Classico, Charmat (o Martinotti) si beve a tutto pasto
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Classico, Charmat (o Martinotti) si beve a tutto pasto
fine estate la notizia ha riempito le pagine dei giornali: crollati del 30% i consumi mondiali dello Champagne, che sconta prezzi al consumo troppo alti in tempi di crisi economica; in aumento, invece, il giro d’affari dei più abbordabili spumanti italiani. Una notizia clamorosa. Ottima per l’Italia, ma solo in parte vera. Vediamo perché. Secondo i dati del Civc (Comité interprofessionel du vin de Champagne) le vendite nel primo semestre dell’anno sono calate del 20%, addirittura del 50% per alcune couvé di alta gamma, a Le vendite nel causa della crisi primo semestre dei grandi 2009 calate del mercati 20%, addirittura stranieri, Gran del 50% per alcune Bretagna, Stati couvé di alta Uniti e gamma. Giappone in testa. Tuttavia, dopo anni di crescita eccezionale (tra il 2003 e il 2008 i ricavi erano balzati del 30% a 4,4 miliardi di euro), un semplice ritorno alla normalità può assumere l’aspetto di una crisi? A giudizio degli italiani si. Mentre il colosso mondiale Lvmh (Moet & Chandon, Veuve Clicquot, Krug) denuncia una flessione del 3% del giro d’affari del polo vini e alcolici nel 2008 (ma con un risultato operativo stabile), l’Italia canta vittoria citando dati e cifre: + 15% nelle vendite all’estero degli spumanti nei primi sei mesi dell’anno, +4% in valore, consumo mondiale balzato nel 2008 a 329 milioni di bottiglie (dai 299 di fine 2007), per un valore di 3,5 miliardi. RUBRICHE A Gourmet Classico, Charmat (o Martinotti) si beve a tutto pasto La storica sfida allo Champagne, che perde consumi per colpa dei prezzi troppo alti. Per lo spumante italiano, un consumo che va oltre il classico brindisi. QUESTIONE DI METODO La soddisfazione c’è tutta, ma il trionfalismo è solo in parte giustificato. Intanto il volume complessivo della produzione francese (435 milioni di bottiglie) è superiore di un centinaio di milioni di pezzi ai 329 milioni di bottiglie italiane. Ma a rendere il confronto impreciso è che si continua a mettere sullo stesso piano la produzione italiana costituita per la maggior parte da bottiglie ottenute con metodo Charmat con quella dello Champagne, prodotto esclusivamente con Metodo Classico o Champenoise. Insomma, è come confrontare le mele con le pere, perché si parla di due vini assolutamente diversi non solo per metodologia produttiva ma anche per caratteristiche L’Italia canta vittoria: organolettiche e per prezzo +15% le vendite di vendita. all’estero degli Il confronto sarebbe esatto spumanti nei primi sei se alla produzione dello mesi dell’anno, +4% in Champagne noi valore. contrapponessimo quella Anno X - n.7 - VARESEFOCUS 83 RUBRICHE Gourmet Il Metodo Classico degli spumanti Metodo Classico, la cui macchine ad hoc) che fa depositare le fecce produzione raggiunge dei lieviti esausti (che sono stati prodotti dalla italiano è un processo complessivamente 22 milioni di fermentazione in bottiglia) sul tappo. L’ultima che consiste nel bottiglie provenienti per lo più dal fase della lavorazione (degorgement) consiste provocare la Trentino, dalla Franciacorta, nel gelare il vino contenuto nel collo della rifermentazione in dall’Oltrepo Pavese e dall’Alto Adige bottiglia e nel togliere il tappo in modo che il bottiglia dei vini con (Osservatorio Nazionale Economico deposito fuoriesca spinto dalla pressione. A zuccheri e lieviti Spumanti - Rapporto 2008). questo punto il vino viene rabboccato con uno selezionati. Il grosso degli spumanti del Belpaese è sciroppo di vino e zucchero e posto ad prodotto, invece, con il Metodo affinare per qualche mese prima della vendita. Charmat (307 milioni di bottiglie) raccogliendo la La quantità di zucchero del composto determina le produzione dell’Asti, del Prosecco, degli spumanti dolci e caratteristiche dello spumante, da Demi Sec a Extra Brut. secchi, ottenuti in ogni regione. Ed è proprio questa Qualora non s’introduca il liquer d’expedition (lo produzione, grazie anche a prezzi altamente competitivi, sciroppo di vino e zucchero) ma lo stesso vino, si ha uno che imprime dinamismo sui mercati alla spumantistica spumante Pas Dosé, particolarmente secco. Le cuvée, italiana. Insomma, lo sbandierato trionfo dello spumante cioè l’assemblaggio di vini di varie annate, caratterizza italiano sullo Champagne va un po’ ridimensionato. lo stile delle singole Maison. Se è composta di uve almeno per l’85% della stessa annata, allora lo spumante CLASSICO E CHARMAT (O MARTINOTTI) merita la denominazione di Millesimato e può essere Vediamo allora quali sono le differenze produttive. Il riportata l’annata in etichetta; diversamente si ha un Metodo Classico italiano (una volta si poteva definirlo Sans Année. Il primo riposa in cantina dai 4-5 anni in Champenoise sul modello francese, oggi è proibito) è un poi, il secondo generalmente 2-3, prima d’immetterlo sul processo di produzione che consiste nel provocare la mercato. rifermentazione in bottiglia dei vini con zuccheri e lieviti I VANTAGGI DELL’AUTOCLAVE selezionati. Il vino acquisisce le bollicine con l’anidride Veniamo al Metodo Charmat. Fu il casalese Federico carbonica prodotta dalla seconda fermentazione (presa Martinotti, direttore dell’Istituto Sperimentale per di spuma) che avviene in bottiglia. Dopo un periodo di l’Enologia di Asti, a inventare negli anni Venti il metodo riposo avviene il remuage: una continua rotazione delle di rifermentazione controllata in grandi recipienti. Il bottiglie (effettuata nella maggior parte dei casi da francese Eugène Charmat intorno al 1910 aveva costruito e brevettato l’attrezzatura, da qui il doppio nome, metodo MartinottiCharmat. In sostanza esso prevede la seconda fermentazione del vino in autoclavi, cioè in grandi contenitori in acciaio, pressurizzati che moltiplicano la capacità produttiva. Questa è la differenza principale con il Metodo Classico (o Champenoise) in cui la rifermentazione avviene in bottiglia. Come per quest’ultimo l’enologo stabilisce un assemblaggio con i vini a disposizione. Dopo il filtraggio, il vino è pronto per essere CLASSIC, CHARMAT (OR MARTINOTTI) THE PERFECT ACCOMPANIMENT TO messo nelle autoclavi dove è stata preparata ANY DISH la base dei lieviti selezionati con aggiunta di Most of Italy's sparkling wines are made using the Charmat process, some 307 million zuccheri e di sali minerali per favorirne bottles if we consider Asti, Prosecco and all the sweet and dry sparkling wines produced l’attività. La fermentazione è rapida, intorno throughout Italy. As a matter of fact, it is thanks to these competitively priced products that agli 80 giorni (30 se l’autoclave è dotata di Italian sparkling wines are a dynamic part of the market. agitatori); una qualità migliore si ottiene When it comes to quality and image there is no denying the supremacy of Chamagne, the prolungando la permanenza sui lieviti. undisputed king of French wines for almost 400 years. However, Italy too, has been Sergio Redaelli producing excellent sparkling wines for centuries. 84 VARESEFOCUS - Anno X - n.7 LA LUNGA SFIDA DEI PIONIERI, DA DOM PERIGNON A GANCIA E CARPENE’ Sul piano della qualità e dell’immagine nessuno nega la supremazia dello Champagne, re incontestato dei vini francesi da quasi 400 anni, ma anche in Italia si producono ottimi vini spumeggianti fin dall’antichità. La fermentazione controllata degli zuccheri in anfore di terracotta, chiuse ermeticamente, era diffusa già in epoca romana. Tra i primi a testimoniarlo furono il poeta Publio Virgilio Marone e Properzio, che descrisse l’uso di produrre “…Falerno, spumet et aurato mollius in calice”. Nel 1622 l’abate di Fabriano Francesco Scacchi descrisse in un libro la tecnica di produzione dei vini spumanti. Questo avveniva mezzo secolo prima del leggendario Dom Perignon. La sfida è poi proseguita nell’800 con pionieri come Carlo Gancia e Antonio Carpenè e oggi strappa parole di stima al ministro delle politiche agricole Luca Zaia: “Gli ultimi dati sulle esportazioni confermano che siamo sulla buona strada - dice - nel 2008 l’export ha registrato un incremento del 14%, per un totale di 1,3 milioni di ettolitri. E’ la migliore performance degli ultimi dieci anni”. In aumento all’estero, gli spumanti hanno invece una lieve flessione (-2%) sul mercato nazionale. Tengono Asti e Prosecco, è stabile il Metodo Classico. Le indagini più recenti, eseguite dal Forum degli Spumanti d’Italia, confermano che le bollicine stanno sostituendo altri vini sulla tavola del signor Rossi e hanno sempre più un uso quotidiano: non L E C I F R E I N I TA L I A E N E L M O N D O N E L 2 0 0 8 solo per i brindisi a Natale, Pasqua e negli anniversari o con il dolce a fine pasto; ma anche come aperitivo, nei cocktail e per accompagnare l’intero 650 case spumantistiche in Italia distribuite in 18 regioni pasto. 2.500 etichette sul mercato Al recente G8 de L’Aquila i capi di Stato e di governo hanno apprezzato gli 329 milioni di bottiglie prodotte abbinamenti ai primi piatti, al pesce e alla carne dei Metodo Classico 22 milioni di Metodo Classico italiani. La “destagionalizzazione” degli spumanti è una tendenza 307 milioni di Metodo Charmat consolidata: gli spumanti si scelgono a partire dall’ora dell’aperitivo e il giro d’affari al consumo di 3,5 miliardi di euro. dilagare dell’happy hour contribuisce all’impennata dei consumi. Tra i 2 miliardi 300 milioni di bottiglie prodotte ogni anno nel mondo (fonte Oiv) territori del Belpaese a vocazione spumantistica, gli appassionati Il primo produttore mondiale è la Germania con 480 milioni di bottiglie, apprezzano la Franciacorta e il Trentino, le due denominazioni più seguita dalla Francia con 435 milioni di bottiglie. Al terzo posto l’Italia con conosciute, ma anche Conegliano e Valdobbiadene, l’Asti (6%) e l’Oltrepò 329 milioni di bottiglie e al quarto la Spagna con 252 milioni (fonte: Pavese (2%). Osservatorio Nazionale Economico Spumanti - Rapporto 2008 - Stima ed Di recente dodici aziende italiane hanno rilanciato il marchio collettivo della elaborazione Forum su dati Iwsr/Gdr, Vinexpo, Oiv, Civc, Forum Spumanti, spumantistica tricolore, il Talento Metodo Classico, istituito con decreto Consejo Cava). ministeriale nel 2004. Il decreto prevede che possano riportare in etichetta la menzione Talento gli spumanti italiani prodotti con uve chardonnay, pinot nero o pinot bianco provenienti da vigneti iscritti agli albi di una Doc o Docg, elaborati con rifermentazione in bottiglia secondo il tradizionale metodo classico e affinati in bottiglia sui propri lieviti per almeno 15 mesi. “Talento rappresenta il terzo pilastro della spumantistica italiana accanto a Prosecco e Asti - spiega il neoeletto presidente dell’Istituto Talento, Claudio Rizzoli, amministratore delegato della trentina Cantina Rotari - Il marchio rappresenta una massa critica che dà al metodo classico italiano la possibilità di affrontare i mercati esteri. Una massa critica che oggi è valutabile in diverse decine di milioni di bottiglie”. Cantine di casa Gancia Antonio Carpenè (SR) Anno X - n.7 RUBRICHE Scheda 4: SPUMANTI - VARESEFOCUS 85