Collaborare, condividere, conoscere, comunicare: il modello
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Collaborare, condividere, conoscere, comunicare: il modello
Methodologies and scenarios Collaborare, condividere, conoscere, comunicare: il modello “enterprise 2.0” in un organismo di ricerca, il CSP di Torino Gian Luca Matteucci; Lara Marcellin; Laura Gonella CSP - Innovazione nelle ICT [email protected]; [email protected]; [email protected] Parole chiave: enterprise 2.0, web 2.0, social software, social networking, shared virtual workspaces. Abstract Questo articolo illustra l’esperienza del CSP (la struttura di innovazione e ricerca della pubblica amministrazione piemontese), rispetto all’adozione di un ambiente web per la collaborazione e la condivisione della conoscenza, i relativi modelli d’uso e le implicazioni organizzative. L’articolo si focalizza su due aspetti: da un lato descrive le caratteristiche dell’ambiente software denominato eCollab realizzato internamente integrando diversi strumenti opensource in un’unica piattaforma secondo il modello “enterprise 2.0”, e, dall’altro, illustra l’intero processo di analisi, ideazione, sperimentazione e valutazione dell’ambiente stesso all’interno dell’organizzazione. eCollab nasce infatti nel 2006 come progetto interno di sperimentazione per favorire la collaborazione, la comunicazione e la condivisione di idee e materiali e rappresenta oggi un ambiente ”enterprise 2.0” adottato nel CSP, impiegato in via sperimentale dalla Regione Piemonte, da Iride Energia e al CSI Piemonte e offerto alle imprese in modalità open. Je-LKS Journal of e-Learning and Knowledge Society — Vol. 5, n. 1, febbraio 2009 (pp. 11 - 20) Je-LKS — Methodologies and scenarios - Vol. 5, n. 1, febbraio 2009 1 Introduzione Il CSP1 è il centro di innovazione e ricerca della pubblica amministrazione piemontese per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Opera a livello locale, nazionale e internazionale costruendo attività di ricerca applicata, accordi e progetti di cooperazione con enti pubblici, amministrazioni locali e grandi imprese private. Il personale è costituito da circa cento persone tra dipendenti, collaboratori, consulenti e borsisti. L’organizzazione interna prevede tre direzioni a cui afferiscono più “laboratori”, ma si lavora per lo più attraverso gruppi di lavoro trasversali. E’ evidente infatti che un modello organizzativo gerarchico non è adatto a una struttura che affronta attività di ricerca e sperimentazione: la sinergia tra persone con competenze diverse è elemento vitale e irrinunciabile. L’organizzazione deve essere flessibile e favorire lo sviluppo di dinamiche di collaborazione tra tutti i membri dell’azienda. Inoltre non può essere definita a priori ma deve essere sviluppata quotidianamente via via che i progetti si delineano2. Nella convinzione che i modelli e gli strumenti del web 2.0 possano favorire l’intreccio di competenze necessario per sviluppare progetti complessi e innovativi, il CSP decide di investire per realizzare al suo interno una piattaforma sul modello “enterprise 2.0”3, denominata eCollab. Tale ambiente ha l’obiettivo di supportare i processi di collaborazione, condivisione e valorizzazione della conoscenza e di estendere i servizi web già disponibili in azienda come la webmail, il calendario condiviso, la gestione delle risorse interne, la lista delle attività e la rubrica centralizzata. La piattaforma eCollab è stata realizzata attraverso un progetto sperimentale organizzato nelle fasi di seguito descritte: • Analisi e raccolta delle esigenze; • Definizione dei requisiti e modello concettuale; • Identificazione degli applicativi; • Definizione dell’architettura e sviluppo del prototipo; • Sperimentazione; • Analisi dei risultati; • Ingegnerizzazione. 2 Analisi e raccolta dei requisiti La raccolta delle esigenze è avvenuta tramite questionari anonimi e in1 Il sito web di CSP – Innovazione nelle ICT è http://www.csp.it/ 2 Per una trattazione del rapporto tra modelli aziendali e tecnologie usate nelle organizzazioni si veda Gonella e Pantò (2008). 3 Per una definizione del termine “enterprise 2.0” ed approfondimenti sul tema si vedano McAfee A. (2006) e Osservatorio Enterprise 2.0 (2008). 12 Gian Luca Matteucci et al - Collaborare, condividere, conoscere, comunicare: il modello “enterprise 2.0” terviste a campione che hanno permesso di delineare un quadro strutturato dei processi, dei bisogni e delle aspettative che caratterizzano i processi di scambi informativi all’interno dell’azienda. Dalle analisi condotte è emerso che l’atteggiamento delle persone è fortemente orientato alla condivisione, alla collaborazione e alla comunicazione, ma che gli strumenti allora disponibili non erano sufficienti a supportare e facilitare le dinamiche e i processi. L’analisi ha messo in luce una serie di “bisogni” di cui qui riportiamo i principali: • migliorare la circolazione delle informazioni tra e nei gruppi di lavoro; • valorizzare le competenze dei singoli; • rendere più accessibili e visibili le informazioni prodotte; • promuovere modalità di lavoro collaborativo; • trasformare la “conoscenza tacita” in “conoscenza esplicita”; • diminuire l’uso di strumenti ridondanti e non categorizzati come le email, facilitando l’archiviazione, la tracciabilità del processo di lavoro e l’uso razionale del patrimonio di competenze. 3 Definizione dei requisiti e modello concettuale In seguito a una valutazione relativa agli strumenti in grado di rispondere al quadro di esigenze emerse, si sono individuate tre applicazioni opensource caratterizzanti il web 2.0: un ambiente di social networking, un wiki ed un ambiente di social bookmarking4. L’idea centrale è quella di integrare in un unico ambiente di lavoro le funzionalità di tre applicativi differenti. La tabella di seguito riportata rappresenta la corrispondenza tra i bisogni emersi nella fase di analisi e le funzionalità degli applicativi in grado di soddisfarle. L’ambiente di social networking si configura come il tessuto connettivo digitale dell’azienda: gli utenti hanno la possibilità di presentarsi agli altri attraverso il profilo personale e di segnalare sul blog pensieri ed osservazioni che possono suscitare interesse in altri colleghi. Attraverso il sistema di social bookmarking, l’utente ha la possibilità di segnalare siti e risorse online alla comunità aziendale evitando il ricorso alla posta elettronica e il rischio di perdere le informazioni che invece sono valorizzate e connotate con dati aggiuntivi come la descrizione e i tag. Il wiki rappresenta l’applicativo più importante per la condivisione dei documenti che possono essere elaborati in modo collaborativo mediante un’interfaccia web e organizzati secondo una gerarchia o per parole chiave. 4 Per definizioni e approfondimenti dei termini social bookmarking, social networking e wiki si veda Marcellin et al. (2007). 13 Je-LKS — Methodologies and scenarios - Vol. 5, n. 1, febbraio 2009 TABELLA 1 Quadro delle corrispondenze tra esigenze degli utenti e funzionalità degli applicativi Esigenze emerse dall’indagine - Aumentare la visibilità delle informazioni sulle persone e le relative competenze - Facilitare i contatti e le connessioni tra le persone - Facilitare la stesura collaborativa di documenti - Esplicitare il passaggio da documenti in lavorazione a documenti finiti - Facilitare la stesura e rendere disponibili piani di progetto, verbali, rendicontazioni, stato avanzamento lavori. - Pubblicare i link preferiti su web - Condividere i link - Descrivere i link - Classificare le risorse secondo criteri individuali e di gruppo (folksonomie) - Rendere espliciti i collegamenti tra persone, opinioni, documenti e progetti - Facilitare il recupero della documentazione - Monitorare le attività - Favorire lo scambio di idee 14 Tipologia di applicazione Ambiente di social networking Wiki Ambiente di social bookmarking Integrazione tra le applicazioni Funzionalità principali - Profilazione utente - Blog personale e di gruppo - Reti di contatti - Comunità di utenti - Creazione e modifica di pagine via web - Editor WYSIWYG (what-yousee-is-what-you-get) e HTML - Gestione versioni e revisioni - Inserimento di allegati e gestione revisioni - Conversione in formato PDF - Template precostituiti - Segnalazione di link attraverso interfaccia web - Inserimento di voti sui link - Bookmarklet - Inserimento di tag - Feed RSS - Motore di ricerca - Inserimento di commenti Gian Luca Matteucci et al - Collaborare, condividere, conoscere, comunicare: il modello “enterprise 2.0” Figura. 1 Schema concettuale di eCollab. Attraverso l’integrazione tra gli ambienti, è possibile rispondere alle esigenze di classificazione e recupero delle informazioni. eCollab dispone di funzionalità trasversali, ossia disponibili su tutte e tre le applicazioni - wiki, social networking, social book marking (vedi Tabella 1 e Figura 1): • Motore di ricerca: su tutte le pagine di eCollab l’utente trova una maschera per la ricerca che individua i contenuti sui tre differenti applicativi. • Feed RSS5: ogni applicazione produce diversi tipi di feed che consentono agli utenti di monitorare le attività all’interno dell’ambiente, e ai diversi sistemi di interfacciarsi tra loro per accorpare contenuti omogenei da un punto di vista logico. • Commenti: ciascuna informazione può essere commentata dagli utenti, quindi ogni singola informazione può diventare argomento di discussione. • Tagging6: tutti gli oggetti (documenti, profili utente, file, pagine wiki, articoli e link) possono essere marcati dagli utenti con i tag, consentendo la navigazione e la ricerca secondo una modalità semanticamente rilevante. 5 I feed RSS sono flussi di informazioni provenienti da siti web che possono essere ricevute dall’utente mediante appositi lettori. Attraverso questa modalità l’utente si mantiene aggiornato rispetto alle novità pubblicate e può aggregare contenuti provenienti da fonti diverse. 6 L’attività di tagging consiste nell’associare a un contenuto una o più parole chiave, allo scopo di descriverlo e facilitarne il recupero. 15 Je-LKS — Methodologies and scenarios - Vol. 5, n. 1, febbraio 2009 4 Identificazione degli applicativi Per selezionare le applicazioni capaci di rispondere ai requisiti sopra indicati, si è preso spunto dal modello di valutazione del grado di maturità delle soluzioni software opensource elaborato da OITOS7, l’Osservatorio della Regione Emilia Romagna. Si tratta di un metodo univoco che permette di comparare soluzioni diverse assegnando voti ad una serie di parametri definiti. Tale modello è stato adattato al contesto dei software di collaborazione, individuando alcuni i parametri tecnologici e funzionali specifici. I risultati dell’applicazione del modello offrono una stima numerica che tiene conto delle esigenze specifiche del contesto d’uso. Per questo motivo è stato necessario operare successivamente alcune correzioni ponderate, distinguendo ciò che corrisponde ai requisiti (es. autenticazione centralizzata) e ciò che invece non compare come funzionalità indispensabile. I criteri utilizzati per valutare le differenti soluzione software opensource, secondo il modello OITOS precedentemente citato, sono organizzati in quattro assi: • Sviluppo: misura l’operosità degli sviluppatori del software. • Comunità: misura le risorse messe a disposizione dalla comunità scientifica e dalle aziende private. • Transizione: stima l’adattabilità della soluzione software alle specifiche esigenze e al contesto. • Tecnologia: valuta il software rispetto alla categoria di appartenenza. Sulla base dei valori numerici assegnati a ciascun aspetto e raggruppando i dati è stato possibile individuare gli applicativi più adatti per ciascuna categoria software (wiki, social networking, social bookmarking). Gli applicativi selezionati mediante il metodo descritto sono i seguenti: • Wiki: MindTouch Deki - http://www.mindtouch.com/Community • Social Networking: Elgg - http://elgg.org • Social Bookmarking: Pligg - http://www.pligg.com/ 5 Definizione dell’architettura e sviluppo del prototipo Gli applicativi selezionati sono stati successivamente integrati in un unico ambiente lavorativo e di condivisione. L’infrastruttura tecnologica è illustrata nella Figura 2. Per integrare i tre differenti applicativi sul front-end è stata sviluppata un’interfaccia unificata, basata su punti di riferimento costanti e ricorrenti all’interno dei tre software. Inoltre l’ambiente è stato dotato da una gestione centralizzata dell’anagrafica utenti e dei permessi. 7 OITOS (2006). 16 Gian Luca Matteucci et al - Collaborare, condividere, conoscere, comunicare: il modello “enterprise 2.0” Figura. 2 Infrastruttura tecnologica di eCollab 6 Sperimentazione sul campo La sperimentazione si è svolta su un progetto trasversale ed ha coinvolto 36 persone appartenenti a tre direzioni diverse. L’avvio del progetto è stato preceduto da un breve corso formativo sull’uso dell’ambiente. Dal punto di vista dell’organizzazione, si è scelto di offrire a tutti l’accesso libero e di non imporre uno schema organizzativo formale. L’ambiente deve invece avere un’organizzazione fluida che si realizza e si modella in base ai progetti in corso. Per questo le linee guida fornite ai partecipanti alla sperimentazione erano molto semplici. Si è richiesto di: • compilare il profilo personale; • inserire sul blog interventi sui temi oggetto del progetto e segnalazioni relative all'andamento del lavoro; • usare il wiki per la creazione collaborativa di documenti come piani di progetto, deliverable, verbali e rendicontazioni; • descrivere ogni elemento con tag appropriati. La scelta dei tag è lasciata libera, con alcune eccezioni elencate nel wiki. 17 Je-LKS — Methodologies and scenarios - Vol. 5, n. 1, febbraio 2009 7 Analisi dei risultati Al termine della sperimentazione è stata svolta un’attività di valutazione attraverso l’individuazione di indicatori qualitativi e quantitativi rispetto all’uso dello strumento ed attraverso un questionario. La valutazione ha complessivamente messo in evidenza che l’ambiente è utile (l’80% dei partecipanti lo ha giudicato “molto utile”, il restante 20% “abbastanza utile ma sostituibile” e nessuno “poco pratico” o “inultile”) ma che diversi aspetti sono da migliorare sia da un punto di vista della gestione che da un punto di vista tecnico e di interfaccia. La valutazione delle funzionalità d’uso ha evidenziato che la maggior parte dei partecipanti ha utilizzato il blog per il management di progetto, le comunicazioni interne al gruppo di lavoro, la segnalazione di fonti e link e - in misura minore - per riportare opinioni o criticità. Le funzionalità d’uso principali del wiki sono state la stesura collaborativa e la condivisione di documenti in lavorazione e, in misura minore, il management di progetto e la condivisione di informazioni sull’attività. I partecipanti hanno individuato i seguenti punti di forza: • la concentrazione delle informazioni relative ad un progetto in un punto unico; • l’aggiornamento continuo ottenuto grazie all’uso dei feed RSS e ai blog personali e di progetto; • la stesura collaborativa di documenti mediante wiki; • la condivisione di opinioni e conoscenza su specifici temi favorita dai blog e dal social bookmarking. I punti di debolezza evidenziati dai partecipanti sono invece relativi a: • un’impostazione iniziale troppo poco definita. Si è richiesto un intervento più forte nell'organizzare l’ambiente in modo da garantire uniformità e leggibilità dei contenuti; • le funzionalità del wiki. Si è richiesto di migliorare l’editing delle pagine e le funzionalità di importazione e esportazione dei documenti; • un’interfaccia che non rende abbastanza evidente il legame tra i vari applicativi. 8 Ingegnerizzazione Alle esigenze di miglioramento si è cercato di rispondere con un’attività di ottimizzazione delle soluzioni. È stato svolto uno studio sull’interfaccia volto a migliorare l’esperienza dell’utente e si è scelto di utilizzare il wiki come applicativo che accoglie l’utente sulla pagina principale. I contenuti sono stati organizzati secondo una politica di gerarchizzazione delle pagine, per offrire all’utente un’impostazione più definita. Allo stesso tempo, l’uso dei tag permette l’organizzazione secondo criteri soggettivi. 18 Gian Luca Matteucci et al - Collaborare, condividere, conoscere, comunicare: il modello “enterprise 2.0” Rispetto alle richieste sul miglioramento del wiki, sono state ottimizzate le funzionalità relative alla realizzazione di pagine a partire da schemi precostituiti (templates), all’esportazione dei testi in formato PDF, al mantenimento degli stili dei testi provenienti da programmi di office automation e alla gestione di allegati. Si è inoltre lavorato per integrare la piattaforma nell’infrastruttura del CSP. Da alcuni mesi eCollab è impiegato in via sperimentale anche dalla Regione Piemonte, da Iride Energia e dal CSI Piemonte ed è offerto alle imprese in modalità “open” attraverso il progetto Innovation4Business8. 9 Conclusioni Il modello 2.0 a supporto della collaborazione e della condivisione della conoscenza illustrato in questo articolo ha portato all’identificazione dell’architettura tecnologica e dei modelli applicativi in grado di soddisfare i bisogni di un’organizzazione. In particolare si evidenziano due elementi: • a livello tecnologico, la scelta di una soluzione opensource basata sull’integrazione di diverse applicazioni 2.0; • a livello metodologico, la scelta di adottare alcuni dei paradigmi 2.0 come la partecipazione attiva e il social tagging. La sperimentazione dell’ambiente ha messo in evidenza la necessità di individuare un equilibrio tra rigidità e flessibilità nell’organizzazione della conoscenza. eCollab è stato pertanto strutturato in modo da permettere di organizzare le informazioni e di renderle fruibili secondo modalità top-down oppure buttom up. Mentre infatti la strutturazione data al wiki permette una navigazione di tipo classico e assicura uniformità, l’uso dei tag permette di organizzare e reperire le informazioni secondo percorsi soggettivi e personalizzati. 10 Riconoscimenti Il progetto eCollab ha visto la partecipazione di diverse persone. Analisi e ideazione - Responsabilità del progetto: Eleonora Pantò Hanno collaborato: Andrea Toso, Lara Marcellin, Matteo De Simone, Mario Vercellotti, Fabiana Vernero, Andrea Demagistris, Michela Pollone, Stefania Doglioli. • Sviluppo e ingegnerizzazione - Responsabilità del progetto: Gian Luca Matteucci Hanno collaborato: Agata Tringale, Arianna Iatrino, Antonio Polia, Alessandro Avidano, Danilo Palermo. • 8 Innovation4Business è un’iniziativa di trasferimento tecnologico del CSP e di Torino Wireless svolta in collaborazione con l’Unione Industriale di Torino e Finpiemonte e con il contributo della Regione Piemonte. Per maggiori informazioni si veda http://www.csp.it/it/news/I4B_materiali. 19 Je-LKS — Methodologies and scenarios - Vol. 5, n. 1, febbraio 2009 BIBLIOGRAFIA Marcellin L. et al. (2007), Dal web 2.0 ai media sociali. Tracce e percorsi della partecipazione in rete, URL http://www.csp.it/csp/virtual_hosting///it/pubblicazioni/ cooperazione_in_rete/ (verificato il 7 gennaio 2009). Gonella L., Pantò E. (2008), Architetture didattiche e modelli organizzativi: un processo di adattamento reciproco, eLearning Papers , Nº 9, Luglio 2008 , ISSN 1887-1542 McAfee A. (2006), The impact of Information Technology on Businesses and their Leaders, URL: http://blog.hbs.edu/faculty/amcafee/index.php/faculty_amcafee_v3/ the_three_trends_underlying_enterprise_20/ (verificato il 7 gennaio 2009). OITOS (2006), Valutazione del grado di maturità di soluzioni software Open Source, URL: http://www.oitos.it/opencms/opencms/oitos/Valutazione_di_prodotti/ Modello1.2.pdf (verificato il 7 gennaio 2009). Osservatorio Enterprise 2.0 (2008), Enterprise 2.0: la rivoluzione che viene dal Web, Rapporto 2008, URL: http://www.osservatori.net/enterprise/rapporti/rapporto/ journal_content/56_INSTANCE_0HsI/10402/103388 (verificato il 7 gennaio 2009) AUTORI Gian Luca Matteucci è laureato all’Università di Torino in Scienze della Comunicazione con una tesi in Semiologia del cinema. Coordina l’Area Piattaforme Applicative all’interno della Direzione Progettazione e Gestione risorse di CSP – Innovazione nelle ICT. Lara Marcellin. Laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Torino, lavora in CSP dal 2003. Si interessa principalmente dell’analisi dei sistemi emergenti di social networking e più in generale dei sistemi digitali di tipo 2.0, così come della progettazione di servizi dedicati alle attività di promozione e di informazione in ambito culturale e turistico. Laura Gonella lavora da dieci anni sul tema dell’elearning. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, ha collaborato con l’Università di Torino ed altre organizzazioni per la progettazione di corsi e contenuti. Dal 2005 lavora al CSP, il centro di ricerca sulle ICT della pubblica amministrazione piemontese dove si occupa di elearning e comunità della conoscenza. 20