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Utopie sociali e proposte urbanistiche

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Utopie sociali e proposte urbanistiche
Fin dalle sue origine l’urbanistica moderna mette in luce il suo doppio
carattere: scientifico e moralistico.
Si cominciano a delineare le motivazioni che distinguono l’azione
responsabile dei suoi promotori attuali, da quella subalterna ed
evasiva degli artisti di un tempo.
Nell’ambito di questo impegno esistono due linee d’azione
nettamente divise:
a) c’è chi persegue un modello ideologico globale in alternativa alla
città esistente (GLI UTOPISTI)
b) chi invece partendo dalle esigenze tecniche connesse allo sviluppo
industriale, tenta di correggerne i difetti (I FUNZIONALISTI)
ing. Luca Springhetti
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Robert Owen
Robert Owen è un industriale filantropo (che si
interessa del bene altrui) che spende tutta la sua vita
nel tentativo di realizzare un modello di
società produttiva capace di migliorare le
condizioni ambientali dei lavoratori.
All’età di 10 anni Owen lavora come commesso
in un negozio a Londra. A 18 anni impianta una
piccola industria tessile; il successo fu tale che
dieci anni dopo, con alcuni soci, rileva le
prestigiose Filande Lanark in Scozia.
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Robert Owen
Le Filande Lanark non sono che l’inizio del
percorso intrapreso da Owen (fabbrica
modello):
il
passo
successivo
è
la
sperimentazione a scala globale. E cosi nel
1817 di fronte al Parlamento egli espone la
sua Utopia.
E’ convinto di un principio che caratterizza tutte
le filosofie utopiste del XIX sec.:
le “condizioni ambientali determinano
fortemente la sorte degli individui” e si pone
quindi l’obiettivo di migliorarle.
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Robert Owen
Nel 1817 Owen progetta un insediamento tra gli 800 e i 1200 abitanti
con a disposizione 600-800 acri (1 acro = 0,4 ettari circa) di terreno.
I fabbricati sono riuniti perimetralmente su una grande piazza
quadrangolare. Vi sono gli alloggi per gli adulti, i dormitori per i
ragazzi, i magazzini, la foresteria, l’infermeria. Al centro del
perimetro sorgono la chiesa, la scuola con gli spazi per il tempo
libero, la cucina e il refettorio.
All’esterno sorgono i giardini e gli orti e, più distante, schermati da una
zona alberata, sorgono i laboratori e le industrie.
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Robert Owen
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Robert Owen
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Robert Owen
Il passaggio dalla teoria alla pratica mette in luce tutte le difficoltà
del Piano di Owen.
Egli ne propone la realizzazione ai governanti inglesi e a tutti i più
grandi personaggi del tempo (il futuro zar Nicola I, Napoleone
Bonaparte, l’imperatore di Russia Alessandro I).
Il mancato successo dei suoi tentativi lo induce a tentare di persona:
nel 1825 acquista 30.000 acri di terreno in America (Indiana) dove
si stabilisce l’anno successivo con la famiglia ed un gruppo di 800
persone e fonda il villaggio di New Harmony.
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Robert Owen
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Robert Owen
New Harmony e le teorie di Owen attirarono molti uomini di cultura
americani.
Vengono fatte importanti esperienze soprattutto nell’organizzazione
scolastica, ma le difficoltà economiche e le discordie interne tra gli
abitanti portano al fallimento l’iniziativa.
Nel 1828 Owen è costretto a vendere la proprietà e a fare ritorno in
Inghilterra dove trova, forse, il suo pubblico più attento: il nascente
movimento cooperativo delle Trade Unions.
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Robert Owen
A posteriori si può dire che la grande carica innovativa dell’utopia di
Owen, per quanto “ingenua”, è importante proprio perché affronta per
la prima volta i problemi organizzativi legati al progresso
tecnologico e segna una nuova linea di pensiero da cui si muoverà,
poco a poco, l’esperienza urbanistica moderna.
E’ inoltre interessante notare come alcuni principi cardine del suo
pensiero siano ancora attuali e attraversino trasversalmente ideologie
politiche anche contrapposte:
• l’interesse verso la condizione dei lavoratori (il socialismo democratico)
• la volontà di ampliare e liberalizzare i mercati e i consumi per
risanare l’economia (liberal-democrazia).
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Charles Fourier
L’utopia di Fourier (1772-1837) è esposta
per la prima volta nel 1808, in un lungo
trattato che curiosamente esce in forma
anonima.
Egli si pone criticamente nei confronti
della competizione fra le classi sociali e
teorizza una riforma della società capace
di garantire la libera soddisfazione delle
tendenze individuali, nel rispetto dei diritti
altrui.
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Charles Fourier
Fourier torna più volte a perfezionare il suo modello in opere successive,
pur rimanendo sostanzialmente fedele al principio fondamentale del
raggiungimento della “Armonia Universale” attraverso sette fasi
temporali consecutive.
L’umanità, secondo Fourier, si trova nel passaggio tra il quarto periodo
(barbarie) e il quinto periodo (civiltà). Il disordine e l’anarchia delle
città contemporanee dovranno, nel sesto periodo (garantismo), far posto
ad un ordine minuzioso.
La descrizione della città del sesto periodo è talmente minuziosa
(distacchi, altezze, materiali, recinzioni, …) che taluni studiosi la
paragonano ai regolamenti edilizi ottocenteschi.
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Charles Fourier
La città è costituita da tre cinte separate da siepi e piantagioni: la cité,
i sobborghi con le grandi fabbriche, la periferia.
Ogni casa della cité deve avere spazi liberi pari almeno all’area
costruita; questi spazi saranno doppi nella seconda cinta e tripli nella
terza.
Le strade (metà delle quali devono essere alberate) devono avere come
sfondo una veduta campestre o un monumento e le piazze devono
occupare almeno 1/8 della superficie.
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Charles Fourier
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Charles Fourier
Ma è nel settimo periodo (armonia universale) che Fourier concentra i suoi
sforzi progettuali nella descrizione della struttura del Falansterio.
Il progetto è corredato da un minuzioso piano finanziario che suddivide
l’investimento in azioni tra i 1600 componenti della comunità.
Secondo Fourier l’edificio principale del complesso (la Falange) “ non
deve avere alcuna somiglianza con le costruzioni dell’epoca”.
Il centro del palazzo è destinato a funzioni pubbliche, mentre nelle due
ali trovano sede i laboratori e il caravanserraglio.
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Charles Fourier
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Charles Fourier
La Falange è una piccola città, con spazi organizzati per ogni attività
produttiva, ricreativa e di studio.
Tutti i collegamenti avvengono al coperto dalle intemperie attraverso
la strada-galleria posta al primo livello e le scale.
La galleria è a tripla altezza e su di essa affacciano tutte le stanze
dell’edificio.
Al piano terra vi sono magazzini, laboratori e passaggi carrabili,
mentre nel sottotetto vi sono i serbatoi per l’acqua e la foresteria per gli
ospiti.
Gli spazi comuni per lo svago sono al primo livello e si affacciano
direttamente sulla strada galleria.
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Charles Fourier
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Charles Fourier
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LE UTOPIE DEL XIX sec.
Charles Fourier
Fourier si dichiara sempre fiducioso di poter realizzare la sua utopia e
continua a perfezionare soprattutto i piani finanziari e realizzativi per
fasi temporali.
In Francia tuttavia l’unico tentativo di realizzare il Falansterio, nel 1832
ad opera del deputato M. Baudet Dulary, è un insuccesso.
Dopo la morte di Fourier, il movimento fourierista ebbe invece un
notevole successo in America. Nel decennio tra il 1840-50 vengono
realizzati numerosi esperimenti, il più interessane dei quali è la Brook
Farm di George Ripley.
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Brook Farm di George Ripley
(modello
modello Fourier)
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