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carezza - Il Filo di Arianna
Terzo modulo CAREZZE E COPIONI DI VITA CHE FAME! Le persone hanno tre bisogni (FAMI) fondamentali: stimoli carezze struttura Le carezze Una "carezza" è una unità di riconoscimento, una risposta al nostro bisogno fondamentale di riconoscimento da parte degli altri. Non importa se lo stimolo è piacevole o spiacevole: ciò che è indispensabile per il bambino è di avere contatti fisici (una carezza negativa è meglio dell’assenza di carezze). Da adulti si sostituisce il bisogno di contatto fisico con altre forme di riconoscimento sociale. La mancanza di stimoli emotivi e sociali attiva una catena biologica che, attraverso uno stadio di apatia, giunge fino a stati degenerativi (la fame di stimoli = fame di cibo!) Le carezze Da varie osservazioni e ricerche si desumono pertanto le seguenti “regole”: - l’essere umano ha bisogno di riconoscimento - le carezze sono il segno di riconoscimento nella relazione con l’altro - una carezza negativa è meglio dell’assenza di carezze (si tende ad usare le carezze negative come carezze positive da cui si sviluppano emozioni parassite e il copione) Tipologie di carezze Le carezze possono essere: Esterne – Interne Verbali - Non Verbali Positive - Negative Condizionate - Incondizionate Tipologie di carezze - esterne (quelle che si ricevono da un’altra persona e soddisfano la maggior parte del nostro bisogno di stimolazioni; all’inizio solo fisiche poi simboliche) - interne (quelle che partono dai ricordi, fantasie, idee; modi solitari e interiori di soddisfare la fame di stimoli; cfr. “bollini”) Tipologie di carezze verbali: "Ti voglio bene“ non verbali: gesti, espressioni del volto … Positive (percepite come stimoli piacevoli; trasmettono il messaggio “tu sei ok” e suscitano benessere, “caldo morbido”): "Mi piaci" Negative (stimoli spiacevoli per chi le riceve; trasmettono il messaggio “tu non sei ok” e suscitano dolore, “freddo pungente”) : "Non ti posso vedere" Tipologie di carezze Condizionate (riconoscono l’altro per quello che fa; usate per insegnare e influenzare comportamento diventano dei “rinforzi”) si distinguono in: Positive : “Ti compro un gelato se prendi un bel voto a scuola“; “che bel disegno!”; “grazie per il caffè” Negative: “Non sopporto come parli piano” Incondizionate (riconoscono l’altro per ciò che è; rivolte all’essere e per questo vissute molto intensamente) si distinguono in: Positive: "Ti voglio bene“…”è bello averti qui” Negative: “non ti sopporto”…”sei proprio stupido” Altre tipologie di carezze Inoltre le carezze possono essere: - positive artificiali (sono carezze che non significano nulla o a cui non si da credito; “morbido di plastica”) - filtrate (sono carezze distorte o senza un’informazione rilevante e dunque sono, in pratica, carezze di svalutazione. Es. “mi piace il tuo vestito!” con tono di sdegno) LO SVILUPPO DELLE CAREZZE Il bambino piccolo prova vari tipi di comportamento per individuare quale gli possa procurare le carezze di cui ha bisogno. Se il comportamento si rivelerà utile, tenderà a ripeterlo (le carezze rinforzano il comportamento che è stato accarezzato). Se non ci sono abbastanza carezze positive si passa a cercare quelle negative. LO SVILUPPO DELLE CAREZZE Ognuno, partendo dalla propria esperienza infantile, sviluppa un modo personale di ricevere o dare carezze e modella il comportamento per continuare ad ottenere carezze. Colui che si trova nella posizione “io ok - tu ok” cerca soprattutto lo scambio di carezze positive; chi si trova invece nella posizione opposta cerca prevalentemente carezze negative che rinforzeranno la sua posizione “non ok” (ciò spiega la tendenza autopunitiva e/o autodistruttiva!) IL VALORE DELLE CAREZZE Il valore è significativamente influenzato da: a) il potere b) la fonte c) il filtro a) Il potere delle carezze Ogni carezza ha un certo ammontare di potere e di stimolazione ma le carezze negative che sono più potenti di quelle positive! Gli essere umani sono psicologicamente strutturati in modo tale che le carezze negative abbiano un impatto più forte (cfr. istinto di sopravvivenza implica reazioni più immediate e energiche agli stimoli negativi). Il potere della carezza varia in funzione del modo in cui è data e quindi della congruenza b) la fonte delle carezze Una carezza data da un conoscente ha meno valore di una data da una persona importante Inoltre il valore cambia in funzione dello SdI che la persona significativa usa (es. le carezze fornite da una madre assumono un valore progressivamente maggiore se date a partire dal suo A, dal suo GA, dal suo GN, dal suo BL e infine dal suo BA) c) Il filtro delle carezze E’ creato dal Piccolo Professore (A1) E’ usato per mantenere decisioni di copione e conservare il quadro di riferimento A volte è molto “fitto” e lascia passare poche carezze e soprattutto quelle negative (ciò incide più della quantità di carezze esterne effettivamente inviate) IL PROFILO DELLE CAREZZE E’ un mezzo per misurare cosa un individuo fa con le carezze, distribuendole in 4 categorie: Prendere Dare Chiedere Rifiutare di dare Il profilo delle carezze Il profilo fornisce indicazioni sul copione delle persona (il modello di carezze rafforza il copione e offre un modo per realizzarlo) Nel cambiamento del profilo/copione è più facile aumentare una bassa valutazione che non diminuirne una alta Ogni categoria del profilo ha notevole implicazione nella vita concreta Il profilo delle carezze DARE Raramente si vizia qualcuno dandogli troppe carezze positive! Se si è aperti a queste carezze vi sarà una tendenza a ottenere in cambio una quantità uguale a quella data. Il profilo delle carezze PRENDERE Ce le meritiamo! (i bambini non si preoccupano tanto di dire grazie - e se lo fanno non è segno di compiacenza – quanto di assorbire la carezza e sentirsi bene) Una carezza data liberamente non obbliga a una risposta! Il profilo delle carezze CHIEDERE Quelle ottenute chiedendo hanno la stessa importanza di quelle ricevute spontaneamente. Gli altri non “leggono nel pensiero”. Chiedere aumenta al massimo la possibilità di ottenere! Profilo delle carezze RIFIUTARE DI DARE Non si è obbligati a dare agli altri quello che vogliono. Dare anche senza averne voglia non aiuta nessuno! Dare pensando di ricevere è un modo di forzare la realtà e favorire la delusione. Profilo delle carezze Alcuni suggerimenti … Dare carezze positive alle cose fatte bene e carezze negative per quelle fatte male! Le carezze positive vanno date in modo sincero! Evitare le carezze false, “filtrate” (quelle che cominciano con qualcosa di positivo ma, alla fine, mandano una “frecciata” negativa come ad es. “questo è un buon compito, finalmente!” oppure “vedo che capisci, più o meno!”) Vanno rinforzate positivamente anche le persone che appaiono essere indifferenti alle carezze positive (poiché può essere una loro difesa!) “La carezza” Cos’è il copione in A.T Il copione di una persona è il suo "piano di vita" basato sulle decisioni fondamentali cognitive ed emotive prese nell'infanzia su di sé, sugli altri, su come sarà la propria vita e che limitano in qualche modo la possibilità di essere felice, autonomo, consapevole, intimo e flessibile. Il copione: definizione Il copione è “un piano di vita inconscio che si basa su di una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva” E. Berne, 1972 Il copione “è un piano di vita”… Il bambino redige, a partire dalle transazioni con i genitori, un piano di vita sotto forma di reazione drammatica e compulsiva. Si scrive fin dalla nascita. All’età di circa 4 anni le parti essenziali della trama sono state già decise. A 7 anni la storia è completata nei dettagli principali. Nella preadolescenza si dà qualche ritocco e si aggiusta qualche particolare. Nell’adolescenza si rivede il copione (II° stesura) e lo si aggiorna con aderenza alla realtà del momento ma senza alterarlo nello schema di base. Il copione “è una decisione”… Il copione si basa su una decisione presa nell’infanzia; pertanto è il B che decide quale sarà il suo piano di vita. Ne consegue che, a parità di condizioni, i bambini possono decidere piani di vita completamente diversi (cfr. l’aneddoto di Berne sul “manicomio!”). Le prime decisioni del copione derivano dalle emozioni del bambino e dalle strategie usate precocemente per ottenere carezze e per “sopravvivere”. Il copione “è rinforzato dai genitori”… I genitori, attraverso messaggi verbali e non verbali, rinforzano il copione (i messaggi di copione sono la struttura di riferimento in risposta alla quale il bambino prende le sue decisioni di copione). In tal modo i genitori possono esercitare una forte influenza sulla decisione di copione di un bambino. Il copione “è giustificata dagli avvenimenti successivi”… Avvenimenti, persone, problemi che si incontrano nel corso della vita vengono affrontati e gestiti sempre in modo similare, basandosi sulle convinzioni prese durante l’infanzia. Spesso si filtra/interpreta la realtà all’interno della nostra struttura di riferimento così da giustificare e confermare le decisioni di copione prescelto (cfr. posizioni di vita). Il copione “è una scelta decisiva (finale)”… La scelta finale è il tornaconto del copione (destino ultimo o la manifestazione finale deciso dal bambino su suggerimento dei genitori). Da adulti si continua a ripetere il copione, senza alcuna consapevolezza, scegliendo comportamenti che riproporranno il tornaconto. Metafora della prigione (copione = un posto “sicuro” da cui si vede il mondo esterno come pericoloso!) Altri elementi del copione: i ricatti e i giochi I Sentimenti di ricatto (Rackets) e i Giochi possono essere visti come conseguenze delle decisioni di copione in quanto entrambi sono modi sostitutivi di avere carezze; sostituiscono i sentimenti originari e comportamenti o sentimenti con i sentimenti e il tipo di carezze che sono possibili nel contesto in cui il bambino cresce. Anche questa sostituzione ha valore di sopravvivenza seppure con conseguenze negative per la persona. Più specificamente i Ricatti sono comportamenti o sentimenti che non è permesso esprimere e nascono dalla disconferma di ciò che la persona realmente vuole o sente. Esempio di sentimento ricatto Un bambino cresciuto in una famiglia in cui vi è la regola di non chiedere direttamente e di non manifestare rabbia può imparare che, se diventa triste, ottiene quello che vuole e quindi, invece di chiedere ciò che vuole e mostrare rabbia se non l'ottiene, sceglie di diventare triste per raggiungere il suo scopo e la tristezza diventa il suo sentimento di ricatto. Altri elementi di copione: le posizioni esistenziali Le posizioni esistenziali danno un'indicazione importante sul tipo di convinzioni su di sé e sugli altri che la persona tenderà a riconfermare nella vita quotidiana (e nella relazione di aiuto). Sono le aspettative, basate sulla decisione, di come sarà la propria vita. … “convinzioni di base di una persona circa sé e gli altri che sono usate per giustificare le decisioni prese in base all’esperienza di vita; posizione fondamentale che una persona assume circa il valore essenziale che percepisce in sé e negli altri e su cui si basano i successivi comportamenti che rinforzano il copione (es. giochi)” Le posizioni di vita: TIPI Io sono OK Tu sei OK Io sono OK Tu non sei OK Andare d’accordo… Sbarazzarsi di… (++) evoluzione Io non sono OK Tu sei OK (+-) rivoluzione Io non sono OK Tu non sei OK Andare via da…. Fallire con… (-+) provocazione (--) involuzione IO OK – TU OK Posizione di successo, vincitore (sano, assertivo) È la posizione di quando si nasce e permane se i bisogni sono soddisfatti Es: un insegnante che ha fatto un errore lo ammette, si scusa e si attiva per riparare Implica: visione ottimistica, relazioni libere con gli altri e apertura IO OK – TU NON OK Posizione di superiorità, arroganza (S o P) È una difesa a esperienze di trascuratezza, violenza Es: un insegnante che ha fatto un errore addossa agli studenti la responsabilità Implica sfiducia negli altri, negazione di difficoltà personali, reazioni di rabbia e frustrazione, accusa/eliminazione dell’altro (paranoia, isolamento) IO NON OK – TU OK Posizione depressiva, passiva, servile E’ un evitamento rispetto a esperienze di bisogni non soddisfatti e a sensi di colpa Es: un insegnante che ha fatto un errore si tortura, si sente inadeguato e a disagio Implica denigrazione di sé, senso di inferiorità, indegnità, senso di colpa, autorimprovero IO NON OK – TU NON OK Posizione di rinuncia, distruttiva, cinismo E’ la posizione del “tanto è inutile” Es: l’insegnante … si rimprovera e critica chi l’ha indotto a sbagliare Implica una profonda infelicità, una chiusura sempre maggiore che coinvolge gli altri in una spirale involutiva Posizioni di vita Il Copione: classificazione I copioni si possono classificare in base a diversi criteri: a) il DESTINO b) la STRUTTURAZIONE DEL TEMPO c) lo STILE DI VITA a) COPIONI secondo il DESTINO Secondo Berne ognuno nasce con la capacità di “vincere” la vita ma si è anche indifesi e totalmente dipendenti dall’ambiente. Non ci sono tipologie assolute ma è questione di gradi (dipende da predisposizione e dai vari contesti a cui ci si riferisce) - vincente/costruttivo (autonomia, consapevolezza, intimità) - perdente/distruttivo (fa male a sé e agli altri) - banale/improduttivo (limita la propria autorealizzazione; noia, evitamento) Vincente E’ un copione costruttivo (le decisioni di copione permettono di affrontare bene la realtà, di ricevere soprattutto carezze positive). Non sta nel successo ma nell’autenticità (chi reagisce in modo autentico, credibile, sensibile, degno di fiducia, genuino, interdipendente, autonomo, responsabile, realistico, consapevole dei propri limiti e risorse). Es. chi realizza il suo obiettivo di vita e vive con serenità Perdente E’ un copione distruttivo, autolimitante, improduttivo, in cui le decisioni non aiutano a gestire efficacemente la realtà e si ricevono solo carezze negative. E’ di chi non realizza i propri obiettivi. Indossa una “maschera”; non vive il presente o lo vive con ansia; si può cristallizzare sul passato (“se soltanto…”) o sul futuro (“come sarà bello quando…” oppure “cosa mi succederà se…”); si lamenta, si compiange, attribuisce responsabilità agli altri. Ha questi gradi diversi. I°: insoddisfazione lavorativa, semplice demotivazione; II°: licenziamento da diverse situazioni lavorative, depressione; III°: licenziamento, varie autopunizioni, depressione grave, suicidio. Banale E’ un copione non vincente che permette di ricevere carezze non particolarmente intense e senza distribuzione uniforme. Si evitano le situazioni con forte emotività (come l’intimità tra B e B) e i rischi, di conseguenza, sono pochi. Es. la casalinga (usa prevalentemente il suo GA con i figli ed il marito) oppure l’uomo d’affari (lavora senza spazi di tempo libero e agendo quasi esclusivamente il suo A). Le cose possono andare bene, ma una situazione imprevista suscita molta sofferenza. b) COPIONI secondo la STRUTTURAZIONE DEL TEMPO Berne distingue: - FINCHE’ (“non posso star bene finché non smetto di …”) - SEMPRE (“se inizio devo continuare” …; “tocca sempre a me!”) - MAI (“non faccio ciò che voglio”; “non godo”; “non riuscirò mai!”) - DOPO (“prevedo problemi dopo aver raggiunto l’obiettivo”; “se ho un buon momento, dopo sarà di sicuro cattivo”!) - QUASI (“arrivo vicinissimo alla meta ma poi la manco”; “prova ancora, ti rifarai”!) IL COPIONE DI ERCOLE: FINCHE’ Il motto di questo copione è: “non può succedere qualcosa di bello, finché non è finito qualcosa di brutto“. Queste persone sono riconoscibili anche dal modo di parlare: inseriscono sempre delle parentesi nel discorso, interrompendosi a metà frase per inserire un’altra idea. IL IL COPIONE DI ARACNE: SEMPRE Qui il motivo conduttore è: “perché mi succede sempre questo?“ Queste persone ripetono in continuazione gli stessi errori o le stesse scelte sbagliate. Quando parlano, tendono a partire per la tangente e passano da un argomento all’altro. IL COPIONE DI TANTALO: MAI Il motto è: “io non potrò mai avere quello che desidero di più“. Queste persone tendono a raccontare continuamente i loro guai e sono convinti di non poter risolvere i loro problemi, ma non fanno niente per provarci. IL COPIONE DI DAMOCLE: DOPO Il motto è: “posso divertirmi oggi, ma dovrò sicuramente pagarlo domani“. E’ il classico copione di chi non riesce mai a godersi alcun momento della vita. Queste persone, quando parlano, tendono ad iniziare il discorso con una nota alta, per proseguire poi con note basse, tipo: “stanotte ho dormito benissimo … ma poi ho avuto una giornataccia e adesso sono veramente distrutto“. In IL COPIONE SISIFO: QUASI In questo caso le persone dicono: “ce l’ho quasi fatta” e ogni volta che sono vicini ad un obiettivo, fanno in modo che qualcosa vada storto per ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. Una variante è quella di chi riesce ad arrivare sulla cima, ma invece di godersi il risultato raggiunto, si mette subito alla ricerca di una montagna più alta. Le persone del primo caso comunicano una frase, poi cambiano argomento e si interrompono completamente. Le persone del secondo caso fanno un elenco di cose positive, per chiudere con qualcosa di negativo: “è una bellissima giornata, siamo in piena primavera e c’è già caldo … mi prenderò sicuramente l’influenza“. c) COPIONI secondo lo STILE di VITA - SENZA AMORE (tipico delle persone insoddisfatte, alla continua ricerca di amore; sviluppa depressione, isolamento) - SENZA MENTE (tipico di chi vive nella paura di impazzire; favorisce la follia) - SENZA GIOIA (tipico di chi ricorre a vari espedienti per divertirsi; favorisce dipendenza da sostanze) Altra distinzione dei copioni CULTURALI (modelli drammatici accettati e previsti nell’ambito di una società) SUBCULTURALI (in ogni cultura, in relazione all’età o al ceto sociale, un gruppo porta avanti le proprie azioni drammatiche spesso entrando in conflitto con altri gruppi) FAMILIARI (la famiglia perpetua i primi due tipi di copioni oltre ad averne di specifici che riguardano tradizioni e aspettative ben precise sui propri membri) INDIVIDUALI (rispondono a 3 domande che racchiudono l’identità di una persona: “chi sono? Che faccio qui? Chi sono gli altri?) Il copione: processo di sviluppo Il copione si sviluppa in funzione di: a) STILI DI MESSAGGI b) POTERE DEL MESSAGGIO c) TIPI DI MESSAGGI a) Stili di messaggio Esistono 3 modi di inviare messaggi per influenzare la persona: - MODELLI (le decisioni possono essere prese in vedo base all’osservazione) - ATTRIBUZIONI (sono messaggi molto potenti percepisco perché “etichettano” chi li riceve) - SUGGERIMENTI (i genitori indicano in modo diretto ciò che vogliono, si aspettano) ascolto b) Potere del messaggio Dipende da alcune variabili: - Tipo di carezza (è più potente se la carezza usata è - - negativa) Scelta del momento (è più potente se ricevuto in età più precoce e in concomitanza con un avvenimento importante) Frequenza (se il messaggio è reiterato oppure inviato da entrambi i genitori) Fonte (se lo manda il genitore ritenuto più potente) Intensità emotiva (se il messaggio è inviato dal B del genitore) c) Tipi di messaggio Possono essere di tre tipi: - - - PERMESSI. Autorizzazioni (sono positivi per la crescita) PROGRAMMI (insieme di messaggi di copione emessi dall’A del genitore e immagazzinati nell’A del bambino; modelli parentali, modelli informativi che indicano come seguire certi messaggi) MESSAGGI DI COPIONE (sono negativi perché inibiscono la crescita, reprimono il BL, limitano le scelte e favoriscono decisioni di copione distruttive). Si distinguono in: 1. INGIUNZIONI (STOPPER) 2. CONTROINGIUNZIONI (SPINTE) Controing Doveri Spinte (sii…) Program Ingiunz (non…) e Permessi 1. INGIUNZIONI Sono messaggi di copione negativi e restrittivi che vengono dal B del genitore e immagazzinati nel B del bambino (se espressi positivamente sono permessi). Generalmente non sono dati verbalmente ed esplicitamente ma più spesso sono comunicati a livello non verbale ed in modo non consapevole da parte del genitore Sono proibizioni, comandi, frasi negative (“non dire…non essere…”) che diventano ingiunzioni se ad esse si risponde con una decisione di copione. INGIUNZIONI L'ingiunzione è dunque quello che il bambino recepisce di uno stimolo complesso inviato dal genitore; inoltre, affinché queste ingiunzioni entrino nell'apparato del copione, devono essere recepite come messaggi ripetuti frequentemente o altamente traumatici dal bambino e devono essere accettate, cioè essere prese come dato rilevante nella Decisione elaborata dal bambino (es: ingiunzione = non farcela; decisione = non sarò mai all’altezza”) Le ingiunzioni recepite dal bambino in teoria potrebbero essere infinite; Bob e Mary Goulding (1979), tuttavia, hanno trovato molto spesso un certo numero di ingiunzioni che sono alla base di decisioni di copione prese dal Bambino e che si ritrovano spesso nella pratica clinica INGIUNZIONI (cfr. B. e M. Goulding, 1976) Non esistere Non appartenere Non essere te stesso Non essere un bambino Non crescere Non essere importante Non essere intimo Non essere sano, non star bene Non sentire Non pensare Non riuscire, non farcela Non (fare…) 2. CONTROINGIUNZIONI Sono messaggi espliciti, verbali, che vengono dati consapevolmente dal G del genitore e immagazzinati nel G del bambino e indicano al bambino come deve essere, quali sono i comportamenti approvati e ricompensati. Sono prescrizioni, indicazione che rispecchiano i valori culturali e familiari e modi per essere accettati in modo condizionato, frasi positive (“sei ok se…”; “sii…”). Di solito rinforzano il copione (anche se le ingiunzioni precedono e hanno un peso maggiore). Controingiunzioni Essendo messaggi verbali, le controingiunzioni vengono recepite dal bambino quando questi inizia ad usare il linguaggio, sono facilmente accessibili alla consapevolezza e le persone ricordano molto facilmente le frasi e le situazioni in cui venivano comunicate. Come per le ingiunzioni, le controingiunzioni possono essere infinite, ma T. Kahler (1974) sostiene che le controingiunzioni, o ordini di controcopione, rientrano in 5 categorie che successivamente chiamerà "Drivers" (Spinte) CONTROINGIUNZIONI (cfr. Kahler,1974) Sii perfetto Compiaci Sforzati, dacci dentro Sii forte Sbrigati Indicatori di controingiunzioni contringiunzioni termini CNV Fatti della vita Sii perfetto (“paura della morte”) dovresti, in colpa, per i miei errori, grazie a Dio Rigidità, distacco forte educazione religiosa Sii forte (poche carezze) Uno (invece che io), annoiato Controllo emotivo, freddezza, solo Collegio, genitori rigidi o vittime Compiacimi (super adattam) Sai…so che pensi che…davvero? Espressione interrogativa Essere figlio unico, primogenit Sforzati (fallimento) Tutto/niente, superiore/inferiore invidio… Atteg competitivo, concentrato Genitori infelici e invidiosi Sbrigati (la vita è dura) Inutile, non ha senso Sempre in ritardo Genitori che non amano Correlazioni possibili SPINTA INGIUNZIONE DECISIONE Sii perfetto Non sentirti abbastanza bravo Io non valgo niente Non sono abbastanza bravo Sii forte Non chiedere cose per il tuo B Non sono degno di amore Compiacimi Non essere te stesso Sono un incompreso Sforzati Non riuscire Non sono così bravo come penso di essere; sono un fallimento Sbrigati Non appartenere Sono un concorrente esterno Diagnosi del copione Può essere di tre tipi: - ANALITICA (si basa sull’uso di questionari; matrice del copione) - FENOMENOLOGICA (si basa su quanto emerge nel corso della terapia) - MISTA (integra i due tipi) La matrice del Copione La matrice di copione ci fornisce un metodo standard per analizzare i messaggi soggiacenti a ciascun copione individuale: - Ingiunzioni (dal B del genitore al B del figlio) - Controingiunzioni/spinte (dal G del genitore al G del figlio) - Programma/modello (dall’A del genitore all’A del figlio) Matrice di copione Istruzioni di matrice del copione 1 e 2 rappresentano gli ordini, le controingiunzioni; 3 e 6 rappresentano le ingiunzioni, messaggi a come dovresti essere; 4 e 7 risposte dei propri sentimenti spiacevoli; 5 e 8 le decisioni prese per far fronte alla vita; 9 e 10 i modelli di come vivere imparato dai genitori Esempio di matrice Questionario di copione in forma sintetica 1) Descrivi tua madre seduta nella sedia del Genitore e immagina che ti stia dicendo: "Io sono molto felice con te quando tu…” 2) Fai lo stesso con tuo padre: "Io sono molto felice con te quando tu…” 3) Quando eri piccolo, che cosa turbava maggiormente tua madre? (o cosa temeva di te 4) Quando tua madre ti dice che non gli piaci in questo modo, come ti senti 5) Cosa fai quando ti senti così? 6) Cosa c'era in te che più faceva inquietare tuo padre? (o che egli più teme in te?) 7) Come ti sentivi quando te lo diceva? 8) Cosa fai quando ti senti così? 9) Descrivi tua madre nella sua sedia e pensa una frase che descriva il tema della sua vita 10)Descrivi tuo padre ed esprimi il tema della sua vita Obiettivi psicoterapia In generale: - decontaminare l’A affinchè la persona possa agire nel presente in modo appropriato ed efficace usando opportunamente tutti e tre gli SdI (riallineare e consolidare i confini tra SdI) In particolare due tipi di obiettivi - migliorare, progredire (stare meglio come “ranocchi”; adattamenti di controcopione e di controllo sociale) - curare, guarire, uscire dal copione e raggiungere l’autonomia (“togliersi la pelle del ranocchio e riprendere nuovamente lo sviluppo interrotto del principe”) L’autonomia L’uscita dal copione di vita si realizza attraverso la conquista di tre capacità : la consapevolezza (essere in contatto col presente senza i filtri del passato) la spontaneità (reagire liberamente senza costrizioni e usando tutti gli SdI) l’intimità (capacità di condividere liberamente, creare legami dando e ricevendo affetto) Competenze del terapeuta Secondo Berne il terapeuta deve possedere 3 P: Dare PERMESSI (per disobbedire alle ingiunzioni e prescrizioni parentali) Dare PROTEZIONE (fornire rassicurazione) Avere POTENZA (non onnipotenza, per trattare con la collera del G del cliente) "La continuità ci dà le radici; il cambiamento ci regala i rami lasciando a noi la volontà di estenderli e farli crescere fino a raggiungere nuove altezze" Pauline R. Kezer Buon viaggio!