gestione del paziente con lesioni nervose periferiche dell`arto
by user
Comments
Transcript
gestione del paziente con lesioni nervose periferiche dell`arto
Michelangelo Mancuso Clinica Neurologica, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Pisa GESTIONE DEL PAZIENTE CON LESIONI NERVOSE PERIFERICHE DELL’ARTO SUPERIORE Nei traumi dell’arto superiore sono frequenti le lesioni nervose periferiche (nervi mediano, ulnare, radiale) che si traducono in deficit motori e sensitivi a carico della mano. In determinati casi le lesioni sono suscettibili di riparazione chirurgica. 1 ANATOMIA DEL NERVO Il nervo periferico si compone di fasci di fibre nervose (assoni) i cui corpi cellulari (somi) sono situati nel midollo spinale o nei gangli spinali Le fibre possono essere ricoperte dalla guaina mielinica (mienizzate) o essere amieliniche; ogni fibra è ricoperta da una sottile guaina connettivale elastica (endonevrio) che la protegge dallo stiramento. Altra guaina connettivale è il perinevrio, che è più spesso e resistente dell’endonevrio ed è in grado di proteggere i funicoli dalle compressioni esterne. L’epinevrio, è un tessuto connettivale lasso ed elastico che costituisce la guaina esterna del nervo. EVENTI LESIVI E NERVO I FASE ( degenerazione walleriana) Degenerazione dell’assone e del rivestimento mielinico distalmente alla lesione e successiva digestione da parte delle cellule di Schwann. Anche i recettori motori e sensitivi vanno incontro a degenerazione. 2 FATTORI CHE OSTACOLANO IL PROCESSO DI RIGENERAZIONE • • Restringimento del tubo endoneurale che renda impossibile l’ingresso dell’assone rigenerante; Cicatrice nel sito di lesione, che l’assone rigenerante non riesce a superare, con possibile formazione di una massa disorganizzata di fibre nervose (neuroma) causa di intensa sintomatologia dolorosa; • Mismatch tra fibre motorie, sensitive e simpatiche; • Degenerazione dei recettori sugli organi bersaglio. Il recupero della funzione nervosa resta spesso incompleto II FASE ( rigenerazione neuronale) Velocità della rigenerazione : 1-3 mm al giorno, con latenza iniziale di 3-4 ettimane Le “gemme” assonali rigeneranti cercano di attraversare il sito di lesione per andare a riabitare il tubo endoneurale lasciato vuoto dall’assone degenerato. 3 FATTORI CHE CONDIZIONANO LA PROGNOSI • • • • Tipo di trauma: le ampie lesioni da schiacciamento o strappamento hanno prognosi peggiore; le lesioni più prossimali hanno prognosi peggiore. Età del paziente: nel giovane il recupero è migliore. Tipo di nervo: nelle sezioni complete i nervi misti (con fibre sia motorie che sensitive) hanno un recupero peggiore a causa di un maggior grado di rigenerazione non funzionale Effetti della denervazione sugli organi bersaglio: mentre i muscoli denervati possono rimanere vitali fino a 3 anni dalla lesione nervosa, le terminazioni sensitive degenerano più velocemente. Cosa comporta la lesione di un nervo • Deficit di forza e di bilanciamento muscolare, periferico?? con perdita di particolarità e sviluppo di rigidità (rigidità extraarticolare) • Deficit di sensibilità -> riduzione abilità manipolative • Deficit sensazione protettiva -> rischio di lesioni! • Deficit della funz. simpatica -> alterazioni trofiche • Dolore ->Sindrome da Dolore Regionale Complesso tipo II 4 NERVO RADIALE: Se la lesione è a livello dell’avambraccio: Motorio: perdita dell’estensione delle MCF delle dita lunghe Perdita dell’estensione e dell’abduzione radiale del pollice Perdita dell’estensione ulnare del polso Sensitivo: perdita della sensibilità della regione dorsale del pollice e del II, III e metà del IV raggio fino alle IFP. Se la lesione è a livello del gomito: Motorio: come sopra + perdita dell’estensione radiale del polso e indebolimento della supinazione. Sensitivo: come sopra Se è una lesione prossimale al gomito: Motorio: come sopra + indebolimento della flessione del gomito + perdita dell’estensione del gomito Sensitivo: come sopra Deformità tipica: “mano cadente” con perdita della stabilizzazione del polso e compromissione della validità della presa. 5 NERVO MEDIANO: Se la lesione è una lesione bassa, a livello del polso: Motorio: perdita dell’opposizione del pollice Sensitivo: perdita della sensibilità della regione palmare del pollice e del II, III e metà radiale del IV dito fino alle IFP. Se la lesione è a livello del gomito, o più prossimale: Motorio: come sopra + perdita della flessione delle IF di pollice, II e III dito + indebolimento della flessione e della pronazione del polso Sensitivo: come sopra Deformità tipica: “mano di scimmia” con spianamento dell’ eminenza tenar, pollice che giace a lato del palmo con limitazione dell’apertura della I commissura interdigitale. In caso di lesione alta si può osservare l’atteggiamento a “mano benedicente”. Le prese in pinza sono compromesse sia per il deficit di opposizione del I dito che per il deficit sensitivo. MANO A SCIMMIA DEFORMITA’ TIPICHE MANO BENEDICENTE 6 NERVO ULNARE: Se la lesione è una lesione bassa, a livello del polso: Motorio: compromissione della presa laterale per perdita dell’adduzione del pollice, perdita dell’abduzione-adduzione delle dita lunghe, perdita della flessione isolata delle MCF di IV e V dito, ipovalidità della presa di potenza e delle prese fini. Sensitivo: della superficie palmare di V e metà ulnare del IV dito e corrispondente regione del palmo Se la lesione è a livello del gomito, o più prossimale: Motorio: come sopra + ulteriore riduzione della forza di presa per la perdita del flessore profondo di IV e V dito. Sensitivo: come sopra + perdita della sensibilità della superficie dorsale di V e metà ulnare del IV dito Deformità tipica: “mano ad artiglio” con IV e V dito atteggiati in iperestensione di MCF e flessione di IF; si associa atrofia degli interossei e spianamento dell’eminenza ipotenar. 7 COME SI VALUTA UN PZ CON UNA LESIONE NERVOSA PERIFERICA?? ANAMNESI Età (prognosi) Tipo di trauma (prognosi) • Lesioni associate (lesioni complesse) • Livello della lesione (prognosi) • Data della lesione/riparazione chirurgica (evoluzione fisiologica o no) • Mano dominante (necessità di cambio di dominanza) • Lavoro - sport - interessi (prospettive di reiserimento) • Ascolto delle necessità del Paziente (indicazione a adattamenti o ortesi). • • VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE SIMPATICA Le fibre simpatiche, particolarmente rappresentate nel n. mediano, sono responsabili di: o vasocostrizione > colore e temperatura della pelle, edema, intolleranza al freddo o Sudorazione o Orripilazione (pelle d’oca) o Trofismo di cute ed annessi (unghie, peli) Nelle prime 2-3 settimane la cute è calda e arrossata per la paralisi della vasocostrizione; con il tempo può divenire fredda, marezzata o francamente cianotica, con intolleranza al freddo spesso associata a dolore. L’orripilazione è abolita. Subito dopo la denervazione si ha perdita della sudorazione; in caso di lesione parziale o irritazione del nervo, così come nella fase di rigenerazione si osserva al contrario iperidrosi. Alle alterazioni trofiche cutanee si associa maggior vulnerabilità alle lesioni e rallentata guarigione delle ferite. 8 VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE MOTORIA Dopo una lesione o una riparazione chirurgica c’è un periodo di latenza di 3-4 settimane, dopo il quale gli assoni rigenerano alla velocità di c.ca 1 mm al giorno. Un segno precoce di reinnervazione è la ricomparsa della sensibilità del ventre muscolare alla pressione. Col procedere della reinnervazione si osserverà la progressiva comparsa di: - contrazione palpabile o visibile, in assenza di movimento; - capacità di mantenere una posizione raggiunta passivamente (contrazione isometrica); - capacità di produrre il movimento test (contrazione isotonica); - capacità di produrre il movimento test contro resistenza. VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE SENSITIVA Sensibilità somatiche superficiali: tatto dolore superficiale sensibilità termica Sensibilità somatiche profonde: s. propriocettiva (percezione del senso di posizione e movimento di un’articolazione) s. vibratoria dolore profondo/pressione Sensibilità corticali o integrative: s. discriminativa (capacità di discriminare due punti) localizzazione del tocco grafestesia (capacità di identificare lettere o numeri tracciati sulla pelle con visione occlusa) stereognosia (capacità di identificare oggetti mediante palpazione con visione occlusa) 9 OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITA’: • Valutare il tipo e l’estensione del deficit • Valutare e documentare il recupero • Determinare la limitazione funzionale • Fornire indicazioni per pianificare l’intervento terapeutico: - quando iniziare la rieducazione sensoriale - necessità di educare il Paziente a gestire il rischio di lesioni alla mano in caso di perdita della sensibilità protettiva - necessità di un programma di desensitizzazione. Successione in cui generalmente avviene il recupero delle sensibilità dopo una lesione o riparazione chirurgica: • Pressione profonda e dolore superficiale (sensazioni protettive) • Tocco leggero in movimento • Tocco leggero statico • Sensibilità discriminativa in movimento • Sensibilità discriminativa statica • Localizzazione del tocco 10 VALUTAZIONE DEL DOLORE In caso di lesione nervosa è possibile riscontrare: - Sindrome da Dolore Regionale Complesso tipo II (causalgia): dolore neuropatico severo, urente, nel territorio di distribuzione del nervo leso, associato ad alterazioni simpatiche (vedi oltre) - Dolore da Neuroma : dolore estremamente intenso al tocco nella sede della lesione Strumenti per la valutazione del dolore: Visual Analogic Scale (VAS) per una valutazione quantitativa: intensità del dolore da 0 a 100. McGill Pain Questionnaire, per una valutazione qualitativa (aggettivi che descrivono il dolore). OBIETTIVI E PRIORITÀ NEL TRATTAMENTO DELLE LESIONI NERVOSE PERIFERICHE A SECONDA DELLA FASE EVOLUTIVA FASE ACUTA Periodo di immobilizzazione Periodo post-immobilizzazione FASE DI RECUPERO Recupero della funzione motoria Recupero della funzione sensitiva: Desensitizzazione Rieducazione sensitiva FASE CRONICA Adattamenti/ausili Chirurgia funzionale (trasferimenti tendinei) 11 TRATTAMENTO RIABILITATIVO FASE ACUTA Obiettivi del trattamento: • Protezione della struttura nervosa lesa/riparata chirurgicamente. La sutura nervosa deve essere protetta da sollecitazioni per 3-5 settimane, in quanto la tensione può c omprometterela rigenerazione assonale (accezione al concetto di guarigione in movimento). Sarà opportuno posizionare adeguatamente le articolazioni lungo il decorso del nervo per minimizzare la tensione sulla zona lesa (Ex: in caso di riparazione chirurgica del n. mediano, il polso andrà posizionato in flessione). • Prevenzione delle rigidità delle articolazioni libere dall’immobilizzazione e di ulteriori lesioni favorite dal deficit sensitivo. Periodo di immobilizzazione: Priorità: Minimizzare la tensione a livello della sutura/lesione - Proteggere il nervo dalla lacerazione - Favorire la risoluzione della reazione infiammatoria Mantenere il ROM delle articolazioni non immobilizzare, controllare l’edema. Confezionamento di splint statico, da mantenere per 3-4 settimane (prime 2 settimane continuativamente, poi in modo intermittente). Attenzione a non provocare lesioni da decubito sulle aree cutanee insensibili! 12 Splinting per lesione/riparazione chirurgica n. mediano e ulnare: Splinting per lesione/riparazione chirurgica n. mediano e ulnare: Al gomito: tutore statico a 90° di flessione per il n. mediano tutore statico a 30°- 45°° di flessione per il n. ulnare Al polso: tutore statico con polso a 30° di flessione, MCF a 45° di flessione, IF libere. N. mediano: apertura I commissura - pollice a 45° di abduzione palmare con “C Bar” Splinting per lesione/riparazione chirurgica n. radiale: Al gomito: tutore statico a 90° di flessione, polso a 30° di estensione Al polso: tutore statico con polso a 30° di estensione 13 Periodo successivo all’immobilizzazione: Priorità: - recupero dell’ articolarità perduta nell’immobilizzazione - recupero della motricità della mano - educazione del Paziente alla protezione e prevenzione Esercizi di mobilizzazione nel ROM consentito (Chirurgo!) attiva >attiva assistita > (passiva cauta) Elettrostimolazione dei mm. denervati (non vi è unanime consenso tra gli Autori sull’utilità di questo trattamento) Modifiche seriali dello splint di posizione (da portare eventualmente solo la notte) Splint statici funzionali o dinamici per ripristinare la fisiologica posizione di riposo, prevenire overstretching dei mm plegici e le rigidità articolari secondarie, favorire la funzionalità residua della compatibile con lo stile di vita del Paziente ORTESI 14 Nella fase acuta post-immobilizzazione è importante l'educazione del paziente – dare informazioni sui tempi previsti per il recupero, gestire le aspettative. – In caso di prevalente deficit sensitivo, istruire il Paziente a: • evitare di manipolare oggetti troppo caldi o freddi, appuntiti, taglienti, abrasivi; • evitare di impugnare oggetti per periodi prolungati; • adattare le impugnature per distribuire in maniera ottimale la pressione; • utilizzare guanti protettivi; • ispezionare regolarmente la pelle e mantenerla sempre ben idratata TRATTAMENTO RIABILITATIVO – FASE DI RECUPERO Non appena compaiono i primi segni di reinnervazione occorre reimpostare il programma riabilitativo: Priorità: - recuperare la forza ed in controllo dei mm. reinnervati -promuovere il recupero della sensibilità con programma di rieducazione sensitiva e/o desensitizzazione Rieducazione funzionale motoria: • Elettrostimolazione (feed-back propriocettivo) • Esercizi attivi ed attivi assistiti: inizialmente faremo mantenere al Paziente posizioni assunte passivamente, quindi introdurremo esercizi isotonici + attività funzionali per recuperare la coordinazione, la forza e la resistenza muscolare. 15 Recupero della funzione sensitiva Nelle lesioni di nervi periferici con componente sensitiva si riscontrano fenomeni sensitivi abnormi: • Fenomeni positivi (sintomi sensitivi), generati da treni di impulsi generati ectopicamente lungo le vie nervose: formicolii, punture di spillo, bruciore, scossa elettrica, fitte lancinanti, sensazione di fasciatura, di stiramento, di ammaccamento…; queste sensazioni possono essere o meno sperimentate come dolore. • Fenomeni negativi e, causati da blocco di conduzione /distruzione di fibre nervose: senso di intorpidimento, riduzione o abolizione della sensibilità. TRATTAMENTO RIABILITATIVO FASE CRONICA Nella fase degli esiti, quando non vi è più possibilità di ulteriore recupero, occorrerà ottimizzare le capacità funzionali residue mediante: o Adattamenti/ausili o Cure chirurgiche (revisione e innesto, artrodesi, trasferimenti tendinei) 16