita della fede è importante essere sempre al primo posto, in cima alla classifica: Anania e Saffira ci tenevano a fare la bella figura di Barnaba, pur non essendo capaci della sua stessa generosità. – non hai mentito agli uomini, ma a Dio: nell'Eden,essendo la creazione segno e sacramento di Dio, nessuno poteva compiere un atto di appropriazione sulla creazione (Gen 3,6: prese del suo frutto) senza offendere Dio stesso. Nella nuova creazione che è la Chiesa, nessun può rendersi indipendente dalla comunità senza separarsi contemporaneamente da Dio stesso. Anania non aveva nessuna intenzione di mentire a Dio, ma chi rompe l'unità della Chiesa necessariamente mente anche a Dio. 5,5 – Anania cadde a terra e spirò: se lo Spirito è vita, il prendersi gioco di lui è morte; se la carità è vita, la mancanza di carità è morte. 5,8 – è a questo prezzo che avete venduto il campo?: la domanda di Pietro offre a Saffira l'occasione per pentirsi, raccontare la verità, svelare l'inganno, in modo che la donna avrebbe potuto salvarsi. Infatti non c'è alcun peccato che non possa essere perdonato, se si esprime il necessario pentimento: chi si ostina nel proprio peccato resta nella morte, chi dal peccato grida verso Dio ottiene la vita (cf. Lc 7,47 ecc...). 5,11 – un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa: nella Bibbia il timore accompagna ogni situazione in cui si riconosce un intervento divino: più che sintomo di paura, il timore esprime la consapevolezza dell'uomo che l'agire di Dio è sempre più alto, più giusto, imprevedibile, provvidenziale. Meditatio • È bene iniziare il lavoro personale mettendomi davanti a Dio con una domanda, chiedendo al Signore ciò che voglio, tenendo nelle mie mani un desiderio che mi sta accompagnando: questa preghiera arriva in un momento preciso della mia vita e deve inserirsi lì. • Oltre ai suggerimenti scritti qui sotto, posso “viaggiare” nella Bibbia usando i passi paralleli, per approfondire i versetti dove trovo più gusto, lasciandomi guidare dalla mia domanda. • Non mi importa fare tutto, leggere tutto, capire tutto: ciò che conta è gustare in profondità, fermarmi su quelle parole che mi danno pace, ispirazione, consolazione. Dare testimonianza. Quali sono gli ambiti di vita dove risuona la mia testimonianza cristiana? Dove invece potrei fare di più? Gli stili della testimonianza sono molteplici: annuncio, carità, preghiera, vita buona; come li vivo? 2 Ai piedi degli apostoli. Qual è il mio rapporto con l'autorità? Mi fido della persone che la Chiesa mi mette accanto? Faccio discernimento sulla mia vita con l'aiuto di una guida spirituale? Satana ti ha riempito il cuore. È stato uno choc vedere come il peccato si fosse insinuato in una comunità piena di Dio, redenta da Cristo, santificata dallo Spirito. Se oggi ci fosse una piccola comunità di cristiani, uomini e donne, famiglie e consacrati, tutti dediti alla carità e alla testimonianza missionaria, che condividono la preghiera e la fraternità, quale spazio potrebbe esserci al suo interno per il peccato e la divisione? Quanto più grande è la missione nel mondo, tanto più si impone l'identificazione a Cristo: in una simile comunità un peccato anche piccolo diventa molto grave, perché chi dovrebbe rivelare Dio lo nasconde; chi dovrebbe esserne testimone, diventa occasione perché Dio sia negato! Quale la mia responsabilità? In che modo ostacolo la sincerità e la comunione? Se divido la comunità, sono già morto. Hai mentito a Dio. Purtroppo non muore in me l'idea assurda che anche nella vita della fede è importante essere sempre al primo posto (Mc 9,35 e 10,43-44). Sono veramente così sincero da apparire come sono, da voler essere conosciuto fino in fondo così come sono? Spesso guardo a me stesso mettendomi in una luce migliore, mento a me stesso e agli altri, recito una parte. Un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa. Viene meno una visione utopistica ed esaltante della Chiesa, per lasciare spazio ad una concezione più sobria e realistica: la Chiesa è santa, ma fatta di peccatori; il nostro tempo è “già” e “non ancora”, abbiamo già la salvezza, la Grazia, lo Spirito, la vita nuova, ma non ancora in pienezza, in modo definitivo e sicuro. Il mio cammino è nell'alba, in attesa del giorno pieno: conosco ancora il pericolo, l'ansietà, la tentazione, il peccato. Quando la Chiesa mi appare mondana o non evangelica, come reagisco? Giudico, mi dissocio, chiudo gli occhi, mi sento corresponsabile? Come impegnami personalmente in modo sobrio e fedele, nella povertà del mio quotidiano? Oratio Ringrazio per ciò che il Signore mi dice e mi fa capire. Gli chiedo: “Signore, cosa devo fare?”. Gli dico il mio affetto, prego per i miei cari, per il mondo intero. Quando le parole non bastano all’amore, rimango in silenzio. Posso pregare con i salmi: 133/132; 34/33; 51/50; 130/129; 120/119. Collatio La Parola di Dio è rivolta a tutta l’umanità e non può essere tenuta solo per me: il frutto della mia preghiera diventa a sua volta Parola per i fratelli e le sorelle. L'atteggiamento resta quello dell'ascolto senza giudizio. Ipotesi per i prossimi appuntamenti: At 6,1-7: il gruppo dei sette At 10: Pietro e Cornelio At 15,5-21: il “concilio” di Gerusalemme At 20,17-38: addio di Paolo agli anziani di Efeso At 26,2-23: racconto di Paolo al re Agrippa Bibliografia: D. ATTINGER, Atti degli apostoli: la Parola cresceva..., Magnano 2010, Edizioni Qiqajon D. BARSOTTI, Meditazione su Gli atti degli apostoli, Brescia 1977, Editrice Queriniana G. ROSSÉ, Atti degli apostoli, Introduzione, traduzione e commento, Cinisello Balsamo 2010, Edizioni 3