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Trasmissione mediante ruote dentate_sito
Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) Trasmissione mediante ruote dentate Quando gli sforzi periferici da trasmettere sono grandi ed occorre garantire la perfetta costanza nel tempo del rapporto di trasmissione, vengono utilizzate per la trasmissione del moto le ruote dentate. Un meccanismo costituito da due ruote dentate è detto “ingranaggio”. In esso, una ruota “motrice” trascina una ruota “condotta” perché il “dente” dell’una entra nel “vano” dell’altra. Quella delle due che ha il maggior numero di denti è detta “ruota”, quella che ha il minor numero di denti è detta “rocchetto” o “pignone”. Ciascuna ruota ha un numero di denti “z” ed un numero di giri “n”. Ruote con assi paralleli costituiscono un “ingranaggio parallelo”. La minima distanza tra gli assi delle due ruote è detta “interasse” (simbolo a). Il “cerchio primitivo” è una circonferenza teorica di riferimento, in base alla quale è stabilito il rapporto di ingranaggio e che resta costantemente tangente con quella della ruota accoppiata durante la trasmissione del moto. Il punto di tangenza rappresenta il punto di trasmissione del moto ideale, in quanto è l’unico punto in cui si verifica il rotolamento senza strisciamento tra i fianchi dei denti. Negli altri punti di contatto è presente anche una componente di scorrimento che induce inevitabili fenomeni d’attrito. Il diametro del cerchio primitivo è una grandezza fondamentale per le ruote dentate e viene chiamato “diametro primitivo” (dp, di raggio rp). Per costruzione è previsto che per il punto di tangenza tra i cerchi primitivi passi la “retta d’azione” (o retta delle pressioni), fissa durante il moto, sulla quale giace, per qualsiasi posizione del punto di contatto durante l’ingranamento, la spinta risultante che si scambiano le ruote. L’angolo formato dalla retta d’azione e la direzione orizzontale, su cui giace la forza efficace nella generazione della coppia trasmessa all’albero, è detto “angolo di pressione” (α). Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 1 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) Il rapporto tra il numero dei denti della ruota e quello del pignone è detto “rapporto di ingranaggio” (simbolo u). Coincide col rapporto tra la velocità angolare del pignone e quella della ruota dell’ingranaggio, detto “rapporto di trasmissione” (simbolo i): u= ω1 z2 = =i z1 ω2 Ricordando che v = ω∙R, che v = π∙d∙n e che nel punto di contatto delle circonferenze primitive di diametro dp è v1 = v2, si deduce che π∙dp1∙n1 = π∙dp2∙n2 o meglio dp1∙n1 = dp2∙n2 . Il rapporto d’ingranaggio (detto spesso erroneamente rapporto di trasmissione) si può allora scrivere: d p2 n1 z2 u= = = d p1 z1 n2 Un “ruotismo” costituito da una combinazione di ingranaggi è detto “treno di ingranaggi”. Ciò si ha nei cambi di velocità. Se 1 è la ruota motrice ed 8 la ruota condotta, indicando con numero dispari tutte le ruote conduttrici e con numero pari tutte quelle condotte, valgono le relazioni: n3 n5 n1 z 6 n7 z8 z2 z4 = ; = ; = ; = n2 z1 n4 z3 n6 z5 n8 z7 ovvero: z 2 ⋅ z 4 ⋅ z 6 ⋅ z8 n1 ⋅ n3 ⋅ n5 ⋅ n7 = n2 ⋅ n4 ⋅ n6 ⋅ n8 z1 ⋅ z3 ⋅ z5 ⋅ z 7 Essendo n2 = n3 , n4 = n5 , n6 = n7 ecc., la relazione suddetta si riduce a: z 2 ⋅ z 4 ⋅ z 6 ⋅ z8 n1 = n8 z1 ⋅ z3 ⋅ z5 ⋅ z 7 Il rapporto tra la velocità angolare della prima ruota motrice di un treno di ingranaggi e quella dell’ultima ruota condotta è detto “rapporto di trasmissione” (simbolo i). Se questo rapporto è maggiore di 1 il ruotismo è detto “moltiplicatore”, quando il rapporto è invece minore di 1 il ruotismo è detto “riduttore”. Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 2 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) Di seguito sono illustrati alcuni dei termini riguardanti le ruote dentate. Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 3 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) La maggior parte delle ruote è dimensionata col sistema modulare. Il modulo è una grandezza di riferimento introdotta per agevolare la costruzione delle ruote dentate, la cui dentatura ha passo p = π ∙ dp / z dove: dp = diametro primitivo della ruota dentata z = numero di denti Il “modulo” (simbolo m) è il rapporto tra il diametro della circonferenza primitiva e il numero dei denti della ruota. m= dp z Il “passo” (simbolo p) è il rapporto tra la lunghezza della circonferenza primitiva e il numero dei denti. p= π ⋅dp z =πm Le ruote dentate vengono quindi proporzionate in base al modulo m = p / π. Si ottengono così le “ruote modulari”, che hanno la proprietà di imboccare tra di loro. Due ruote dentate ingranano tra di loro se hanno lo stesso passo, ovvero se hanno lo stesso modulo. Il modulo viene determinato con calcoli meccanici e scelto tra quelli unificati. Nella tabella seguente sono indicati in grassetto i moduli da utilizzare preferenzialmente. Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 4 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) La tabella che segue contiene i simboli, i termini e le formule utilizzate abitualmente per il calcolo di una ruota dentata. I dati, sotto forma tabellare, devono essere indicati sui disegni (come richiesto dalla UNI 7462). Il disegno a lato rappresenta la “dentiera di riferimento” secondo UNI 6587. In essa l’angolo di pressione è di 20° e l’altezza del dente 2,25 m. Il disegno che segue riporta gli elementi più caratteristici di una ruota dentata cilindrica (calcolati secondo la tabella prima nominata ed appresso indicata). Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 5 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 6 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) Attualmente, quasi tutte le dentature vengono costruite secondo il “profilo ad evolvente di cerchio”. Il profilo del dente è, cioè, un tratto della linea generata da un punto di una retta che rotola senza strisciare su una circonferenza denominata “circonferenza di base” il cui diametro é d0 = dp cosθ. L’evolvente possiede la seguente proprietà: i raggi uscenti dal centro del cerchio di base incontrano l’evolvente sotto un angolo costante θ, denominato “angolo di pressione”, che attualmente si preferisce assumere pari a 20° (valore prescritto dalle norme UNI) in quanto tale valore garantisce maggior robustezza al dente, risultando questo grosso alla base e sottile verso la punta. Fabbricazione delle ruote dentate Gli ingranaggi di grandi dimensioni, soprattutto quando non hanno carattere di precisione, possono essere ricavati per fusione, con la dentatura realizzata anch’essa per fusione. Nonostante il procedimento è maggiormente adatto per le ruote in ghisa, esso può essere utilizzato anche per gli ingranaggi in acciaio. I piccoli ingranaggi, ottenuti per taglio diretto da barre cilindriche o per stampaggio, senza alleggerimenti o con alleggerimenti come indicato nel disegno, sono poi tagliati con la fresatrice o con la dentatrice mediante appositi utensili detti “creatori”. La scelta del metodo di fabbricazione e del materiale da utilizzare non dipende solo dalle dimensioni degli ingranaggi ma anche da altri fattori quali la velocità di funzionamento e, soprattutto, dagli sforzi che essi devono trasmettere (piccoli o grandi, continui o variabili, dolcemente o bruscamente, …). Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 7 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) I materiali normalmente impiegati per la costruzione di ingranaggi sono i seguenti: Acciaio, sia al carbonio che da bonifica o al nichel. Avendo durezza superficiale moderata, anche la resistenza all’usura è limitata. La fabbricazione è però semplice e relativamente economica. Per aumentare la durezza superficiale e la resistenza all’usura si utilizzano acciai da cementazione. Il trattamento termochimico di cementazione, che si effettua dopo la lavorazione, permette di ottenere ingranaggi con strato superficiale durissimo e resistente all’usura e con cuore molto tenace e perciò resistente alle sollecitazioni ed agli urti. Molto utilizzati sono gli acciai al nichel, al nichelcromo e al nichel-molibdeno. La lavorazione di questi ingranaggi è ovviamente più costosa rispetto ai precedenti. Ingranaggi fucinati: Fe 500 UNI 7070, Fe 600 UNI 7070, Fe 700 UNI 7070 Ingranaggi poco sollecitati: C 10 UNI 7846, C 30 UNI 7845, C 40 UNI 7845 Ingranaggi di qualità duri e poco tenaci: C 50 UNI 7845 Ingranaggi soggetti ad urto: 18 Ni Cr Mo 5 UNI 7846 18 Ni Cr Mo 7 UNI 7846 (se di dimensioni maggiori) 16 Cr Ni 4 UNI 7846 ( se di grandi dimensioni) Ingranaggi molto sollecitati: 20 Cr Ni 4 UNI 7846 Ingranaggi sollecitati dinamicamente e a fatica: 30 Ni Cr Mo 12 UNI 7845 Ingranaggi non deformabili alla tempra: 16 Cr Ni Mo 2 UNI 7846 Ingranaggi resistenti all’usura: 36 Cr Mn 5 UNI 7845 Ghisa - Le ruote dentate di ghisa sono molto usate perché di lavorazione economica. La dentatura degli ingranaggi di ghisa ha però una resistenza inferiore rispetto a quella delle ruote in acciaio. L’impiego più comune è come ruote di corredo delle macchine utensili, dove di regola i denti sono sollecitati moderatamente, in modo uniforme e senza urti. Ingranaggi di fusione: GJL 200 UNI EN 1561 GJS 350 UNI EN 1563 per ruote mediamente sollecitate GJS 500 UNI EN 1563 per ruote molto sollecitate (motori d’auto e riduttori) Ghisa mehanite WEC (non unificata) per piccoli ingranaggi non lavorati Ghisa mehanite GA (non unificata) per alte velocità Ghisa mehanite GB (non unificata) per medie velocità Bronzo - L’utilizzo di questo materiale, nonostante il suo costo elevato, è consigliabile nei casi in cui siano richieste particolari caratteristiche di tenacità del bronzo, diminuzione dell’attrito, ecc., come per esempio nelle corone elicoidali accoppiate con viti senza fine nei riduttori, alcuni dispositivi di sterzo di auto veicoli, ecc. Ingranaggi in bronzo, soggetti a forte attrito e usura: G-B 12 UNI 7013 Leghe leggere - Si usano solo nel caso di dentature poco sollecitate. Ingranaggi elicoidali: G-Cu Al 11 Fe 4 Ni 4 UNI 5275 G-Cu Al 9 Fe 3 UNI 5273 P-Cu Al 10 Fe 5 UNI 7889 (per viti senza fine) Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 8 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) Materiali metallici sinterizzati - La moderna tecnologia della sinterizzazione delle polveri metalliche permette di ottenere direttamente, senza operazioni di taglio, ottime ruote dentate. Il metodo di produzione, però, che richiede una costosa attrezzatura (stampi, ecc.), é consigliabile quindi solo in caso di produzione in grande serie. Materiali bachelizzati o altre resine sintetiche – Le materie plastiche trovano impiego nei casi di ingranaggi poco veloci, con dentatura poco sollecitata, quando sia richiesto un funzionamento silenzioso e quando occorrano grandi serie di ruote, da prodursi con costo limitato. Legno - Si usano come i precedenti, ma di regola sono più fragili e di impiego molto più raro. Sistema di precisione degli ingranaggi ad evolvente La tabella UNI 7880 prevede 12 gradi di precisione, indicati con numeri interi da 1 (massima precisione) a 12 (minima precisione). La designazione è effettuata tramite uno dei suddetti numeri d’ordine seguito da due lettere indicanti gli scostamenti limite dello spessore del dente (es.: 7 FL, 6 HJ, 6 GJ ...). Gli scostamenti, come le tolleranze, sono indicati in multipli dell’errore singolo trasversale fpt. Nella tabella che segue sono riportate le tolleranze per il corpo della ruota sul diametro del foro, sul diametro dell’albero e sul diametro di testa. Grado di precisione Tolleranza sul diametro Foro Tolleranza di forma Tolleranza sul diametro Albero Tolleranza di forma Tolleranza sul diametro di testa 1 IT4 IT1 IT4 IT1 IT6 2 IT4 IT2 IT4 IT2 IT6 3 IT4 IT3 IT4 IT3 IT7 4 5 6 7 8 9 10 11 12 IT4 IT5 IT6 IT7 IT7 IT8 IT8 IT8 IT8 IT4 IT5 IT5 IT6 IT6 IT7 IT8 IT8 IT8 IT7 IT7 IT8 IT8 IT8 IT9 IT9 IT11 IT11 Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 9 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 3 – Prove e controlli: Controllo degli ingranaggi (parte 1) Esempio Siano da determinare le tolleranze nel caso di un “ingranaggio per meccanica generica”, del quale la tabella UNI 7880 stabilisce quattro gradi di precisione 5 - 6 - 7 - 8 dal più preciso al meno preciso. Scegliendo il grado di precisione 6, nella tabella sopra riportata si rilevano le seguenti tolleranze sul corpo ruota: 1) per il Foro tolleranza IT 6 sul diametro e tolleranza di forma IT 6 (corrispondente, per esempio, a Φ 40 H6 (da 0 a 0,016 μm) 2) per il diametro di testa la tolleranza é IT 8 (corrispondente, per esempio, a Φ 78 h8 (da 0 a 0,046 μm) La tolleranza sullo scartamento W si calcola scegliendo dapprima i due scostamenti, superiore ed inferiore, designati dalla tabella UNI 7880 con lettere maiuscole da C ad S, espressi in multipli di fpt (errore limite di passo trasversale singolo, espresso in μ). Scegliendo per esempio HJ come tolleranza sullo scartamento W, dove H é lo scostamento superiore Ews e J é lo scostamento inferiore Ewi, e poiché 6 é il grado di precisione scelto per la ruota (d2 compreso per esempio tra 125 e 400 mm) e per un modulo m = 2, si ha fpt = 11 μm mentre per il pignone (d1 compreso per esempio tra 0 e 125 mm) si ha fpt = 10 μm. Con riferimento al disegno accanto, quindi si ha: 1) per il pignone Ews1 = - 8 fpt = - 8 • 10 = - 80 μm Ewi1 = - 10 fpt = - 10 • 10 = - 100 μm T1 = 2fpt = 20 μ 2) per la ruota Ews2 = - 8 fpt = - 8 • 11 = - 88 μm Ewi2 = - 10 fpt = - 10 • 11 = - 110 μm T1 = 2fpt = 20 μ Il giuoco normale dell’ingranaggio, riferito all’interasse nominale di funzionamento, sarà: jn min = - (Ews1 + Ews2) = - (- 88 - 80) = 168 μm jn max = - (Ewi1 + Ewi2) = - (- 110 - 100) = 210 μm Per cui: jn = 0,168 ÷ 0,210 mm Classe 4^ - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano - Pag. 10