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“Corri, corri che perdiamo il treno”
la pagina dei giovani MEETING GIOVANI FIDAS A PESCARA VERONA “Corri, corri che perdiamo il treno” 9 Mario Imperato nuovo coordinatore del Gruppo Giovani di Karin Marchesini Pescara, sabato 13 marzo 2010. Corso Umberto I si popola di felpe bianche con la scritta “FIDAS Giovani”; è il primo tiepido sole primaverile ad illuminare il pomeriggio e la nuova autoemoteca, anch’essa bianca, si staglia contro il mare. E’ questo un importante traguardo che permetterà a molti donatori dell’Aquila (città che è stata vittima del tragico terremoto lo scorso aprile) di poter proseguire nella donazione del sangue: una struttura piccola, ma efficace nella sua essenzialità. “Corri corri che perdiamo il treno!!”. La nostra esperienza è iniziata così: cinque ragazzi di circa vent’anni partiti alla volta di Pescara per trascorrere tre giorni in compagnia di altri giovani tutti legati da un impegno comune. Ci siamo ritrovati con un centinaio di nostri coetanei per conoscerci, assistere a conferenze e riunioni e capire meglio come funziona la “grande famiglia” FIDAS di cui tutti noi abbiamo deciso di far parte. Durante questi incontri sono stati organizzati comizi e conferenze con interventi di medici ed esperti del settore, che ci hanno illustrato vari aspetti, sia medici sia sociali, legati alla donazione di sangue, constatando la grande quantità di persone che ogni giorno spendono il proprio tempo e le loro energie per far funzionare tutto al meglio. Una delle attività che ha conferito un grande valore aggiunto al nostro incontro è stato un workshop con il quale si sono volute approfondire le diverse “tattiche di coinvolgimento” rivolte a tutte le giovani persone non ancora donatrici: il lavoro è avvenuto per gruppi di circa dieci persone e consisteva inizialmente nel riportare iniziative, nuove o già in atto in alcune federate, su un cartellone che successivamente veniva passato ai vari gruppi con l’intento di ampliare le proposte madri per successione di idee. Un’operazione così semplice, insomma, che ha portato a discutere sulle varie proposte, come quelle di allestire stand nei luoghi frequentati dai giovani, organizzare eventi di ogni tipo, favorire i membri dell’associazione con convenzioni, farsi conoscere sul web ecc… È inoltre emersa l’importanza, a mio parere fondamentale, dell’«educazione alla donazione» nelle scuole dove è possibile intervenire su bambini e ragazzi, in futuro potenziali donatori, sensibilizzandoli in modo tale che al raggiungimento della maggiore età risulti per loro “naturale” la scelta della donazione di sangue, un dono di sé che non implica privazione. In questi giorni, poi, non sono mancati i momenti di svago con l’organizzazione di vari tornei sportivi, che ci hanno permesso di conoscerci e stringere nuove amicizie. Molte sono state le occasioni per cenare insieme in un clima festoso e brindare con un buon bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo alla nostra gioia di vivere che vogliamo manifestare e trasmettere all’altro. In generale è stata un’esperienza molto positiva: oltre al gran divertimento, abbiamo potuto avvicinarci alla realtà FIDAS, capendo quanto sia importante farne parte. Ogni nostra donazione, questo piccolo gesto che a noi non costa nulla, può contribuire a salvare un gran numero di vite e per questo dobbiamo cercare di essere sempre costanti e di coinvolgere un numero sempre maggiore di amici. Viva la FIDAS! Mario Imperato è stato scelto quale coordinatore del Gruppo Giovani Provinciale; sostituisce Alessandra Nicolis che, dopo aver operato attivamente per quattro anni, lascia l’incarico per sopravvenuti impegni, assicurando comunque la sua vicinanza e la sua esperienza. Mario proviene da una famiglia di donatori, dove la parola solidarietà fa parte del quotidiano, parola che egli ha assorbito nella giusta dimensione dell’essere e del fare. Conosce già molto bene la Fidas, avendo frequentato giornalmente la sede per un anno, quando, aderendo alla possibilità di compiere il servizio civile, ha chiesto e ottenuto di effettuarlo tra di noi. Mario dunque ci conosce, e noi lo conosciamo; la scelta quindi è stata quasi obbligata e siamo certi che egli saprà trasmettere tra i coetanei del Gruppo l’entusiasmo, l’esperienza e quel senso del dovere che è patrimonio di tutti i donatori. A Mario (a sinistra nella foto) il nostro augurio di buon lavoro sulla scia di quanto realizzato negli anni trascorsi, ma anche il nostro sostegno morale, organizzativo ed economico perché possa con i suoi Giovani proporre iniziative per portare alla donazione, e alla Fidas Verona, tanti altri giovani, come lui. CEREA - SAN PIETRO DI MORUBIO - BONAVICINA Fidas, scuola e sport: un trio vincente Una buona giornata a voi tutti ed in particolare a chi cura il giornalino. Sono Alberto Rizzini del consiglio direttivo di Villafranca, e vorrei segnalarvi, e se si può magari pubblicare sul nuovo numero del giornalino, l’iniziativa che in accordo con i presidenti Fidas di Cerea, San Pietro di Morubio e Bona- vicina, è stata effettuata nell’istituto “Sommariva” di Cerea, nel quale insegno da quest’anno; abbiamo svolto tre intere giornate dedicate alla sensibilizzazione della donazione di sangue (il 27/02, il 6/03 e l’11/03), nelle quali sono stati coinvolti circa 200 ragazzi delle classi quinte della scuola primaria, e delle classi prime, seconde, e terze della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media). Sono stati inoltre svolti tornei sportivi, gare individuali e giochi ludici per i bam- bini più piccoli; alle giornate hanno preso parte responsabili dei tre consigli coinvolti nel progetto, che è stato denominato:” Fidas, scuola e sport: un trio vincente”. I ragazzi hanno partecipato con entusiasmo all’iniziativa, e molta sensibilità ed attenzione hanno mostrato durante le delucidazioni sulla donazione portate dai presidenti e dal responsabile della Fidas per il basso veronese, sig. Braga. Un sentito e doveroso ringraziamento va ai presidenti Matteo, Agostino e Gardino, che con il loro aiuto, hanno permesso la realizzazione di questo progetto, e a tutti gli insegnanti della scuola che hanno aderito all’iniziativa ed in particolare alla collega Carla, che ha strutturato tutta la parte sportiva. Per il futuro, speriamo di aver aperto una strada, e che venga costantemente percorsa e magari incrementata, da chi ci sostituirà in futuro. 10 la pagina degli sportivi Il parere scientifico di Massimiliano Bonifacio Il rapporto tra donazione di sangue e pratica sportiva è argomento di grande interesse. Si può essere donatori di sangue e contemporaneamente sportivi a livello agonistico o solo amatoriale? Dopo una donazione di sangue quanto tempo impiega il nostro corpo a recuperare la propria performance fisica? Ci sono degli sport per i quali la donazione è controindicata? Per rispondere a queste domande partiamo da alcune considerazioni scientifiche. Durante uno sforzo fisico i nostri muscoli richiedono elevate quantità di ossigeno, che viene trasportato nel sangue attraverso i globuli rossi: pertanto, aumentando il numero dei globuli rossi si aumenta la disponibilità di ossigeno, e quindi si migliorano tanto la potenza muscolare quanto la resistenza allo sforzo. Soprattutto negli sport che richiedono un impegno fisico prolungato e massimale sono stati sperimentati vari metodi per aumentare il numero dei globuli rossi, dalla trasfusione di sangue (in genere autologa, cioè con il sangue prelevato qualche settimana prima dallo stesso atleta), all’allenamento in alta quota, all’impiego più recente delle eritropoietine, farmaci di sintesi che stimolano il midollo osseo a produrre nuovi globuli rossi. Tutti sappiamo che questi metodi sono considerati illeciti: il doping è infatti un mezzo disonesto per ottenere prestazioni sportive superiori alle proprie capacità, ma è soprattutto pericoloso per la salute degli atleti, in quanto all’aumentare dei globuli rossi aumenta la viscosità del sangue, e quindi il rischio di ostruzione circolatoria (ictus, trombosi, infarti). La donazione di sangue, invece, rappresenta una sorta di “doping al contrario”, in cui si sottraggono globuli rossi al donatore e quindi potenzialmente se ne peggiorano le capacità fisiche. Partendo da questo M U C E M E D VA del E R O T A DON Chi può donare… … tutte le persone in buona salute, di età compresa tra i 18 e i 65 anni … chiunque abbia un peso non inferiore ai 50 kg. … tutte le persone che non sono state affette da particolari disturbi: epatite virale, affezioni cardiache, malattie veneree, ecc… il tuo colloquio con il medico chiarirà i tuoi dubbi. Perché donare… … perché spesso una trasfusione costituisce il mezzo indispensabile per salvare la vita ad un ammalato … perché gli interventi chirurgici più difficili richiedono grandi quantità di sangue … perché potremmo averne bisogno tutti. Dove e come donare… … presso i Centri Trasfusionali nelle strutture ospedaliere. L’accertamento dell’idoneità del donatore viene eseguita da un medico … a digiuno da almeno 8 ore, possibilmente nelle prime ore del mattino, astenendosi dal bere alcolici e bevande zuccherate nelle ore precedenti il prelievo Don a zion sso gioco, d Lo sport è di per se ste nello sport un atleta nali e la le soddisfazioni perso natore e atleta Per Marco Mazzi, do fat di Capo Verde in una orno prima, preceduta, qualche gi zione è p connubio sport e dona presupposto, sono stati condotti vari studi, in Italia e all’estero, nel tentativo di capire se e per quanto tempo la donazione di sangue riduca la performance atletica. I risultati di questi studi sono discordanti e in parte contraddittori: ad esempio, alcuni autori americani riportano che la donazione riduce significativamente la prestazione degli sportivi agonisti, mentre uno studio europeo conclude che sono gli sportivi amatoriali quelli che ci rimetterebbero di più. Al di là di dettagli tecnici, il messaggio che si ricava da queste analisi può essere sintetizzato in due punti: a) con la donazione si ha una riduzione media dell’ematocrito (il rapporto tra globuli rossi e plasma) del 3-4%, il che potenzialmente influenza la capacità di sviluppare sforzi massimali e prolungati nelle ore successive; b) dopo 3-7 giorni dalla donazione tutti i soggetti testati (atleti o amatori) dimostrano di recuperare pienamente, e a volte addirittura migliorare, la propria performan- ONLUS FIDAS VERO2NA - 37134 Verona a, via Polveriera Vecchi 045.8278521 Tel. 045.8202990 - Fax .it ona ver info@fidas www.fidasverona.it … vincendo tutte le nostre piccole paure e superando l’indifferenza verso i problemi sociali. Da sapere che… … il donatore non corre alcun pericolo di infettarsi, in quanto il materiale impiegato è sterile e monouso … il donatore è periodicamente sottoposto ad una visita completa di esami clinici a tutela preventiva della sua salute. Centri Trasfusionali veronesi “dove si può donare”: Ospedale di B.go Trento Vr 045 8122150 Ospedale di B.go Roma Vr 045 8124321 Ospedale di Legnago 0442 632535 Ospedale di Villafranca 045 6338224 Ospedale di Bussolengo 045 6712256 Ospedale di S. Bonifacio 045 6138466 Ospedale di Negrar 045 6013741 Ospedale di Bovolone 045 6999577 Ospedale di Tregnago 045 7808366 altri… ce. Una delle domande più frequenti che mi sento porre è quanto tempo impieghi l’organismo a recuperare ciò che ha perso dopo una donazione di sangue intero. Ricordo ancora una volta che i tempi dipendono da ciò che si considera: il volume ematico donato (i famosi 450 millilitri) è pienamente recuperato nel giro di pochi minuti, bevendo mezzo litro di acqua; i globuli rossi vengono riformati dal midollo osseo nel giro di 3-5 giorni (il che spiega il tempo necessario a ritornare alla miglior condizione agonistica); le riserve di ferro vengono infine ricostituite nel giro di alcune settimane, a patto che il donatore segua una dieta varia, ricca in frutta e verdura (che contengono ferro ma anche vitamina C, che ne facilita l’assorbimento) e comprendente carni rosse una o due volte la settimana. Agli sportivi che donano sangue si possono dare alcuni consigli: a) il giorno della donazione evitare assolutamente sport pericolosi o attività che richiedano particolare concentrazione quali immersioni subacquee, parapendio etc...; b) nelle 24-48 ore dopo la donazione sono sconsigliati gli allenamenti intensi e gli sforzi fisici massimali, anche per evitare la delusione di un potenziale peggioramento nei propri tempi o nella propria resistenza; c) fermo restando che dopo 3-4 giorni dalla donazione si è in grado di sostenere una prestazione fisica ottimale, se si è in vicinanza di una gara o di un evento importante una valida alternativa è quella di sottoporsi alla plasmaferesi, che non comporta la sottrazione dei globuli rossi e non incide neppure transitoriamente sulla performance atletica. Per quel che riguarda infine la possibilità di essere donatori periodici di sangue, anche per molti anni, e contemporaneamente sportivi di buono o alto livello, beh...gli esempi di tanti sportivi professionisti (tra cui diversi giocatori di Hellas Verona e BluVolley Marmi Lanza, donatori con Fidas Verona) e soprattutto le storie riportate in queste pagine sono la migliore e più evidente testimonianza. la pagina degli sportivi 11 n e e sport e o avventura; divertimento, passion a qualsiasi livello trova traguardi. realizzazione dei suoi verato tra le isole a, il suo sogno si è av 0 km., ticosa maratona di 15 nificare che il sig a , da una donazione te attenzioni. possibile, con le dovu La mia avventura sportiva di Marco Mazzi “Dicembre 1999- dicembre 2009: per il decimo anniversario di matrimonio, un traguardo straordinariamente importante, volevo regalarmi qualcosa di altrettanto straordinariamente importante, qualcosa che facesse da tramite, o come si suol dire, da cordone ombelicale, a quelli che sono i miei amori , le mie passioni, i miei valori, ovvero la famiglia e la corsa: quale destinazione migliore se non alla volta di Boa Vista, visto che a dicembre si corre la Ultramarathon Boavista di 150 Km. non stop di pura avventura, il tutto in rigorosa autosufficienza alimentare e di orientamento. E quindi perché non parteciparvi?” Comincia così il racconto del nostro donatore Fidas di Valeggio sul Mincio Marco Mazzi (nelle foto sulle spiagge di Capo Verde) che, raggiunto l’arcipelago di Capo Verde, ha coronato il suo sogno sportivo per festeggiare un avvenimento di grande importanza per sé e per la sua famiglia. Il racconto si snoda con diverse pagine che ti fanno rivivere quell’importante esperienza, con l’immagine dei luoghi, le difficoltà, le speranze e le momentanee delusioni, fino alla grande festa della conclusione tanto agognata. Non possiamo riportare riga per riga, momento per momento, sensazione per sensazione, ma desideriamo rendere omaggio a questo super-atleta per la sua notevole impresa e perché ha dimostrato ancora una volta che si può essere donatori generosi e nello stesso tempo sportivi eccezionali, a tacitare coloro che, talvolta, ricorrono alla scusa dello sforzo sportivo per non offrire il loro sangue a chi si trova in difficoltà e che forse avrebbe tanto desiderio di essere sano per praticare lo sport attivamente. Abbiamo estrapolato parte del suo racconto cercando di farlo rivivere e darne il vero significato. “Alla Boa Vista si vive un’esperienza che per certi versi rimane unica: quella di correre per tante e tante ore a stretto contatto di una natura incontaminata, una natura che credo facesse parte ormai dell’immaginario e della fantasia e che qui invece si manifesta in tutta la sua reale maestosità”….. “Il giorno antecedente la partenza aerea, mi reco presso il centro trasfusionale di Bussolengo per una donazione di sangue; mi piace pensare che il “fratello” che riceverà vitale sostanza possa ricevere anche la grande forza di volontà, la grinta e l’entusiasmo che ho messo per arrivare preparato nel migliore dei modi a questo appuntamento”…… “Dopo cinque lunghissimi mesi, in cui quasi tutto il mio tempo libero l’ho impiegato per la preparazione di questa corsa rubandolo agli affetti familiari, riesco a giungere a Boa Vista; faccio parte dei 35 temerari che parteciperanno a questa corsa”…… “Tra le mille incognite che dovrò affrontare, quella di perdermi mi attanaglia sempre più; mi dico che nei prossimi giorni diventerò il protagonista assoluto della trasmissione televisiva “chi l’ha visto?”, e che dovranno sguinzagliare per tutta l’isola i cani da valanga per venire a cercarmi: l’idea di attraversare il deserto “de Viana” mia fa tremendamente paura solo a pensarci”…… “ Si parte: inizia tra mille peripezie questa incredibile avventura. Il primo km. e mezzo sarà una sorta di passerella per le strade di Sal Rei, poi si imbocca subito il deserto”…..”tra una foto e l’altra si arriva al primo CP; il tratto che porta al CP 2 è piuttosto duro in quanto sono otto km. di dune da percorrere come se fossimo su una pista da cross; è impossibile aggirarle ma bisogna rigorosamente scavalcarle, alcune sono talmente irte che sembrano delle montagne da scalare”…… “Si passa attraverso un minuscolo paesino costituito da quattro case in croce, l’incitamento dei bimbi e la loro richiesta del cinque è veramente ed emotivamente qualcosa di semplicemente immenso. Oltrepassato il paese di Bofareira, ecco che il deserto de Viana si spalanca in tutta la sua impressionante grandezza, con la sabbia bianca e finissima. In pieno deserto le scarpe, da qui in avanti, si riempiranno di sabbia e dovrò fermarmi spesso per svuotarle in quanto la pressione delle unghie dei piedi è dolorosa. Arrivo, dopo varie fermate, alla grande palma posta in pieno deserto e che corrisponde al CP 3. Da qui in poi, una volta finito il deserto, si corre su pista battuta e si arriva al CP 4 e al 30° km”……. “Dal CP 4 al CP 5 incontro Elena e sarà uno dei pochi tratti della corsa che condividerò con qualcuno. Il tratto che porta al CP 6 Santa Monica è qualcosa di straordinariamente ed impossibile anche solo da immaginare: sono 17 km. di spiaggia bianchissima e deserta lambita dalle onde dell’Oceano; unici rumori sono il soffio del vento sulla faccia e il rumore delle onde che si infrangono sulla riva; non si in- contra anima viva ma soprattutto non vi è alcuna costruzione che sorge a deturpare l’ambiente naturale”……. “Nel frattempo cala la notte e, oltre alla stanchezza dovuta allo sforzo fisico, si deve combattere anche contro la sonnolenza. Il passaggio dal giorno al buio pesto è molto veloce; la bellezza selvaggia del paesaggio mi ripaga di tutta la fatica affrontata per arrivare fin lì; il cielo è talmente basso e le stelle così vicine che sembra di essere in un film 3D, alzando la mano si ha l’impressione di toccarle”…… “La sabbia lascia finalmente il posto ad una distesa di rocce e sterpaglie e la sensazione di poggiare i piedi su qualcosa di solido rinvigorisce il ritmo. Strada facendo arrivo al CP 8; decido una sosta per riposare un pochino, visto che poi si dovrà affrontare un tratto impegnativo che culmina con la scalata del faro del Moro Negro CP 9 km. 95. Chiedo come sono messo in classifica; una voce da dentro la tenda mi dice: sei il numero 15 e quindi sei quindicesimo”……. “Nella discesa dal faro incespico, disperatamente cerco un modo per limitare i danni, solo che il ginocchio e l’anca sbattono violentemente a terra contro qualche roccia ma per fortuna non ho nulla di rotto. Parte una raffica di imprecazioni che non risparmia nessuno, tutti i santi del calendario vengono citati, anche le riserve”……. “ Il CP successivo è presidiato dal medico; ho paura di saltarlo, ma finalmente vedo la luce di una torcia e capisco che l’incubo è finito. Il medico mi fa un tagliando ai piedi e mi medica il ginocchio che nel frattempo si è notevolmente gonfiato; prendo qualcosa da mangiare nello zaino, carico le borracce e riparto”…….. “Ora inizia un tratto tranquillo, poi verrà quello che l’organizzazione ha descritto come molto pericoloso; tutto sommato non ho incontrato questa estrema pericolosità. Arrivo al CP 12, ora è di nuovo mattino e mi mancano solo 30 km all’arrivo e finalmente si corre su qualcosa di duro e, seppur trattasi del famigerato pavè, mi sento a casa, il terreno a me caro”……. “Ora mi mancano 20 km. all’arrivo, inizio a correre e correrò fino a Rabil, che sarà l’ultimo CP. Qui saranno solo 8 banalissimi km. e su asfalto normale; si torna a malincuore alla civiltà ma ciò era inevitabile”….. Si conclude così, dopo oltre 29 ore, questo stupendo e meraviglioso calvario, durante il quale, per farmi coraggio, mi dicevo:”dai Marco, è l’ultima corsa così lunga, poi basta!”, ma in cuor mio sapevo che era una bugia. Sicuramente alla prossima Boavista noi ci saremo ancora.” 12 vita associativa Portiamo in Bolivia la gioia di donare Manca sangue. Mancano donatori. Non facciamo mancare il nostro aiuto Lo scorso anno, in questo periodo, I rappresentanti di Fidas e Avis del Fondo Regionale, a suo tempo costituito per avere la disponibilità economica per interventi di rilievo, soprattutto per iniziative promozionali di comune utilità e beneficio, si accordarono per favorire un progetto di alto valore morale; Un progetto di grande sensibilità con tema “donare il Sangue” ma rivolto ad una terra molto lontana da noi, la BOLIVIA, dove ai poveri mancano tante cose, ma la più importante è la mancanza di sangue. Noi, che da molti anni abbiamo ben operato per averne sempre la disponibilità presso i nostri ospedali, forse non percepiamo pienamente il disagio di questa gente, ma l’abbiamo conosciuto nei contatti frequenti che i nostri rappresentanti hanno avuto con missionari e sacerdoti locali di una diocesi il cui vescovo è friulano di nascita. Ma leggiamo insieme la lettera, che nel giugno scorso ci ha inviato il Presidente Regionale Fidas dr. Fabio Sgarabottolo, con le prime informazioni sulla situazione boliviana. Orari dei Centri Trasfusionali e delle Unità di Raccolta AZIENDA OSPEDALIERA • Borgo Trento • Borgo Roma dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00 e tutte le Domeniche ore 8.00 - 11.30 dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00 Domeniche (quando ci sono le raccolte) ore 8.00 - 11.30 ULSS 20 • S. Bonifacio dal Lunedì al Sabato ore 7.30 - 11.00 • Cologna Venetail Martedì e Venerdì ore 8.00 - 11.00 • Tregnago Mercoledì ore 8.00 - 11.00 (Agosto chiuso) ULSS 21 • Legnago • Bovolone • Nogara • Zevio dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00 Ultima Domenica del mese ore 8.00 - 11.00 il Lunedì e Giovedì ore 8.00 - 10.00 Terzo Sabato del mese ore 8.00 - 10.00 Prima Domenica del mese ore 8.00 - 10.00 dal Mercoledì al Venerdì ore 8.00 - 10.00 il Martedì e Venerdì ore 8.00 - 11.00 Seconda Domenica del mese ore 8.00 - 11.00 ULSS 22 • Bussolengo dal Lunedì alla Domenica ore 8.00 - 11.00 • Isola Della Scalail Venerdì ore 8.00 - 10.30 • Caprino il Giovedì e Sabato ore 8.00 - 10.30 • Malcesine il Martedì ore 8.00 - 10.30 • Negrar dal Lunedì al Venerdì ore 8.00 - 10.30 Seconda Domenica del mese ore 8.00 - 10.30 • Villafranca Sabato ore 8.00 - 11.00 Secondo Mercoledì del mese ore 8.00 - 11.00 Per meglio comprendere il problema boliviano, il percorso e le possibilità per la sua realizzazione, per avere anche uno spaccato della gente e della loro situazione, abbiamo invitato nel periodo natalizio il referente del progetto qui in Italia, padre Alfredo Rizzi, che ha partecipato ad un nostro consiglio di presidenza appositamente convocato presso la sede. È stato un racconto di vita quello esposto da padre Alfredo; con dovizia di particolari ci ha fatto “vedere”, con le sue parole semplici ma efficaci, la realtà della vita ma soprattutto la condizione della persone della Bolivia, gente che non ha nulla se non la vita stessa, vita che spesso corre gravi rischi per la cronica mancanza di sangue o, se si trova, mancano i mezzi per ottenerlo. Le varie comunità si sono attivate in tutti i modi per costituire i gruppi di volontari del sangue; hanno preparato piccoli oggetti caratteristici da commercializzare, a testimonianza della loro volontà di riuscire. Anche noi abbiamo acquistato dei piccoli presepi, e sono stati i primo aiuto concreto a favore dell’iniziativa, nella quale crediamo innanzi tutto perché donatori e poi perché persone che credono nella solidarietà a chi è nel bisogno, non solo a chi ci è vicino ma a tutti ove è possibile arrivare. PROGETTO Dar Sangre es dar vida In occasione dei nostri ultimi consigli direttivi regionali, abbiamo presentato il progetto promosso dal Fondo Interassociativo Fidas-Avis, intitolato “Dar sangre es dar vida” finalizzato alla creazione e formazione di gruppi di donatori volontari di sangue in Bolivia. In questo paese, il più povero del Sud America, c’è una gravissima carenza di sangue. Migliaia di ammalati muoiono perché i loro familiari non riescono a trovare donatori o non hanno il denaro per pagare il sangue. Una sacca di sangue costa come il salario di sei mesi di lavoro di un operaio! Purtroppo tra i boliviani non esiste una cultura della donazione volontaria, periodica e gratuita del sangue. I motivi sono vari, non c’è una tradizione, manca un volontariato organizzato, c’è ignoranza, paura e un’esperienza quotidiana che ha più a che fare con le urgenze di una povertà estrema che con la pratica della gratuità. La diocesi di Cochobamba, guidata dal vescovo friulano mons. Tito Solari, e la locale Caritas diocesana, guidata dal bergamasco padre Eugenio Coter, ci hanno chiesto di aiutarli in un progetto ambizioso: creare 75 gruppi di donatori volontari, uno per ognuna delle parrocchie della Diocesi. In ogni parrocchia, che solitamente gestisce un piccolo ambulatorio per le cure mediche primarie, agirà un operatore formato per informare e sensibilizzare la popo- lazione e si organizzerà un gruppo di donatori di sangue volontari periodici controllati; obiettivo: raccogliere 20.000 donazioni di sangue nel triennio 2009-2011. Il progetto avrà un costo di 120.000 euro in 3 anni. Nei primi giorni di marzo 2009 è stata costituita l’Associazione Boliviana dei donatori volontari di sangue e si sono formati i primi gruppi parrocchiali, che hanno già iniziato a donare presso il Banco del Sangue di Cochobamba. Ti chiediamo di partecipare concretamente a questo progetto. Anche una piccola cifra dà la possibilità di fare grandi cose in quel paese, dove una persona vive con meno di 1 euro al giorno! La nostra proposta è quella che un gruppo comunale, o un gruppo di sedi locali, adotti a distanza uno di questi gruppi di donatori, garantendo una qualsiasi cifra, raccolta attraverso una iniziativa associativa dedicata. È un atto di solidarietà che fa bene agli ammalati boliviani ma anche a noi, che abbiamo così l’opportunità di riflettere sull’importanza e sulla ricchezza del nostro essere associazione di donatori volontari, da oltre 50 anni presenti in Italia. Ogni euro raccolto verrà interamente utilizzato per la realizzazione del progetto (le spese di realizzazione del materiale o di supporto all’iniziativa sono state sostenute dal Fondo Fidas-Avis), c’è il controllo locale dell’utilizzo dei fondi da parte della Caritas diocesana e Vi terremo informati costantemente sugli sviluppi dell’iniziativa anche attraverso il sito dedicato: www.sangreyvida.org. Il sangue è vita! Non si fabbrica. Non si compra. Il sangue si dona! Grazie a Voi tutti per l’attenzione e per quanto potrete fare. Fabio Sgarabottolo presidente Fidas Veneto