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“Corri, corri che perdiamo il treno”

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“Corri, corri che perdiamo il treno”
la pagina dei giovani
MEETING GIOVANI FIDAS A PESCARA
VERONA
“Corri, corri
che perdiamo
il treno”
9
Mario Imperato
nuovo coordinatore
del Gruppo Giovani
di Karin Marchesini
Pescara, sabato 13 marzo 2010. Corso Umberto
I si popola di felpe bianche con la scritta “FIDAS
Giovani”; è il primo tiepido sole primaverile ad
illuminare il pomeriggio e la nuova autoemoteca,
anch’essa bianca, si staglia contro il mare. E’
questo un importante traguardo che permetterà
a molti donatori dell’Aquila (città che è stata
vittima del tragico terremoto lo scorso aprile) di
poter proseguire nella donazione del sangue:
una struttura piccola, ma efficace nella sua
essenzialità.
“Corri corri che perdiamo il treno!!”. La nostra
esperienza è iniziata così: cinque ragazzi di circa
vent’anni partiti alla volta di Pescara per trascorrere
tre giorni in compagnia di altri giovani tutti legati
da un impegno comune. Ci siamo ritrovati con
un centinaio di nostri coetanei per conoscerci,
assistere a conferenze e riunioni e capire meglio
come funziona la “grande famiglia” FIDAS di cui
tutti noi abbiamo deciso di far parte. Durante
questi incontri sono stati organizzati comizi e
conferenze con interventi di medici ed esperti del
settore, che ci hanno illustrato vari aspetti, sia
medici sia sociali, legati alla donazione di sangue,
constatando la grande quantità di persone che
ogni giorno spendono il proprio tempo e le loro
energie per far funzionare tutto al meglio.
Una delle attività che ha conferito un grande
valore aggiunto al nostro incontro è stato un
workshop con il quale si sono volute approfondire
le diverse “tattiche di coinvolgimento” rivolte a
tutte le giovani persone non ancora donatrici:
il lavoro è avvenuto per gruppi di circa dieci
persone e consisteva inizialmente nel riportare
iniziative, nuove o già in atto in alcune federate,
su un cartellone che successivamente veniva
passato ai vari gruppi con l’intento di ampliare
le proposte madri per successione di idee.
Un’operazione così semplice, insomma, che ha
portato a discutere sulle varie proposte, come
quelle di allestire stand nei luoghi frequentati dai
giovani, organizzare eventi di ogni tipo, favorire
i membri dell’associazione con convenzioni,
farsi conoscere sul web ecc… È inoltre emersa
l’importanza, a mio parere fondamentale,
dell’«educazione alla donazione» nelle scuole
dove è possibile intervenire su bambini e ragazzi,
in futuro potenziali donatori, sensibilizzandoli in
modo tale che al raggiungimento della maggiore
età risulti per loro “naturale” la scelta della
donazione di sangue, un dono di sé che non
implica privazione.
In questi giorni, poi, non sono mancati i momenti
di svago con l’organizzazione di vari tornei
sportivi, che ci hanno permesso di conoscerci
e stringere nuove amicizie. Molte sono state le
occasioni per cenare insieme in un clima festoso e
brindare con un buon bicchiere di Montepulciano
d’Abruzzo alla nostra gioia di vivere che vogliamo
manifestare e trasmettere all’altro. In generale è
stata un’esperienza molto positiva: oltre al gran
divertimento, abbiamo potuto avvicinarci alla
realtà FIDAS, capendo quanto sia importante
farne parte. Ogni nostra donazione, questo
piccolo gesto che a noi non costa nulla, può
contribuire a salvare un gran numero di vite e
per questo dobbiamo cercare di essere sempre
costanti e di coinvolgere un numero sempre
maggiore di amici.
Viva la FIDAS!
Mario Imperato è stato scelto quale
coordinatore del Gruppo Giovani Provinciale;
sostituisce Alessandra Nicolis che, dopo
aver operato attivamente per quattro anni,
lascia l’incarico per sopravvenuti impegni,
assicurando comunque la sua vicinanza e la
sua esperienza.
Mario proviene da una famiglia di donatori,
dove la parola solidarietà fa parte del
quotidiano, parola che egli ha assorbito nella
giusta dimensione dell’essere e del fare.
Conosce già molto bene la Fidas, avendo
frequentato giornalmente la sede per un anno,
quando, aderendo alla possibilità di compiere
il servizio civile, ha chiesto e ottenuto di
effettuarlo tra di noi.
Mario dunque ci conosce, e noi lo conosciamo;
la scelta quindi è stata quasi obbligata e siamo
certi che egli saprà trasmettere tra i coetanei
del Gruppo l’entusiasmo, l’esperienza e quel
senso del dovere che è patrimonio di tutti i
donatori.
A Mario (a sinistra nella foto) il nostro augurio di
buon lavoro sulla scia di quanto realizzato negli
anni trascorsi, ma anche il nostro sostegno
morale, organizzativo ed economico perché
possa con i suoi Giovani proporre iniziative
per portare alla donazione, e alla Fidas Verona,
tanti altri giovani, come lui.
CEREA - SAN PIETRO DI MORUBIO - BONAVICINA
Fidas, scuola e sport:
un trio vincente
Una buona giornata a voi tutti ed in particolare a
chi cura il giornalino. Sono Alberto Rizzini del consiglio direttivo di Villafranca, e vorrei segnalarvi, e
se si può magari pubblicare sul nuovo numero del
giornalino, l’iniziativa che in accordo con i presidenti Fidas di Cerea, San Pietro di Morubio e Bona-
vicina, è stata
effettuata
nell’istituto
“Sommariva”
di Cerea, nel
quale insegno
da quest’anno; abbiamo
svolto tre intere giornate
dedicate alla
sensibilizzazione
della
donazione
di
sangue
(il 27/02, il 6/03 e l’11/03), nelle quali sono stati
coinvolti circa 200 ragazzi delle classi quinte della scuola primaria, e delle classi prime, seconde,
e terze della scuola secondaria di primo grado
(ex scuola media). Sono stati inoltre svolti tornei
sportivi, gare individuali e giochi ludici per i bam-
bini più piccoli; alle giornate hanno preso parte
responsabili dei tre consigli coinvolti nel progetto,
che è stato denominato:” Fidas, scuola e sport:
un trio vincente”. I ragazzi hanno partecipato con
entusiasmo all’iniziativa, e molta sensibilità ed attenzione hanno mostrato durante le delucidazioni
sulla donazione portate dai presidenti e dal responsabile della Fidas per il basso veronese, sig.
Braga.
Un sentito e doveroso ringraziamento va ai presidenti Matteo, Agostino e Gardino, che con il loro
aiuto, hanno permesso la realizzazione di questo
progetto, e a tutti gli insegnanti della scuola che
hanno aderito all’iniziativa ed in particolare alla
collega Carla, che ha strutturato tutta la parte
sportiva. Per il futuro, speriamo di aver aperto una
strada, e che venga costantemente percorsa e
magari incrementata, da chi ci sostituirà in futuro.
10 la pagina degli sportivi
Il parere scientifico
di Massimiliano Bonifacio
Il rapporto tra donazione di sangue e pratica sportiva è argomento di grande interesse.
Si può essere donatori di sangue
e contemporaneamente sportivi a
livello agonistico o solo amatoriale?
Dopo una donazione di sangue
quanto tempo impiega il nostro
corpo a recuperare la propria performance fisica?
Ci sono degli sport per i quali la
donazione è controindicata?
Per rispondere a queste domande
partiamo da alcune considerazioni scientifiche. Durante uno sforzo
fisico i nostri muscoli richiedono
elevate quantità di ossigeno, che
viene trasportato nel sangue attraverso i globuli rossi: pertanto,
aumentando il numero dei globuli
rossi si aumenta la disponibilità di
ossigeno, e quindi si migliorano
tanto la potenza muscolare quanto la resistenza allo sforzo.
Soprattutto negli sport che richiedono un impegno fisico prolungato e massimale sono stati
sperimentati vari metodi per aumentare il numero dei globuli rossi, dalla trasfusione di sangue (in
genere autologa, cioè con il sangue prelevato qualche settimana
prima dallo stesso atleta), all’allenamento in alta quota, all’impiego
più recente delle eritropoietine,
farmaci di sintesi che stimolano
il midollo osseo a produrre nuovi
globuli rossi.
Tutti sappiamo che questi metodi
sono considerati illeciti: il doping
è infatti un mezzo disonesto per
ottenere prestazioni sportive superiori alle proprie capacità, ma
è soprattutto pericoloso per la salute
degli atleti, in quanto all’aumentare dei
globuli rossi aumenta
la viscosità del sangue, e quindi il rischio
di ostruzione circolatoria (ictus, trombosi,
infarti).
La donazione di sangue, invece, rappresenta una sorta di
“doping al contrario”,
in cui si sottraggono
globuli rossi al donatore e quindi potenzialmente se ne peggiorano le capacità
fisiche.
Partendo da questo
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U
C
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VA del
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O
T
A
DON
Chi può donare…
… tutte le persone in buona salute, di età compresa tra i 18 e
i 65 anni
… chiunque abbia un peso non inferiore ai 50 kg.
… tutte le persone che non sono state affette da particolari
disturbi: epatite virale, affezioni cardiache, malattie veneree,
ecc… il tuo colloquio con il medico chiarirà i tuoi dubbi.
Perché donare…
… perché spesso una trasfusione costituisce il mezzo indispensabile per salvare la vita ad un ammalato
… perché gli interventi chirurgici più difficili richiedono grandi
quantità di sangue
… perché potremmo averne bisogno tutti.
Dove e come donare…
… presso i Centri Trasfusionali nelle strutture ospedaliere.
L’accertamento dell’idoneità del donatore viene eseguita da un
medico
… a digiuno da almeno 8 ore, possibilmente nelle prime ore
del mattino, astenendosi dal bere alcolici e bevande zuccherate
nelle ore precedenti il prelievo
Don a zion
sso gioco, d
Lo sport è di per se ste
nello sport un atleta
nali e la
le soddisfazioni perso
natore e atleta
Per Marco Mazzi, do
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di Capo Verde in una
orno prima,
preceduta, qualche gi
zione è p
connubio sport e dona
presupposto, sono stati condotti
vari studi, in Italia e all’estero, nel
tentativo di capire se e per quanto tempo la donazione di sangue
riduca la performance atletica. I risultati di questi studi sono discordanti e in parte contraddittori: ad
esempio, alcuni autori americani
riportano che la donazione riduce
significativamente la prestazione degli sportivi agonisti, mentre
uno studio europeo conclude che
sono gli sportivi amatoriali quelli
che ci rimetterebbero di più.
Al di là di dettagli tecnici, il messaggio che si ricava da queste
analisi può essere sintetizzato in
due punti: a) con la donazione si
ha una riduzione media dell’ematocrito (il rapporto tra globuli rossi
e plasma) del 3-4%, il che potenzialmente influenza la capacità
di sviluppare sforzi massimali e
prolungati nelle ore successive;
b) dopo 3-7 giorni dalla donazione tutti i soggetti testati (atleti o
amatori) dimostrano di recuperare
pienamente, e a volte addirittura
migliorare, la propria performan-
ONLUS
FIDAS VERO2NA
- 37134 Verona
a,
via Polveriera Vecchi
045.8278521
Tel. 045.8202990 - Fax
.it
ona
ver
info@fidas
www.fidasverona.it
… vincendo tutte le nostre piccole paure e superando l’indifferenza verso i problemi sociali.
Da sapere che…
… il donatore non corre alcun pericolo di infettarsi, in quanto il
materiale impiegato è sterile e monouso
… il donatore è periodicamente sottoposto ad una visita completa di esami clinici a tutela preventiva della sua salute.
Centri Trasfusionali veronesi “dove si può donare”:
Ospedale di B.go Trento Vr
045 8122150
Ospedale di B.go Roma Vr
045 8124321
Ospedale di Legnago
0442 632535
Ospedale di Villafranca
045 6338224
Ospedale di Bussolengo
045 6712256
Ospedale di S. Bonifacio
045 6138466
Ospedale di Negrar
045 6013741
Ospedale di Bovolone
045 6999577
Ospedale di Tregnago
045 7808366
altri…
ce.
Una delle domande più frequenti
che mi sento porre è quanto tempo impieghi l’organismo a recuperare ciò che ha perso dopo una
donazione di sangue intero.
Ricordo ancora una volta che i
tempi dipendono da ciò che si
considera: il volume ematico donato (i famosi 450 millilitri) è pienamente recuperato nel giro di
pochi minuti, bevendo mezzo litro
di acqua; i globuli rossi vengono
riformati dal midollo osseo nel
giro di 3-5 giorni (il che spiega il
tempo necessario a ritornare alla
miglior condizione agonistica); le
riserve di ferro vengono infine ricostituite nel giro di alcune settimane, a patto che il donatore segua una dieta varia, ricca in frutta
e verdura (che contengono ferro
ma anche vitamina C, che ne facilita l’assorbimento) e comprendente carni rosse una o due volte
la settimana.
Agli sportivi che donano sangue
si possono dare alcuni consigli:
a) il giorno della donazione evitare
assolutamente sport pericolosi o
attività che richiedano particolare
concentrazione quali immersioni
subacquee, parapendio etc...; b)
nelle 24-48 ore dopo la donazione
sono sconsigliati gli allenamenti
intensi e gli sforzi fisici massimali, anche per evitare la delusione
di un potenziale peggioramento
nei propri tempi o nella propria
resistenza; c) fermo restando che
dopo 3-4 giorni dalla donazione si
è in grado di sostenere una prestazione fisica ottimale, se si è
in vicinanza di una gara o di un
evento importante una valida alternativa è quella di sottoporsi alla
plasmaferesi, che non comporta la
sottrazione dei globuli rossi e non
incide neppure transitoriamente
sulla performance atletica.
Per quel che riguarda infine la possibilità di essere donatori periodici
di sangue, anche per molti anni,
e contemporaneamente sportivi
di buono o alto livello, beh...gli
esempi di tanti sportivi professionisti (tra cui diversi giocatori di
Hellas Verona e BluVolley Marmi
Lanza, donatori con Fidas Verona)
e soprattutto le storie riportate in
queste pagine sono la migliore e
più evidente testimonianza.
la pagina degli sportivi 11
n e e sport
e o avventura;
divertimento, passion
a qualsiasi livello trova
traguardi.
realizzazione dei suoi
verato tra le isole
a, il suo sogno si è av
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nificare che il
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, da una donazione
te attenzioni.
possibile, con le dovu
La mia avventura
sportiva
di Marco Mazzi
“Dicembre 1999- dicembre 2009: per il decimo anniversario di matrimonio, un traguardo straordinariamente
importante, volevo regalarmi qualcosa di altrettanto straordinariamente importante, qualcosa che facesse
da tramite, o come si suol dire, da cordone ombelicale, a quelli che sono i miei amori , le mie passioni, i
miei valori, ovvero la famiglia e la corsa: quale destinazione migliore se non alla volta di Boa Vista, visto
che a dicembre si corre la Ultramarathon Boavista di 150 Km. non stop di pura avventura, il tutto in
rigorosa autosufficienza alimentare e di orientamento. E quindi perché non parteciparvi?”
Comincia così il racconto del nostro donatore Fidas di Valeggio sul Mincio Marco Mazzi (nelle foto sulle spiagge di Capo Verde) che, raggiunto
l’arcipelago di Capo Verde, ha coronato il suo sogno sportivo per festeggiare un avvenimento di grande importanza per sé e per la sua famiglia.
Il racconto si snoda con diverse pagine che ti fanno rivivere quell’importante esperienza, con l’immagine dei luoghi, le difficoltà, le speranze e
le momentanee delusioni, fino alla grande festa della conclusione tanto
agognata. Non possiamo riportare riga per riga, momento per momento,
sensazione per sensazione, ma desideriamo rendere omaggio a questo
super-atleta per la sua notevole impresa e perché ha dimostrato ancora
una volta che si può essere donatori generosi e nello stesso tempo sportivi eccezionali, a tacitare coloro che, talvolta, ricorrono alla scusa dello
sforzo sportivo per non offrire il loro sangue a chi si trova in difficoltà e
che forse avrebbe tanto desiderio di essere sano per praticare lo sport
attivamente. Abbiamo estrapolato parte del suo racconto cercando di
farlo rivivere e darne il vero significato.
“Alla Boa Vista si vive
un’esperienza che per
certi versi rimane unica:
quella di correre per tante e tante ore a stretto
contatto di una natura
incontaminata, una natura che credo facesse
parte ormai dell’immaginario e della fantasia
e che qui invece si manifesta in tutta la sua
reale maestosità”…..
“Il giorno antecedente la partenza aerea, mi reco
presso il centro trasfusionale di Bussolengo per una donazione di sangue; mi piace
pensare che il “fratello” che riceverà vitale sostanza possa ricevere anche la grande
forza di volontà, la grinta e l’entusiasmo che ho messo per arrivare preparato nel
migliore dei modi a questo appuntamento”……
“Dopo cinque lunghissimi mesi, in cui quasi tutto il mio tempo libero l’ho impiegato
per la preparazione di questa corsa rubandolo agli affetti familiari, riesco a giungere
a Boa Vista; faccio parte dei 35 temerari che parteciperanno a questa corsa”……
“Tra le mille incognite che dovrò affrontare, quella di perdermi mi attanaglia sempre
più; mi dico che nei prossimi giorni diventerò il protagonista assoluto della trasmissione televisiva “chi l’ha visto?”, e che dovranno sguinzagliare per tutta l’isola i cani
da valanga per venire a cercarmi: l’idea di attraversare il deserto “de Viana” mia fa
tremendamente paura solo a pensarci”……
“ Si parte: inizia tra mille peripezie questa incredibile avventura. Il primo km. e mezzo sarà una sorta di passerella per le strade di Sal Rei, poi si imbocca subito il
deserto”…..”tra una foto e l’altra si arriva al primo CP; il tratto che porta al CP 2 è
piuttosto duro in quanto sono otto km. di dune da percorrere come se fossimo su
una pista da cross; è impossibile aggirarle ma bisogna rigorosamente scavalcarle,
alcune sono talmente irte che sembrano delle montagne da scalare”……
“Si passa attraverso un minuscolo paesino costituito da quattro case in croce, l’incitamento dei bimbi e la loro richiesta del cinque è veramente ed emotivamente
qualcosa di semplicemente immenso. Oltrepassato il paese di Bofareira, ecco che
il deserto de Viana si spalanca in tutta la sua impressionante grandezza, con la sabbia bianca e finissima. In pieno deserto le scarpe, da qui in avanti, si riempiranno di
sabbia e dovrò fermarmi spesso per svuotarle in quanto la pressione delle unghie
dei piedi è dolorosa. Arrivo, dopo varie fermate, alla grande palma posta in pieno
deserto e che corrisponde al CP 3. Da qui in poi, una volta finito il deserto, si corre
su pista battuta e si arriva al CP 4 e al 30° km”…….
“Dal CP 4 al CP 5 incontro Elena e sarà uno dei pochi tratti della corsa che condividerò con qualcuno. Il tratto che porta al CP 6 Santa Monica è qualcosa di straordinariamente ed impossibile anche solo da immaginare: sono 17 km. di spiaggia
bianchissima e deserta lambita dalle onde dell’Oceano; unici rumori sono il soffio
del vento sulla faccia e il rumore delle onde che si infrangono sulla riva; non si in-
contra anima viva ma soprattutto non vi è alcuna costruzione che sorge a deturpare
l’ambiente naturale”…….
“Nel frattempo cala la notte e, oltre alla stanchezza dovuta allo sforzo fisico, si deve
combattere anche contro la sonnolenza. Il passaggio dal giorno al buio pesto è
molto veloce; la bellezza selvaggia del paesaggio mi ripaga di tutta la fatica affrontata per arrivare fin lì; il cielo è talmente basso e le stelle così vicine che sembra di
essere in un film 3D, alzando la mano si ha l’impressione di toccarle”……
“La sabbia lascia finalmente il posto ad una distesa di rocce e sterpaglie e la sensazione di poggiare i piedi su qualcosa di solido rinvigorisce il ritmo. Strada facendo
arrivo al CP 8; decido una sosta per riposare un pochino, visto che poi si dovrà
affrontare un tratto impegnativo che culmina con la scalata del faro del Moro Negro
CP 9 km. 95. Chiedo come sono messo in classifica; una voce da dentro la tenda
mi dice: sei il numero 15 e quindi sei quindicesimo”…….
“Nella discesa dal faro incespico, disperatamente cerco un modo per limitare i danni, solo che il ginocchio e l’anca sbattono violentemente a terra contro qualche
roccia ma per fortuna non ho nulla di rotto. Parte una raffica di imprecazioni che non
risparmia nessuno, tutti i santi del calendario vengono citati, anche le riserve”…….
“ Il CP successivo è presidiato dal medico; ho paura di saltarlo, ma finalmente vedo
la luce di una torcia e capisco che l’incubo è finito.
Il medico mi fa un tagliando ai piedi e mi medica il ginocchio che nel frattempo si è
notevolmente gonfiato; prendo qualcosa da
mangiare nello zaino, carico le borracce
e riparto”……..
“Ora inizia un tratto tranquillo, poi
verrà quello che l’organizzazione
ha descritto come molto pericoloso; tutto sommato non ho incontrato questa estrema pericolosità.
Arrivo al CP 12, ora è di nuovo
mattino e mi mancano solo 30 km
all’arrivo e finalmente si corre su
qualcosa di duro e, seppur trattasi
del famigerato pavè, mi sento a casa, il terreno a me
caro”…….
“Ora mi mancano 20
km. all’arrivo, inizio a correre e
correrò fino
a Rabil, che
sarà l’ultimo
CP.
Qui saranno solo
8 banalissimi km. e
su asfalto normale;
si torna a malincuore alla civiltà
ma ciò era inevitabile”…..
Si conclude così,
dopo oltre 29 ore,
questo stupendo
e meraviglioso
calvario, durante il quale, per
farmi coraggio,
mi dicevo:”dai
Marco, è l’ultima
corsa così lunga, poi
basta!”, ma in cuor
mio sapevo che era
una bugia. Sicuramente
alla prossima Boavista
noi ci saremo ancora.”
12 vita associativa
Portiamo in Bolivia la gioia di donare
Manca sangue. Mancano donatori.
Non facciamo mancare il nostro aiuto
Lo scorso anno, in questo periodo, I
rappresentanti di Fidas e Avis del Fondo Regionale, a suo tempo costituito
per avere la disponibilità economica
per interventi di rilievo, soprattutto
per iniziative promozionali di comune utilità e beneficio, si accordarono
per favorire un progetto di alto valore
morale;
Un progetto di grande sensibilità con
tema “donare il Sangue” ma rivolto ad
una terra molto lontana da noi, la BOLIVIA, dove ai poveri mancano tante
cose, ma la più importante è la mancanza di sangue.
Noi, che da molti anni abbiamo ben
operato per averne sempre la disponibilità presso i nostri ospedali, forse
non percepiamo pienamente il disagio
di questa gente, ma l’abbiamo conosciuto nei contatti frequenti che i nostri rappresentanti hanno avuto con
missionari e sacerdoti locali di una
diocesi il cui vescovo è friulano di nascita. Ma leggiamo insieme la lettera,
che nel giugno scorso ci ha inviato il
Presidente Regionale Fidas dr. Fabio
Sgarabottolo, con le prime informazioni sulla situazione boliviana.
Orari dei Centri Trasfusionali
e delle Unità di Raccolta
AZIENDA OSPEDALIERA
• Borgo Trento
• Borgo Roma
dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00
e tutte le Domeniche
ore 8.00 - 11.30
dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00
Domeniche (quando ci sono le raccolte)
ore 8.00 - 11.30
ULSS 20
• S. Bonifacio
dal Lunedì al Sabato ore 7.30 - 11.00
• Cologna Venetail Martedì e Venerdì ore 8.00 - 11.00
• Tregnago
Mercoledì ore 8.00 - 11.00 (Agosto chiuso)
ULSS 21
• Legnago
• Bovolone
• Nogara
• Zevio
dal Lunedì al Sabato ore 8.00 - 11.00
Ultima Domenica del mese
ore 8.00 - 11.00
il Lunedì e Giovedì ore 8.00 - 10.00
Terzo Sabato del mese ore 8.00 - 10.00
Prima Domenica del mese ore 8.00 - 10.00
dal Mercoledì al Venerdì ore 8.00 - 10.00
il Martedì e Venerdì ore 8.00 - 11.00
Seconda Domenica del mese ore 8.00 - 11.00
ULSS 22
• Bussolengo
dal Lunedì alla Domenica ore 8.00 - 11.00
• Isola Della Scalail Venerdì ore 8.00 - 10.30
• Caprino
il Giovedì e Sabato ore 8.00 - 10.30
• Malcesine
il Martedì ore 8.00 - 10.30
• Negrar
dal Lunedì al Venerdì ore 8.00 - 10.30
Seconda Domenica del mese ore 8.00 - 10.30
• Villafranca
Sabato ore 8.00 - 11.00
Secondo Mercoledì del mese ore 8.00 - 11.00
Per meglio comprendere il problema boliviano, il percorso e le possibilità per la sua realizzazione, per avere anche uno spaccato
della gente e della loro situazione, abbiamo
invitato nel periodo natalizio il referente del
progetto qui in Italia, padre Alfredo Rizzi, che
ha partecipato ad un nostro consiglio di presidenza appositamente convocato presso la
sede.
È stato un racconto di vita quello esposto
da padre Alfredo; con dovizia di particolari
ci ha fatto “vedere”, con le sue parole semplici ma efficaci, la realtà della vita ma soprattutto la condizione della persone della
Bolivia, gente che non ha nulla se non la
vita stessa, vita che spesso corre gravi rischi per la cronica mancanza di sangue o,
se si trova, mancano i mezzi per ottenerlo.
Le varie comunità si sono attivate in tutti
i modi per costituire i gruppi di volontari
del sangue; hanno preparato piccoli oggetti caratteristici da commercializzare,
a testimonianza della loro volontà di riuscire.
Anche noi abbiamo acquistato dei piccoli presepi, e sono stati i primo aiuto
concreto a favore dell’iniziativa, nella quale crediamo innanzi tutto perché donatori e poi perché persone che credono nella solidarietà a
chi è nel bisogno, non solo a chi ci è vicino ma a tutti ove è possibile arrivare.
PROGETTO
Dar Sangre es dar vida
In occasione
dei nostri ultimi consigli
direttivi regionali, abbiamo
presentato il
progetto promosso
dal
Fondo
Interassociativo
Fidas-Avis,
intitolato “Dar
sangre es dar
vida” finalizzato alla creazione e formazione di
gruppi di donatori volontari di sangue in Bolivia.
In questo paese, il più povero del Sud America,
c’è una gravissima carenza di sangue. Migliaia
di ammalati muoiono perché i loro familiari non
riescono a trovare donatori o non hanno il denaro per pagare il sangue. Una sacca di sangue
costa come il salario di sei mesi di lavoro di un
operaio! Purtroppo tra i boliviani non esiste una
cultura della donazione volontaria, periodica e
gratuita del sangue. I motivi sono vari, non c’è
una tradizione, manca un volontariato organizzato, c’è ignoranza, paura e un’esperienza
quotidiana che ha più a che fare con le urgenze
di una povertà estrema che con la pratica della
gratuità. La diocesi di Cochobamba, guidata dal
vescovo friulano mons. Tito Solari, e la locale
Caritas diocesana, guidata dal bergamasco padre Eugenio Coter, ci hanno chiesto di aiutarli
in un progetto ambizioso: creare 75 gruppi di
donatori volontari, uno per ognuna delle parrocchie della Diocesi. In ogni parrocchia, che
solitamente gestisce un piccolo ambulatorio
per le cure mediche primarie, agirà un operatore
formato per informare e sensibilizzare la popo-
lazione e si organizzerà un gruppo di donatori
di sangue volontari periodici controllati; obiettivo: raccogliere 20.000 donazioni di sangue nel
triennio 2009-2011. Il progetto avrà un costo di
120.000 euro in 3 anni. Nei primi giorni di marzo
2009 è stata costituita l’Associazione Boliviana
dei donatori volontari di sangue e si sono formati i primi gruppi parrocchiali, che hanno già
iniziato a donare presso il Banco del Sangue di
Cochobamba. Ti chiediamo di partecipare concretamente a questo progetto. Anche una piccola cifra dà la possibilità di fare grandi cose in
quel paese, dove una persona vive con meno
di 1 euro al giorno! La nostra proposta è quella
che un gruppo comunale, o un gruppo di sedi
locali, adotti a distanza uno di questi gruppi di
donatori, garantendo una qualsiasi cifra, raccolta attraverso una iniziativa associativa dedicata. È un atto di solidarietà che fa bene agli
ammalati boliviani ma anche a noi, che abbiamo
così l’opportunità di riflettere sull’importanza e
sulla ricchezza del nostro essere associazione
di donatori volontari, da oltre 50 anni presenti
in Italia. Ogni euro raccolto verrà interamente
utilizzato per la realizzazione del progetto (le
spese di realizzazione del materiale o di supporto all’iniziativa sono state sostenute dal Fondo
Fidas-Avis), c’è il controllo locale dell’utilizzo
dei fondi da parte della Caritas diocesana e Vi
terremo informati costantemente sugli sviluppi
dell’iniziativa anche attraverso il sito dedicato:
www.sangreyvida.org.
Il sangue è vita! Non si fabbrica. Non si compra.
Il sangue si dona!
Grazie a Voi tutti per l’attenzione e per quanto
potrete fare.
Fabio Sgarabottolo
presidente Fidas Veneto
Fly UP