Colpire una scuola è colpire l`Italia intera, perché lì si forma il suo
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Colpire una scuola è colpire l`Italia intera, perché lì si forma il suo
Partita Tripla Anno LI - Numero Unico 2012 Colpire una scuola è colpire l’Italia intera, perché lì si forma il suo futuro. Siete la parte più importante di una grande comunità. Sulla forza e sulla saldezza di questa comunità che ha in voi il suo futuro potrete fare affidamento per lasciare il posto alla speranza e alla fiducia. Speranza che il Paese nel quale vivete diventi sempre più a vostra misura e sempre meno ceda spazio a illegalità e violenza. (dalla Lettera del Ministro Francesco Profumo alle studentesse e agli studenti della scuola italiana) Il giornalino dell’ITC Oberdan di Treviglio dal 1961 A noi ragazzi del gruppo H piace frequentare l’I.T.C. Oberdan Introduzione Ciao Guglielmini, il secondo mezzo secolo di vita di Partita Tripla inizia con due grandi soddisfazioni, due importanti premi nazionali che ci hanno riempito di soddisfazione (pg. 16 e 17). E per questo dobbiamo ringraziare tutti quelli che partecipano al giornalino, scrivendo articoli, scattando foto, riportando le battute. Grazie! Ma questo non è un numero autocelebrativo: a parte i tradizionali saluti delle quinte (da pg. 4), nelle prossime pagine troverete un sacco di sorprese. La cronaca completa di tutti gli eventi e i progetti dell’istituto: dallo sport (pg. 36 e 37) alla musica (pg. 19), dall’arte (pg. 38) ai lavori del comitato studentesco (pg. 18). Ma c’è spazio anche per la riflessione e l’attualità, da pg. 32 leggerete della crisi e di come risolverla. E siccome l’Oberdan è una scuola poliglotta, abbiamo i racconti (anche) in lingua straniera dello stage a Canterbury (pg. 22 e 23), del gemellaggio con Friburgo (da pg. 24 a 27) e un fumetto in inglese (da pg. 39 a 41). Lo spettatore del futuro: l’Oberdan già nel 2020 sui limiti alle emissioni delle automobili. Lo spettatore del futuro, questa la testata del giornale, numero unico del febbraio 2020, redatto da Colombi Cristian (direttore responsabile), Baffi Marta e Carolei Giulia, con all’interno la guida su come coltivare l’orto in balcone con il calendario della semina e della raccolta, uno speciale sugli orti sociali, piccoli appezzamenti di terreno altrimenti inutili affidati a chi vuole crearsi un orto proprio tra anonimi edifici, strade pluricorsia, mastodontici centri commerciali, che forniscono un nuovo polmone verde per le metropoli industrializzate, e un altro sui ristoranti a Kilometro Zero, cosa sono e che benefici portano all’ambiente, tutto da scoprire all’interno della rivista. Ventotto pagine contenenti articoli che variano da decreti che sanciscono lo zero consumo del territorio attraverso dei piani di riqualificazione allo stop delle importazioni di frutta e s ot i ca pe r la s a l va g ua rd i a dell’ambiente e la riduzione dell’inquinamento atmosferico degli Cristian Colombi ► 4ªM Sommario L’inserto I l corso mercurio, da sempre all'avanguardia dell’infor-mazione ecologica, quest’anno ha deciso di trattare il modulo di ecologia, per iniziativa della professoressa di diritto e economia politica Maria Grazia Lanzafame, collegandolo con la costituzione. Dopo i numerosi lavori sul tema realizzati dai loro predecessori, anche la 4ªM si cimenta sull'argomento, proiettandosi in un futuro nel quale tutti i problemi che affliggono oggi la nostra terra siano finalmente risolti. L’idea è partita da un gruppo ristretto di tre ragazzi, che prendendo spunto da quanto affrontato nel modulo hanno immaginato una rivista scritta nel 2020. Data non scelta a caso, infatti il 2020 è il limite massimo che l'UE ha posto ai paesi membri entro il quale devono raggiungere gli obiettivi prefissati, riducendo del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portando al 20% il risparmio energetico, inoltre con il Libro verde sull'efficienza energetica la Commissione ha avviato un dibattito su modi efficienti di utilizzare l'energia, riconoscendo il potenziale di risparmio, all'insegna dell'efficacia dei costi, del 20% di consumo di energia primaria (fonti rinnovabili) entro il 2020. Il pacchetto comprende anche provvedimenti sul sistema di scambio di quote di emissione e 2 3 4 5 Aule H Presentazione I nuovi rappresentanti d’istituto Rappresentare la scuola è un simbolo di solidarietà 6-10◄ Una mostra da interpretare 11 ◄ I bergamaschi nel mondo 12 ◄ Premiati a Benevento 13 ◄ Premiati a Modena 13 ◄ Testimonianza sul volontariato 14 ◄ La voce degli studenti si fa sentire sempre più ◄ ◄ ◄ ◄ (in ordine alfabetico) Stefania Andreolli ► 3ªE Federica Bonissoni ► 3ªE Giulia Carolei ► 4ªM Davide Coita ► 2ªA Cristian Colombi ► 4ªM Elena Danelli ► 5ªE Fabio Fontana ► 5ªE Sebastian Jimenez ► 5ªE Mateusz Luczkowiak ► 5ªE Sandra Luketić ► 5ªE Domenico Mercuri ► 3ªF Michela Molendi ► 3ªF Federica Moriggi ► 3ªE Fulvio Nossa ► 5ªE Antonella Pavon ► 4ªI Federica Rota ► 2ªA Chiara Sparro ► 3ªE Arnela Suhopoljac ► 3ªF Filippo Testa ► 3ªM Elena Uccheddu ► 3ªF Paola Viola ► 3ªF aerei che la trasportano, dalle riflessioni sulle vittime che ha provocato l’uso dell’amianto e le possibili soluzioni da adottare alla moda del momento dei fruttivendoli in casa con gli orti sul balcone, dal metano immesso nell’atmosfera dalle mucche all’inversione della tendenza per quanto riguarda gli sprechi di cibo, dai consigli su cosa mangiare per rispettare maggiormente l’ambiente, all’utilizzo di auto elettriche e alla costruzione di edifici ecosostenibili. In ultimo un articolo che premia il progetto di legge redatto dai ragazzi “Un pannello su ogni tetto” che vi lasceranno scoprire leggendo la loro L’Istituto Tecnico Commerciale Statale “G. Oberdan” esprime vivo sdegno per l’attentato all’Istituto Professionale “Morvillo-Falcone” di Brindisi che ha causato la morte di una studentessa e il ferimento di altre. Gli studenti, la Dirigente, gli insegnanti e tutto il personale dell’Oberdan, nel condannare senza appello questo atto di stampo terroristico-mafioso, porgono la loro piena solidarietà alle famiglie delle vittime, all’Istituto Morvillo-Falcone e alla città di Brindisi rinnovando e rafforzando l’impegno nel promuovere la cultura della legalità e della lotta contro tutte le forme di violenza di qualsiasi matrice. 15 ◄ Come nasce una canzone 16 ◄ Oggi ho incontrato un libro 17 ◄ Gite: perché non se ne fanno 17 ◄ Sentite in classe 18 ◄ Stage a Canterbury 20 ◄ Gemellaggio Treviglio-Friburgo 22 ◄ Temi sul gemellaggio 24 ◄ Perché donare gli organi 24 ◄ No smoking be happy 25 ◄ La vita non dipende dallo spread 26 ◄ A scuola di psicologia 26 ◄ Un viaggio nel tempo 27 ◄ Alla scoperta delle neuroscienze 28 ◄ Temi sulla crisi 32 ◄ Arte in terza d 34 ◄ We are immigrati (fumetto) 36 ◄ Bar sport Oberdan 38 ◄ Informatica all’Oberdan 39 ◄ Aule H Quarta di copertina ◄ La redazione del giornalino sotto l’Arco di Traiano a Benevento Partita Tripla ◄ 3 L’ISTITUTO Conosciamo i nuovi rappresentanti degli studenti Nel Consiglio d’Istituto e... Sono Cristian Perfetti e mi sono candidato come rappresentante d’istituto per cercare di migliorare l’ambiente scolastico dove noi studenti passiamo la maggior parte della nostra giornata. Cercherò di migliorare i rapporti che ci sono tra studenti e dirigenza, informando e cercando di integrare i maggior numero di studenti possibili in quelle che sono le attività scolastiche ed extrascolastiche. etti ► Cristian Perf ► Emanuele Cam isana Quest’anno ho deciso di candidarmi rappresentante d’istituto della mia scuola per poter provare a portare a termine degli obiettivi che la possano migliorare, sperando di affiancare all’attività scolastica altre attività che possano rendere più piacevole questa esperienza. Inoltre è molto importante cercare di promuovere dei progetti quali ad esempio l’adozione di pannelli fotovoltaici o il miglioramento delle nostre attrezzature facendoci sponsorizzare da società alle quali faremo pubblicità, avendo un ritorno sia noi che loro. Per la mia lista, composta da me e Cristian Perfetti, abbiamo scelto il motto “LISTA UOVA CI SBATTIAMO PER VOI” per dire in modo simpatico che faremo tutto il possibile per migliorare l’Oberdan Buongiorno, quest’anno per la prima volta ho deciso di candidarmi a rappresentante d’istituto fondamentalmente per due motivi: il primo è per il fatto che da tre anni a questa parte non c’è stata una ragazza in consiglio d’stituto a rappresentare la nostra scuola ed era giusto che quest’anno ci fosse, anche per la tanto discussa questione sulla parità dei sessi. Il secondo motivo che mi ha spinto a candidarmi è che è sempre facile giudicare gli altri dicendo che non sono riusciti a far nulla per cambiare la nostra vita a scuola, fin che però non ci si trova nella condizione di dover essere tu a cambiare qualcosa. Quindi ho deciso di impegnarmi io stessa per cambiare qualcosa ► Saluti, Veronica Baffi Buongiorno a tutti, è ormai il terzo anno che mi candido come rappresentante d’istituto, spinto da un desiderio costante di migliorare l’ambiente scolastico e i rapporti tra noi studenti. Mi piace confrontarmi con gli altri e mettermi alla prova. Penso che la carica di rappresentante sia un’ottima opportunità per migliorare le proprie abilità e le capacità di lavorare in gruppo e che tutti gli studenti debbano provare, mettersi in gioco per arrivare ad essere i portavoce di un’intera scuola. Infine penso sia un’esperienza importante da inserire nel proprio bagaglio culturale, un ottimo esempio che la scuola non è solamente libri e lezioni in classe. ► 4 ► Partita Tripla Saluti, Jacopo Amadei ...nella CPS Rappresentare la scuola è un simbolo di SOLIDARIETA’ C andidarsi come rappresentante della Consulta Provinciale Studentesca significa rappresentare la scuola stessa, cercando di perseguire finalità di coordinamento, informazione e sostegno delle attività studentesche in ambito scolastico provinciale. Per questo mi sono proposta per costituire la commissione “bassa bergamasca”, che sia in grado di: Partecipare e sviluppare i progetti in modo attivo stipulare accordi con gli Enti Locali, la Regione, le organizzazioni del mondo del lavoro affrontare tematiche in campo sociale (es. attività di volontariato, Croce Ros sa) realizzare attività e iniziative di promo zione e utilizzo dei nuovi linguaggi e delle nuove tecnologie (es l’utilizzo dei Tablet in sostituzione dei testi) Questo è simbolo di solidarietà, ovvero il poter confrontarsi l'uno con l'altro, prendendo spunti innovativi nella realizzazione delle iniziative. Spero di riuscire ad essere soddisfacente in tutte le esigenze che mi verranno richieste. ► Giulia Carolei 5^ F Nella prima riunione della consulta provinciale, svoltasi il giorno 12 novembre presso l'Istituto Tecnico Commerciale Statale V. Emanuele a Bergamo, si è eletto il presidente della consulta provinciale di Bergamo, Federico Crotti, il quale ha assicurato di battersi per il perseguimento dei progetti già iniziati l'anno precedente. Purtroppo, per mancanza di fondi, verranno organizzati solo piccoli eventi all'interno di ogni istituto. In seguito sono state fornite le nuove direttive concernenti la riformulazione della consulta, quali l'eliminazione delle commissioni per finalità ( es Sport, Arte e spettacolo,..) ed istituzione di commisioni con competenza generale, suddivise per ambito territoriale. La Candidatura alla consulta provinciale, a mio avviso, è un'esperienza molto significativa, in quanto permette di sostenere ogni attività, soprattutto extracurricolari e progetti di qualsiasi Carattere, cercando di integrare un più ampio numero di istituti. ► Partita Tripla 5 ARTE FRANCO COLONETTI TREVIGLIO.,29 settembre 2012 L a classe 5E dell’Istituto Tecnico Commerciale G. Oberdan di Treviglio, ha fatto visita ad una interessantissima mostra svolta presso la BCC di Treviglio; dedicata alle opere d’arte del commemorato artista Franco Colonetti. La mostra è stata gestita da Virginia King, nata in Birmania, la quale ha avuto un forte legame affettivo con il nostro artista e con cui ha conosciuto molteplici viaggi per il mondo. La mostra è iniziata con un’introduzione breve della vita di Franco, per dare un senso alle sue creazioni che, come ha sostenuto la signora Virginia, sono tutte opere collegate fra loro. L’argomento trattato maggiormente nei quadri era la donna, dalla quale il nostro artista era affascinato. La mostra si è presentata in modo interessante ed originale sia dal punto di vista culturale che estetico. Dal punto di vista estetico è stato affascinante, soprattutto nel momento in cui, c’è stato presentato un quadro con il quale Franco ha cercato di rappresentare il suo paradiso ideale, ovvero con una visione paradisiaca della natura, in cui come tema centrale, era inserita una bellissima cascata circondata da una foresta armoniosa. Insomma un’immagine che scuote l’interiorità dei una persona che la vede per la prima volta: stupore, questo è esattamente quello che abbiamo provato. Dal punto di vista culturale, invece, ha mostrato con le sue opere, come due cose simili esteticamente, possono avere un significato diverso tra di loro, per esempio alcuni quadri che rappresentano due donne, che egli stesso aveva frequentato che esteticamente erano molto simili ma il cui vero scopo era quello di mettere a confronto la bellezza e l’ eleganza della donna. La mostra si è conclusa con dei quesiti a noi rivolti da parte della signora Virginia, la quale ha voluto stuzzicare la nostra creatività, facendoci immaginare e poi esporre il nostro paradiso ideale, diverso per ognuno di noi e dimostrando perciò come le menti umane abbiano diverse immaginazioni. ► 6 ► Lesme Gabriel Parraga Villacis Partita Tripla Partita Tripla ◄ 7 8 ► Partita Tripla Partita Tripla ◄ 9 LA MOSTRA E LO STUDIO FRANCO COLONETTI’S WOMEN V irginia King is a Birman woman engaged with Franco Colonetti, the italian artist who died on the 24th July 2011. Franco Colonetti was a painter and a clothes designer, in the '70 and '80 he was quite famous. He used his shills to wake costumes and he started teaching have science. He was an expert and a really generous man, he designed and gave his clothes to the developing countries. Where Virginia started talking about the exhibition she said that the pictures one all connected. Franco was fascinated by women and sci-fi world, most of his pictures represents one of there topics. Women are represented in many different ways. One of the ladies is painted with two leaves on the front, she represents a doctor woman, leaves are, in some tribes, symbols for medicines and shamans. A doctor woman is like a mother who takes care of her family. In another paint theres an egyptian woman that looks up at the universe, she represents an egyptian warrior. In Myanmar, people think that nothing is permanent, and they accept this condition, since the civilization began, all the people built houses in wood, because they one perishable. Only religious buildings were made in cement because they were permanent. In one of the paint there was something about love, there was a woman and a man at the opposite side. Differently from what most people think, Franco thought that he had to be beautiful to attract his woman, in the paint there was a bird like peacock with beautiful colours to get noticed by the female. Franco was born in pavia, he traveled a lot and in one of his paints, he drew the fields and the countryside near the Po rivers because he missed his land much. The painter was fascinated by Giorgio De Chirico, an italian artist who was one of the most important metaphysical painters; Franco was inspired by De Chirico when he paints a picture that really looks like a metaphysical paint with Pavia's buildings in the background I think that two of the most beautiful pictures of the exhibition represented two women they were almost naked, Virginia Told us that there ladies were important for Franco; he was dating with both of the them and he loved both the two of them. Like Elisabeth Barret Browing, Virginia King wrote poems to Franco and he painted for her. ► Nausicaa Piensi Partita Tripla ► 10 L’EMIGRAZIONE I bergamaschi nel mondo Belloni Tamarai Caputo Ilaria Cattelani Sofia Marku Monica Baffi Veronica ► 4ªF ► 4ªF ► 4ªF ► 4ªF ► 4ªF I l settembre presso l’Auditorium della Cassa Rurale di Treviglio si è svolto un importante incontro organizzato dall’Associazione Culturale Clementina Borghi sul tema “ Il lavoro dei Bergamaschi nel Mondo” All’incontro sono intervenuti il Dott. Massimo Fabretti, direttore di “Ente Bergamaschi nel Mondo”, il Dott. Radames Bonaccorsi Ravelli, presidente della sede di Londra, ed infini la Sig.ra Gabriella Quaini, della commissione cultura del Decanato di Treviglio. Il nostro istituto è stato invitato a partecipare dal Dott. Elio Massimino e dalla presidente Maria Palchetti Mazza e per noi è stata un’occasione unica per ripercorrere un po’ la storia della nostra terra ma anche e soprattutto per capire dove e perché i giovani si trasferiscono e quali problemi incontrano. Tornando indietro nel tempo ci rendiamo conto di come la nostra terra abbia alimentato flussi migratori. Negli anni ‘20, periodo del primo dopo guerra, ci fu una forte crisi economica che dapprima portò all’espropriazione dei terreni per molti contadini costretti quindi ad emigrare con la famiglia verso altri paesi, soprattutto la Francia. Sappiamo, dai documenti di quel periodo, che nel marzo del 1922 Agostino Vismara contattò le autorità francesi e le convinse a concedere ai nostri emigranti importanti agevolazioni. Grazie al suo impegno intere famiglie si trasferirono così in Francia, spesso clandestinamente, dove formarono delle vere e proprie comunità di lavoratori. Ricordiamo la storia di una donna molto forte: Maria Bochi Rivoltella la quale sposa nel 1924 un Calvenzanese, il Signor Rivoltella. I due inizialmente vivono al Roccolo, ma a causa della crisi sono costretti a trasferirsi anche loro in Francia. Hanno sei figli, di cui il sesto viene definito “a comando”, poiché è stato concepito per far si che il marito non fosse chiamato a difesa del fronte. Maria è una donna molto forte, impara il francese aiutando i suoi figli a fare i compiti, mantiene però vive le sue origini e in casa continua a parlare il dialetto berga- 11 ► Partita Tripla masco. L’ultimo figlio decide di raccogliere le memorie della mamma e raccontarle in un libro. “Erano poveri, non avevano niente ed erano felici”, questa donna ha dedicato tutta la propria vita alla famiglia, muore a cento anni lasciando una bellissima testimonianza di come si può essere felici pur non avendo né oro né argento. Un altro fatto storico è la cosiddetta “emigrazione della valigia di cartone” avvenuta negli anni sessanta. Il motivo che indusse i contadini ad emigrare fu più o meno lo stesso: la crisi economica. Gli orizzonti invece si ampliano e gli emigranti si spingono alla volta della Svizzera, del Belgio, della Gran Bretagna e della Francia. È proprio alla fine degli anni sessanta, nel 1967 che nasce l’Associazione Bergamaschi nel mondo, di cui in questo anno si celebra il quarantacinquesimo anniversario. L’associazione conta ormai circa cinquantaquattro mila associati e tra le 52 associazioni simili a questa che sono presenti in Italia, tutte facenti parte dell’AIRE (che ha sede a Roma), “Bergamaschi nel mondo” in graduatoria si trova nelle prime cinque associazioni. L’associazione ha 34 sedi all’estero che costituiscono dei veri e propri punti di riferimento per chiunque decida di spostarsi all’estero per svariati motivi. La seconda fase migratoria invece si svolge oggi, i protagonisti però sono ragazzi laureati o giovani in cerca lavoro; le mete sono molteplici e si spingono anche oltre oceano: Australia, Brasile, Canada, Londra e la causa di questa emigrazione è sempre la stessa della precedente: la crisi che sta mettendo in ginocchio il nostro paese. Durante l’incontro si è parlato molto di Londra, capitale inglese, città multiculturale e meta oggi molto ambita. Londra offre infinite possibilità lavorative per i giovani, queste variano: lavapiatti, baristi, camerieri o imprenditori. I requisiti fondamentali sono due: sapere l’inglese e aver voglia di mettersi in gioco, in questa città tutto è possibile per i giovani, che vengono anche agevolati nell’istruzione ad esempio con borse di studio per pagarsi gli studi o favorendo coloro che studiano e lavorano nello stesso momento, ma tutto ciò solo se si dimostra ciò che si vale. Il titolo di studio invece non è di rilevante importanza. Oggi i titoli di studi sono equiparati a livello europeo. Durante questo incontro ci è stato anche permesso di porre delle domande agli esperti che hanno saputo risponderci e darci maggiori informazioni. Volevamo inoltre conoscere il numero degli emigrati bergamaschi oggi nel mondo. Nella provincia di Bergamo sono circa 600/700 i giovani di età compresa tra i 20 e i 35 anni che decidono di trasferirsi all’estero, di questi il 70% è costituito da laureati. Eravamo anche interessate a sapere quali difficoltà di adattamento si possono incontrare in un nuovo Stato. E’ chiaro che all’inizio ci si trovi un po’ sotto shock perchè si passa da una realtà di piccoli paesi di provincia con circa 14mila abitanti a paesi di 200mila abitanti. Questo però viene considerato un shock divertente se affrontato con un po’ di spirito d’avventura e “open mind”. Questo incontro ci ha colpite molto e nonostante l’imbarazzo iniziale, ci siamo poi trovate a nostro agio. Lo consigliamo vivamente a tutti i ragazzi perché è un’esperienza molto interessante, ben organizzato e con una partecipazione di tutti, sia da parte degli esperti che da noi e dalle altre persone che hanno assistito all’incontro. PREMI0 1 Cinque ragazzi della redazione ritirano il premio nazionale al giornalino Premiati a Benevento Fabio Fontana ► 5ªE È stato un vero e proprio tour de force il viaggio della redazione del giornalino Partita Tripla a Benevento, l’8 e il 9 maggio 2012, per ritirare il premio ideato dall’Ordine dei Giornalisti “Fare il giornale nelle scuole”, vinto con altre nove pubblicazioni nella categoria “giornali online”. Il nucleo storico della redazione (formato da Elena Danelli, Fabio Fontana, Mateusz Luczkowiak, Sandra Luketić e Fulvio Nossa, tutti di 5ªE) con le docenti Andreina Pasini e Clemenza Gazzola ha preso a Treviglio il treno delle 7.02 per Milano Centrale, dove è salito sul Frecciarossa con direzione Napoli ed infine su un regionale per Benevento. Un itinerario tortuoso ma necessario per giungere puntuali al primo evento della due giorni: una tavola rotonda sull’informazione nel mondo dello sport con Fabrizio Bocca, inviato sportivo de La Repubblica, Francesco Colonnese, ex calciatore e attuale opinionista, Giancarlo Ghirra, segretario nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Guido D’Ubaldo, capo servizio del Corriere dello Sport. I partecipanti al dibattito hanno raccontato i cambiamenti del giornalismo sportivo negli ultimi anni, durante i quali il giro affaristico legato soprattutto al calcio è aumentato enormemente e ha corrotto i valori sportivi. L’evoluzione dei media in generale ha influito anche sull’informazione dello sport. Oggi con la televisione e soprattut- to con il web, il giornalista della carta stampata deve offrire qualcosa di più dei suoi concorrenti, la riflessione e l’analisi. In seguito, il discorso si è allargato ai grandi temi dell’informazione (la libertà di stampa e di critica, il rapporto con gli editori, quello dei giornalisti con le persone di cui devono parlare), sempre riferendosi al mondo dello sport che, nel suo piccolo, presenta le stesse caratteristiche e le stesse anomalie dell’informazione politica ed economica. Successivamente, dal pubblico sono giunte domande per il palco inerenti anche a fatti recenti di cronaca sul mondo sportivo come la morte di Morosini e la pubblicazione delle foto del Sotto, Fulvio Nossa e Mateusz Luczkowiak (5ªE) con Francesco Colonnese. 12 ► Partita Tripla Grazie a tutti quelli che hanno scritto, senza di loro non ci sarebbe nessun giornalino momento in cui è stato colpito dall’infarto. Giusto il tempo di cenare e riposare presso un hotel di Benevento ed era già il mattino successivo. Alle 11 è iniziata la cerimonia di premiazione all’interno del cinema della città. Centinaia e centinaia di studenti con i loro docenti, presidi, genitori erano accorsi da tutta Italia per assistere all’evento. Oltre 400 i giornalini partecipanti, 40 quelli premiati (dieci per ogni categoria: scuole elementari, medie, superiori e giornali sul web). La cerimonia è stata preceduta dal saluto della giuria esaminatrice e del segretario nazionale dell’Ordine, Giancarlo Ghirra. In particolare, quest’ultimo ha fatto una riflessione sulla libertà di stampa, vero e proprio pilastro della professione del giornalista, e ha ricordato che la libertà di espressione determina la democrazia di un paese. Finita la premiazione, ci siamo subito messi sulla via del ritorno. Non capita tutti i giorni di ricevere un riconoscimento di tale prestigio, quindi vorremmo ringraziare la scuola che ci ha permesso di attraversare la penisola per ritirarlo ma soprattutto gli studenti che hanno collaborato lo scorso anno e anche in questo alla realizzazione di questo progetto perché, senza chi scrive, nessun giornale potrebbe esistere. PREMI0 2 Il punto sui tornei di calcetto maschile e femminile Premiati a Modena Stefania Andreolli Federica Bonissoni Federica Moriggi Chiara Sparro ► ► ► ► 3ªE 3ªE 3ªE 3ªE N on sempre il sabato si conclude tra i banchi di scuola con il suono della campanella, capita anche che si parta con un mini-pulmino con meta Modena, una città tutta da scoprire. Questo è quanto ci è accaduto sabato 3 marzo 2012, quando la Redazione del Giornalino d’Istituto, “Partita Tripla”, si è trasferita armi e bagagli e con le prof.sse Clemenza Gazzola e Andreina Pasini in quella città per ricevere un importante riconoscimento nell’ambito del Concorso Nazionale di Giornalismo Scolastico “Prima Pagina”. La prima tappa era prevista presso il Foro Boario, dove siamo stati accolti, intervistati e fotografati e dove un curioso e purtroppo ignoto poeta di nome Iago ci ha coinvolto in un gioco di parole: da tre nostre parole pronunciate casualmente ha composto una poesia in nostro onore. Eccola: Nel SILENZIO, che è d’oro per comune assensi vedo correre il CAVALLO alato della fede, con esso sposo la SPERANZA che resta. Nel pomeriggio il prof. Pino Ligabue, scrittore e docente universitario in pensione, ci ha portati alla scoperta di Modena. Con straordinaria eloquenza e simpatia ci ha mostrato angoli nascosti della città e fatto conoscere curiosità culturali ed artistiche che da soli Il prof. Pino Ligabue non avremmo mai potuto scoprire, la chiesa di Sant’Agostino, il Duomo, la Casa Medievale, la Sinagoga, mescolando le sue spiegazioni con spiritosi aneddoti in lingua locale. Dopo la visita e un ottimo gelato in Piazza Roma ci siamo concessi una cena all’aperto in un tipico locale del centro. In verità abbiamo anche preso parte alla movida della città, passeggiando per le vie affollate da giovani e godendoci i colori del tramonto e…, ebbene sì, abbiamo anche ceduto alla tentazione dello shopping. Arrivata la sera, alle 21.30 circa siamo finalmente giunti a destinazione: l'Auditorium della Chiesa San Carlo dove si è svolta la cerimonia di premiazione del premio di giornalismo scolastico “Prima pagina”, condotta da Raffaella Cesaroni, giornalista di SkyTg24. Agli studenti della Redazione di "Partita Tripla" è stata consegnata una “Menzione Speciale” per i cinquant'anni di storia del nostro giornale. VOLONTARIATO Una ragazza dell’Oberdan racconta la sua esperienza nel sociale Testimonianza sul volontariato Angela Iannaccone ► 4ªI L unedì 5 dicembre 2011, Giornata Internazionale del Volontariato, alcuni responsabili delle associazioni umanitarie senza scopo di lucro presenti a Treviglio e dintorni si sono riuniti verso le 17 nell’auditorio della Cassa Rurale per ricevere un riconoscimento e per avere la possibilità di far conoscere le proprie iniziative ad un pubblico più vasto. Sono intervenuti, per raccontare le proprie impressioni, anche alcuni ragazzi di Istituti superiori e Università. Come rappresentante dell’ITC “G. Oberdan” c’ero io, Angela Iannaccone, di 4ªI. Mi è stato chiesto di esprimere un’opinione riguardo le attività di volonta- riato svolte da me e da altri alunni della nostra scuola. Sono intervenuta, visibilmente emozionata, subito dopo Irina, una coetanea dell’Istituto Zenale. Ho esordito con queste parole: “Buonasera a tutti! Io sono Angela e la mia esperienza è molto simile a quella di Irina, ma desidero comunque raccontarvela. Io rappresento le circa 40 ragazze dell’Istituto Tecnico Commerciale G. Oberdan che in questi due anni hanno partecipato ai corsi pomeridiani di animazione sociale. L’anno scorso, durante gli incontri, si è cercato di approfondire la conoscenza di se stessi, mentre quest’anno ci siamo dedicate alla pratica mediante una messa in gioco personale. È stata un’esperienza positiva, nonché un’occasione per conoscere nuove perso- ne all’interno dell’Istituto stesso e, l’anno scorso, anche in altri Istituti. Tutto ciò che abbiamo imparato non verrà dimenticato, anzi, lo stiamo già mettendo in pratica nelle diverse attività di volontariato che ciascuna di noi svolge. Io stessa, per esempio, aiuto i ragazzi della Scuola media “T. Grossi” ad eseguire i compiti presso l’oratorio S. Pietro e, una volta al mese, insieme agli altri volontari, festeggio i loro compleanni. Dunque vorrei ringraziare la Cassa Rurale, il Dirigente Scolastico Maria Gloria Bertolini e la docente Antonella Barazzetti per averci concesso questa opportunità. Grazie davvero!” Mi auguro che questo incontro abbia fatto riflettere tutti i presenti e che in futuro il numero di volontari possa aumentare. Partita Tripla ◄ 13 L’ISTITUTO Gli studenti si esprimono con una nuova istituzione: il Comitato Studentesco La voce degli studenti si fa sentire sempre piu! Giulia Carolei ► 4ªM Cristian Colombi ► 4ªM Q uest’anno il nostro istituto ha deciso di introdurre una nuova istituzione, chiamata Comitato Studentesco, per permettere agli studenti di partecipare attivamente a tutte le decisioni che li riguardano inerenti alla gestione della scuola. Questo nuovo organismo è competente a trattare ogni questione che interessi la vita degli studenti all'interno dell’istituto; inoltre esprime pareri e formula proposte che possono essere comunicati ai consigli di classe o al consiglio d'istituto. Fanno parte di tale comitato tutti i 74 rappresentanti di classe, i rappresentanti d’istituto (Luca De Bellis 5ªA, Jacopo Amadei 4ªE, Nino Grizzuti 5ªC e Marco Palomba 4ª Sirio) e i rappresentanti della consulta provinciale studentesca (Enrico Un nuovo organismo per consentire agli studenti di partecipare alla gestione della scuola 14 ► Partita Tripla Viganò 4ªC e Annachiara Ferrandi 5ªC). Il comitato così formato nomina un presidente ed un vicepresidente con votazione segreta. Non sono eleggibili i rappresentanti d’istituto e della consulta; a sua volta poi il presidente nomina un segretario. Le funzioni di carattere organizzativo sono delegate alle commissioni, composte da un massimo di 7 alunni, ma almeno da un membro del comitato studentesco che assumerà il ruolo di referente. Le commissioni formate quest’anno sono 6: commissione eventi e feste, commissione sport e tornei, commissione uscite didattiche e viaggi, commissione volonta- Commissione marketing Organizzazione delle foto di istituto. Commissione uscite didattiche e viaggi Raccolta di proposte per i viaggi d’istruzione del prossimo anno e successiva organizzazione, monitoraggio dei viaggi d’istruzione e delle uscite didattiche dell’anno scolastico. Commissione eventi e feste Organizzazione della festa di fine riato e commissione web team e commissione marketing. Adesso entriamo un po’ più nello specifico vedendo quali sono le funzioni degli organi direttivi: il Presidente (Alessandro Rondanini della 4ªB eletto con 41 voti) ha svariati compiti che sono principalmente: convocare l’assemblea e garantirne lo svolgimento democratico e regolare, controllare ed eventualmente provvedere che le attività delle Commissioni e del Comitato siano adeguatamente pubblicizzate nell'Istituto, monitorare l’attività delle commissioni; il vicepresidente (Giulia Carolei della 4ªM eletta con 37 voti) deve coordinare il lavoro delle commissioni, affiancare e supportare il presidente in tutti i suoi incarichi; infine il segretario (Cristian Colombi della 4ªM, nominato dal Presidente) ha il compito di redigere il verbale di ogni seduta, curare le procedure di voto e di scrutinio, controllare le presenze ed inviare copia del verbale agli assenti e al Dirigente scolastico. Nonostante le attività proposte dal comitato e i progetti delle commissioni non siano stati tutti realizzati, il bilancio dell’attività di questo nuovo organismo è senz’altro positivo in quanto ha dato a tutti i componenti la possibilità di mettersi in gioco, confrontando idee ed elaborando progetti, ha stimolato una maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri, ha spinto verso una maggiore responsabilità e senso di appartenenza. L’attività ha avuto un esito positivo: ci siamo messi in gioco, condiviso idee, proposto iniziative anno. Commissione sport e tornei Organizzazione dei tornei sportivi d’istituto e monitoraggio di tutte le partite. Commissione volontariato Organizzazione e monitoraggio di tutte le attività di volontariato. Commissione web team Realizzazione del logo dell’I.T.C. G. Oberdan. MUSICA Due studenti partecipano con il proprio pezzo ad un concorso nazionale Come nasce una canzone Angela Iannaccone ► 4ªI I primi giorni di marzo, io (Angela Iannaccone, 18 anni, frequentante la classe 4ªI dell'ITC “G. Oberdan”) e un mio compagno (Paolo Ferri, 16 anni, frequentante la classe 2ªE del medesimo istituto) siamo venuti a conoscenza del concorso “1° Trofeo della Nuova Musica Italiana. 7 Note dalla scuola” da un'insegnante in comune, la quale ci ha presentati. Inutile dire che la proposta allettava alquanto entrambi, così ci siamo divisi i compiti: io avrei scritto il testo della canzone e l'avrei cantato, mentre Paolo avrebbe pensato agli arrangiamenti e avrebbe suonato la sua chitarra. Nei giorni seguenti ci siamo scambiati diversi suggerimenti e idee via mail fino a trovare un Una metafora del mondo in cui viviamo e quello in cui vorremmo vivere accordo. Abbiamo stabilito quanti e quali strumenti avremmo usato e abbiamo deciso quale tra le diverse bozze che avevo preparato si sarebbe trasformata nel testo definitivo. A questo punto Paolo ha iniziato a provare diversi accordi in cerca del “nostro ACCORDO”, quello che avrebbe colpito maggiormente il nostro ipotetico pubblico. Anche il momento della registrazione non è stato semplice, poiché bastava poco per perdere il tempo e Paolo ha dovuto chiedere ad un amico di contargli le battute e i quarti per riuscire nell'intento. Ci sono voluti tre giorni e numerosi tentativi. Intanto che Paolo si occupava della musica, io elaboravo le parole della canzone cercando di rendere più chiaro possibile il messaggio che volevo trasmettere. L'idea era creare una metafora per indicare i due diversi mondi che, a mio parere, esi- stono, ov ve r o quello in cui viviamo e quello in cui vorremmo vivere. Nel mondo che desideriamo non esistono problemi, ma solo pace e gioia. Questo mondo migliore esisterebbe se tutti si aprissero agli altri evitando di pensare solo a se stessi. Così ho immaginato che alla protagonista, nella quale mi rispecchio, ma che non ha niente di diverso da qualunque altro ragazzo di oggi, apparisse un “picc ol o amico”… All’inizio era poco visibile, lei ci prestò poca attenzione, visto che “sembrava uno dei tanti che incontri per strada, poi te lo scordi” finché, finalmente, quando aprì gli occhi si accorse “che c'era qualcosa”, era speciale. Era felice perché viveva in un mondo migliore dove l'erba era verde, il cielo blu, il vento leggero, al contrario del mondo reale dove tutto appare più cupo e nero. Trascorreva belle giornate perché affrontava la vita con il sorriso. Siccome io e Paolo abbiamo svolto i nostri compiti contemporaneamente abbiamo Era felice perché viveva in un mondo dove l’erba era verde, il cielo blu, il vento leggero dovuto lavorare in maniera inusuale, poiché è stato necessario adattare il testo alla musica e non il contrario. Così abbiamo iniziato ad incontrarci a scuola di pomeriggio per apportare le eventuali correzioni. Abbiamo cambiato diverse parole e accorciato alcune frasi, per poi iniziare a cercare la giusta intonazione. Questa è stata una delle parti più difficili ma, una volta decisa e imparata, abbiamo provato un senso di soddisfazione enorme. Giorno per giorno abbiamo provato la canzone più volte, fino a stabilire la versione definitiva e il primo aprile ci siamo trovati a casa di Paolo per registrarla. Non avendo a disposizione un vero e proprio studio abbiamo utilizzato il computer e abbiamo messo il microfono nell'armadio nel quale avevamo precedentemente posizionato un grande cuscino nella speranza che ci garantisse un'acustica migliore. Infine abbiamo chiesto al fratello di Paolo di suonare il saxofono e abbiamo aggiunto questo strumento alla nostra prima canzone. Felici e realizzati, dovevamo ormai decidere il titolo e un nome per il gruppo. Per il primo è stato abbastanza facile, poiché non abbiamo fatto altro che cercare nei versi del testo le parole-chiave, così è nato: “Il Mistero del Sorriso”. Per il secondo, invece, siamo rimasti senza trovarne uno fino ad oggi, ammutolendoci ogni volta che ci veniva chiesto qualcosa a riguardo. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di chiamarci i “Menonome”, convinti che la nostra musica e i nostri sogni sopperiscano a questa mancanza… Partita Tripla ◄ 15 LA LETTURA L’ultimo romanzo di A. D’Avenia: riflessioni sul senso della lettura Oggi ho incontrato un libro Federica Bonissoni ► 3ªE S to davvero iniziando a credere che i libri parlino! Raccontano storie che a volte sembra che non significhino niente, che siano senza senso, ma in realtà dentro di noi quelle storie lasciano un segno. Mi capitava spesso di prendere un libro, iniziare a leggere i primi capitoli e poi di non leggerlo più, non perché non lo trovassi interessante, ma perché mi stancavo molto in fretta di leggere e quindi abbandonavo i libri così, lasciandoli sul mio comodino per mesi, finché non dovevo riportarli in biblioteca oppure fino a che mia mamma non li riponeva nella libreria. Era successo anche con il libro “Bianca come il latte, rossa come il sangue”; l’avevo preso in biblioteca, ho letto i primi capitoli, e poi l’ho “dimenticato” sul comodino fino a quando non è arrivato il momento di restituirlo in biblioteca. Quando l’ho riletto, e questa volta l’ho finito, anche perché mi serviva per la scuola, mi sono resa conto che in realtà è uno dei libri che più mi ha interessato. Da allora ho iniziato a finire la lettura dei libri, perché ho scoperto che in realtà, dietro la storia narrata, si nascondono tante altre storie, alcune forse sono solo frutto della mia immaginazione, altre invece sono insegnamenti che potrebbero essermi, in qualche modo, anche utili. Non so come sia possibile, ma l’ultimo libro che ho letto, “Cose che nessuno sa”, l’ho terminato in soli quattro giorni. Non avevo mai letto prima d’ora un libro in così poco tempo e con così tanto interesse. Non so perché, ma la voglia di conoscere lo sviluppo della storia mi portava a riempire ogni singolo momento libero con la lettura. Inizialmente ero curiosa di sapere, vedere le vite di tre persone normali, che 16 ► Partita Tripla Ho scoperto che dietro ogni libro ci sono storie e insegnamenti utili “viaggiano in parallelo”; questa trama mi portava a immaginare un possibile punto d’incontro ed ero curiosa di sapere quale fosse, dovevo sapere cosa avevano in comune quelle vite. Probabilmente mi incuriosiva anche uno dei personaggi, un professore delle superiori, di cui venivano raccontate anche le vicende personali. In effetti capita che uno studente si chieda come sia la vita di un professore fuori dalla scuola ed è difficile per uno studente immaginarlo. Riflettendo su questo libro mi sono accorta che in fondo la vita di un professore non è poi molto diversa dalla vita di una qualsiasi altra persona, solo che è difficile da immaginare. Continuando a leggere mi piaceva anche entrare nelle vite di questi personaggi, entrare singolarmente in ognuno di loro: mi immaginavo la storia come se io fossi una di quelle persone; la storia era mia, stava parlando di me, ero io che la raccontavo. E in ogni personaggio trovavo un dettaglio, un particolare, un modo di fare molto simile a ciò che io sono. In Giulio ritrovavo il mio modo di osservare, la mia attenzione ai dettagli, la ricerca delle emozioni delle persone guardando le loro mani; il personaggio di Margherita richiamava molti aspetti della mia vita: i contrasti con la madre, il suo modo di cercare di dare una spiegazione a tutto ciò che accade (anche quando sai che è impossibile avere una risposta), il suo coraggio che la porta a partire alla ricerca del padre, senza sapere dove e con chi sia, un coraggio che cerco di avere, ma che forse non ho. Tante volte vorrei rischiare per qualcosa, ma la paura mi impedisce di farlo e quindi credo probabilmente di avere un po’ di invidia per il suo coraggio. Ed infine il prof, con quella paura che Stella, la sua fidanzata, gli legge sul volto, la paura di affrontare la realtà, di mettersi in gioco, la paura di amare. Ma chi non l’ha? Chi non ha paura di amare? Tutti ce l’hanno. È un rischio che si corre, affidarsi all’altro è rischioso, per questo fa paura, ma guardando quelli che dopo aver rischiato sono arrivati a passare tutta la vita insieme, beh, si può dire che ne vale la pena! “… e tentare di avere care le domande stesse come stanze serrate e libri in una lingua molto straniera. Non cercare ora risposte che non possono venire da te perché non le potresti vivere. E di questo si tratta: di vivere tutto. Vivi ora le domande. Forse ti avvicinerai così, a poco a poco, senza avvertirlo, a vivere un giorno lontano, la risposta.” Poniamoci tutte le domande che vogliamo, continuiamo a porcele per tutta la vita, e viviamo aspettando, prima o poi le risposte giuste le troveremo, anzi arriveranno da sole, si tratterà solo di coglierle. Solo quando avremo risposto a tutte le domande che ci saremo posti potremo dire di aver vissuto, di aver capito la VITA e cosa significa VIVERE. Ma a certe domande credo che non possa esserci una risposta, alcune cose sono così e basta, nessuno ha mai trovato una spiegazione, sono “cose che nessuno sa”. L’ISTITUTO Dopo un’interessante conversazione con la preside cercherò di spiegarvelo Gite: perche non se ne fanno Davide Coita ► 2ªA Q uest’anno, come pure per i precedenti, nell’agenda scolastica si sono annotate solo uscite didattiche e non di più. Sto parlando di quelle “pseudo -gite” che terminano con il suonare della campanella, per intenderci senza troppi tecnicismi. Tuttavia è crescente la richiesta di un viaggio degno della “V” maiuscola che possa coniugare due valori quali l’istruzione e la socializzazione vedendo e toccando con mano le realtà, purtroppo, conosciute solo sui libri. Da qualche anno, solo gite che finiscono col suono della campanella La formazione di noi giovani, quindi l’acquisizione di competenze professionali da spendere nel mercato del lavoro è indubbiamente di fondamentale importanza per la tanto agognata crescita economica. Penso che le gite contribuiscano al conseguimento degli obiettivi appena enunciati. Ma allora per quale motivo non abbiamo effettuato niente di tutto ciò? I viaggi d’istruzione sono un punto imprescindibile della nostra formazione In primis perché, quella di approvare e deliberare i viaggi d’istruzione, scegliere il docente accompagnatore nonché la meta, è una scelta che compete al Consiglio di Classe. In secondo luogo possiamo attribuire la responsabilità alla devastante, lacerante e impetuosa crisi economico-finanziaria che si è abbattuta agli inizi del 2008 sull’Occidente e sull’Eurozona mettendo in difficoltà lo Stato Italiano. Ai ministeri sono stati tagliati i fondi e, più nello specifico, sono venuti a mancare 8 miliardi a quello dell’Istruzione. Togliendo finanziamenti alla scuola, prima destinatoci, è ovvio che dobbiamo dare la priorità ai servizi essenziali e necessari. Non possiamo elargire risorse per i viaggi d’istruzione, un tempo consuetudinari. Se, paradossalmente, un professore aves- se una lezione di cinque ore in 1ªA e dovesse accompagnare la 2ªA a Venezia, la scuola dovrà pagare sia il supplente che sta in 1ªA sia quello che, non per un mattino bensì per una giornata, visita il capoluogo Veneto. Vi è poi il vincolo (che ci è sempre stato e SENTITE IN 5ªA Prof. Figlioli (entrando in classe): «Ragazzi, evitate di spruzzare profumi o deodoranti perché sono allergica»… «Oggi chiamiamo Legramandi» Legramandi: «Prof, la avviso che sono pieno di profumo» sempre ci sarà) della buona condotta della classe tutta. Secondo le previsioni, l’austerità sarà protagonista dei prossimi anni ed il pacchetto delle opportunità che l’apparato scolastico potrà offrire sarà sempre più magro. E sono convinto dovremo pazientare e “accontentarci” delle uscite scolastiche. Concludo con un appello rivolto alla classe dirigente di questo magnifico, sciagurato, variegato e brillante paese: è essenziale investire nella ricerca e nella formazione dei futuri cittadini per ritornare a crescere e per innovarci diventando finalmente una nazione che può competere con l’Europa e con il Mondo. Prof. Sangalli a Degra: «Il lupo perde il pelo ma non il vizio!» Sabrina: «Infatti Degra è pelato!» Piana: «Sento un velo di ironia in questa frase!» Prof. Benvenuto: «Un velo?! Ma c’è una coperta!» SENTITE IN 5ªB Nicola a Marco: «Mi sa che ho perso una lente, ti vedo bello!» Nicola a Valeria: «Cosa ridi Rini?! Tu hai trovato il cervello nelle Wacko’s!» Rini durante l’interrogazione: «La figura dell’estetista di D’Annunzio…» SENTITE IN 5ªE (Jacopo sta leggendo un articolo di giornale) Prof. Gazzola: «Ma ce la fai a leggere?» Apo: «Non riesco così, va troppo a capo!» Prof. Consonni: «Bisogna fare la traduzione simultanea delle frasi!» Sonia: «Come simultanea? Ci dia almeno un minuto per pensare!» Prof. Consonni: «Un minuto?! In un minuto si può fare anche un figlio!» Prof. Paramatti: «Cos’è per gli italiani la Palma?» Nicola: «La Palmas?» Mara: «La domenica delle Palme!» Nicola: «Fì, vado tutte le domeniche a messa se c’è la domenica della Palmas!» Prof. Gazzola: «Dove era imprigionato Mussolini?» Luzzo: «Ad Azkaban!» Prof. Gazzola: «Manuel, tu sai commentare questa strofa?» Diversi secondi dopo... Manuel: «Quale strofa?» Partita Tripla ◄ 17 Back to Italy VIAGGIO D’ISTRUZIONE Le cronache delle ragazze e Anna Biffi ► 4ªH A week with an English family, five days in a new school and an unforgettable journey to Canterbury. This is how I can describe my first experience on a language stage in the UK. It all took place in England, from 4th to A week with an English family, five days in a new school and an unforgettable journey to Canterbury 10th March together with 74 students from my school and five teachers. There were a lot of my friends who have never travelled by plane, so it was an enjoyable experience. On Sunday we took of from Bergamo at and landed in Stanstead Airport (London) after two hours. A cute boy was waiting for our group to take us from London to Canterbury. After a very long but nice trip, we arrived in a Medieval Town where our host families were waiting for us. Our adventure had started! The following day we had our first lesson at Concorde International School and, after a well-structuredtest, we were divided into different level classes. Luckily I made a lot of new friends and we had a lot of fun together. During the lessons I learnt a lot about Canterbury’s history and I discovered different ways of living in England. On our last day, at school, we had the opportunity to Sopra, l’entrata della cattedrale, questo il suo interno. go around 18 ► Partita Tripla When I entered Canterbury Cathedral, it took my breath away: it was full of art the streets to interview some people. For example, I learnt that the most English people create their fashion styles and appreciate all the others. We also went sightseeing in Canterbury: the Museum, the Cathedral, the Weavers’ House, the Great Stour River. When I entered Canterbury Cathedral, it took my breath away: it was full of art and it reminded me of what I had studied at school about Gothic Art. I was fascinated by Leeds’ Castle too even if the weather was horrible. It rained cats and dogs! Nevertheless the gardens, the landscape and the rooms inside the building were amazing. Most people believe British food is disgusting, well, my English “mum” wasn’t a bed cook at all! My family was also nice and polite; I was very happy for them! Their home was a comfortable enough and quite nicely decorated. On Saturday we were very sad as we had to leave. I thank the teachers who gave us this dei ragazzi delle quarte Erica dalla cittadina britannica What a wonderful week Sara Dognini Maddalena Lanzini Eva Legramandi Gian Marco Manenti Antonella Pavon Sofia Sassi Iulia Trana P ► ► ► ► ► ► ► 4ªI 4ªI 4ªI 4ªI 4ªI 4ªI 4ªI ioggia e vento, ma tante emozioni: this is England! Salutata la nostra soleggiata Italia, noi ragazzi di 4ªI, accompagnati dalla professoressa S. Mandelli, insieme ad altre classi dell’Istituto “Oberdan”, siamo atterrati nel grigio pomeriggio del 4 marzo alle 18.15 (ora inglese) all’aeroporto londinese di Stanstead. Provvisti di bagagli, zainetto e un pizzico di curiosità, eravamo pronti ad affrontare una nuova esperienza di studio della lingua inglese, nell’antica cittadina di Canterbury. Per consentire un migliore approccio con la cultura locale, siamo stati ospitati dalle famiglie inglesi per una breve, ma intensa, settimana. Pioggia e vento, ma tante emozioni: this is England! Le nostre giornate erano organizzate dalla “Concorde International”, la scuola presso la quale seguivamo dei corsi mattutini. Nel pomeriggio invece, accompagnati da guide competenti, abbiamo potuto visitare le più importanti attrazioni della città e non solo. Tra queste l’imponente cattedrale, il cuore pulsante della storia di Canterbury, famosa per l’omicidio dell’arcivescovo Thomas Becket, avvenuto nel 1170 a causa di un equivoco tra il re e i suoi cavalieri. Ci è rimasto particolarmente impresso anche il castello di Leeds, dimora di innumerevoli sovrani inglesi, tra i quali il celebre Enrico VIII. Il suo maestoso giardino, la sua vegetazione rigogliosa e la curiosa presenza di coloratissimi pavoni che, vanitosi, posavano per le nostre foto, hanno fatto sì che questo luogo rientrasse nella nostra lista dei posti assolutamente da rivedere. “Ladies and Gentlemen, last but not least: London!”. Ultima e più attesa, la visita a Londra. Un piccolo assaggio dell’atmosfera londinese, dei suoi immensi grattacieli, dei caratteristici taxi, delle inimitabili cabine telefoniche e della sua multietnicità che girovaga in ogni angolo della città. Primo ad accoglierci, il British Museum. Sessanta minuti per ammirare gli inestimabili tesori della storia qui racchiusi; una scelta accurata su cosa visitare è stata inevitabile. Una breve pausa per pranzare e per un po’ di sano shopping tra i negozi di Covent Garden e poi subito in marcia verso l’affollatissima Trafalguar Square. Questo è stato il nostro punto di partenza per una lunga passeggiata “no stop” tra i principali monumenti, tra i quali Backingham Palace, St. James Park, Big Ben, Westmister Abbey e il London Eye. Non c’è dubbio che ci vorrebbe molto di più che un assaggio per gustare a pieno tutte le meraviglie che questa città può offrire, a noi giovani per primi. Lo stesso discorso vale per tutti gli altri posti visitati che, a causa del poco e del maltempo, non siamo riusciti a vivere nella loro interezza, come sicuramente faremo in un futuro molto prossimo. Tutto sommato quest’esperienza ha maturato in noi la consapevolezza che, grazie alle competenze linguistiche apprese e la voglia di migliorare, possiamo ritenerci in grado di affrontare una quotidianità tanto diversa dalla nostra come quella inglese. Partita Tripla ◄ 19 GEMELLAGGIO 1 La classe 5ªH alla scoperta di Friburgo, cittadina tedesca nel cuore I l tanto atteso viaggio a Friburgo da parte degli alunni della classe 5ªH dell'Istituto Oberdan di Treviglio, per l'incontro dei loro coetanei tedeschi in lingua straniera, è finalmente giunto in data 5 marzo ed ha permesso agli stessi, accompagnati dall'insegnante di lingua tedesca e dalla lettrice, di poter completare un percorso per una più approfondita e completa conoscenza non solo della lingua tedesca ma di tutto ciò che caratterizza e rende unico un intero paese. Il viaggio nella Toscana della Germania La programmazione del viaggio, sin dall'inizio dell'anno scolastico, presso quella che da molti è definita come la Toscana della Germania, il Markgräfler Land, pieno di vigneti, e terra di produzione del vino Gutedel è stata sicuramente un'ottima leva motivazionale che ha portato l'intera scolaresca coinvolta nel progetto a prestare molto più impegno nello studio della lingua tedesca ed un maggiore interesse per la conoscenza della Germania. Altro fattore che sicuramente ha contribuito al successo, anche e soprattutto sotto l'aspetto didattico e di apprendimento, era la consapevolezza da parte degli alunni che, una volta arrivati in Germania, salvo le iniziative a carattere collettivo, una non marginale parte del tempo gli stessi l'avrebbero trascorsa, singolarmente, nelle famiglie tedesche ospitanti e ciò sicuramente ha favorito lo sforzo da parte di ognuno di un corretto e intenso uso della lingua tedesca. La realizzazione, con successo, del viaggio è nata possibile anche grazie al sostegno della Preside M. G. Bertolini, che ha promosso con entusiasmo questa iniziativa così come il suo Collega tedesco del Markgräfler Gymnasium che ha sostenuto questo progetto con fervore ritenendolo estremamente utile per gli alunni e per tutti. Il gruppo è partito dalla scuola Oberdan alle ore 6 di lunedì 5 marzo con l'autobus e dopo circa 5 ore e mezza di viaggio è arrivato alla scuola MGM a Müllheim, a sud della Germania, dove alunni e insegnanti avevano preparato un ricco buffet con specialità tipiche tedesche come i Brezel, che originariamente ricordavano le braccia di un bambino incrociate a mo' di preghiera, e dolci locali. Dopo le prime conoscenze dei compagni “gemelli” tede- 20 ► Partita Tripla schi una divertente partita di palla prigioniera italiani-tedeschi ha contribuito a rompere il ghiaccio. Ogni singolo alunno è stato quindi ospitato dalla famiglia degli alunni tedeschi e ciò è stata l'occasione per conoscere anche i genitori degli stessi, vivere nella casa con loro, apprezzarne gli spazi, la particolare architettura, i ritmi, l'ottimo rapporto che hanno con la natura, ecc. Anche il cibo è stato in parte una scoperta. Nonostante i timori iniziali, ha riscontrato grande successo gli Spätzle, che è una pasta tipica di questa regione del sud della Germania, condita con cipolle dorate o salsa dell'arrosto e con contorno di cavolo rosso con mele. Nella mattinata del 6 marzo la classe, in gruppo, ha seguito anche una lezione di italiano che gli amici tedeschi studiano da 4 anni per 4 ore a settimana e avendo perciò raggiunto un buon livello. La lezione riguardava l'architettura istituzionale italiana, la politica che la caratterizza, chi governa, chi è all'opposizione, ecc. La mattina successiva ogni singolo alunno ha seguito il suo compagno “gemello” a lezione di musica (canti di Mozart accompagnati dalla docente al pianoforte in classe), storia, chimica, inglese, tedesco. Anche le docenti accompagnatrici hanno seguito con piacere le lezioni per esempio di tedesco in cui gli alunni hanno tenuto due relazioni sulle poesie di Else Lasker Schüler e sulla storia degli zingari in Ger- Una partita a palla battaglia ha contribuito a rompere il ghiaccio. mania fino ai giorni nostri. Le colleghe tedesche hanno mostrato la cittadina Staufen cin cui si dice sia vissuto il Faust di cui narra lo scrittore e poeta tedesco Goethe. La visita di Freiburg è stata molto interessante soprattutto in compagnia dei compagni tedeschi. La città di Konstanz sul lago di Costanza è stata molto interessante come anche l'esperienza di un pernottamento in ostello, inventato nel 1912 proprio da un tedesco, Richard Schirrmann. Il museo del design a Lörrach è stato interessante e divertente, pieno di colorati oggetti d'arredamento moderni che hanno suscitato molto entusiasmo. Infine la visita della cascata del Reno a Schaffausen, la più grande d'Europa, con la forza dell'acqua e della natura, ha coronato queste quattro bellissime giornate, ricche di emozioni. I compagni tedeschi sono già pronti per venire a trovare i loro compagni della classe 5ªH a Treviglio, nel mese di maggio! della “Toscania della Germania” Vittorio Barone ► 5ªH Erika De Filippo ► 5ªH U nsere Erfahrung in Deutschland ist wunderbar gewesen. Der Bus hat auf uns um 6 Uhr gewartet. Trotz der Müdigkeit, waren wir froh. Nach 7 Stunden sind wir in Müllheim angekommen. Die deutschen Schülerinnen haben uns herzlich aufgenommen aber wir waren in Verlegenheit. Es gab einen Imbiss mit deutschen Spezialitäten zum Beispiel Brezel und Schwarzem Tee. Alles war lecker! Das Völkerball Spiel hat uns geholfen, dass Eis zu brechen. Wir sind um 18 Uhr zu unseren Familien gefahren. Am Abend haben wir uns in einer Kneipe getroffen. Wir haben Spätzle und Waier probiert. Einige deutsche Gewohnheiten waren für uns komisch zum Beispiel Spezi: ein Getränk mit Coca und Fanta. Am nächsten Tag sind wir früh aufgestanden, weil die Schule in dieser deutschen Schule um 7:50 Uhr beginnt. Die Erfahrung der Schule hat uns am meisten gewundert. Wir haben mehrere Unterrichtstunden gehört. Die Methode des Unterrichts ist ganz anders in Bezug auf die italienische Schule gewesen. Es gibt viele Dialoge zwischen Lehrern und Schülern. Die Klassenzimmer waren mit moderner Technologie ausgestattet. Die Schüler bekommen die Bücher von der Schule, wählen die Schulfächer und jedes Schulfach hat ein Klassenzimmer so wechseln die Schüler jedes Mal Mitschülerinnen und Klassenzimmer. Die Regeln werden immer respektiert. Die Pünktlichkeit ist wichtig und die Schulglocke klingelt nur für die große Pause. Die Unterrichtsstunden dauern nur 45 Minuten. Der Schulleiter spricht mit den Schülern durch den Lautsprecher. Es gibt eine Schulkantine wo jeder essen kann. Wir finden, dass dies sehr motivierend ist. Am Nachmittag sind wir nach Freiburg gefahren. Das ist eine große aber ruhige Stadt. Es gibt viele Geschäfte und Gasthäuser. Wir haben einige Andenken gekauft und Käsespätzle, Brägele und Schwarzwälder Schweinspeck gegessen. Am Abend sind wir zum Restaurant nach Mülheim gefahren und haben alle zusammen gegessen. Wir haben Billard gespielt. Am dritten Tag sind wir noch zur Schule gegangen aber nach dem Mittagessen haben wir unsere Freunde verabschiedet. Wir waren etwas traurig aber auch froh, sie kennengelernt zu haben. Nach 3 Stun- den mit dem Bus, sind wir im DesignMuseum angekommen. Wir haben viel Spaß gehabt. Am Abend haben wir in Konstanz gegessen und danach haben wir in einer Jugendherberge geschlafen. Am letzten Tag haben wir Konstanz besucht. Der Rhein durchfliesst die Stadt. Konstanz ist die Stadt, die uns am meisten gefallen hat. Wir sind ein bisschen unglücklich gewesen, weil es kalt war. Deshalb sind wir in ein Cafe gegangen, um einen Tee zu trinken. Am Nachmittag sind wir nach Schaffausen gefahren, um den Rheinfall zu bewundern. Es war eindrucksvoll aber wir dachten, dass er größer war. Am Abend sind wir nach Hause zurückgefahren. Wir waren müde aber froh für unsere Erfahrung. Wir hoffen, dass unsere deutschen Freunde und Freundinnen bald nach Treviglio kommen werden! Partita Tripla ◄ 21 Maria Chiara Maffi ► 5ªH “I l gemellaggio è un legame simbolico stabilito per sviluppare strette relazioni politiche, economiche e culturali. Queste unioni vengono costituite per favorire relazioni umane e culturali tra i due soggetti o enti che effettuano lo scambio.” Quest'esperienza per noi è stata molto, ma molto di più. Una gita che si discosta dalle precedenti, in quanto il contatto e la comunicazione vengono notevolmente valorizzati. Il quotidiano e le abitudini si fondono, trovando punti in comune e notando differenze tra le due culture, quella tedesca e quella italiana. Con il gemellaggio, il quotidiano e le abitudini si fondono Inizialmente domina la diffidenza, aleggia il pensiero di dover trascorrere due giorni a stretto contatto con persone sconosciute, frequentare la stessa scuola e fare i conti con una lingua nuova, della quale non hai troppa padronanza. Questa sorta di “ansia” si dissolve istantaneamente quando arriviamo a Müllheim, la cittadina non lontana da Friburgo, che la nostra scuola ha scelto per il Gemellaggio. Iniziamo a scorgere un gruppo di ragazzi all'interno di un moderno edificio assai variopinto e in breve tempo riconosciamo i volti di coloro che ci ospiteranno nei giorni seguenti. Scrivo “riconosciamo” perché non appena ci sono stati comunicati i nomi dei compagni tedeschi, è partita una sfrenata ricerca su Facebook per poter dare volto a quel nome affidatoci. Per rompere il ghiaccio viene indetta una partita a palla battaglia che si svolge in una palestra della quale notiamo subito l'ampiezza, la pulizia e la modernità. Il primo scontro è tra italiani e tedeschi che termina con la vittoria di quest'ultimi, nel secondo round le squadre si mischiano e ti ritrovi a "battere il cinque" ad un tedesco. Assistiamo alla spiegazione di diverse materie di studio, le quali, secondo la loro organizzazione scolastica, vengono scelte dagli studenti stessi. Questa specie di “autogestione” ci ha lasciati molto attoniti e nel contempo ci ha riportato al fatto che in Italia è concessa solo la scelta del corso di studio e non delle materie specifiche. Inevitabile è risultato il confronto schiacciante fra le aule in Germania e quelle della nostra scuola trevigliese, là tutto è moderno: sedie, lavagne, banchi e la presenza di proiettori in diverse aule. Sono tornata da questa prima esperienza con qualcosa in più nella valigia: il piacere 22 ► Partita Tripla GEMELLAGGIO 2 Due ragazzi di 5ªH raccontano il loro Temi sul di aver trascorso due giorni in un nuovo ambiente, l'aver conosciuto Deniz ed essere entrata in contatto con la sua vita, aver parlato con lei e i suoi genitori nella loro lingua madre e l'aver riso di qualche errore linguistico e di qualche incomprensione. Nei mesi successivi a questo primo viaggio, io e Deniz abbiamo mantenuto salda la comunicazione, tra telefono e internet le sue notizie non sono mai mancate. Ad aprile ci viene comunicato che il Gemellaggio può completarsi nel modo migliore: siamo pronti a ricambiare l'ospitalità dei ragazzi tedeschi. Il 2 maggio ci scopriamo tutti accalcati all'ingresso della scuola ad attendere un pullman bianco con il logo rigorosamente in tedesco. Appena Deniz scende dal pullman, corro ad abbracciarla, sono contenta che sia qui e di aver la possibilità di renderla partecipe di quello che è il mio mondo. Le cedo con molto piacere la mia camera, le faccio conoscere i miei genitori ed alcuni amici, le racconto un po' di aneddoti riguardanti la vita qui in Italia e la porto a conoscenza degli ambienti che spesso frequento. Stavolta è lei a non capire e a chiedermi chiarimenti o spiegazioni su alcune parole italiane che proprio non le entrano in testa. Scatta un meccanismo sorprendente, quello di voler aiutare l'altro a capire, scoprendoti a dialogare un po' nella tua lingua e un po' nella sua, trovandosi in due ad avere lo stesso, medesimo obiettivo: comprendersi. Dialogare in 2 lingue, con l’unico obiettivo di comprendersi Quando arriviamo al congedo finale, Deniz mi propone di tornare a trovarla in Germania quest'estate. “Con molto piacere”, le rispondo. Se si è in grado di costruire un legame, quella del Gemellaggio, non è un'esperienza fine a se stessa, anzi, getta le basi per un rapporto futuro. Avendo vissuto tutto questo in prima persona, ho motivi per credere che sia una delle esperienze che ti arricchiscono maggiormente sia sul piano culturale, che umano e relazionale. L'esperienza del gemellaggio con gli studenti di Friburgo: impressioni, giudizi, confronti, cosa ti resta di questa esperienza? Considerate il confronto tra i due sistemi scolastici, l'incremento della motivazione all'apprendimento del tedesco, se c'è stata, l'arricchimento non solo dal punto di vista prettamente scolastico, ma anche umano e relazionale. Vittorio Barone ► 5ªH Q uest’anno, l’ultimo per noi, siamo stati messi di fronte ad una scelta: la classica gita-stage in Inghilterra o un gemellaggio con una scuola tedesca? Anche se la scelta è stata piuttosto obbligata, abbiamo deciso, alla fine, di effettuare questo scambio con una classe di alunni tedeschi. La decisione, all’inizio, non è stata accolta con gioia da parte di tutti, ma col tempo è stata accettata. Era gennaio, ma ben presto è arrivato il giorno della partenza: eravamo tutti eccitati, chi più chi meno, all’idea di incontrare gli alunni tedeschi. Il viaggio è andato bene, e dopo sette ore siamo giunti al piccolo paesino di Mullheim. Il panico regnava sul pullman: nessuno voleva più scendere! Avevano tutti vergogna di incontrare i rispettivi ospitanti! Ma quasi immediatamente, la nostra apparente timidezza è scomparsa; siamo scesi dal pullman e siamo entrati nella scuola. Non mi sembrava una scuola: l’atrio era accogliente e molto ampio, con una gradinata sulla destra e una vetrata sulla sinistra che dava su un grande cortile, dove gli alunni brulicavano. Lì ci hanno accolto i “nostri” tedeschi: ognuno cercava il rispettivo compagno ed è lì che io ho trovato Caroline, la ragazza che mi ha ospitato. Dopo un banchetto a base di specialità tedesche, abbiamo fatto un giro per il piccolo centro abitato con un ex professore del “Gymnasium” che ci spiegava un po’ la storia del paese, ma non eravamo molto interessati, forse un po’ per la stanchezza. Dopo questa specie di escursione cittadina, ognuno è andato presso la rispettiva casa dove avrebbe soggiornato per tre giorni. viaggio a Friburgo e ciò che hanno imparato l Gemellaggio Davanti alla scuola ci aspettava la madre di Caroline che ci avrebbe portato in macchina a casa; la mia compagna viveva in un piccolo comune a qualche chilometro da Müllheim. La madre si mostrò subito molto disponibile con me. Io non sapevo come relazionarmi visto che il mio tedesco non è proprio dei migliori. Mi esprimevo un po’ a gesti, in inglese e in francese più che in tedesco. Fortunatamente la mamma di Caro parlava anche l’inglese e il francese per cui ci capivamo in maniera abbastanza chiara. Mi piaceva il paesaggio che vedevo attraverso il finestrino della vettura; era un paesaggio rurale ai piedi della Schwarzwald, la nota “Foresta Nera” tedesca. I campi che costeggiavano la strada variavano da un bel colore verde fino ad un giallo spento. In circa dieci minuti siamo arrivati a casa. L’abitazione non era niente di caratteristico come mi ero immaginato: era una normale villetta con un giardino sul retro, dal quale, mi spiegava la madre di Caroline, si poteva Parlavano molto meglio loro l’italiano che noi il tedesco, grazie alla conversazione vedere la Francia. Quella sera stessa avrei mangiato in famiglia. Ho mangiato piatti tipici ma soprattutto dolci del posto! Ricordo solo che erano molto zuccherati, quasi da fare venire la nausea a chi non ne fosse abituato, tipo me. Però erano squisiti. Mi aspettavo che il cibo tedesco non fosse molto buono, ma ho dovuto ricredermi! È sicuramente diverso da quello italiano, che io considero insuperabile, ma direi che non ho mangiato male in questi 4 giorni in Germania. Ho cercato di assaggiare più piatti possibili del posto. Tra quelli che ho assaporato avevano tutti la peculiarità di avere un gusto deciso, dovuto, penso, all’uso di spezie. La sera stessa sono uscito con Caro e ci siamo incontrati con tutti gli altri presso un pub dove ho finalmente assaggiato la tanto acclamata birra tedesca che ha rotto il ghiaccio. Abbiamo passato una bella serata con i nostri nuovi amici ma, purtroppo, dovevamo rientrare prima possibile poiché la sveglia era la mattina presto: la scuola iniziava alle 7.50 e per raggiungerla dovevamo prendere il bus. La mattina seguente ho seguito la prima lezione a scuola. A parte l’aula che era molto più tecnologica delle nostre, con aria condizionata, lavagne scorrevoli e proiettore, anche il metodo di svolgimento era diverso: l’insegnante dialogava con gli alunni per spiegare l’argomento del giorno e visto che si trattava di una lezione di italiano tutti si sforzavano di parlare in italiano, quasi come se si fossero dimenticati di parlare la loro lingua! Non vedevo nessuno mangiare in classe, ogni persona alzava la mano e aspettava il suo turno per parlare e il brusio era quasi nullo. Mi ha colpito il rapporto di rispetto tra alunno e professore. La nostra mattinata a scuola però è stata breve: siamo partiti prima per una cittadina caratteristica nelle vicinanze di Müllheim. Lì abbiamo potuto ammirare l’architettura locale, distintiva dei paesi nordici. La cosa strana è che in ogni città che abbiamo girato, da Friburgo a Costanza, c’erano ruscelli che costeggiavano le strade. La gente in giro era molto civile: non ho mai assistito a nulla di strano se non alla diligenza e all’educazione delle persone, abbastanza rara in Italia. La cosa che più mi ha lasciato di stucco è la correttezza: ad esempio le automobili in Italia alle strisce pedonali è difficile che si fermino ma lì in Germania guai a chi non lo fa. Mi ha fatto ridere quando Caroline, quando è venuta qui in Italia, mi ha fatto notare questo particolare! In giro per i bar ho cercato di assaggiare ogni tipo di tè possibile: sono una vera specialità in Germania le diverse varietà di questa bevanda. Nel pomeriggio, i nostri compagni tedeschi ci hanno raggiunto a Friburgo. Abbiamo fatto un giro turistico della città e ci siamo relazionati molto anche in tedesco. Difatti, questo gemellaggio, ha incentivato la mia voglia di imparare il tedesco che era quasi sparita. Cercavo di capire i discorsi che facevano i compagni tedeschi ma con molte difficoltà. Mi son reso conto che loro sono molto più preparati rispetto a noi nell’uso della lingua straniera: parlano molto meglio loro l’italiano che noi il tedesco. Questo secondo me è dovut o al met odo d’insegnamento: le loro lezioni sono basate soprattutto sul dialogo e la conversazione piuttosto che gli esercizi di grammatica, come succede in Italia. Ho avuto la fortuna di seguire una loro lezione di inglese e sono rimasto allibito: discutevano di un libro dando opinioni e giudizi su di esso solo in lingua inglese, altro che seguire un libro facendo esercizi e solo esercizi! Quel giorno ci sarebbe stata un’altra bella serata: sempre allo stesso pub siamo stati invitati a mangiare una pizza dai nostri compagni: non pensavo che questi tedeschi sapessero fare una pizza così buona! Il giorno seguente ci aspettava un’intera giornata scolastica, ognuno con lezioni diverse. Io ho seguito quella di musica e quella di inglese. Gli alunni tedeschi hanno la possibilità di scegliere in quale materie diplomarsi, avendo però l’obbligo di seguirne alcune standard per tutti; purtroppo anche in Germania matematica è obbligatoria! Caroline seguiva il corso di musica. La lezione è stata molto piacevole. L’aula era dotata di un pianoforte! La giovane prof suonava le melodie che spiegava agli alunni in un primo tempo e nella seconda parte gli alunni cantavano mentre l’insegnante suonava al piano la base della canzone. Il tempo è volato, forse anche perché le ore scolastiche durano solamente 45 minuti e dopo ogni ora c’è una pausa di 5 minuti: questa sì che è vita rispetto alle estenuanti ore piene della nostra scuola! Sono arrivato alla conclusione che il sistema scolastico tedesco secondo me è molto più avanzato rispetto al nostro: a parte le tecnologie dell’edificio, ma soprattutto il metodo d’insegnamento basato sulla conversazione e poco legato ai libri di testo. Penso che la scuola italiana, una delle meno finanziate in Europa, dovrebbe prendere esempio All’inizio consideravo il gemellaggio una gita di seconda categoria, poi mi sono dalla scuola tedesca. Penso che quando Caroline è venuta in Italia sia rimasta un po’ scioccata dalla nostra scuola! All’inizio ero uno di quelli che faceva parte del gruppo di persone che disprezzava il gemellaggio, definendolo una gita di seconda categoria ma mi sono ricreduto. Penso che grazie a questo tipo di viaggio, anche se brevissimo, le mie vedute si siano allargate: ho conosciuto un Paese nuovo e ho potuto assaporare le usanze e le abitudini di gente che abita nel Paese più avanzato d’Europa, dal quale dovremmo spesso prendere esempio. Inoltre il fatto di trovarmi solo in una famiglia straniera senza un mio compagno mi ha spinto a relazionarmi con i miei ospitanti, sforzandomi ad usare ciò che ho imparato a scuola, anche se ho constatato che si Partita Tripla ◄ 23 INCONTRI Un appuntamento per capire cos’è la donazione degli organi Perche donare gli organi Elena Danelli ► 5ªE I l 17 marzo 2012 nel nostro istituto, com’è consuetudine da alcuni anni, il prof. Massimo Borelli, primario del Reparto di Rianimazione e Coordinatore e Responsabile per i Trapianti d'Organo presso l'Azienda Ospedaliera di Treviglio, ha incontrato le classi quinte per parlare della donazione di organi. Con competenza il professore ci ha spiegato il protocollo seguito dai medici per accertare che la morte cerebrale di un paziente sia ormai uno stato definitivo e irreversibile. Infatti lo stato di morte viene accertato da tre equipe di medici, ciascuna con funzioni diverse, e non prima delle 6 ore in cui il paziente è stato dichiarato defunto. Perché queste premesse? Per rispondere ai dubbi che tutti noi abbiamo quando decidiamo di compiere quell’atto di estrema generosità qual è “donare” gli organi. Il prof. Borelli ci ha innanzitutto illustrato che, nonostante nel nostro paese sia in vigore dal 1999 la cosiddetta legge del “silenzio assenso”, nella pratica viene ancora applicato il principio del consenso o dissenso esplicito alla donazione di organi e tessuti. Secondo questo principio a chiunque è data la possibilità di dichiarare validamente la propria volontà attraverso una apposita registrazione presso gli sportelli competenti delle Aziende Sanitarie Locali e dei comuni. Può bastare anche una dichiarazione della nostra volontà scritta su un comune foglio bianco che riporti il nome e cognome, la data e il luogo di nascita ed infine la firma del dichiarante. I medici tengono anche conto delle dichiarazioni verbali espresse in vita e riportate dai parenti e sulla base di queste si comportano di conseguenza. I donatori di organi possono essere persone di ogni età e gli organi prelevabili sono: i reni, il fegato, il cuore, il pancreas, i polmoni e l’intestino, mentre i tessuti sono le cornee, il tessuto osseo, le cartilagini, i tendini, la cute, le valvole cardiache, i vasi sanguigni. L’operazione dell’estrazione degli organi e del successivo trapianto viene effettuata nelle sale operatorie degli ospedali accreditati dalla Regione o dal Ministero della Sanità e non comporta alcun costo sia per il ricevente che per il donatore. La domanda più gettonata, ci confessa il professore, che gli viene posta dai ragazzi è: “Perché donare?” e la sua risposta è semplice e diretta: “Per dar la possibilità ad un'altra persona di vivere!”. Credo che donare sia un gesto semplice, che non comporta nessun costo e nessuna perdita di tempo, ma che per altre persone può essere una speranza per vivere una vita più serena. USCITE Gli studenti di 2ªA ad un incontro sul fumo. Ecco cosa hanno scoperto No smoking be happy Federica Rota ► 2ªA “L a bionda” Bridget Jones nel film “Il diario di Bridget Jones” se ne sta pensierosa con in bocca una sigaretta e perfino Hugh Grant nel film “Un ragazzo” si accende 12 sigarette. Questo potrebbe influenzare tanti giovani vedendo un mito della televisione con una sigaretta, ma bisogna sapere che solo un attore su tre fuma realmente. Nei film lo si fa per pubblicità: le aziende di tabacco pagano gli attori circa 10.000 euro solo per reclamizzare marche come Malboro, Camel se non Wiston Blue, perché le grandi aziende di tabacco non potrebbero farsi pubblicità in altro modo. Sarebbe ovviamente un controsenso dato che sui pacchetti che vengono giornalmente venduti c’è scritto che sarebbe meglio non fumare dato l’alto rischio di tumore. Nel 24 ► Partita Tripla tabacco tutt’oggi si riconoscono solo, e vorrei sottolineare solo, 4.000 sostanze su 12.000 presenti, delle quali 400 dannose per l’uomo e 40 cancerogene. Senza tralasciare inoltre per il fumo si spendono tanti soldi che potrebbero essere utilizzati per scopi migliori. I giovani in media iniziano a fumare in un età precoce procurando un grave danno al proprio organismo facendosi male e facendo male alla gente che sta loro vicino, non per questo si dice che il fumo crea dipendenza e se comunque qualcuno decidesse di smettere di fumare, la percentuale di problemi sarebbe elevata. Oltre a questa esistono ben 27 malattie legate al fumo come: paradontite (il fumo corrode le gengive procurando un male insopportabile così le radice rimane scoperta e di conseguenza si possono perdere i denti); eucoplatia (il fumo causa righe sulla cute); enfisema (quando gli alveoli polmonari si uniscono provocando la formazione di un tumore e mutazioni del dna). Quindi perché fumare quando si sanno tutti i rischi che esso provoca, lo so siamo persone e ci piace rischiare ma io vi dico: vi serve davvero quel fumo per essere felici? La vita è molto più di una sigaretta con un tuo amico. INCONTRI Consumare meno per vivere meglio La vita non dipende dallo spread Fabio Fontana ► 5ªE È possibile crescere all'infinito? Dal punto di vista biologico, tutti noi sappiamo che la risposta è 'no': conclusa l'adolescenza, l'altezza che abbiamo raggiunto rimarrà la stessa per tutta la nostra vita. Sotto il profilo economico, se ci riflettiamo un momento, la risposta è altrettanto scontata: no. Com'è possibile pensare che la produzione possa crescere per sempre? Eppure tutti i media ci propinano la crescita come la panacea di tutti i mali dell'economia, dalla disoccupazione al debito pubblico. Una diversa visione delle cose ci è stata offerta durante l'incontro sul tema “Come affrontare la crisi?”, organizzato dalla Cooperativa Famiglie Lavoratori presso l'Auditorium della Cassa Rurale di Treviglio il 26 gennaio 2012 dove sono intervenuti Maurizio Pallante, che si occupa da anni di ambiente ed energia ed è leader del Movimento per la Decrescita Felice, e Andrea Di Stefano, esperto di finanza e direttore della rivista “Valori”, mensile di economia sociale e sostenibilità edito da Banca Etica. Nella prima parte della serata si è parlato delle cause della crisi che ha sconvolto il mondo nel 2008. La principale è stata trovata nel debito, sia quello degli stati sia quello dei privati cittadini. Secondo i due relatori la crisi è stata fin dal principio di tipo produttivo, con un eccesso di offerta di beni rispetto alla domanda. E se, fino ad allora, si era riusciti a mantenere il mercato in precario equilibrio con un alto debito che, facendo costare di più le merci, aveva permesso di sostenere l'equazione "offerta uguale domanda", all'improvviso il sistema è crollato su se stesso perché la maggior parte dei debiti non veniva più restituita (partendo dai mutui subprime negli Stati Uniti). Nei paesi occidentali la crisi ha determinato un alto tasso di disoccupazione, per contenere il quale, a detta degli economisti ortodossi, «è necessario tornare a crescere». Ma Pallante ha fatto notare che in Italia, dal 1960 al 1999, a fronte di un Pil aumentato del 360%, gli occupati sono cresciuti solo di 400 mila unità. A proposito del Pil, durante la conferenza, è stata ravvisata la necessità di sostituire questo misuratore di tipo quantitativo con uno di tipo qualitativo. Al Pil, infatti, sfuggono fenomeni come l'autoproduzione (il classico orto di casa, per esempio) o il lavoro delle casalinghe e porta al paradosso che se quest'anno ci fossero più am- Decrescere nei consumi e nel lavoro per avere più tempo per se stessi malati e così si comprassero più medicinali, il Pil crescerebbe, dimostrando di non essere un'unità di misura affidabile del benessere di un popolo. Detto ciò, i due esperti hanno suggerito le loro soluzioni all'attuale sistema economico fallimentare. Pallante ha illustrato le fondamenta su cui si basa il suo Movimento per la Decrescita Felice: lo sviluppo di tecnologie per abbattere gli sprechi (per capire l'entità del problema, basti pensare che il 3% del Pil italiano è costituito da cibo che viene buttato via), la sensibilizzazione delle istituzioni verso queste tematiche e il cambiamento degli stili di vita. A tal riguardo, la discussione si è spostata quasi su un piano filosofico: decrescere nei consumi e nella dipendenza dai mercati internazionali, rimettere al centro il territorio e puntare sull'autoproduzione ci permetterebbe di avere più tempo a disposizione per le relazioni umane e per la nostra sfera sociale. Insomma, consumare meno per vivere meglio. Secondo Di Stefano, invece, la soluzione sta nel mettere un freno alla “finanza Frankenstein”, che oggi vale trenta volte di più del Pil del mondo. Altre misure ri- guardano l'introduzione della Tobin Tax (la tassa sulle rendite finanziarie), lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro ai consumi, la creazione del reddito minimo garantito, un maggiore impegno nel risparmio energetico e la redistribuzione del reddito all'interno dei paesi sviluppati (negli ultimi 20-25 anni le entrate dell'1% più ricco della popolazione sono aumentate del 275%, quelle del restante 99% solo del 18). Ai due relatori è stato poi chiesto cosa può fare, dal canto suo, il singolo individuo. Deve aspettare direttive dall'alto o può mettere in pratica delle azioni concrete già da subito? Di Stefano ha risposto che l'iniziativa migliore che una persona può intraprendere è quella di esercitare pressioni sulle amministrazioni locali affinché comincino ad adottare politiche virtuose nei campi della gestione dei rifiuti, dello sfruttamento della risorsa idrica, della mobilità e della ristrutturazione degli edifici pubblici per renderli più efficienti sotto il profilo energetico. Pallante ha aggiunto anche che è necessario prestare un'attenzione particolare alla propria abitazione, installando piccoli impianti di fonti rinnovabili e potenziando l'isolamento termico (punto debole degli edifici italiani, se paragonati a quelli tedeschi). Molti di coloro che hanno preso parte a questo appuntamento, hanno realizzato di vivere in un mondo sull'orlo del baratro, drogato da decenni di energia a prezzo di saldo (ora in esaurimento) che, oltre ad averci abituato al consumismo più sfrenato, ha inquinato l'ambiente fino a farci giungere quasi al punto di non ritorno. Allo stesso tempo gli astanti hanno scoperto che una soluzione esiste e risiede nel mettere di nuovo al centro di tutto la persona umana e i suoi veri bisogni, ridimensionando i numeri di questa economia fine a se stessa. Perché, per dirla con le parole di Pallante, «la vita non dipende dallo spread, ma dalla fotosintesi clorofilliana». Partita Tripla ◄ 25 INCONTRI O meglio, quando la psicologia fa scuola! A scuola di psicologia Stefania Andreolli Federica Bonissoni Federica Moriggi Chiara Sparro ► ► ► ► 3ªE 3ªE 3ªE 3ªE D urante quest’anno scolastico la classe 3ªE del nostro istituto ha partecipato ad un progetto piuttosto ambizioso che ha coinvolto diverse scuole del nostro territorio. Il tema di questa iniziativa era il seguente: La psico- logia nella scuola: prevenzione e ricerca sul disagio adolescenziale. Nella nostra scuola l’attività è stata condotta da due psicologhe, la dott.ssa Eleonora Sasso e la dott.ssa Caterina Laini. Questo progetto ha interessato tre diverse categorie: alunni, docenti e genitori. I primi incontri si sono svolti tra alunni e psicologhe e da queste cinque sedute le dottoresse hanno tratto spunto per discutere con le altre categorie. Noi ora, facendoci portavoce della classe 3ªE, cercheremo di raccontare questa esperienza. Durante la prima seduta abbiamo svolto un gioco di ruolo per conoscerci meglio e per parlare delle relazioni con i nostri coetanei. Ci siamo dimostrati partecipi e collaborativi in quanto abbiamo affrontato temi e problemi che ci riguardano come classe, analizzando anche tutte le figure che possono nascere all’interno di un gruppo come una classe scolastica: il bullo, il timido, la crocerossina, il comico, l’asociale, il leader, il boss. Nella lezione successiva abbiamo affrontato l’argomento della sessualità anche analizzando immagini e frasi spesso utilizzate nella realtà contemporanea. La classe si è approcciata all’argomento evidenziando non solo gli aspetti fisici legati alla sessualità, ma collegandola al tema più vasto e complesso delle relazioni sentimentali. Abbiamo analizzato così le possibili difficoltà che si incontrano nei rapporti tra persone di sesso diverso e le conseguenze che possono derivare, come gravidanze, aborti, malattie. Quando si è trattato invece di affrontare l’argomento del rapporto tra figli e genitori, la classe non ha mostrato lo stesso grado di partecipazione e non è riuscita a collaborare in modo costruttivo con le due dottoresse, forse perché si trattava di un tema troppo personale su cui non eravamo pronti a pronunciarci apertamente in mezzo ai compagni. Un argomento che ci ha molto coinvolto e sul quale tutti abbiamo esposto opinioni spesso condivise, è stato quello delle cosiddette dipendenze. Abbiamo affrontato questa questione sotto tutti i punti di vista arricchendo l’incontro col racconto di esperienze personali o di nostri conoscenti. La classe ha trattato anche il tema del rapporto con il cibo attraverso la visione di un estratto del film Briciole e l’ascolto della canzone Mai nata di Tiziano Ferro. Questa esperienza nel complesso è stata positiva perché ci ha fatto crescere come classe, ha migliorato le relazioni tra noi ragazzi e ci ha permesso di conoscere meglio tutti i compagni. GITE Gli studenti di 3ªE e di 3ªF alla scoperta delle mura di Bergamo Un viaggio nel tempo Stefania Andreolli ► 3ªE Federica Moriggi ► 3ªE Chiara Sparro ► 3ªE G iovedì 12 aprile è iniziata la nostra avventura attraverso le vie di Bergamo Alta, accompagnati dai professori Clemenza Gazzola e Alessandro Marchetti. Eravamo attesi, noi studenti di 3ªE e di 3ªF, da una giovane e preparata guida che ci ha condotto a ritroso nel tempo. Il nostro viaggio nella storia è iniziato migliaia di anni fa con l’insediamento del primo popolo, gli Orobi, di cui abbiamo perso le tracce. I primi resti che troviamo sono quelli di epoca romana: l’Arena circolare, il Cardo e il Decumano, le vie principali della piantina di città alta che sono rimaste intatte nel corso della storia e le Mura Romane. Oltre a queste mura nella città troviamo anche quelle medievali, le muraine che comprendevano alcuni borghi di città bassa e quelle venete costruite a partire dal 26 ► Partita Tripla 1561 a scopo difensivo. Passando attraverso la Cittadella, la parte più antica della città, siamo arrivati in Piazza centrale che accoglie numerosi edifici storici. Tra questi troviamo la chiesa di Santa Maria Maggiore, la cappella dedicata a Bartolomeo Colleoni, famoso condottiero quattrocentesco, il Palazzo della Ragione, un tempo sede del comune della Bergamo medievale e che oggi ospita importanti mostre. Abbiamo appreso che Bergamo non è posta su due livelli come si pensa bensì su tre: il colle di San Virgilio, Bergamo Alta e Bergamo Bassa. Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che Bergamo ha una delle biblioteche più famose d’Italia, infatti nella biblioteca Angelo Mai che, con la sua imponente struttura delimita un lato di Piazza Vecchia, possiamo trovare alcuni importanti manoscritti risalenti al Quattrocento e molti affreschi. Abbiamo visto che Città Alta è tutta da scoprire, che non si limita alle belle vie che offrono pomeriggi di shopping, delizie per il palato e un panorama unico, visibile dalla cinta delle mura venete, ma è una città ricca di storia e con un passato florido. È stata una lezione di storia diversa dal solito, molto più interessante e favorita da una splendida giornata di sole (l’unica di tutta la settimana). SCIENZA Scienza e tecnologia al servizio della salute della mente Alla scoperta delle neuroscienze Michela Molendi Arnela Suhopoljac Elena Uccheddu Paola Viola ► ► ► ► 3ªF 3ªF 3ªF 3ªF S abato, 24 marzo 2012 gli studenti delle classi 3ªF e 3ªE hanno partecipato al Convegno “Frontiere delle neuroscienze del cervello” che si è tenuto presso l’ITIS A.Righi di Treviglio. L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Livia Tonolini per la didattica e la divulgazione delle discipline scientifiche, l’Azienda Ospedaliera di TreviglioCaravaggio e il Club UNESCO “il Caravaggio” di Treviglio-Bergamo per creare una collaborazione tra scuola, sanità e cultura. Il convegno ha offerto ai numerosi studenti presenti l’opportunità di penetrare nei meccanismi di funzionamento del cervello umano, di esplorare i processi che sovrintendono all’apprendimento e alla memoria per scoprire infine l’importanza della diagnostica per immagini, scienza quest’ultima che consente di esplorare il cervello e di individuare le cause di gravi malattie, permettendo così interventi efficaci e spesso risolutivi. Molto apprezzato è stato anche l’intervento del dott. Massimo Borelli che ha parlato del trauma cranico, richiamando la nostra attenzione ad un comportamento più attento e responsabile nella guida dei ciclomotori e sulla strada in generale. La dott.ssa Samantha Bodrato, dirigente medico Struttura Complessa di Medicina Nucleare, ha introdotto gli elementi anatomici del cervello, spiegando che il corpo umano è costituito da milioni di “componenti” diversi che svolgono tra loro compiti distinti e complementari, finalizzati alla sopravvivenza dell’organismo. Gli impulsi nervosi e le sostanze chimiche costituiscono i due tipi di comunicazione che si verificano all’interno del corpo umano. Per esempio, il sistema nervoso e il sistema endocrino presentano un elevato È importante trattare le conseguenze dovute agli incidenti stradali, soprattutto per noi giovani livello di integrazione tanto che attualmente sono compresi nel termine “sistema neuroendocrino”. A questo complesso meccanismo di comunicazione interna se ne aggiunge un altro, finalizzato alla comunicazione con l’ambiente esterno, che si realizza grazie agli organi di senso. Il prof. Franco Tonolini, presidente della Fondazione Livia Tonolini per la Didattica e la Divulgazione delle Discipline Scientifiche, ha avviato l’argomento dei processi dell’apprendimento e della memoria elencando dapprima tutte le neuroscienze esistenti e di seguito le parti di cui è composto il nostro sistema nervoso e le rispettive funzioni: esso è costituito da due emisferi (quello destro e quello sinistro) e da quattro lobi (parietale, occipitale, frontale e temporale). Dopo di che ha constatato il fatto che la memoria, ossia la capacità dell'animo di conservare e rievocare esperienze e conoscenze passate, può essere episodica quando contiene le informazioni relative agli eventi della vita trascorsa, oppure semantica quando contiene conoscenze generali acquisite nel tempo come una lingua o una teoria o altro ancora. Ha continuato la conferenza il dott. Edoardo Facchi, direttore della Struttura Complessa di Medicina Nucleare, trattan- do l’argomento riguardante le apparecchiature per la diagnostica di immagine. Ha spiegato che lo studio del cervello viene fatto con diverse indagini strumentali che comprendono : l’ecografia, che è un’indagine diagnostica che utilizza gli ultrasuoni e viene impiegata sui neonati; la radiografia convenzionale (RX); la tomografia assiale computerizzata (TC), che negli anni ’70 ha dato una spinta alla neurologia clinica, grazie alla visualizzazione delle strutture nervose del cranio e della colonna vertebrale, oggi viene usata nelle emergenze cerebrali, come traumi, ischemie ed emorragie; la risonanza magnetica (RM); la gammacamera (SPECT); la tomografia a emissione di positroni (PET). Ha concluso l’incontro il dott. Massimo Borelli, direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione, con un interessante intervento riguardante il trauma cranico, che è tra le principali cause di mortalità e di disabilità nella popolazione al di sotto dei trent’anni. Molto si può fare per migliorare l’outcome di questa patologia a partire dalla prevenzione fino ad arrivare alla rapidità del soccorso e all’adeguatezza dei trattamenti. La nostra regione è una delle aree di eccellenza sotto il profilo sanitario: l’Istituto San Raffaele di Milano è uno dei più rinomati centri di ricerca d’Italia, all’interno del quale vi è una divisione delle neuroscienze. L’enorme progresso relativo alla conoscenza della struttura e del funzionamento del sistema nervoso ed ai promettenti sviluppi nel trattamento delle malattie neurologiche e psichiatriche hanno fatto sì che le neuroscienze siano, attualmente, una delle discipline di maggior interesse nel campo biologico e medico. Partecipare al convegno è stato molto positivo, soprattutto ha riscontrato successo l’ultima esposizione del dott. Borelli, poiché riteniamo sia importante trattare le conseguenze dovute a incidenti stradali, soprattutto per noi giovani, spesso imprudenti nella guida dei nostri ciclomotori. Nel suo intervento il dott. Borelli si è avvalso di immagini e dati molto forti riguardanti i traumi cranici e le conseguenze pericolose derivanti dall’utilizzo di stupefacenti e di alcool. Si è differenziato dai suoi colleghi per il linguaggio colloquiale e divulgativo, più vicino a noi giovani. Partita Tripla ◄ 27 Davide De Marco ► 5ªE C RIFLESSIONI Quattro alunni dell’Oberdan si interrogano risi, spread, borse, fallimento, declassamento, ormai queste fatidiche parole vengono citate ogni giorno una miriade di volte da politici, esperti, professori, giornalisti. Si parla di ciò a tal punto che oramai noi “poveri” cittadini non diamo più importanza alla sua tragicità e a ciò che comporta questa crisi economico-finanziaria che ci fa compagnia da quasi cinque anni. Dopo mesi e mesi e addirittura anni, passati a studiare ed a elaborare le cause della crisi, oggi si sta cercando in tutti i modi di trovare una soluzione, una via d’uscita dall’infinito tunnel. La parola d’ordine per molti esperti è crescita La parola d’ordine per molti esperti è stata ed è tutt’ora crescita: la crescita e la ripresa dell’ economia secondo loro permetterà all’Italia e a tutti i paesi dell’Europa e del mondo di “riemergere”. Crescita significa aumento della produzione, l’aumento della produzione comporta nuova occupazione, nuova occupazione è possibile con l’ampliamento delle imprese e l’apertura di nuove, queste possono aprire grazie a nuovi investimenti o grazie a incentivi dello Stato. Ma se si pensa che le imprese sono quasi tutte in crisi, le casse dello Stato sono vuote, soprattutto in Italia, Paese in cui abbiamo un debito pubblico alle stelle, che graverà anche sulle spalle delle generazioni future e dei nostri figli, la soluzione non sembra così semplice né a portata di mano. Nuovi posti di lavoro si troverebbero con le ristrutturazioni energetiche e le fonti rinnovabili La crescita del Paese comporterebbe di conseguenza un aumento del P.I.L., proprio questo indice è messo in discussione e considerato inappropriato da una “corrente” opposta ai sostenitore della crescita, ovvero coloro che condividono le idee di Latouche, l’ideatore della “decrescita felice”. Secondo me, la soluzione per uscire dalla crisi si può trovare nelle parole di Latouche, filosofo e intellettuale francese che da diversi anni, già prima dello scoppio della crisi, aveva pensato ad una soluzione per risollevare il mondo, cambiando radicalmente la mentalità capitalistica e consumistica che caratterizza quasi tutti gli uomini oggigiorno. Sono d’accordo con 28 ► Partita Tripla Le multinazionali schiacciano le piccole imprese, il cemento e l’inquinamento distruggono il pianeta le idee di Latouche che riguardano l’occupazione, basti pensare che l’Italia è uno dei paesi con la più alta percentuale di disoccupati d’Europa. Seguendo il pensiero del filosofo si potrebbero creare nuovi posti di lavoro. La soluzione si può trovare nell’edilizia, infatti la maggior parte degli edifici italiani, soprattutto pubblici, sono obsoleti e non rispettano neanche le basilari norme comunitarie europee di sicurezza. Se si intervenisse su questi edifici recuperandoli e ristrutturandoli, molti giovani, ma non solo, potrebbero trovare un lavoro e di conseguenza, gli edifici riportati a norma, consumerebbero meno energia, abbattendo quindi l’inquinamento grazie a moderni e più efficienti impianti elettrici e di riscaldamento. Un’altra soluzione per uscire dalla crisi secondo me si può trovare incentivando il settore delle energie rinnovabili, già in continua crescita in questi ultimi anni. Con lo sviluppo del settore, nuova manodopera verrebbe impiegata nell’ambito delle ricerca, progettazione e costruzione d’impianti fotovoltaici, eolici e simili, contribuendo anche alla diminuzione dell’inquinamento con la sostituzione, graduale e lenta, di fonti energetiche non rinnovabili quali gas e petrolio, che tra poche decine di anni si esauriranno. Anche la riscoperta di valori legati alla natura e all’ambiente può favorire una possibile via d’uscita dalla crisi. Questi valori, invece, si stanno perdendo, a causa della continua e incessante urbanizzazione che sta avvenendo sia in Italia come nel resto d’Europa e del mondo; immensi campi e terreni sono sottratti all’agricoltura mentre potrebbero essere bonificati per la creazione di parchi, per la coltivazione di cereali, frutta e verdura destinata a consumatori adiacenti a quei terreni così da abbattere i costi di trasporto e ovviamente creare nuovi posti di lavoro, però questo settore viene molto “snobbato” da chi è alla ricerca di un lavoro. Molte altre sono le possibili soluzioni da trovare per riuscire a riemergere da questa crisi anche se è difficile attuarle, ormai ci troviamo in un mondo corrotto, dove le multinazionali schiacciano le piccole imprese, dove il cemento e l’inquinamento stanno distruggendo a poco a poco il pianeta. Se devo essere sincero sono poco ottimista, non so come riusciremo e se usciremo da questa crisi, se Monti risolleverà l’Italia, se la Merkel e Sarkozy risolleveranno l’Europa. Credo solo che non sia possibile andare avanti con questa mentalità che ormai ci appartiene dalla rivoluzione industriale, e che l’unica soluzione sia cambiare radicalmente il proprio stile di vita e le proprie abitudini; convincerei che la crescita del P.I.L. non è l’unico indicatore del “benessere”. sulla crisi e sulle sue possibili soluzioni I temi che trovate in queste pagine e nelle prossime due sono risultati vincitori del concorso indetto da Cisl e Anteas in memoria di Elio Colleoni. Svolta da De Marco, Fontana e Lucchi: «L'economia è in crisi, in particolare in Europa e nel nostro Paese. Svanisce dunque la prospettiva di un mondo globalizzato, produttivo ed equo verso tutti. Facendo riferimento alle tue conoscenze e alla esperienza, ipotizza una via d'uscita.» Svolta da Galletta: «Crisi, recessione, default, tagli: queste parole bombardano la nostra giornata ormai da tempo. Quale significato hanno per te nel contesto in cui vivi (amici, scuola, famiglia) e pensando al tuo futuro?» Fabio Fontana ► 5ªE N asdaq. Ftse Mib. Default. Pil. Spread! Oggigiorno i media ci bombardano con parole che non hanno alcun significato se non per banchieri e speculatori; ma le nostre vite sono legate con fili invisibili a quei numeri che salgono e scendono. L’operaio, il muratore, il contadino, l’insegnante si mettono le mani nei capelli davanti allo spread che si alza e al Pil che si abbassa. Con la globalizzazione ci era stato promesso un mondo nuovo, ci era stato assicurato più benessere per tutti, un mondo più equo, la sconfitta della povertà. Poi è arrivata la crisi a sparigliare i giochi; come schede di un domino tutti i paesi occidentali ci sono caduti uno dopo l’altro, sotto il peso dei mercati finanziari crollati su se stessi come castelli di sabbia. Le banche scaricavano i titoli tossici sui piccoli risparmiatori Dobbiamo smettere di vivere come automi del “produrre, consumare, crepare” Il dolce sogno della globalizzazione si è infranto nel 2007, quando negli Stati Uniti il sistema dei mutui subprime è precipitato. Nel paese di Ronald Reagan e della deregulation, da anni si elargivano prestiti a soggetti che non potevano vantare alcuna garanzia di restituirli. Le banche e gli istituti di finanziamento scaricavano questi prestiti “spazzatura” sui piccoli investitori, con operazioni al limite della legalità. Ma ad un certo punto il castello di carte non ha potuto fare altro che crollare: alcune banche sono fallite, altre sono state salvate in extremis da copiosi aiuti pubblici. La recessione, però, era già cominciata. E dagli USA aveva raggiunto l’Europa, il Giappone e poi anche i paesi in via di sviluppo. Dopo qualche anno, mentre si iniziavano a intravedere i primi barlumi della ripresa, nel Vecchio Continente è scoppiata la crisi dei debiti degli stati, che imperversa tutt’ora sull’Eurozona. La Grecia è stato il primo paese a vedere i tassi di interesse sul proprio debito pubblico arrivare alle stelle, avviandosi sulla strada del fallimento. La troika (UE, BCE e FMI) ha concesso aiuti economici miliardari alla finanza ellenica, ma anche a quelle di Irlanda e Portogallo. All’appello dei Piigs (“maiali” in inglese), mancano l’Italia e la Spagna, oggi sorvegliati speciali. Fin qui la cronaca economica degli ultimi mesi, ma gli effetti più pesanti della crisi si sono abbattuti sugli strati più deboli delle popolazioni coinvolte. Sono aumentate le disuguaglianze, calati gli stipendi, la disoccupazione ha raggiunto livelli astronomici (in Italia quella giovanile è al 31 per cento). Questi problemi contingenti si aggiungono a quelli strutturali: la sperequazione fra ricchi e poveri, sia all’interno delle nazioni che fra paesi diver- si, l’esasperazione dei sentimenti che fa crescere l’odio nei confronti del diverso, il sovrasfruttamento e l’inquinamento dell’ambiente. Dinnanzi a tutto ciò, oggi si sta sempre più diffondendo la proposta di un radicale ripensamento dello stile di vita del pianeta, partendo dall’attuale sistema economico. Alcune soluzioni possono sembrare utopistiche ma non sapremo mai se possono funzionare se non cominciamo da subito a dirigere la nostra rotta verso di esse. Dal punto di vista economico, urge seppellire definitivamente il consumismo sfrenato che ha reso lo spreco un’abitudine nefasta ed è stato attuato grazie ai bassi costi di produzione che si traducono in salari da fame e diritti ridotti all’osso per i lavoratori dei paesi in via di sviluppo. Ridurre dunque la produzione, eliminando i beni inutili e aumentando la qualità di quelli necessari. Abbassare il Pil, per quanto possa sembrare una follia agli economisti mainstream, è l’unico modo per tornare a vivere come persone e non più come automi del “produrre, consumare, crepare”. Del resto l’odierno regime energetico occidentale, che ha consentito questo ritmo produttivo, è basato su fonti fossili – petrolio, carbone, uranio – che non dureranno per sempre. Occorre pertanto ridurre gli sprechi energetici, migliorando l’efficienza delle reti di distribuzione e iniziando a costruire gli edifici con tecnologie di questo secolo, e puntare sulle fonti rinnovabili (solare, eolico, termico e biomasse). Dobbiamo riservare un’attenzione particolare all’ambiente, che l’inquinamento sta distruggendo con la crescita della temperatura globale. Si prospettano due gradi di aumento che se davvero si realizzeranno daranno il via a una serie di catastrofi: l’innalzamento del livello del mare, una maggiore frequenza dei fenomeni climatici estremi (di cui l’Italia negli ultimi mesi ha avuto degli assaggi), una desertificazione più spinta. Dato ciò, è fondamentale una presa di coscienza globale immediata, poiché l’attuale sistema economico ci può portare solo al collasso. Dobbiamo rimettere al centro di tutto la persona e suoi reali bisogni. Partita Tripla ◄ 29 Simone Lucchi ► 4ªH D opo il terremoto finanziario che ha investito gli Stati Uniti a causa del crollo dei mutui subprime, lo spettro del fallimento si staglia ora minaccioso sulla strada del vecchio continente. Declassamenti, spread ai massimi storici, misure drastiche per evitare la bancarotta e manifestazioni di dissenso da parte degli statali sono ormai all'ordine del giorno. Una recessione di portata internazionale che ha originato autentiche voragini nei conti di numerosi paesi, ormai sull'orlo del baratro. Secondo le ultime stime di “Standard And Poors”, autorevole agenzia di rating, le misure adottate dai governi europei per arginare la crisi sono insufficienti. L'outlook di quattordici paesi appare negativo: note dolenti per Francia ed Austria, che devono rinunciare alla loro tripla A, mentre sembrano arrancare ormai definitivamente Spagna, Portogallo, Cipro, Malta, Slovacchia e Slovenia che raggiungono Italia e Grecia, ormai degenti di lungo corso. La speculazione finanziaria punta quindi apertamente sul default di Italia, Grecia e Spagna, vittime illustri dei meccanismi propiziati dalla globalizzazione. Il loro impoverimento si riflette sulla produzione e sui consumi, poiché Atene, Roma e Madrid non possono più permettersi di finanziare il proprio debito pubblico e le loro economie rischiano di avvitarsi su se stesse in una sorta di circolo vizioso. La globalizzazione ha indubbiamente favorito il contagio tra gli stati dell'Unione, attraverso la stretta interdipendenza di tutti i mercati. Prima di addentrarci in un'analisi approfondita delle numerose piaghe che affliggono il nostro Paese, urge una rapida riflessione sull'attuale situazione politica. Dopo l'ennesimo esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, l'incarico è stato affidato a Mario Monti, già rettore dell'università Occorrono misure contro chi esporta capitali all’estero, favorito dai condoni 30 ► Partita Tripla RIFLESSIONI Quattro alunni dell’Oberdan si interrogano L’Italia si contraddistingue per la propensione a delinquere della sua classe dirigente commerciale “Luigi Bocconi” ed economista acclamato a tutte le latitudini. Un Governo costituito da persone competenti e soprattutto incensurate. Possiamo quindi auspicare provvedimenti cogenti nei confronti dei numerosi nababbi che esportano i loro capitali all'estero, favoriti da condoni e soglie di evasione. Il serbatoio di denaro sporco accumulato dal nostro Paese ammonta a circa cinquecento miliardi, equamente ripartiti tra autoriciclaggio, finanziamenti pubblici per i partiti, ecomafie, corruzione, concussione e capitali scudati. Una risorsa pressoché inesauribile sinora inutilizzata, un terzo della quale garantirebbe la copertura di un provvedimento risolutivo che ponga fine alla drammatica situazione del nostro debito pubblico. Tuttavia il governo tecnico sembra stia lavorando con calma, con perizia, nel tentativo di tutelare gli interessi di chi le tasse non le ha mai pagate, ovvero il Vaticano, Mediaset, la casta, gli evasori ed i grandi istituti di credito. Ad oggi il Governo si è semplicemente limitato ad un leggero dimagrimento delle province, peraltro solo annunciato. Un risparmio sobrio, visto che potremo incassare solamente sessantacinque milioni di euro sui due miliardi e mezzo impiegati annualmente solo per retribuire assessori, consiglieri e personale. Non sarebbe il caso di tagliare quei vergognosi sussidi con i quali si assicura ai tesorieri delle formazioni politiche la possibilità di intascare milioni di euro e destinare tali fondi alle imprese sull'orlo del fallimento? Monti si è poi affrettato a dichiarare che gli evasori prima o poi saranno costretti a contribuire. Peccato siano protetti dalla famigerata norma sulle soglie di evasione, introdotta nel lontano 2000 dall'esecutivo allora guidato da Massimo D'Alema. Il provvedimento permette agli evasori di nascondere da settanta a centomila euro di reddito rimanendo impuniti. Un metodo certamente singolare per sostenere l'Agenzia delle Entrate. Un espediente più efficace per porre fine a questa pantomima sarebbe quello di raddoppiare le pene ed abolire le soglie, deterrente evidentemente sconosciuto ai tecnici. In questo periodo di crisi, infatti, è opportuno porre la lotta alla criminalità economica tra le priorità della legislatura. Eppure luminari ed esperti continuano a fare retorica o si limitano ad ipotizzare utopiche soluzioni ad un'economia ormai stagnante. Il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni, ad esempio, si lancia in interpretazioni della crisi piuttosto personali. Oltre a rimproverare l'Unione Europea per non avere un sistema di governance comune per fronteggiare il tracollo finanziario, Saccomanni pone le infrastrutture tra le priorità del suo piano di crescita, soprattutto per il nostro Paese. Scelta indubbiamente azzeccata, date le numerose infiltrazioni mafiose già nell'assegnazione degli appalti relativi all'EXPO milanese del 2015 e per l'abusivismo edilizio, fenomeno oscuro ed in sensibile aumento. Mentre dai turiboli dei rotocalchi si scatena la caccia agli evasori di Cortina e Sanremo, la corruzione dilaga. L'ultimo rapporto di Trasparency ci colloca infatti al sessantanovesimo posto nella graduatoria dedicata ai paesi meno corrotti. Un dato allarmante se consideriamo che paesi come Ruanda e Samoa hanno una percezione della corruzione inferiore alla nostra. Il Belpaese si contraddistingue per la propensione a delinquere della sua classe dirigente, patologica e reiterata. Sarebbe doveroso un impegno istituzionale serio che non si limiti alla sola ratifica della convenzione di Strasburgo, ma che punti a sgominare sul nascere le nuove forme di illecito tributario e a contrastare gli episodi di tangenti tra privati, fenomeno in vertiginosa crescita. Forse dovremmo interrogarci su un antico sillogismo platonico: “La politica, nella comune accezione del termine, non è altro che corruzione”. Magari potremmo scoprire una nuova connotazione del termine “recessione”. sulla crisi e sulle sue possibili soluzioni Orazio Galletta ► 2ªE G ià da tempo ogni volta che sento il telegiornale, le parole come crisi, recessione, default e spread riempiono la bocca dei giornalisti e non fanno altro che spaventare tutti coloro che, come me, e forse la maggior parte della gente “normale”, non riusciamo a capire cosa significhino. Il nostro futuro è in mano a Francia e Germania So solo che uomini e donne sono incollati al televisore, guardano numeri scorrere sul video… ascoltano economisti che parlano, cercano di spiegare alla gente quello che sta accadendo creando ancor più confusione… anch'io e mia mamma che di Borsa non capiamo nulla e che viviamo con la pensione di papà ed il poco lavoro della mamma stiamo lì a guardare… ad ascoltare ed alla fine di tutto ci chiediamo: cosa sta accadendo? che vuol dire fare sacrifici? a cosa dobbiamo rinunciare? cosa dobbiamo pagare? per chi e per che cosa dobbiamo pagare? Chiederci sacrifici è chiederci di non andare più al cinema o a mangiare una pizza Quello che ho potuto capire è che il nostro futuro è in mano alla Germania e alla Francia che dobbiamo stare alle loro regole, che questi due capi di stato governano anche in Italia, o per meglio dire hanno il potere di giudicare se le nostre leggi vanno bene per loro, se non vogliamo uscire dall'Euro perché se lo facessimo sarebbe una tragedia! Il motivo non l'ho ancora capito, anzi: la nonna ripete sempre “come si stava bene con la lira!”... Comunque siamo in Europa e l'Euro è ora la nostra moneta! Questo è un dato di fatto, come è certo che l'Italia è messa molto male (così come la Grecia, che forse sta peggio di noi)! Per sistemare questa “catastrofe” è stato nominato un governo di tecnici, si sono Come dice mia nonna: l’unica cosa che non ci possono tassare sono i nostri sogni! presentati, Monti ha sostituito Berlusconi ed in un'intervista si è impegnato a sistemare tutto. Il suo è un governo “tecnico” (da quanto posso capire, non si occupa di partiti, non sta né a destra né a sinistra, insomma si occupa di questioni pratiche, a mio vedere…), spetta a noi italiani pagare miliardi euro di debiti che l'Italia ha contratto (per quel che mi riguarda l'unico debito contratto dalla mia famiglia è il mutuo sulla casa e l'abbiamo quasi pagato!) l'on. Monti ha parlato di sacrifici per tutti… ci ha raccomandato di stringere i denti ed affrontare questo brutto periodo… come ho già detto, in casa nostra entra una piccola pensione e arrotondiamo col lavoro part time della mamma, nel nostro caso particolare risolvere la crisi italiana significa non uscire più a mangiare la pizza ed andare al cinema con gli amici una volta al mese, già… con tutti gli aumenti la pensione se ne va per il mutuo ed il resto nella benzina, nelle bollette e nella spesa… quindi in sostanza il sacrificio chiesto alla mia famiglia riguarda tutto quello che ogni persona normale che lavora ha il sacrosanto diritto di poter godere… un cinema? una pizza? Forse per alcuni sono piccolezze, ma per me significano un pochino di svago, lo stare con gli amici, togliermi anche un capriccio… Non siamo una famiglia pretenziosa, già la morte di papà ci ha costretti a parecchie rinunce… però trovo profondamente ingiusto chiedere a noi dei sacrifici (che per altri sono piccolezze, ma non lo sono per me!), per debiti che non abbiamo mai chiesto e neppure riesco a capire perché non li paga chi li ha contratti questi debiti! Guardando la televisione a volte provo una rabbia tremenda, pubblicità, spettacoli televisivi hollywoodiani, donne, uomini e ragazzi vestiti all'ultima moda, pubblicità di ogni specie di superfluo esistente sul mercato, oggetti che non ci possiamo permettere più! Alcuni miei amici sono nella nostra situazione, qualcuno è più fortunato, altri meno, però mi accorgo che quasi tutti hanno dovuto rinunciare a qualcosa… insomma ognuno ha il suo bagaglio di “sacrifici”! Quest'ultima è la parola che sento sempre in televisione, però chi parla di questi fantomatici sacrifici ha “macchinoni”, ville lussuose e fa vacanze in paesi esotici… Perché chiedono sacrifici a me, a quelli come me, alle famiglie normali che già prima non vivevano nel lusso? Non mi intendo di economia e in modo particolare non capisco tante parole usate in conferenza stampa da chi ci governa; quello che sono riuscito a capire, nella mia ignoranza è che bisogna pagare questo maledetto debito, forse per far contenta la Germania e la Francia, più probabilmente l'Europa intera, visto che l'eventuale default di uno Stato produrrebbe un pericolosissimo effetto domino. Ossia cadiamo noi e ci tiriamo dietro l'Europa intera! Penso anche che tutti quei tecnici non hanno poi pensato molto per sistemare le cose… hanno aumentato tutto quello che era più facile colpire: benzina, luce, gas, alimentari… cioè tutto quello che ogni normale famiglia consuma abitualmente… tutto sommato non è che hanno spremuto poi tanto le loro meningi! Vorrei fare una domanda a Monti: perché siete partiti dal basso con i sacrifici? Un'ultima cosa, si parla tanto di noi giovani, del nostro futuro, del lavoro che non c'è e forse non ci sarà, ora non devo più neppure augurarmi di poter lavorare a lungo in un posto perché è monotono… ed io che avrei voluto un posticino in banca? Mi toccherà lavorare per tre mesi e per altrettanti restare disoccupato? Se potessi vorrei porre una domanda all'on. Monti: perché siete partiti dal basso coi sacrifici e non dall'alto? Chi è straricco di certo potrà darvi più danaro! Perché quando decidete qualcosa tracciate una linea orizzontale, senza una piccola curva, voi tagliate, aumentate, ma non sapete se tagliate a chi fa fatica ad arrivare a fine mese, a chi non ha più un papà che lavora, ai vecchi che hanno lavorato una vita ed ora non possono neppure permettersi di riscaldare per bene le loro case, ma è tanto difficile, è così impossibile valutare chi penalizzare e chi no? Forse la risposta già ce l'ho: siamo noi, “gente comune e onesta”, la vera garanzia di salvezza per lo Stato Italia! Concludo dicendo che ogni tanto la zia mi compra un gratta e vinci da 2 euro e prima di grattare sogno di vincere 100.000 euro… sogno… e nel sogno faccio tante cose… perché come dice la nonna: “l'unica cosa che non ci possono tassare sono i nostri sogni!”. Partita Tripla ◄ 31 CULTURA L’inglese e l’arte si fondono in dei cartelloni sul Caravaggio Arte in terza d Medusa INTRODUCTION a Medusa” is the 13th work of Caravaggio. It is 60 x 55. It was ordered by Cardinal del Monte who gave it as a present to duke Ferdinando I De Medici. It is an oil on canvas painting mounted on a wooden shield convex. “La Medusa” was undergone to restoration in 2002, after a bomb attack in 1993. Now the painting is situated in Florence, in Galleria degli Uffizi. La Medusa wasn’t chosen occasionally but it was dear to the Medicis in Florence. In this painting there is a strong contrast between the background and the subject in the foreground. In fact the background is black, while Medusa’s face is very bright and vivid. The subject of medusa represents the face and also the pain of a woman. Te eyes convey terror and her open mouth expresses an inhuman suffering. We were attracted by this painting because it is very expressive and full of hidden meaning to discover. One of these meaning is represented by vipers for hair; we have noticed that these animals are depicted in some of the paintings by Caravaggio. Another very expressive particular are her eyes that convey wicked terror; her neck is marked by strokes of blood. Another particular that we were attracted is the contrast of colours used for the background and the foreground. “L MYTHOLOGY he Subject in this painting is mythological. The mythology says that the Medusa was transformed by Athena into an old woman with long, sharp teeth, with vipers for hair. Athena also made the mouth of Medusa still. For this reason shows her with the mouth open wide. Then Athena made Medusa a statue, in fact there are sculptures that representing the bust of medusa. Medusa was killed by Perseo who cut off her head, looking of her reflection a his shield polished like a mirror given to him by Athena. Moreover, her head continued to make stone anyone who looked even after being detached from the boy. Finally T 32 ► Partita Tripla Medusa’s head was given by Perseo to Athena, who had given him the mirror through which he could confront Medusa without looking directly into her eyes and without being petrified. Medusa wasn’t always a horrible woman. Medusa was attracted into a temple dedicated to Athena by Zeus, who courted Medusa. Athena was jealous of her beauty and her hair, so she transformed them in vipers. The look of the monstrous Gorgone had kept the power to transform in stone whoever crossed her eyes even after being beheaded. According to the legend, the clotted blood would turn into coral, which explains the compactness of the coagulated and very little fluid strokes of Caravaggio. According to another legend, as the poison of snakes, Medusa’s blood had the power to give death or heal. Musica di alcuni giovani T his painting probably is the first work that Michelangelo Merisi painted at Palazzo Madama, in the house of cardinal Del Monte, his protector. In this painting there are four young boys and probably they are preparing for an upcoming concert. About these young boys there are two interpretations. The first interpretation states that Mario Minniti is playing the lute, Caravag- gio is singing, the man is reading the score while the angel, Eros, is listening to music and he is picking up a bunch of grapes from the ground. According to the second interpretation Caravaggio has portraied himself in three different poses. This painting represents one of the many examples of the cultural environment of the cardinal’s court, where music and art were topics of discussion along with science. It is the first time that the painter has made a self-portrait as a horn musician. Are also present subjects of dead nature and musical instruments. You can see the sad essence of Caravaggio’s painting looking at the subject on the background of the painting. In particular the characters are wearing traditional classical Greek robes. From these it is evident the contrast of dark and light colours, which is typical of Caravaggio; in fact the background is very dark brown while the youths are clearer, as if they are illuminated by an artificial light. Caravaggio used a lot of light and lively colours like red, white, green and brown. The subject of this painting is everyday life and it seems that the place is a Roman inn. Finally we can say that Caravaggio with his painting was reached perfection in imperfection, in fact he didn’t change the faces to make them more aesthetically beautiful and this was one of his innovations with the extreme realism in every detail. For example the clothes are very detailed almost as if they were real and if we look with attention we can see that with them Caravaggio has created a line that crossing the whole picture, symbol of continuity and fluidity. SOCIETÀ Ricordarsi di essere emigrati per comprendere gli immigrati We are immigrati Classe Seconda D L' emigrazione che ha caratterizzato la storia degli italiani a partire dall'inizio del secolo scorso, ha portato moltissimi verso gli Stati Uniti d'America. Oggi l'Italia è terra di immigrazione. In classe sono presenti diversi alunni stranieri, vogliamo raccontare loro e ricordare a noi stessi ciò che è stato... non perdere la memoria ci aiuta a scegliere, a decidere quello che è giusto e quello che non lo è. Il punto di arrivo è la considerazione della necessità di integrazione. Siamo partiti dall'analisi di documenti (fotocopia di una lista di passeggeri abruzzesi che dal porto di Napoli partono per gli Stati Uniti nel 1919, fornita dall'insegnante), estratti di testimonianze di ufficiali americani che attestavano le sofferenze che gli emigranti dovevano sopportare durante le circa due settimane di viaggio, riportati dal testo di civiltà: Exploring English. È impressionante quanto si dice in un estratto della relazione sul fenomeno della migrazione degli italiani negli Stati Uniti, presentata d a l l ’I s p e t t o r a t o per l’Immigrazione al Congresso americano tenutosi nell’Ottobre 1912. “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Dicono che sono dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. Il rapporto Usa sugli emigrati italiani: «Sono bassi, scuri e non si lavano. Girano voci di stupri» Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti, ma disposti più di altri a lavorare. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal Sud Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più” Gli americani disprezzavano gli italiani, non li volevano; e sebbene contribuissero alla crescita economica del paese, rimanevano cittadini di serie B. In effetti le sofferenze degli emigranti di inizio secolo, cominciavano dal momento in cui decidevano di lasciare i loro paesi con i mezzi che avevano, treni se fortunati, carri, muli, a piedi per raggiungere il porto da cui sperare di potersi imbarcare. Genova per il Nord, Napoli per il Sud erano i punti di raccolta. Non era scontato e facile l'imbarco. Visite, vaccinazioni, accertamenti venivano regolarmente effettuati sui passeggeri della terza classe; se andavano a buon fine si poteva salire a bordo, e si preparavano all'incubo della terza classe. La steerage accomodation, la terza classe appunto, era affollatissima, si era costretti a stare in spazi ristretti, sporchi e affollati, con poco cibo e solo acqua salata a disposizione. Intanto l'America si avvicinava…, era grande la speranza di una vita migliore, più forte però la paura di essere respinti e quindi bisognava provare e provare a parlare in un linguaggio incomprensibile, a dire le cose che servivano nella nuova lingua. Ellis Island si avvicinava,… la vista della Statua della Libertà era sconvolgente, li emozionava. Eccoli sfiniti, scioccati per ciò che avevano dovuto sopportare durante il viaggio, dover fare l'ultimo sforzo, rispondere alle domande degli ispettori statunitensi. Si doveva dire tutto, generalità, fingere di stare bene, di avere soldi, di saper da chi andare, cosa fare, dichiarare di non essere anarchici, di non costituire problema insomma per il governo degli Stati Uniti. E poi non rimaneva che sperare di non essere rimpatriati, di essere accolti e di poter essere anche loro parte dell'American Dream. Il fumetto, il pezzo “i pensieri di un bambino”, il dialogo sono in inglese perché il lavoro fatto dalla classe 2ªD, nell'ambito della riflessione su Cittadinanza e Costituzione è stato avviato dall'insegnante di inglese; il dialogo è stato elaborato sulla base di un documento tratto dagli archivi di Ellis Island, la lista dei passeggeri di cui sopra; sarebbe dovuto essere in dialetto, ma l'inglese è la nostra lingua franca. Breaking News!!!!!! Our friend Juanung Phromphinan has won a scholarship with Intercultura. He's going to go to China in September and he'll be there for a year. We will miss you Bob!!! Auguroni dalla classe II D Il fumetto è nelle pagine seguenti What's on a child's mind........!!!! I can’t even think of my uncertain future, what do I have to expect…? Difficulties will be with me on this ship, during the journey and... at the end of it... No.. I have to hope, it’s not a game to win,.... it’s a bet. I’ll arrive safe and sound at the U.S.A… the promised land for the people like me. My dreams, my projects, my ambitions will be with me for days and days.. I hope they won’t be scattered or thrown in the mud. God!!! God help me.. If you help me, if you are by my side, I’ll overcome the troubles and pain I have to face during the journey.. and then there in America I’m afraid I won’t make it, ..maybe I won’t be up to it! Oh God! America I’m here to come!! Astrid Rossoni ► 2ªD Partita Tripla ◄ 33 34 ► Partita Tripla Partita Tripla ◄ 35 SPORT Il punto sui tornei di calcetto maschile e femminile Calcetto maschile Mateusz Luczkowiak ► 5ªE Fulvio Nossa ► 5ªE Q uest’anno ha ripreso lo svolgimento del torneo di calcetto maschile per tutte le squadre delle classi del nostro istituto (dalle prime alle quinte). Contrariamente alle ultime edizioni, il torneo si è svolto sul campo dell’oratorio “Conventino”, un campo in brutte condizioni (non ce ne voglia il parroco) che lasciava molto a desiderare e che ha anche influito negativamente sullo spettacolo delle partite; se ci aggiungiamo le condizioni meteorologiche invernali, potete intuire che, nonostante la buona volontà degli organizzatori e dei partecipanti, non sia stato proprio facile giocare. La location ha influito sullo spettacolo ma il torneo non si è fermato Malgrado questo, hanno partecipato al torneo 19 squadre, suddivise in 4 gironi, dai quali accedevano ai turni successivi le squadre con maggior numero dei punti dei vari gironi. Del girone A, sono passate ben 3 squadre al turno successivo, in quanto hanno accumulato 8 punti ciascuna. Del girone B, sono passate 2 squadre, che hanno accumulato rispettivamente 12 e 7 punti, d’altronde come del girone C, con la differenza che la prima classificata del girone ha accumulato 10 punti invece dei 12 elencati poco prima. Del girone D è passata una squadra soltanto, che ha racimolato 7 punti. Le fasi finali si svolgeranno successivamente (dopo la pubblicazione del giornalino) in cui assisteremo a diverse sfide interessanti. Concludendo, ci auguriamo che questa fase finale del torneo ci regali molte emozioni e auspichiamo che lo si ritorni a giocare in palestra, che ha sempre ospitato questo torneo e nella quale si son sempre disputate belle partite che hanno rispecchiato il vero valore delle squadre parteci- 5E 1F(a) 2G 3E 8 8 8 3 GOL FATTI 15 18 11 17 1D 0 2 36 ► Partita Tripla Calcetto femminile Mateusz Luczkowiak ► 5ªE Fulvio Nossa ► 5ªE L unedì 2 aprile, dieci ragazze del nostro istituto hanno partecipato al torneo del progetto “A tutto Sport” di calcetto femminile. Il torneo che si è svolto ai campi di via Bergamo, ha visto 5 scuole protagoniste: Zenale e Butinone di Treviglio, Galileo Galilei di Caravaggio, Einaudi di Dalmine, Simon Weil di Treviglio e, ovviamente, il nostro istituto I.T.C. Oberdan. Le ragazze del nostro istituto, ovvero: Sessantini Aurora di 1ªA, Scarpello Martina e Possenti Anna Chiara di 1ªC, De Ponti Giorgia e Bonzani Chiara di 3ªC, Amatulli Arianna di 3ªH, Pellegrini Giulia di 4ªC, Ammoni Sara, Iannaccone Angela e Baronchelli Eleonora di 4ªI, selezionate dal mitico mister Monaco Francesco, si sono classificate prime, portando a “casa” la coppa battendo in finale le ragazze del Galileo Galilei. Noi della Partita Tripla abbiamo fatto una breve intervista al mister/selezionatore PUNTI 3D 4D 1F(b) 1G 12 7 6 3 GOL FATTI 30 19 10 13 2B 1 4 GOL SUBITI 6 11 8 17 3M 4A 1B 1E 26 2F PUNTI Monaco Francesco chiedendogli una opinione in merito allo svolgimento del torneo stesso: Le ragazze quante partite hanno dovuto giocare nel torneo “A tutto Sport” per aggiudicarsi la coppa? Le ragazze hanno giocato 3 partite eliminatorie a girone e una finalissima. Nella fase a gironi hanno vinto due volte e pareggiato una. Nella finalissima si sono imposte battendo il Liceo Galilei, conquistando il trofeo. Il risultato ottenuto rispecchia le sue aspettative? Certamente, sia dal punto di vista educativo che quello sportivo. Qual è la cosa bella di allenare la squadra femminile? Più che allenatore sono un selezionatore perché ho l’occasione di stare con loro solo una volta all’anno e, comunque, le ragazze del calcio mostrano di giocare per puro svago, si divertono un mondo con un sano agonismo che è fine a se stesso e non “contaminato” da altri fattori come quello che purtroppo possiamo osservare nel mondo calcistico dei “maschietti”, troppo intasato di interessi. È difficile dirigere una squadra femminile? Assolutamente no! (Altrimenti mi esonerano e perdo l’opportunità di stare “bene” e GIRONE D GIRONE B GOL SUBITI 6 12 20 21 18 PUNTI 4C 1C 3C 5D 7 6 1 0 GOL FATTI ND ND ND ND Le prossime sfide GIRONE C GIRONE A PUNTI panti e, quindi, della vincitrice. 10 7 6 4 GOL FATTI 29 13 19 11 GOL SUBITI 12 5 12 6 0 0 22 GOL SUBITI ND ND ND ND GIRONE A 5D - 4C - 2D - 1C e i risultati di quello di calcetto 5D-3C 1C-4C 0-6 4-6 3C- 1C 4C- 5D 7-9 6-0 5D- 1C 3C- 4C 0-6 2-4 GIRONE B 4D - 3D - 2B - 1G - 1F(b) GIRONE C 4A - 3M - 2F - 1B - 1E GIRONE D 5E - 3E - 2G - 1F(a) - 1D 4D-3D 2B-1G RIPOSO 1F(b) 3D-1G 2B-1F(b) RIPOSO 4D 1G-1F(b) 4D-2B RIPOSO 3D 2-8 0-6 1F(b)- 4D 3D- 2B RIPOSO 1G 4D- 1G 3D- 1F(b) RIPOSO 2B 5-2 8-2 4A- 3M 2F- 1B RIPOSO 1E 3M- 1B 2F- 1E RIPOSO 4A 1B- 1E 4A- 2F RIPOSO 3M 1E- 4A 3M- 2F RIPOSO 1B 5E- 3E 2G- 1F(a) RIPOSO 1D 3E- 1F(a) 2G- 1D RIPOSO 5E 1F(a)- 1D 5E- 2G RIPOSO 3E 1D- 5E 3E- 2G RIPOSO 1F(a) 10-1 1-2 5-6 2-2 10-2 8-2 4A- 1B 3M- 1E RIPOSO 2F 2-2 0-6 12-10 0-6 4-5 5-0 3-3 6-0 3-0 10-0 5E- 1F(a) 3E- 1D RIPOSO 2G 5-2 2-2 6-7 8-2 7-3 5-5 0-6 2-8 2-2 6-0 Bilancio nostro, che sei nel 2423 sia pareggiato il tuo conto venga il 31/12 sia fatto il tuo assestamento così in dare così in avere. Dacci oggi il nostro credito quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri fornitori e non c’indurre in minusvalenze ma liberaci dalla perdita d’esercizio. Amen. Partita Tripla ◄ 37 TERRITORIO I corsi di informatica dell’istituto per la cittadinanza Informatica all’oberdan che speriamo di ripetere negli anni successivi. Internet in salsa rosa S i è tenuto presso il nostro istituto un corso di informatica di base gratuito dedicato esclusivamente alle cittadine di Treviglio e dintorni. L’esigenza si è manifestata dopo aver osservato che spesso, quando si parla di nuove tecnologie informatiche e della comunicazione, Anche gli over 55 si cimentano con le nuove tecnologie Giulia Carolei ► 4ªM Francesca Casirati ► 4ªM Jennifer Vargas ► 4ªM N oi giovani dell’ITC G. Oberdan abbiamo tenuto un corso d’informatica agli anziani di Treviglio. Il corso si è svolto nell’aula di informatica, dove noi ragazzi della 4ªM e 3ªC eravamo coadiuvati dai professori Domenico Deluso e Battista Regonesi, responsabile dell'Università Anteas (università della terza età). Il nome del corso era “Argento vivo in rete” che rappresentava proprio il fatto che fosse dedicato agli anziani. Gli iscritti erano 26 e gli incontri 4, ciascuno da 2 ore. Alcuni di loro avevano già delle basi informatiche, ma la maggior parte doveva partire da zero. Gli anziani erano molto partecipi nelle varie attività svolte nel corso, anche se si sono trovati davanti ad alcune difficoltà se la sono cavata molto bene. Durante la prima lezione hanno imparato i compiti essenziali per il funzionamento del computer ovvero accenderlo e spegnerlo. Mano a mano che andavano avanti gli incontri, “i nostri studenti” hanno imparato nuove nozioni come la crea- 38 ► Partita Tripla zione di un’e-mail, che ha avuto grande successo poiché essi si divertivano a mandarle ai loro amici. L’utilizzo di internet è stata una cosa basilare sin dal primo incontro, perché con esso potevano trovare ogni cosa che gli interessasse, infatti gli abbiamo insegnato a visitare una libreria online e anche a prenotare un viaggio aereo. Le donne erano molto interessate alle ricette e le stampavano mentre la maggior parte degli uomini leggeva la Gazzetta dello Sport o altre novità sul calcio. Quello che ci ha più colpito è il fatto che loro avevano un grande spirito di iniziativa nello sperimentare l'informatica. Ora siamo in un’era dove la conoscenza del computer è alla base quasi di tutti i lavori, quindi era giusto come per noi, anche per loro imparare l’utilizzo del computer. Questo ci ha aiutato a capire come sia difficile ma anche divertente insegnare agli altri qualcosa di nuovo. Per noi è stata un’esperienza molto bella e educativa sono le donne le più attente e curiose rispetto ad una platea maschile sempre più frequentemente scettica e rinunciataria. “Internet in salsa rosa” è il nome dato al corso che ha permesso a una quindicina di signore della Bassa di misurarsi con l’utilizzo del computer e la navigazione in internet. Quattro lezioni da due ore, dove dopo una breve spiegazione dei contenuti si è passati all’azione pura con tutte le allieve poste sotto il tutoring di Andreea Agafitei, Giulia Leo, Linda Mazzoleni, Giulia Pellegrini, Claudia Pilenga, Diletta Rossigni, Elena Zumerle, studentesse del corso Mercurio. I risultati non si sono fatti attendere se è vero che al termine del corso tutte le allieve sono state in grado di navigare in internet, utilizzando browser e motore di ricerca; selezionare e stampare le aree delle pagine web di interesse, di creare e utilizzare una casella di posta elettronica con qualcuna si è spinta sino Noi ragazzi del gruppo H ci divertiamo a realizzare le attività dei laboratori Con la libertà d'informazione si misura la civiltà di un popolo. Giancarlo Ghirra, segretario nazionale dell’Ordine dei Giornalisti